Avevano raggirato un'anziana con la truffa del finto incidente, ma la loro corsa è finita sulla statale 17, all'altezza di Castel Di Sangro. Due napoletani di 19 anni sono stati arrestati dalla compagnia dei carabinieri del capoluogo sangrino.
I militari del nucleo radiomobile della compagnia li hanno fermati, a bordo di un Suv, mentre viaggiavano verso la Campania, luogo di provenienza di entrambi. Qualche ora prima del controllo, a Camerano, un paesino della Riviera del Conero, avevano truffato un'anziana di 84 anni.
L'arresto dei due diciannovenni è stato possibile grazie alla sinergia tra i carabinieri della compagnia di Castel di Sangro e quella di Osimo, quest'ultima attivata subito dopo la denuncia fatta dall'anziana, raggirata con la tecnica del "nipote coinvolto in un incidente stradale" in modo che consegnasse tutto l'oro costudito in casa.
Circa diecimila euro in monili, recuperati dai carabinieri di Castel Di Sangro all'esito della perquisizione personale e veicolare. I due giovanissimi sono stati quindi arrestati e rinchiusi nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, in attesa dell'udienza di convalida.
I vigili del fuoco sono intervenuti, alle ore 15:00 circa a Camerano, per l'incendio di una pertinenza di un'abitazione. Sul posto le squadre di Osimo e Ancona hanno spento le fiamme e messo in sicurezza l'area interessata. Il proprietario dell’immobile è stato preso in cura dei sanitari del 118.
Pare che il rogo sia divampato per un cortocircuito e le fiamme avrebbero poi invaso parte dell’appartamento. Si sono precipitate sul posto anche le ambulanze della Croce gialla perché l’uomo, nel tentativo di domare l’incendio, sarebbe rimasto leggermente intossicato dalla forte coltre di fumo e avrebbe riportato lesioni al capo e a una mano nel tentativo di spegnere le fiamme.
È stato trattato sul posto e poi trasportato all’ospedale regionale di Torrette di Ancona per le cure del caso. In corso anche la messa in sicurezza degli ambienti fortemente danneggiati.
Uomo di 47enne anni muore per overdose: arrestato pusher 40enne. Nel mese di marzo 2022, il personale della “volante” era intervenuto in una via del centro di Macerata dove, all’interno di un appartamento, era stato rinvenuto il corpo di un 47enne deceduto a causa di un’overdose (leggi qui).
Le immediate indagini avviate dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Macerata, anche attraverso l’analisi dei tabulati telefonici e l’escussione di persone orbitanti nel mondo degli stupefacenti, avevano consentito di individuare e segnalare alla Procura della Repubblica di Macerata un soggetto di origini nigeriane che figurava tra gli spacciatori ai quali il deceduto si rivolgeva per acquistare droga.
L’uomo, già conosciuto dalle forze dell’ordine come un soggetto dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti molto attivo nella città di Macerata, si era però nel frattempo reso irreperibile allontanandosi dalla città.
I successivi servizi di osservazione e appostamento effettuati dai poliziotti hanno consentito di rintracciarlo dopo alcuni mesi in un’abitazione di Macerata. A seguito della perquisizione all’interno della sua abitazione, lo stesso è stato tratto in arresto perché trovato in possesso di circa 500 grammi di eroina già suddivisa in dosi pronte per lo spaccio.
Nel frattempo, l’iter procedurale avviato a seguito della prima segnalazione, si è concluso con l’emissione della misura della custodia cautelare in carcere che è stata eseguita nella giornata di ieri direttamente nel carcere di Ancona Montacuto dove il 40enne di origini nigeriane si trova recluso.
Operazione antidroga dei carabinieri a Macerata e in provincia di Fermo: arrestati M.M. di 45 anni e D.B di 38 anni, entrambi residenti nella provincia di Fermo, ritenuti responsabili di oltre 700 episodi di spaccio nell’arco di un anno e mezzo.
I militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Macerata hanno condotto una prolungata ed articolata indagine di polizia giudiziaria che ha consentito di ricostruire un’intensa e fiorente attività di spaccio attuata da entrambi i soggetti sia nel comune di Macerata che nella provincia di Fermo, nel periodo compreso tra maggio 2022 e dicembre 2023.
LE INDAGINI - In particolare, le indagini hanno fatto emergere come entrambi gli uomini, nel corso del periodo di tempo ricostruito, abbiano effettuato diverse cessioni di eroina e hashish a svariati acquirenti abituali: nel complesso è stata documentata la vendita di 265 grammi di eroina e di 500 i grammi di hashish smerciati in circa 700 episodi di spaccio, dal quale gli indagati, in concorso tra loro, hanno tratto un illecito profitto pari a 21.500 euro.
L’indagine ha avuto origine dal sequestro di 52 grammi circa di eroina che i militari della sezione operativa di Macerata, nella tarda serata di venerdì 10 novembre 2023, hanno effettuato a Montecosaro Scalo.
DROGA NEGLI SLIP - In tale occasione i carabinieri fermarono un’Audi A3 e la perquisizione eseguita sul conducente dell’auto, M.M., consentì di rinvenire, nascosti negli slip, 52 grammi di eroina oltre ad un piccolo bilancino di precisione custodito nel borsello. Nel corso della perquisizione domiciliare effettuata presso la sua abitazione, nel Fermano, venne rinvenuto materiale per la preparazione e il confezionamento dello stupefacente e altri due bilancini di precisione.
Proprio la natura e la quantità della droga, indusse gli inquirenti ad attivare le opportune investigazioni che hanno permesso così di scoprire un vasto e redditizio traffico di droga gestito dai destinatari della misura che si assicuravano l’approvvigionamento di hashish ed eroina presso vari fornitori per poi rivenderla ad un nutrito e fidato gruppo di acquirenti.
Nel corso delle esecuzioni delle misure cautelari, i carabinieri, nelle abitazioni dei due, hanno rinvenuto e sequestrato altri due bilancini di precisione, un involucro contenente eroina per un peso complessivo di 4,5 grammi ed un flacone della capacità di 5 cc contenente del metadone. Al termine delle formalità di rito gli arrestati sono stati condotti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.
Nella giornata di ieri si è spenta all'età di 84 anni Maria Fiorella Conti, ex sindaco della città di Matelica. L’amministrazione comunale si stringe intorno ai famigliari in queste ore di lutto, ricordando la forza e la tenacia della prima cittadina, qualità che sono state ampiamente dimostrate anche in questi ultimi anni in cui ha affrontato a testa alta le varie difficoltà.
Maria Fiorella Conti amava tantissimo la sua città e per questo aveva dedicato gran parte della sua vita ad approfondirne la storia, servendo i suoi concittadini come sindaco tra il 1975 e il 1980. Matelica perde quindi un pezzo molto importante della sua comunità. I funerali avranno luogo domani, sabato 10 febbraio, alle ore 15:30 presso la chiesa di Regina Pacis.
L'amministrazione comunale, in accordo con la famiglia, comunica inoltre che restano stabili le condizioni di salute del sindaco di Matelica Massimo Baldini, rimasto coinvolto in una brutta caduta lo scorso giovedì 25 gennaio. Il primo cittadino è ancora ricoverato presso il reparto di rianimazione dell'ospedale di Torrette e viene tenuto sotto costante osservazione dai sanitari tramite esami e accertamenti che, al momento, evidenziano solamente la stabilità delle sue condizioni.
Il mattino arrestano la suocera, la sera tocca al genero, in entrambi i casi per droga. I carabinieri di Cupramontana hanno trovato 2 panetti di hascisc del peso di quasi 2 kg e 50 grammi di cocaina nell'abitazione di un 34enne campano.
A casa della suocera, nella stessa città, sono stati invece scoperti due macchinari per confezionare lo stupefacente sottovuoto, due bilancini di precisione e un quaderno con annotate cifre in denaro e numeri telefonici.
