Con delibera del commissario straordinario, assunta con i poteri della giunta comunale, 20 del 12 aprile, è stata approvata la proposta definitiva delle perimetrazioni dei borghi e nuclei storici di Ussita, aggiornata a seguito degli incontri partecipativi svolti - come voluto dalla gestione commissariale - con la popolazione interessata.
In attesa dell’approvazione da parte della Regione Marche, si sono infatti tenuti nei mesi scorsi alcuni incontri con i proprietari degli immobili interessati dalle perimetrazioni, con l’intento di illustrare e condividere la strategia complessiva, nonché di fornire elementi e chiarimenti specifici sulla normativa, sui procedimenti e sulle opportunità di intervento. Alla luce del grave danneggiamento subito - specie nelle aree epicentrali come il territorio di Ussita - dai centri storici e dai nuclei di particolare interesse, la normativa sulla ricostruzione post sisma, ed in particolare il decreto legge 189/2016 ha individuato, tra gli obiettivi principali della ricostruzione, la realizzazione integrata degli interventi mediante l’utilizzo di puntuali strumenti urbanistici attuativi. La complessità della ricostruzione, infatti, strettamente connessa al bisogno di dover e voler perseguire, oggi, obiettivi solo apparentemente lontani tra loro che, viceversa, se raggiunti, potranno contribuire a far rinascere e a dare un nuovo futuro ai tanti borghi delle aree interne così pesantemente devastati, necessita di ancorare la pianificazione urbanistica innanzi tutto agli interventi di mitigazione dei rischi territoriali, geomorfologici, idrogeologici e sismici, eventualmente incombenti in maniera più diretta sui nuclei abitati, e poi alla programmazione integrata di interventi sia di natura privatistica, che pubblica, ivi compreso il recupero dei beni culturali. Come evidenziato dalle Ordinanze Commissariali, i Piani Attuativi rappresentano lo strumento per raggiungere gli obiettivi innanzi citati superando la frammentazione che sicuramente deriverebbe dall’elevato numero di soggetti incaricati – a vario titolo - all’esecuzione delle opere, nonché dallo slittamento dei tempi in funzione della disponibilità delle risorse economiche. Sulla base dei criteri indicati nell’Ordinanza commissariale 25/2017, l’Ufficio Tecnico del Comune ha elaborato la proposta di perimetrazione per i seguenti 12 nuclei storici: Calcara (porzione), comprensiva della Località "Gazzaroni", Capovallazza (porzione), Casali, Castelfantellino e Cimitero di Castelmurato, Decuntra, Palazzo, Pieve (porzione), Sasso, S. Placido, Sorbo, Vallazza (porzione) e Vallestretta.
Il commissario straordinario del Comune, dott. Mauro Passerotti, ha sottolineato il valore della proposta definitiva di perimetrazione in quanto realizzata con il confronto della gestione commissariale con la popolazione interessata. Si dovrà quindi procedere con lo stesso metodo per la predisposizione degli strumenti urbanistici attuativi che rappresenteranno l’ulteriore concreta opportunità per ripensare e ricostruire il territorio nell’ottica di un progetto unitario e completo, volto non solo alla ricostruzione dei nuclei ed alla riqualificazione territoriale, ma, anche e soprattutto, alla rinascita sociale ed economica delle comunità e alla definizione di proposte che possano introdurre innovazioni e nuove tecnologie utili. Il fine è quello di assicurare lo sviluppo sostenibile nell’ambito di una strategia coordinata della ricostruzione, secondo principi di sicurezza, rispetto dell’ambiente e per la fruibilità del territorio.
“Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che ricomincia”. È con queste parole che lo scorso mese di luglio 2017 è iniziata l’amicizia fra i Comuni di Ussita e Villa di Tirano, quando un gruppo di cittadini ed amministratori villaschi si è recato ad Ussita ed in soli due giorni ha installato giochi per bambini e strutture presso il parco di Pratolungo, giochi acquistati con i fondi raccolti con l’iniziativa “Incanto d’inverno”, alla quale avevano partecipato Associazioni del Comune di Villa di Tirano. In occasione di quel primo incontro di luglio 2017 è stata fatta una promessa, promessa che, nel fine settimana scorso, si è concretizzata in una nuova visita da parte di una delegazione villasca, formata da 30 persone, guidata dal sindaco, Franco Marantelli, e con la partecipazione anche di alcuni rappresentanti delle varie Associazioni che hanno contribuito alla raccolta dei fondi.
Con l’occasione, il gruppo di Villa di Tirano è stato accompagnato da 6 rappresentanti dell’associazione “Valtellina Intagliatori” di Chiuro, che, con motoseghe ed utensili vari, hanno realizzato delle statue di legno ricavate dai tronchi rimasti all’interno del parco, a seguito del taglio di alcuni alberi avvenuto negli anni scorsi per motivi di sicurezza. Gli artisti del legno hanno creato da semplici tronchi delle vere e proprie opere d’arte che rappresentano gnomi, funghetti, fiori, gufi, scoiattoli, una Madonnina ed un cuore a simboleggiare Ussita che risorge dalle macerie. A completare l’opera sono stati realizzati un picchio, simbolo della Regione Marche, e la Torre del cimitero di Castelmurato, simbolo di Ussita, tanto caro agli abitanti, crollata a seguito della devastante scossa del 30 ottobre 2016. Daniela Morelli, dell’ufficio eventi del comune di Villa di Tirano, ha inoltre consegnato alla Pro Loco di Ussita la somma di 3.000 euro, raccolta durante la spaghettata solidale da loro organizzata nei mesi scorsi, somma che sarà destinata alla ricostruzione del centro estivo per bambini situato all’interno del parco giochi. Come segno di riconoscenza verso le Comunità di Villa di Tirano e Chiuro, nel pomeriggio di domenica 29 aprile, la Pro Loco di Ussita, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Ussita, ha organizzato la “Festa di Primavera” con mercatini ed animazione per bambini. È stata anche l’occasione per lo scambio dei prodotti tipici di Ussita con quelli della Valtellina, con una ricca merenda offerta ai presenti. È stato un fine settimana all’insegna dell’allegria, della spensieratezza e dell’amicizia che, con altruismo e generosità, la delegazione di Villa di Tirano e di Chiuro ha offerto alla popolazione di Ussita. Amicizia che si rafforza di volte in volta con la proposta da parte da parte del Sindaco di Villa di Tirano di deliberare un vero e proprio patto di amicizia tra le due Amministrazioni, in pieno spirito di fratellanza, per consolidare il legame fra le due realtà territoriali instauratosi a seguito degli eventi sismici che drammaticamente hanno colpito questo Comune.
