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Mogliano, sequestro di beni per 6 milioni tra fabbricati e terreni: nei guai l'imprenditore Giancarlo Iorio Gnisci

Mogliano, sequestro di beni per 6 milioni tra fabbricati e terreni: nei guai l'imprenditore Giancarlo Iorio Gnisci

La Polizia ha sequestrato questa mattina beni, tra i quali 27 fabbricati, 44 terreni e 3 veicoli per un valore complessivo di 6 milioni di euro, riconducibili a Giancarlo Iorio Gnisci, noto imprenditore edile e immobiliare della zona di Mogliano.

L’operazione, partita su input dei Carabinieri dell’Arma, rientra nell’ambito di una strategia di contrasto all’accumulazione dei patrimoni illeciti intrapresa dalla Direzione Centrale Anticrimine. I dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa a cui hanno  preso parte il procuratore capo di Macerata, Giovanni Narbone, il procuratore facente funzione Claudio Rastrelli, il questore Vincenzo Trombadore, il vice questore Patrizia Peroni e il direttore del Servizio Centrale Anticrimine, Giuseppe Linares.

L’imprenditore, di origini calabresi ma residente nelle Marche da un ventennio, era già sottoposto dal 2020 alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale "a causa dei precedenti a suo carico e perché ritenuto soggetto pericoloso", ha spiegato il questore Trombadore.

L’uomo, infatti, è stato coinvolto nel passato in diverse vicende processuali riguardanti fatti di reato a carattere di lucro generico: tributari, finanziari fallimentari contro il patrimonio e la pubblica amministrazione in materia di rifiuti.  

L’imprenditore, inoltre, risulta attualmente imputato dinanzi al Tribunale di Palermo "per riciclaggio aggravato dalle finalità mafiose, avendo le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia, accertato consolidati legami dell’uomo con Cosa Nostra nel periodo 2014-2015", come ha evidenziato il direttore del Servizio Centrale Anticrimine Linares 

Secondo le accuse Iorio Gnisci, infatti, utilizzando in particolare lo schermo delle società a lui indirettamente riconducibili, avrebbe agevolato, nell’ambito di uno stabile rapporto di collaborazione, un esponente del clan Graziano del mandamento mafioso di Resuttana (Palermo) nella realizzazione di operazioni di natura immobiliare e finanziaria.  

Le odierne investigazioni hanno consentito, invece, di accertare come l’uomo, a fronte di una situazione di reddito contenuta, abbia costituito nelle Marche un importante e articolato sistema societario operante nel settore immobiliare, mediante la realizzazione di sistematiche operazioni volte a impedire la diretta riconducibilità delle società alla sua persona. Questo anche attraverso l’interposizione fittizia di familiari e prestanome.

Le società, strettamente collegate tra loro infatti, sarebbero state utilizzate per operare trasferimenti di beni e di ricchezza, per giustificare spese e abbattimenti per parcellizzare e riciclare denaro, nascondendo la disponibilità di somme provento di reati.

"Abbiamo analizzato i beni dell’imprenditore, beni immobili, disponibilità economiche. La capacità di analisi era ricostruire un patrimonio allargato, dunque, anche a familiari e persone legate a lui. Abbiamo così visto la genesi di questo patrimonio allargato del soggetto", ha spiegato il procuratore facente funzioni Rastrelli che ha coordinato le indagini.

“L'imprenditore in questione è molto presente nel settore immobiliare apriva e chiudeva attività dal 2000 in poi, ha aggiunto la vice questore Patrizia Peroni. Talune sono fallite, di altre è stato dipendente, in altre ancora è stato inserito qualche familiare stretto. Lui e alcuni familiari hanno cercato, altresì, di fare iscrizioni in White list delle loro aziende per ottenere finanziamenti per la ricostruzione ma sono stati fermati".

Il tribunale di prevenzione di Ancona, perciò, accogliendo la proposta del procuratore della Repubblica e del questore di Macerata, ha disposto il sequestro della totalità delle quote di 14 società operanti nel settore immobiliare ed edilizio riconducibili a Iorio Gnisci, tra cui: 27 fabbricati, 44 terreni e 3 veicoli, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro. L'imprenditore è difeso dall'avvocato Gabriele Cofanelli. 

LEGGI: Macerata, sequestro milionario di beni a un noto imprenditore edile

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