La donna è la moglie di Salvatore Fontana, 53 anni, palermitano, ritenuto uno dei boss dell' 'Operazione Damasco', che ha permesso tempo fa di stroncare un grosso giro di droga tra le province di Ancona e Pesaro Urbino. È stato latitante fino a novembre scorso, quando è stato intercettato in Spagna, dove viveva con false generalità. Fontana, residente a Cupramontana, è recluso ora nel carcere di Viterbo per una condanna a 8 anni: ieri mattina la moglie era andata a trovarlo.
Prima di entrare le guardie l'hanno perquisita e le hanno trovato indosso un ovulo contenente 10 grammi di cocaina: è stata subito arrestata e contestualmente sono scattate le perquisizioni nelle Marche, a casa di lei e in quella della figlia e del compagno della ragazza. Oltre alla droga, nell'abitazione di quest'ultimo c'era un'agenda con numeri di telefono, importi e cifre che rimandavano ad una sorta di contabilità. II 34enne è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. Alla suocera sono stati sequestrati anche sei cellulari.
Tra le ipotesi, c'è quella l'attività di spaccio non sia mai cessata, nonostante l'arresto di Fontana. Oggi è stato convalidato l'arresto del 34enne, difeso dall'avvocato Francesca Petruzzo e posto ai domiciliari, con possibilità di andare al lavorare. Lui ha negato che la droga sia sua, ipotizzando che sia stata messa un casa sua dalla suocera.
Il 5 gennaio scorso a bordo della sua auto aveva travolto e ucciso un cane, ferendone la padrona e si era allontanato senza prestare soccorso alla donna caduta ad Acquasanta Terme (leggi qui).
Dopo le indagini dei carabinieri, la Procura di Ascoli Piceno ha chiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare degli arresti domiciliari per il presunto responsabile, un 40enne, che è stata eseguita dai militari del Norm. L'uomo è accusato di tentate lesioni pluriaggravate, lesioni pluriaggravate, uccisione di animali, rifiuto di sottoporsi ad accertamento alcolimetrico, resistenza aggravata, modifica della autovettura sequestrata (a cui dopo il fatto aveva sostituito uno specchietto laterale danneggiato).
La misura cautelare è stata motivata dal rischio di reiterazione del reato. Resta da valutare la ipotizzabilità di reati più gravi. Secondo la ricostruzione degli investigatori nella tarda serata del 5 gennaio, lungo una strada di Acquasanta Terme, un'autovettura in corsa ha 'puntato' contro una ragazza che stava passeggiando con i suoi due cani, costringendola a trovare riparo dietro al guard-rail per non essere investita.
Poi l'automobile ha invertito la marcia e ha investito uno dei cani, uccidendolo, mentre la padrona che lo teneva al guinzaglio è stata strattonata ed è finita a terra. Il conducente si è dato alla fuga. Identificato dai carabinieri, e raggiunto, si era rifiutato di sottoporsi ad alcol-test e aveva opposto resistenza.
Targa polacca, ubriaco alla guida e in possesso di un coltello di 15 centimetri: fermato e denunciato il 46enne alla guida. Si tratta di uno dei tre uomini fermati al volante in stato di ebbrezza dai carabinieri della compagnia di Macerata nei giorni scorsi.
I fatti si riferiscono alla notte di domenica 4 febbraio quando una gazzella del nucleo radiomobile, durante un controllo alla circolazione stradale svolto nella frazione di Sforzacosta, ha intimato l'alt ad un'autovettura Volvo con targa polacca.
Il conducente del mezzo ha evidenziato, sin da subito, i classici sintomi dovuti all'abuso di sostanze alcoliche e l'accertamento effettuato con l’etilometro in dotazione ha riscontrato un tasso pari a 0,75 g/l.
