È stato prima il simbolo del turismo invernale di Frontignano, poi – più tristemente – quello del terremoto del 2016, che ne ha bloccato per anni attività e speranze. Fino ad ora: parte finalmente la ricostruzione dell’Hotel Felycita di Ussita, con l’avvio ufficiale dei lavori di demolizione, necessaria per la riedificazione ex novo dell’edificio, che avverrà domani (giovedì 4 aprile, ndr).
Il progetto di rifacimento dell’hotel è stato affidato alla Fratelli Chiodi Costruzioni, mentre lo smantellamento è di competenza della Eco Demolizioni di Rimini, realtà specializzata in grandi demolizioni con particolare attenzione al recupero e riutilizzo delle macerie. La ricostruzione prende dunque forma, dopo un iter burocratico particolarmente complesso.
Saranno presenti all'apertura del cantiere: Silvia Bernardini sindaco di Ussita; Corrado Chiodi e Massimo Chiodi; Fratelli Chiodi Costruzioni; Cristina Fabrianesi Eco Demolizioni.
(Foto Ansa)
Negli ultimi anni, in maniera alternata, stiamo assistendo a uno scenario invernale di montagna con sempre meno neve; quest’ultimo, oltre ad allontanarsi da quello tradizionale che ammanta di copiosi fiocchi la memoria e i detti popolari, si sta connotando per una predominanza di colori che va dal marrone della terra, passando per il verde degli umidi prati fino a qualche bianco e sparso residuo di neve. Questo l’attuale paesaggio invernale dalle Alpi agli Appennini, in particolar modo.
Il cosiddetto cambiamento climatico, che spesso assume quasi le caratteristiche di un ammonimento ripetuto a memoria e automatizzato nella coscienza collettiva (responsabile l’uso massiccio di formule standard dell’informazione), è una realtà effettiva che sta mettendo a dura prova il settore del turismo invernale.
Per avere una visuale più approfondita su questa situazione, abbiamo intervistato, presso l’impianto di risalita di Frontignano, Francesco Cangiotti, gestore, insieme a Giacomo Zanchetti, di Bolognola Ski, il comprensorio sciistico dei Monti Sibillini.
“Quest’anno- afferma Cangiotti- è stata una stagione invernale nettamente molto negativa perché abbiamo avuto una quasi totale assenza di precipitazioni nevose che non hanno permesso l’apertura delle piste da sci. Infatti, qui a Frontignano abbiamo aperto solo un paio di domeniche il campo scuola e sul versante Bolognola abbiamo potuto fare qualche giornata in più, favorita dall’innevamento programmato; al netto una stagione che presenta un bilancio decisamente negativo”.
Dunque, per ovviare a questa mancanza o scarsità di neve naturale e per garantire l’apertura delle piste, attualmente la soluzione a cui gli impianti sciistici fanno sempre più ricorso è l’innevamento programmato, ossia la cosiddetta neve artificiale.
La situazione non è isolata: secondo il rapporto “Nevediversa 2023” di Legambiente, l’Italia è tra i paesi più dipendenti dalla neve artificiale, con il 90% di piste innevate artificialmente.
A tal riguardo, prosegue Francesco Cangiotti: “Sicuramente la neve programmata dà una garanzia in futuro in termini di apertura; tuttavia un aspetto particolarmente importante è avere una riserva, uno stoccaggio idrico sufficiente per poter sfruttare i periodi di freddo che non sono molti. È un duplice intervento: sull’innevamento e sul realizzare bacini, delle vasche per lo stoccaggio idrico, che non sono solo a servizio dell’innevamento ma, in altri periodi, possono essere utilizzati come una riserva idrica per il bestiame, per l’antincendio e per molte altre funzioni”.
(Video e montaggio: Alessandro Vallese Foto: Guido Picchio)
A sua volta, si apre un’ulteriore questione, che potrebbe essere vista come una sfida tecnologicamente e gestionalmente propositiva (oltreché indispensabile) in una prospettiva che scavalca il futuro prossimo e guarda all’orizzonte di un sistema a lungo termine: l’integrazione di pratiche alternative più sostenibili nell’ambito dell’industria sciistica dal momento che, per produrre neve artificiale, sono necessarie ingenti quantità d’acqua, alti consumi di energia e importanti costi privati e pubblici.
