Mentre le sue condizioni di salute continuano a peggiorare, Roberto Pioli stamattina è andato ad Ancona dove, in consiglio regionale, si discuteva un'interrogazione urgente del consigliere del gruppo misto Sandro Bisonni in merito allo sciopero della fame che il giovane settempedano sta attuando per protesta contro la riforma sanitaria."Oggi si è discussa la mia interrogazione urgente sullo sciopero della fame di Roberto Pioli che era presente in aula. Dopo l'interrogazione" ha detto Bisonni "mi sono confrontato con il presidente Ceriscioli che ha dato la sua disponibilità all'ascolto a condizione che Roberto avesse smesso lo sciopero. Detto fatto, Roberto ha accettato, il Presidente ha dato la sua disponibilità".Pioli, però, non sembra affatto intenzionato a tornare sui suoi passi: "Il presidente Ceriscioli mi ha dato garanzie sul fatto che mi incontrerà" ha dichiarato mentre stanchissimo stava rientrando da Ancona "però, fino a quando non saprò con certezza il giorno e l'ora in cui questo accadrà, non smetterò lo sciopero della fame".Con tutte le conseguenze del caso, visto che ormai giorno dopo giorno le sue condizioni di salute sono sempre più preoccupanti.
Sospiro di sollievo per una donna di Macerata alla quale in pieno centro nei giorni scorsi era stata rubata la sua Peugeot 208 praticamente nuova: appena due mesi di vita e meno di duemila chilometri percorsi.L'auto è stata ritrovata dalla polizia stradale di Vasto a seguito di un rocambolesco inseguimento."Erano circa le 05.30 di lunedì mattina" si legge nel comunicato della stradale molisana "quando una delle pattuglie, al km 463, in territorio molisano ha visto passare una Peugeot 208 di colore nero.Gli agenti immediatamente decidevano di procedere al suo controllo. Dopo aver affiancato la vettura facevano segno al conducente di accostare. Per tutta risposta questi accelerava ed iniziava a zigzagare impedendo alla pattuglia di affiancarlo nuovamente. Probabilmente vistosi preso, ha iniziato a rallentare e camminare sulla corsia di emergenza permettendo così l’affiancamento. Il conducente, al km 465 + 500 improvvisamente sterzava verso sinistra con l’intento di speronare la vettura di servizio. L’abilità del poliziotto faceva si che l’urto si riducesse ad una sola strisciatura. Il conducente, dopo aver arrestato il veicolo di traverso sulla carreggiata, scendeva precipitosamente dal lato conducente e si dava alla fuga nelle campagne circostanti. Immediatamente venivano allertate le forze di Polizia di Termoli e dintorni per concorrere alle ricerche che davano esito negativo. A seguito di accertamenti, la vettura di solo due mesi di vita e duemila chilometri percorsi, era stata rubata, ad una donna, nella nottata nel centro abitata di Macerata”.
Auto in fiamme intorno alle 11 di questa mattina in contrada Peschiera a Macerata.Mentre stava transitando all'interno della fornace Fermani, dal cofano dell'auto, alimentata a gasolio, si è sviluppato il fuoco che, in breve ha avvolto completamente il veicolo.La persona all'interno ha fatto in tempo a scendere e a chiedere l'intervento dei vigili del fuoco di Macerata che, nel giro di pochissimi minuti sono intervenuti sul posto e hanno spento l'incendio, anche se l'auto ha riportato ingenti danni.(FOTO Si.Sa)
Finisce di lavorare in discoteca e va al pub per mangiare qualcosa, ma qui, senza motivo, viene insultato e schiaffeggiato da due giovani.E' successo domenica sera a Nicola Pigini, noto dj recanatese del Mia Clubbing e del Sottovento di Numana."Conclusa la mia serata" racconta Pigini "con un amico decido di andare in un noto pub per mangiare qualcosa. Ci sediamo e tre ragazzi (evidentemente ubriachi) iniziano a chiamarci frogi... Noi facciamo finta di nulla ma uno di loro si alza, mi ordina di chiedere dei tortellini e mi tira uno schiaffo a mano aperta. Io non reagisco e poco dopo si alza un altro di loro, mi dice di ordinare la pasta e di portare rispetto all'amico, così mi tira un altro schiaffo ancora più forte e senza motivo.La cosa davvero grave, però, è che il proprietario oltre a non scusarsi per l'accaduto ha fatto finta di nulla fino al secondo schiaffo, dopodiché li ha allontanati. Io sono e sarò sempre per lapace, non ho risposto e non me ne pento assolutamente.. Ma tutto ciò è triste...".Tantissime le attestazioni di solidarietà arrivate al dj di Recanati sulla sua pagina Facebook.
