Aggressione a colpi di cacciavite e coltello: denunciati per minacce e lesioni due uomini di nazionalità peruviana di 35 e 53 anni. Il fatto risale alle ore 23:00 di venerdì scorso, ma è stato reso noto soltanto oggi.
Ad accorgersi per primi di quanto stava avvenendo sono stati due poliziotti della questura di Macerata, che liberi dal servizio, mentre transitavano a piedi in Corso Cavour, giunti all'altezza della Galleria Luzio, hanno notato la presenza di due soggetti che stavano correndo verso un'auto. r
Saliti a bordo, hanno acceso il motore per poi partire a forte velocità in direzione centro città. A poca distanza gli agenti in borghese hanno avvistato un gruppo di persone che stava litigando animatamente tra loro. Tra questi un uomo, che era stato evidentemente percosso e presentava il volto tumefatto e una ferita da arma da taglio al braccio destro.
Subito intervenuti e calmati gli animi, i poliziotti hanno richiesto l’intervento sul posto di una "Volante" e di un'ambulanza. Dopo che i sanitari del 118 hanno proceduto a prendere in cura i feriti, i successivi accertamenti espletati hanno consentito di appurare che la lite era scaturita futili motivi.
Dalle informazioni raccolte dai testimoni è emerso che i due uomini - il 35enne e il 53enne - si erano azzuffati e procurati reciproche ferite con l’utilizzo di un grosso cacciavite e un coltellino multiuso, oggetti che però non sono stati rinvenuti dai poliziotti. Le successive perquisizioni eseguite presso i rispettivi domicili, hanno consentito di trovare, presso il domicilio del 35enne anche una katana, posta sotto sequestro.
Entrambi i soggetti, gravati da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e contro la persona, sono stati deferiti in stato di libertà per i reati di minacce e lesioni, nonché per il reato di possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere.
Giovedì scorso, a seguito della chiamata di emergenza, la Centrale Operativa della polizia locale di Macerata ha subito contattato la pattuglia che è intervenuta in un’agenzia assicurativa della città dove uno dei titolari aveva segnalato una truffa.
Gli agenti, una volta arrivati all’interno dell’attività, hanno identificato un giovane, 28enne, domiciliato in città e già noto alle forze dell’ordine, che dopo aver mostrato un falso bonifico al titolare dell’agenzia aveva chiesto soldi in contanti. Il giovane aveva messo in atto lo stesso tipo di truffa il giorno precedente, sempre ai danni della stessa agenzia; i proprietari, avendolo riconosciuto, hanno subito fatto scattare l’allarme.
Immediato l’intervento degli agenti della polizia locale che hanno identificato il 28enne e lo hanno condotto presso il Comando per l’espletamento delle attività di rito; il ragazzo è stato denunciato a piede libero per truffa.
“Come Amministrazione c’è particolare attenzione alla popolazione anziana e fragile che è maggiormente soggetta alle truffe e stiamo lavorando con il progetto Protetti Insieme per sensibilizzare tutta la cittadinanza sul tema” ha detto l’assessore alle Politiche Sociali Francesca D’Alessandro.
“Come Amministrazione stiamo portando avanti campagne di sensibilizzazione mirate per il contrasto alle truffe, specialmente nei confronti degli anziani – ha commentato l’assessore alla Sicurezza e polizia locale Paolo Renna -. L’invito che rivolgiamo ai cittadini è di denunciare e segnalare ogni tipo di situazione anomala”.
“Invito tutti i cittadini che si rendono conto che stanno subendo una truffa o un raggiro a contattare le forze dell’ordine che intervengono immediatamente – ha aggiunto il comandante della polizia locale Danilo Doria -. Un ringraziamento alla pattuglia che ha gestito nel migliore dei modi e con celerità la situazione fino alla denuncia del truffatore”.
Un donna di 92 anni è stata trovata senza vita nella sua abitazione sita in via Bramante, ad Appignano. I soccorsi sono entrati nell'appartamento della 92enne, intorno alle 9 di questa mattina, ma ormai per la donna non c'era più nulla da fare.