Oltre quindici scosse di magnitudo superiore a 2 in pochissime ore. L'ultima alle 23,20, con epicentro a Pieve Torina, ed una magnitudo di 3,1. La più forte di giornata, invece, alle 21,21, che ha toccato i 3,2 gradi, mentre la prima la notte scorsa, alle 2,46 (2,9 ml). Tutte con epicentro tra Pieve Torina e Muccia. È il bilancio di una giornata in cui il terremoto non ha offerto tregua a una popolazione ormai allo stremo delle forze, alle prese con un nuovo sciame sismico cominciato il 10 aprile scorso. Gli esperti rassicurano che si tratta di aftershock, ma la paura torna a farsi sentire. Anche perchè diversi edifici, giá compromessi dopo le scosse dell'ottobre del 2016, hanno fatto assistere a significativi peggioramenti del livello di danno.
L'incarico a Commissario Straordinario per la Ricostruzione è, dopo la maternità, l'esperienza più forte della mia vita.
Lo ha dichiarato l'onorevole Paola De Micheli, in una intervista a IoDonna del Corriere della Sera. Tanti gli spunti offerti alla penna del giornalista Fabrizio Roncone, con la commissaria che individua tre motivi principali per giustificare una ricostruzione che non é partita o che, comunque, stenta a procedere a ritmi accettabili. "Primo, i terremotati non conoscono ancora bene i loro diritti. Molti non hanno capito che lo Stato è pronto a coprire tutte le spese e certo non aiuta tanta burocrazia, legnosa e ottusa.
Secondo, la terra, purtroppo, continua a tremare. E questo scatena in tanti un tragico quesito: ha senso restare e ricostruire una casa e una vita qui? Il terzo motivo sono gli abusi edilizi persistenti, per i quali ho pronta una sanatoria 'chirurgica' che dovrebbe aiutarci a superare certi piccoli abusi e sbloccare la cosiddetta ricostruzione leggera". (Qui l'intervista integrale)
Quattro mesi di reclusione è la condanna a carico di Pasquale Marziali, il pastore di Ussita noto alle cronache soprattutto per ben tre servizi di “Striscia la notizia” che avevano documentato le gravissime condizioni in cui erano costretti ovini e cani.
Dopo la condanna di primo grado inflitta dal Tribunale di Camerino, anche la Corte di Appello di Ancona lo ha riconosciuto colpevole del reato di uccisione di animali per aver causato la morte di cinque cuccioli di cane, sottoponendoli a condizioni di detenzione incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.
I cuccioli, infatti, erano stati messi in un contenitore di lamiera, lontani dalla madre, che era stata legata a una catena di ferro lunga pochi metri, impossibilitata perciò ad allattarli e riscaldarli.
In queste condizioni, privati delle cure materne e dell’alimentazione, quattro cuccioli morirono di stenti, mentre il quinto, soccorso in fin di vita dai Carabinieri, morì poco dopo.
"Considerata l’estrema gravità dei fatti e delle modalità con cui si è perpetrato il maltrattamento" scrive la Lav "aggravato dalla morte dei cuccioli, dalla “presenza di precedenti penali anche specifici risultanti dal certificato del casellario giudiziale”; dalla “spiccata insensibilità del Marziali all’osservanza delle prescrizioni impostagli” e altresì “una certa abitualità dello stesso nella detenzione degli animali in condizioni precarie e, sicuramente, non idonee a tutelare la vita e la salute degli stessi” come espresso dalla sentenza, la LAV, costituitasi parte civile nel processo, rinnova la richiesta di un’ordinanza di divieto totale di detenzione di animali per il pastore condannato, e che siano effettuati rigidi controlli per verificarne l’effettivo rispetto.
Sono stati richiesti più volte, anche recentemente, controlli sulla reale situazione degli ovini e dei cani del pastore, viste le continue segnalazioni di numerosi cani maremmani che vagano in pessime condizioni nella zona.
Ci auguriamo che venga disposto un nuovo sequestro degli animali attualmente detenuti dal pastore e che gli Enti preposti accettino la collaborazione delle Associazioni che da anni si sono rese disponibili per trovare una sistemazione idonea degli animali.
Un ringraziamento all’avvocato Bianca Verrillo del Foro di Macerata per l’assistenza alla LAV, che ha portato alla conferma della condanna".
servizio aggiornato alle 18.23
Il ragazzo 27enne caduto nel burrone sarebbe stato recuperato vivo, anche se ferito e trasportato all'ospedale "Torrette" di Ancona con l'eliambulanza. Per il recupero è stato utilizzato l’Elicottero Drago 67 del Nucleo Elicotteri di Pescara.
L'infortunato, cosciente durante i soccorsi, avrebbe riportato diverse fratture in particolare alle gambe. La caduta è avvenuta quando il giovane, in scarpe da tennis e pantaloncini, ha cercato di aggirare una lingua di neve sul sentiero ed è scivolato in una macchia di erba viscida. Il 27enne, imbragato per l'impossibilità di utilizzare una barella spinale, è stato caricato sul velivolo che lo ha condotto vicino al rifugio dove era atterrata l'eliambulanza del 118. E' stato trasportato agli Ospedali Riuniti di Ancona per le cure e gli accertamenti del caso. Sul posto anche gli uomini del Soccorso alpino. Tre persone sono morte in passato cadendo sullo stesso sentiero.
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Cade in un burrone lungo il Passo del Fargno. È accaduto oggi lungo la strada verso il Fargno e il ragazzo rimasto coinvolto sarebbe scivolato nel canalone. Sono state avviate le ricerche per ritrovare il ragazzo che non risponderebbe ai richiami dei soccorritori.
Sul posto il gruppo del soccorso alpino di Montefortino e di Macerata che non è riuscito ad arrivare agevolmente sul posto perché la strada è ostruito da neve. È intervenuta anche l'eliambulanza del 118 che sta cercando di effettuare il recupero parecchio complesso perché la persona sarebbe scivolata per un tratto ampio e l'elicottero Sart dei Vigili del fuoco di Ancona. Presente anche la protezione civile.
foto di Gianmario Scodanibbio
Con delibera del Commissario straordinario, n. 7 del 12 aprile 2018, assunta con i poteri del Consiglio comunale, è stato approvato in via definitiva il Piano Comunale di Emergenza e di Protezione Civile del Comune di Ussita.
