Raggiunge la meritata pensione lo "storico" dottor Pietro Enrico Parrucci.
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Perugia, dove ha conseguito anche la specializzazione in Gastroenterologia, giovanissimo, dopo una breve esperienza a Monte San Martino, ha ottenuto una delle due “condotte” di San Ginesio, suo luogo di nascita e di residenza.
“La condotta medica è per definizione “un modello efficace di assistenza sanitaria nel territorio”, e il nostro Dottore ha interpretato questo mandato in senso stretto, in modo competente, sollecito, empatico, quasi amichevole, non lesinando visite a domicilio a qualunque ora e con qualunque tempo atmosferico nei casi che ritenesse necessario seguire dappresso”, scrive il Comune in una nota.
" 'Pierrico', come tutti lo chiamiamo parlando di lui, ha fatto del Giuramento d’Ippocrate la cifra della sua vita professionale, avendo ben presenti i passi salienti del documento che ogni medico chirurgo riceve insieme al Diploma di Laurea: la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza”; la cura dei pazienti prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica”.
E così è stato. Lo si poteva chiamare a casa o sul cellulare, sicuri che avrebbe risposto o che, se impegnato, avrebbe richiamato. Lo si poteva fermare per strada o mentre era in macchina, perché si sapeva che si sarebbe fermato a dare un primo consiglio o a indirizzare alla scelta di un farmaco.
E così faceva perché conosceva tutti, ricordava patologie e situazioni morbiche di tutti i suoi pazienti, tanto che viene spontaneo dire che in molti frangenti il vero “paziente” fosse lui, stemperando con il suo atteggiamento bonario e comprensivo paure e ansie dei suoi assistiti.
Il suo ambulatorio era attrezzato, ben organizzato, con assistenza assicurata per la distribuzione di farmaci, per la prenotazione di visite specialistiche, e anche per altre situazioni complicate di accesso al sistema sanitario centrale.
Anche l’altro suo incarico di Ufficiale Sanitario era svolto con la medesima solerzia e dedizione. Il segreto del suo successo professionale, confermato nei fatti dal cospicuo numero degli assistiti, risiedeva nel suo amore per la sua professione e nel suo piacere di stare tra la gente”.
“Il dott. Parrucci amava e ama anche San Ginesio - sottolinea l'amministrazione comunale - la sua bella cittadina, nel governo della quale si è impegnato come Sindaco in 3 Amministrazioni, 1990 al 1999 e nella quarta, 2003-2008. La sua indole estroversa, la sua intelligenza rapida nel cogliere l’umore del tempo presente lo ha portato a militare in un partito che nasceva tra grandi speranze dell’elettorato in un futuro d’innovazione.
In questa veste ha saputo intrecciare amicizie e legami istituzionali, anche con Istituzioni straniere, tra cui degne di particolare menzione l’accoglienza a San Ginesio dei bimbi reduci dall’esplosione nucleare russa di Chernobyl; oppure il legame duraturo di San Ginesio con diversi diplomatici e ambasciatori dell’Ambasciata della Repubblica della Corea del Sud in Italia; entrambe esperienze costruttive che hanno favorito l’incontro e lo scambio tra culture molto diverse.
Se parliamo delle opere realizzate durante le sue amministrazioni, vale la pena di citare le due salienti, che hanno avuto grandissimo impatto sul ben vivere e l’economia di San Ginesio. Si parla della Foresteria Comunale e della sua conversione d’uso, che negli anni ha permesso di ospitare migliaia di ragazzi praticanti gli sport del tennis, del calcio e della scherma, sotto la guida di campioni delle rispettive discipline sportive, quali Corrado Barazzutti, singolarista del team dell’unica Coppa Davis 1975 vinta dall’Italia; Franco Baresi, calciatore nel ruolo di difensore, poi allenatore e dirigente della squadra del Milan, nonché campione del mondo 1982 e vicecampione 1994 con la nazionale italiana di calcio; Valentina Vezzali, pluricampionessa mondiale e olimpica della scherma.
In quella stessa struttura sono stati alloggiati a lungo i Sanginesini che avevano perso la casa nel sisma 2016-2017, evitando così il disagio e la sofferenza del vivere in un tendone, in promiscuità.
E sempre durante il sisma e poi, ancora di più durante la pandemia da Covid 19 è venuta indispensabile l’altra struttura sanitaria, il Poliambulatorio all’interno dell’ex RSA dell’Area Vasta 3, creata ad hoc per la medicina specialistica sul territorio, da lui Sindaco e Medico fortemente voluta e realizzata. Anche nella spoliazione che politiche cieche regionali hanno operato nei confronti dell’assistenza sanitaria territoriale, la struttura rappresenta un essenziale punto di riferimento e conforto per la popolazione prevalentemente anziana del luogo.
Anche in questi intollerabili limiti il dott. Parrucci e la sua collega, titolare della seconda condotta medica, dott.ssa Lattanzi, hanno saputo arginare i contagi della prima ondata di questo subdolo virus sconosciuto, pur nella mancanza di informazioni e di presidi sanitari. Di più. La Casa Protetta degli anziani ospitati a Sant’Angelo in Pontano, da lui assistita, non ha avuto non solo nessun morto, ma nemmeno un caso di Covid, mentre altrove, in situazioni analoghe gli anziani ricoverati si contagiavano e morivano, soli, e nella modalità disumana che tutti conosciamo.
Che dire infine, se non che tutti sappiamo che il dott. Parrucci è irripetibile e che di fronte alla diversità che verrà, sogneremo tutti, nostalgici, la sua “condotta”. Questo, detto ovviamente, mentre auguriamo a lui e alla sua famiglia una meritata serenità da pensionato”.
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