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Cultura San Severino Marche

I Teatri di San Severino aprono ai più piccoli

I Teatri di San Severino aprono ai più piccoli

I Teatri di Sanseverino aprono le porte ai più piccoli e domani (venerdì 16 novembre), con due rappresentazioni previste per le ore 10 e le ore 11,30, ospitano la Form, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, con il nuovo progetto rivolto alle scuole delle zone terremotate dal titolo: “Suoni per la rinascita””.

L’evento si terrà al Feronia a conclusione di un mini tour che ha interessato anche altre realtà del Maceratese ferite dal sisma.

Il programma si aprirà con “I musicanti di Brema”, la nota fiaba dei fratelli Grimm messa in musica nel 1957 con grande forza espressiva dal compositore americano Bernard Rogers per voce narrante e piccola orchestra. Dopo questa divertente e istruttiva storia di riscatto e libertà che vedrà protagonista anche Enrico Marconi come voce recitante, si prosegue con “Ma Mere l’Oye” (Mia madre l’oca) di Maurice Ravel, “Peer Gynt” di Edvard Grieg e “Lo schiaccianoci” di Pëtr Il’ič Čajkovskij, per trascinare i piccoli spettatori nel mondo della fantasia e dell’immaginazione. L’Orchestra Filarmonica Marchigiana sarà diretta, per l’occasione, da Mirco Barani.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto “Marche InVita”. Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma, sostenuto dall’intesa Mibact e Regione Marche, con il coordi-namento del Consorzio Marche Spettacolo, si avvale del patrocinio del  Comune  di San Severino Marche e la collaborazione dell’Istituti comprensivo “P. Tacchi Venturi”.

I Teatri di Sanseverino hanno in programma poi per sabato prossimo (17 novembre), alle ore 21 all’Italia ad ingresso gratuito, un nuovo appuntamento della rassegna “Incontri con l’Autore”. Ospite della serata sarà Alberto Mattioli, autore di “Meno grigi, più Verdi. Come un genio ha spiegato l'Italia agli italiani”, edito da Garzanti.

 

Il libro parla di Giuseppe Verdi, il più celebre e popolare tra i compositori che, secondo l’autore, è l’unico ad aver saputo descrivere gli italiani non per come credono di essere, ma per come sono veramente. Le sue opere sono infatti modelli dei nostri vizi e delle nostre virtù: la cena in “Rigoletto” sembra svolgersi durante uno degli eleganti incontri di Arcore; il protagonista di “Un ballo in maschera” è l'archetipo del bamboccione di provincia pronto per comparire nei “Vitelloni”; Radamès è il ragazzo di buona famiglia che si innamora della colf immigrata Aida. In tutti i suoi capolavori ritroviamo atmosfere, situazioni e istituzioni che sono, nel bene e nel male, tipicamente italiane. Con sterminata ammirazione l'autore, Alberto Mattioli, giornalista ed esperto d’opera, ci insegna a riconoscere in queste pagine divertite e partecipi come Verdi - rappresentandoli con lucida e profonda consapevolezza - ha fatto gli italiani. Senza dimenticare che, in fondo, anche gli italiani hanno fatto Verdi.

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