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Cronaca Porto Recanati

Hotel House ad alto rischio: blitz dei Carabinieri all’interno dell’edificio, perquisizioni e controlli (FOTO E VIDEO)

Hotel House ad alto rischio: blitz dei Carabinieri all’interno dell’edificio, perquisizioni e controlli (FOTO E VIDEO)

Siamo all'hotel House di Porto Recanati, il residence ghetto definito il "pozzo degli orrori". Nella piazza di questa enorme struttura fatiscente si è riunita una task force di carabinieri coordinata dal tenente Cristian Mucci della Compagnia di Civitanova Marche, e provenienti dalle stazioni di Porto Recanati e Potenza Picena, oltre all’unità cinofila di Pesaro.

Due pakistani chiusi una vecchia auto Fiat, parcheggiata verso la strada d'uscita, vedendoci arrivare ci chiedono cosa sia successo con tutti questi mezzi militari. Vogliono informazioni. Cercano di capire se siamo militari in borghese. Sono sicuramente vedette in postazione. Alcuni inquilini di questo grattacielo si affacciano per poi ritirarsi in casa. Altri dalle finestre osservano. 

I carabinieri si dirigono verso l'androne e si dividono in due squadre. Li seguiamo. L'ascensore è rotto e arrugginito. Facciamo due a due i gradini delle rampe di scale per tenere il passo. Il degrado in cui vivono le 2000 persone di 32 nazionalità diverse che abitano questo luogo è tangibile. Si tratta di un vero e proprio ghetto: calcinacci ovunque, muri sporchi, sacchi di immondizia abbandonati tra i gradini.  

Ci fermiamo al sesto piano e arriviamo in un lungo corridoio buio che viene illuminato solo dalle torce degli agenti dell'Arma. Appartamenti abitati ambo i lati, sia a sinistra che a destra, ma regna il silenzio. Calpestiamo di tutto. Il soffitto cade a pezzi. Gli estintori di sicurezza divelti e manomessi per lasciare spazio a nascondigli per la droga. In basso ai lati del corridoio, buchi creati per lo spaccio. In fondo al tunnel buio una finestra di vetro rotto e una porta d'emergenza con le rampe di scale all'esterno. Creata per esigenze di sicurezza diventa ora un luogo per scappare con gli stupefacenti di ogni tipo.

 

I carabinieri cercano e frugano ovunque. Ci arriva la notizia che i cani antidroga hanno fiutato qualcosa di strano e scendiamo di corsa. Un pastore belga si aggira più volte intorno ad una auto. I militari fanno scendere un albanese. Lo perquisiscono, mentre il cane salta sui sedili della macchina, fiuta, abbaia al conduttore più volte.

Poco dopo arriva un altro allarme: nell'ala 9 del palazzo hanno trovato delle sostanze stupefacenti e ci dirigiamo nuovamente dentro di corsa con i militari. Le rampe di scale sembrano non finire mai. Arriviamo al nono piano e ci mettiamo in disparte per non intralciare le operazioni: il cane antidroga abbaia. 

 All'entrata dell'appartamento uno stendino con i vestiti di un bimbo e giocattoli. Di traverso riesco a vedere la madre giovane con il bimbo di pochi mesi in braccio che lo coccola. Decidiamo di stoppare la telecamera e di non essere di intralcio ai carabinieri per la loro attività delicata.

L’operazione è terminata con la denuncia di un cittadino senegalese di quarantotto anni, sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova al servizio sociale. L’attività di ricerca delle unità cinofile antidroga, inoltre, ha consentito di segnalare alla prefettura un bracciante agricolo nigeriano di trent’anni, trovato in possesso di uno spinello contenente marijuana, e un agente di commercio di Ancona, sorpreso con una dose da 0,35 grammi di cocaina. A entrambi veniva contestata la violazione amministrativa per detenzione di sostanze stupefacenti ad uso personale.

Ritornati in piazza il tenente Cristian Mucci, comandante della Compagnia di Civitanova, che guidava e monitorava costantemente le operazioni dei suoi, si ferma a parlare scherzosamente con una bimba dentro un passeggino, spinto dalla madre. La bambina risponde gioiosa. 

 

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