Non aveva il biglietto del pullman e era gravato da un'espulsione dal nostro Paese. Così, la polizia lo ha fermato, accompagnato in Questura e successivamente espulso dal territorio nazionale. E' successo ieri pomeriggio a Macerata, quando gli agenti della Volante sono dovuti intervenire in via Garibaldi in aiuto del personale dell'Apm. La richiesta era arrivata, perchè a bordo di un pullman c'era un 23enne senegalese sprovvisto di biglietto. A seguito di controlli, la polizia ha accertato che sul giovane gravava un'espulsione emessa dalla Questura di Ascoli Piceno alla quale non aveva ottemperato.Sempre nel pomeriggio di ieri, gli Agenti della Squadra Mobile di Macerata, hanno tratto in arresto un 70enne maceratese, in esecuzione ad un provvedimento del Magistrato di Sorveglianza di Macerata.L’uomo, già conosciuto dalle Forze dell’Ordine, aveva violato infatti, in più occasioni, gli obblighi connessi all’affidamento in prova ai servizi sociali, come accertato dagli uomini della “Volante” incaricati dei controlli. Per questo motivo, è stato arrestato e portato in carcere a Camerino a disposizione della competente autorità giudiziaria. tratto in arresto ed associato alla Casa Circondariale di camerino a disposizione dell’A.G.
Un'anziana è stata vittima di uno scippo nel tardo pomeriggio di ieri a Civitanova. La signora stava camminando in via Principe di Piemonte presso il distributore della “Esso”, quando è stata avvicinata da una persona che le ha portato via la borsa.Nel racconto fatto agli agenti di polizia, intervenuti sul posto dopo pochi minuti, la signora ha descritto un giovane il quale, dopo averla avvicinata, senza proferire parola, le ha strappato la borsa contenente effetti personali ed alcune decine di euro, dandosi subito dopo alla fuga a piedi e facendo perdere le proprie tracce. Indagini in corso.
Domenica di furti nella provincia di Macerata. Nel giorno del riposo dal lavoro a Corridonia ignoti hanno rubato alcuni monili in oro, rompendo una finestra e entrando, così, in un’abitazione, mentre durante la notte anche un bar ha subito il furto di alcune stecche di sigarette.Inoltre, a Treia a una donna di origini marocchine è stato notificato un’ordine di carcerazione dalla Procura di Ancona. La donna deve scontare due anni di reclusione per violazione della legge sull’ingresso e soggiorno degli stranieri in Italia.
Tre feriti, uno in codice rosso e due in codice giallo sono stati portati all’ospedale di Macerata. Questo il bilancio dell’incidente avvenuto questa mattina a Corridonia, lungo la strada provinciale 34, verso La Macina.Un’auto è uscita fuori di strada da sola questa mattina alle 6 e 30.Sono intervenuti i vigili del fuoco, il 118 e la Polizia stradale di Macerata.
Spunta una siringa ai giardini di Santa Croce a Macerata. La segnalazione arriva direttamente da una cittadina su Facebook nel gruppo Segnalazioni a Macerata."Pensiamo al terrorismo islamico e non siamo capaci di ripulire i nostri parchi, ennesima volta che segnaliamo questi episodi ai giardini di Santa Croce a Macerata... e mettiamo a repentaglio i nostri figli e animali!"
