"Apprendiamo che la Commissione Ambiente della Camera ha completato l’esame degli emendamenti e ha licenziato il testo di conversione in legge del decreto legge 24 Ottobre 2019 n. 123 che aveva l’obbiettivo di dare disposizioni urgenti per l’accelerazione alla ricostruzione post sisma del Centro Italia. Già nel testo originario erano state segnalate rilevanti criticità tali da non sortire nessun effetto sulla ricostruzione e dall’esame di quello modificato dalla commissione non si rileva nessun meccanismo in grado di imprimere una qualsiasi accelerazione, anzi! Si è sbandierata come la svolta il fatto che l’accelerazione si dovesse produrre attraverso l’autocertificazione delle pratiche in capo ai professionisti, consegnandoci ulteriori responsabilità in una situazione immobile certamente non per nostra responsabilità ma proprio per come è concepito il quadro legislativo generale. È ora di dire ai cittadini che se non vi fossero stati problemi le pratiche di ricostruzione sarebbero già state presentate e se così non è evidentemente, ciò è riconducibile circostanze che il legislatore non intende affrontare." A parlare è l'architetto Vittorio Lanciani, presidente dell'ordine dell'Ordine degli architetti, paesaggisti pianificatori e conservatori della provincia di Macerata.
"L’autocertificazione non sarà, per come ipotizzata nel decreto, lo strumento in grado di accelerare la ricostruzione, perché non è applicabile a tutte le tipologie di danno, perché non si può applicare agli edifici con piccoli abusi e perché si può applicare esclusivamente agli interventi senza accolli per i cittadini - prosegue l'architetto -. Sarà uno strumento fallimentare non perché, come taluni hanno provato ad insinuare, i professionisti non vogliono assumersi responsabilità, ma semplicemente perché non funziona. Il mondo delle professioni tecniche è stato audito dalla Commissione Ambiente e si è presentato con una voce sola, quella della Rete Tecnica. Abbiamo illustrato e consegnato un documento che conteneva oltre 20 emendamenti. Tutti i gruppi parlamentari ci hanno elogiato per le proposte, ci hanno chiesto i testi, ci hanno promesso che le avrebbero sostenute, ma di fatto NESSUNA di esse compare nel testo emendato. Si pensa davvero che la ricostruzione possa avere impulso senza ascoltare coloro che sono deputati a presentare e gestire le pratiche?".
"Il pacchetto di proposte che avevamo suggerito è organico, eliminava disparità di trattamenti tra cittadini terremotati, chiedeva maggiori poteri al commissario ed era volto a far risparmiare alle casse dello stato cifre ingentissime che ogni mese si ripetono, ad esempio, per il contributo di autonoma sistemazione e per le provvidenze necessarie alle attività produttive. Non avete voluto ascoltarci - osserva il presidente dell'Ordine -. Vi abbiamo dimostrato che i professionisti disposti a lavorare nelle pratiche sisma sono sempre di meno, non percepiscono compensi da tre anni, il settore delle costruzioni è in ginocchio, l’economia delle regioni colpite è a picco e lo spopolamento delle aree interne appare sempre più un fenomeno irreversibile. Non si dica più che non ve lo avevamo detto. C’è tempo fino al 24 dicembre per modificare il testo e convertirlo in legge chiediamo quindi al Governo e a tutti i parlamentari di pensarci bene, altrimenti prenderemo atto che non interessano i cittadini e non interessano i professionisti."
"Le professioni tecniche non sono state mai considerate un interlocutore della politica a partire dal Commissario Straordinario Errani per finire al suo successore, il Ministro Paola De Micheli - osservano i professionisti -. Inutili sembrano i tentativi dell’attuale Commissario (a nostro avviso non Straordinario nei fatti) Piero Farabollini schiacciato tra la provenienza dal mondo delle professioni, in quanto già Presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche, e l’autonomia praticamente nulla nello svolgere l’incarico rispetto ai poteri concessi agli altri Commissari “veramente” Straordinari che operano nelle altre aree di crisi del paese: di fatto la sua unica colpa è di aver accettato l’incarico a queste condizioni e di non aver rimesso il mandato “per manifesta impossibilità a svolgere l’incarico affidatogli”."
"Non è sufficiente averlo coinvolto per ritenere soddisfatta la categoria dei professionisti dell’area tecnica impegnata nel far funzionare la ricostruzione anche con le assurde norme emanate - concludono -. Nè possono di più gli Ordini professionali interessati, dopo tutte le proposte di modifica inoltrate a chi di dovere e ignorate come anche in questo caso, specialmente quelli che come il nostro sono maggiormente coinvolti non solo dallo svolgimento dell’attività professionale nei territori in cui viviamo, ma dalle implicazioni sociali, culturali e di visione che anche istituzionalmente siamo chiamati ad affrontare. Il nostro compito di magistratura, ad oggi, visto quanto deliberato dal mondo politico, non può, senza ulteriori giri di parole, non partire dal consigliare ai nostri iscritti una preventiva prudenza, nel proseguire con l’accettazione di incarichi nel processo della ricostruzione che sono rischiosi, infidi e pieni di condizionamenti deontologici, per evitare oltre al danno anche la beffa in sede di contenzioso: non è possibile garantire la collettività con queste norme. La politica, tutta indistintamente senza distinguo di appartenenza, dimostra in questo modo che il vero disegno per il nostro territorio non è la rinascita, ma la sua definitiva desertificazione."
Cerimonia di inaugurazione di due stalle a Ussita e ad Amatrice. Sono state consegnate a Silvia Bonomi e ad Amelia Nibi, e affisse nelle due nuove strutture, le targhe di "Alleva la Speranza" con i ringraziamenti ai donatori che hanno sostenuto in modo più significativo la ricostruzione dei ricoveri per i loro animali.
Silvia e Amelia sono le prime due allevatrici che hanno beneficiato della campagna di crowdfunding di Legambiente ed ENEL, sviluppata sulla piattaforma PlanBee, per sostenere le aziende di allevatori del centro Italia dopo il terremoto del 2016.