Da un più approfondito controllo l'uomo, un 46enne di origini ucraine residente in città, è stato trovato in possesso anche di un coltello del genere proibito, con una lama lunga 15 centimetri, che nascondeva nel bagagliaio dell'auto. L'arma è stata quindi sequestrata e lo straniero è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Macerata per porto abusivo di armi.
Per la violazione della guida in stato di ebbrezza alcolica gli è stata invece ritirata la patente di guida e, poiché il valore del tasso alcolemico non superava 0,80 g/l, è stato segnalato alla Prefettura di Macerata per i soli provvedimenti amministrativi.
Ad incappare nelle maglie dei predisposti controlli sulla sicurezza stradale è stato anche un automobilista coinvolto in un incidente stradale. Nella notte di lunedì, intorno alle 2:15, un equipaggio del nucleo radiomobile dei carabinieri è intervenuto in via Puccinotti per i rilievi di un sinistro senza feriti, causato da un'autonoma fuoriuscita dalla sede stradale.
Il conducente, un professionista di 40 anni di Macerata, è stato sottoposto all’accertamento con l’etilometro ed è risultato positivo alla prova con un tasso alcolemico pari a 1,23 g/l, più del doppio rispetto alla soglia limite. È stato, quindi, segnalato all'autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza e la sua patente di guida è stata ritirata per la conseguente sospensione amministrativa.
L'ultimo ad imbattersi nei controlli dei carabinieri sulla sicurezza stradale è stato un operaio di 24 anni, residente in un comune della provincia. Fermato lungo la strada provinciale 77 in prossimità della "Galleria Due Fonti", alla guida della sua Ford Focus, il giovane è risultato positivo all’alcoltest con un tasso alcolemico pari a 1,06 g/l. Anche in questo caso la patente di guida è stata ritirata e il ragazzo - segnalato anche alla Prefettura di Macerata per i conseguenti provvedimenti amministrativi - è stato denunciato alla Procura della Repubblica per guida in stato di ebbrezza.
I carabinieri di Mogliano, lo scorso 4 febbraio, hanno individuato e denunciato alla Procura della Repubblica di Macerata, per indebito utilizzo di carte di credito, un 46enne residente in un comune dell’alto maceratese.
I fatti da cui deriva la denuncia risalgono al pomeriggio del 18 gennaio, quando una 57enne di Mogliano si accorge di un prelievo di 250 euro effettuato con la sua carta di credito, da lei mai eseguito. Nella circostanza scopre che le manca il portafoglio ove era custodita la carta e realizza che sicuramente è caduto dalla sua borsa mentre era intenta a pagare la spesa in un supermercato della zona.
L’immediata denuncia presentata ai carabinieri di Mogliano ha permesso agli investigatori di attivare subito le indagini che hanno portato, attraverso i riscontri avuti con l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, all’individuazione dell’autore dell’indebito prelievo. Si tratta di un pregiudicato di 46 anni residente in un comune della provincia.
Lo stesso, essendo sottoposto anche alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, e avendo trasgredito a tale prescrizione, è stato denunciato anche per la violazione dell’articolo 75 del codice antimafia.
Sedici imprese edili irregolari, due attività sospese, 36 prescrizioni, 16 titolari di aziende denunciati e sanzioni per oltre 240mila euro: è il bilancio dei controlli eseguiti dai carabinieri del nucleo operativo tutela del lavoro di Venezia coadiuvati da quelli del nucleo ispettorato del lavoro di Macerata e dai militari delle compagnie di Macerata, Tolentino, Camerino e Civitanova Marche, nell’ambito delle attività finalizzate a prevenire e reprimere i fenomeni dello sfruttamento del lavoro all'interno dei cantieri edili siti nella zona del cratere sismico del Maceratese.
CIVITANOVA – Nel territorio comunale di Civitanova Marche sono stati controllati diversi cantieri edili e riscontrate in quattro imprese, violazioni in materia di sicurezza attinenti alle omesse nomine degli incaricati alle emergenze e pronto soccorso, mancanze e carenze relative alle parti elettriche attive, ponteggi non adeguati con aperture verso il vuoto e pericolo di caduta dell’alto, oltre a depositi incauti di materiali non consentiti. Un'attività imprenditoriale è stata sospesa e sono state comminate ammende per 57mila euro.