Ieri pomeriggio è comparso in piazza Garibaldi uno striscione: “Macerata ai maceratesi”. Dietro una decina di persone dell’omonimo comitato, costituitosi lo scorso 14 dicembre, che ha organizzato un sit-in per chiedere più sicurezza in città e le dimissioni del Questore e della Prefetta di Macerata, Giancarlo Pallini e Roberta Preziotti.Nel volantino distribuito ai passati tre sono gli slogan: “Stop accoglienza indiscriminata, stop accoglienza business, stop ai finti profughi extrasbarchi”.Secondo il comitato la città vive un momento di forte insicurezza, “di sfacelo dell’ordine pubblico, mentre le autorità fanno un lavoro scarso”. Lo spiega, uno dei componenti del comitato, Tommaso Golini, leader maceratese di Forza Nuova e candidato sindaco alle ultime comunali, che definisce il comitato “apartitico”.La mancanza di sicurezza, secondo il comitato, è dovuta a due ragioni: la presenza in città di richiedenti asilo che “non sappiamo chi li manda e chi sono” - spiegano - “e l’impennata di furti, scippi, rapine, droga e microcriminalità”.I richiedenti asilo, cioè persone che scappano dalla guerra e che spesso dormono al freddo e al gelo aspettando per giorni di essere identificati, come abbiamo raccontato più volte sul nostro giornale, sarebbero “un motivo di paura e disagio per le persone che vivono a Macerata”.Il comitato definisce i richiedenti asilo “immigrati extrasbarchi, sedicenti profughi pachistani”. Cerchiamo di capire cosa vogliono dire.“Immigrati” indica persone che si spostano volontariamente e per motivi economici e non chi fugge perché costretto; “extrasbarchi” sono - secondo il comitato - quelli che “entrano non si sa come, non dal mare”. Molti richiedenti asilo da mesi arrivano attraverso la rotta balcanica, passando da terra, un viaggio meno pericoloso di quello attraverso il Mediterraneo.Inoltre vengono definiti “sedicenti profughi”, ma chi sono i profughi?“Profugo” è un termine generico che indica chi lascia il proprio Paese a causa di guerre o catastrofi naturali, il rifugiato, invece, è una persona che ha ottenuto lo status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra del 1951; mentre è “richiedente asilo” chi, prima di ottenere lo status di rifugiato, sta aspettando che la domanda di asilo venga accolta.L’iter della richiesta d’asilo si conclude con un’audizione presso la Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato, che esaminerà ogni singolo caso. I tempi d’attesa per la convocazione attualmente vanno dai 15 ai 24 mesi circa, a fronte dei 45 giorni previsti dalla legge.Infine, il comitato individua anche la nazionalità delle persone che sarebbero motivo di “disagio in città”: i pachistani, di cui “i cittadini hanno paura, perché sono persone disperate”, spiega Emanuele Antolini, Presidente del comitato.Molti richiedenti asilo che in questi mesi sono arrivati a Macerata provengono dal Pachistan, una terra che secondo il comitato non sarebbe così pericolosa da mettere in fuga le persone. E poi si domandano “perchè fuggono solo giovani uomini? Se ci fosse davvero un pericolo sarebbe più credibile - dice Antolini - se a fuggire dalle persecuzioni fossero donne e bambini.”In realtà, la vita in Pakistan non è molto facile. I continui fallimenti dei negoziati tra la autorità di Islamabad e i gruppi talebani ostili al governo filo-statunitense, sfociano in duri scontri e spesso in ripercussioni sulla popolazione. Gli attacchi dell’esercito contro i militanti islamici fanno parte di un’offensiva, iniziata l’anno scorso, intenta a ripulire le roccaforti talebane e di al Qaeda nel Nord Waziristan, uno dei sette distretti tribali pachistani confinanti con l’Afghanistan. Di questa guerra marginale ne sappiamo poco o niente. La zona di conflitto è remota e off-limit ai giornalisti, le poche informazioni provengono dall’esercito, ma sono difficili da verificare.Secondo i dati forniti da Eurostat con il Rapporto sulla protezione internazionale 2015 se nei paesi dell’Unione Europea le richieste d’asilo provengono principalmente da cittadini siriani e afghani, in Italia tra le 14.895 nuove richieste di asilo presentate nel 2015, quelle provenienti da cittadini pachistani sono 1.395, al terzo posto dopo Nigeria e Gambia.Inoltre, lo stesso rapporto spiega come quella