Nel corso della serata di ieri dalle 20 alle 2, sei pattuglie di Carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche hanno proceduto ad un servizio straordinario di controllo del territorio nei comuni di Civitanova Marche, Potenza Picena, frazione Porto e Porto Recanati, finalizzato a contrastare il fenomeno dei reati contro il patrimonio.Nel corso dei controlli, anche con l’attuazione di posti di blocco, in Porto Recanati, è incappato un italiano di 55anni, di origini siciliane, che doveva espiare 11 mesi e dieci giorni di reclusione per il reato di rapina, commessa nel 2005 nella provincia di Macerata. Dopo le formalità di rito è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Camerino.Invece, a Civitanova Marche, verso le 2, il conducente di un ciclomotore alla vista dei Carabinieri, impegnati in un posto di controllo, invertiva la marcia e prontamente inseguito, imboccava la pista ciclabile che porta a Civitanova Marche Alta per poi darsi alla fuga a piedi per le campagne, abbandonando il mezzo, un Aprilia Scarabeo di colore nero risultato rubato in città il 25 scorso e un borsone risultato contenere tubi e cavi in rame per circa 40 kg di peso e un piccolo quadro raffigurante il volto di Leonardo da Vinci, verosimilmente placcato oro. Lo sconosciuto, pur se inseguito, grazie al buio, è riuscito a far perdere le proprie tracce. Il motorino rubato è stato riconsegnato già al legittimo proprietario mentre per il materiale in rame e il quadro, sono in corso degli accertamenti per verificare da quale abitazione o cantiere possano provenire.Poco dopo, c'è stato anche un tentativo di furto in un capannone della zona industriale B di Civitanova Marche, dove però è scattato l’allarme e subito si è portata una pattuglia di Carabinieri e il personale della vigilanza privata. Dall’esame poi del sistema di videosorveglianza si sono visti due uomini incappucciati che poco prima l’arrivo delle pattuglie si sono dati a una precipitosa fuga. Le ricerche in zona hanno dato esito negativo.Nel corso del servizio, inoltre, sono state identificate circa 40 persone e 36 veicoli ed elevate 7 contravvenzioni al Codice della Strada.
Brutta fine per un tasso che ieri sera poco dopo le 22 si era avventurato per il centro di Macerata.Mentre stava attraversando in via Leopardi, non molto distante da Rampa Zara, l'animale è stato centrato da un'auto che non si è neanche fermata ed è morto. Sul posto, chiamati ad intervenire da un passante che ha visto la carcassa in mezzo alla strada, sono arrivati i carabinieri. Per rimuovere il povero animale è stato necessario l'intervento di un veterinario dell'Asur.
Acquista un telefono on line, ma il tempo passa e non riceve nulla e capisce di essere stato truffato.Navigando sui siti dedicati, un signore di Macerata trova un telefono cellulare di suo gradimento. Segue le istruzioni, chiama il venditore, si accordano sul prezzo e l'uomo deposita quanto pattuito su una carta di credito ricaricabile.Queste sono in linea di massima le fasi di un “negozio giuridico telematico” che quotidianamente avvengono.Ma questa volta l’acquirente è rimasto a bocca asciutta. Nonostante avesse pagato, il telefono non arrivava. Dopo numerose insistenze rimaste senza alcun esito, decide di rivolgersi ai carabinieri perchè si rende conto che qualcosa è andato storto.Le indagini dei militari ripercorrono le tracce telematiche: vengono analizzati i dati delle movimentazioni della carta segnalata e i carabinieri individuano una persona, di giovane età, di origini campane, come autrice della truffa.La donna ora dovrà rispondere di truffa: del telefono, ovviamente, nessuna traccia.
