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Morire senza un perché: oggi i funerali di Pina Vallesi, domani quelli di Emanuela Pellegrini

Morire senza un perché: oggi i funerali di Pina Vallesi, domani quelli di Emanuela Pellegrini

A volte esci di casa la mattina e pensi che sarà la solita giornata, con tutti i problemi e le insicurezze che ognuno di noi si porta dentro.

Ogni giorno diamo per scontato che sarà la solita giornata, quella che abbiamo programmato, quella che intervallata da appuntamenti e cose da fare ci farà arrivare alla sera stanchi e più o meno soddisfatti.

Purtroppo ci sono dei giorni in cui qualcuno non torna a casa e quella che ci sembrava la normalità diventa perdita, dolore, lutto.

Ieri è stata una giornata di queste. Due donne, due cittadine del maceratese, entrambe giovani, 48 e 40 anni, hanno perso la vita in due incidenti stradali ed entrambe sono morte sul colpo.

Era l’ora di pranzo per Giuseppina Vallesi e il momento della cena per Emanuela Pellegrini e tutte e due erano per strada, stavano tornando a casa.

Era l’ora in cui le donne, lavoratrici madri e mogli, di solito tornano a casa per dovere, ancora oggi nel secolo dell’emancipazione femminile, preparare il pasto, occuparsi dei figli, sistemare le proprie cose.

Se di femminicidio si tratta, questa volta il colpevole non è un uomo, ma la strada quella su cui passiamo gran parte della nostra giornata e su cui, dentro alle nostre stanze a quattro ruote, ci sentiamo invincibili, inattaccabili, padroni del tempo che scorre a ritmo di chilometri orari.

Giuseppina Vallesi, per tutti Pina, era una madre, una moglie e una “bravissima insegnante”, come la ricorda il Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo Sant’Agostino, Claudio Bernacchia.

Stava tornando a casa, dopo aver fatto lezione di inglese alla scuola media Matteo Ricci di Montecosaro, e stava andando a Civitanova a prendere la figlia di 9 anni.

Insegnava anche all’Istituto "Ungaretti" di Civitanova Marche ed era appassionata di romanzi gialli, ne aveva pubblicati due con la casa editrice Mondadori. Inoltre, era stata tra gli organizzatori della rassegna noir “Giallocarta” del Festival letterario Cartacanta di Civitanova.

Una donna conosciuta e stimata è scomparsa in una normale mattina di lavoro, in un incidente violentissimo con un’altra auto con a bordo un giovane di 26 anni di Macerata, Luca Tordini, ora ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Torrette di Ancona.

La salma, posta sotto sequestro, ora all’obitorio dell’ospedale di Civitanova, questa mattina è stata sottoposta a ispezione cadaverica.

I funerali sono previsti per oggi alle 14 e 30 presso la Chiesa di San Gabriele a Civitanova Marche.

Aveva 8 anni meno di Giuseppina Vallesi, la donna che invece è venuta a mancare ieri sera a Passo Colmurano, Emanuela Pellegrini.

La donna, residente a Urbisaglia, tornava a casa per la cena dopo una giornata di lavoro. Stava attraversando la strada statale 78 quando lo scontro violento della sua auto con una pianta ha posto fine alla sua esistenza.

Le cause dell’impatto sono ancora sconosciute, quello che invece si sa è che il destino di Emanuela si unisce a quello drammatico della sua famiglia, che qualche anno fa aveva perso anche il giovanissimo fratello Pietro in un altro incidente in moto, a due passi da casa.

Lascia il padre e una sorella. La mamma morì di tumore diverso tempo fa e dopo la scomparsa della madre era la stessa Emanuela, insieme al padre e allo zio, a tirare avanti l’azienda di trasporti della famiglia. Gli amici la ricordano come una ragazza cordialissima, sempre molto gentile e di grande compagnia.

Oggi la salma di Emanuela Pellegrini è stata portata nella sua abitazione, in attesa dei funerali, previsti per domani mattina alle 10 alla chiesa parrocchiale di Urbisaglia.

Forse se avessero percorso un’altra strada, se fossero uscite più tardi da lavoro, se avessero spostato un appuntamento: molti “se” riempiono le nostre menti quando di fronte a eventi così assurdi non riusciamo a trovare una spiegazione.

E forse quando muore una persona, anche se non sappiamo chi sia, moriamo un po’ anche noi, i sopravvissuti, che non sappiamo quando e come la nostra vita finirà.

“Bisogna morire molte volte per imparare a vivere”, diceva l’attore Alessandro Ruspoli, e così moriamo ogni giorno quando un pezzo dell’umanità se ne va, come queste due donne scomparse su due strade diverse tornando a casa, così senza una vera ragione, senza un perché.

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