che stiamo vivendo non è “un’invasione”, perché in Italia arriva solo il 3% dei richiedenti asilo. La grande maggioranza di chi è costretto a scappare, circa l’86%, rimane vicino a casa, ovvero nel primo luogo sicuro, mentre meno del 10% arriva in Europa.Il fenomeno delle persone che fuggendo sostano in Italia e che spesso sono costrette ad aspettare giorni prima di essere identificate, per cui mangiano e dormono come e dove possono, non è solo maceratese. Si tratta di un problema nazionale che si sta verificando in ogni città d’Italia. “Siamo costretti a mangiare nelle mense delle chiese, camminiamo tutto il giorno, passiamo il tempo nelle stazioni dei treni”. Queste le parole di un cittadino afghano in fuga dalla guerra, nel docufilm di Paolo Martino “Terra di transito”. L’uomo racconta così la condizione dei richiedenti asilo bloccati in Italia, quelli che non vogliono fare richiesta d’asilo nel nostro paese, perché sanno che i tempi sono lunghi e le opportunità di inserimento sociale e lavorativo scarse. Molti vedono nell’Italia una meta di passaggio: sono i cosiddetti “transitanti”. Meglio andare via da un paese senza una legge organica sul diritto d'asilo e con un sistema d'accoglienza fondato sull'emergenza e l’improvvisazione. Lo sanno anche i richiedenti asilo.Tuttavia, qualsiasi viandante ha bisogno di rifocillarsi qualche giorno prima di ripartire e se poi decide di restare, per “Macerata ai maceratesi” è troppo.Il comitato lamenta anche l’eccessiva accoglienza riservata a un richiedente asilo: un pasto, un tetto, il pocket money, 2 euro e 50 al giorno, e il corso di lingua italiana.“Non possiamo accettare che un clandestino (parola che numerose associazioni chiedono di mettere al bando, n.d.r.) - scrivono nel volantino - appena arrivato in Italia abbia diritto a essere accolto e mantenuto ben prima di qualsiasi italiano in difficoltà”.Come dimostra lo scandalo “Mafia Capitale” troppo spesso è successo che i richiedenti asilo non vedesse nulla di tutto questo e che i 35 euro che ogni giorno lo Stato paga all’associazione che li gestisce finissero nelle tasche di italiani che su di loro hanno lucrato.Uno dei tre slogan del volantino del comitato dice: “stop ai finti profughi extrasbarchi”. Qualsiasi sia la ragione per la quale queste persone fuggano dal loro paese, e se vengono da certi paesi c’è poco spazio per l’immaginazione, è difficile pensare che sia bello e conveniente, “fingersi” di lottare tra la vita e la morte prima, dopo e durante il viaggio, essere lontano dal proprio paese, parlare una lingua straniera e abbandonare i propri cari. Tommaso Golini, membro comitato e leader Forza Nuova Macerata Emanuele Antolini, Presidente del comitato
Sembra inarrestabile l’ondata di furti che sta colpendo Macerata in questo periodo: di nuovo ladri a segno in un negozio di abbigliamento e in un’abitazione entrambi posti in via Roma. Nei giorni scorsi, l’esercizio commerciale Tzone, infatti, è stato teatro dell’ennesimo furto da parte di alcuni ignoti. E’ successo qualche ora prima della chiusura, quando una giovane coppia formata da una donna, probabilmente di origine brasiliana, con una bambina e un uomo vestito da donna, sono entrati nel negozio e hanno chiesto alla commessa consigli su alcuni vestiti per i regali di Natale. Successivamente, nel negozio è entrata una quarta persona, ovvero un uomo che sembrava stesse attendendo gli altri due mentre erano intenti a provare vari capi di abbigliamento, tra i quali una maglia in esposizione. Infine, i quattro ignoti compresa la bambina, sono andati via tutti insieme e la dipendente del negozio si è resa conto di essere stata vittima di un furto perché i malviventi non solo hanno prelevato alcuni capi per un valore di 185 euro, ma con destrezza hanno rubato anche i contanti, fra cui l’incasso della giornata, all'interno della sua borsa per un danno di circa 700 euro.Sempre nei giorni scorsi, sotto il mirino dei soliti ignoti, invece, è finita un'abitazione. Alcuni malviventi nel tardo pomeriggio, sono entrati dentro l'appartamento attraverso la porta d'ingresso e hanno prelevato vari monili in oro fra cui bracciali, collane, anelli e orecchini custoditi all'interno della gioielleria della casa. Il danno ammonta a circa 4 mila euro.