L’iter per la sua redazione fu avviato nell’anno 2013 quando venne affidato apposito incarico professionale ad un tecnico esterno.
Nell’anno 2015 il Comune di Ussita comunicava alla Prefettura di Macerata che il Piano di Protezione Civile era stato redatto e che si sarebbero attese le risultanze della microzonazione sismica di primo livello prima di procedere all’approvazione definitiva da parte del Consiglio Comunale.
Purtroppo, a partire dall’agosto 2016 questo Comune, come ben noto, è stato duramente colpito da una serie di eventi sismici, trovandosi ad affrontare una emergenza senza eguali, per la cui gestione è stato impegnato tutto l’apparato comunale.
Su impulso della gestione commissariale, che ha ritenuto necessaria e non rinviabile l’approvazione del Piano Comunale di Emergenza di Protezione Civile, aggiornato anche alla luce dei citati eventi sismici del 2016, il tecnico esterno incaricato, in collaborazione con l’Ufficio Tecnico Comunale, nei primi mesi dell’anno 2018 ha proceduto ad aggiornare la versione del Piano di Protezione Civile per il Comune di Ussita.
L’adozione del Piano permetterà di predisporre tutte le misure di prevenzione volte ad affrontare in maniera efficiente ed efficace le situazioni emergenziali, agevolandone e migliorandone, in maniera determinante, la relativa gestione.
Il Piano contempla anche le linee di azione per diverse ipotesi e tipologie di calamità, fornendo gli strumenti basilari per l’attuazione degli interventi di salvaguardia e tutela della popolazione e delle infrastrutture in caso di emergenza. Inoltre, prevede le misure in grado di consentire alle Autorità competenti di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso, nell’obiettivo di garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita ”civile”, messo in crisi da una situazione emergenziale che, al suo verificarsi, potrebbe arrecare gravi disagi alla popolazione.
Il ritorno al borgo isolato è il "tema" dell'escursione a piedi promossa dalle guide Aigae di Camoscio Sibillini Escursioni Trekking in collaborazione con il Rifugio Casali. Il borgo isolato è proprio quello di Casali di Ussita, il cui accesso è ancora estremamente complicato a 18 mesi dal terremoto. Il percorso previsto prevede il passaggio per l'Altopiano di Macereto e appunto Casali di UssitaLa prenotazione è obbligatoria, c'è tempo fino alle 19 del 24, via sms o Whatsapp al numero 3282864307, oppure lasciando nome e cognome, recapito all'indirizzo https://www.facebook.com/events/432832947111672/. Il ritrovo per la partenza è previsto alle 10.30 al Bar Due Monti, in piazza a Ussita. Rientro previsto per le 14.30-15.
Il president della Camera dei Deputati, Roberto Fico, sarà presto nelle Marche per visitare le cittadine più colpite dal sisma. Lo ha annunciato sul suo profilo Facebook, sottolinenando che la risposta dello Stato in questi due anni non é stata abbastanza efficace.
“Nelle scorse settimane – scrive il president nel suo post - fra i tanti messaggi di auguri ricevuti per la mia nomina c’è stato quello del Presidente della Regione Marche. Ho tenuto a rispondergli e a ringraziarlo anche per dare un messaggio ai nostri concittadini delle Marche e delle regioni del Centro Italia così duramente colpite dal sisma.
Una tragedia che non dimentico e rispetto alla quale serve uno sforzo maggiore rispetto a quello compiuto fino ad ora. Chi ha vissuto quel dolore, ha perso i propri cari e subito il distacco forzato dalla propria terra merita una risposta efficace da parte dello Stato, perché non c’è tempo da perdere.
Sono vicino a questi nostri concittadini ancor di più in questi giorni, nei quali la paura e il dolore si sono rinnovati a causa di nuovi episodi sismici. Per questo mi impegno a visitare quanto prima i luoghi colpiti dal terremoto del 2016”.
"E' vergognoso che ci siano sindaci, soprattutto dell'entroterra, che continuano a chiedere che ci sia una suddivisione tra terremotati di Serie A e terremotati di Serie B" - Lo ha dichiarato in una recente intervista a Canale14 (qui il video integrale) il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi. Dichiarazioni, le sue, destinate a far discutere, soprattutto tra quei colleghi sindaci che con le scosse ci fanno i conti tutti i giorni e che con le conseguenze delle scosse ci si devono confrontare ormai da quasi due anni.
"Abbiamo centinaia di sfollati anche noi e non va bene che per il solo fatto di non avere edifici rasi al suolo si pensi che possiamo aspettare o che altri debbano avere la precedenza": questa l'estrema sintesi dell'intervista a Pezzanesi, che sembra un chiaro attacco a quei sindaci, Pasqui e Falcucci in primis, che ormai da tempo chiedono la suddivisione del cratere in base agli effettivi livelli di danno riportati nei vari comuni. Il primo cittadino di Tolentino fa poi riferimento alla riunione che si é tenuta poche ore dopo la scossa dello scorso 10 aprile, a cui hanno partecipato i vertici della Regione Marche, la commissaria Paola De Micheli e il capo della Protezione Civile Nazionale, Angelo Borrelli: "Nessuno ci ha invitati. Non é tollerabile che si facciano riunioni in cui non siamo invitati".
Il sisma ha distrutto vite, case, luoghi di lavoro. E per molti, tutto quello che resta del “prima”, purtroppo, è il mutuo. Si può sospendere, non si può sospendere, conviene o meno sospenderlo, ci sono o non ci sono le condizioni per sospenderlo? Insomma: la fumosità, in una logica tutta italiana, la fa da padrona. E per tanti, troppi, l’ipoteca su un cumulo di macerie pesa come una spada di Damocle nel futuro di chi si trova, già di suo, costretto a riscrivere la sua vita.
E, come spesso accade, gli istituti di credito si trovano nella posizione privilegiata di distinguere cliente da cliente, interpretando secondo convenienza, anche a seconda degli istituti di riferimento, una norma che sembra scritta in funzione di tutti, tranne che dei terremotati.
E così, molti clienti, si sono trovati a fare i conti con le situazioni più assurde. Di seguito, si riportano alcune delle più eclatanti “interpretazioni” di Istituti Bancari del Territorio.
