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Cultura Porto Recanati

Umberto Galimberti ospite della rassegna "Parlare Futuro" a Porto Recanati

Umberto Galimberti ospite della rassegna "Parlare Futuro" a Porto Recanati

Dopo il successo della mostra di Leonardo Cemak e Manuela Grelloni a Fermo, incipit della rassegna, Parlare Futuro continua il suo appassionante percorso con ben cinque appuntamenti all'insegna del Futuro. E' la prima volta che Parlare Futuro sceglie la via dell'arte per l'apertura del suo  ciclo di incontri. La manifestazione, infatti, ha sempre avuto negli anni una capacità di adattamento e consentaneità al reale e alle sue trasformazioni non dimenticando la sua vocazione iniziale, quella di essere un laboratorio per il futuro, uno spazio franco dove ci si potesse sottrarre dalla pervasività dell'eterno presente e restituirsi ad una visione del domani. Un obiettivo ambizioso sempre centrato negli anni con ben otto edizioni all'attivo.

Parlare Futuro, oramai, coinvolge un circuito ampio di Comuni e ben tre province marchigiane con ospiti che non deludono mai le aspettative del pubblico.

Dopo Leonardo Cemak e Manuela Grelloni sarà la volta  di altrettante personalità autorevoli a livello nazionale ed internazionale. Il prossimo incontro in ordine cronologico è  per il 3 gennaio, alle ore 21.15, a Porto Recanati,  al Cinema Kursaal  con l'illustre filosofo  Umberto Galimberti a cui seguirà , il 17 gennaio a Montecosaro,  il matematico PierGiorgio Odifreddi e successivamente, il 19 gennaio lo psichiatra Paolo Crepet  a Sarnano, il poeta e paesologo Franco Arminio il 24 gennaio a Porto Sant'Elpidio  e in ultimo il 25 gennaio a Loreto il giornalista Marcello Veneziani. Cinque incontri dedicati al futuro corroborati dalla autorevole presenza di alcuni fra i migliori intellettuali italiani.

Vi è tuttavia, una ennesima novità nella edizione di Parlare Futuro 2018-2019, accanto agli ospiti menzionati vi sarà uno spazio iniziale dedicato alla poesia con i grandi poeti delle Marche. Nell'appuntamento del 3 gennaio sarà Guido Garufi con la sua ultima raccolta poetica titolata "Fratelli" ad aprire le danze. L'illustre professore è stato allievo prediletto di Mario Luzi e Vittorio Sereni ed ha conosciuto e frequentato il grande Eugenio Montale. Ha al suo attivo numerose raccolte poetiche ed  è presente in alcune fra le più autorevoli antologie italiane ed estere.  E' stato tradotto in diversi paesi europei  ed è anch'egli traduttore, saggista, giornalista, politico. Una delle voci intellettuali più originali dell'intero panorama nazionale. 

L'altro ospite dell'incontro sarà il grande filosofo Umberto Galimberti , è nato a Monza nel 1942 ed è uno dei più noti filosofi, sociologi e psicoanalisti italiani. Laureatosi alla Cattolica di Milano con una tesi su di lui, diventa poi amico e traduttore dello psichiatra e filosofo Karl Jaspers. La sua curiosità e la sua strenua volontà di fare ricerca scientifica all’interno delle mille sfaccettature della filosofia e della psiche umana, gli donano una fama che lo precede e che arriva in breve tempo a procurargli il ruolo di professore, prima di Antropologia Culturale, poi di Filosofia della Storia e di Filosofia Morale alla Ca' Foscari di Venezia, per la quale ha insegnato dal 1972 ad oggi. 

Indagatore del pensiero, diventa poi, dopo un percorso di psicanalisi privata presso il CISA di Milano, indagatore dei nessi tra psicopatologia e problemi filosofici dell’essere umano, divenendo poi non solo psicanalista ma anche ricercatore e membro della prestigiosa International Association for Analytical Psychology.  La sua attività di ricerca si è presto affiancata a quella naturale di divulgatore scientifico, è stato infatti collaboratore delle pagine filosofiche, culturali e divulgative de' Il Sole 24 Ore tra 1987 al 1995 e lo è attualmente de' La Repubblica; Galimberti racconta volentieri al grande pubblico anche le sue riflessioni sul rapporto tra filosofia e psicologia, tra filosofia e religione, e tra le nuove generazioni e il nichilismo. Tra i suoi volumi sono divenuti celeberrimi i saggi divulgativi come L’Ospite Inquietante. Il nichilismo e i giovani, I miti del nostro tempo, e Cristianesimo. Religione dal cielo vuoto, La Parola ai giovani.  

A Parlare Futuro porterà un intervento esclusivo dedicato al futuro nell'Età della Tecnica. Un futuro in cui l'essere umano, donna o uomo,  non è più al centro, ma marginale rispetto alla tecnica. La tecnica si preoccupa che l'essere umano produca e funzioni come una macchina, come un automa. L'orizzonte è ristretto al puro campo della razionalità e tutto ciò che esorbita è assolutamente bandito.

Pertanto, la tecnica è diventata una sorta di entità metafisica,  non è più uno strumento nelle mani dell’uomo, ma è un’essenza autonoma; non ha scopi, né morale, significati, senso; produce cose, funziona, si potenzia così come dice il prof. Galimberti: «Oggi che la tecnica non ci consente di pensare la storia iscritta in un fine, l’unica etica possibile è quella che si fa carico della pura processualità che, come il percorso del viandante, non ha in vista una meta». Qui spiega come l’andare, l’errare, il viaggiare, «l’etica del viandante, senza meta e senza punti di partenza e arrivo che non siano occasionali», possa essere «il riferimento di un’umanità a cui la tecnica ha consegnato un futuro imprevedibile».

 

 

 

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