Stava tagliando un pino nel giardino di una abitazione privata. Ma l’ultimo taglio gli è stato fatale. E’ morto così, precipitando da circa dieci metri di altezza, il cinquantanovenne Patrizio Pistoletti. Artigiano, l’uomo si arrangiava in vari lavori anche di manutenzione e ieri mattina si era messo all’opera di buona ora. Aveva praticamente finito il suo lavoro e gli rimaneva da tagliare la cima di un pino, dopo che ne aveva ripulito tutto il tronco per il taglio definitivo. Ha ancorato la parte da tagliare a quella che sarebbe rimasta in piedi con una corda. Ma nonostante questo accorgimento, i due tronchi si sono scontrati, facendo sobbalzare il cestello gru su cui il cinquantanovenne stava lavorando. Con il colpo l’uomo ha perso l’equilibrio ed è precipitato di sotto, battendo violentemente contro la recinzione del Comune di Pieve Torina, che confina con il giardino su cui Pistoletti stava effettuando i lavori. Senza quella ringhiera probabilmente sarebbe caduto sul cumulo dei rami già tagliati, che avrebbero potuto fare da materasso e attutire l’impatto. Invece il destino ha scelto diversamente. Nell’ultima domenica prima di Natale. Immediata la chiamata ai soccorsi, con l’eliambulanza che da Ancona si è invano alzata in volo. Quando i sanitari del 118 sono giunti sul posto, infatti, non hanno potuto far altro che constatare il decesso della vittima. Sul posto, per i rilevamenti di rito, anche i Vigili del Fuoco di Camerino ed i Carabinieri della stazione di Pieve Torina. Il medico legale ha effettuato sul posto l’ispezione cadaverica ed il magistrato ha subito disposto la restituzione della salma alla famiglia. Sono stati gli stessi amici e familiari di Pistoletti ad aiutare gli operatori dell’impresa funebre a deporre il corpo esanime nella bara. Il figlio di Pistoletti, Federico, è uno dei giocatori del Muccia Calcio, con la società sportiva che ha richiesto il rinvio della gara di campionato prevista per oggi, in rispetto del lutto che ha colpito uno dei suoi ragazzi..