Nell’ottica di una riformulazione e adattamento a un nuovo modello di turismo montano, la diversificazione delle attività rimane una soluzione sicuramente funzionale: “La nostra gestione- prosegue il gestore di Bolognola Ski- ha cercato di destagionalizzare al massimo i servizi e quindi puntare non solo alla stagione invernale, ma anche a quella estiva con molteplici attività, come nel caso di Frontignano, legate al bike park, al mondo delle biciclette, all’escursionismo”.
E per quanto concerne il periodo invernale “stiamo lavorando in particolar modo con i rifugi, dove abbiamo creato alcuni eventi, come le cene; per esempio il sabato sera facciamo questa cena in quota al Rifugio Saliere dove la seggiovia viene utilizzata in notturna per salire e scendere. Quindi cerchiamo di creare delle soluzioni alternative al turismo invernale legato prettamente alla neve, che, tuttora, rappresenta comunque la più grande fetta di mercato, quest’anno, purtroppo, andato perso”.
Senza chiudere la porta a quell’intramontabile quanto lenitiva speranza che la neve torni a cadere abbondante e, allo stesso tempo, con la coscienza di un presente che cambia, occorre pertanto una rielaborazione mentale, organizzativa e pragmatica del vivere l’inverno e la montagna.
Una rielaborazione che passa attraverso l’interesse di una gestione privata ma che riguarda, in maniera più estesa e più profonda, quello di un’intera comunità e del suo territorio su cui, in questa zona, da otto anni, gravano anche le macerie e lo spopolamento del terremoto.
A tal riguardo, dopo aver passeggiato nei pressi sottostanti l’impianto, tra case inagibili, inizi di sentieri e un panorama ammantato da una suggestiva nebbia, abbiamo fatto sosta al ristorante temporaneo “Cotto e Mangiato” di Gianfranco Tombini, proprietario dello storico ‘Hotel Felycita’. Quest’ultimo, dopo anni di chiusura per inagibilità post sisma, sta per tornare a nuova luce: “stiamo iniziando i lavori per ripartire a gonfie vele”, ha annunciato Gianfranco col sorriso e il garbo dei suoi ottant’anni.
Ussita, fondi per le demolizioni di Castelfantellino e Sorbo. Il commissario alla riparazione e alla ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli ha firmato un decreto con cui trasferisce 641mila euro al comune di Ussita, destinati agli interventi di messa in sicurezza, demolizione, rimozione, trasporto e recupero delle macerie degli edifici pubblici e privati nelle frazioni di Castelfantellino e Sorbo. La somma stanziata comprende il primo saldo e un’ulteriore anticipazione rispetto al contributo totale per i lavori che ammonta a 1,2 milioni di euro.
Gli interventi nelle frazioni di Castelfantellino e Sorbo, come delineati nell'ordinanza speciale in deroga per Ussita, comprendono lo smontaggio controllato, la demolizione e la rimozione delle macerie degli edifici pubblici e privati. Queste azioni sono necessarie per eliminare gli ostacoli che impediscono la ricostruzione di queste due frazioni, considerando anche la pericolosità di ulteriori crolli connessi allo stato di danno degli edifici o il pericolo che questi possono rappresentare per la pubblica incolumità.
“La demolizione è un momento difficile, perché c’è sempre il timore di perdere un pezzo della nostra identità che queste frazioni di montagna, con la loro storia e il loro forte legame con le comunità che le hanno abitate, ben rappresentano. Ma è assolutamente necessario procedere, per far sì che la ricostruzione possa avvenire, preparando il terreno ai progetti privati che consentiranno alla ricostruzione delle case di andare avanti - dichiara il Commissario Castelli -. Dobbiamo recuperare tante false partenze e questi stanziamenti testimoniano che il cambio di passo per cui abbiamo lavorato sta finalmente trovando attuazione anche nei comuni maggiormente colpiti. Insieme al presidente Francesco Acquaroli, all’Ufficio speciale per la ricostruzione delle Marche e al sindaco Silvia Bernardini teniamo sempre alta l’attenzione, per tradurre anche a Ussita le risorse in cantieri il più rapidamente possibile".
