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Il sogno americano si compie nelle Marche: la scalata di Andrea Pizzarulli tra i colossi mondiali dell'high tech

Il sogno americano si compie nelle Marche: la scalata di Andrea Pizzarulli tra i colossi mondiali dell'high tech

In un contesto come quello marchigiano dove innovazione e impresa sono spesso legate solo al mondo della calzatura, si distingue l'immagine di Andrea Pizzarulli uno degli imprenditori più influenti a livello internazionale nel settore dei sistemi high tech.

Nato a Civitanova Marche, laureato in ingegneria Elettronica all’Università Politecnica di Ancona, giovanissimo approda in Silicon Valley dove per cinque anni lavora presso la Terawave Communication. Ritornato poi nelle Marche, mette a frutto le competenze maturate negli Usa  fondando nel 2012, insieme a Michael Perlmutter Civitanavi Systems un’azienda con sede a Porto Sant’Elpidio che rappresenta uno dei principali player nel settore dei sistemi high tech di navigazione e stabilizzazione inerziale.

Oggi Civitanavi Systems conta circa 220 dipendenti e nell'agosto 2024 il colosso statunitense Honeywell, ne ha acquisito l'intero capitale sociale tramite un’OPA valutandolo 200 milioni di euro. 

Ho incontrato il dottor Pizzarulli per capire come da una realtà piccola come quella marchigiana si possa arrivare, a soli 51 anni, a diventare un imprenditore corteggiato dalle più importanti multinazionali del mondo.

Dottor Pizzarulli come è possibile da Porto Sant’Elpidio farsi conoscere da un’azienda come l’Honeywell leader del mondo dell’informatica?

"La Honeywell ci ha riconosciuti come competitor dopo averli superati in una gara internazionale all’estero. Incuriositi ci hanno contattati e da quel momento è iniziata la nostra collaborazione".

Nell’agosto 2024 la Honeywell acquisisce Civitanavi System con un’offerta pari a 200 milioni di euro. Perchè proprio voi?

"Per attrarre un colosso come l'Honeywell occorre avere qualcosa nell’ambito delle tecnologie da porre nel mercato. Qualcosa di cui loro hanno bisogno. Grazie a noi, Honeywell sarà in grado di offrire un insieme più ampio di tecnologie a tutti i suoi clienti. Il nostro obiettivo è quello di creare una struttura indipendente da quella degli Stati Uniti. I clienti europei, sopratutto nel campo della difesa, vogliono fornitori europei e noi copriremo quella parte del mercato non solo nel settore aerospazio difesa ma anche aerospazio civile". 

Nello specifico cos'è Civitanavi?

"Civitanavi si occupa della progettazione, sviluppo e produzione di sistemi ad altissima precisione per la navigazione e stabilizzazione inerziale senza l’utilizzo del Gps. Per fare un esempio in caso di situazioni particolari come guerre o nel caso dei sottomarini i nostri sensori inerziali permettono di propagare la posizione anche dove il Gps non è disponibile". 

Un’invenzione, la sua, che non ha uguali. Ma come nasce quest’idea?

"Tornato dall’America ho avuto un’intuizione: utilizzare i componenti in fibra ottica usati nel mercato delle telecomunicazioni, che hanno costi ridotti, in un settore di nicchia dove tipicamente vengono utilizzati componenti molto particolari che ovviamente hanno costi molto alti e richiedono macchinari molto sofisticati per produrli. Noi invece abbiamo utilizzato materiali facilmente reperibili come la tecnologia a fibra ottica e ne abbiamo fatto un prodotto unico. Insomma siamo gli chef stellati della tecnologia. Utilizzando questo approccio siamo riusciti a raggiungere livelli di eccellenza". 

La sua è la storia di un ragazzo che realizza il sogno americano in Italia. Una storia che dà speranza e fa sognare. 

"Io sono partito da Civitanova con un biglietto per l’America comprato con i 6000 euro vinti in un business plan contest organizzato dai prime venture capitalist italiani. Ricordo che inviai più di 200 richieste in tutto il mondo e tra questo venni contattato da una sola azienda la Terawave Communication, ubicata nel polmone dell’innovazione, la Silicon Valley. Sono partito con nulla e sono rimasto negli USA per cinque anni. Poi l’Italia mi mancava e volevo che i miei figli crescessero qui, nel nostro paese. Nel 2012 contro il parere di tutti, nasce come start-up Civitanavi. Avevo già due figli e una famiglia. Il rischio era enorme. Ma ci ho creduto. Ho scelto il mio team ed ora, sopratutto grazie a loro, abbiamo raggiunto grandi risultati".

Nelle sue interviste parla spesso del suo team. Come sceglie i suoi collaboratori?

"È stato possibile raggiungere i risultati mostrati ed emergere dallo start-up iniziale grazie al team d’eccellenza e alla visione condivisa dalla squadra. La Civitanavi conta circa 220 dipendenti tutti giovanissimi. Nel settore produzione i ragazzi hanno dai 18 ai 23 anni e anche in ambito di progettazione, i nostri ingegneri, tra i quali circa il 20% donne, sono neo laureati che in poco tempo diventano manager".

La produzione avviene tutta a Porto Sant’Elpidio?

"In sede viene prodotto solo ciò che ha valenza strategica per il resto la nostra filiera è comunque molto corta. Viviamo e lavoriamo nelle Marche, cerchiamo fornitori di fiducia nel nostro territorio dando la priorità al consolidamento del rapporti umani".

Come si definirebbe, un imprenditore, un visionario o un inventore?

"In realtà mi sento un innovatore perchè inventare significa avere un'idea, magari originale ma fine a sé stessa. Innovare invece significa far sì che la tua idea generi profitto, sia utile a qualcosa e ciò che noi produciamo è qualcosa di importante non solo per l’Italia ma per il mondo".

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