Spaccia eroina al terminal dei bus di Macerata e viene arrestato dai carabinieri.Nel pomeriggio di ieri i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, durante uno dei tanti servizi messi in campo per raffrenare l’uso e lo spaccio di stupefacenti, vicino ad un capolinea di autobus di Macerata, una delle zone maggiormente “battute” dai militari, hanno assistito ad uno scambio di dose tra due giovani. Intervenuti proprio nel momento in cui avveniva il “triste” passaggio, hanno recuperato la dose di stupefacente che è risultato essere eroina.Il giovane, un 28enne originario della Sicilia ma residente in provincia di Ancona, è stato arrestato con l’accusa di spaccio. La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire altri due grammi di eroina, quasi un grammo di cocaina, un pezzetto di hashish e tutto l’armamentario per il confezionamento.In mattinata in tribunale a Macerata si terranno l’udienza di convalida ed il processo per direttissima.
Questa mattina alle 6,30 il titolare della ditta Enrico Rosetti di Botontano di Cingoli si è trovato di fronte ad una scena davvero inquietante: durante la notte dal suo capannone sono stati trafugati 2 Fiat Iveco, 4 assi da Cava e un quantità indefinita di attrezzature varie, per un valore che supera i 300.000 euro.Durante la notte i malviventi hanno infatti scaricato uno dei mezzi della ghiaia che era sul cassone e dopo aver spostato una pala meccanica e un furgone si sono dileguati con un altro Fiat Iveco.Sono entrati nel capannone da una finestra dopo aver disinserito il sistema di allarme. I vicini non hanno sentito alcun rumore sebbene tutta l’esecuzione del furto ha avuto fasi piuttosto rumorose.Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Cingoli e il nucleo scientifico di Macerata. Le indagini sono indirizzate a 360 gradi.Comprensibilmente preoccupato il sindaco Filippo Saltamartini che ha commentato su facebook:"Vogliono chiudere gli occhi sulle bande di criminali che stanno saccheggiando il nostro territorio.Questo genere di rapine di ingenti proporzioni economiche per le imprese del settore che stanno subendo anche gli effetti della crisi delle costruzioni, può dare il colpo di grazia finale all’industria delle estrazioni, nelle Marche. Le modalità criminali si ricollegano alle Bande del Foggiano e richiamano la rapina in Autostrada con armi pesanti sui furgoni che trasportavano milioni di euro trafugati qualche mese fa. Ed è chiaro che in una Regione quasi totalmente scoperta dai controlli delle Forze di polizia, con un organico risibile, il rischio di essere arrestati è quasi nullo. Tant’è che non si conoscono esiti fruttuosi di queste indagini da anni. Negli ultimi tempi si sono registrati il furto di trattori dall’Officina Spadoni; il furto di muletti e camion a San Faustino da Luciano Rosetti; il furto a Montefano dalla ditta Paoloni di 3 camion Mercedes da cava e questa notte la sottrazione di 2 Fiat Iveco dalla Cava Rossetti del valore complessivo di oltre 300.000 euro.Tutti reati impuniti che aumentano l’arroganza e la penetrazione della criminalità.Non si riesce a capire chi abbia interesse a sottovalutare ciò che sta accadendo. Il furto di più camion e attrezzatura varia presuppone che l’esecuzione del reato sia stata eseguita da un numero elevato di malviventi. E sappiamo pure che in questi casi l’organizzazione del reato mette anche in conto l’impunità e tutti gli stratagemmi idonei per sfuggire alle Forze dell’Ordine.C’è pure da chiedersi se per caso dovesse intervenire una sola pattuglia, quali rischi correrebbero questi militari o i proprietari di questi mezzi, di fronte a malviventi senza scrupoli e verosimilmente muniti anche di armi pesanti. E’ giunto il momento di pensare che la nostra bella Regione si sta trasformando in una bella opportunità per ogni tipo di misfatto criminale. In realtà abbiamo la colpa di non avere (geneticamente) mafia, ndrangheta e camorra o nuova corona unita. Ed inoltre abbiamo anche la colpa di avere la più alta percentuale in Europa di Imprese e di fatturare una percentuale alta del PIL nazionale in rapporto allavpopolazione residente che contribuisce in modo significativo al gettito tributario nazionale . Ma non abbiamo il diritto di avere più polizia e carabinieri e magistrati, in una sola parola non abbiamo il diritto ad avere <<sicurezza>>. Dopo la manifestazione davanti alla Prefettura a Macerata forse è il caso di rinnovare un’altra.E’ questo l’unico strumento che la democrazia mette a nostra disposizione per non subire tutto questo. Se vogliamo dire basta, prima che sia troppo tardi".