- Sospensione concessa solo se il proprietario di “Prima Casa” è anche il mutuatario; quindi, chi non rientra in questa “condizione” continua a pagare il mutuo pur avendo l’abitazione inagibile e in zona rossa;
- diversi titolari di mutui sono stati segnalati al CRIF come cattivi pagatori a causa della tardiva regolamentazione della sospensione da parte delle Banche;
- alcune Banche hanno intimorito i propri clienti comunicandogli che – se avessero sospeso il mutuo – molto difficilmente avrebbero potuto richiedere altri finanziamenti / mutui in futuro;
- per i mutui sospesi delle attività produttive, la Banca già ha comunicato che dal 2019 il mutuo riprenderà con il pagamento di una doppia rata mensile;
- una Banca di Amatrice - ad ogni sospensione - ha fatto firmare un nuovo piano di ammortamento calcolando, nello stesso, gli interessi per il periodo di sospensione.
A raccogliere le testimonianze di quei clienti che si trovano a fare i conti con queste situazioni è stato il Comitato Mutui Sulle Macerie, nato proprio per fare fronte comune e combattere la “disinformazione”.
“La Legge che prevede la Sospensione dei mutui sino al 31 Dicembre 2020 – scrivono in una nota diffusa nei giorni scorsi - sembra essere stata oggetto delle più ‘attente’ e ‘singolari’ interpretazioni da parte degli Istituti Bancari. Premesso che, all’Art. 21 dell’allegato alla Legge n. 172/2017 così si legge: ‘[…] Con riguardo alle attività economiche nonché per i soggetti privati per i mutui relativi alla prima casa di abitazione, inagibile o distrutta, localizzate in una 'zona rossa' [...] il termine di sospensione dei pagamenti […] è fissato al 31 dicembre 2020’.
Pertanto, la Legge sembrerebbe prevedere la sospensione fino al 2020 delle rate dei mutui qualora ci siano i seguenti requisiti: immobili “prima casa” e attività produttive, inagibili o distrutte, inserite nelle zone rosse dei Comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto del 2016. Ne consegue che, nulla da interpretare per le Banche, anzi, i mutuatari non dovevano far altro che presentare l’attestazione che l’immobile era sito in Zona Rossa. Nel caso di specie, molte persone, invece, si sono trovate a iniziare una vera e propria battaglia (persa) contro le Banche, pur avendo tutti i requisiti per rientrare nella sospensione delle rate dei mutui”.
Quanto alle “interpretazioni” degli Istituti di credito, il Comitato Mutui Sulle Macerie aggiunge: “I casi riportati sono tutti stati vissuti e raccontati da persone che non hanno alcun motivo di inventarsi ‘storie’, anzi, purtroppo, non hanno alcuna voce in capitolo. Ti trovi una ‘Banca’ che vuole toglierti anche quello che non hai più! E noi abbiamo diritto ad una soluzione, una possibilità per andare avanti, per continuare a lavorare… non per le Banche ma per la nostra vita! Una vita che ha il consenso di essere ‘devastata’ dalla Natura, ma non da uomini a cui non interessa cercare una soluzione per chi ha perso tutto. SE LA CARA IPOTECA ORA È UN CUMULO DI MACERIE ALLE BANCHE, ALLO STATO, NON INTERESSA”.
Presentato il trailer di un documentario amatoriale sullo stato di abbandono dei Frontignano. Il video documentario dal titolo "Fantasmi tra le funi" è stato realizzato dai ragazzi del gruppo sportivo Powder Mob in collaborazione con l’Associazione Pro.Frontignano.
Cuore pulsante dell'Alto Nera, nel video si racconta come la stazione sciistica di Frontignano non si sia mai più ripresa dal sisma del 2016 che ha lasciato dietro di sé solo devastazione e macerie. Il documentario integrale verrà pubblicato a giugno in streaming gratuito e, infrastrutture permettendo, si organizzeranno delle proiezioni serali nell’area del cratere.
Il trailer è visionabile qui:
Fantasmi tra le Funi - TRAILER Ufficiale from PowderMob on Vimeo.
Finalmente, dopo un anno e mezzo dalla scossa di terremoto del 26 ottobre 2016, è stato possibile restringere ulteriormente la zona rossa in loc. Fluminata grazie agli interventi dimessa in sicurezza della viabilità pubblica lungo via Roma e Via Rosi ad essa attigua, effettuati per garantire l’incolumità pubblica, la mitigazione del rischio sismico e il ripristino dei servizi essenziali. Ciò è stato possibile grazie ad un lavoro assiduo e complesso dell’Ufficio Tecnico Comunale, ben coordinato dal suo Responsabile, geom. Patrizia Ortenzi, con il supporto del personale tecnico a tempo determinato assunto durante la gestione commissariale. E' quanto si legge in una nota sullo stato dell' arte degli interventi, del Commissario Straordinario del Comune di Ussita, viceprefetto Mauro Passerotti.
A seguito del sisma, l’allora Sindaco del Comune di Ussita, ing. Marco Rinaldi, si ricorda nella nota, disponeva infatti, con l’Ordinanza n. 110 del 26.10.2016, l’istituzione di una “zona rossa” su tutto il territorio comunale che però, sebbene successivamente ridotta grazie a nuovi provvedimenti di riperimetrazione, continuava ad includere il nucleo storico di Fluminata. La riapertura della viabilità interna al nucleo della località di fondo valle costituisce il primo di una lunga serie di traguardi che la gestione commissariale intende conseguire, che interessano altri borghi di Ussita e che puntano a restituire parte del contesto urbano ai suoi abitanti.
Nel caso particolare di Fluminata questa prima riapertura permetterà di riallestire lo storico mercato estivo e creare una via alternativa per collegare il nuovo insediamento SAE di Vallazza con la strada Provinciale per Visso.
Per eliminare i gravi pericoli che minacciavano la viabilità sulla strada principale di Via Roma, prosegue Passerotti, così come per quella degli altri borghi di imminente apertura, l’Amministrazione ha affrontato un complesso iter procedurale iniziato di fatto solo a fine maggio 2017, quando le squadre dei Vigili del Fuoco hanno lasciato il territorio comunale, e portato avanti con il contributo delle risorse umane messe in campo dalla gestione commissariale. La complessità dell’iter è legata principalmente ai diversi vincoli di tutela cui i borghi ussitani, compreso Fluminata, sono assoggettati: paesaggistica e ambientale, in quanto appartenente al Parco Nazione dei Monti Sibillini; storica, per gli ambiti identificati come centro storico; culturale, con riferimento ad edifici di culto e di pregio artistico.
