Economia

Confindustria Macerata: il neo presidente Domenico Guzzini presenta programma e squadra (FOTO e VIDEO)

Confindustria Macerata: il neo presidente Domenico Guzzini presenta programma e squadra (FOTO e VIDEO)

Si è tenuta nel primo pomeriggio di oggi la presentazione del neo presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini che dopo esser stato nominato dall’Assemblea Generale circa un mese fa, ricoprirà questa carica per il triennio 2020/2023, prendendo così il testimone lasciato dal past president Gianluca Pesarini. Guzzini ha iniziato il suo intervento presentando dapprima i componenti della squadra che lo affiancherà in questo percorso, indicando anche quelle che saranno le loro specifiche deleghe. I nuovi componenti del consiglio del direttivo che ricopriranno la carica di vicepresidenti saranno: Michele Paoloni, con delega all’internazionalizzazione; Sandro Parcaroli, avrà la delega alla digitalizzazione; Fausto Pigini riceverà la delega alla ricerca e allo sviluppo e infine a Carlo Resparambia andrà la delega alla ricostruzione. Il presidente successivamente ha esposto le linee programmatiche del suo mandato che ha riassunto in quattro parole chiave. La prima è "contaminazione", ovvero la volontà di allargare lo sguardo a nuovi universi e importare e adattare le best practice nel proprio ambito per promuove l’innovazione di tutti; mentre la secondo è "condivisione", per mettere in comune asset tangibili e intangibili, umani e professionali e aumentare così la competitività di tutti. E poi ancora "fare sistema" per interagire con gli altri muovendosi nella stessa direzione sulla base di obiettivi condivisi e rafforzare quindi tutti ed evitare di sprecare le risorse e infine "inclusione" per favorire la partecipazione e sostenere la crescita di tutti sulla base delle idee indipendentemente dalla dimensione e dal fatturato. "Il modello marchigiano era un caso di eccellenza studiato nelle migliori business school internazionali ma purtroppo oggi la nostra regione è più un problema da risolvere che da studiare" - ha fotografato così la situazione economica regionale il neo presidente Guzzini che ha poi affrontato i temi che hanno più colpito la provincia di Macerata, a cominciare dal terremoto fino alla crisi di Banca Marche che a suo dire: "ha reso la provincia maceratese, ma anche tutta la Regione, più povera". Sulla centralità della ricostruzione post-sisma è anche intervenuto uno dei neo vicepresidenti Carlo Resparambia che ha così spiegato la fase che stanno attraversando i territori colpiti: "La situazione la conosciamo già tutti - chiosa  Resparambia - ora con la nomina del nuovo commissario secondo me non abbiamo fatto passi avanti perchè in questa fase così critica non siamo mai riusciti ad avere un interlocutore di lungo corso in quanto è il quarto in tre anni e mezzo. L'attuale situazione dei lavori di ricostruzione è a dir poco desolante perchè è tutto fermo soprattutto per cause burocratiche. Il nostro primo intervento sarà quello di costituire un tavolo multidisciplinare dove però, oltre che di ricostruzioni, si tratteranno dei tempi molto importati per il territori come il turismo e il lavoro". Si è parlato anche dell'emergenza Coronavirus che sta tenendo banco in tutta la regione Marche e non solo: "Un fattore imprevedibile - così l'ha definito il presidente Guzzini- al momento le nostre aziende stanno subendo un contraccolpo economico molto forte, basti pensare che per quanto riguarda la mia realtà stanno saltando molti appuntamenti tra i nostri area manager con i diversi buyer, per non parlare poi del crollo di almeno il 30% delle visite alle Fiere, il tutto perchè al momento l'Italia dal resto d'Europa è vista come portatrice del virus. In questo momento bisogna agire con calma, cercando di abbassare i toni a tutti i livelli affinchè non si crei ulteriore allarmismo". La conferenza poi è continuata con l'esposizione di tutti gli altri punti del programma 2020/2023 di Confidustria Macerata che vanno dalla transizione verso un modello di economia circolare, la digitalizzazione dell’impresa, il credito alle imprese e le nuove forme di finanziamento, l’internazionalizzazione, l’aggregazione associativa fino a toccare le strategie di rilancio del settore calzaturiero e le infrastrutture e la pubblica amministrazione.

02/03/2020 19:03
Confindustria Macerata, progetto scuola-orientamento: coinvolti 3000 giovani studenti

Confindustria Macerata, progetto scuola-orientamento: coinvolti 3000 giovani studenti

Con lo slogan "E-MOTION- Conoscersi, orientarsi e scegliere” si è inteso stimolare i ragazzi a preparare il loro futuro attraverso un metodo interattivo ed esperienziale,  riflettere sull’importanza delle emozioni, della velocità, dell’innovazione, del talento e dell’approccio al lavoro e alla vita.   Il Progetto Scuola, giunto alla 26ma edizione, è stato promosso da Confindustria Macerata in collaborazione con l’Ufficio Scolastico e il contributo della Camera di Commercio delle Marche. I 3000 studenti prevalentemente delle scuole superiori, ma anche universitari, insieme a molti docenti, sono stati coinvolti nei  vari appuntamenti che hanno visto la testimonianza  di Imprenditori, esperti di orientamento  e formazione ma anche di attori  che hanno consentito di potenziare attraverso tecniche teatrali le abilità comunicative e relazionali dei ragazzi. Infatti come ha affermato il regista ed attore coinvolto nel progetto Francesco Facciolli "Il teatro aiuta in un mondo in continuo mutamento a gestire l'imprevisto, reagendo in modo flessibile agli stimoli ed ai terremoti che spesso la vita ci pone di fronte, la vita ci presenta scene per le quali dobbiamo reagire trovando nuove vie e spesso creando nuove opportunità". “Il progetto- hanno sottolineato il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Macerata Paolo Carlocchia e la delegata al Progetto Scuola Francesca Orlandi – ha contribuito a riattivare  il collegamento fra la domanda delle imprese,  con  le necessità poste dall’evoluzione dei mercati e della tecnologia, e l’offerta formativa: difficoltà che rappresenta ancora una delle cause strutturali della debolezza del capitale umano e della nostra economia”. Tanti gli appuntamenti e le attività, dall’Orientagiovani, ai concorsi di idee con i progetti  Learning By Doing ed Eureka, al Progetto Incoming che ha consentito ad alcuni giovani dell’Università di Macerata di beneficiare di Borse di studio  per effettuare stages  presso le imprese del territorio, dalle attività di formazione ed orientamento al settore Calzature svolte presso l’Ipsia Corridoni – sede di Civitanova Marche, alle visite  di studio all’interno di altre Aziende del territorio,  ma anche presso le principali fiere internazionali, come il Micam, dove gli studenti hanno avuto modo di confrontarsi direttamente con Imprenditori e Buyers esteri. Sono stati coinvolti numerosi Istituti Scolastici, dal “Filelfo” di Tolentino, al “L. Da Vinci” e “Corridoni” di Civitanova Marche, dal “Mattei” di Recanati al “Divini” di San Severino, dal “Gentili” di Macerata al “Pocognoni” di Matelica e le due Università di Macerata e di Camerino. Fondamentali contributi  al progetto e agli incontri sono stati portati dal prof. Gabriele Micozzi  docente di Comunicazione e Marketing e dal Prof. Cesare Catà, Filosofo.