Tenta la rapina ai danni della filiale UbiBanca (ex Banca Popolare di Ancona) in viale Don Bosco a Macerata, ma all'interno trova un poliziotto fuori servizio che lo ferma.Non è stato decisamente fortunato il malvivente solitario, un 50enne di origini campane residente a Macerata, che questo pomeriggio intorno alle 15 è entrato in banca e, impugnando un sacchetto, ha intimato la cassiera di dargli i soldi. Infatti, proprio in quel momento all'interno dell'istituto di credito era presente un poliziotto fuori servizio, un ispettore della Questura di Macerata, che stava facendo delle commissioni. Non appena il rapinatore ha chiesto i soldi, il poliziotto si è qualificato e ha immobilizzato il bandito, mentre i dipendenti della banca davano l'allarme.Il malvivente, sembra alle prese con problemi di natura psichica, è stato denunciato a piede libero per tentata rapina aggravata.Nelle concitate fasi della tentata rapina, una dipendente dell'istituto di credito ha accusato un malore e si è reso necessario l'intervento di un'ambulanza.(in aggiornamento)(Foto Si.Sa.)
Pezzi di bare, fotografie di defunti, lapidi rotte, odori insopportabili: questa la situazione incredibile che si sono trovati di fronte nei pressi dell'area cimiteriale i cittadini del comitato No Crem di Civitanova. Una vicenda quasi assurda, se non fosse per i riscontri che hanno portato il presidente del comitato Alberto Mobili a chiedere l'intervento del Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri e della polizia provinciale che hanno trasmesso gli atti alla Procura di Macerata.Questo il testo della lettera indirizzata al sindaco Tommaso Corvatta:"Egregio Signor Sindaco, Ancora una volta abbiamo dovuto farci carico della responsabilità di tutelare interessi legati alla salute, all'ambiente, alla tutela del territorio e di tutta la collettività civitanovese che ha i suoi cari presso il cimitero di Civitanova Alta. Dietro le sollecitazioni di alcuni cittadini, che ci segnalavano la persistente presenza di forti e cattivi odori, provenienti probabilmente dell'area cimiteriale, passando per una strada vicinale, ci siamo recati sul posto da cui sembravano provenire gli odori, accessibile da chiunque in quanto assolutamente privo di qualsiasi recinzione o divieto. Abbiamo quindi effettuato un sopralluogo, cogliendo anche l'occasione per visitare il sito presso il quale le società presentanti il nuovo progetto di forno crematorio vorrebbero che esso sorgesse. Tale sito, denominato ex Beruschi, si trova collocato sempre all’interno dell’area cimiteriale in oggetto, distante solo qualche decina di metri, rispetto al luogo a cui si fa riferimento nella precedente delibera n 66 del marzo 2015 Subito si è palesata ai nostri occhi una situazione a dir poco incredibile e fuori da ogni normale logica: oltre agli odori, che sembravano provenire proprio da quel luogo, nell'area erano presenti due containers semiaperti all’interno dei quali vi erano pezzi di bare di legno, nell' uno, e casse di zinco, evidentemente provenienti da estumulazioni, nell'altro. C'erano poi alcune altre casse di zinco abbandonate sul terreno, che emanavano forti ed acri odori; vi erano, poi, un cumulo di materiali edili inerti composti in buona parte da lapidi rotte; su di un muretto, collocate in bella mostra l’una di fianco all’altra numerose fotografie di defunti provenienti da lapidi; un vecchio carro mortuario e altri rifiuti di diverso genere. Sgomenti per la situazione ravvisata ed enormemente preoccupati per le problematiche connesse allo smaltimento dei rifiuti speciali, nonché per la gestione di questa parte dell'area cimiteriale, non volendo dare giudizi affrettati, ma avere la certezza circa la problematicità di una situazione che a noi è parsa grave e preoccupante, abbiamo investito del problema la polizia provinciale e il Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri di Ancona. Questi, in breve tempo e con la massima disponibilità, hanno effettuato un sopralluogo e, una volta verificata e cristallizzata la situazione e eseguiti gli accertamenti di rito, per quanto ci è dato sapere, hanno trasmesso gli atti alla procura della Repubblica di Macerata. Probabilmente, anche a seguito di quanto segnalato in questi giorni, nell'area si sono susseguiti dei lavori di