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Economia Macerata

Cna Macerata chiede un svolta 'burocratica': "Recovery Plan occasione per invertire la rotta"

Cna Macerata chiede un svolta 'burocratica': "Recovery Plan occasione per invertire la rotta"

Il Direttore della CNA di Macerata Luciano Ramadori guarda oltre la pandemia: “quando le vaccinazioni avranno raggiunto la maggior parte della popolazione e inizieranno ad arrivare le risorse del Recovery Plan e dei Fondi strutturali europei, dovremmo compiere come Sistema Italia un grosso salto di qualità.

Quando sarà possibile ripartire – secondo il Direttore - molte imprese non ce l’avranno fatta a sopravvivere ma altre, speriamo altrettante, potrebbero nascere. Per le nuove imprese e per tutte le altre che sono riuscite a resistere alla gravissima crisi economica provocata dal Covid, è necessaria una drastica semplificazione burocratica”.

L’Osservatorio nazionale della CNA, con l’iniziativa “Comune che vai, burocrazia che trovi”, ha misurato l’impatto negativo delle lunghe procedure, complesse e costose, per avviare un’impresa e che rappresentano il principale freno allo sviluppo economico del Paese.

Ramadori presenta i risultati: “l’Everest della burocrazia è riservato alle attività di autoriparazione; per aprire un’officina il moloch della pubblica amministrazione pretende 86 adempimenti che si traducono in quasi 19mila euro di costi da affrontare. Una scalata quasi identica per gli aspiranti imprenditori falegnami con 78 adempimenti e 19.700 euro di spesa per le pratiche. Le gelaterie superano i bar 73 adempimenti a 71; se la passano meglio, si fa per dire, gli acconciatori con appena 65 pratiche da sbrigare presso 26 enti diversi e un onere di 17.500. Non è difficile capire che così le cose non vanno proprio”.

La Confederazione da tempo sollecita la “lotta contro la cattiva burocrazia” e negli ultimi anni non sono mancate le buone intenzioni da parte del legislatore per razionalizzare e semplificare l’apparato burocratico. Tuttavia, secondo Ramadori “nonostante lo sforzo profuso dal Parlamento l’azione di ammodernamento appare ancora inadeguata. Rimangono elementi di disomogeneità, soprattutto a causa dell’intreccio dei molteplici centri di produzione normativa che alimentano sovrapposizioni e ritardi per l’avvio dell’attività di impresa”.

Il Direttore CNA ha evidenziato inoltre l’esigenza di fare “un tagliando agli aggiustamenti introdotti sui principali strumenti amministrativi”. Tra questi la conferenza dei servizi, l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) che non ha centrato l’obiettivo di economicità amministrativa e con tempi di rilascio ancora troppo lunghi. Così come il SUAP (Sportello Unico per le attività produttive) che sconta in molte località l’impossibilità dell’accesso per via telematica nonostante sia un obbligo di legge.

La soluzione secondo Ramadori c’è: “il Recovery Plan offre l’opportunità irripetibile di realizzare i necessari investimenti in digitalizzazione, innovazione e capitale umano per modernizzare la pubblica amministrazione. La rotta seguita dalle riforme varate negli ultimi anni necessita di correzioni essenziali e aggiornamenti costanti ed i miglioramenti si conseguono solo attraverso il dialogo tra le istituzioni ed i soggetti rappresentativi del tessuto produttivo”.

“CNA guarda con interesse al rilancio dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023 – conclude il Direttore – strumento utile per rinnovare la logica ispiratrice delle modifiche più recenti. È fondamentale muoversi nella direzione di garantire efficienza da parte della pubblica amministrazione per accompagnare e favorire la ripartenza dell’economia”.

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