I rilievi sul posto hanno escluso ogni dubbio circa la volontarietà del gesto, l'anziana è morta per asfissia. la salma è stata restituita ai parenti, sul luogo della tragedia sono intervenuti anche i carabinieri e il medico legale.
L'incidente è avvenuto, verso le 19 di martedì, presso il campo volo di San Marco le Paludi (FM). Un paracadutista maceratese, per cause in corso di accertamento, è precipitato durante un lancio di addestramento
Sul posto i sanitari che, vista la gravità dei traumi, hanno allertato l'eliambulanza atterrata direttamente sul posto. L'uomo, un 44enne non nuovo ai lanci col paracadute, è stato trasferito all'ospedale regionale di Torrette in gravi condizioni. Non sarebbe tuttavia in pericolo di vita.
L'accaduto riporta inevitabilmente alla memoria un altro incidente avvenuto il 22 aprile scorso, nello stesso campo volo dove un turista tedesco perse la vita precipitando con il proprio parapendio.
Tentano furto in un’abitazione inagibile: denunciati due uomini con precedenti. Intorno le 20.30 del 25 giugno scorso, un cittadino residente a Macerata, nella zona rione Marche, ha segnalato al 112 di aver notato poco prima una persona introdursi nell’area recintata di una palazzina dichiarata inagibile dagli eventi sismici del 2016 attualmente disabitata.
Immediatamente giunti sul posto, i poliziotti della “Volante” hanno due soggetti, entrambi di origine algerina, rispettivamente di 36 e 50 anni, i quali stavano tentando di entrare all’interno di due appartamenti, attraverso l’effrazione delle porte di ingresso che all’arrivo degli agenti erano state già divelte.
Subito bloccati, i due uomini sono stati sottoposti a perquisizione, operazione che è estesa anche all’autovettura con cui erano giunti sul posto. All’interno dell’auto è stato, inoltre, rinvenuto un cutter di grosse dimensioni ed un sacchetto di carta contenente 26 banconote da 50 euro per un importo di 1.300 euro.
Entrambi gravati da numerosi precedenti di polizia anche per reati contro il patrimonio, sono stati accompagnati in Questura e denunciati in stato di libertà per tentato furto aggravato in concorso. Inoltre il 50enne è stato anche deferito per il porto ingiustificato del taglierino.
Minacciano i passanti con un grosso coltello: attimi di apprensione sul lungomare sud di Civitanova Marche. È quanto sarebbe avvenuto, stando alle segnalazioni giunte alla polizia, nella notte di domenica, intorno alle 5.
Una volta lanciato l'allarme, circa la presenza di due cittadini di nazionalità straniera che, in evidente stato di alterazione psico-fisica, maneggiavano pericolosamente l'arma contro i passanti, sul posto si è precipitata una pattuglia della polizia stradale.
Entrambi gli uomini, alla vista dei poliziotti, hanno tentato in un primo momento di nascondersi dietro ad un’auto in sosta per poi fuggire in direzione sud. Gli agenti sono riusciti a fermare, non senza difficoltà, uno dei due soggetti, disarmandolo dopo averlo tranquillizzato, mentre il secondo uomo è riuscito a dileguarsi.
Il cittadino fermato, sprovvisto di documenti, dopo essere stato foto segnalato, è stato denunciato per falsa attestazione a pubblico ufficiale e porto abusivo di arma (che è stata sequestrata).
Antiriclaggio, bloccato meccanismo illecito. Il gruppo di Macerata della Guardia di Finanza, attraverso una specifica operazione, ha appurato che per due anni - dal 2020 al 2022 - due cittadini guineani hanno posto in essere un articolato sistema illegale per trasferire denaro, con un giro complessivo da 100mila euro, bypassando gli intermediari finanziari abilitati, attraverso il metodo "Hawala".
IL FATTO - Nello specifico, uno dei due soggetti denunciati operava acquisti con la carta PostePay in uso al cognato, sulla quale si faceva accreditare somme di denaro, per poi effettuare illecite movimentazioni finanziarie transfrontaliere.