“Insieme a loro abbiamo sviluppato progetti di raccolta fondi per altre 6 imprenditrici e imprenditori che hanno scelto di continuare a lavorare nelle loro terre, contribuendo così a tenere vive le comunità in cui vivono – ha dichiarato Enrico Fontana, della segreteria nazionale di Legambiente e responsabile della campagna- ed è importante il sostegno ricevuto da cittadini, imprese consorzi, associazioni e gruppi di acquisto solidali. Grazie alle loro donazioni e al contributo di Enel e Legambiente oggi Silvia e Amelia hanno una ragione in più per continuare a resistere, in una situazione difficile anche per i ritardi nella ricostruzione”.
Silvia Bonomi a Ussita, un piccolo comune della provincia di Macerata, alleva pecore sopravissane, una razza preziosa per la sua lana e a rischio di scomparsa. Grazie ai fondi di "Alleva la Speranza" ha fatto realizzare una stalla, secondo criteri antisismici, per proteggere il suo gregge dal freddo e dalla neve dei mesi invernali.
“La rete di solidarietà e il coraggio di questi allevatori sono due elementi fondamentali per ricostruire insieme il nostro Appennino - ha commentato Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche-. La nostra montagna è indispensabile per la tenuta economica, sociale e ambientale di tutta la regione e solo attraverso il sostegno a imprenditori locali che ripartono dalla gestione del territorio e dalla sua sana valorizzazione saremo in grado di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici”.
Anche ad Amelia Nibi, titolare dell’Azienda Agricola Bio Casale Nibbi di Amatrice, è stata consegnata la targa con i nomi dei principali donatori che hanno reso possibile la realizzazione del suo ricovero per bovini a pochi passi dal caseificio in cui si producono formaggi, mozzarelle e yogurt alla ricotta biologici.
"Raggiunto l'accordo per rimettere in circolo i fondi dell'ordinanza 27 sull'edilizia popolare che non erano stati utilizzati per la mancanza di progetti suoi quali abbiamo concentrato l'azione congiunta di Commissario, Governo e Anac per restituire la possibilità di rientrare nelle proprie case, in primo luogo agli sfollati che si trovano negli alloggi residenziali". Ad annunciarlo è il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Piero Farabollini.
"Abbiamo anche implementato la collaborazione con Invitalia per supportare l'attività di ricostruzione e di messa in sicurezza delle imprese del cratere, con circa 30 milioni di euro" - ha aggiunto Farabollini che attende anche la conversione del nuovo decreto legge che snellisce ulteriormente le procedure per le regioni del centro Italia colpite dal sisma.
Una buona notizia ch arriva insieme a quanto annunciato dalla vicepresidente della Regione Marche e assessore all'agricoltura Anna Casini. Le aziende zootecniche del cratere sismico hanno infatti a disposizione 1,085 milioni di euro per sostenere investimenti produttivi. Le risorse stanziate agevoleranno le popolazioni colpite dal sisma e una quota è riservata al rilancio delle attività agricole.
"Un aiuto concreto per ripartire, in un contesto produttivo dove la zootecnia rappresenta un'attività economica importante, alla base di una filiera di eccellenze" le parole della Casini.
Il Festival dei Popoli, tenutosi a Firenze dal 2 al 9 novembre, ha annunciato al cinema “La Compagnia di Firenze” i titoli vincitori della prestigiosa 60esima edizione. Due le sezioni per i documentari iscritti al concorso, presieduto da Vittorio Iervese e diretto da Alberto Lastrucci: l’internazionale e quella italiana. Sette in totale i lungometraggi che sono stati proiettati in prima mondiale, scelti tra numerosi candidati, rappresentativi della migliore produzione italiana 2019.
A “Vulnerabile Bellezza” del marchigiano Manuele Mandolesi è andato il prestigioso riconoscimento Premio “POPOLI doc – CG Entertainment” del Concorso Italiano, che offre al film italiano vincitore l’opportunità di essere pubblicato in Dvd e Digital Download nella collana “Popoli Doc – La collana del Festival dei Popoli”.
Vulnerabile Bellezza è il racconto di una famiglia di allevatori di Ussita, in provincia di Macerata. Michela, Stefano ed i loro figli Diego ed Emma, superano il trauma del sisma attraverso il forte legame che li tiene uniti e che li fa vivere quasi in simbiosi con la loro terra e i loro animali. È uno sguardo discreto quello che racconta la loro storia. La macchina da presa scompare, lascia lo spettatore da solo “in quel momento e in quel luogo” con i protagonisti, facendolo immergere in panorami mozzafiato. I tempi sono quelli della montagna, dilatati e lontanissimi dalla vita che molti di noi vivono ogni giorno.
Il premio è stato assegnato dalla giuria composta da Clara Visintini, Elisa Baldini e Jacopo Sgroi con la seguente motivazione: “per lo sguardo profondo ma allo stesso tempo delicato e discreto con cui cattura la vita post-terremoto di Michela e Stefano, per aver ritratto in maniera suggestiva la bellezza dei paesaggi marchigiani e avere reso testimonianza dell’Italia migliore, che affronta con determinazione e dignità il difficile momento della ricostruzione”.
“Siamo felici per quello che il Festival rappresenta nel panorama nazionale e internazionale. Siamo felici per i protagonisti Michela Paris e Stefano Riccioni. Siamo felici perché questo premio ci aiuta a mantenere viva l'attenzione su ciò che la gente del territorio continua a dover affrontare ogni giorno a tre anni dal sisma.” Queste le parole di Manuele Mandolesi e di Respiro Produzioni che ha prodotto il film.
Un premio che la produzione vuole condividere con quanti hanno sostenuto il progetto. Le aziende Faber, Acqua Nerea, Electri, XL EXTRALIGHT e le persone che hanno lavorato al film: Ufficio Stampa Barbara Olmai, fotografia Gianluca Gulluni, montaggio Fabio Bianchini, musica originale Alessandro Apolloni, color correction Sebastiano Greco, sound design e mix Michele Boreggi, suono in presa diretta Roberto Coilella. Un gruppo di persone che provengono principalmente dalle regioni del centro Italia, tutte motivate a raccontare la “vulnerabile bellezza” dell’Appennino.