Un malore improvviso ha strappato alla vita questo pomeriggio Andrea Rogani, 55 anni, di Civitanova.Rogani, che insieme ai familiari conduceva un piccolo calzaturificio, si è sentito male mentre era a casa. È stato subito soccorso dai familiari e accompagnato in ospedale, ma per lui, purtroppo, non c'è stato niente da fare.Sulla salma dell'uomo, il magistrato ha disposto l'autopsia che, verosimilmente, sarà effettuata nella giornata di domani. I funerali dovrebbero svolgersi giovedì.Oltre all'attività di famiglia, Rogani era un grandissimo appassionato di pesca e negli anni scorsi aveva ottenuto brillanti risultati nelle gare nazionali. Da qualche tempo aveva abbandonato l'attività agonistica, ma portava avanti quella amatoriale con la passione di sempre.Andrea Rogani lascia i figli Pamela e Federico e i genitori Giancarlo e Maria.Sconvolto l'amico di sempre Ivo Costamagna: Era uno degli amici dell'adolescenza, "quelli di Via Don Bosco", con cui sono rimasto in contatto. Nessuna retorica nel definirlo buono e generoso, un cuore grande, colpito nel modo piu' atroce. Sono sconvolto non riesco ancora a mettere in fila i pensieri di una vita intera. Lo vedo con la sua canna da pesca. Era per me un amico, un compagno, un fratello”.
Nessun allarmismo, ma massima attenzione.Oggi, nella zona Vergini di Macerata, si aggira una donna italiana, mora e con i capelli ricci, che suona ai campanelli delle abitazioni e con delle scuse cerca di farsi aprire, spacciandosi per dipendente dell'Enel.La segnalazione si è rapidamente diffusa sui social network, contribuendo a mettere in allerta i cittadini da eventuali truffe.
Peggiorano le condizioni di salute di Roberto Pioli, il giovane che dal 26 gennaio ha deciso di iniziare uno sciopero della fame in segno di protesta contro la riforma sanitaria della Regione.Nella mattinata di oggi il ragazzo ha accusato febbre e pressione bassa ma resta convinto del suo gesto: malgrado gli appelli arrivati da diversi esponenti politici e della società civile, non sembra assolutamente intenzionato a tornare sui suoi passi. Notevole anche il calo di peso: quasi tre chili in meno rispetto all'inizio dello sciopero della fame."Una piccola battaglia è stata vinta" spiega Roberto "il ricorso al Tar è stato accolto e l'ospedale di San Severino può respirare fino al 19 febbraio".Continua rimarcando molto sul fatto che questo suo sciopero non si limita al solo ospedale della sua città ma è un discorso che riguarda il Maceratese e tutta la regione Marche.
Notte da incubo per chi si è messo al volante dopo aver alzato troppo il gomito.Sono state, infatti, ben venti le patenti ritirate la notte scorsa dagli agenti della Polizia Stradale a giovani di età compresa fra i venti e i trent'anni.Due pattuglie hanno controllato soprattutto la zona costiera procedendo, oltre che al ritiro delle patenti a tredici ragazzi e sette ragazze, ad elevare quasi cinquanta contravvenzioni al Codice della Strada (per lo più per mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e guida con il cellulare) per una decurtazione complessiva di quasi trecento punti dalle patenti.
Due giovani sono rimasti feriti intorno a mezzanotte in un incidente stradale che si è verificato in località Lebboreto a Cingoli.A bordo di un'auto che per causa ancora da accertare è uscita di strada e poi si è ribaltata c'erano un 19enne di Chiesanuova di Treia e un 20enne di origini macedoni. Ad avere la peggio è stato quest'ultimo, per il quale si è reso necessario il trasferimento all'ospedale regionale di Ancona. Il 19enne, invece, è stato portato all'ospedale di Macerata.Per estrarre dalle lamiere il ragazzo macedone, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco del Comando provinciale di Macerata che hanno lavorato per oltre due ore per le operazioni di soccorso e la messa in sicurezza della zona.