COLMURANO E LORO PICENO - Anche a Colmurano e Loro Piceno sono state individuate quattro ditte edili che presentavano diverse violazioni sulla sicurezza dei lavoratori ed igiene sui luoghi di lavoro quali la non corretta progettazione ed installazione dei ponteggi, la redazione del Pos (Piano Operativo di Sicurezza) e del Pimus (Piano di Montaggio Uso e Smontaggio del Ponteggio), mancate valutazioni sui rischi attinenti alla rumorosità e al pericolo di contatti indiretti elettrici oltre a mancati controlli da parte della ditta affidataria. Le sanzioni elevate hanno superato gli 83 mila euro.
MONTE SAN GIUSTO - A Monte San Giusto sono state controllate tre imprese in cui sono state accertate diverse violazioni che hanno portato alla contestazione di 5 prescrizioni, attinenti all’utilizzo non adeguato dei ponteggi, al mancato controllo e coordinamento da parte dell’impresa affidataria, alla viabilità e recinzione dei cantieri. Nell’occasione è stato sanzionato anche il coordinatore per la sicurezza in fase esecutiva (Cse) per omessa vigilanza sulle norme di sicurezza. Ammende complessive per 40mila euro.
USSITA - Ad Ussita il personale del nucleo operativo del gruppo carabinieri Tutela Lavoro di Venezia, coadiuvato dal nucleo ispettorato del lavoro di Macerata e dai militari della Compagnia di Camerino, ha effettuato il controllo di 5 imprese edili rilevando numerose violazioni relative alla mancata valutazione su dispositivi di protezione individuale, sul rischio derivante dall'emissione di rumori, la mancanza di estintori, la viabilità non adeguata nell’area di cantiere, l’omessa vigilanza da parte dei preposti e l’omessa vigilanza a carico di un Cse. Sono state, pertanto, elevate ammende complessive per oltre 60.000 euro.
Una bambina di 15 giorni è morta all'ospedale materno infantile Salesi di Ancona per un mix di agenti patogeni: pertosse e bronchiolite. L'ospedale ha fatto tutto il possibile, tanto che la Procura non ha ritenuto necessario aprire un fascicolo sulla vicenda.
La bimba, nata il 21 gennaio, era arrivata al Salesi con tosse e rifiuto del nutrimento. Antibiotici, intubazione, ventilazione meccanica sono stati però inutili. "Una tragedia - dicono i medici, come riporta Ansa -, che avrebbe potuto essere evitata se la mamma si fosse sottoposta alla vaccinazione per la pertosse durante la gravidanza".
Oggi i genitori, che vogliono mantenere l'anonimato, hanno lanciato un messaggio: "Non vogliamo che quello che stiamo passando noi venga vissuto da altre famiglie. Bisogna fare informazione, a noi nessuno aveva detto in gravidanza di fare il vaccino della pertosse". La vaccinazione va effettuata attorno alla 28esima settimana di gestazione in modo da trasferire gli anticorpi al nascituro che può essere vaccinato dal secondo mese di vita.
Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite in seguito a un incidente stradale avvenuto stamani lungo la strada statale 318 tra gli svincoli di Valfabbrica e Casacastalda (Perugia), nel quale è rimasta coinvolta anche un'automedica.
La strada, nel tratto interessato, è rimasta temporaneamente chiusa in entrambe le direzioni, con il traffico deviato sulla viabilità secondaria, ed è stata riaperta nel primo pomeriggio. La vittima è un uomo di 79 anni della provincia di Ancona. In base a una prima ricostruzione dell'accaduto, l'automedica si è scontrata frontalmente con una Fiat Panda, a bordo della quale si trovava la vittima.