Stando agli elementi raccolti durante le indagini, i due cittadini guineani operavano nell’ambito della propria comunità, offrendo un’alternativa al sistema bancario/finanziario nazionale per trasferire denaro da e verso il paese d’origine tramite ulteriori complici localizzati proprio in Guinea.
Il sistema finanziario informale "Hawala", difatti, si basa sul rapporto fiduciario tra il migrante che dispone la rimessa e il broker che la "materializza" mediante un vero e proprio network diffuso principalmente in Medio Oriente, Africa e Asia.
Il trasferimento di denaro prevede la partecipazione di quattro attori: l'ordinante, cioè il migrante che vuole trasferire il denaro; l'hawaladar, ossia il banchiere di strada che, nel Paese di accoglienza, raccoglie dal migrante (ordinante) i fondi da trasferire; l'hawaladar nel Paese di destinazione dei fondi, che liquiderà il denaro al beneficiario; il beneficiario, colui al quale il denaro è destinato.
In sostanza, il meccanismo di funzionamento è il seguente: l'ordinante, per esempio un migrante che lavora in Italia, consegna il denaro all'hawaladar, cioè all'intermediario abusivo che si trova in Italia.
L'intermediario comunica all'ordinante un codice di autenticazione che questi notificherà (per telefono, e-mail, etc.) al beneficiario che risiede nel Paese di destinazione dei fondi. Il beneficiario con il codice si presenta all'altro hawaladar, cioè l'agente che risiede nel suo stesso Paese, che, una volta verificato il codice, liquiderà il denaro al beneficiario stesso.
La caratteristica peculiare di questi sistemi è l'assenza di trasferimento fisico di denaro, bensì un apparato di trasferimenti, prevalentemente telefonici, che alla fine comportano dei sistemi di compensazione.
Il tutto, al di fuori delle regole che regolano il sistema finanziario italiano, che consente di eseguire movimentazioni transfrontaliere unicamente per il tramite di operatori finanziari abilitati, in modo "tracciato" e previa puntuale "identificazione".
La Finanza ha identificato settantadue soggetti di nazionalità guineana, residenti in Trentino Alto, Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio, Umbria, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna, che si sono avvalsi del sistema finanziario abusivo.
I due hawaladar ("banchieri di strada"), residenti in provincia di Macerata, sono stati deferiti all'autorità giudiziaria per abusiva attività finanziaria e violazioni alla normativa antiriciclaggio: rischiano una reclusione fino a quattro anni.
Oltre 260.000 articoli privi delle informazioni minime previste dal "codice del consumo": maxi sequestro dei Finanzieri del gruppo di Macerata e della tenenza di Camerino nell’ambito di una vasta operazione a contrasto del commercio di prodotti insicuri per la salute pubblica.
Gli interventi hanno permesso di rinvenire e sequestrare, all'interno di due attività commerciali della provincia di Macerata, oltre 260.000 articoli di vario genere, tra i quali bigiotteria, articoli per la casa, prodotti per la persona e per uso alimentare, privi delle informazioni minime utili a garantire la tutela della sicurezza e della salute dei consumatori.
I prodotti commercializzati sul territorio nazionale, per legge, devono infatti presentare le indicazioni relative alla denominazione legale o merceologica, all’identità del produttore, all’eventuale presenza di sostanze in grado di causare potenziale danno al consumatore, nonché ai materiali impiegati e ai metodi di lavorazione, il tutto in lingua italiana, allo scopo di utilizzare, in tutta sicurezza, il prodotto acquistato.
I relativi responsabili sono stati segnalati alla competente Camera di Commercio, per l’adozione dei provvedimenti di competenza sotto il profilo amministrativo. Per le irregolarità constatate dalle Fiamme Gialle, ogni operatore rischia sanzioni amministrative per oltre 25.000 euro.
Buoni spesa per l'emergenza Covid, scoperta truffa a Potenza Picena: denunciati anche madre, padre e figlio. A scoprirli sono stati i finanzieri della Tenenza di Porto Recanati, a seguito di uno specifico controllo.
La selezione dei nominativi su cui approfondire le indagini, 7 percettori complessivamente, è avvenuta in collaborazione con l’Ufficio di Divisione Servizi Sociali del comune di Potenza Picena, in base a specifiche criticità emerse sulla loro reale condizione economico-patrimoniale.