27/02/2020 18:47
Coronavirus, Confartigianato: cassa integrazione per le imprese e lavoratori iscritti al Fondo Bilaterale FSBA

Coronavirus, Confartigianato: cassa integrazione per le imprese e lavoratori iscritti al Fondo Bilaterale FSBA

“Confartigianato - dichiara il Presidente Renzo Leonori - in queste ore è coinvolta in una intensa attività di consultazione delle organizzazioni di rappresentanza in diversi tavoli istituzionali sull’emergenza Coronavirus, in rappresentanza delle esigenze drammatiche che molti imprenditori stanno vivendo e le possibili gravi ripercussioni sull’intero sistema produttivo nazionale. Per fronteggiare tempestivamente gli effetti di questa allarmante situazione sanitaria, l’Associazione nazionale ha firmato insieme ad altre Confederazioni e Sindacati, un accordo che prevede, per tutte le imprese e i datori di lavoro iscritti al Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, un importante e specifico intervento, ovvero la possibilità di usufruire della cassa integrazione fino a venti settimane nell’arco di due anni del biennio mobile per le sospensioni dell’attività aziendale determinate dal Covid-19. Vogliamo precisare che l’intervento non è limitato alle zone rosse ma riguarda l’intero territorio nazionale, sempre in relazione a sospensioni determinate dalla causale coronavirus. Nell’accordo vengono inoltre sollecitati anche gli altri strumenti della bilateralità nazionale come Fondartigianato e Sanarti, affinché, vengano definiti rapidi e mirati interventi a favore di lavoratori e imprese per fronteggiare il coronavirus. Il servizio paghe di Confartigianato è a completa disposizione per tutte quelle imprese che, avendone i requisiti, necessitino del Fondo di solidarietà per le relative sospensioni dell’attività aziendale. Non possiamo permettere che il nostro sistema produttivo ed economico venga danneggiato rischiando lunghe e pesanti ripercussioni, ed è quindi fondamentale lavorare insieme in maniera coordinata, trovando soluzioni rapide ed efficaci affinché il nostro Paese superi questa fase di emergenza al più presto possibile”.

27/02/2020 17:58
Coronavirus, l'allarme della Cna:"Le misure restrittive per la paura possono costarci 5 miliardi di PIL"

Coronavirus, l'allarme della Cna:"Le misure restrittive per la paura possono costarci 5 miliardi di PIL"

“Salutiamo con favore la tempestività mostrata dal Governo per definire gli interventi necessari per salvaguardare imprese, lavoratori e l’intera popolazione e  manifestiamo totale disponibilità a collaborare con le istituzioni per condividere un programma di gestione dell’emergenza economica provocata dalla diffusione del virus. Oltre all’emergenza sanitaria, infatti, è in atto uno tsunami economico che rischia di avere conseguenze ben più nefaste della stessa epidemia. Si prevedono ricadute sul PIL italiano con cali di mezzo punto percentuale che annullerebbero la previsione fatta per il 2020 del +0,6%. La progressiva diffusione della malattia, le misure restrittive e la paura, potrebbero costarci in definitiva più di 5 miliardi di PIL, una cifra che l’Italia non si può permettere”. Ad affermarlo in una nota, è la Cna Macerata, che mette in guardia rispetto alle problematiche economiche  che l’allarme Coronavirus genererà nel Paese, così come nella regione Marche. “La chiusura delle scuole in massa, con genitori a loro volta costretti ad assentarsi dal lavoro, aziende obbligate a lasciar a casa i propri dipendenti e che pensano quindi alla cassa integrazione, luoghi di svago chiusi al pubblico e tutte le misure precauzionali attuate nelle regioni che contribuiscono considerevolmente alla ricchezza nazionale (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Trentino Alto Adige, Friuli, Liguria e Marche portano più del 50% del PIL nazionale), se forse riusciranno a rallentare la diffusione del virus, sicuramente stanno bloccando l’economia dell’intero Paese, spiegano i veritci della Cna.  “Aggiungiamo poi che: nei settori manifatturiero e metalmeccanico le navi ferme in Cina fanno scarseggiare materie prime e semilavorati con un calo produttivo stimato del 10%; nel turismo, settore considerato punto di forza di tutto il nostro Paese e delle Marche in particolare, si parla del 40% di disdette, con ristoranti e alberghi vuoti ovunque; difficoltà per gli operatori edili che lavorano in strutture ospedaliere; cessazione delle attività per le aziende trasporti/agenzie rispetto ai viaggi organizzati. La salute dei cittadini passa giustamente davanti a tutto ma occorre essere consapevoli che ad ogni decisione, soprattutto se drastica, corrispondono delle conseguenze che andrebbero pesate in maniera molto accurata e soprattutto occorre una strategia nazionale unitaria condivisa da tutte le parti in causa”.

26/02/2020 11:39
Confindustria, tempo di bilanci dopo il Micam (FOTO)

Confindustria, tempo di bilanci dopo il Micam (FOTO)

Nella mattinata odierna, presso la sede di Confindustria Macerata, si è ragionato sulle prospettive e i progetti del distretto pelli cuoio e calzature al termine della settimana della moda milanese. Alle fiere Micam, Mipel e Lineapelle hanno, infatti, esposto oltre 100 marchi maceratesi e a tracciare un bilancio sul momento che sta attraversando il comparto sono intervenuti Matteo Piervincenzi, Presidente Sezione Calzaturiere Confindustria Macerata (Calz. Lepi Srl); Alessio Castricini, Presidente Sezione Componenti Calzature Confindustria Macerata (Centro Accessori Spa); Sergio Sciamanna, Presidente Sezione Pellettieri Confindustria Macerata (Laipe Spa) e l'imprenditore Vincenzo Pucci (Galizio Torresi sr).  I NUMERI - In provincia operano attualmente circa 650 aziende delle quali oltre 120 di tipo industriale che occupano quasi 8500 addetti. Il comparto sta attraversando da anni una fase di profonda trasformazione con il rischio di non restare al passo con il repentino cambiamento delle dinamiche produttive e commerciali. Sebbene il territorio maceratese sia celebre per la qualità dei suoi prodotti e per il "saper fare", si rischia l'impoverimento di quel know how commerciale acquisito con molta difficoltà nei decenni passati.  Proprio in questo senso Confindustria Macerata - come sottolineato dal direttore Gianni Niccolò - sta investendo fortemente in progetti finalizzati a promuovere la riorganizzazione delle imprese, l'introduzione di nuove tecnologie e della digitalizzazione, la ricerca di nuovi materiali e in attività di formazione rivolte agli stessi imprenditori, ai loro collaboratori e ai giovani che intendono inserirsi nel mondo del lavoro.  Iniziative volte ad arrestare la flessione generalizzata del comparto, accertata anche dai dati relativi allo scorso anno. Le ore autorizzate di Cassa Integrazione nella filiera della pelle nel corso del 2019 hanno sfiorato gli 8,3 milioni (+28% rispetto ai 6,5 milioni del 2018), dopo un biennio di significative contrazioni. Le Marche con un +48%, sono la prima regione per numero di ore autorizzate (2,7 milioni, 1/3 del totale nazionale). Quasi l'80% della produzione viene esportata prevalentemente in Germania, Francia, Regno Unito, Russia, Usa, Paesi Bassi e Giappone. Nelle dinamiche del settore si evidenziano due "velocità" distinte: quella dei grandi brand mondiali del lusso e quella delle piccole medie imprese che hanno raccolto risultati non altrettanto favorevoli, spesso negativi. La diminuzione dell'export nella nostra Regione è anche in valore (stimata intorno al -3,5%) per via della fortissima esposizione verso la Russia che ha contratto di quasi l'11% gli acquisti di calzature dall'Italia. A ciò si aggiungono le inevitabili conseguenze dell'emergenza sanitaria legata al diffondersi in Cina ed ora anche nel nostro Paese, del Coronavirus.  Sebbene sia arduo quantificare, in questa fase, le ripercussioni economiche dell'epidemia (legate a fattori variabili come diffusione e durata), inevitabili saranno le conseguenze anche per le aziende del settore Calzaturiero e Moda. Gli imprenditori auspicano che le misure di sostegno, già annunciate dal Governo, alle imprese per i danni provocati dall'effetto Coronavirus siano effettive.   

24/02/2020 16:45
Unicredit aiuta le donne vittime di violenza: sospeso il pagamento delle rate dei mutui e dei prestiti

Unicredit aiuta le donne vittime di violenza: sospeso il pagamento delle rate dei mutui e dei prestiti

Lo scorso 25 novembre, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è stato siglato dall'Associazione Bancaria Italiana e da diverse sigle sindacali un protocollo d’intesa per favorire il rimborso dei crediti da parte delle donne vittime di violenza di genere. UniCredit ha deciso di aderire al protocollo, prevedendo la possibilità di sospendere il pagamento delle rate dei mutui, dei prestiti e dei finanziamenti per il periodo di durata del “percorso di protezione”, e comunque non oltre i 18 mesi dalla presentazione della richiesta. La domanda di sospensione potrà essere presentata entro il 25 novembre 2021 e dovrà essere assistita da certificazione dell'inizio del "percorso di protezione" rilasciata dai servizi sociali del comune di residenza o dai centri antiviolenza o dalle case rifugio.    

