Fenati in una lettera aperta: "Andavo a 200 Km/h per un buon motivo, ma ce l’hanno con me"
Affida i suoi pensieri ad una lettera Romano Fenati, pilota motociclistico Ascolano, dopo l’ennesima disavventura causata dalla sua proverbiale impulsività, inseguito in autostrada a 200 km/h aveva poi inveito contro gli agenti tentando di impedire la contestazione.
"Ora sono nel mirino per tutto, andavo da una persona a me cara dopo un grave intervento, ma uno dei due mi ha riservato un trattamento allucinante quando ha capito chi ero. Così non sarò mai difendibile Ovviamente, adesso, qualsiasi cosa io faccia, devo stare attentissimo. Lo so. Sono stato troppo a lungo nell’occhio del ciclone per non essere considerato un’occasione di Comunicazione per chiunque. Quindi dovrei cercare di essere praticamente invisibile, senza mai prestare il fianco a nessuno. Sembra quasi facile, vero? Almeno così sembra. Venerdì mi hanno chiamato dall’ospedale di Ancona dove mio nonno si trova in fin di vita. Mio nonno è una delle persone più importanti della mia vita. Lo hanno operato al cuore: un’operazione delicata e complicata. Dopo l’intervento sono subentrate delle complicazioni e mi hanno detto di andare con urgenza. In autostrada la Polizia mi ha fermato per eccesso di velocità ma non andavo ad una velocità folle. Sopra il codice sì, lo ammetto. Ho chiesto di fare subito il verbale per ripartire ma il trattamento che mi è stato riservato, da uno dei due, perché ero Romano Fenati, è stato allucinante. Ho chiesto scusa per l’eccesso e ho cercato di defilarmi in fretta con un verbale da 80 euro di multa ma sono rimasto invischiato in una discussione accesa e per me irreale. Come posso io difendermi, io che sono Romano Fenati e ogni volta che ne darò l‘occasione sarà colta al volo e non sarò mai più difendibile?"
Intorno alle 22 di venerdì, infatti, agenti in servizio autostradale della sezione di Porto San Giorgio venivano sorpassati da un suv che viaggiava ad elevata velocità. Gli agenti tentavano quindi di far accostare il veicolo che proseguiva la marcia facendo nascere un inseguimento durato una decina di chilometri dopo di che il suv accostava in una piazzola si sosta.
Gli agenti accertavano che il tachimetro del veicolo in servizio, nell’inseguimento, segnava la velocità di 200 km/h, tanto da costituire pericolo per se e per la circolazione stradale e che era stata sempre occupata la terza corsia.
Proprio in quell’occasione Romano Fenati avrebbe inveito vigorosamente verso gli agenti arrivando a tentare di impedire materialmente la verbalizzazione dell’addebito.
Proprio da questo comportamento, il Pilota veniva anche denunciato per Resistenza a Pubblico Ufficiale.
Un ulteriore tegola sulla carriera del Pilota ascolano, gia penalizzato con una sospensione dopo che aveva tentato di premere il freno della moto di Stefano Manzi mentre erano in corsa al gran premio di Misano, evento per il quale sei era giustificato con una lettera che recitava “Chiedo scusa a tutto il mondo sportivo. Questa mattina, a mente lucida, avrei voluto che fosse stato solo un brutto sogno. Penso e ripenso a quei momenti, ho fatto un gesto inqualificabile, non sono stato un uomo! “ e concludeva con “Ora avrò tempo per riflettere e schiarirmi le idee.”
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