Le indagini condotte dai militari della Guardia di Finanza hanno consentito di accertare che 5 dei 7 percettori non avevano dichiarato la reale condizione economica, ottenendo indebitamente un contributo pari a 10.700 euro in buoni spesa. È, quindi, immediatamente scattata la sanzione amministrativa.
Le Fiamme GIalle, inoltre, in presenza di alcune criticità, hanno esteso le indagini al nucleo familiare di uno dei percettori e hanno scoperto che, con l’ausilio di infedeli attestazioni Isee e di autocertificazioni non veritiere, moglie e marito avevano indebitamente ottenuto, sempre dal comune di Potenza Picena, un "contributo economico per alloggi" di 2.111 euro, oltre a “integrazioni assegno temporaneo”, “assegno unico” e “bonus” erogati dall’INPS per un ammontare complessivo di 3.188,94 euro.
Le attività ispettive hanno anche permesso di accertare l'indebita percezione del reddito di cittadinanza, da parte di un componente del medesimo nucleo familiare, per un totale di 31.849,65 euro e l’indebita richiesta di ammissione al gratuito patrocinio a carico dello Stato, presentata dal padre e dal figlio.
Al termine delle operazioni si è proceduto a denunciare i responsabil: padre, madre e figlio all'Autorità Giudiziaria competente per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita percezione del reddito di cittadinanza ed indebita richiesta di ammissione al gratuito patrocinio.
Si è tenuta lunedì l'udienza davanti al Gip del Tribunale di Pesaro, che ha convalidato l’arresto di una coppia accusata di estorsione ai danni di un 67enne. La vittima aveva denunciato la scorsa settimana di aver subito un ricatto sessuale e di essere stato costretto a pagare 1.500 euro.Secondo il racconto fatto agli inquirenti, l'uomo - mentre si trovava a fare la spesa - avrebbe subito il fascino di una donna di 45 anni, residente in città, già nota alle forze dell'ordine; dopo un primo approccio da parte di lei, a cui lui ha corrisposto, la donna lo avrebbe invitato a casa sua dove si sarebbe consumato un rapporto sessuale. Dal giorno seguente, però sarebbero partite le minacce di quello che affermava essere il compagno della donna, che pretendeva del denaro per non rivelare l’accaduto alla famiglia del 67enne e per non divulgare il presunto video hard. Sotto tale minaccia, il 67enne ha accettato di versare la somma richiesta. Da qual momento l'uomo si è trovato a vivere un incubo perché le minacce sono state reiterate nel tempo, anche per il tramite di un "amico" della donna proveniente da Napoli. Il crescente timore del 67enne lo ha indotto a rivolgersi alla polizia e a presentare denuncia. Le indagini degli agenti della Squadra Mobile hanno consentito di identificare la donna e di arrestarla durante l'ennesima richiesta di denaro, insieme all'amico di Napoli, un 44enne, anch’egli già noto alle forze dell'ordine, residente nel Pesarese, suo compagno e complice nella vicenda.
I carabinieri della Stazione di Montegranaro hanno denunciato un 37enne, con precedenti di polizia, per il reato di atti persecutori, e hanno attivato il Codice rosso.
L'indagine approfondita dei militari è partita a seguito di una denuncia-querela presentata dalla donna che aveva chiuso la relazione con l'ex compagno il 9 aprile scorso.
Proprio da questa data, sarebbero iniziati gli atti persecutori. La donna, infatti, ha riferito che l'ex compagno ha continuato a inviare messaggi telefonici minatori e a assumere comportament imolesti nei suoi confronti dopo la fine della storia.
Il 37enne si sarebbe anche presentato nelle vicinanze del luogo di lavoro della vittima, causandole uno stato di ansia grave e prolungato al punto che la stessa ha modificato le sue abitudini di vita, temendo per la propria incolumità.
L'autorità giudiziaria è stata informata della situazione dai carabinieri di Montegranaro che hanno attivato il codice rosso per garantire la tutela della vittima. Dopo i riscontri effettuati durante l'attività investigativa si è giunti alla formalizzazione della denuncia per atti persecutori a carico dell'uomo e alle azioni previste dal 'Codice rosso' per proteggere la donna.
