Macerata, taglio del nastro per il Museo della devozione Mariana e la mostra giubilare "Immagini di maternità"
Inaugurato oggi, lunedì 28 luglio, a Macerata il Museo della devozione Mariana. Aperta in contemporanea la mostra giubilare “Immagini di maternità - La bellezza della vita che nasce”, allestita al suo interno, nella cripta della Basilica della Misericordia: la mostra è parte integrante del progetto per il Giubileo 2025 “Pellegrini di speranza” promosso dalla Conferenza Episcopale Marchigiana (CEM), patrocinato e sostenuto dalla Regione Marche. Il taglio del nastro è avvenuto nel pomeriggio, alle ore 17, alla presenza del vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e dalla vice sindaco Francesca D’Alessandro, dei consiglieri regionali Romano Carancini e Pierpaolo Borroni, numerose autorità civili e militari della città e del territorio, tra le quali Luca Marconi, gli assessori Laura Laviano, Paolo Renna, Andrea Marchiori e Silvano Iommi.
Il Museo della devozione Mariana è caratterizzato da un percorso costituito da documenti e pubblicazioni sulla sua storia e con opere mariane inedite provenienti dalle chiese chiuse per eventi sismici. Non solo, sono presenti doni ed ex-voto per grazia ricevuta offerti dai fedeli nel corso dei decenni e le testimonianze di alcune confraternite dedicate alla Vergine.
«L’idea è nata tre anni fa dalla mostra “Ma-donna”, che esponeva qui alcune immagini di devozione mariana – ha detto durante la cerimonia inaugurale il vescovo Marconi –, a partire da quella base di opere, abbiamo ristrutturato e perfezionato questo nostro piccolo Museo che, a ben vedere, non diventa più tanto ridotto se connesso in maniera armonica con la visita alla soprastante Basilica della Mater Misericordiae. Questa, infatti, è un vero scrigno di devozione e di arte mariana, con opere che coprono stili e epoche molto diverse».
In particolare, all’interno del museo è possibile ammirare una scultura proveniente da Treia e attribuibile al sec. XI, la Madonna orante del Sassoferrato, la lunetta della deposizione di Vincenzo Pagani e varie incisioni della famiglia del Piani e una piccola collezione di opere selezionate di autori contemporanei locali.
«Il museo si articola oggi in una prima sezione, in cui al centro è la devozione alla Mater Misericordiae, con opere e arredi sacri che ampliano quanto si è già potuto apprezzare nella visita alla Basilica superiore – ha spiegato ancora il Vescovo –, segue una seconda sezione dedicata agli ex-voto o alle opere donate alla Mater Misericordiae, tra autori anonimi ed artisti affermati, abbiamo una breve esempio di queste offerte d’arte, che spaziano dal 1500 agli ultimi anni del 1900. Una terza sezione, presenta alcune opere di devozione mariana provenienti da tutta la Diocesi, che la chiusura delle chiese a motivo del sisma, manterrebbe ancora nascoste nei depositi in cui sono state ricoverate. In questa terza sezione una sala è dedicata alla devozione alla Vergine Lauretana, vero centro della devozione mariana di tutte le Marche».
La mostra "Immagini di maternità" è altresì un tassello importante di quanto organizzato nella forma di un museo diffuso per il Giubileo all'interno di 14 strutture diocesane marchigiane, con allestimenti dedicati alla maternità e opere che raccontano la vita e la speranza attraverso i secoli. A Macerata, nella sezione riservata sono esposte quattro opere del XVII secolo attribuite al pittore anconetano Gian Battista Foschi che rappresentano l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività, la Fuga in Egitto. Le quattro tele esposte provengono dal Duomo di Treia attualmente chiuso a causa del terremoto.
«La scelta dell’autore è anche determinata dal fatto che, con la riapertura della Cattedrale di San Giovanni, sono di nuovo visibili altri tre dipinti nella volta di questa chiesa monumentale dedicati alla vita di Sant'Ignazio di Lojola – ha proseguito mons. Marconi -, nella stessa chiesa la bellissima Cappella Razzanti, che brilla dopo il recente restauro in tutta la sua bellezza, presenta tutta la decorazione murale opera dello stesso pittore. Con l’esposizione di queste quattro tele e la visita seguente alla Cattedrale di San Giovanni, i turisti hanno ora la possibilità di riscoprire una parte significativa della produzione artistica del Foschi nel contado maceratese».
Sul valore delle opere sono intervenuti anche i curatori della mostra Ivano Palmucci e Denise Tanoni: «Giambattista Foschi è un artista "ritrovato" - hanno affermato -, per il quale si apre una stagione di ricerca e di studio finalizzata alla sua valorizzazione e a un giusto riconoscimento storico e critico. Per la scelta delle opere si è voluto privilegiare sia quei beni che gli eventi sismici ormai da quasi un decennio hanno oscurato e reso invisibili, sia l’elemento della novità, che in questo caso riguarda il pittore, il cui nome compare sporadicamente nelle fonti locali, in modo da rendere giustizia ad un patrimonio dimenticato».
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