21/02/2020 15:48
Confcommercio conferma l'offerta commerciale di Macerata degli ultimi undici anni

Confcommercio conferma l'offerta commerciale di Macerata degli ultimi undici anni

Negli ultimi undici anni la città di Macerata ha sostanzialmente confermato la sua offerta commerciale. E’ il dato che emerge dall’Analisi ‘Demografia d’impresa nelle città italiane realizzata dall’Ufficio Studi Confcommercio (prendendo in considerazione 120 Comuni italiani) e presentata a Roma nella sede Confederale. Nel confronto infatti tra il numero di imprese presenti nel 2008 e quelle presenti nel 2019 si nota un calo delle imprese operanti in centro storico nel Commercio al dettaglio che sono passate da 246 (nel 2008) a 228 (nel 2019 mentre nel 2016 erano 230). Una diminuzione che in gran parte è dovuta alla chiusura degli esercizi non specializzati che sono passati, sempre nel centro storico, da 29 del 2008 a 15 del 2019 con una perdita di quasi la metà di queste attività. Nelle altre zone invece c’è stata una diminuzione non troppo significativa con il passaggio da 306 imprese nel 2008 a 296 imprese nel 2019 (nel 2016 erano 302). Il dato dunque è quasi in equilibrio come spiega il Direttore Generale Confcommercio Marche Centrali: “A Macerata l’offerta commerciale è rimasta sostanzialmente inalterata in questi ultimi undici anni – le parole del prof.Massimiliano Polacco –, nonostante una riduzione delle attività nel dopo terremoto. Nel centro storico della città gran parte del deficit è dovuto al calo drastico degli esercizi non specializzati mentre nelle altre zone della città c’è stato un calo fisiologico rispetto al Commercio al dettaglio. In grande aumento l’apertura di attività nel commercio ambulante dove la crescita è stata esponenziale”. Un discorso a sé va fatto per le attività di somministrazione come bar e ristoranti: “Nel centro storico c’è stata una crescita importante dal 2008 al 2016 (da 91 a 97) – ancora Polacco –, mentre nel 2019 siamo tornati ai livelli del 2008 (90 attività). Nelle altre zone invece la crescita è stata costante: 104 nel 2008, 117 nel 2016 e 119 nel 2019”. Un altro dato positivo arriva dagli Alberghi: “Nel centro storico siamo passati da 0 nel 2008 a 9 nel 2019 con una crescita costante mentre nelle altre zone le attività sono rimaste praticamente costanti (da 9 del 2008 a 10 nel 2019). C’è un forte aumento dell’offerta nell’accoglienza e questo è un dato molto importante perché Macerata si sta trasformando in un’area a vocazione turistica e questo è anche merito del lavoro che noi stiamo facendo da anni per declinare il territorio con i temi della cultura, dei luoghi naturali e dell’enogastronomia. Alla luce di questi dati risulta ancora più evidente quando sia importante spingere sullo sviluppo del turismo e della ricettività di questi luoghi in un’ottica di nuove strategie di sviluppo”   

21/02/2020 15:47
Confartigianato Marche presenta il Digital Innovation Hub: la rivoluzione digitale per le piccole imprese

Confartigianato Marche presenta il Digital Innovation Hub: la rivoluzione digitale per le piccole imprese

Innovazione a portata di piccole imprese con strumenti concreti. E’ la sfida di Confartigianato Imprese Marche che ha presentato il suo Digital Innovation Hub regionale, frutto di un progetto sostenuto dalla Regione Marche. “Abbiamo la straordinaria opportunità di coniugare - ha detto il segretario di Confartigianato Marche, Giorgio Cippitelli - la tradizione con le tecnologie digitali. Questo è il nostro modello di impresa 4.0. Il digitale sta diventando una dimensione fondamentale dell’economia e del sistema produttivo. L’innovazione interessa tutte le imprese a prescindere dal settore, dalla tipologia di lavoro, dalle caratteristiche dimensionali”. Il DIH sarà una grande opportunità per le piccole imprese che potranno trovare attività di supporto e tutoraggio per aumentare conoscenza e consapevolezza delle nuove tecnologie, strumenti per individuare i fabbisogni tecnologici, consulenza strategica per realizzare investimenti per la propria trasformazione digitale, ma anche per una corretta valutazione dei progetti di investimento e supporto all’avvio di nuovi progetti. Ci sarà anche la possibilità di utilizzare direttamente alcune di queste tecnologie sia “in proprio” che attraverso reti laboratoristiche con Università, centri di ricerca e di eccellenza immateriale. Il dirigente della Regione Marche, Silvano Bertini, ha ribadito che: “la trasformazione digitale è una grande sfida per le imprese sia come dotazione di nuovi strumenti ma anche come necessità di portare all’interno delle aziende competenze idonee e anche di permettere alle imprese di fare rete”. “L’innovazione - ha affermato Andrea Dini Presidente ICT Confartigianato Marche - è un percorso fondamentale per le piccole imprese e non deve essere considerata come una imposizione ma una importante opportunità”. Il progetto di Confartigianato Marche che raccoglie le buone prassi e l’esperienza delle Associazioni territoriali, si basa su tre pilastri: informazione, formazione e affiancamento. Verranno realizzati oltre 20 eventi in 15 mesi, tra workshop, seminari, corsi, ma anche la possibilità di sperimentare le nuove tecnologie nei laboratori messi a disposizione dal DIH. Altro aspetto fondamentale sarà l’affiancamento dell’imprenditore attraverso uno “Sportello nuove idee” dove si verrà fornita consulenza per tutte le tematiche legate a Impresa 4.0, ma anche lo “Sportello credito” per  favorire l’accesso ai finanziamenti pubblici e privati delle imprese. “La capacità di diffondere innovazione sul territorio - ha sottolineato Giorgio Menichelli Segretario Generale di Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo - è uno dei punti qualificanti di questo progetto. E’ necessario intercettare le esigenze del manifatturiero, il settore cardine della nostra economia, per aiutarlo nella sfida della digitalizzazione anche aprendo nuovi canali di vendita. Un altro elemento centrale è che questo progetto si rivolge ai giovani, ai makers, perché vedano il proprio futuro nel nostro territorio e non siano costretti ad andare a cercare opportunità all’estero”. Renzo Leonori Presidente territoriale di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo ha ribadito come questo progetto sia una opportunità in più a disposizione delle imprese nel percorso per la  digitalizzazione: “Aiutare i piccoli imprenditori a capire come si muovono il mercato e le nuove tecnologie - ha aggiunto Luca Antonelli, Responsabile Innovazione di Confartigianato Imprese Ancona-Pesaro e Urbino - esplorando le novità e cercando di metterle in pratica giorno dopo giorno. Si sta aprendo un ventaglio di nuove opportunità che il sistema produttivo deve cogliere per aumentare business e fatturato e per conquistare nuovi mercati. Per farlo però, gli imprenditori hanno bisogno di formazione continua, di sperimentare queste nuove tecnologie. Innovare sempre, per rafforzare il saper fare”.        