Il bilancio dei servizi di controllo del territorio, svolti dai carabinieri di Macerata nello scorso weekend, è stato di un automobilista denunciato perché guidava ubriaco, di un giovane trovato in possesso di stupefacenti e segnalato quale assuntore e di una persona arrestata.
Il primo ad incappare nelle maglie dei predisposti controlli è stato un automobilista che venerdì notte è stato fermato dai carabinieri della Stazione di Monte San Giusto. La condotta di guida poco attenta di del mezzo aveva insospettito i militari inducendoli a effettuare le consuete verifiche.
Non appena il conducente, un 68enne della provincia di Fermo, è stato invitato a scendere, l’esperienza e l’intuito dei militari non poteva non rilevare, sin da subito, che questi si trovava in evidente stato di alterazione psicofisica. Infatti, l’accertamento etilometrico a cui è stato sottoposto, ha riscontrato un tasso alcolemico nel sangue pari quasi a 1,00 g/l, superiore alla soglia consentita. Immediatamente gli è stata ritirata la patente di guida e la sua incauta condotta è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Macerata.
È rimasta sorpresa, invece, la pattuglia del Norm, Sezione Radiomobile, intervenuta la scorsa notte lungo la SP 485 di Macerata, presso un’area di servizio, quando si è trovata davanti un ragazzo che alla loro vista, dalla sua autovettura ha cercato di disfarsi, platealmente, di due involucri che contenevano delle modiche quantità di sostanze stupefacenti.
Il gesto non è passato inosservato e i militari hanno recuperato e sequestrato complessivamente circa 1 grammo di cocaina e di hashish; il giovane, un 25enne di Corridonia, è stato segnalato alla Prefettura di Macerata per uso non terapeutico di sostanza stupefacente e gli è stata anche ritirata la patente di guida per 30 giorni così come previsto per chi, all’atto dell’accertamento, ha la diretta disponibilità di un veicolo a motore.
L’arresto eseguito dai Carabinieri della Stazione di Corridonia risale, invece, al mattino di venerdì 23 giugno 2023: a seguito dell’ordinanza di sostituzione e aggravamento di misura cautelare emessa dal GUP del Tribunale di Frosinone, gli uomini dell’Arma hanno tratto in arresto un 29enne, gravato da precedenti di polizia, ritenuto responsabile di numerose violazioni delle prescrizioni impostegli con gli arresti domiciliari cui era stato sottoposto nello scorso mese.
Il giovane, infatti, si era reso protagonista di episodi particolarmente gravi, che sono stati dettagliatamente documentati e che hanno indotto l’autorità giudiziaria procedente a rivalutare l’attenuazione della misura degli arresti domiciliari che gli era stata concessa, ripristinando quella della custodia in carcere. Il 29enne, preso in custodia dai carabinieri di Corridonia, è stato associato presso la casa circondariale di Ancona Montacuto.
Rischia oltre 10 mila euro di multa una jesina di 44 anni fermata al volante della propria auto dalla polizia locale che le ha contestato, una dopo l’altra, ben cinque diverse infrazioni: guida con patente ritirata e al tempo stesso scaduta, vettura priva di assicurazione, priva di revisione e già sospesa dalla circolazione per mancata revisione dopo un precedente controllo.
La donna è stata fermata nei giorni scorsi in una stradina laterale di via Setificio, a Jesi, nell’ambito dell’attività di servizio sul territorio: la vettura, una Renault Modus, è stata sottoposta a fermo e sequestro.
L’entità esatta delle sanzioni si conoscerà dopo il provvedimento del prefetto chiamato a decidere sull’importo di almeno una delle sanzioni contestate, per la quale il Codice della Strada prevede una multa fino ad 8 mila euro.
Una Bmw con a bordo due persone non si è fermata all'alt dei carabinieri, ha seminato una pattuglia durante un inseguimento e, dopo alcuni chilometri percorsi ad alta velocità ha centrato una 500L che proveniva nel senso opposto di marcia, uccidendo la 32enne Martina Mazza che era a bordo con la sorella e un amico. Deceduto nello schianto anche lo stesso conducente della Bmw, il 27enne di origini macedoni Sultan Ramadani, che non aveva mai conseguito la patente.