pulizia e messa in sicurezza, anche con l'istallazione di recinzioni e segnali che dalla strada vicinale ne impediscono l'accesso. Ora attendiamo fiduciosi che si faccia chiarezza e che l'amministrazione comunale verifichi scrupolosamente, e nel caso riscontri irregolarità, prenda i necessari provvedimenti. Con queste premesse, visto come è stata gestita sino ad ora questa area, siamo sempre più perplessi e preoccupati di come potrà essere gestito un impianto così impattante e complicato anche nello smaltimento dei rifiuti speciali che produrrà e di cui non si conosce ancora esattamente né a chi verrà affidato lo smaltimento né con quali procedure questo verrà effettuato né a chi sarà affidata la responsabilità del controllo delle procedure. Il presidente del comitato No Crem. Alberto Mobili
Un gran movimento di ambulanze e sirene dei vigili del fuoco ha allarmato questa mattina i residenti del centro di Civitanova.Intorno alle 10, i soccorsi si sono movimentati in massa, dopo la segnalazione arrivata da una signora che su Facebook aveva letto il post di un suo amico che annunciava di volersi togliere la vita. I mezzi con i sanitari a bordo e quelli dei pompieri si sono diretti precipitosamente in una casa di corso Garibaldi, ma al loro arrivo, in realtà, non c'era nessuno.Infatti, l'uomo non vive a Civitanova ma a Visso. Sono stati subito avvisati i carabinieri della Stazione interessata che, prontamente, sono andati a verificare le sue condizioni nella casa dove vive. L'uomo se ne stava assolutamente tranquillo e, apparentemente, senza intenzioni bellicose, tanto che l'allarme è subito rientrato.
Ancora uno spettacolo indecoroso e, soprattutto, pericoloso a Civitanova.Al parco di via Guerrazzi, infatti, all'interno di una fioriera alcuni cittadini hanno trovato diverse siringhe utilizzate quasi certamente dai tossicodipendenti per drogarsi.Questa tesi viene suffragata anche da testimonianze di passanti che, in pieno giorno, hanno notato una coppia sulla quarantina intenta ad utilizzare sostanze stupefacenti seduta sopra i giochi per i bambini.La richiesta di sicurezza arriva ogni giorno sempre più forte, specialmente in queste zone frequentate dai bambini messi a rischio da comportamenti irresponsabili e incivili.
E’ costante, l’attività di prevenzione e repressione al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti in città e in provincia da parte delle Fiamme Gialle di Macerata, che operano in stretto coordinamento con la Procura della Repubblica.Quotidianamente, diverse sono le pattuglie impegnate nell'attività di perlustrazione e controllo economico del territorio, anche con la finalità di far percepire nel diuturno la presenza del Corpo in tutti i Comuni della provincia.Nel corso di uno specifico servizio antidroga, attuato nella nottata all’uscita del casello autostradale di Civitanova Marche, i finanzieri hanno sottoposto a controllo un’autovettura condotta da una persona originaria del casertano, ma residente a Macerata.Con l’aiuto del cane antidroga Uro, si è proceduto all’ispezione del veicolo. Immediata è stata la reazione del cane, che ha subito fiutato lo stupefacente: 1,2 chilogrammi di marijuana abilmente occultati in due pacchi.Le conseguenti perquisizioni domiciliari, operate in flagranza di reato, hanno poi permesso di rinvenire e sequestrare 57,5 grammi di hashish, una parte dei quali erano occultati nel sottotetto di una delle abitazioni perquisite.Oltre agli stupefacenti, sono stati sequestrati l’autovettura, un bilancino di precisione ed un telefono cellulare.L’uomo, Giuseppe Capuano, classe 1974, è stato tratto in arresto e condotto nella Casa Circondariale di Camerino, a disposizione del Pubblico Ministero. Mentre i suoi complici, un dominicano e un’italiana, sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Macerata.