18/02/2020 15:06
Recanati, Cristiano Venturini nuovo amministratore delegato della IGuzzini

Recanati, Cristiano Venturini nuovo amministratore delegato della IGuzzini

L'azienda IGuzzini Illuminazione spa, appartenente al gruppo Fagerhult e leader internazionale nel settore illuminazione architetturale, annuncia che "il Ceo (Amministratore Delegato) Andrea Sasso ha deciso di intraprendere nuovi percorsi professionali". Il cda di iGuzzini ha nominato come suo successore Cristiano Venturini, attualmente Cfo (direttore finanziario) dell'azienda. "Siamo certi - dichiara ad Ansa Bodil Sonesson, presidente di iGuzzini e presidente e Ceo di Fagerhult - che Cristiano Venturini guiderà con successo iGuzzini nel futuro. Continueremo anche con lui a portare avanti la strategia che punta a creare uno dei più grandi gruppi europei nel settore dell'illuminazione e incrementare le vendite su scala globale". "È un onore succedere ad Andrea Sasso, che ha fatto un ottimo lavoro in iGuzzini - commenta Venturini - Sono orgoglioso e onorato di mettermi al servizio di iGuzzini come prossimo Chief Executive Officer". (Credit: Ansa) 

14/02/2020 16:23
Riconversione industriale dell’area di crisi fermano-maceratese: approvato il progetto

Riconversione industriale dell’area di crisi fermano-maceratese: approvato il progetto

Si è svolta oggi, nella sede del Ministero dello Sviluppo economico a Roma, la riunione conclusiva del Gruppo di Coordinamento e Controllo dell’area di crisi complessa del distretto fermano-maceratese, che ha validato il Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale. Il PRRI scaturisce da una fase di serrato confronto istituzionale e di intensa attività di animazione iniziati nel 2019 per far emergere i fabbisogni di investimento delle imprese dell’area e individuare le aree su cui localizzare gli interventi, anche tramite l’apposita Call scaduta a set-tembre 2019. “Si sta avviando al termine - commentano l’assessore regionale Fabrizio Cesetti, la Presidente della Provincia di Fermo Moira Canigola e il Presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari - un percorso lungo ma efficace, costruito con il Mise e con il territorio, con il supporto di Invitalia, per promuovere lo sviluppo delle attività di impresa, per il rilancio delle opportunità occupazionali e per valorizzare tutte le potenzialità di quest’area. Il PRRI - continuano Cesetti, Canigola e Pettinari - mette a disposizione dell’area strumenti per l’ampliamento e la diversificazione produttiva delle imprese esistenti, per la tutela ambientale, per l’innovazione di prodotto, organizzativa e commerciale, per la digitalizzazione dei processi aziendali. Ma anche misure di politica attiva del lavoro per incoraggiare l’autoimprenditorialità dei disoccupati, per fa-vorire il loro inserimento occupazionale nelle imprese, per contrastare il precariato e favorire il lavoro stabile e per la formazione continua. Per realizzare questo ambizioso progetto la Regione Marche mette a disposizione circa 15 milioni di euro”. Nell’incontro odierno, grazie al cospicuo plafond di fondi di cofinanziamento regionale, pari a 15 milioni di euro, è stato ottenuto dal MISE un ammontare di risorse corrispondenti di altri 15 milioni che stanzierà a valere sulla legge 181 per i progetti di impresa di dimensione finanziaria superiore a 1 milione di euro. Si tratta di un plafond consistente, di complessivi euro 30 milioni, con l’impegno di Ministero e Regione Marche di incrementare le risorse se all’esito dell’istruttoria dovesse emergere la necessità di finanziare progetti per un importo superiore. Ad integrazione delle risorse per le imprese e per i lavoratori ci saranno anche i fondi per il sostegno al reddito dei lavoratori, dopo che la legge di bilancio 2020 ha incluso l’area di crisi fermano-maceratese tra quelle che possono usufruire dei benefici dell’art. 44 comma 11, bis del d.lgs. 148/2015. “Siamo ottimisti sul fatto che venga accolta una nostra specifica richiesta di integrazione all’utilizzo di questi fondi anche per la proroga della Naspi”. Per quanto riguarda le infrastrutture individuate nell’istanza e recepite nel PRRI con l’aggiunta degli interventi per la difesa della costa, non essendosi ancora concluso il confronto tecnico politico con i Ministeri competenti sulle priorità da realizzare nell’area e sulle modalità di esecuzione, il PRRI rinvia alla costituzione di un tavolo istituzionale e ad un addendum all’Accordo di programma. “E questo perché – ribadiscono – la progettualità per le imprese sottesa alla strategia dell’area di crisi non può essere ulteriormente ritardata dagli atteggiamenti del MIT e del MATTM che fanno fatica ad assumere impegni precisi e a produrre fatti nei confronti del territorio.  Fatti assolutamente necessari ed urgenti in quanto - come più volte ribadito - senza un accordo sulle misure infrastrutturali da realizzare, con la precisa indicazione degli impegni finanziari anche dei Ministeri competenti, qualsiasi strategia perderà di credibilità ed efficacia, in quanto carente di una delle leve necessarie su cui puntare per attrarre investimenti e rilanciare l’area di crisi. Ora - concludono Cesetti, Canigola e Pettinari - resta l’ultimo step, cioè la firma dell’Accordo di programma - il cui schema il MISE si è impegnato a trasmettere entro il 14 febbraio 2020 - e all’esito verranno emanati i relativi bandi nazionali e regionali con l’individuazione delle misure per le imprese ed i lavoratori”.

06/02/2020 17:13
Cosmob e ICA presentano le innovazioni nel mondo delle vernici

Cosmob e ICA presentano le innovazioni nel mondo delle vernici

La massima attenzione all’ambiente e la ricerca della sostenibilità ambientale nel campo delle vernici sono i temi del workshop organizzato dal centro tecnologico Cosmob e dalla scuola di formazione ICA Academy. Giovedì 6 febbraio, dalle 14, presso Villa Revedin (Via Palazzi, 4) a Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso, le due realtà, una punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale per il settore manifatturiero e nello specifico del sistema arredo, e l’altra vero vanto del Made in Italy per produzione e capacità di innovazione, approfondiscono il tema della verniciatura del legno e della caratterizzazione delle prestazioni dei prodotti vernicianti attraverso un processo controllato e certificato. L’obiettivo del corso, ad ingresso gratuito, è presentare le best practices relative al processo di verniciatura con un approfondimento sulle nuove tendenze delle vernici per il legno di origine biologica.  Si inizia alle 14, mentre l’intervento Cosmob è previsto alle 14.45 e tratterà il tema del controllo e della gestione del processo, quindi individuazione e verifica (test) delle variabili critiche di processo, verifica del prodotto finito (test prestazionali) e presentazione del marchio Cosmob Qualitas Praemium Controllo di processo - Verniciatura. A seguire la relazione dell’azienda marchigiana che affronterà il tema dell’innovazione nelle vernici. Forte del suo Centro di Ricerca e Sviluppo che si trova nelle Marche, l’azienda presenterà le prestazioni ecologiche e qualitative dei prodotti vernicianti di origine biologica che hanno e stanno caratterizzando la propria produzione, ormai da anni.  

05/02/2020 14:50
Al via il bando regionale per il sostegno all’export: la presentazione a Civitanova

Al via il bando regionale per il sostegno all’export: la presentazione a Civitanova

Poco meno di 6 milioni di euro disponibili per le imprese dei principali settori del Made in Italy, moda e legno, che intendono consolidare le loro esportazioni all’estero o sviluppare processi di internazionalizzazione. Il bando a fondo perduto, nell’ambito del Por Fesr Marche 2014-2020, finanzierà al 50% interventi di innovazione del prodotto o della linea di produzione per la realizzazione di nuove collezioni di prodotti che valorizzino in particolare il design, l’eco design, l’ideazione estetica, la progettazione, la prototipazione e la produzione personalizzata. Ammissibili anche interventi diretti a potenziare e consolidare la presenza delle imprese marchigiane sui mercati internazionali attraverso azioni più strutturate e interventi per favorire l’ingresso di nuove imprese sui mercati esteri. Il nuovo bando verrà presentato, in anteprima per le province di Macerata e Fermo, giovedì 6 febbraio alle ore 17:30 presso la sede CNA di Civitanova, dalla stessa referente del procedimento per la Regione Marche, dottoressa Manuela Pagliarecci. Nel corso dell’incontro pubblico, introdotto dal direttore CNA Macerata Luciano Ramadori e coordinato dal responsabile CNA Federmoda Macerata-Fermo Alessandro Migliore, saranno presentati anche alcuni interessanti casi pratici di internazionalizzazione e innovazione da Katia Badaloni (CNA Tecnoquality) e Marco Capellini (Matrec srl). In sala, per prospettare partenariati ed eventuali collaborazioni, anche gli esperti del confidi regionale Uni.Co. ed il Presidente di Marche Innovation Hub Marzio Sorrentino. L’incontro è aperto a tutte le micro, piccole e medie imprese appartenenti ai settori del sistema moda (tessile, abbigliamento, pelli, cuoio e calzature, accessori per l'abbigliamento, fabbricazione di cappelli e berretti, maglieria) e del sistema abitare (industria del legno e dei prodotti in legno, fabbricazione di mobili, fabbricazione del vetro e di prodotti in vetro, lavorazione produzione oggetti in marmo, fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio). Per la presentazione della domanda di contributo c’è tempo fino al 10 marzo. Gli uffici CNA di Macerata e Fermo sono fin da ora disponibili per fornire informazioni dettagliate sul bando e per una valutazione di massima della partecipazione dell’impresa.  