È questa la dinamica dell'incidente avvenuto nel pomeriggio di ieri a pochi chilometri dal centro di Pesaro, sulla strada Montelabbatese. Nello scontro sono rimasti feriti la sorella della vittima, 28 anni, e un amico, 27 anni, che erano insieme alla 32enne sulla 500 L.
Ferito anche il passeggero della Bmw, un 25enne albanese, trasportato in eliambulanza ad Ancona. Sul posto i vigili del fuoco, la polizia locale, i carabinieri e i sanitari del 118. La viabilità è rimasta bloccata per alcune ore sul tratto della Montelabbatese per consentire l'assistenza ai feriti, i rilievi, la rimozione dei mezzi, il ripristino della sicurezza. Poco prima delle 20 il traffico è tornato regolare.
+++ AGGIORNAMENTO delle 17+++
L'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche fa sapere che sono ricoverati in prognosi riservata, in diversi reparti del nosocomio di Torrette, i tre giovani - due uomini e una donna - rimasti feriti nell'incidente stradale mortale che si è verificato ieri pomeriggio sulla strada Montelabbatese a Pesaro.
Proseguono, nel frattempo, le indagini condotte dalla polizia locale per ricostruire la dinamica della tragedia e anche per appurare quale fosse il motivo di una fuga della Bmw così precipitosa. L'auto condotta da Ramadani, gravato da piccoli precedenti di polizia, secondo le testimonianze di alcuni automobilisti, procedeva a forte velocità, quando ha centrato l'altro veicolo che proveniva in senso opposto: da una prima stima la vettura avrebbe raggiunto i 150 km/h.
Sulla Montelabbatese è presente un autovelox ma nella direzione opposta a quella di marcia della Bmw, dunque in quella da cui proveniva la 500L che dopo l'impatto era stata sbalzata nel campo adiacente a circa 20 metri di distanza e si era ribaltata.
I Vigili del fuoco sono intervenuti nel pomeriggio di oggi a Recanati, in Contrada Cirfoglio, per recuperare un’auto che per cause in fase di accertamento era rimasta bloccata in un campo agricolo dalla vegetazione.
La squadra di Macerata intervenuta con un’autobotte ed un mezzo 4x4 ha provveduto a rimettere il mezzo sulla strada in modo che il conducente potesse riprendere la guida senza intoppi.
Era al lavoro nella sua proprietà quando, rimettendo a posto la motozappa, un 73enne di Corridonia rimasto schiacciato sotto il macchinario.
Il fatto si è verificato intorno alle 18 di oggi nelle campagne di Corridonia, quando la moglie dell'uomo ha allertato i soccorsi dopo aver rinvenuto l'uomo.
Sul posto sono accorsi prontamente gli agenti dei carabinieri, i vigili del fuoco e i sanitari del 118, i quali nulla hanno potuto fare per l'uomo oltre che dichiararne la morte.
Ancora in corso gli accertamenti da parte delle autorità.
Bambina di 5 anni rischia di annegare: decisivo il tempestivo intervento di un bagnino. È quanto avvenuto intorno alle 11 di questa mattina, nel tratto di spiaggia libera nei pressi dello chalet Lido Cristallo di Civitanova Marche, sul lungomare Piermanni.
La piccola si trovava in acqua quando, probabilmente anche a causa delle condizioni di mare mosso (oggi c'è bandiera rossa), ha iniziato a bere e ha perso conoscenza per qualche attimo, prima che i bagnanti si accorgessero di quanto stava avvenendo e la portassero a riva.
Qui decisivo è stato l'intervento del giovane assistente bagnante Leonardo Crupi, 19enne civitanovese brevettato dalla Società Nazionale di Salvamento, che si è precipitato sul posto appena compresa la gravità della situazione, nonostante presti servizio in un altro tratto di spiaggia, tra gli stabilimenti Croce del Sud e Figaro.