Da ciò deriva la necessità, spesso tradottasi in elementi di forte prolungamento dei tempi operativi, di doversi rapportare con i vari Enti coinvolti: - per l’approvazione degli interventi sul patrimonio immobiliare ai fini della messa in sicurezza della viabilità: il Servizio di Protezione Civile regionale, la Regione Marche, il MIBACT, la Soprintendenza,
- per l’esecuzione degli stessi interventi e le società di servizio, quali Italgas Reti, ASSEM, Cosmari.
Provando a schematizzare, i principali passaggi procedurali, per realizzare un singolo intervento a partire dall’esito delle schede di valutazione del G.T.S. redatte per gli edifici pericolanti del territorio comunale, sono i seguenti:
emissione di Ordinanza relativa ai provvedimenti in ordine alla messa in sicurezza, a partire dalle indicazioni fornite dal GTS;
determinazione per l’affidamento dell’incarico professionale per la redazione di specifica perizia, la direzione lavori e contabilità finale, ai progettisti iscritti nell’Elenco Speciale Professionisti (D.Lgs 189/2016) e in quello degli operatori abilitati dal Comune;
supporto dei professionisti, da parte dei tecnici comunali, durante la fase di sopralluogo progettazione, mettendo a disposizione mappe catastali, carte tecniche regionali, schede G.T.S., e quant’altro si fosse reso necessario;
contatto con i proprietari degli immobili, per coinvolgerli in tutte le fasi dell’intervento e dar loro modo di recuperare, nei casi di demolizione e nei limiti del possibile, mobilio, oggettistica o anche semplici elementi dal legame affettivo;
controllo e valutazione della perizia di progetto e, laddove necessario, richiesta di nulla osta preventivo della Regione Marche e del parere autorizzativo dal Segretariato Regionale MiBACT e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio delle Marche;
Affidamento dei lavori, o diretto o mediante procedura di gara con invito a 5 operatori economici;
Coordinamento delle attività in cantiere con sopralluoghi e prestazioni di servizio da parte di vari Enti e società di servizio
Controllo dell’esecuzione, della perizia di stato finale e rendicontazione economica.
Ciò nonostante all’interno del nucleo storico di Fluminata in meno di un anno sono stati messi a punto n. 10 interventi di messa in sicurezza della viabilità pubblica tramite
demolizioni o puntellamenti e opere provvisionali di edifici pericolanti, prospicenti Via Roma e Via Rosi, di cui n. 4 eseguiti dalle squadre dei Vigili del Fuoco durante la gestione sindacale, e n. 6 eseguite da imprese inserite all’interno dell’elenco degli operatori economici che ne hanno fatto apposita richiesta, durante la gestione commissariale.
Pertanto, come anticipato, con Ordinanza n. 91 del 30.03.2018 emanata dal Commissario Straordinario del Comune di Ussita, dott. Mauro Passerotti, con il completamento della demolizione dell’ex macelleria, gravemente danneggiata dagli eventi sismici, eseguita lungo la Via Rosi è stato possibile restringere ulteriormente la zona rossa in loc. Fluminata.
''Si è lavorato fino all’ultimo, quando - sottolinea Mauro Passerotti - nella stessa giornata del 10 aprile scorso a seguito dell’ultima scossa di magnitudo 4,6, gli addetti dell’ufficio tecnico comunale hanno prontamente organizzato una ricognizione lungo la via principale del borgo di Fluminata e grazie alla tempestiva risposta di una impresa, tra le tante coinvolte nella gestione dell’emergenza, è stato possibile eliminare il rischio residuo di caduta dei coppi che nella prima mattina, erano scivolati dalla copertura di un edificio prospicente la via Roma. Pertanto, malgrado lo sciame sismico che all’alba di martedì scorso, 10.04.2018 ha fatto ipiombare la popolazione nel senso di incertezza e paura, il Comune di Ussita,interessato tra l’altro da inevitabili ed ulteriori danneggiamenti agli immobili presenti sul territorio, è così pronto a riaprire alla cittadinanza e ai turisti che chiedono di poter ritornare presto nei loro luoghi di villeggiatura, il nucleo storico di Fluminata''.
Si sottolinea tale risultato poiché durante la gestione commissariale fino ad oggi sono stati in essere su tutto il territorio comunale n. 97 interventi disposte con altrettante relative ordinanze commissariali di messa in sicurezza, di cui 35 interventi ultimati e rendicontati; 15 in corso d’opera; ed i restanti in fase di progettazione.
Procedendo con questo trend, conclude la nota del Commissario Straordinario, si attendono a breve analoghi provvedimenti di restrizione nella zona rossa per i borghi di Tempori, Sorbo e Sasso.
“In genere i discriminanti sono la distanza spazio-temporale da un evento precedente (in genere più forte) o più spesso da un raggruppamento di eventi (una sequenza in corso) – a parlare è Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Non ci sono regole fisse e valide sempre sulla distanza in tempo e in chilometri per decidere se un determinato evento è o non è un aftershock di un altro. È chiaro che se siamo nel pieno di una sequenza e avviene un terremoto all’interno del volume già attivo, si tratterà indubbiamente di un aftershock. Se, al contrario, siamo a qualche decina o centinaia di chilometri lontani dalla zona attiva, molto probabilmente i due eventi non saranno collegati; più aumenta la distanza dalla zona attiva e più diventa difficile trovare un collegamento tra i due. Se per di più l’evento avviene a distanza di anni da un altro, le probabilità di un legame tra i due sono ancora più scarse. Secondo numerosi studi effettuati a partire dagli anni ’90 del Novecento, un forte terremoto altera le condizioni di stress di alcune delle faglie intorno, anche a notevole distanza (decine di chilometri) dal volume attivato, allargando così la regione in cui le probabilità di avere dei terremoti aumentano (in altre zone le probabilità invece diminuiscono). Anche in questi casi ì si parla di ‘aftershocks’, ma la materia è dibattuta”.
Nel caso di Muccia, dunque, non sembrano esserci dubbi e a giudicare dalle parole di Amato si rientra perfettamente nella casistica degli aftershock. Ma la domanda, dettata più dalla paura che da basi scientifiche, a questo punto, è se un aftershock potrà mai avere una magnitudo superiore a quella dell’evento principale, con Amato che spiega che ciò può avvenire solo in casi molto rari.