05/02/2020 11:09
Banco Marchigiano, approvato il bilancio 2019: "Ci affermiamo come assoluta protagonista regionale"

Banco Marchigiano, approvato il bilancio 2019: "Ci affermiamo come assoluta protagonista regionale"

Il Consiglio di Amministrazione del Banco Marchigiano ha approvato e deliberato martedì scorso il Bilancio 2019. Un bilancio che vede il Direttore Generale Marco Moreschi entusiasta per il lavoro e i risultati finora conseguiti ma altrettanto concentrato sugli obiettivi fissati, ambiziosi e di alto livello: “Abbiamo oggi – dice il DG - tutte le caratteristiche per conquistare definitivamente il ruolo di assoluto protagonista regionale; il livello di patrimonializzazione, la capacità di produrre reddito e la fortissima contrazione dei livelli di esposizione al rischio lo pongono ai massimi livelli di efficienza di sistema”.  “Ci presentiamo con risultati davvero straordinari – gli fa eco il Presidente Sandro Palombini - e raccogliamo il frutto di un lavoro che negli ultimi due anni e mezzo ha visto una vera e propria rivoluzione positiva tra turn around aziendale, revisione organizzativa e rilancio industriale anche attraverso operazioni straordinarie”. Ecco i principali risultati patrimoniali “fotografati” dal bilancio appena deliberato. Il totale dei mezzi amministrati, ormai prossimi alla soglia del miliardo, segna un incremento del 3,7%,  con la raccolta indiretta che cresce del 18,5% grazie al contributo della forte dinamica positiva del comparto gestito e assicurativo in crescita di oltre il 30%. Gli impieghi netti, pari a € 480 milioni sono in crescita del 2%, in controtendenza rispetto alle dinamiche di mercato, e sono caratterizzati da una crescita della parte a breve del 9%; gli impieghi a scadenza hanno visto l’erogazione di € 70 milioni di nuovi mutui. Armonica e decisa, pertanto, la crescita di tutte le componenti legate all’attività caratteristica. Prosegue la politica estremamente rigorosa nella valutazione dei crediti deteriorati: la percentuale di copertura di tutto il credito deteriorato è del 60%, con le sofferenze coperte al 70% e le inadempienze probabili al 51%. Su tale fronte si sottolinea il forte lavoro finalizzato all’alleggerimento delle posizioni ad andamento anomalo attraverso ben tre operazioni di cessione pro-soluto per 30 mln euro che hanno portato ad un sensibile miglioramento dell’indice NPL ratio che nel solo esercizio 2019 passa dal 15,6% al 9,4% lordo e al 4% netto. Da evidenziare due indicatori su tutti: il livello di patrimonializzazione è caratterizzato da un total capital ratio del 19% e l’indicatore principe dello stato di salute del Banco sui crediti deteriorati, il Texas ratio, si attesta al 52% tra le banche “best in class” del panorama nazionale. Di seguito, invece, i principali risultati economici. Il margine d’interesse, pari a 14,3 mln € è in linea con il 2018 mentre la parte dei ricavi da servizi si caratterizza per un incremento dell’11% e rafforza la redditività caratteristica del Banco. Il margine di intermediazione presenta un andamento fortemente positivo con un delta del 19% rispetto al valore del 2018. I costi operativi, già in forte contrazione nell’esercizio precedente, presentano un’ulteriore contrazione del 14%: le spese del personale sono diminuite del 7%, e le altre spese amministrative, grazie al lavoro effettuato per la totale revisione dei centri di costo della Banca, hanno fatto registrare una flessione del 15%.

31/01/2020 10:33
Pil in crescita nelle Marche, Bora: "Un risultato straordinario, siamo sulla strada giusta"

Pil in crescita nelle Marche, Bora: "Un risultato straordinario, siamo sulla strada giusta"

“Dico grazie a imprenditori e lavoratori delle Marche, donne e uomini che contribuiscono ogni giorno in modo determinante alla crescita economica e, di conseguenza, sociale della nostra regione”. Nel giorno in cui la Regione Marche presenta alla Confindustria regionale gli ultimi tre bandi della programmazione 2014-2020, l’assessora alle Attività produttive, Manuela Bora, torna sulla stima Istat relativa al Pil 2018 delle Marche. “Crescere del 3% è un risultato straordinario e superiore alle nostre migliori previsioni – sottolinea -. Siamo assolutamente consapevoli che si tratta di una stima e che le Marche partivano da una frenata senza precedenti dal 2008 fino a tutto il 2017, per via del terremoto, ma il dato di crescita del 2018 segue quello del 2017, che invece è definitivo e indica il Pil a +1,8%. Siamo sulla strada giusta”. Nelle stime dell’Istat sul 2018, ci sono segnali di una ripresa in molti settori: in particolare crescono il valore aggiunto dell’industria (+5,5%) e dei servizi (+3,6%, con una punta del +9% per il commercio). Tra le considerazioni sulla crescita, l’assessora evidenzia che sono aumentati “il Pil pro capite, passato da 26.895 a 28.076 euro per ciascun marchigiano (+4%, anche se al di sotto della media italiana), le spese per consumi delle famiglie (+2%) e il reddito disponibile all’interno della famiglie (+2%), generando un clima virtuoso di rilancio dell’economia regionale”. “La Regione non genera direttamente Pil – sottolinea ancora Bora -, ma sta creando tutti i presupposti per sostenere il sistema delle imprese, in particolare con interventi a sostegno della ricerca, sviluppo e innovazione, filone sul quale sono state stanziate risorse per oltre 180 milioni di euro”. Non a caso, la spesa delle aziende marchigiane su questo asset è “finalmente più vicina alla media italiana”. “Abbiamo iniziato un percorso virtuoso con una strategia ben precisa in settori chiave dell’economia regionale come manifattura sostenibile, salute e benessere, domotica e meccatronica – conclude l’assessora -, mentre piattaforme collaborative e progetti di ampliamento e sviluppo nelle aree colpite dal sisma andranno presto a regime e porteranno ulteriori benefici. Ne sono convinti anche decine di imprenditori che, da tutte le Marche, rispondono ai nostri bandi rifiutando l’idea di una regione in declino come la sta raccontando il centrodestra”.