Grazie alle sue competenze come soccorritore della Croce Verde, il giovane ha controllato le condizioni della bambina - accertandosi della presenza del battito - prima che sul posto giungessero i sanitari del 118 che hanno immediatamente trasferito la bimba all'ospedale di Civitanova Marche in codice rosso. Fortunatamente, non si troverebbe in pericolo di vita.
Si tratta del secondo salvataggio in meno di una settimana a Civitanova Marche, dopo l'intervento del 17enne di Pollenza, Alessio Corona, che ha soccorso un papà e la sua bambina lo scorso mercoledì (leggi qui).
Un'auto Volkswagen Golf, con tre giovani a bordo residenti nel Pesarese, si è cappottata in curva, ha sfondato il parapetto ed è finita ruote all'aria in un torrente, in questo momento in secca, dopo un salto di alcuni metri.
L'incidente, avvenuto nella notte in località Cannelle di Fano, direzione Flaminia, non ha causato vittime ma un 31enne di Colli al Metauro è stato trasportato dai sanitari all'ospedale Torrette di Ancona per le cure e gli accertamenti del caso.
Era cosciente al momento dei soccorsi. Due dei giovani che si trovavano nella vettura sono usciti da soli dall'abitacolo e hanno chiesto aiuto. Il terzo è rimasto bloccato sul sedile posteriore e poi è stato estratto dai vigili del fuoco di Fano che hanno anche agganciato e tirato fuori l'auto dal greto del torrente Rio Secco.
Sul posto anche due ambulanze del 118 e la polizia locale di Fano che ha eseguito i rilievi per ricostruire la dinamica dell'incidente.
A distanza di un anno e quattro mesi dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte dell'esercito russo, il comandante della milizia privata “Wagner”, Yevgheny Prigozhin, si è rivoltato contro i vertici militari del Cremlino, dichiarando guerra e marciando verso Mosca. Prigozhin nel tempo si era spesso dimostrato duro e aspro nei confronti di Vladimir Putin e degli oligarchi a lui vicini, muovendo loro critiche e attacchi diretti sui social a più riprese.
Finora le sfuriate di Prigozhin erano rimaste impunite dal dittatore russo, che aveva soprasseduto date le importanti conquiste militari della Wagner in Ucraina, soprattutto laddove l’esercito regolare si era dimostrato insufficiente nel gestire l’offensiva.
Il rapporto fra Prigozhin e Sergei Shoigu, ministro della difesa russo, aveva già mostrato evidenti segni di rottura lo scorso 5 maggio, quando il leader della Wagner aveva attaccato i vertici militari russi dopo la carneficina di Bakhmut, dovuta alla mancata consegna del 70% delle munizioni necessarie: “Voi feccia state seduti nei vostri club costosi. I vostri figli continuano a vivere, pubblicando i loro videini su youtube. Pensate di essere i padroni di questa vita. Pensate di averne il diritto dato che avete riserve di munizioni”, diceva in un video.
La rottura definitiva si è però verificata nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 23 giugno, quando sul canale Telegram della Wagner è stata diffusa l’accusa di Prigozhin ai vertici russi, in particolare al ministro Shoigu, di aver attaccato i suoi uomini, decidendo di marciare verso Mosca: "Non è un colpo di Stato, ma una marcia della giustizia", "e andremo fino in fondo" assicura, ignorando gli appelli a fermarsi.
Immediata la risposta del Comitato nazionale antiterrorismo russo, che ha chiesto a Prigozhin di cessare le azioni illegali: "Le accuse diffuse per conto di Yevgeny Prigozhin non hanno fondamento. In relazione a queste dichiarazioni, l'intelligence russa dell'Ffb ha aperto un procedimento penale per incitamento a rivolta armata. Chiediamo l'immediata cessazione delle azioni illegali".
L'avanzata oltre il confine è proseguita fino alle 6:30 (ora italiana) di questa mattina, quando Prigozhin ha annunciato di trovarsi al quartiere generale di Rostov, sul fiume Don, e di avere il controllo dei siti militari della città (importante da un punto di vista strategico per la guerra in Ucraina), tra cui l'aeroporto. Da lì è iniziata l’escalation ancora in corso.