“A quel punto l’evento X diventerà il main shock (l’evento principale) della sequenza, ma resterà pur sempre un aftershock di qualche evento precedente. E’ importante, inoltre, conoscere la distribuzione della sismicità e le sue eventuali ‘migrazioni’ nel tempo e nello spazio. Questo ci permette di fare ipotesi in caso si assista a un’attivazione di una ‘nuova’ faglia (cosa che al momento non si sta verificando per il settore a nord di Muccia). Al tempo stesso, però, questo purtroppo non ci permette di escludere che un’altra faglia si attivi comunque, vuoi perché si sarebbe mossa comunque, o perché riceve una ‘spinta’ da una vicina. Ricordiamo che prima del 24 agosto non c’era stato alcun aumento di sismicità (anche di bassa magnitudo) nella zona della faglia di Amatrice.
Il fatto che una faglia si sia attivata con uno o più forti terremoti non significa che abbia ‘scaricato’ tutto il suo potenziale; perciò se anche l’aftershock in questione avvenisse su una faglia che ha avuto eventi forti in un recente passato, non si può escludere che la stessa faglia possa averne altri, anche forti. Pensiamo ad esempio al terremoto del 30 ottobre 2016, avvenuto nell’area dove già c’erano stati eventi importanti a sud (il 24/8) e a nord (il 26/10).
Poi, l’aftershock potrebbe essere localizzato sì all’estremità di una faglia già attiva, ma accanto a questa ci potrebbero essere altre faglie in grado di attivarsi, quindi si potrebbe assistere a una sorta di ‘migrazione’ dell’attività da una faglia a una adiacente, proprio per il processo di trasferimento di stress, o per una migrazione di fluidi da una faglia all’altra, o altro.
Per di più, secondo alcuni modelli statistici, ogni terremoto aumenta le probabilità di averne altri nei paraggi; la maggior parte di questi sarà di magnitudo minore del precedente, ma anche la probabilità di eventi più forti aumenterà. Sempre secondo questi modelli, che riescono a spiegare abbastanza bene l’andamento statistico degli aftershock di minore magnitudo dopo un forte terremoto, le probabilità di avere un evento forte (per es. M>5.5) dopo un terremoto di magnitudo 4 o 4.5 aumentano ma rimangono comunque molto basse, tipicamente dell’ordine dell’1% in una settimana”.
Gli ingegneri marchigiani replicano seccamente alle dichiarazioni del commissario alla ricostruzione, Paola De Micheli. Di seguito la nota diffusa da Feding Marche.
“In una recente intervista, l’Onorevole Paola De Micheli, commissario straordinario alla ricostruzione, ha sostenuto che lo Stato pagherà tutte le spese affrontate dai cittadini per la ricostruzione, ma che non sanerà gli abusi e che non ci saranno condoni.
Come è stato a più riprese denunciato dai tecnici marchigiani, uno dei principali problemi che ostacola la presentazione dei progetti agli U.S.R. è che su moltissimi fabbricati si riscontrano difformità edilizie e strutturali, che per essere regolarizzate necessitano di procedimenti lunghi ed incerti.
Questo è un nodo delicato su cui la Federazione Ordini Ingegneri delle Marche intende fare definitivamente chiarezza a scanso di pretestuosi equivoci. La posizione della Federazione, di concerto con i presidenti degli ordini provinciali della nostra regione, è netta e non lascia spazio a fraintendimenti. La realtà è che non si tratta di abusi, e che nessuno di noi ha mai pensato di richiedere sanatorie o colpi di spugna.
Nelle Marche non ci troviamo di fronte a una situazione di illegalità diffusa e i presunti abusi, come l’Onorevole li ha definiti nell’intervista, sono in moltissimi casi lievi difformità, verosimilmente originate in assoluta buona fede.
È infatti frequente che alcune modifiche dimensionali, se di questo si tratta, siano del tutto involontarie e legate anche agli strumenti di misurazione meno evoluti e ai sistemi costruttivi usati nel passato.
È forse possibile parlare di “abuso” se una parete nella realtà è più lunga di qualche centimetro (ma in molti casi anche più corta), di quanto risulta da un disegno ingiallito, o se una finestra o una porta sono spostate di una spanna su un prospetto d’epoca disegnato a mano?
Il sospetto è che sia la parola stessa a evocare fantasmi ideologici che impediscono valutazioni realistiche, assoggettando un territorio intero a un’ansia di legalità che nessuno di fatto ha mai inteso violare.
Prova ne è che dagli ingegneri marchigiani non sono mai venute richieste di condoni, ma solo istanze per l’introduzione di procedure amministrative snelle che si concludano in tempi certi e che permettano di individuare i reali abusi, evitando deleterie e fuorvianti generalizzazioni.
Anche per quanto attiene al pagamento delle spese, la realtà sembra andare ancora una volta in una direzione opposta a quanto affermato dal Commissario.
Dopo il sisma del 2016 si sono susseguite ben 52 Ordinanze che hanno reso e rendono estremamente complesso elaborare un progetto anche solo per la riparazione dei danni lievi.
Basti pensare che servono mediamente circa 40 elaborati tecnico amministrativi, e che molto spesso gli U.S.R. richiedono chiarimenti ed integrazioni, con tutto ciò che questo comporta in termini di dispendio di energie, tempo e denaro nella presentazione delle pratiche.
Per di più, i costi che i tecnici devono anticipare per le prove tecnologiche sui terreni e sulle murature per poter predisporre i progetti, a fronte del pagamento dei compensi a distanza di uno o più anni, stanno mettendo in crisi il sistema con il rischio concreto di far chiudere molti studi professionali. Tra l’altro la normativa attuale prevede “contributi alla ricostruzione”, il che non equivale a copertura totale dei costi, che risultano spesso insufficienti.
Tra le popolazioni colpite si è addirittura diffusa l’ipotesi, essendo difficile arrendersi all’idea di una burocrazia miope e fine a se stessa, che il “mostro” che è stato messo in piedi serva solo a dilazionare l’onere economico della ricostruzione.
Quasi due anni di interlocuzioni a vari livelli istituzionali, di documenti e di proposte da parte degli ordini professionali, hanno avuto una modesta incidenza in qualche raro comma delle solite 52 ordinanze.