30/01/2020 13:24
Marche, 909 imprese in meno nel 2019: il tasso di crescita è negativo

Marche, 909 imprese in meno nel 2019: il tasso di crescita è negativo

Il tessuto imprenditoriale delle Marche, a fine 2019, risulta costituito da 168.396 imprese registrate delle quali 146.923 attive. È quanto emerge dalla rilevazione Movimprese, i cui dati sono stati elaborati dall’Ufficio Statistica della Camera di Commercio delle Marche.  Lo scorso anno la differenza tra cessazioni e iscrizioni è stata negativa per 909 unità e, di conseguenza, il tasso di crescita annuale del tessuto imprenditoriale è stato pari a -0,53%. “Il risultato in valore assoluto segnala un trend che non dev’essere sottovalutato ma va guardato nella sua complessità – ha commentato il Presidente dell’Ente camerale, Gino Sabatini – E’ di oggi la notizia della crescita del PIL marchigiano nel 2018 che va colta con estrema soddisfazione. Un dato che,  insieme a quello della crescita del numero di società di capitali e dell’aumento delle imprese del terziario (nella maggior parte dei casi, società ad alto valore di innovazione), ci dice che il tessuto economico della nostra regione prova a diventare più forte, a scapito soprattutto delle imprese individuali, e più evoluto”. Sabatini, però, non nasconde la sua preoccupazione per “l’evidente calo delle imprese agricole (il saldo a fine anno è di -666) e quelle del commercio, sia al dettaglio (-492) che all’ingrosso (-162)”, che nel 2019 ha fatto da contraltare all’aumento di quelle legate alle attività immobiliari (+152) e alle consulenze (+104). A livello provinciale, il tasso di crescita più sfavorevole risulta essere quello della provincia di Ancona, il territorio con il maggior numero di imprese, che fa rilevare un valore pari a –1,19%; sono negativi anche i risultati annuali delle province di Pesaro-Urbino (-0,82%) e di Ascoli Piceno (-0,43%), mentre Macerata ha chiuso il 2019 in perfetta stabilità e Fermo in crescita (+0,33%). Quanto alle forme giuridiche, le società di capitale hanno concluso l’anno ancora una volta con un numero di iscrizioni superiore a quello delle cessazioni nette (2.271 nuove iscrizioni a fronte di 1.306 cessazioni nette, con un saldo di +965 imprese e un tasso di crescita annuale pari a +2,35%).  Complessivamente sono 42.094 unità, in aumento dallo scorso anno, e che oggi rappresentano un quarto del tessuto imprenditoriale marchigiano (25,0%). Il saldo delle società di persone, invece, è risultato negativo per 502 unità (652 iscrizioni e 1.154 cessazioni a netto delle cancellazioni d’ufficio), con un tasso di crescita annuale pari a -1,61%. In termini assoluti il saldo più sfavorevole è relativo alle imprese individuali: se le iscrizioni per tale tipologia di forma giuridica sono infatti 5.810, le cessazioni nette sono ben più consistenti, pari a 7.158 (-1.348 unità pari a -1,44%).  

28/01/2020 15:10
Istat: "Le Marche regione con più alta crescita del Pil nel 2018". Ceriscioli: "Stiamo lavorando bene"

Istat: "Le Marche regione con più alta crescita del Pil nel 2018". Ceriscioli: "Stiamo lavorando bene"

 "A livello regionale sono le Marche a registrare la crescita del Pil più elevata, con un 3% di aumento rispetto all'anno precedente. Un deciso recupero dell'attività produttiva si rileva anche per l'Abruzzo, dove il Pil è cresciuto del 2,2% a fronte dello 0,6% del 2017". Lo rileva l'Istat, diffondendo i dati del 2018: numeri che sembrano evidenziare una ripresa economica in alcune delle aree colpite dai terremoti del 2016 e del 2017. La notizia è stata commentata su Facebook dal presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: "Insieme ai dati positivi di crescita occupazionale e diminuzione della disoccupazione, sono il segnale che stiamo lavorando bene - scrive -. E sono lo stimolo a fare sempre di più nel 2020 per sostenere lo sviluppo e l'occupazione della nostra bellissima terra".

28/01/2020 14:00
Confindustria Macerata, Pesarini lascia la presidenza:"Rifarei tutto, pronto a rimettermi in gioco" (FOTO)

Confindustria Macerata, Pesarini lascia la presidenza:"Rifarei tutto, pronto a rimettermi in gioco" (FOTO)

Dopo tre anni e mezzo Gianluca Pesarini lascia il suo incarico da presidente di Confindustria Macerata. Tempo dunque di bilanci sulla situazione del comparto industriale della provincia e di obiettivi per il futuro. “Non possiamo essere meteore, Confindustria deve dare l’esempio,  esordisce Pesarini  nella conferenza stampa che si è tenuta stamani presso la sede  di  Macerata, alla presenza del direttore  Gianni Niccolò. Noi dobbiamo determinare le regole del gioco attraverso la coerenza e la cultura d’impresa”. L’ormai presidente uscente Pesarini  ha fatto un’attenta analisi della situazione in cui versa il comparto industriale Maceratese  concludendo poi con un bilancio della sua presidenza. “I vari settori industriali del territorio vivono ancora un periodo di crisi , ma è proprio in questi momenti che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e fare la sua parte. Occorre un percorso funzionale condiviso tra i vari enti, un dialogo  che porti a un processo di evoluzione territoriale – spiega Pesarini – . Come si sa,  i giovani sono il futuro del nostro Paese e del tessuto produttivo, ma per farli tornare nel nostro territorio dopo un percorso formativo fatto anche all’estero, occorre trovare qualcosa che li possa attrarre”. Il presidente si è soffermato  molto sul discorso legato al sistema formativo italiano. “Spesso i giovani non coltivano i propri sogni, ma seguono un percorso stabilito dai genitori” .  “Noi abbiamo il compito di valorizzare i più meritevoli, affinché poi possano essere un valore aggiunto nelle nostre imprese, in modo che non debbano sentirsi obbligati a cercare fortuna altrove”.  Sul rapporto tra i giovani e le imprese si è espresso  anche il direttore di Confindustria Macerata Gianni Niccolò: “il nostro territorio deve essere attrattivo per il giovane volenteroso, e può esserlo solo attraverso un gioco di squadra, e l’aspetto formativo gioca un ruolo fondamentale in tutto questo. La cultura occupa un ruolo preminente”. Altro tema affrontato nella conferenza  è stato quello relativo allo sviluppo. “Occorre ottimizzare le infrastrutture che abbiamo , e possiamo farlo solo attraverso gli investimenti”. Noi come Confindustria facciamo la nostra parte  - ha spiegato Pesarini – ma è necessaria altresì la  collaborazione di tutti, in primis degli organi politici”. Infine un’analisi sulle problematiche legate al terremoto sul nostro territorio e di conseguenza sull’intero comparto economico regionale. “Il processo di sburocratizzazione delle pratiche è fondamentale” , ha spiegato Pesarini , la ricostruzione procede con grandi ritardi principalmente per questo. Una possibile soluzione  può essere quella di accelerare i pagamenti per le imprese di ricostruzione  post-sisma e in questo le banche giocano un ruolo fondamentale, non tutte sono state collaborative in merito”. L’area interna del Maceratese – ha  spiegato infine Niccolò – è a forte rischio regressione , oltre alle abitazioni occorrerebbe  ricostruire tutto il tessuto sociale e industriale che è andato perduto”, affinché chi  è stato costretto ad abbandonare il proprio paese e la propria casa sia poi incentivato a ritornare”. “Per fare questo occorre coraggio – gli ha fatto eco Pesarini  - rimboccarsi le maniche e ciascun ente fare la propria parte”.        Infine un bilancio sulla sua presidenza che sta giungendo al termine: "L'esperienza in Confindustria mi ha arricchito e rafforzato  nelle conoscenze e negli incontri avuti in questi anni,  rifarei tutto daccapo". Infine uno sguardo proiettato verso il futuro, forse in politica? “A me piace mettermi in gioco, quindi sono pronto a nuove sfide per sostenere concretamente il mio territorio. Qualunque cosa farò posso solo dire che il mio impegno sarà totale".     