Nella tarda mattinata di oggi, uno dei canali legati al Gruppo Wagner scrive su Telegram che "la guerra civile è ufficialmente iniziata", e diffonde le immagini di un elicottero russo abbattuto a Voronezh dai mercenari di Prigozhin dopo che quest'ultimo li aveva attaccati: "Uno dei convogli del Gruppo Wagner è stato attaccato nella regione di Voronezh. Anche l'aviazione sta lavorando. La guerra civile è ufficialmente iniziata", si legge su Telegram.
Mosca dichiara dunque lo stato antiterrorismo e si blinda preparandosi all’assedio. Check point di militari e polizia spuntano a ogni incrocio e il fiume Moscova viene chiuso al traffico. Da qui in poi le informazioni circolanti diventano sempre più difficili da verificare, con sospette fughe in aero del presidente Putin smentite a stretto giro dal portavoce Peskov. L’allerta dei Paesi di tutto il mondo sale alle stelle e l’incertezza dilaga.
Dopo il blocco dei canali social della Wagner imposto dall’Autorità russa di controllo delle telecomunicazioni - atto ad impedire la diffusione di appelli di reclutamento che possano aumentare la portata di quello che ormai sta assumendo i tratti di un golpe a tutti gli effetti -, il governatore Igor Artamonov ha reso noto che il gruppo paramilitare di Prigozhin è arrivato fino a Lipetsk, a sud di Mosca, dove è iniziata l’evacuazione di massa dagli edifici pubblici.
Putin, dal canto suo, ha parlato di "tradimento" e "pugnalata alle spalle": "Mi rivolgo a coloro che con inganno e minacce sono stati coinvolti nell'avventura criminale della rivolta armata". Come hanno fatto i vertici militari russi, Vladimir Putin si rivolge direttamente ai mercenari di Wagner chiedendo loro di "mettere fine alla loro partecipazione a queste azioni militari". "Tutti quelli che hanno preso le armi contro le forze armate sono dei traditori" - conclude - Noi stiamo fronteggiando un tradimento, i responsabili saranno condotti davanti alla giustizia".
Per debellare la rivolta il presidente russo Putin vorrebbe "eliminare" Yevgeny Prigozhin e offrire un'amnistia ai combattenti della Wagner, riferisce una fonte vicina allo stato maggiore russo, citata dall'outlet russo IStories, in una notizia rilanciata da Meduza. Secondo la fonte, i militari russi non hanno sufficienti risorse per impedire a Prigozhin di raggiungere Mosca e stanno raccogliendo truppe da tutte le unità al fronte in Ucraina.
Revocati i domiciliari a un 27enne italiano, gravato di oltre quattro condanne passate in giudicato per contro il patrimonio, quali furti, furti in abitazione, truffe.
Mentre stava espiando ai domiciliari nella sua abitazione di Ancona una pena di 6 mesi per una sentenza del giugno 2018 del Tribunale di Palermo per furto aggravato, nei mesi di gennaio, marzo e maggio di quest'anno, il condannato è stato denunciato alle Procure di Cremona, Reggio Emilia e Reggio Calabria in ordine ai reati di truffa e insolvenza fraudolenta perpetrati on line attraverso social network.
La segnalazione da parte della Questura e il magistrato di sorveglianza di Ancona ha revocato la misura alternativa della detenzione domiciliare a carico dell'uomo, disponendo il suo accompagnamento in carcere.
I poliziotti della Questura hanno raggiunto il soggetto presso la propria abitazione di Ancona e l'hanno condotto presso la Casa Circondariale di Ancona-Montacuto.
Lunga la lista dei precedenti e delle condanne a carico del 27enne. La prima, divenuta definitiva nel marzo del 2017, risultava emessa dal Tribunale di Palermo (pena 10 mesi e 20 giorni di reclusione) per tentato furto in abitazione. Quindi, altre tre condanne per reati commessi in Sicilia.
Fino a maggio 2022, quando è stato condannato a 6 mesi di carcere dopo una sentenza del giugno 2018. Poi il nuovo deferimento e le condanne da espiare a Montacuto.