Con l’unico risultato di disperdere il patrimonio di esperienza e di professionalità di chi opera sul proprio territorio, conoscendone a fondo le esigenze peculiari e le criticità.
Infine, mentre si continua a discutere di dettagli senza affrontare con adeguata solerzia e incisività le scelte importanti, si fissano scadenze quantomeno improbabili e si erogano i contributi per l’autonoma sistemazione”.
La violenta scossa di questa notte ha fatto ripiombare il territorio nel panico. E le reazioni sono state le più disparate, dalla legittima paura alla rabbia, passando, inevitabilmente, anche per le solite teorie sulla "presunta magnitudo aggiustata". A mettere in ordine i tasselli ci ha pensato, ancora una volta, il geologo di Unicam, Emanuele Tondi, ormai vero e proprio punto di riferimento per il territorio e non solo quando si parla di terremoto. Da un lato, infatti, Tondi ha le competenze scientifiche per spiegare quanto sta accadendo e, dall'altro, ha la sensibilità di chi é anche sindaco e conosce, quindi, le preoccupazioni e le emozioni dei semplici cittadini.
"La magnitudo - spiega quindi Emanuele Tondi - viene calcolata da INGV subito dopo l’evento in maniera automatica e poi rielaborata più volte. Questo è il motivo della variazione del dato, il più preciso è sempre l’ultimo valore comunicato.Come si può vedere dalla mappa allegata (foto), l’evento si colloca all'estremità nord della sequenza sismica del 2016-2017 (Terremoto di Amatrice-Visso-Norcia in legenda). Data la sua localizzazione, può essere considerato un aftershock relativo ai forti terremoti di fine Ottobre 2016. La sequenza sismica nel suo complesso è in diminuzione anche se per brevi periodi (di alcuni giorni) può riprendere attività sia in termini di frequenza che di intensità, in particolare alle sue terminazioni settentrionali (Muccia, Pievetorina, Monte Cavallo) e meridionali (Campotosto, Montereale, Capitignano)". Magnitudo spiegata, quindi,e nessuna nuova faglia, come qualcuno ha voluto intendere nelle ultime ore. Solo un accentuarsi della frequenza di quelli che possono essere considerate scosse di assestamento, con Tondi che aggiunge: "La sequenza sismica potrà dirsi terminata quando la sismicità dell’area tornerà ai livelli precedenti del 24 Agosto 2016. Sequenze associate a terremoti simili hanno avuto una durata anche di 2-3 anni. Nell'ambito delle sequenze sismiche, gli aftershocks più forti possono arrivare fino ad una magnitudo di un grado minore dell’evento principale. Eventualità sempre più improbabile (ma non impossibile) con il passare del tempo".
La scossa delle 4,19 di questa notte, il cui epicentro é stato localizzato in territorio di Muccia ad una profondità di 9 km, è stato seguito fino ad ora da cinque repliche di magnitudo compresa tra 2.0 e 2.5 e diverse di magnitudo inferiore a 2.
"Più volte - prosegue il geologo e sindaco di Camporotondo, ripercorrendo la storia dei terremoti sul nostro territorio - è stata paragonata l’attuale sequenza sismica a quella che si verificò tra Gennaio e Febbraio del 1703 tra Norcia e L’Aquila. Negli anni e decenni successivi, forti terremoti interessarono le zone immediatamente a nord e sud. A nord ricordiamo il terremoto del 1741 a Fabriano, del 1751 a Gualdo Tadino e del 1799 a Camerino. Terremoti di magnitudo stimata tra 5.5 e 6.0, generati da faglie più piccole e profonde rispetto a quella del Monte Vettore-Monte Bove e non visibili in superficie. A sud ricordiamo il terremoto del 1706 della Maiella e del 1805 del Molise, terremoti di magnitudo stimata tra 6.5 e 7.0. In queste zone sono presenti faglie simili a quella del Monte Vettore-Monte Bove, sia per dimensione che espressione superficiale. Per ulteriori informazioni sulla sismicità storica è possibile consultare il catalogo parametrico dei terremoti italiani https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/".
"Non sappiamo quando - conclude Tondi, con una frase che ha il sapore dell'appello verso chi dovrà stabilire regole e metodi per la ricostruzione - ma i terremoti avvengono sempre nelle stesse zone e con caratteristiche simili. Quindi, per stare sicuri e tranquilli occorre abitare o frequentare edifici non vulnerabili rispetto alla sismicità dell’area in cui si trovano".
Ultime 21 casette consegnate oggi agli abitanti di Ussita nell'area Pieve.
"Si restituisce una casa fatta con qualità e dignità - ha commentato il presidente della Regione Luca Ceriscioli accolto dal accolto dal commissario straordinario del Comune Mauro Passerotti - e che serve per accompagnare i cittadini ad un percorso di uscita dall'emergenza per la ricostruzione. "Nel luglio scorso - ha ricordato il presidente - mi trovavo in questa area mentre le imprese stavano realizzando lavori di sbancamento per allestire le casette: oggi veder consegnare le ultime mi riempie di soddisfazione". "Ci sono risorse importanti - ha aggiunto Ceriscioli - che riguardano tanti aspetti della vita della comunità per farla ripartire e siamo convinti che serva più semplificazione". "Presto - ha concluso - ci sarà un nuovo Governo, per noi indispensabile, con il quale ci interfacceremo per avere delle risposte soprattutto sulle questioni urgenti".
(Fonte Ansa)
Il termine del 31 marzo per le schede Aedes riguarda solo gli incarichi già affidati. E’ l’estrema sintesi della nota a firma del commissario straordinario per la ricostruzione, on. Paola De Micheli. Un chiarimento che arriva a pochissime ore dalla scadenza del termine stesso e che, se da un lato non soddisfa in pieno le richieste del territorio, dall’altro lascia tirare un piccolo sospiro di sollievo. La scadenza "riguarda unicamente i casi in cui sia stato già formalmente conferito a un tecnico l'incarico di provvedere alla redazione delle schede" – si legge nella nota - Per tutti gli altri casi non v'è dubbio che alla redazione delle schede Aedes possa provvedersi anche in epoca successiva al 31 marzo 2018". La commissaria ricorda che "riguardo alle possibili situazioni di difficoltà in cui potrebbero trovarsi i professionisti incaricati in relazione ai tempi lunghi incontrati per giurare le perizie in tribunale, si rammenta la possibilità di avvalersi al tal fine anche dei notai, essendo la relativa spesa rimborsabile in sede di liquidazione del compenso al professionista".