22/01/2020 18:06
Recanati, cerimonia di apertura della cooperativa scolastica "Recooperanti"

Recanati, cerimonia di apertura della cooperativa scolastica "Recooperanti"

Recanati- Presso la Sala De Amicis della Scuola Secondaria di Primo Grado San Vito ha avuto luogo la cerimonia di apertura della cooperativa scolastica “ReCooperanti”, costituita dalle classi I B e IIB a tempo prolungato con le docenti tutor Isabella Bottazzi, Antonella Chiusaroli e Paola Scorcella nell’ambito del Progetto “Crescere nella Cooperazione”. Sono intervenuti la Dirigente Scolastica dell’I.C.Badaloni Annamaria De Siena, la referente di progetto della Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano, la dott.ssa Sabrina Massaccesi, il presidente della Cooperativa Sociale Onlus “La Ragnatela” Elio Piccinini e le famiglie degli studenti “soci cooperatori”. Ad illustrare il progetto sono stati in prima persona i ragazzi e le ragazze delle due classi coinvolte, che hanno dimostrato piena consapevolezza dei principi e dei valori fondanti dell’impresa cooperativa scolastica (A.C.S.), che ricalca perfettamente la struttura delle cooperative vere e proprie. Il progetto 2019-2020 riparte all’insegna della continuità rispetto al patrimonio di idee ed esperienze maturato in precedenza, ma anche della novità, rappresentata dalla “missione” delle attività cooperative che cambia in ogni edizione. Quest’anno la parola chiave è “umanità” intesa sia come “genere umano ”, da salvaguardare con la promozione di uno sviluppo sostenibile, sia come “sentimento di solidarietà umana” da alimentare anche con la conoscenza di alcuni “maestri” e dei loro motti: Don Milani con il suo “I care”, cioè ho a cuore, mi importa dell’altro; il medico-eroe Carlo Urbani con il suo “Ho fatto dei miei sogni la mia vita e il mio lavoro”; uomini di oggi, che quotidianamente si impegnano per gli altri. Tra i “tanti maestri”, anche Bruno Munari, pittore, designer, operatore visuale italiano, che fece della creatività l’emblema della libertà di pensiero, alla quale educare i bambini fin dalla più tenera età, come prima espressione dei loro diritti. Il tema proposto, che costituisce il filo conduttore delle attività, con la relativa produzione di beni e servizi per la cittadinanza, fornisce uno sfondo integratore alla finalità di far vivere agli alunni e alle alunne l’esperienza cooperativa come esercizio della responsabilità personale, per mezzo di quelli che Edgar Morin definisce “nuovi saperi”, necessari per affrontare le sfide del futuro e per sapersi orientare entro la complessità che caratterizza l’esperienza contemporanea: l’etica della comprensione, l’etica del genere umano, l’intelligenza rispettosa, l’intelligenza etica. Si tratta di saperi che per-mettono agli alunni di “vivere” ed “agire” i principi della vita associativa, sociale e civile, a partire da quelli sanciti dallo Statuto dell’ACS per arrivare a quelli codificati dalla Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, di cui quest’anno ricorre il trentennale, e dalla stessa Costituzione della Repubblica Italiana, che saranno oggetto di studio e di lavoro.

20/01/2020 15:55
Futuri (e incerti) scenari bancari

Futuri (e incerti) scenari bancari

Nelle ultime settimane principalmente due scenari hanno catalizzato l’attenzione del sistema bancario nazionale (e comunitario). Dapprima è emersa una chiara strategia, di rilevante interesse anche per le altre banche per l’impatto che può avere sulla clientela, annunciata da Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di Unicredit ed anche neo presidente dell’Ebf (European Banking Federation, ovvero l’Abi delle banche europee), di trasferire i tassi negativi ai correntisti. Mustier ha chiarito che il compito del sistema bancario non è commentare le decisioni della Bce ma assicurarsi che le sue misure «siano messe nella massima efficienza in  quello che i banchieri centrali chiamano meccanismo di trasmissione». E per assicurare «la massima efficienza» alla politica monetaria della Banca centrale europea «sarebbe estremamente importante che i tassi negativi non si fermassero nei bilanci bancari». È importante che la Bce dica alle banche, prosegue Mustier, «per favore passate i tassi negativi ai vostri clienti”, proteggendo naturalmente i piccoli clienti con depositi inferiori ai 100 mila euro». In sostanza, Mustier ha detto che gli effetti dei tassi negativi vanno gradualmente trasferiti ai clienti perché «questo è l’unico modo di massimizzare il meccanismo di  trasmissione, se si vuole avere il pieno impatto delle politiche monetarie». È evidente che una simile misura avrebbe impatti non secondari per la clientela che subirebbe alla fine il peso delle decisioni adottate dalla BCE finalizzate a garantire la stabilità dell’intero sistema finanziario dell’Eurozona, ma anche a favorire una maggiore circolazione del credito bancario proprio verso i clienti, retail o corporate che siano. Una siffatta misura viene mitigata, nella prospettiva di Mustier, con il rilievo per cui se l’obiettivo della politica monetaria della Bce è  di «assicurarsi che i prestiti bancari siano dati al tasso più efficiente alla clientela» sarebbe opportuno che, nell’ambito del c.d. quantitative easing, la BCE acquistasse obbligazioni bancarie. Ciò per far sì che il costo della raccolta più basso per le banche possa essere trasferito alla clientela. Sempre secondo Mustier, infatti, le banche sono investment grade e l’acquisto di bond senior, senior preferred e tier 2 avrebbe un significato di stabilizzare il mercato obbligazionario. La strategia preannunciata da Mustier trae origine da dati significativi derivanti dalla vigenza  di tassi negativi praticata dalla BCE. Dal 2014 a fine 2018 la politica dei tassi negativi sui depositi adottata dalla Bce ha generato perdite per oltre 23 miliardi nei conti delle banche europee; solo nel 2018 si calcola che il danno economico sia stato di 7,5 miliardi. Secondo una recente analisi di Goldman Sachs, le banche tedesche, francesi e del Benelux hanno circa l’80% della liquidità parcheggiata  in Bce e, dunque, sarebbero le più danneggiate dai tassi negativi e da ulteriori ribassi. L’agenzia Scope Ratings ha verificato che «ogni ulteriore taglio di 10 punti base dei tassi sui depositi costerebbe almeno 1,7 miliardi alle banche europee». Da solo il quantitative easing (si ricorda, avente ad oggetto acquisto di titoli da parte della 13 Bce al ritmo di circa 20 miliardi al mese, senza forward guidance al momento) rischia di aumentare ulteriormente la liquidità complessiva del sistema e, con essa, le somme parcheggiate dalle banche in BCE. Con il rischio generalizzato che qualche istituto del Nord-Europa, come hanno iniziato a fare le banche svizzere anch’esse alle prese con i tassi negativi, decida di scaricare il “costo” sui clienti applicando rendimento negativo sui conti correnti bancari eccedenti alcune soglie (tipica- mente 100.000 euro). Per evitare questi rischi, da settimane il pressing esercitato sulla Bce da parte delle grandi banche del Nord Europa - a partire da Deutsche Bank che da sola ha depositato in BCE 100 milioni degli 1,7 trilioni delle banche europee – ha avuto esito positivo con l’introduzione del c.d. tiering sui depositi bancari introdotto dall’Eu- rotower il 30 ottobre scorso; il tiering ha prodotto subito i suoi effetti, consentendo alle banche italiane di aumentare la liquidità di oltre 50 miliardi e riducendo la frammentazione nel settore bancario dell’area euro. Gli istituti tedeschi, olandesi e belgi, a loro volta, hanno ridotto la liquidità in  eccesso a costo di un modesto aumento dei tassi interbancari. L’esenzione dal pagamento di un tasso negativo (-0,50%) per i depositi presso la BCE fino a sei volte la riserva minima obbligatoria ha fatto sì che molte banche italiane al di sotto della soglia abbiano acquisito liquidità sui mercati repo (pronti contro termine) a tasso negativo e l’abbiano depositata in Bce a tasso zero.Il tiering adottato dalla BCE consente infatti alle banche di non pagare un tasso negativo su una parte delle riserve in eccesso, offrendo in questo modo l’opportunità di attivare scambi di liquidità tra banche in modo da massimizzare i benefici. L’obiettivo è di fare in modo che la liquidità venga immessa nei circuiti economici nazionali e di favorire così una maggiore crescita industriale dei Paesi dell’Eurozona. Non sono mancati campanelli d’allarme per gli effetti indesiderati che il tiering rischia di provocare e come sembra che stia in parte accadendo. Le banche italiane sono esentate dai tassi negativi sui depositi per circa 90 miliardi (oltre ai  15 miliardi della riserva obbligatoria). Il rischio è che le banche italiane sviluppino un sistema di deviante arbitraggio, nel senso che esse possono prendere a prestito fondi a tassi negativi sul mercato interbancario dei pronti/termine e poi depositarli in BCE a tasso zero. In questo modo lucrerebbero sul differenziale, ma drenerebbero liquidità facendo salire i tassi dei p/t e di conseguenza dei BTP. Nei prossimi mesi si avrà un quadro più chiaro della situazione e si potrà stabilire se il tiering ha sortito effetti positivi o negativi per le banche italiane o se queste ultime lo hanno utilizzato in modo conforme allo spirito ed agli obiettivi con cui è stato introdotto dalla BCE. Il secondo scenario che è balzato sulla scena riguarda invece il ripensamento del business model ed il futuro occupazionale delle banche italiane (ma anche le banche europee non sono indifferenti a tale problematica). Secondo recenti studi, infatti, a preoccupare il futuro del sistema bancario nazionale sono un drastico calo dei margini e circa 70 mila posti di lavoro a rischio nell’arco dei prossimi 5 anni. La società di consulenza internazionale Oliver Wyman, nel rapporto dal titolo «Banche italiane su un piano inclinato», ha ipotizzato il taglio di cinque miliardi di costi a livello di sistema per restare nei prossimi anni almeno con la minima (o scarsa) redditività attuale. Il doppio (ovvero, un taglio di 10 miliardi) per mettersi in pari con la media del sistema in Europa. Il dato più significativo che emerge da tale report coinvolge soprattutto il ripensamento totale del business model, “rivoluzionando gli attivi di bilancio, utilizzando gli advanced analytics nella gestione del credito e prendendo atto che l’industria non è più labour intensive e richiede meno personale almeno per metà da riqualificare in chiave digital”. Il report parla chiaramente di discontinuità industriale definita necessaria e addirittura urgente: «Senza nuove crisi, senza recessione, senza aumenti di capitale significativi dovuti alla nuova regolamentazione - spiega Claudio Torcellan, partner di Oliver Wyman - la nostra ipotesi è che nei prossimi cinque anni la media delle banche italiane vedrà una riduzione dei ricavi, in termini di margine di intermediazione, del 10% con punte del 15% per quelle più esposte sul credito e sui titoli di stato». I regimi commissionali – spiega il report - non saranno di aiuto a compensare il calo del margine d’interesse: sono già su livelli più elevati rispetto alle banche europee e la regolamentazione tenderà sempre più a favorire la concorrenza mettendo sotto pressione la marginalità. E allora come farà l’industria bancaria a sopravvivere al crollo dei ricavi? Servono una serie di interventi radicali di cambiamento del modello di business, osservano da Oliver Wyman, da realizzarsi «nell’arco di due piani industriali» con l’impegno di «manager coraggiosi» e «lungimiranza dei board che devono guardare a un’ottica di medio termine e non alle convenienze immediate». I suggerimenti del report. Il primo aspetto riguarda la revisione degli attuali modelli dei servizi erogati dalle banche, ancora troppo focalizzati sulle filiali. Le banche europee operano con un rapporto tra costi e totale della raccolta e impiegni dell’1% rispetto all’1,4% delle banche italiane. Per ridurre il gap e mantenere la redditività sui livelli attuali il report prevede di tagliare costi per circa 5 miliardi, importo che corrisponde al taglio di 70.000 posti di lavoro e di circa 7.000 filiali nei prossimi 5 anni. Le risorse che resteranno nelle banche dovranno avere nuove e maggiori competenze, soprattutto in chiave della prestazione dei cc.dd. digital services, dovrà essere adottata l’intelligenza artificiale nel sistema dei controlli ed evoluta la piattaforma dell’IT, vero core del futuro anche per il sistema bancario. I dubbi sollevati dal report sull’efficiente funzionamento delle banche italiane, pongono sul tavolo tre focus principali: esistono investitori terzi, a partire dalle assicurazioni come accade in Francia, che possono detenere i mutui erogati dalle banche riducendo l’impegno di capitale su un attivo che non produce valore? Quante relazioni con medio-grandi imprese clienti remunerano il capitale di rischio impegnato? Quale è l’elasticità sul prezzo dei depositi? L’obiettivo è chiaro: «Il capitale andrà allocato sugli attivi che generano valore, aumentando la velocità di rotazione degli attivi stessi anche con modelli di partnership con investitori istituzionali come le assicurazioni, minimizzando il costo della raccolta e del capitale». Più che una trasformazione, quella delineata dal report della Oliver Wyman, sembra una rivoluzione, non facile da intraprendere e soprattutto in tempi ragionevolmente rapidi che mal si addicono alla realtà bancaria. Ma le banche sono chiamate ad anticipare tali sfide e gettare da subito uno sguardo orientato al futuro. Nessuna esclusa. Ed è evidente che l’aggregazione tra banche di piccola e media dimensione è una condizione indispensabile ma non sufficiente per il rilancio di un settore che può e deve restare decisivo per l’economia italiana. Il report di Oliver Wyman assume un significato ben preciso se si presta attenzione alla recentissima decisione annunciata da UniCredit di ridurre il personale di circa ottomila unità nell’arco del piano industriale 2020-2023, mentre l’ottimizzazione della rete di filiali porterà alla chiusura di circa 500 sportelli. La strategia della banca prevede di realizzare un utile di cinque miliardi di euro nel 2023, con una crescita aggregata dell’utile per azione di circa il 12%. La sfida è già iniziata Non sarà un’impresa facile e soprattutto non sarà indolore. Articolo di Gerardo Pizzirusso   