Possibilità di rinegoziazione dei mutui da parte dei Comuni compresi nel cratere sismico del Centro Italia. L’emendamento, da inserire, su richiesta dei proponenti, in sede di conversione del “decreto sisma 2019” o nella legge di Stabilità per l’anno 2020, è stato approvato ufficialmente la settimana scorsa nel Consiglio dell’Unione Montana Potenza Esino Musone. Anche l’Unione Monti Azzurri, presieduta da Giampiero Feliciotti, e l’Unione Marca di Camerino, con il presidente Alessandro Gentillucci, hanno appoggiato la proposta. La missiva verrà inviata entro oggi al Presidente della Repubblica e al Governo.
“La richiesta è quella di rinegoziare i mutui perché tutta Italia, a oggi, può farlo a tassi più agevolati rispetto a quelli che i comuni avevano stipulato nell’occasione – ha spiegato il Presidente dell’Unione capofila della proposta Matteo Cicconi -. Attualmente i mutui, nelle zone del cratere, sono sospesi ma quando si ripartirà con il pagamento, grazie a questo emendamento, i cittadini potranno pagare con un tasso più agevolato. La richiesta è stata promossa su istanza dei sindaci del cratere e verrà ora inoltrata al Governo.”
Un emendamento appoggiato anche dall’Unione Marca di Camerino, “in stretta sinergia con gli altri presidenti perché questo è un percorso di unione che ci ha sempre contraddistinto – le parole di Alessandro Gentilucci -. Dovremmo però anche richiedere altri percorsi che certamente sono molto importanti come delle linee guida applicative ben definite, serie e chiare per i tecnici che debbono certificare la ricostruzione.”
“Le tre Unioni Montane sollecitano fortemente l’applicazione di questa rinegoziazione perché altrimenti i comuni si troverebbero all’improvviso a non poter assolvere al soddisfacimento del pagamento – ha aggiunto il presidente Giampiero Feliciotti -. È importante che venga preso in considerazione altrimenti saremmo, come sempre, cornuti e mazziati.”
"I mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti Spa a Comuni inseriti negli allegati 1, 2, 2-bis del D. Lgs. n. 189/2016, trasferiti al Ministero dell’economia e delle finanze in attuazione all’articolo 5, commi 1 e 3, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, possono essere oggetto di operazioni di rinegoziazione che determinino una riduzione totale del valore finanziario delle passività totali a carico degli enti stessi - si legge nell'emendamento che verrà inviato al Governo -, ferma restando la data di scadenza prevista nei vigenti piani di ammortamento. Possono essere oggetto di rinegoziazione i mutui che, alla data del 1° gennaio 2020, presentino le seguenti caratteristiche: interessi calcolati sulla base di un tasso fisso; oneri di rimborso a diretto carico dell’ente locale beneficiario dei mutui; scadenza dei prestiti successiva al 31 dicembre 2022; debito residuo da ammortizzare superiore a 10.000 euro; mancanza di rinegoziazione ai sensi del decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 20 giugno 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 144 del 24 giugno 2003; senza diritto di estinzione parziale anticipata alla pari."
"La rinegoziazione avrà effetto dalla annualità in cui riprende il pagamento delle rate sospese dalla normativa applicabile agli enti locali i cui territori sono stati colpiti dagli eventi sismici del 2016. Tale misura consentirebbe ai comuni del cratere sismico, i cui mutui sono al momento sospesi, di accedere alla possibilità di rinegoziazione degli stessi, contribuendo a liberare risorse preziose da destinare ai nostri territori ancora gravemente in difficoltà."
"Ha sempre vissuto a Vallestretta, solo il terremoto e' riuscita a farla andare via''. Con queste parole, Maria Teresa Nori segretario delle Marche di Federcontribuenti, ricorda Marianna Silvestri, detta ''Mariannetta'', morta oggi a 94 anni, mamma di Tonino Totarone, il responsabile degli impianti di Frontignano.
''Mariannetta e' sempre stato un 'mito' per noi ragazzine - racconta Maria Teresa Nori -, la sua forza, il suo sorriso, il suo attaccamento a questa Valle sono stati un insegnamento. Un grazie per tutto quello che ci ha trasmesso e che il suo percorso in cielo sia sereno e con tanto amore''.
Domenica 30 ottobre 2016. Ore 7:40. La terra trema violentemente nel centro Italia con una scossa di magnitudo 6.5 tra i comuni di Norcia e Preci. Nessun morto, contrariamente a quanto era avvenuto invece il 24 agosto, ma danni ingenti con i quali ancora oggi dobbiamo fare i conti. Decine di migliaia gli sfollati, prevalentemente anziani, che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni.
Picchio News ha deciso, in occasione dei tre anni dalla scossa del 30 ottobre, di ripercorrere con una fotogallery quei drammatici momenti che hanno segnato la storia di ben quattro Regioni.
"Come per il Lazio, con la Legge Pirozzi, chiediamo che i comuni del 'cratere', in base alla legge 'sblocca cantiere', diano la possiblità per i proprietari di seconde case, dichiarate inagibili, che non hanno usufruito del Contributo di Autonoma Sistemazione (Cas), nè sono stati assegnatari di Soluzione abitativa in emergenza (Sae) di installare, fino alla completa ricostruzione dell'immobile, strutture abitative temporanee e amovibili, al fine di scongiurare fenomeni di abbandono e conseguente impoverimento economico''. Lo chiede Federcontribuenti, che ha approvato un documento del segretario regionale delle Marche, Maria Teresa Nori.
''Ci sono già alcuni comuni che lo stanno facendo - spiega Nori - come Visso e Castelsant'Angelo sul Nera, ma noi chiediamo a tutti i comuni interessati che facciano in modo che ai privati sia data l'opportunità di mettere su una casetta temporanea in modo da continuare a vivere il territorio e la montagna. Ovvero dare il via libera ai residenti delle seconde case che nel terreno di loro proprietà vogliano mettere una casetta mobile, in cui alloggiare in quei luoghi nel periodo di vacanza''.