Aveva denunciato di essere stato rapinato del cellulare e del portafoglio. In realtà, sotto c'era una vicenda legata al mondo della droga.Sono queste le conclusioni cui sono giunti i carabinieri della Compagnia di Macerata dopo una serie di indagini partite nel tardo pomeriggio di una giornata di fine settembre, quando un giovane maceratese aveva denunciato di essere stato aggredito e rapinato del telefono cellulare e del portafogli da due ragazzi sconosciuti.Fin da subito il racconto del giovane non aveva convinto in pieno gli inquirenti che comunque hanno iniziato le indagini.Ricostruire i fatti non è stato semplice: la descrizione dei malfattori non era dettagliata e comunque le poche informazioni si potevano abbinare all’abbigliamento che quasi tutti i ragazzi oggi indossano.E' stato scandagliato il mondo dei giovani della zona. Lentamente, come un puzzle, è cominciato a venire fuori qualche notizia in più e alla fine sono spuntati i nomi di due persone individuate come gli autori della rapina: due maggiorenni già conosciuti alle forze dell’ordine.Ma quanto accaduto ha continuato a non convincere gli investigatori: le modalità, e soprattutto il movente della rapina sono venuti a galla quando è stato scoperto che dietro all’aggressione c’era una richiesta di qualche “scaglia” di hashish che i due autori avevano avanzato ma che poi non volevano pagare. A quel punto, per sottolineare il proprio rifiuto hanno colpito il giovane, rubandogli il cellulare, mai più trovato.Ora anche la vittima dovrà spiegare al magistrato questa sua “vicinanza” al mondo della droga.
Furto anomalo nei giorni scorsi in contrada San Pietro a Mogliano.Ignoti malviventi, infatti, hanno letteralmente asportato un grosso gazebo situato all'esterno dell'abitazione di proprietà della dottoressa Iole Celi. Un lavoro certosino, per il quale è stato necessario diverso tempo e l'utilizzo di una apposita attrezzatura. I ladri avevano evidentemente "puntato" da tempo al gazebo della casa dove la dottoressa Celi è solita recarsi nei fine settimana. Durante l'unico week-end nel quale non è rientrata a Mogliano, i malviventi hanno agito. Oltre al gazebo si sono portati via anche un calcio balilla.Curiosamente, invece, malgrado abbiano avuto tutto il tempo a disposizione, non hanno neanche provato ad entrare in casa.Alcuni testimoni affermano di aver notato nei paraggi una Fiat Punto Nera e un furgone sul quale, una volta smontato, è stato poi caricato il gazebo.Il fatto è stato denunciato ai carabinieri.
In merito alla vicenda che giudiziaria di cui si parla ormai da qualche giorno, la Cerolini srl ha emesso un comunicato ufficiale a firma di Giuseppe Cerolini."Il sottoscritto Cerolini Giuseppe" si legge nella nota "nel ribadire piena fiducia nella attività della magistraturaDICHIARAdi accettare con soddisfazione e con senso di responsabilità di proseguire nell'attività di amministratore delle mie aziende e di continuare la gestione con professionalità e competenza rapportandomi per gli atti dovuti con il dott. Alessandro Benigni.RIBADISCOche ho sempre onorato tutti gli impegni con gli oltre 250 dipendenti, i fornitori e i clienti. Profonderò sempre maggior impegno per gestire le mie aziende con la professionalità ed esperienza acquisita che la complessità della gestione richiede, il tutto per amore delle attività, il bene dei miei dipendenti e per dare prestigio e lustro alla mia città essendo certo che la magistratura accerterà la verità, la trasparenza e la correttezza del mio operato.Conscio del gravoso impegno, per quanto espresso sopra metterò a disposizione tutta la mia professionalità, ed esperienza, per ripagare la fiducia riposta dalla magistratura nella mia persona.Dichiaro altresì che in futuro investirò ancora nella tipologia di attività che amministro e gestisco per la crescita e l'occupazione e per lo sviluppo civile ed economico e sociale della mia città".