Un inverno senza neve e con temperature primaverili sull'Appennino umbro-marchigiano: a quota 1.400 metri, il termometro delle auto segnala 11 gradi all'ora di pranzo.
"Un caldo del genere a metà febbraio non lo si ricorda, è piacevole, ma allo stesso tempo inquietante", dicono gli escursionisti della montagna, che per calpestare qualche centimetro di neve si devono spingere fin sopra i 2 mila metri.
Dove è depositato un leggero velo bianco che copre le vette più alte, come il monte Vettore e resiste al caldo solo grazie alle gelate notturne. Sulle piste delle stazioni sciistiche di Frontignano di Ussita e Bolognola, in provincia di Macerata, c'è invece solo erba secca."Quest'anno abbiamo aperto soltanto 5 giorni l'impianto dI Bolognola e solo dopo aver sparato la neve artificiale", racconta Francesco Cangiotti, l'amministratore della Società funivie Bolognolaski che gestisce le due stazioni. Una stagione difficile per le montagne del Centro Italia, "ma situazioni simili, con assenza praticamente totale di precipitazioni nevose, se ne sono registrate anche negli anni passati - ricorda Cangiotti -. Nell'inverno tra il 1988 e il 1989, ad esempio, non si era mai sciato e la neve si era fatta desiderare anche nel 2007 e nel 2020".
Ma ad essere anomale, per il periodo, sono soprattutto le alte temperature. Difficile immaginare a febbraio un picnic sul valico di Castelluccio di Norcia, al confine tra Marche e Umbria, dove solitamente tira un vento gelido accompagnato da pioggia e neve, eppure in questi giorni diverse persone, anche con bambini piccoli, hanno potuto mangiare all'aperto.
"Questo caldo sta danneggiando anche a noi, per attrarre i turisti e gli amanti degli sport invernali servono il freddo e la neve", dicono gli operatori commerciali e in particolare i ristoratori, mentre servono panini e bibite nei tavoli all'aperto. Da lunedì è attesa una nuova perturbazione che potrebbe portare qualche fiocco di neve, anche se ormai, quassù a quasi 1.500 metri, quasi tutti ritengono che la stagione turistica invernale sia andata in malora. L'emblema di un anno no è la seggiovia "Lo Schiancio-Le Saliere", chiusa e desolata.
(Fonte Ansa, foto pagina Facebook Frontignano360)
Partiranno entro il mese di dicembre messa in sicurezza, demolizione, rimozione, trasporto e avvio a recupero delle macerie del cimitero monumentale di Castelmurato, nel Comune di Ussita.
Il settore Suam Lavori Pubblici della Regione Marche ha aggiudicato i lavori per la prima fase dell'intervento su uno dei luoghi più suggestivi dei Monti Sibillini, un castello dalle origini millenarie divenuto poi luogo destinato ad ospitare i defunti.
Gravemente danneggiato dal sisma del 2016 e 2017, rappresenta dunque una memoria storica e architettonica importante per tutto il comprensorio. Questa prima fase dell'intervento ha un importo stimato di due milioni e 850mila euro."In base al principio di prossimità che perseguiamo da sempre, abbiamo avuto una interlocuzione costante col sindaco Bernardini per sbloccare e risolvere le criticità che ostacolavano la partenza dei lavori" - spiega il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli -.
"Di concerto con l'Ufficio Speciale Ricostruzione, la Regione e lo stesso Comune abbiamo effettuato un'opera di raccordo che oggi ha portato all'aggiudicazione dei lavori, prodromo alla restituzione di questo tesoro al territorio montano del Maceratese".
A oggi il cimitero di Ussita non ha la possibilità di accogliere nuove salme, e, stante la situazione di inaccessibilità, è inibito anche il culto dei morti. Il danno non si è limitato alla distruzione del manufatto: le forti scosse di terremoto hanno causato anche lo smottamento del versante su cui insiste l'unica strada di accesso, nonché la distruzione totale del borgo storico di Castelfantellino, lungo lo stesso crinale e nelle immediate vicinanze del cimitero.