È stata quindi coinvolta una terza vettura, una Fiat Punto, che sopraggiungeva in quel momento, il cui conducente è rimasto illeso. I due feriti sono il medico e un altro soccorritore che si trovavano a bordo dell'automedica. Le loro condizioni non sarebbero particolarmente gravi. Sul posto, oltre al personale Anas, polizia stradale, 118 e vigili del fuoco. Le cause e la dinamica dell'incidente sono in corso di accertamento da parte della Stradale.
I carabinieri della Stazione di Serravalle di Chienti, con l’ausilio delle altre pattuglie di Fiuminata e Fiastra, hanno denunciato due fratelli pregiudicati campani per il furto di discendenti in rame.
I due infatti, un quarantenne e un trentanovenne, sono stati fermati nella frazione Frontillo, del Comune di Valfornace, dalle pattuglie dei carabinieri della Compagnia di Camerino a tarda notte e sottoposti a un controllo.
Durante la successiva perquisizione sono state recuperate cesoie e strumenti utili allo smontaggio delle grondaie in rame oltre a circa 130 kg di oro rosso per un valore di oltre duemila euro.
Successivi gli accertamenti hanno portato all’individuazione delle abitazioni dalle quali erano state asportati. Per i due è scattata la denuncia alla procura della Repubblica di Macerata, mentre la refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari.
Il traffico ferroviario è andato tilt per diverse ore a causa dell'investimento di una persona sui binari. L'incidente è avvenuto, poco prima delle 12 di oggi, tra le stazioni ferroviarie di Marzocca e Senigallia, quando era in transito un treno regionale veloce diretto da Ancona a Piacenza. La vittima è un uomo di 68 anni senigalliese e non sembrano esserci dubbi sul fatto che si sia trattato di un gesto volontario.
La circolazione è rimasta ferma e sul posto sono giunti l'autorità giudiziaria e le forze dell’ordine per tutti gli accertamenti del caso. Non c'è stato nulla da fare per la persona investita, ogni soccorso è risultato vano. Non lontano dal luogo dal fatto è stata trovata l'auto dell'uomo (lasciata aperta) e dai documenti presenti all'interno gli investigatori sono riusciti a risalire all'identità del soggetto.
Tra i treni coinvolti, oltre al regionale citato, ci sono stati anche il Freccia rossa 8816 Lecce – Venezia Santa Lucia e l’intercity 605 Milano Centrale – Lecce. La circolazione ferroviaria, svolti gli accertamenti di rito e rimossa la salma, è tornata regolare intorno alle 15.
Un uomo è stato arrestato ieri sera a Jesi dalla polizia, a seguito di una operazione antidroga che ha condotto al ritrovamento e al sequestro, in una abitazione del centro, di 230 grammi di cocaina e di 40mila euro in contanti.
Si tratta di un 47enne di origine albanese, pregiudicato con precedenti per droga, attualmente affidato in prova ai servizi sociali; è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. L'operazione è stata condotta dagli agenti del Commissariato, coordinati dal dirigente vice questore Paolo Arena, con unità cinofile antidroga di Ancona, e su direttiva del questore e del prefetto.
Appostati nei pressi dell'abitazione dell'uomo, in via Setificio, gli agenti si sono accorti che un pregiudicato era entrato e uscito rapidamente dalla casa, poi si era allontanato in auto. Controllato, è stato trovato in possesso di una dose di cocaina per uso personale. Tornati nell'abitazione, i poliziotti hanno bloccato il proprietario della casa, quindi hanno perquisito i locali con l'impiego dei cani Hermes ed Edox.
Cocaina e banconote erano nascoste in una cassaforte chiusa e incassata nel muro di una stanza nel seminterrato. Rinvenuti anche un bilancino, centinaia di ritagli di plastica utilizzati per il confezionamento della droga, accendini, forbici, contenitori, frullatore intrisi dello stesso stupefacente, sostanza creatina per il taglio ed un tablet collegato ad impianto di video sorveglianza per controllare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine. Una vera e propria casa dello spaccio.