Erano le 19:11 del 26 ottobre del 2016 quando una scossa di magnitudo 5.4, e successivamente, alle ore 21:18, una di magnitudo 5.9, colpirono nuovamente il centro Italia già martoriato dal terremoto del 24 agosto. Ma la terra non si sarebbe fermata lì. Una scossa di magnitudo 6.5, con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, è stata poi registrata quattro giorni dopo, la mattina del 30 ottobre, alle 7:40. Un sisma che il presidente dell'Anci Marche Maurizio Mangialardi ha definito "l'evento più distruttivo dalla Seconda Guerra Mondiale". Cosa è successo nel 2016, cosa sta succedendo oggi, cosa ci dobbiamo aspettare e cosa possiamo (e dobbiamo) fare per prevenire. A queste domande oggi, a tre anni esatti di distanza dalle prime scosse di ottobre, ha risposto il geologo Unicam Emanuele Tondi.
Professore, se da una parte la ricostruzione sembra essere ferma, dall'altra invece le scosse di terremoto, anche se di rado rispetto al primo anno, tornano a farsi sentire. Possiamo quindi supporre che lo sciame sismico (come lei stesso aveva già riferito alcuni mesi fa), non sia mai terminato?
Dopo un evento sismico principale chiamato "mainshock", segue una più o meno lunga sequenza di “aftershocks” (conosciuti come terremoti di “assestamento”), che può dirsi conclusa solo quando i terremoti, sia in termini di frequenza (numero) che di magnitudo (energia), tornano ai parametri pre-“mainshock”. La sequenza sismica in Italia centrale non è terminata. Infatti, anche se non percepiti perché di piccola magnitudo, i terremoti sono ancora più numerosi del periodo pre-24 agosto 2016.
Cosa è accaduto esattamente il 24 agosto del 2016 e poi il 26 e 30 ottobre?
Il nostro Appennino è sottoposto a sforzi tettonici che determinano, nei primi 10-15 km di spessore, la rottura fragile della crosta terrestre. Questa rottura si esplica con la formazione o la riattivazione delle faglie, che altro non sono che fratture degli ammassi rocciosi. Una di queste è la Faglia del Monte Vettore-Monte Bove. Il 24 agosto e poi il 26 e 30 ottobre 2016 la faglia ha ceduto, nel senso che è stata superata la forza di attrito che teneva fermi i due blocchi di roccia poi scivolati l'uno rispetto all'altro lungo la faglia stessa.
Professore, un fenomeno di portata epocale che ha coinvolto quattro Regioni e che qualcuno ha definito la più grande tragedia dalla Seconda Guerra Mondiale. Cosa di dobbiamo aspettare ora e cosa ci dobbiamo aspettare soprattutto a lungo termine. Si può parlare di un vero e proprio cambiamento della geografia del Centro Italia?
Quello che è successo nel 2016-2017 è di portata epocale solo se consideriamo il periodo storico attuale o, al massimo, contemporaneo. Già non lo è più per un periodo di tempo più lungo, in quanto eventi di simile intensità si sono verificati in centro Italia altre due volte nell’ultimo millennio, intorno al 1700 e al 1350. Se poi andiamo a considerare intervalli temporali tipici dei processi geologici diventa un fenomeno comune. La geografia dei territori muta, per fortuna, con “tempi geologici” e questo ultimo evento ne rappresenta solo una piccolissima frazione.
I terremoti non si posso prevedere, questo purtroppo lo sappiamo tutti. Ci sono però delle tecnologie che, in un futuro prossimo, potranno aiutarci nella prevenzione? Se si come? Di che strumenti si tratta?
Cosa si può sapere sui terremoti è più che sufficiente per la prevenzione. Sappiamo dove si possono verificare e con che intensità massima. Quello che manca è la volontà, da parte di tutti. Poi è vero che prima di un evento sismico importante ci possono essere dei fenomeni detti “precursori”, come la variazione della portata delle sorgenti e del chimismo delle acque, fuoriuscite anomale di gas dal sottosuolo, aumento della sismicità, etc. La ricerca scientifica è molto attiva al riguardo, anche grazie alle nuove tecnologie, ma sono fenomeni legati a numerose variabili e ancora non possono essere usati in termini di protezione civile. Nel senso che a volte si verificano questi fenomeni ma non si verifica il terremoto, o si verifica dopo anni. In altri casi questi fenomeni si verificano in un’area e il terremoto in un’altra.
Una domanda che forse ogni cittadino del Centro Italia le avrebbe fatto come prima: dobbiamo aspettarci (sempre rimanendo nel campo delle ipotesi) altre forti scosse?
Per quanto riguarda l'area epicentrale dei forti eventi sismici di tre anni fa, come detto, stiamo ancora nell'ambito della sequenza sismica iniziata il 24 agosto 2016. Generalmente gli “aftershocks” più forti (che possono arrivare fino ad un grado, circa, di magnitudo in meno del “mainshock”) si generano subito e, con il passare del tempo, tendono ad essere sempre più piccoli e meno numerosi. Tuttavia, anche se poco probabile, una ripresa è possibile anche a distanza di anni. Nelle aree esterne a questa zona, si possono verificare eventi importanti sempre, come in tutte le zone in Italia ad alta pericolosità sismica.
I cambiamenti climatici sono dei fattori che possono aggravare la situazione di un Paese che, già da sé, vanta un elevato rischio sismico?
I cambiamenti climatici possono far aumentare il rischio idrogeologico che, sommato al rischio sismico, aggrava sicuramente la situazione.
Professore, ricostruire edifici antisismici e a norma può evitarci il dover parlare, tra alcuni anni, ancora di queste tragedie?
Se ci fosse la volontà di fare prevenzione in maniera efficace il lavoro da fare sarebbe comunque lungo e impegnativo, soprattutto per ridurre la vulnerabilità degli edifici storici ed esistenti. Ma se non c'è nemmeno la volontà, allora diventa impossibile.