Palloncini bianchi e viola, i suoi colori preferiti, davanti alla Chiesa Santa Croce di Macerata volano in cielo con lei, Chiara Scirpoli, ventitreenne morta in Spagna una settimana fa.Si è conclusa così la cerimonia funebre, avvenuta questa mattina, con cui la città ha salutato la giovane Chiara, morta in circostanze ancora tutte da chiarire. Un quaderno fuori dalla chiesa ha raccolto le parole di condoglianze e ricordo della ragazza. Parole, tante, e silenzi per dire addio a una maceratese volata via troppo giovane.“Vogliamo ricordarti così: amavi la vita, hai sempre lottato anche di fronte a situazioni difficili, non era questo il tuo destino, non deve esserlo per nessuno, per chi ha vissuto così poco. Non dimenticheremo la tua semplicità, la voglia di vivere. Il tuo sorriso e i tuoi occhi possano illuminare i nostri giorni. A noi hai lasciato un vuoto immenso. Chiara ci mancherai tanto”. Queste le parole lette durante la cerimonia sull’altare della chiesa per salutare una maceratese, una ragazza, una figlia, una sorella morta senza una spiegazione.A dirle addio questa mattina c’era una città intera, presente anche il Sindaco Romano Carancini, stretta intorno ai suoi genitori, Francesco e Raffaella Ciuffreda, alla sorella, Valentina, ai parenti, agli amici e a tutti quelli che l’hanno voluta ricordare.Chiara era andata in Spagna ai primi di dicembre per cercare lavoro nella ristorazione. Prima di partire aveva scritto su facebook: “E si va… speriamo be”.Aveva anche lei deciso di andare all’estero, di fare quel viaggio verso l’ignoto che oggi accomuna rifugiati che scappano da guerra e fame, che il parroco Don Alberto ha voluto ricordare come “fratelli morti nel Mediterraneo e che non possono avere nemmeno un funerale”, e giovani italiani in fuga dalla disoccupazione.Era partita dall’Italia il 30 novembre, insieme ad altri amici che volevano solo fare una vacanza. Lei, invece, aveva deciso di rimanere, voleva andare a Siviglia e iniziare una nuova vita.A Macerata aveva frequentato per un anno l’Istituto statale d’arte “Cantalamessa” e poi l’Istituto professionale “Pannaggi”, ma non aveva completato gli studi.In Spagna nei primi tempi viveva in una casa di un suo amico di Macerata, che la ospitava. Ed è stato proprio il suo amico a trovarla senza vita la notte tra sabato e domenica scorsi. Il ragazzo ha poi avvertito le autorità spagnole, convinto che queste avvisassero la famiglia di Chiara. Invece i genitori di Chiara hanno saputo della morte della figlia solo martedì scorso.La morte di Chiara resta, tuttavia, ancora avvolta nel mistero. Secondo l’autopsia sarebbe morta per intossicazione di una sostanza che avrebbe assunto. Il medico legale, autorizzato dalla magistratura spagnola, si è preso sei mesi di tempo per realizzare una perizia dettagliata anche sui risultati delle analisi sui reperti istologici.Il legale della famiglia Scirpoli, Matteo Murgo, ha annunciato che presenterà un esposto alle autorità spagnole.Restano molti dubbi su come la giovane ventitreenne sia morta in una fredda notte di dicembre. Resta il ricordo e il dolore per una giovane maceratese morta troppo giovane.(Foto Si.Sa.)
Nega ogni coinvolgimento nella vicenda Banca Marche, in cui è indagato dalla Procura di Ancona insieme agli altri ex amministratori della banca, Germano Ercoli, imprenditore di Eurosuole e Golden Plast di Civitanova Marche.Durante il discorso annuale di bilancio delle due aziende che dirige, Ercoli ha espresso profonda amarezza per la vicenda di Banca Marche di cui è stato membro del Cda dal 2009 al 2012, ma ci tiene a prenderne le distanze e a ricordare che la situazione attuale è il risultato del “fallimento di un sistema, quello delle fondazioni, in cui persone non competenti facevano i banchieri”. “Ho accettato l’impegno nel Cda perché spinto da spirito di servizio, come amministratore indipendente ho agito secondo coscienza e i miei interventi nel Cda sono sempre stati orientati alla salvaguardia della Banca”.La delusione per lui è doppia perché Ercoli è anche uno dei tanti che aveva messo soldi nella banca. “Ho investito denaro in buona fede - ha detto l’imprenditore - e capisco l’amarezza e il disagio di chi ha perso i suoi soldi, perché è successo anche a me.”L’estraneità che Ercoli vuole sottolineare è totale: “Nel periodo in cui ero nel Cda, non ho mai chiesto un finanziamento alla banca, mai presentato un cliente e mai chiesto assunzioni di personale”.Ci tiene a ricordarlo l’imprenditore civitanovese che si trova di fronte “al rischio di veder screditata la mia immagine e quella dei miei collaboratori” - spiega e si domanda - chi ha fatto tutto questo il nuovo o il vecchio Cda?”L’imprenditore civitanovese ha le idee chiari su chi ha sbagliato nella vicenda Banca Marche e che oramai “a difendere gli istituti di vigilanza sono rimasti in due: uno a Macerata (un quotidiano on line, n.d.r.) e uno a Roma sul colle più alto (il Presidente della Repubblica, n.d.r.)”.
