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Il Governo pronto a cancellare 60 milioni di cartelle fino a 5mila euro e bollo auto: sarà vero?

Il Governo pronto a cancellare 60 milioni di cartelle fino a 5mila euro e bollo auto: sarà vero?

Nel dossier del Decreto Legge ‘Sostegno’ all’esame del Governo e di prossima pubblicazione, si evidenzia la possibile cancellazione delle cartelle esattoriali con importo fino a 5mila euro e relative al periodo 2000/2015.

Si estende inoltre tale tolleranza anche al bollo auto multe non pagate fino al 2015, purchè di importo inferiore a mille euro, per il quale omesso versamento deve essere accertato dall’Ente entro la fine del terzo anno successivo a quello del mancato pagamento.

Ciò significherebbe stralciare e quindi azzerare, secondo il Governo, circa 60 milioni di cartelle.

Una misura ritenuta eccezionale, altro ‘bazooka dalla potenza di fuoco’ che andrebbe a vantaggio di tutti contribuenti, persone fisiche, partite IVA e professionisti. Già in precedenza il Governo Conte si era adoperato a tali benedici, soffermandosi alla cancellazione dei ruoli fino a mille euro ed emessi dal 2000 al 2010.

Tale procedura a parere dell’Associazione Tutela Impresa e rappresentata dal Presidente Cav.Rag. Giuseppe Tosoni, andrebbe letta in una altra ottica, cioè da un punto di visto più realistico e dalla parte del contribuente che sminuisce di molto la fumosa presentazione della ‘gradita regalia’.

Infatti gran parte delle somme in questione sono già prescritte e nessuna somma con tale caratteristica dovrebbe essere pagata, soprattutto quelle riguardanti INPS (5 anni) e bollo e multe auto (3 anni), ivi comprese quelle superiori agli importi predetti, iscritti da a ruolo da oltre 10 anni.

Pertanto il Dpcm in emanazione necessiterebbe di un maggior approfondimento e rettifica per raggiungere l’obiettivo politico prefissato.

Inoltre si premette che l’attuale Governo con tale ‘bazooka’ cerca di recuperare il così detto ‘magazzino di imposte’ che dal 2000 al 2019 è rappresentato dalla gigantesca cifra di 955 miliardi, importo che non verrà mai recuperato, come attestato dal Direttore Nazionale dell’Agenza delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e dai dati e calcoli emersi dall’analisi effettuata della Corte dei Conti.

-153 mld = sono importo dovuti a ditte fallite

-119 mld =da contribuenti deceduti ed imprese cessate

-109 mld = da nulla tenenti

- 69 mld = da pratiche giudiziarie sospese

- 410 mld = riscossioni in corso con recuperi parziali

- 80 mld = azioni di recupero respinte

- 15 mld = rateizzazioni con valutazione sull’effetto recupero

Ed ecco il secondo punto di vista, degno ancora di maggior attenzione.

Ma tali cifre non dimostrano per l’ennesima volta che gli accertamenti fatti nel corso degli ultimi anni dal Fisco sono stati sproporzionati ed esclusivamente fantasiosi.

Se gli stesso fossero stati coerenti e veritieri, i contribuenti avrebbero sicuramente pagato quanto richiesto.

A tal riguardo si precisa invece che molti contribuenti, spesso non sono in grado neanche di opporsi e fare ricorso a tali ingiuste illazioni, in quanto i costi per tali difese sono spesso troppo elevati ( contributo unificato, spese dei professionisti), ai quali vanno aggiunti il pagamento anticipato di 1/3 delle maggior imposte accertate.

Ad agevolare e promuovere tali ingiustizie sono sicuramente incentivanti anche i premi di produzione che l’Agenzia delle Entrate assegna a favore degli stessi Dirigenti (gestori di accertamenti) a raggiungimento annuale degli obiettivi, tra i quali indici c’è appunto il numero e l’entità degli accertamenti effettuati.

Non è il caso di fare una dovuta necessaria riflessione e cominciare a ragionare su una valida ed opportuna riforma fiscale, dove magari si possa intravedere un ‘Fisco più amico’ come in quasi tutte le Nazioni Europee ed annullare le miriadi di leggi attualmente in vigore, molte delle quali addirittura emanate ante Repubblica.

A questo punto molti contribuenti si augurano che veramente possa intervenire un Governo di ‘discontinuità’ e quindi attuare una sostanziale e valida riforma, a posto di questi pubblicitari interventi solo di carattere politico e di matrice esclusivamente pseudo assistenzialistica. L’Associazione Tutela Impresa ed i suoi aderenti, si augura quindi che si realizzi quanto prima un definitivo delle norme fiscali, rapportandole ad un più adeguato profilo amministrativo e burocratico.

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