IL VIDEO GIRATO DA PICCHIO NEWS LA NOTTE DEL 27 OTTOBRE 2016 A VISSO:
“Quello annunciato da Conte nei giorni scorsi, che sarà firmato dal Consiglio dei Ministri domani, lunedì, se rimarrà quanto previsto nella bozza che circola in questi giorni, sarà l’ennesimo provvedimento redatto senza ascoltare le reali necessità del territorio terremotato, tirato fuori all’improvviso dal cappello di un prestigiatore quasi come per magia – il commento del deputato Francesco Acquaroli sul decreto terremoto che è in arrivo –. Ed è proprio questo che il governo rossogiallo vuole creare nella percezione delle popolazioni colpite dal sisma: un'illusione, l'illusione di non essersi dimenticati di loro, di aver approvato in pochi giorni un decreto ad hoc che verrà presentato in pompa magna domani, ma che in realtà è una scatola vuota che, alla prova dei fatti, tolta qualche miglioria, non saprà imprimere una svolta tanto attesa alla ricostruzione e non risolverà alcun problema”.
"Il governo annuncerà di aver semplificato e velocizzato la ricostruzione dando ai tecnici la possibilità di "Autocertificazione" dei progetti per poter far partire subito i lavori. Forse non lo sanno, ma questo è già previsto per i danni lievi (articolo 8 del decreto 189/2016). E quelli che hanno scelto ad oggi di autocertificare i progetti, su tutto il cratere, si contano sulle dita di una mano - continua il deputato di Fratelli d'Italia -. Questo perché non esistono delle regole certe per il calcolo del contributo di ricostruzione, poiché le ordinanze commissariali non sono chiare e lasciano spazio a continue interpretazioni contraddittorie, molto è lasciato alla discrezionalità degli istruttori che devono stabilire cosa sia ammesso a contributo e cosa no. Quindi ben pochi professionisti si prenderanno il rischio di iniziare i lavori a scatola chiusa, soprattutto per i danni gravi dove gli importi sono maggiori, senza sapere fin da subito se l'entità del contributo corrisponderà alla fine a quanto preventivato, con il rischio di un accollo sulle spalle dei proprietari terremotati."
"Discutibile, poi, il modo nel quale il governo prevede di “sbloccare” il famoso “anticipo del 50% delle parcelle dei tecnici”, che attende da un anno la formulazione di una ordinanza apposita da parte del commissario - continua Acquaroli -. Secondo chi ha scritto questo decreto, il tecnico progettista per avere l’anticipo dovrà dare delle garanzie, sotto forma di fidejussione, e non è chiaro se gli oneri per la fidejussione rientreranno tra le spese ammissibili a finanziamento e saranno scalati dal contributo per la ricostruzione dell’immobile, e comunque tutto si rimanda alle decisioni del commissario, un cane che si continua a mordere la coda. Sarebbe bello inoltre sapere perché oggi, dopo tre anni, con progettualità e cantieri già avviati, si inserisca una norma che impone che le scuole, se prima del sisma erano ubicate nei centri storici, dovranno essere ripristinate o ricostruite nel medesimo sito, e che la destinazione urbanistica delle aree a ciò destinate non può essere mutata. Un’altra assurdità dettata da chi non conosce minimamente i territori sui quali andranno ad incidere questi provvedimenti."
"Non da ultimo, finalmente, sappiamo che fine farà la busta paga pesante. Il decreto prevede la proroga della restituzione e lo scorporo delle rate, che si inizieranno a pagare dal 15 gennaio, e stabilisce che gli adempimenti e i pagamenti di ritenute fiscali, contributi previdenziali e assistenziali nonché dei premi per l’assicurazione obbligatoria nei limiti del 50% degli importi dovuti. Un provvedimento che potrebbe essere un aiuto alla popolazione, ma rischia di fare la fine di quanto accaduto a L’Aquila, poiché questa norma è già stata cassata dall’Unione Europa. Un altro specchietto per le allodole" conclude il rappresentante di Fratelli d'Italia.
Inaugurata oggi la nuova sede dell’Ufficio Postale di Ussita, il paese gravemente colpito dal terremoto del Centro Italia del 2016, alla presenza della vicecommissaria Elisabetta Gasparri in rappresentanza del comune, del comandante della stazione locale dei carabinieri, il maresciallo Lorenzo Librandi, del comandante della stazione dei carabinieri forestali Giulio Burattini, della direttrice della filiale di Macerata di Poste Italiane Beatrice Bacchiocchi e del parroco Don Gilberto Spurio.
“L’inaugurazione odierna conferma la capillarità della rete di Poste Italiane, nonché i valori di inclusione e vicinanza ai cittadini e alle comunità che da sempre contraddistinguono l’azienda” – affermano i rappresentanti di Poste Italiane.
La nuova sede di piazza IV Novembre sarà aperta al pubblico nei giorni di martedì e giovedì dalle 8.20 alle 13.45 e il sabato fino alle 12.45.
“A dimostrazione dell’attenzione dell’azienda verso le realtà locali, Poste Italiane ha dato vita a un piano di interventi a favore dei piccoli Comuni italiani, con il potenziamento dei servizi postali e finanziari e con iniziative di pubblica utilità per contribuire allo sviluppo economico e sociale dei piccoli centri. Come previsto dal programma dei “dieci impegni” per i Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti, promosso dall’Amministratore Delegato Matteo Del Fante in occasione dell’incontro con i “Sindaci d’Italia” dello scorso 26 novembre a Roma, Poste Italiane ha avviato un programma di servizi dedicati basato sull'importanza strategica di mantenere aperti tutti gli Uffici Postali situati nei Piccoli comuni italiani sostenendo così la crescita e lo sviluppo dei territori” hanno aggiunto i vertici dell'Azienda-
“L'iniziativa, inoltre, - concludono - è coerente con i principi ESG sull'ambiente, il sociale e il governo di impresa, rispettati dalle aziende socialmente responsabili che contribuiscono allo sviluppo sostenibile del Paese”.
ll film documentario "Vulnerabile Bellezza" di Manuele Mandolesi, è stato scelto nella sezione Concorso italiano alla 60/ma edizione del Festival dei Popoli, il Festival Internazionale del film documentario di Firenze. Sette in totale i lungometraggi che verranno proiettati in Prima Mondiale, rappresentativi della migliore produzione italiana 2019.