20/01/2020 15:40
Un ponte economico tra Marche e Umbria in vista di Expo Dubai 2020

Un ponte economico tra Marche e Umbria in vista di Expo Dubai 2020

A Recanati Marche e Umbria, regioni dalle caratteristiche “blue” e “green”, coraggiosamente vogliono marciare verso spazi internazionali. Si è svolta, nel palazzo comunale di Recanati, la prima edizione del Blue Green Region Economic Forum ESG89 - Marche ed Umbria nel mercato globale – direction Dubai 2020. L’iniziativa, patrocinata dall’Ambasciata degli Emirati Arabi Uniti in Italia, nasce dal progetto di ESG89 Group, da un’idea del suo Comitato Scientifico e di Indirizzo di connetter sempre di più le due regioni, creando una più coesa forza economica, culturale e sociale. “Ci stiamo impegnando per far sì che Umbria e Marche possano creare un ponte economico, per poi aprirsi a quello che può essere il mercato internazionale – ha sottolienato Giovanni Giorgetti, Ceo di ESGG89 - A Recanati, insieme ad imprese, banche, istituzioni e stakeholder del territorio, abbiamo parlato concretamente delle opportunità che rappresenterà Expo Dubai di ottobre 2020 per guardare fuori dai confini per una crescita economica di questi due territori. A fare gli onori di casa il sindaco della città dell’infinito Antonio Bravi. “Recanati – ha detto il primo cittadino – vuole essere presente a 360 gradi nel dibattito dell’internazionalizzazione; un argomento importante, attuale e fondamentale per dare una prospettiva di sviluppo economico ai nostri territori”. L’iniziativa, patrocinata dall’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti in Italia, ha visto la presenza di H. E. Ahmed Al Mulla – vice Ambasciatore e da Ali AlNuaimi Consigliere per gli Affari Economici che hanno presentato come sarà Expo Du-bai 2020 caratterizzato dal tema “Collegare le menti, creare il futuro”. Saranno coinvolte oltre 190 nazioni e, stando alle stime, la bellezza di più di 25 milioni di visitatori, il 70 % dei quali provenienti da Paesi diversi da quello ospitante. Fra gli altri relatori di spicco i rappresentanti di Confindustria Macerata, Gianluca Pesarini e Confindustria Foligno, Paolo Bazzica, il presidente della Bcc di Recanati e Colmurano Sandrino Bertini, il vice presidente del Banco Marchigiano Marco Bindelli, Mohamed Obaid, Ceo di EBS Group di Dubai, Riccardo Strano già direttore ENIT di Stati Uniti, Giappone, Cina e paesi orientali e membro del comitato Scientifico di ESG89 Group insieme a Salvatore Piscitelli, già senatore della Repubblica. Anche il presidente della Camera di Commercio Unica delle Marche, Gino Sabatini, ha colto la sfida. “Unire Umbria e Marche – ha detto Sabatini - non può che rappresentare una grande opportunità per la crescita. Dobbiamo cercare di essere una squadra per promuovere al meglio sui mercati internazionali i settori caratteristici delle nostre regioni: turismo, cultura, manifattura e agroalimentare”.  

20/01/2020 15:25
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