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Macerata, a conclusione di una complessa ed articolata attività investigativa, tesa ad individuare gli autori di numerosi incendi avvenuti lungo la costa, questa mattina hanno tratto in arresto a Civitanova il pluripregiudicato Davide Nicolosi, in esecuzione di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Macerata, che aveva concordato pienamente con le risultanze investigative prodotte dei militari operanti.Questa attività è stata svolta con l’ausilio di indagini tecniche audio/video e testimoniali che hanno consentito di acquisire gravi e precisi indizi di colpevolezza nei confronti di Nicolosi, il quale, in concorso con altri due indagati italiani, nella notte del 13 agosto 2015, aveva dato alle fiamme, utilizzando liquido infiammabile, un’autovettura Audi A6 di proprietà di un addetto al servizio di sicurezza di nota discoteca di Civitanova, parcheggiata in via Solferino. Le fiamme si propagavano anche ad un'altra Audi A6 in sosta nelle vicinanze, di proprietà di un commerciante del luogo.Dalle indagini è emerso che l’incendio è stato commissionato da un pregiudicato residente a Civitanova Marche, per rancori personali verso il bodyguard, a seguito di una discussione avvenuta all’interno del locale notturno.Davide Nicolosi è stato posto agli arresti domiciliari nella propria abitazione a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Macerata.Il nuovo arresto segue le recenti operazioni di servizio messe a segno da questo Comando provinciale, che hanno permesso di scoprire gli autori di molteplici incendi avvenuti negli ultimi mesi lungo la costa, spesso commissionati per il malcostume dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni attraverso una giustizia facile e sommaria.
Ancora furti a Monte San Giusto.Nel tardo pomeriggio di ieri due abitazioni site a ridosso della strada provinciale sono state “visitate” da ignoti i quali, approfittando dell’assenza dei proprietari, dopo aver rotto le finestre, si sono introdotti all'interno rubando asportando alcuni monili e denaro contante per poche centinaia di euro.Indagano i carabinieri.
Loriana Dichiara aveva quasi sicuramente un secondo profilo Facebook e gestiva una pagina pubblica dove il 12 febbraio aveva scritto un post che, letto oggi, era una triste premonizione: "Certe persone dovrebbero capire quando è il momento di togliere il disturbo. E io tolgo il disturbo".Alla notizia del ritrovamento del corpo senza vita dell'avvocatessa di Montegiorgio, sulla pagina Pippi Calzelunghe non a caso è comparso questo post che lascia chiaramente intendere come la pagina stessa fosse collegata a Loriana Dichiara: "Questa pagina è in lutto per la scomparsa della sua Fondatrice Maria Chiara Bionchi (Pippi Calzelunghe), non si pubblicherà nulla finchè la famiglia non deciderà il destino della Pagina. Riposa In Pace Amica Mia.... Ti Adoravo e Rimarrai per sempre Nel Mio Cuore. Ciao Malandrina". A seguire una lunghissima serie di messaggi di sgomento e cordoglio, tutti riconducibili a Loriana, anche se in tantissimi non sapevano che a gestire la pagina fosse proprio lei.Fra i commenti si legge "ma sì, Pippi c'è... ha lasciato il segno di una visione ironica e scherzosa e insieme disincantata della vita. ha aiutato me, tutti noi,ad affrontarla sorridendo, mentre lei..." e ancora " nessuno ha saputo cogliere il suo disagio, lo nascondeva bene con la sua ironia, ma rileggendo adesso i post del 12 e 14 febbraio... r.i.p.".E un altro amministratore sta pensando per rispetto di chiudere questa pagina aggiungendo "Un dispiacere immenso ... una cosa che ancora non riesco a percepire come vera ... ciao tesorino ti ricorderò con tenerezza per la tua ironia .. per la tua forza che purtroppo ha ceduto all'improvviso".Stesso discorso per il profilo di Maria Chiara Bionchi (Pippi Calzelunge). Anche questo era gestito quasi certamente dall'avvocatessa di Montegiorgio e pure qui ieri sono comparsi centinaia di messaggi di incredulità e affetto.Paradossale come in questo profilo (chiuso e accessibile solo agli amici), Loriana Dichiara scrivesse di frequentare "l'università della vita. E la frequento ancora".Nulla di losco, nulla di segreto. Probabilmente con questo secondo profilo, la donna esprimeva meglio la sua enorme sensibilità, senza dover rendere conto a conoscenti e amici di quanto scriveva.Di certo, nessuno è riuscito a comprendere l'enorme disagio che viveva e che pure ha cercato di esternare, anche se la sua apparente gioia di vivere non ha dato la possibilità di poterla aiutare prima che mettesse in pratica il suo tremendo proposito. E che oggi, alla luce di quello che scriveva poche ore prima di sparire, lascia tutti gli amici ancora più attoniti e sconcertati.