Vulnerabile Bellezza è il racconto di una famiglia di allevatori di Ussita, in provincia di Macerata. Siamo nelle Marche. Una parte della regione è alle prese con la ricostruzione dopo i terremoti del 2016 e del 2017. Michela, Stefano ed i loro figli Diego ed Emma, superano il trauma del sisma attraverso il forte legame che li tiene uniti e che li fa vivere quasi in simbiosi con la loro terra e i loro animali.
È uno sguardo discreto quello che racconta la loro storia. La macchina da presa scompare, lascia lo spettatore da solo “in quel momento e in quel luogo” con i protagonisti, facendolo immergere in panorami mozzafiato. I tempi sono quelli della montagna, dilatati e lontanissimi dalla vita che molti di noi vivono ogni giorno.
Il lungometraggio “Vulnerabile Bellezza” della durata di 75 minuti dunque è stato scelto dal principale festival internazionale del film documentario in Italia e parteciperà al concorso Italiano. L’istituto italiano Festival dei Popoli è impegnato da sessanta anni nella promozione e nello studio del cinema di documentazione sociale.
Grande la soddisfazione del regista civitanovese Manuel Mandolesi e di tutto il team di Respiro Produzioni, associazione che si è occupata della produzione del documentario che verrà proiettato il prossimo 3 novembre a Firenze nell’ambito del Festival.
L'Ufficio postale di Ussita torna finalmente nel cuore del borgo martoriato dal sisma. Il vecchio ufficio postale, reso inagibile dal terremoto del 2016, sarà infatti riaperto in una nuova sede in piazza IV Novembre domani, martedì 15 ottobre, alle ore 12.00.
Un segnale importante di ripresa e di rinascita del territorio che segue di pochi giorni la riapertura dello storico ufficio postale al centro de L’Aquila, anch’esso reso inagibile dal sisma e la cui riapertura ha trovato ampia visibilità nazionale.
''Abbiamo fatto presente al Commissario Fraticelli che fino a pochi anni fa Ussita era un'isola felice anche per quanto riguarda l'autonomia amministrativa dovuta in gran parte dagli utili delle centrali idroelettriche che erano quantificati fino a 3.000.000 di euro. Oggi invece questi sono calati del 70% e presto arriveranno a poche migliaia di euro poiché fra un paio d'anni termineranno gli
incentivi del GSE. Vista la situazione particolare in cui versa Ussita abbiamo chiesto al dottor Fraticelli un interessamento presso le autorità competenti per un prolungamento degli incentivi e un contributo per la manutenzione straordinaria delle centrali a seguito del terremoto." È quanto si legge in una nota congiunta degli ex Consiglieri comunali della lista “Ussita 2018 Insieme per la ricostruzione”, Giovanni Marronaro, Guido Rossi e Giulio Bischi, dopo l'incontro di due ore con il Commissario Straordinario di Ussita.
''La Regione Marche - ricordano i consiglieri - il 2 aprile scorso ha adottato gli schemi di atto delle perimetrazioni proposte dal Comune di Ussita. Nell'incontro abbiamo fatto presente al Commissario che il nostro gruppo nell'ultimo Consiglio comunale ha proposto una mozione per un solerte affidamento degli incarichi per lo studio dei piani attuativi delle perimetrazioni e sulla scorta di questo abbiamo sollecitato il Commissario straordinario nell'affidamento di detti incarichi''.
Nella nota si fa presente come ''la stessa attenzione è stata posta verso l'inizio lavori per la messa in sicurezza dei luoghi interessati dal vincolo R4 che preclude il ritorno di quei cittadini aventi le proprie case nelle zone interessate. Naturalmente - scrivono i consiglieri - non poteva mancare l'argomento dell'urgente recupero e ripristino del Cimitero monumentale, luogo custode delle radici della comunità di Ussita''.
È stata infine segnalata al Commissario Fraticelli la mozione presentata dall'opposizione sull'utilizzo di parte dei fondi, provenienti da donazioni con indirizzo sociale, ''bocciata dalla maggioranza, relativa all'acquisto dei giochi inclusivi da disporre nel Parco comunale, luogo che è diventato zona principale di aggregazione, di incontro e di iniziative per i cittadini residenti e non, che amano Ussita''.
''Siamo pienamente soddisfatti dell'esito dell'incontro, della disponibilità e della professionalità dimostrata dal Commissario nei nostri riguardi e dell'attenzione posta nella risoluzione dei problemi che attanagliano Ussita. Ci siamo lasciati con la promessa - concludono Marronaro, Rossi e Bischi - di un prossimo incontro, di un aggiornamento su quanto da noi richiesto e con il nostro impegno nel seguire le varie problematiche presentate agli organi competenti''.
"Chiediamo formalmente le dimissioni del Commissario Straordinario del governo, il professor Farabollini e del Commissario Prefettizio del comune di Ussita, il dottor Fraticelli, per i ritardi nella valutazione dei progetti delle aree focali. Tali ritardi sono inammissibili''. Nell'incontro svoltosi nel piccolo centro di Ussita a cui hanno preso parte parlamentari, consiglieri regionali e sindaci, organizzato dalla lista di minoranza ''Ussita 2018 Insieme per la Ricostruzione'' è emerso un quadro ''che effettivamente fa prevedere lo spettro del Belice'', come dice uno degli organizzatori.
''Le dimissioni - dicono i consiglieri di minoranza - sono anche un segno di rispetto verso i cittadini. Il Commissario Prefettizio è presente a Ussita solo per poche ore e c'è bisogno di una presenza continua e assidua. Se tale ruolo non può svolgerlo, chieda al Prefetto di farsi sostituire''.
''Si continua - affermano ancora i consiglieri Guido Rossi, Gianni Marronaro, Giulio Bischi e il coordinatore Enrico Tamburi - sulla strada del non fare nulla. Quando Sergio Pirozzi afferma '3 governi, 3 commissari, cratere troppo esteso e ricostruzione al palo' non possiamo che essere d'accordo''.