Dopo tre anni la croce sul Monte Bove è tornata sull'omonima vetta. L'ultimo sorvolo odierno dell'elicottero che ha trasportato i materiali utili al completamento dei lavori - partiti nel settembre scorso - ha sancito la riappropriazione da parte della comunità di Ussita di uno dei simboli del comune montano. La grossa croce metallica, dall'alto dei 1905 metri di altezza in cui è stata collocata dagli uomini della Ms costruzioni di Roma, svetta nuovamente su tutto il fondovalle.
"Lavoro impressionante, grazie a tutti coloro che l’hanno permesso, non speravamo più di farcela quest’anno, ed invece la cocciutaggine di qualcuno ha fatto sì che anche questo sogno si realizzasse. Grazie a tutti coloro che si sono impegnati, presto ci ritroveremo tutti per festeggiare insieme", ha sottolineato la sindaca Silvia Bernardini.
"La croce è stata portata in quota, a pezzi, con un elicottero e lassù è stata installata e assemblata - ha spiegato all'Ansa Bernardini -. Adesso è tornata al suo posto e voglio credere che sarà di sprone per accelerare la ricostruzione del nostro borgo e di tutti gli altri paesi alle prese con il dopo sisma", ha concluso la sindaca.
La croce era caduta a causa del maltempo nel marzo del 2020 ed era stata recuperata nel luglio dello stesso anno grazie all'intervento dei vigili del fuoco (leggi qui). Da quel momento in poi un lungo iter, conclusosi quest'oggi, in una giornata baciata dal sole.
Arriva la prima neve sull'Appennino marchigiano. È caduta nella notte a Frontignano di Ussita e a Bolognola. Le stazioni sciistiche stamani si sono risvegliate sotto un leggero manto bianco, con i gestori degli impianti di risalita che hanno pubblicato le immagini della webcam sulle pagine social, aggiungendo che "tra una decina di giorni gli impianti torneranno in funzione" per la felicità degli appassionati della montagna d'inverno.
Intanto ancora maltempo previsto su tutta la regione: da questa sera il cielo tornerà ad essere coperto dalle nubi e per domani, 5 novembre, sono attese di nuovo le piogge con rovesci e temporali nei settori centro settentrionali, per poi spostarsi in quelli meridionali. I venti saranno forti in collina e in montagna, il mare mosso e le temperature in diminuzione nei valori minimi.
L’effetto “WoW” è nell’unicità di un territorio fatto di paesaggi sorprendenti, prodotti enogastronomici straordinari e di un progetto che vuole testimoniare l’autenticità della gente di montagna e di un entroterra pronto a fare del suo meglio sempre, anche dopo essere stato messo a dura prova da fatti eccezionali.
Con queste premesse giovedì 5 ottobre, nella sala consiliare del Comune di Ussita, è stata ospitata la conferenza stampa di presentazione del progetto “Territori Forti e fluidi”, che vede in aggregazione i comuni di Ussita capofila, Castelsantangelo sul Nera, Serrapetrona, Valfornace, Visso, in risposta al Bando indetto da Atim Marche, Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche, per la realizzazione di eventi promozionali e di valorizzazione a fini turistici nei Comuni del cratere del sisma, nell’ambito dell’intervento “#destinazionemarche – The ideal place for a better life”, con risorse afferenti al Por Fesr 2014-2020, destinate al sisma e derivanti da economie di spesa. “Territori Forti e Fluidi” nasce esclusivamente in risposta al Bando Atim ed è incentrato alla valorizzazione turistica dei comuni che sono all’interno del progetto.