Loriana Dichiara si è uccisa. Non ci sono dubbi sulla dinamica di una vicenda che per oltre una settimana ha tenuto con il fiato sospeso familiari, parenti e amici dell'avvocatessa 56enne di Montegiorgio.A suffragare l'ipotesi del suicidio ci sono elementi inconfutabili trovati dai carabinieri nella Fiat Punto della donna, trovata nel parcheggio privato della Pia Casa Hermes a Loreto.Un biglietto e le boccette di medicinali rinvenute all'interno dell'auto spiegano perchè Loriana Dichiara ha deciso di porre fine alla sua vita. Nel biglietto ha scritto chiaramente che non voleva essere salvata, di rifiutare ogni forma di accanimento terapeutico e di essere favorevole alla donazione degli organi. Forse la donna aveva scoperto di essere malata e questo, inserito in un contesto nel quale da qualche tempo soffriva anche di una forma di depressione, può aver scatenato nella sua mente l'idea di farla finita.Anche il luogo dove ha scelto di morire probabilmente non è casuale: da quanto si è appreso, era molto devota alla Madonna di Loreto e proprio a due passi dal Santuario della Santa Casa si è lasciata morire.Ora restano da ricostruire le ultime ore della vita dell'avvocatessa. Il decesso risalirebbe a circa 48 ore prima del ritrovamento. Resta, quindi, un buco nero di almeno quattro giorni nei quali di Loriana Dichiara non si è saputo più nulla, come se fosse scomparsa letteralmente dalla faccia della terra per poi ricomparire drammaticamente questa mattina in un parcheggio di Loreto. Dove è stata Loriana da domenica a venerdì? Nessuno l'ha vista nè sentita? Dove ha mangiato? Insomma, ci sono ancora da risolvere tutta una serie di interrogativi che partono dal famoso prelievo di 50 euro alla Bcc di Civitanova Alta di domenica, al disfarsi del telefonino, a questo punto con il chiaro intento di non essere rintracciata. Ma, malgrado questo, per attuare il suo insano proposito, ha atteso ancora qualche giorno, alimentando un mistero che, forse, Loriana Dichiara ha voluto portare con sè nella tomba.(Foto Si.Sa. & Guido Picchio)
Voleva entrare allo stadio con un cutter, ma è stato fermato dalla polizia e denunciato. Per lui sarà chiesto anche il Daspo.Protagonista è un tifoso dell'Ancona che stava per entrare all'Helvia Recina di Macerata con un oggetto pericoloso. In occasione della partita di ieri era stato disposto un piano di viabilità e di parcheggi ad hoc, proprio nella previsione di numeri superiori a quelli ordinari. È stato anche pianificato un percorso che agevolasse e rendesse più breve i tempi di accesso all’impianto sportivo, nel rispetto dell’esigenza di effettuare i controlli da parte delle Forze dell’Ordine.Nell’espletamento di tali servizi, durante l’afflusso dei tifosi ospiti, un tifoso dell’Ancona è stato trovato in possesso di un cutter immediatamente sequestrato, fatto per cui l’uomo verrà denunciato all’autorità giudiziaria e dato avvio, da parte della Questura al procedimento volto all’irrogazione del Daspo. I tifosi ospiti hanno introdotto in modo fraudolento all’interno del loro settore un megafono e sono attualmente in corso accertamenti volti alla loro identificazione per la successiva irrogazione della sanzione amministrativa pecuniaria prevista per violazioni al regolamento d’uso dello stadio tra le quali in divieto di introduzione di strumenti atti all’amplificazione della voce.Analoga attività è in corso nei confronti di alcuni tifosi ospiti che al termine dell’incontro, si sono arrampicati sui separatori tra i vari settori rivolgendo frasi provocatorie nei confronti dei tifosi locali. Anche in questo caso, verranno applicate le sanzioni amministrative pecuniarie nei loro confronti.Grazie, inoltre, alla pianificazione dei percorsi di afflusso e di esodo degli spettatori (sia ospiti che locali) è stato possibile al termine dell’incontro fare uscire contemporaneamente dall’impianto di gioco i tifosi di entrambe le squadre.Ottimo sia in fase di afflusso che di deflusso, il lavoro svolto dalla Polizia Municipale che ha assicurato la viabilità in tutta la zona interessata dall’evento dove non si sono registrati intoppi o ritardi tali da poter creare ritardo ai cittadini.