"Dopo il sisma del 2016 a Ussita c’è stato anche un sisma istituzionale. Le dimissioni del sindaco Marco Rinaldi - si legge nella nota dei consiglieri di opposizione - hanno portato alla nomina del Commissario straordinario Passerotti; la giunta del sindaco Vincenzo Marini Marini ha retto solo tredici mesi e le sue dimissioni hanno portato al nuovo commissario straordinario Fraticelli. Tutto ciò è il risultato del fallimento di chi vuole governare Ussita a ogni costo, e rappresenta soprattutto il fallimento della lista civica “Ussita comunità in cammino” che aveva vinto le elezioni del giugno 2018 per la assoluta incapacità di risolvere i problemi, affidandosi a chi non era in grado nemmeno di dedicare il tempo necessario alla guida del municipio''.
''Ai ritardi della ricostruzione per un impianto normativo inadeguato e per un territorio devastato nella sua interezza - sottolinea infine la nota del gruppo di minoranza - si sommano quelli di una mancanza di guida politica capace di affrontare e risolvere i problemi con senso di responsabilità''.
"A tre anni dal terremoto la ricostruzione procede in maniera molto lenta e la burocrazia non aiuta. Secondo i dati presentati dalle Regioni per quanto riguarda la rimozione e smaltimento delle macerie su 2 milioni e 509 mila tonnellate di macerie calcolate ne sono state rimosse 1,7 milioni mentre ne restano da smaltire ancora 797 mila tonnellate, di cui ben 463 mila nelle sole Marche''. Lo ha riferito durante un incontro ad Ussita con parlamentari, consiglieri regionali e sindaci, Maria Teresa Nori segretario di Federcontribuenti Marche presentando uno studio dell'associazione.
"A tre anni dal terremoto - ha proseguito l'esponente dei consumatori - sono state ordinate 3.901 soluzioni abitative d’emergenza, ma ne sono state consegnate 3.853 nelle quali vivono circa 8.100 persone. Inoltre ci sono circa 1.300 persone che ancora vivono in hotel, 700 nei moduli abitativi prefabbricati rurali d’emergenza (Mapre), 480 in container e 470 in strutture comunali. Dal 2016 inoltre sono stati stanziati per la ricostruzione circa 22 miliardi di euro - ha continuato -. Tuttavia sono stati spesi solo 200 milioni di euro. La maggior parte degli sfollati (oltre 38 mila persone) percepisce il contributo di autonoma sistemazione (Cas), un finanziamento mensile che va da 600 a 1000 euro. In totale gli immobili privati danneggiati o distrutti dal terremoto sono circa 80 mila e 10 mila devono essere ancora periziati. Si attendono 79.320 richieste di contributo potenziali per la ricostruzione di abitazioni private (quasi il 50% nelle Marche). Finora sono state presentate dai privati 8.500 pratiche per ottenere finanziamenti pubblici di cui solo 1.500 sono state approvate. In tutto sono stati erogati ai beneficiari 41 milioni di euro" ha concluso Nori.
Previste due nuove seggiovie per Frontignano di Ussita. "Ieri il progetto esecutivo per le strutture di “Lo Schiancio-Le Saliere” e “Pian dell’Arco-Belvedere” è stato inviato all’Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione per l’ottenimento di un parere preventivo vincolante ai fini del finanziamento e all’ingegnere Marco Rinaldi, ex sindaco di Ussita, direttore di esercizio degli impianti sciistici per l’ottenimento del parere preventivo da parte dell’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. A comunicalo è il nuovo Commissario Straordinario al Comune di Ussita Giuseppe Fraticelli.
“I passaggi successivi prevedono, una volta acquisiti tutti i pareri di competenza, una approvazione del progetto con delibera commissariale di giunta comunale, quindi l’ufficio competente potrà avviare le procedure di gara ad evidenza pubblica per l’individuazione degli operatori che andranno ad effettuare i relativi lavori sugli impianti. A maggio scorso era stato approvato dalla Regione il documento di congruità dell’importo richiesto relativo al lotto 1, che comprende le due seggiovie e la relativa cabina di trasformazione per un importo di 521mila euro circa. Nei primi giorni di settembre l’ingegnere Giovanni Pappalardo ha trasmesso al comune di Ussita il progetto esecutivo delle due seggiovie”.
Progetto a parte, nel frattempo, con l’obiettivo di perseguire ogni azione utile a preservare il patrimonio della stazione turistica, a seguito di un sopralluogo effettuato personalmente, il commissario straordinario di Ussita, Giuseppe Fraticelli, ha ritenuto opportuno richiedere un parere tecnico al direttore Marco Rinaldi, in relazione al perseguimento di un ottimale mantenimento degli impianti della stazione turistica. In particolare, al fine di evitare di creare ulteriori criticità alle strutture, è stato chiesto di conoscere quali procedure seguire per lo smontaggio delle seggiole e la loro custodia in luogo protetto, della seggiovia quadriposto “Pian dell’Arco – Belvedere”.
Rinaldi ha poi chiarito che lo smontaggio delle stesse non può prescindere da tutti gli altri interventi che si inquadrano nell’ambito della manutenzione straordinaria a cui la seggiovia dovrà essere sottoposta e che l’operazione di rimozione delle seggiole non può essere decontestualizzata dai lavori di revisione straordinaria dell’impianto. Sempre in un obiettivo di conservazione e valorizzazione di tutto il comprensorio di Frontignano, con delibera commissariale di giunta comunale, adottata il 2 ottobre 2019, è stato approvato il progetto esecutivo relativo ai ripristini ambientali da effettuarsi a Frontignano mediante il riporto del terreno proveniente dagli sbancamenti delle Sae.
I relativi interventi, una volta completati, consentiranno di ripristinare il manto erboso in tutta l’area circostante il nuovo rifugio Saliere, con una evidente e significativa riqualificazione della zona interessata, e più in generale, di tutto il comprensorio. Per queste finalità, l’ufficio competente ha dato corso all’affidamento dei lavori di demolizione del vecchio rifugio Saliere, quale intervento propedeutico ai lavori di ripristino ambientale.