Furto in pieno giorno a Mecciano di Camerino. Erano settimane che i ladri non colpivano nella cittá ducale, dando l'illusione che l'ondata di furti e tentativi di furti dei mesi scorsi si fosse finalmente arrestata. Ma non è stato così. Una coppia residente a Mecciano è infatti rientrata a casa, trovando tutto sotto sopra. Immediatamente hanno capito cosa fosse accaduto ed hanno avvisato le forze dell'ordine. Sul posto, per i rilevamenti di rito, sono giunti i Carabinieri di Camerino, che hanno anche attivato una serie di controlli s territorio nel tentativo di intercettare i malviventi. Il bottino del furto messo a segno a Mecciano, stando ad un primo riscontro, è di alcune centinaia di euro poichè i ladri sono riusciti a portare via monili e alcuni oggetti in oro
Anche ieri sono stati denunciati nuovi furti in abitazione. Stavolta è toccato a San Severino. A finire nel mirino dei malviventi, due case in contrada Uvaiolo, lungo la strada che da San Severino porta a Serrapetrona. Si tratta di abitazioni singole, separate le une dalle altre e periferiche. I furti, secondo una prima ricostruzione, sarebbero stati messi a segno fra le 18 e le 20 di ieri. Nella prima casa colpita, i ladri si sono presi tutto il tempo, rovistando ovunque e portando via un bottino ancora in fase di quantificazione ma piuttosto ingente. Nella seconda, invece, forse disturbati dall'arrivo di qualcuno, hanno visitato solo un paio di stanze dove però sono riusciti a rubare oggetti d'oro per un valore di circa mille euro. Curioso come in questo caso ci fosse del denaro contante praticamente insieme all'oro, ma i malviventi se ne sono disinteressati. Per entrare, hanno rotto la finestra del bagno. Entrambi i furti sono stati denunciati ai carabinieri.
Il Comune di Cingoli prova a reagire e a contrastare gli ormai quotidiani e innumerevoli episodi di microcriminalità. "Per rispondere all'ondata di furti" spiega il sindaco Filippo Saltamartini "sono stati immediatamente rafforzati i controlli e la vigilanza sul territorio del Comune di Cingoli. La Polizia Municipale con gli Agenti del Corpo Forestale svolgeranno pattugliamenti congiunti. Ma le Autorità statali devono fare la loro parte e non lasciare i Comuni ad affrontare un problema che è riservato allo Stato dalla nostra Costituzione.Peraltro, a fine anno, riemerge la questione sicurezza nel periodo più topico per i furti in appartamento. Per questo motivo, la Polizia municipale di Cingoli è stata incaricata dal Sindaco di svolgere servizi mirati di controllo del territorio anche in orario notturno e serale.In questa attività di prevenzione e repressione della criminalità i vigili saranno impiegati anche con pattugliamenti congiunti con il Corpo Forestale della Stazione di Cingoli.Le numerosissime telecamere sparse in tutto il Comune dovrebbero consentire una copertura di informazioni tale da scongiurare questi pericolosissimi reati che attentano molto di più alla sicurezza personale delle famiglie che non il patrimonio. Questa situazione di insicurezza e non di sola percezione come si sta cercando di sostenere sta portando molte persone a blindare con inferriate e sistemi di allarme una convivenza che, in questo centro, non ha mai vissuto un clima di blindatura sociale.Ma il mondo è profondamente cambiato. E le migliaia di stranieri che vivono in Italia non si sa in che modo e con quali soldi, sono un'oggettiva risorsa per un catalogo di criminalità e di mafia che non richiede particolari approfondimenti".