Un cittadino marocchino è stato arrestato dagli agenti del Commissariato di Civitanova. Nei suoi confronti era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in quanto deve scontare la pena di un mese di reclusione per reati connessi allo spaccio di droga. Dopo l’arresto, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Maxi operazione di controllo del territorio, quella messa in atto nelle scorse ore dai carabinieri della compagnia di Macerata. Coinvolti nel servizio una decina di militari, dislocati su tutto il territorio di competenza e, soprattutto, nella zona di Appignano.Nel mirino dei controlli dei carabinieri, e con l'ausilio della polizia municipale, due locali pubblici di Appignano che hanno presentato irregolarità di natura amministrativa e, per questo, sono risultati destinatari di contravvenzioni.Circa cento le persone identificate dai carabinieri, qualcuna già conosciuta alle cronache giudiziarie. Sempre nell'ambito della maxi operazione di controllo, i militari del nucleo operativo hanno sorpreso un giovane in possesso di pochi grammi di cocaina.Numerose sono state le contravvenzioni per violazione del codice della strada. Uno straniero è stato sorpreso alla guida di un mezzo che risultava già sequestrato per mancanza di copertura assicurativa. Il veicolo è stato nuovamente posto sotto sequestro.L'attività di controllo proseguirà anche nei prossimi giorni.
Continuano i furti in provincia. Proprio ieri ne è stato messo in atto uno nella periferia di Cingoli. Dei malviventi, infatti, si sono introdotti in un'abitazione privata e sono riusciti a portar via circa 500 euro in denaro. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Macerata che, adesso, stanno indagando per tentare di dare un'identità ai ladri.
Nella serata di ieri, nell’ambito dell’attivita’ di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, gli agenti della Squadra Mobile - Sezione Antidroga – della Questura di Macerata, a seguito di un'indagine attivata da tempo, ha proceduto al controllo e alla successiva perquisizione domiciliare a carico di un cittadino albanese di 28 anni residente a Matelica.L’attività di Polizia ha permesso il rinvenimento e il sequestro di circa 20 grammi di cocaina, già divisa in dosi pronti per lo spaccio. Oltre alla sostanza stupefacente, è stato anche rinvenuto materiale atto al confezionamento della droga e altro materiale ritenuto utile per il proseguo dell’indagine. Al termine dell’attività, il giovane è stato tratto in arresto e ristretto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.
Due sorelle di 50 anni sono state travolte in casa dal crollo di un grosso armadio, che le ha quasi sepolte vive: per fortuna una delle due aveva un cellulare in tasca ed è riuscita a chiamare i vigili del fuoco, che, accorsi sul posto, un condominio del quartiere Pace a Macerata, hanno sollevato l'armadio e tratto in salvo le due donne, peraltro molto corpulente. Entrambe stanno abbastanza bene, ma sono state accompagnate in ospedale per accertamenti.L'incidente domestico è avvenuto in una cameretta per bambini, arredata con un armadio a parete nel quale erano incastrati due lettini. Per cause ancora da chiarire, l'armadio si è staccato dal muro ed è caduto addosso alle due donne. Sul posto anche i sanitari del 118. (Ansa)
Un maxi furto di una collezione di orologi del valore di circa 50mila euro è stato messo a segno nei giorni scorsi in una abitazione di Macerata.I malviventi sono entrati nella casa, situata in una zona piuttosto isolata, dopo aver forzato una porta finestra. Subito è entrato in funzione il sistema di allarme presente nell'abitazione e i proprietari hanno avvisato le forze dell'ordine.Ma, nel giro di pochissimo tempo, i ladri sono riusciti ad arrivare nella stanza dove venivano custoditi i preziosi orologi e a portarli via prima dell'arrivo dei carabinieri.La precisione con la quale i malviventi si sono mossi e si sono indirizzati precisamente nella stanza dove c'erano gli orologi lascia pensare che i ladri sapessero perfettamente cosa cercare e non è escluso che possa essersi trattato di un furto messo a segno su commissione.Indagano i carabinieri.