Andrea Spaterna, docente dell'Università di Camerino, è stato eletto nuovo presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini con larga maggioranza della commissione.
“Esprimo soddisfazione per il largo consenso espresso dalla Commissione Ambiente sulla nomina del Professor Andrea Spaterna a presidente del Parco Nazionale dei Sibillini - ha commentato Patrizia Terzoni del Movimento 5 Stelle -. La votazione sulla proposta di nomina avanzata ieri dal Ministro dell’Ambiente Costa è terminata con 31 voti favorevoli e solo 5 contrari. Segno che l’autorevolezza della persona scelta, che al prestigioso curriculum scientifico in ambito veterinario associa una notevole capacità organizzativa, ha convinto i deputati”.
“La nostra impronta sul pianeta sta crescendo a dismisura e la Natura non sopporta più lo stress antropico. I parchi e le aree protette in genere possono rappresentare, se ben governate, un modello di sostenibilità da tenere presente per le scelte da fare sul resto del territorio. In questo senso il protagonismo delle comunità locali è fondamentale, soprattutto in aree troppo spesso considerate a torto come marginali. Lo sono solo se non si investe adeguatamente e se non si ripone su questi siti ricchi di biodiversità la giusta attenzione. Il ministro Costa ha trovato gran parte dei parchi lasciati senza governo, privi di presidenti o direttori. In alcuni casi di entrambi. Sta procedendo alle nomine dei presidenti d’intesa con le regioni e sta destinando risorse economiche importanti. In tutto il mondo i parchi sono motore di conservazione e sviluppo locale e in questo caso c’è una ragione in più, quello di aiutare un territorio a rinascere dopo il sisma 2016. Devono esserlo anche in Italia” conclude la Terzoni.
“Dopo il sisma del 2016 a Ussita c’è stato anche un sisma istituzionale. Le dimissioni del sindaco Marco Rinaldi hanno portato alla nomina del Commissario straordinario Passerotti; la giunta del sindaco Vincenzo Marini Marini ha retto solo tredici mesi e le sue dimissioni hanno portato al nuovo commissario straordinario Fraticelli. Tutto ciò è il risultato del fallimento di chi vuole governare Ussita a ogni costo, e rappresenta soprattutto il fallimento della lista civica “Ussita comunitá in cammino” che aveva vinto le elezioni del giugno 2018 per la assoluta incapacità di risolvere i problemi, affidandosi a chi non era in grado nemmeno di dedicare il tempo necessario alla guida del municipio''. È quanto si legge in una nota della lista di minoranza ''Ussita 2018 Insieme per la ricostruzione'' che ha organizzato per l'occasione un incontro-dibattito sabato 5 ottobre alle ore 10.30 con la presenza di parlamentari, sindaci ed esponenti del mondo economico e sociale.
Parteciperanno, presso i locali dell'impresa Ma.Co.Ge., in piazza IV Novembre, Sergio Pirozzi, Presidente della Commissione Terremoto e Grandi Rischi della Regione Lazio, già sindaco di Amatrice; il sen. Andrea Cangini; l'on. Francesco Acquaroli; il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno; il sindaco di Sarnano, Luca Piergentili; Francesco Pastorella, Coordinatore Comitato Terremoto Centro Italia; Maria Teresa Nori, Segretario di Federcontribuenti Marche; il prof. Filippo Fordellone, Presidente di Pimos (Progetto Italiano Medico Odontoiatrico Sociale) e specializzato nei 'centri di ascolto' attinenti ai traumi da terremoto; Mario Tassone, già viceministro Infrastrutture e Trasporti. I lavori saranno introdotti e moderati da Maurizio Eufemi, già senatore della Repubblica. ''Ai ritardi della ricostruzione per un impianto normativo inadeguato e per un territorio devastato nella sua interezza - sottolinea infine la nota del gruppo di minoranza del comune di Ussita - si sommano quelli di una mancanza di guida politica capace di affrontare e risolvere i problemi con senso di responsabilità. Ussita - e' l'appello degli organizzatori - non può finire come il Belice''.
Durante la visita del Premier Giuseppe Conte a Castelsantengelo sul Nera, Rossella Orazi, presidente del "Comitato per la salvaguardia socio-economica di Ussita” ha consegnato a nome dei firmatari, una copia de "Il Patto per l'Alto Nera" per il ripristino e la conservazione del patrimonio e delle attività nei territori di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera.
"Il documento è una proposta che parte dal basso, formulata dai cittadini e dagli operatori economici dei tre comuni - spiega Orazi -. È un patto generale strategico su cui si dovrà lavorare in sinergia, di lungo periodo, riguardante il territorio dell’Alto Nera. Il documento è formato da vari capitoli che contengono analisi e riflessioni sui temi come la storia, il territorio, l’evoluzione demografica, il patrimonio immobiliare, i dati sulle aree più compromesse dagli eventi sismici del 2016 e i successivi, la problematica dell’unificazione dei tre comuni, le relazioni con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, le fonti normative di riferimento per le proposte esposte ed infine gli obiettivi del Patto per l’Alto Nera e le richieste di intervento da parte dei sindaci dei tre comuni e delle istituzioni. Il Patto è stato recentemente inviato alla Regione Marche ed alle altre istituzioni per le opportune determinazioni di loro competenza."
I responsabili delle tre realtà che lo hanno proposto, sono fiduciosi che il Premier Conte possa prenderne visione, anche perché durante il suo incontro a Castelsantangelo sul Nera ha dichiarato che la ricostruzione delle comunità locali debba partire da progetti nati dal territorio e il Patto per l'Alto Nera ne è un esempio.
Attualmente 52 attività economiche dei tre comuni hanno firmato il progetto nella sua sintesi, oltre a 101 cittadini sia residenti che non.
A firmare le linee guida del Patto tramite la piattaforma dedicata alle petizioni online, Change.org anche 1.131 cittadini.