La sostanza stupefacente avrebbe fruttato guadagni per oltre 40mila euro. Avvisato il pm di turno, sono stati disposti gli arresti domiciliari in attesa della direttissima.
I carabinieri di Caldarola hanno denunciato all’autorità giudiziaria, per furto aggravato, un uomo del di 46 anni residente in provincia. Un cittadino aveva denunciato che, qualche giorno prima, mentre si trovava all’interno di un bar a Tolentino, aveva subito il furto del giaccone, che aveva lasciato appoggiato su un divanetto mentre era intento a consumare al bancone.
All’interno della giacca vi erano il portafoglio con contante, documenti personali, carte di pagamento e le chiavi dell’autovettura, per un danno complessivo di circa 1200 euro.
I carabinieri di Caldarola hanno visionato subito le immagini dei circuiti di videosorveglianza del comune e dell’esercizio commerciale, individuando sia il soggetto che si era allontanato dal bar con la giacca sottobraccio, sia la targa dell’autovettura con cui si era allontanato dalla città.
Il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Macerata ha pertanto emesso un decreto di perquisizione, che ha consentito ai carabinieri di trovare e porre sotto sequestro gli indumenti utilizzati la sera della commissione del reato. A fronte degli elementi raccolti a suo carico l’uomo dovrà rispondere di furto aggravato.
Al termine degli accertamenti i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile hanno denunciato, inoltre, un 24enne per guida in stato di ebbrezza. A Capodanno, intorno alle 6.00 del mattino a San Severino Marche, il ragazzo aveva avuto un sinistro stradale, a seguito del quale era stato trasportato all’ospedale di Ancona. I carabinieri intervenuti sul luogo dell’incidente hanno richiesto gli accertamenti urgenti finalizzati a riscontrare eventuali tassi di assunzione di alcolici oltre il limite, che sono risultati positivi. Al giovane è stata ritirata la patente di guida.
I carabinieri di San Severino Marche il 31 gennaio scorso, unitamente ai carabinieri di Urbisaglia, hanno dato esecuzione all’ordinanza di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un 25enne, già sottoposto a misura e domiciliato presso una comunità terapeutica della città.
La sostituzione della misura cautelare, per il reato di maltrattamenti in famiglia, è stata disposta dalla Corte di Appello di Ancona e seguito di violazione delle prescrizioni imposte durante la permanenza all’interno della struttura. I carabinieri hanno eseguito il provvedimento e tradotto l’uomo al carcere di Fermo.
È ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Torrette di Ancona un agricoltore ferito in un incidente sul lavoro, avvenuto nel pomeriggio di oggi alla periferia di Ascoli Piceno, in località Caprignano.
Si tratta di un uomo di 65 anni che stava lavorando in un campo, quando una gamba gli è finita fra le lame di una motozappa. Nel cadere è poi rimasto incastrato in una rete di recinzione e per liberarlo è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco. Alla luce della gravità delle condizioni dell'agricoltore, i sanitari del 118 hanno disposto il suo trasferimento d'urgenza in eliambulanza al Trauma Center del Torrette.
Alcuni dipendenti di un gruppo societario campano attivo nella commercializzazione di carburanti sarebbero stati indotti, sotto minaccia a volte anche di morte, a svolgere massacranti turni di lavoro, senza riposi o ferie; ogni mese sarebbero costretti a richiedere e persino supplicare i datori di lavoro per il pagamento dello stipendio corrisposto a piacimento e ben al di sotto del salario minimo previsto.
È il contesto scoperto dai finanzieri della Guardia di finanza di Pesaro e dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro (Nil) di Pesaro Urbino, ma anche del Nil di Ancona e Macerata, mediante indagini avviate all'inizio del 2023, hanno arrestato tre persone (due in carcere e una ai domiciliari) tra titolari e gestori di una rete nazionale di distributori di carburante; sequestrati quattro impianti stradali nelle Marche per oltre 2 milioni di euro.