Nel corso di mirati servizi volti al controllo del trasporto merci effettuati a tappeto sul tutto il fine settimana dalla Polizia Stradale, il personale della Sezione di Macerata, diretto dal Vice Questore Aggiunto Stefania Minervino, ha accertato 40 infrazioni al Codice della Strada e leggi complementari.Una delle più gravi è stata commessa da parte di un vettore di nazionalità polacca che ha violato la normativa relativa alle prescrizioni che disciplinano il cosiddetto cabotaggio, ossia la possibilità da parte di un vettore straniero di effettuare un trasporto merci in Italia. Tale attività illecità infatti, determina spesso deprecabili ipotesi di concorrenza sleale nei confronti di trasportatori nazionali. A carico del conducente ucraino sono state elevate sanzioni per un totale di 4.500 euro e il fermo amministrativo del complesso veicolare per 3 mesi, sanzioni particolarmente pesanti che stanno a dimostrare la gravità delle violazioni commesse.Nello stesso contesto la Polizia Stradale, anche grazie all’ausilio fornito dal personale tecnico della Motorizzazione Civile di Macerata che mette a disposizione il Centro Mobile di Revisione, ha inoltre controllato 2 autoarticolati di nazionalità iraniana, ai quali sono state elevate 12 infrazioni al Codice della Strada. I motivi delle irregolarità sono risultati i seguenti: i mezzi erano privi di freni di stazionamento su quasi tutti gli assi, le sospensioni ai semirimorchi risultavano inefficienti e gli pneumatici usurati oltre il limite consentito dalla normativa. A seguito delle gravi irregolarità riscontrate, i veicoli sono stati sospesi dalla circolazione.Sempre nel corso dei medesimi servizi, la Polizia Stradale ha anche proceduto al controllo di un mezzo pesante di nazionalità italiana, proveniente dalla Puglia, che circolava con la motrice sottoposta a pignoramento. A seguito della recente modifica dell’art. 521bis cpc, la motrice veniva sottoposta a sequestro e affidata in custodia giudiziaria, a disposizione dell’Ufficio Aste Giudiziarie di Colbuccaro. Contestualmente, ai sensi dell’art. 46 della L. 298/74, veniva sottoposto a fermo amministrativo per 3 mesi, in quanto sprovvisto del titolo autorizzativo ad effettuare il trasporto merci in conto terzi e sanzionato per 4.130 euro.
Perde il controllo dell'auto che prima va a sbattere contro un albero e poi si ribalta.E' successo intorno alle 13 a Sambucheto di Montecassiano dove una persona alla guida di una Citroen Xantia non è riuscito a controllare il mezzo per cause ancora in corso di accertamento ed è finito fuori strada.Insieme a lui, nella macchina c'era un'altra persona: si tratta di due cittadini di origine albanese di 55 e 25 anni. Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi e i sanitari del 118 hanno richiesto l'intervento dell'eliambulanza da Ancona.Le condizioni delle due persone rimaste intrappolate nelle lamiere e estratte dalle lamiere dai vigili del fuoco sono piuttosto serie. Uno dei due è stato portato in eliambulanza ad Ancona, mentre l'altro ferito è stato accompagnato in ambulanza a Macerata.(Foto Si.Sa.)
