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Cronaca Macerata

Rai 1, Storie Italiane tratta il caso Oseghale: "Ha rivelato di appartenere alla mafia nigeriana"

Rai 1, Storie Italiane tratta il caso Oseghale: "Ha rivelato di appartenere alla mafia nigeriana"

Nella trasmissione di Rai Uno "Storie Italiane" andata in onda questa mattina si è trattato il tema della morte di Pamela Mastropietro. Ospite in studio la moglie di un detenuto che avrebbe incontrato in carcere Innocent Oseghale, chiamata con un nome di fantasia "Antonella" e intervenuta nel programma con una voce distorta.

Il detenuto in questione sarebbe entrato in confidenza con Oseghale e - in quanto collaboratore di giustizia - avrebbe rivelato particolari agghiaccianti sulla morte di Pamela. Ospite in studio anche lo zio di Pamela Mastropietro, l'avvocato Marco Valerio Verni. 

L'INCONTRO - La donna racconta tramite una lettera il rapporto intercorso tra suo marito e Oseghale, sin da primo incontro: "Il 5 luglio scorso mio marito è stato portato nel carcere di Marino del Tronto. Mio marito è stato ubicato in una sezione con due celle, in una c'era lui insieme ad un altro collaboratore di Palermo, nell'altra il nigeriano Innocent Oseghale. Nonostante mio marito stia scontando una lunga pena, non ha mai tollerato certi reati. L'8 luglio  incontrò Oseghale e lo insultò, ci fu un'aggresione. Le guardie li allontanarono. In quei giorni mio marito stava collaborando a processi importanti, per gli interrogatori veniva trasferito in modo diverso dagli detenuti".  

LE CONFIDENZE - "Oseghale vedendo quel trattamento si rivolse ad uno dei suoi compagni di cella per riappacificarsi con lui. Mio marito accettò di conoscerlo. Oseghale gli chiese scusa, voleva il suo aiuto. Fu così che iniziò a confidarsi. Mio marito avvisò subito un ispettore del carcere e un brigadiere. Riferì agghiaccianti rivelazioni. Il 19 luglio, durante un interrogatorio, disse tutto ciò che aveva saputo. Riferì anche che Oseghale gli propose di fare da testimone in sua difesa. Avrebbe dovuto testimoniare che Pamela era morta di overdose in quanto collaboratore estremamente credibile"

LA MORTE DI PAMELA - Secondo la ricostruzione fornita dalla donna sarebbe nota anche la dinamica che ha portato alla morte della Mastropietro: "Pamela il giorno in cui se ne andò dalla comunità pagò la droga a Desmond Lucky con una collanina d'argento che le aveva regalato la mamma, Oseghale le diede due euro per comprare la siringa. Andarono al supermercato e poi a casa di Oseghale. Desmond voleva un rapporto con Pamela e Oseghale, ma Pamela seppur sotto l'effetto della droga rifiutò. Si alzò dal divano e respinse Desmond, lui le diede uno schiaffo e Pamela cadde vicino al seggiolone della figlia di Oseghale battendo la testa. Desmond allora se ne andò. Oseghale le gettò dell'acqua in faccia per cercare di risvegliarla. A quel punto la spogliò e abusò di lei".

"Quando Pamela si riprese minacciò di chiamare la polizia e si avvicinò alla porta per scappare e cercare di difendersi graffiando Oseghale al collo. Oseghale in preda alla rabbia accoltellò Pamela, la lasciò che stava malissimo e in preda alla paura uscì per cercare Desmond. Voleva farsi aiutare ma Desmond si rifiutò. Oseghale tornò a casa convinto che Pamela fosse morta. Quando si accorse che non era così, la colpì di nuovo e poi iniziò a sezionarne il corpo per poi nasconderlo in due valigie". 

LA MAFIA NIGERIANA - Oseghale avrebbe anche confidato di appartenere alla mafia nigeriana: "Disse a mio marito  che se lo avesse aiutato gli avrebbe fatto arrivare 100 mila euro da Castel Volturno. Gli rivelò di essere un referente della mafia nigeriana a Macerata e di appartenere a un gruppo criminale chiamato Black Cats. Gli fece vedere dei segni incisi sull'addome, simbolo di affiliazione a questa organizzazione criminale nigeriana. Voleve entrare in affari con mio marito. 

In carcere aveva molta disponibilità economica. Gli disse che il suo ruolo all'interno della mafia nigeriana era quello di trovare case per ospitare ragazze da avviare alla prostituzione e di gestire traffici di droga. Il punto di snodo di arrivi e partenze è Castel Volturno. Per far arrivare le ragazze la mafia nigeriana ha appoggi importanti in Libia. Gli disse anche che lui era ritenuto insospettabile in quanto compagno di una ragazza italiana. 

Da quando mio marito ha iniziato a collaborare io ho paura. Ho chiesto a mio marito di non collaborare più". 

Ecco il link completo dell'intervista, la vicenda di Pamela Mastropietro viene trattata a partire dal minuto 46: clicca qui

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