Controllo del vicinato, servizi notturni della Polizia Municipale, nuove telecamere finalizzate al controllo delle targhe: sono queste le novità che l'amministrazione comunale di Tolentino intende mettere in campo a brevissima scadenza per contrastare furti e rapine.A comunicarlo è l'assessore alla Sicurezza Giovanni Gabrielli che spiega come "Nessuno si sente tutelato nelle proprie abitazioni dove resta alta la tensione, soprattutto, il timore che i malviventi possano tornare a colpire di nuovo.Come assessore alla Sicurezza, ma come tutti i componenti di questa amministrazione, riteniamo di dover intervenire a supporto dell'azione già in atto da parte delle forze dell'ordine, valutando soluzione concrete che, a breve termine, possano rendere più efficaci gli effetti e misure preventive.La nostra proposta è quella mettere in pratica il progetto denominato “Controllo del vicinato” che andrebbe a sopperire alla mancanza di organico degli organi preposti alla vigilanza.Con l'attuazione del progetto, che vede la partecipazione dell'omonima Associazione provinciale, riusciremo ad avere un territorio costantemente monitorato grazie alla collaborazione dei Consigli di quartiere e contrada, che in questa fase rivestono un ruolo fondamentale. Il controllo del vicinato si attuerà attraverso l'opera di volontari formati alla segnalazione e sarebbe gradita l'iscrizione di soggetti che hanno già testato esperienza nelle forze dell'ordine ed oggi in pensione.Il programma del “Controllo del vicinato” conta una serie di incontri per la formazione dei volontari, tenuti dai responsabili dell'Associazione stessa.La nostra proposta arriva nel timore che, visti i numerosi furti e la generalizzata paura, i cittadini possano adottare misure di autodifesa, come purtroppo spesso si verifica.Il “Controllo del vicinato” potrebbe essere una soluzione utile per tentare di sventare raid furtivi ed episodi di vandalismo che accadono soprattutto al calare della sera per le strade della nostra Città. Una sola pattuglia di carabinieri, infatti, non può tenere sotto controllo tutti gli angoli del territorio.Martedì 26 gennaio abbiamo incontrato i presidenti ed i vice-presidenti dei Consigli di quartiere e di contrada per verificare la fattibilità a partire quanto prima con il controllo del territorio.La prossima settimana, alla presenza del referente provinciale dell'associazione del “Controllo del vicinato”, incontreremo tutti i componenti dei Consigli di quartiere e di contrada, unitamente ai rappresentanti delle forze dell'ordine e del corpo della Polizia locale.Nel frattempo stiamo organizzando l'impiego di una squadra di Polizia locale in servizio notturno, che in coordinamento con la Compagnia di Carabinieri di Tolentino, siano di ausilio all'attività di prevenzione del controllo del territorio.Anche, l'acquisto di nuove telecamere da integrare alle esistenti, finalizzate al solo rilevamento delle targhe auto, darà i suoi risultati.Il momento è difficile e delicato ma, come sempre, stiamo cercando di mettere in campo più energie possibili, affinché la situazione rientri nella normalità".
“Vivendo per tre mesi nel carcere di Camerino, ha rimpianto il carcere di Poggioreale.” Lo dice il signor Giuseppe, ieri sera in collegamento telefonico con “Radio Carcere”, la trasmissione di “Radio Radicale” condotta da Riccardo Arena.Trentasette anni, ex tossicodipendente, Giuseppe ha trascorso tre mesi nel carcere di Camerino ed è uscito di prigione lo scorso 23 dicembre. La sua testimonianza arriva a una settimana dalla relazione sulla giustizia del Ministro Andrea Orlando, in cui ha affermato che in Italia “nessun detenuto è sistemato in uno spazio inferiore ai 3 metri quadri previsto dalle raccomandazioni europee”.Giuseppe non la pensa proprio così. “Sono stato per un periodo in una cella di 19 metri quadri con 13 persone, poi in un’altra che aveva una capienza per due persone, ma eravamo in quattro”. Giuseppe ha vissuto, quindi, in circa un metro quadro e mezzo su letti a castello di tre piani, che spesso arrivano fino al tetto e da cui più di un detenuto nelle carceri italiane spesso cade provocandosi ferite.Come si vive in una cella sovraffollata? Giuseppe racconta che non si vive proprio bene.Le ore d’aria in cui Giuseppe aveva più di un metro quadro e mezzo erano 9, le altre 15 le passava in cella. “La sera dopo cena ti sentivi male perché non potevi fare niente, e non facevi niente nemmeno il giorno, perché nelle ore d’aria potevamo solo passeggiare nel corridoio del carcere, nell’ozio più totale”.Stare in una cella stretta e non poter nemmeno respirare: “Io non fumo