Da sabato 7 a domenica 29 ottobre, si svolgeranno eventi dallo spiccato taglio naturalistico, si valorizzeranno le piccole attività artigianali, le produzioni enogastronomiche che vedono in questi luoghi le massime eccellenze, le figure importanti dei paesi, coloro che hanno il compito di testimoniarne le tradizioni, la storia, i racconti. “Territori forti e fluidi” metterà al centro anche la parte culturale ed artistica, rappresentata sia dalle risorse locali che da quelle provenienti da fuori da queste terre, perché gli scambi sono utili alla crescita. Presenti in conferenza stampa i sindaci di Ussita Silvia Bernardini, di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, di Valfornace Massimo Citracca e di Visso Gian Luigi Spiganti Maurizi. Assente per un precedente impegno istituzionale il sindaco di Serrapetrona Silvia Pinzi.
Tutti gli amministratori sono stati concordi nel valorizzare l’aspetto aggregativo insito nel bando e la volontà di Regione Marche ed Atim di far vivere queste terre anche in un periodo di destagionalizzazione, per proporre al visitatore attività, cose da fare ed emozioni da poter vivere in montagna e nei fondo valle, valorizzando l’unicità dei luoghi. Partners del progetto Arci Macerata, che si sta occupando della organizzazione, rappresentata in conferenza da Massimiliano Sport Bianchini, Presidente Regionale e di Arci Macerata; Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Coldiretti Macerata, Consorzio Apistico Provinciale Macerata, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Associazione Operatori Turistici Altonera.
Tutto il progetto ha un costante rimando all’elemento acqua: diversi eventi si svolgeranno in parte a bordo fiume o a bordo lago. Il termine “Fluidi” presente nel titolo non è solo riferito alle acque che scorrono lungo i paesi interessati dal progetto ma è stato scelto anche per indicare l'evoluzione naturale, o spinta dai terremoti, verso i cambiamenti che donne e uomini che vivono questi luoghi, continuano a fare nel loro percorso. I fluidi nel progetto sono raccontati anche nelle essenze che “il profumiere dell’anima” Mauro Malatini ha realizzato per l’occasione e che si è potuto annusare per la prima volta in conferenza stampa: un profumo ispirato alla montagna e a ciò che rappresenta “Territori Forti e Fluidi”, per lasciare un ricordo olfattivo del progetto e dei giorni da trascorrere insieme.
Si comincia sabato 7 ottobre a Serrapetrona con una serata di apertura straordinaria dell'Osservatorio Astronomico di Villa d’Aria, spettacolo e pic-nic. Domenica 15 ottobre Piazza Maria Cappa a Visso ospita “I Sibillini Raccontano: eccellenze e territorio. Mostra Mercato di prodotti artigianali” e una passeggiata narrata fino alle Torri, musica e richiami medioevali. Sabato 21 ottobre a Castelsantangelo sul Nera, escursione alle Cascate del Pisciatore, performance teatrale, concerti, laboratorio per bambini e immagini della natura.
Domenica 22 ottobre a Valfornace, passeggiata al lago di Boccafornace con attori nel percorso, stand con i produttori di Coldiretti Macerata e la “smielatura” con il Consorzio Apistico Provinciale di Macerata, passeggiata tra i castagneti, caldarroste e racconti. Sabato 28 ottobre al Lago di Caccamo, concerto e degustazione “Le caratteristiche dei fluidi: la Vernaccia di Serrapetrona DOCG e Serrapetrona DOC e l’olio Coroncina”. Domenica 29 ottobre passeggiata narrata dal torrente Ussita con storie, con guide e botanici, con artigiani e poeti incontrati nel percorso, tra rime e musica, giocolieri e maghi per i più piccoli ed esperienza olfattiva con “Il profumo meraviglia dei sensi”.
Testare il piano di gestione delle emergenze del comando legione carabinieri "Marche", addestrare il personale alla sua attuazione, verificare l'efficienza dei mezzi e delle telecomunicazioni nonché il grado di preparazione per l'allestimento dell’area logistica.
Sono questi gli obiettivi che hanno spinto l'Arma dei carabinieri a svolgere, a partire dalla prime ore del mattino e lungo tutto l'arco della giornata, un'esercitazione che ha coinvolto i comuni di Visso, Ussita, Pieve Torina, Valfornace e Muccia.
Alla presenza del comandante della legione "Marche", il generale Salvatore Cagnazzo e del prefetto di Macerata, Flavio Ferdani, i carabinieri hanno simulato un'azione di soccorso in caso di terremoto.