Eseguite ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Pesaro su richiesta della Procura pesarese con l'operazione denominata "Manda foto" perché i dipendenti, sotto minaccia di varie ritorsioni, dovevano mandare una foto via Whatsapp per attestare la loro presenza al lavoro: i presunti responsabili di reati che vanno dal cosiddetto caporalato e all'estorsione, fino alla truffa e illeciti penali in materia di immigrazione e di lavoro, sarebbero in particolare gli amministratori di un gruppo societario campano e un loro referente nella zona di Pesaro che avrebbe funto da caporale nel territorio marchigiano e umbro.
Da alcune conversazioni intercettate, al personale addetto sarebbero state date inoltre indicazioni per manomettere la corretta funzionalità degli impianti di erogazione o procedere a mescolare prodotti petroliferi: i filtri troppo sporchi e intasati, non dovevano essere sostituiti ma forati.
Se il carburante in alcune cisterne non era qualitativamente buono, si miscelava con altra tipologia di carburante/prodotto. Contestualmente a sequestri e arresti eseguite numerose perquisizioni nei luoghi di residenza, dimora degli indagati o sedi delle società coinvolte: le attività hanno interessato i Comuni di Pesaro, Terre Roveresche (Pesaro Urbino), Caserta, Marcianise (Caserta), Milano e Sperlonga (Latina).
Spinte e minacce alla nonna che finisce in ospedale: convalidato l'arresto per una giovane di 23 anni. L'episodio risale allo scorso 31 gennaio, quando la centrale operativa della Compagnia carabinieri di Tolentino ha ricevuto la chiamata di una anziana signora, che chiedeva l’intervento di una pattuglia a causa di una discussione accesa con la nipote.
I militari si sono recati sul posto con la massima celerità. La ragazza, seguita dal Sert per la condizione di tossicodipendenza, all'arrivo dei militari si era appena allontanata. Dai primi rilievi è emerso come, durante una lite per futili motivi e in particolare per l'accudimento di un cagnolino, la giovane avesse cominciato ad urlare, insultando e minacciando l’anziana parente.
Dopo la telefonata al 112, la nipote ha spinto e fatto cadere a terra la nonna, le ha preso i telefoni cellulari che si trovavano appoggiati su un mobile e se ne è andata di casa. Mentre la pattuglia intervenuta ricostruiva l’accaduto e chiedeva l’intervento dei sanitari per verificare le condizioni di salute della signora, gli equipaggi del nucleo operativo e radiomobile hanno perlustrato l’area, rintracciando la giovane dopo breve tempo, all’interno di un cantiere edile in centro, a poca distanza dall’abitazione, con i telefoni della vittima con sé.
La ventitreenne è stata tratta in arresto per il reato di rapina aggravata e per lesioni aggravate e tradotta al carcere di Pesaro. L'anziana, che nella caduta ha riportato un trauma cranico e un ematoma, è stata trasportata presso l’ospedale di Macerata. Lo scorso 2 febbraio si è svolta l'udienza di convalida dell'arresto.
Camion cisterna invade la corsia opposta al proprio senso di marcia e si ribalta: caos lungo l'autostrada A14. L'incidente è avvenuto intorno alle 18:45, al chilometro 163 dell'A14, nel territorio comunale di Pesaro. Il mezzo pesante, che trasportava liquido alimentare, procedeva in direzione nord quando, per cause in fase di accertamento, ha invaso la corsia opposta senza coinvolgere altri veicoli.
C'è stato sversamento di mosto. La squadra dei vigili del fuoco ha estratto il conducente del camion dalla cabina, in collaborazione con il personale del 118. Le operazioni di messa in sicurezza e di rimozione del mezzo sono proseguite per ore. Il tratto, tra Pesaro e Fano, è stato chiuso: 2 chilometri di coda sono stati registrati sia in corsia Bologna che nella corsia opposta. Sul posto sono intervenuti il personale di Autostrade per l'Italia e la polizia stradale.