ma mi hanno messo in una cella fumatori anche se soffro d’asma.” E non solo: mangiare o lavarsi, tutto diventa un problema. “Il cibo era zero, scadente e tutte le sere solo brodo e chi non ha soldi di cucinarsi in cella fa la fame. Per lavarsi avevamo 4 docce, ma ne funzionavano due e l’acqua era sempre fredda”.Le celle del carcere di Camerino sono non solo strette, ma anche umide e vecchie, e soprattutto prive di luce. “Le celle sono buie perché le finestre sono alte e oltre alle grate ci sono le reti metalliche che non fanno arrivare la luce. Vivevamo con la luce sempre accesa che ci faceva male agli occhi.” Sembra che il sole sul carcere di Camerino non sia mai arrivato. “Anche il cortile dell’ora d’aria era molto piccolo - racconta Giuseppe - e non entrava il sole perché le mura sono alte, non ci andava quasi nessuno tranne 4 persone a giocare a biliardino.”Il tempo nel carcere di Camerino, come in tanti altri istituti italiani, non passa mai. “Tenevano le celle aperte ma stavamo tutto il giorno a fare nulla - racconta Giuseppe - non esisteva un’attività lavorativa utile e così quando esci dal carcere sei arrabbiato più di quando entri, perché non c’è niente che ti aiuti a reinserirti nella società.”Il carcere di Camerino è un carcere piccolo e vecchio. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Giustizia, aggiornati al 31 dicembre 2015, ospita 52 detenuti su una capienza regolamentare di 41 posti. E’ stato ricavato dalla struttura di un ex convento e ne ha ereditato gli spazi umidi e angusti. Ha una struttura a “L” con un corridoio interno su cui si affacciano 7 celle della sezione maschile, mentre al piano superiore sono situate 5 celle destinate alle donne.Anche il Garante dei Detenuti della Regione Marche, Andrea Nobili, riconosce che “a Camerino ci sono problemi di carattere strutturale: mancano gli spazi per le attività fondamentali dal punto di vista dell’aspetto trattamentale”. Delle attività a Camerino esisterebbe anche, “ci sono corsi come teatro o yoga, ma resta il problema degli spazi - spiega Nobili - spesso la cappella dove viene celebrata la messa viene usata per tutto”.Il Garante dei Detenuti delle Marche proprio questa mattina ha fatto visita al carcere di Camerino, insieme a una delegazione composta dall’Assessore regionale all’Ambiente, Angelo Sciapichetti, e ai consiglieri regionali Sandro Bisonni del Gruppo Misto, Marzia Malaigia della Lega Nord e Elena Leonardi di Fratelli d’Italia.Sul fronte del sovraffollamento, denunciato da Giuseppe, il Garante parla di “una situazione adeguata dal punto di vista della popolazione carceraria di Camerino, con un leggerissimo sovraffollamento, ma niente di patologico”. Per Nobili “Orlando è nel vero nel dire che quasi nessuna realtà registra situazioni di vivibilità inferiori ai tre metri quadri. Anche nelle Marche con gli ultimi provvedimenti la situazione è migliorata.”Ad oggi, non esisterebbero dunque problemi di sovraffollamento a Camerino. L’unico punto debole di cui parla il Garante, oltre al problema strutturale, è rappresentato dal sottodimensionamento del personale. “La polizia penitenziaria, al di sotto del numero regolare di 10 unità, - spiega il Garante - a fronte di 46 agenti che dovrebbero essere presenti nella struttura, e anche gli psicologi, che sono in sottorganico, come in quasi tutte le carceri italiane.”Anche Giuseppe a “Radio Carcere” ha denunciato le difficoltà incontrate a Camerino dal punto di vista dell’assistenza psicologica. Lui, un ex tossico, come trattamento psicologico aveva ricevuto solo cure farmacologiche. “Quasi tutti nel carcere di Camerino avevano problemi di tossicodipendenza. - racconta - Mi hanno dato solo psicofarmaci come Tavor, gocce e tranquillanti, ma io li ho rifiutati perché stavo malissimo, invece gli altri detenuti si drogavano con gli psicofarmaci, che ti fanno dormire dalla mattina alla sera.”La cura delle malattie dei detenuti diventa più difficile se la malattia è fisica, in questo caso a causa di problemi burocratici e organizzativi, non sempre le cure adeguate alle persone che vivono in cella riescono ad essere garantite. “Se una persona sta fuori dal carcere può scegliersi il medico specializzato in una determinata patologia - spiega Samuele Animali di Antigone Marche - invece un detenuto deve aspettare che la Regione assegni un medico al malato”.E sempre Giuseppe a testimoniare quanto sia difficile curarsi in carcere: “Mi si era infiammata l’ernia al disco e mi hanno curato con la tachipirina, me ne davano 3 al giorno, ho chiesto altro ma mi hanno risposto che ‘le punture non le facciamo perché è vietato’.”