Le fasi dell'esercitazione sono state le più veritiere possibili; partendo dall'attivazione data dalla locale stazione di un evento sismico, seguendo il previsto protocollo, sono stati attivati dapprima la compagnia di Camerino e il comando provinciale di Macerata e, immediatamente dopo, il comando legionale di Ancona.
Sotto la guida operativa del comandante provinciale, il colonnello Nicola Candido, si è giunti a Visso con numerose pattuglie provenienti anche dai comandi provinciali limitrofi, che - dopo un rapido briefing - sono state poi collocate nei punti nevralgici dell'intera area con compiti di viabilità e antisciacallaggio, oltre che di soccorso alla popolazione.
Inoltre, a cura del nucleo di supporto logistico del comando legione carabinieri di Ancona, è stata celermente allestita un'infermeria, un punto di supporto alle telecomunicazioni e una cucina da campo, quest'ultima grazie al 5° reggimento mobile carabinieri "Emilia Romagna", appositamente giunto da Bologna.
Oltre cento gli uomini in campo per questa complessa attività che ha visto operare in sinergia l'arma della componente territoriale, i carabinieri forestali e i reparti speciali del Noe (nucleo operativo ecologico), del Nas (nucleo antisofisticazione e sanità) e del Tpc (tutela patrimonio), con l’importante ausilio della associazione nazionale carabinieri, presente con le sezioni di Jesi, di Filottrano, di Offida, di Recanati e di Spinetoli.
Dopo tre anni la croce sul Monte Bove sta per tornare sull'omonima vetta. Ad annunciarlo, in via ufficiale, è il sindaco di Ussita Silvia Bernardini: "Sono partiti i lavori per il riposizionamento. Stavolta non porteremo la croce su a 'spalla', ma lo faremo tramite un elicottero...ma la magia sarà la stessa!".
La grossa croce metallica era caduta a causa del maltempo nel marzo del 2020 ed era stata recuperata nel luglio dello stesso anno grazie all'intervento dei vigili del fuoco (leggi qui). "Ci sono voluti 'solo' tre anni di carte ed autorizzazioni, ma grazie all’attivismo del Comitato, nato all’uopo, che ha raccolto parte dei fondi, alle donazioni arrivate al Comune di Ussita, all’operato di professionisti che hanno 'donato' il loro lavoro e alla struttura comunale che non ha mai mollato nonostante tutti i vari 'inciampi' e procedure da seguire (avremo la Croce più a norma… sotto tutti i punti di vista), finalmente riavremo la 'nostra' Croce", aggiunge la prima cittadina.
"Che sia di buon auspicio per l’intera ricostruzione di Ussita. Ci vorrà tempo, ma sarà più bella è magica di prima", chiosa la sindaca. Le operazioni di ripristino inizieranno dal 25 al 27 settembre. "In tali giorni volerà sul territorio comunale l’elicottero per il trasporto dei materiali e l’esecuzione dei lavori - precisa in un avviso Bernardini -. Si raccomanda di porre la massima attenzione nelle vicinanze della zona della punta della croce del Monte Bove".
La loro unione è dura e resistente come la pietra e prosegue nello stare l'uno accanto all'altra con il cuore a Vallestretta di Ussita.
Tutto diventa più semplice e concreto quando a parlare sono i fatti, quando è proprio una coppia, Sante Nori e Maria Capuzi, a dimostrare come un matrimonio può resistere a tutto, anche al tempo.
I protagonisti di questa bella storia vivono a Roma ma sono tutti e due di Vallestretta di Ussita e oggi festeggiano, da quel 27 agosto 1960, i loro 63 anni di matrimonio con tutta la famiglia.
"È bastata una norma contenuta nel regolamento di Polizia Rurale Comunale ad autorizzare i carabinieri forestali a dar vita serie di multe contro gli allevatori della zona che per proteggere il bestiame dal lupo usano strumenti di prevenzione".