(fonte Ansa)
Venerdì 30 marzo 2018, alle ore 12, a distanza di un mese dalla consegna dell’area di Vallazza, il Commissario straordinario, dott. Mauro Passerotti, procederà alla consegna delle chiavi delle ultime 21 abitazioni allestite nell’area Pieve.
Si conclude così, come programmata, la consegna delle strutture abitative di emergenza per consentire il rientro degli ultimi cittadini di Ussita ed ulteriori 21 famiglie potranno così ritornare definitivamente in paese, per un numero complessivo di 36 abitanti, che si vanno ad aggiungere ai 137 cittadini cui sono state già consegnate le strutture abitative provvisorie, oltre a tutti coloro che sono già rientrati utilizzandole proprie case dichiarate agibili, per le quali, lo si ricorda, sono state rilasciate 130 notifiche di agibilità di cui 116 durante la gestione commissariale. Con questa ultima consegna di soluzioni abitative si può affermare che, nonostante le difficoltà, la Comunità di Ussita, completamente evacuata a seguito degli eventi sismici di ottobre 2016, è ora ricostituita.Sarà anche l’occasione per lo scambio degli auguri per la Santa Pasqua, con la benedizione delle strutture abitative da parte di Mons. Nello Tranzocchi e che vedrà la partecipazione di tutti i cittadini e di tutti coloro che, con la loro presenza, vorranno esprimere la propria solidarietà alla Comunità di Ussita. Per l’occasione, il Commissario straordinario ha detto:
“Nel ringraziare la Regione Marche, le imprese, e insieme le aziende di erogazione dei servizi elettrici e del gas, e tutti coloro che hanno collaborato, compresi gli uffici comunali, il sub commissario vicario dott. Ing. Nunzio Di Martino, il Prefetto di Macerata, desidero sottolineare, seppure tra i ritardi, il raggiungimento di un risultato dal quale ripartire per una nuova vita del Paese e della Comunità di Ussita. I cantieri per le SAE sono iniziati a metà luglio del 2017 e, in relazione a ciò, sono stati completati in tempi comunque congrui rispetto all’inizio dei lavori. La macchina amministrativa e burocratica dell’Ente civico è stata messa a punto e ha quasi recuperato ogni ritardo e si appresta ora a gestire la fase della ricostruzione e dell’impiego degli investimenti, per accompagnare il rientro delle famiglie di Ussita con la ripresa economico - sociale del territorio. Si attende al più presto il trasferimento delle somme stanziate e assegnate a questo territorio per l’avvio delle relative progettualità di sviluppo.”
Da Pieve Torina a Ussita, passando per Gallano, Valfornace e Visso. È partito il tour di aiuto e di sostegno alimentare a favore degli amici a quattro zampe che vivono nelle zone rosse del cratere distrutte dal sisma, promosso dall’Associazione Cinofila Cave Canem di Porto Sant’Elpidio e da Almo Nature, azienda di pet food che produce alimenti utilizzando ingredienti di qualità.
Un progetto itinerante che si propone di visitare, oltre i centri Sae (soluzioni abitative di emergenza) popolati da colonie di gatti e cani e da numerosi randagi, anche le zone di campagna abitate da allevatori che, costretti a rimanere vicini alle loro aziende e ai loro animali, in questi ultimi tempi sono stati dimenticati da tutti e non hanno beneficiato di nessun aiuto in termini di rifornimenti e merci. “Non possiamo dimenticarci di tutti quegli animali che offrono un aiuto concreto nelle aziende agricole e nelle greggi sparse in mezzo alle campagne” afferma Costantino Finocchi, presidente dell’Associazione Cave Canem. Come nel caso della fattoria “Jdayet” e dell’azienda “Angeli e Battaglia” di Pieve Torina che ospitano rispettivamente 3 e 8 cani da pastore, che svolgono il ruolo fondamentale di guardia delle stalle e del bestiame e senza cui le attività non potrebbero esistere.
I volontari dell’Associazione Cinofila marchigiana Cane Cavem hanno iniziato il viaggio nel cratere visitando i comuni del maceratese, alla presenza dell’Assessore di Pieve Torina Giancarlo Ciuffetti, del sindaco di Valfornace Massimo Citracca e del Vice Sindaco di Visso Gian Luigi Spiganti Maurizi, per consegnare una fornitura di mangime pari a circa 800 kg, una media di 1.250 pasti per cani (piccoli e grandi) e 3.600 pasti per gatti, donati da Almo Nature.
Nelle settimane a venire il tour d’aiuti toccherà anche le zone più critiche della provincia di Fermo per concludersi successivamente nella provincia di Ascoli Piceno con Arquata del Tronto.
“Sembra che il tempo si sia fermato, la situazione è ancora tragica e riguarda tutti, territorio, uomini e animali – commenta Camila Arza Garcia, responsabile del progetto solidale A Pet Is For Life di Almo Nature – Con la nostra donazione vogliamo portare un po’ di conforto agli animali disagiati che si trovano in difficoltà a causa del terremoto e delle condizioni meteo avverse e che devono sopravvivere in quelle zone. Speriamo che la nostra non rimanga un’azione isolata e che le istituzioni e le aziende private come noi diano il loro contributo per alleviare questa situazione di estremo disagio. Pensiamo e agiamo dal punto di vista degli animali, per questo per noi l’importante è sfamarli e agire sulle emergenze con LoveFood”.
LoveFood rientra nel progetto di Almo Nature, A Pet Is For Life, un impegno concreto volto a ridurre drasticamente l’abbandono di animali: non vogliamo lavorare solo sull’emergenza ma provare a essere attori di un cambiamento che passi dall’emergenza alla soluzione. È anche per questo che abbiamo lanciato AdoptMe, per offrire un mese di pappa gratuita, tramite i canili e gattili aderenti, a chi adotta consapevolmente un animale. Desideriamo e speriamo così di far crescere una comunità che ponga al centro il rispetto per l’animale che si porta a casa.
Un impegno, quello verso la natura, che ha portato gli azionisti di Almo Nature a scegliere di donare il 100% delle azioni della società Almo Nature spa, e delle sue filiali, a una Fondazione. A partire dal 2018 tutti i profitti (dividendi) generati dalla vendita dei suoi prodotti saranno unicamente utilizzati a favore degli animali e dell’ambiente. Con questa donazione, gli animali e la natura saranno i veri proprietari di Almo Nature.