Il corpo senza vita di Loriana Dichiara, l'avvocatessa 56enne di Montegiorgio scomparsa da domenica 14 febbraio, è stato ritrovato questa mattina nel parcheggio privato della casa di cura Pia Casa Hermes a Loreto.Il cadavere era disteso sul sedile posteriore della Fiat Punto della donna, all'interno della quale è stata trovata una bottiglietta d'acqua all'interno della quale sono stati sciolti dei medicinali, sembra psicofarmaci, e un biglietto nel quale la donna spiega i motivi del suo gesto e dove si dice contraria all'accanimento terapeutico, mentre dà il suo consenso alla donazione degli organi.Il biglietto si concluderebbe con un laconico "ciao". Il tenore del messaggio potrebbe lasciar intendere che la donna soffrisse di qualche patologia importante per via della quale avrebbe messo in atto questo estremo gesto.Sul posto stanno intervenendo tutte le autorità, anche se sembra non ci siano dubbi sul fatto che si sia trattato di suicidio.Restano, comunque, ancora tante zone d'ombra su questa vicenda. Se venisse confermata l'ipotesi che il corpo di Loriana Dichiara fosse lì da un paio di giorni, dove è stata prima?Il ritrovamento del corpo probabilmente è solo un primo punto di partenza per cercare di fare luce su una storia dove i lati oscuri restano ancora tanti. Troppi. (La polizia scientifica mentre analizza le boccette trovate nell'auto)
La Catena di Sant'Antonio è puntualmente arrivata anche in provincia di Macerata, ma la Polizia Postale mette in guardia sulle conseguenze di quello che sembra un innocuo giochino da fare in rete.Nella pagina "Una vita da social" gestita dalla Postale, è stato postato un messaggio chiaro: "Da alcuni giorni circola questo messaggio tra le mamme: 'Sfida delle mamme. Sono stata nominata da @@@@@@ per postare 3 foto che mi rendano felice di essere mamma. Scelgo alcune donne che ritengo siano grandi madri. Se sei una madre che ho scelto copia questo testo inserisci le tue foto e scegli le grandi madri'. "Mamme. Tornate in voi. Se i vostri figli sono la cosa più cara al mondo" scrive la Polizia Postale "non divulgate le loro foto in Internet.O quantomeno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere.Se questo non vi basta, considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi".Questo avviso, però, non è stato gradito da alcune mamme che hanno replicato sottolineando la libertà di ognuno a poter pubblicare le foto dei figli.Polemiche che hanno portato la Polizia Postale ad un nuovo intervento: “Noi ci limitiamo a darvi consigli, poi ognuno è libero di fare come vuole. La nostra casella messaggi è piena di richieste d’aiuto riguardo al furto di foto. Qualche settimana fa una pagina facebook ha organizzato un concorso (non ufficiale) “Vota il bambino più bello”. Centinaia sono state le foto mandate da genitori. Ripeto una pagina, non un profilo. Che fine faranno quelle foto? Ve lo siete mai chiesti? Quello che a volte può sembrare un gioco ingenuo, per alcuni si è trasformato in un vero e proprio incubo“.Un pizzico d'attenzione, insomma, in questi casi è decisamente più che necessario.
In un pomeriggio di gennaio, una ragazza minorenne, terminata la lezione in palestra a Macerata, si accorge che la sua borsa è sparita.Allora si rivolge ai carabinieri per sporgere denuncia. Gli uomini del nucleo operativo della Compagnia di Macerata battono la zona, ascoltano persone, verificano eventuali telecamere.Alla fine spunta una pista. I militari la battono insistentemente e arrivano a individuare un soggetto: si tratta di un 36enne, con precedenti, residente a Macerata.Gli elementi raccolti lo inchiodano alle sue responsabilità. L’uomo è stato denunciato per furto aggravato.