È quanto si legge in una nota di protesta da parte di quegli allevatori che pascolano l'altopiano di Macereto nel versante ussitano. ''E' una situazione grottesca - scrivono - perche' mentre i nostri colleghi del confinante pascolo di Visso subiscono pesanti perdite da parte del lupo alle aziende con vitelli e puledri, difficili da proteggere con le attuali strumentazioni disponibili. Viceversa gli allevatori di Ussita con altra tipologia di bestiame, in particolare ovino, attraverso un buon uso delle misure di prevenzione - quali recinzioni elettrificate e cani da guardiania - hanno quasi azzerato le perdite''.
Tutto bene quindi? ''Certo, non fosse per una inedita e inusuale interpretazione di una norma contenuta nel Regolamento di Polizia Rurale Comunale da parte dei locali carabinieri forestali, che ha scaturito un pesante flusso di sanzioni e controlli - prosegue la nota di protesta - a danno degli stessi allevatori, tutti tacciati della medesima violazione. Sanzioni ripetute con una spaventosa frequenza, nonostante gli scritti difensivi regolarmente presentati".
"Una situazione paradossale quindi, grottesca, che rischia di disincentivare l'utilizzo degli strumenti di prevenzione come buona misura di mitigazione del conflitto tra grandi carnivori e attività zootecniche, esacerbando animi già esasperati da ben altre difficoltà, come la mancanza di acqua sui pascoli che si protrae dal sisma dell' ottobre del 2016. Gli allevatori - si precisa nel documento - sono irremovibili nel mettere in pratica tutti i sistemi consentiti per Legge per prevenire gli attacchi''.
Chiedono però risposte definitive sul come proseguire il loro lavoro alle amministrazioni, agli Enti preposti, al Comando Carabinieri Forestali, all Assessore all'agricoltura della Regione Marche, al Ministro dell'agricoltura e al Ministro dell'ambiente. ''La vita dei nostri animali vale più di una 'licenza poetica', che - si conclude la nota degli allevatori ussitani - ci sta costando molto sia in termini economici che psicologici, in un contesto come quello dell'Appennino terremotato, in cui non si sente davvero alcun bisogno di ulteriori difficoltà''.
La terra torna a tremare nelle Marche. Un terremoto di magnitudo 3.1 si è verificato nella notte in provincia di Macerata, ad Ussita ad una profondità di 9 chilometri.
La scossa è stata registrata dalla Sala Sismica INGV di Roma, all'1.41 di questa notte. Non risultano al momento danni provocati dalla scossa avvertita distintamente dalle popolazioni dell'entroterra maceratese.
È tornata la neve sull'Appennino marchigiano. A Frontignano di Ussita stamani c'è un manto bianco di 10-15 centimetri, "non sufficiente per immaginare una riapertura straordinaria degli impianti sciistici, ma comunque suggestiva per chi volesse salire in quota per ammirare il paesaggio, farsi una passeggiata e magari degustare qualcosa", dice all'Ansa l'amministratore della società che gestisce gli impianti anche di Bolognola, Francesco Cangiotti.
La seggiovia di Frontignano tornerà in funzione, invece, per il lungo ponte del 25 aprile e per il primo maggio, poi con l'arrivo della bella stagione le due stazioni saranno pronte ad accogliere gli amanti della montagna a tutti i fine settimana e da giugno attività anche per gli appassionati della bicicletta, "un modo per vivere le nostre montagne praticamente tutto l'anno", spiega Cangiotti.
Sul fronte delle previsioni meteo, il fine settimana che ci attende sarà all'insegna del brutto tempo, attese piogge diffuse su tutte le Marche e anche altre nevicate attorno ai 1500 metri di quota.
(Credit foto: Bolognolaski.it)
È tornata la neve sulle piste da sci di Frontignano e Bolognola e ha portato con sé il freddo ad alta quota. Sui monti Bove e Prata, ad esempio, le temperature sono scese fino a -6 gradi. "I circa dieci 10 cm caduti - fanno sapere i gestori degli impianti - non ne consentono comunque l'immediata riapertura".
La perturbazione che ha portato nuove nevicate sull'Appennino marchigiano e pioggia a valle, nella giornata odierna lascerà spazio a un cielo sereno o poco nuvoloso.
