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Cronaca Macerata

Il caso di Pamela Mastropietro al Parlamento europeo

Il caso di Pamela Mastropietro al Parlamento europeo

'Il muro delle Bambole - Combattere la violenza contro le donne - In memoria di Pamela Mastropietro'. Il caso della 18enne romana arriverà, il prossimo 21 novembre, al Parlamento europeo. A comunicarlo all'Adnkronos è il legale della famiglia della giovane uccisa e fatta a pezzi a Macerata lo scorso gennaio da Innocent Oseghale, Marco Valerio Verni.

"Ringraziamo Luisa Regimenti, l'europarlamentare leghista del Gruppo Identità e Democrazia, che ci ha dato questa occasione - ha spiegato Verni all'Adnkronos -. Sarà un momento molto importante. Porteremo la storia di Pamela, con tutti gli aspetti ad essa connessi, nella massima istituzione europea. Parleremo di lei, della mafia nigeriana, della violenza di genere e in tal caso della violenza contro il genere umano perché ciò che è stato fatto a Pamela va oltre la violenza contro una donna: è una violenza contro l'umanità intera".

Luisa Regimenti, nel processo che ha visto imputato e poi condannato all'ergastolo Innocent Oseghale, è stata consulente di parte civile della famiglia della 18enne romana.

Continua inoltre la battaglia della famiglia Mastropietro per fare completamente luce su quanto accaduto nel gennaio del 2018. "Seguiamo con vivo e costante interesse le cronache locali, non ultimo l'arresto del pusher di appena 13 anni effettuato nei giorni scorsi (LEGGI QUI). Siamo molto d'accordo con le parole del questore Pignataro, a cui idealmente ci uniamo - spiegano i familiari -. Ma ci domandiamo se, in questo doveroso ed encomiabile sforzo di prevenzione e contrasto alla criminalità, sia accettabile apprendere, sempre dalla stampa, che, ad esempio, ad ottobre dello scorso anno, sia caduto in prescrizione un processo importante che vedeva imputati numerosi nigeriani (ma non solo) per spaccio internazionale di sostanze stupefacenti (e per altri gravi reati), a causa, a quanto sembra, della mancanza della perizia che si sarebbe dovuta svolgere sull'ingente quantitativo di sostanza sequestrata e che, invece, non sarebbe stata disposta."

"Qualcosa non è andato. Chi ha sbagliato? E, soprattutto, costui è stato chiamato a rispondere di questa che non può non definirsi grave negligenza - si domanda la famiglia della giovane uccisa -. Nonostante alcuni continuino a non indagare in tale direzione, noi riteniamo che non sia affatto da escludere la presenza di vere e proprie organizzazioni criminali nigeriane, anche di tipo mafioso. Troppi gli indizi che, secondo noi, non sono stati "messi a sistema" - cosa che si sarebbe potuta e dovuta fare se determinate carte fossero state trasmesse agli uffici competenti -, compreso questo processo che, evidentemente, avrebbe potuto fornire importanti dati ove andato a buon fine."

"Lungi dal voler per forza vedere cose che non esistono, è altrettanto vero che, di contro, non si possano esse escludere a priori, e noi insisteremo fin quando potremo, affinché venga fatta piena luce su tutto. Per Pamela, per i tanti Maceratesi che ci chiedono di andare avanti e, al dunque, per tutti gli italiani per bene, di qualsiasi colore abbiano la pelle - concludono -. Perché, quello che si scorda, è che, tra le vittime principali di questi criminali, ci sono le stesse nigeriane, oltre che i nostri figli a cui questi vendono droga. E non solo".

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