Anche a Cingoli non si arresta l'ondata di furti in atto da diverse settimane. Due i furti messi a segno nella serata di ieri, dei quali uno in appartamento e uno di un'autovettura. I fatti si sono verificati in zone periferiche del capoluogo. Dall'appartamento, mentre i proprietari erano assenti, i malviventi hanno rubato monili in oro.Sempre ieri sera, a Montecassiano, i soliti ignoti hanno preso di mira la gettoniera di un'area di servizio. I malviventi l'hanno scardinata e se la sono portata via. All'interno della gettoniera erano contenuti circa tremila euro.Se questi colpi sono andati a segno, un altro è invece andato male a un cittadino tunisino che da qualche tempo risiede del maceratese. L'uomo, infatti, è stato arrestato dai carabinieri di Treia per furto aggravato dopo essere stato sorpreso dal proprietario all'interno di un garage. Il tunisino stava rubando una bicicletta, ma il proprietario del garage si è accorto di quanto stava accadendo ed è riuscito a bloccare il malvivente fino all'arrivo dei carabinieri. La bici è stata restituita al legittimo proprietario, mentre il tunisino è stato rinchiuso nel carcere di Camerino in attesa del processo per direttissima.Infine, sempre ieri sera, i carabinieri di Cingoli hanno ritrovato un'auto che era stata rubata nei giorni scorsi a Pollenza. Il mezzo, dopo gli accertamenti, è stato restituito al proprietario.
Intorno alle 12 e 30 di questa mattina due auto si sono scontrate in un incrocio in contrada Crocette di Morrovalle. Al volante di un Opel Vectra e una Toyota Yaris due persone, finite entrambe all’ospedale. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e un’ambulanza del 118.
E' un fenomeno che sembra davvero inarrestabile quello dei furti in appartamento. Ancora una volta ad essere colpito è il piccolo centro di Caldarola, dove nel tardo pomeriggio di ieri i malviventi hanno "visitato" due appartamenti in pieno centro, lungo viale Umberto I, sopra la filiale di Banca Marche. Gli appartamenti sono stati completamente messi a soqquadro. Il bottino non è di gran valore, ma sono stati rubati soprattutto ricordi che avevano un enorme valore affettivo. Il commento del figlio di una delle vittime su Facebook, insieme a una foto della stanza, è eloquente: "Spero tanto che chiunque voi siate adesso state leggendo. Questo è quello che avete lasciato. SIete esseri schifosi non tanto per il valore economico di quello che avete rubato, quel poco (che per noi era tanto) che avevamo, ma per aver portato via ricordi di una famiglia, oggetti del passato che non potranno essere sostituiti con niente al mondo. Avete distrutto una casa, una donna. Vi auguro una malattia per ogni lacrima che avete fatto versare a mia madre". Indagano i carabinieri
Nel pomeriggio di giovedì 17 dicembre molti cittadini del centro storico hanno trovato, nelle proprie cassette della posta, un bigliettino giallo, grande un ottavo del formato A4, con delle frasi misteriose, vaneggianti, minacciose, praticamente incomprensibili.E’ tempo di attentati terroristici, è tempo di banche fallite, quindi è ovvio che la cosa abbia suscitato non solo sconcerto, ma anche timori e allarmismi, perché ciò che non si capisce genera insicurezza e paura: non si sa come prendere la cosa, come eventualmente affrontarla.Non sappiamo se l’episodio meriti delle indagini da parte delle autorità preposte, ma possiamo portare un elemento rassicurante: gli stessi bigliettini, proprio uguali, dal contenuto non solo misterioso ma anche piuttosto sconclusionato, circa sedici mesi fa furono distribuiti nel quartiere Duomo di Recanati: ebbene, sedici mesi fa non si parlava né di terrorismo, né di azzeramento di azioni e di obbligazioni subordinate.Pare che gli stessi bigliettini gialli abbiano “avuto corso” anche a Macerata, ma non abbiamo elementi certi in proposito.A fronte di un caso come questo il cronista si chiede cosa fare: è giusto diffondere questa notizia? Non si rischia di dare soddisfazione all’autore delle sconclusionate frasi ? Di dargli una insperata visibilità, con il rischio di spronarlo a insistere? Ma forse è più importante rassicurare la gente: niente di nuovo sotto il sole, non c’entrano i terroristi né le banche, il gioco è già stato espletato diciotto mesi fa, si tratta solo di una recidiva.