Una tendenza che, stando alle previsioni meteorologiche del Centro Multirischi, si dovrebbe confermare anche per domani, mercoledì 29 marzo e per la giornata di giovedì.
Incidente nella mattinata di oggi sulle piste da sci di Frontignano, a Ussita. Erano circa le 10:30 quando una ragazza recanatese di 26 anni, durante una lezione di snowboard, è caduta battendo la testa. Ancora da chiarire l'esatta dinamica di ciò che è accaduto, fatto sta che subito è partita la macchina dei soccorsi.
Sul posto è stato richiesto l'intervento del soccorso pista, del soccorso alpino e dei sanitari del 118. La 26enne, a seguito dell'impatto al suolo ha subito una perdita di coscienza e dopo essere stata trattata in loco e stabilizzata, è stata caricata all'interno dell'eliambulanza, per poi venire trasferita all'ospedale regionale di Torrette. Si sospetta che la giovane abbia riportato un trauma cranico.
Incidente nella mattinata di oggi a Frontignano di Ussita. Erano circa le 10 quando un giovane di 31 anni, mentre si dirigeva verso gli impianti sciistici, ha subito un ribaltamento con il quad che conduceva. Ancora da chiarire l'esatta dinamica di ciò che è accaduto, fatto sta che subito è partita la macchina dei soccorsi. L'uomo è stato assistito dai sanitari del 118 che, a seguito dei traumi riportati, ne hanno disposto il trasferimento d'urgenza all'ospedale regionale Torrette di Ancona via terra, tramite ambulanza.
È tornata la neve sull'Appennino marchigiano. Al rifugio della stazione sciistica di Frontignano di Ussita si registra un manto bianco di 40 centimetri. La neve sta cadendo sopra i 700 metri di quota, con le precipitazioni che sono previste dal Centro multirischi regionale per l'intera giornata odierna.
Si registra anche un calo delle temperature. Per le giornata di domani, giovedì 2 marzo e venerdì 3, è atteso un miglioramento che porterà anche all'apertura degli impianti montani per la gioia degli amanti dello sci
È stata firmata questa mattina la convenzione per la gestione del servizio idrico integrato tra Ato 3 e comune di Ussita. "È il mio primo atto da presidente, e sono orgoglioso di poter lasciare ai cittadini di Ussita, realtà cui sono particolarmente legato, la gestione in proprio del bene acqua" sottolinea Alessandro Gentilucci, nominato lo scorso dicembre alla guida dell’ente che si occupa dell’organizzazione e gestione dei servizi idrici integrati per 46 comuni delle provincie di Macerata ed Ancona.
"Concediamo ad un comune montano l’opportunità di mantenere, in forma autonoma, il servizio idrico integrato seguendo criteri di economicità e di qualità. Una soluzione diversificata" conclude Gentilucci "resasi necessaria per andare incontro alle specificità di contesti territoriali che richiedono interventi mirati come nel caso di Ussita".
Gli amanti dello sci e degli sport invernali nel fine settimana appena trascorso hanno letteralmente "preso d'assalto" le stazioni sciistiche marchigiane nel Maceratese.
"A Frontignano e Bolognola abbiamo registrato circa 10mila presenze", ha fatto sapere il gestore degli impianti, Francesco Cangiotti.
"C'è un ottimo innevamento e tutte le poste disponibili sono in funzione, abbiamo avuto davvero tantissima gente, malgrado un po' di nebbia che andava e veniva", ha aggiunto Gli impianti resteranno aperti anche nel corso della settimana: "Nonostante sia lunedì - ha aggiunto Cangiotti - anche stamani abbiamo un discreto numero di persone che sono salite in quota per sciare".
Non tuttto è filato liscio però. Nel weekend si è registrato qualche disagio alla circolazione, con i carabinieri che sono stati costretti a chiudere la provinciale che da Bolognola porta a Pintura, a causa della sosta selvaggia di molteplici automobilisti. Registrato un boom di presenze anche al comprensorio sciistico Sassotetto-Santa Maria Maddalena.