La sua colpa? Provare a vivere all’occidentale. Provare a vestire all’occidentale. Provare a studiare all’occidentale. E di conseguenza, provare ad integrarsi pienamente nella terra in cui adesso vive, specialmente in quell'età in cui da bambini si diventa adulti e i problemi sembrano talvolta insormontabili.La vittima è una ragazzina di neanche 15 anni di origini marocchine che frequenta il primo anno di una scuola superiore dell'entroterra maceratese. Non forniremo nessun altro particolare che possa renderla riconoscibile.Qualche giorno fa, è stata picchiata dalla madre alla fermata del pullman mentre stava per rientrare a casa. Il motivo? Non portava il velo e si era truccata: un atteggiamento "troppo moderno" e non in linea con i dettami dell’Islam.Secondo quanto raccontato da amici e compagni di scuola, la 15enne al mattino, nel tragitto in pullman che da casa la portava a scuola, era solita togliersi il velo e truccarsi. Probabilmente un modo per sentirsi più a suo agio o, forse, per farsi accettare meglio dai compagni. Tutto questo, ovviamente, succedeva all'insaputa dei familiari. Prima di arrivare a casa, invece, si struccava e rimetteva il velo. L'altro giorno, dopo essere uscita da scuola, mentre senza velo e ancora truccata si incamminava insieme ad alcune amiche verso la fermata dell'autobus è successo quello che non doveva succedere. Infatti, la ragazzina da lontano ha visto arrivare la madre. La donna è andata incontro alla figlia, l'ha presa per i capelli e l'ha schiaffeggiata. Una delle amiche ha cercato di intervenire per calmare le acque, ma la madre della giovane l'ha allontanata urlandole qualcosa contro. Tutta la scena è stata filmata da un'amica della giovane con il telefonino. Nel frattempo qualcuno ha chiesto l'intervento delle forze dell'ordine, in questo caso la polizia municipale, che quando sono intervenute avrebbero invitato madre e figlia ad allontanarsi e ad andare a casa. Da quel giorno, da quanto si è saputo, la ragazza si rifiuta di tornare a scuola per la vergogna. Il video dell'episodio sarebbe in mano alle forze dell'ordine.La vicenda è ormai sulla bocca di tutti e a scuola non si parla d'altro.
Non si arresta l'ondata di furti che sta colpendo Tolentino. Tre appartamenti sono stati violati nel pomeriggio di oggi, la zona colpita è quella dell'ex fornace. Il bottino è ancora in fase di quantificazione e i furti sono stati tutti denunciati ai carabinieri della Compagnia locale.
Paura questa sera nella superstrada 77 dove un'auto ha tamponato un tir. E' accaduto verso le ore 19 e 15, sulla superstrada 77 direzione mare-monti poco dopo lo svincolo per Belforte, quando una Giulietta ha tamponato un tir. Nell'urto, sono scoppiate le ruote posteriori del mezzo pesante: l'autista ne è uscito illeso. Invece, la peggio la ha avuta il conducente della Giulietta che ha riportato qualche contusione, ma sembrerebbe nulla di grave. Sul posto i carabinieri della Compagnia di Tolentino, 118 e vigili del fuoco.(FOTO SI. SA)