Sabato 20 aprile, a partire dalle ore 16:30, si svolgerà presso il teatro comunale di Urbisaglia un convegno dal titolo "Dall’omicidio Bonservizi al delitto Matteotti. Morte e propaganda all’origine del fascismo".
Organizzato dall'Anpi e l'Istituto Storico di Macerata in collaborazione con il comune di Urbisaglia, il convegno toccherà i temi della propaganda fascista legata al culto di coloro che venivano considerati martiri dal regime, fra i quali spicca Nicola Bonservizi.
Nato a Urbisaglia nel 1890, nel 1914 Bonservizi entrò a far parte della redazione de Il Popolo d'Italia, giornale fondato e diretto da Benito Mussolini. Nel 1920 Bonservizi venne inviato a Parigi con l'incarico di corrispondente del giornale, nel 1922 costituì il primo fascio di Parigi e nel 1923 fondò la rivista "L'Italie Nouvelle", nata con lo scopo di mostrare i successi dell’Italia fascista.
La sera del 20 febbraio 1924 Bonservizi subì un attentato da parte del giovane Ernesto Bonomini e morì il mese successivo per le conseguenze delle ferite riportate. La morte di Bonservizi giungeva in piena campagna elettorale per le elezioni politiche del 6 aprile 1924, le ultime prima dell’instaurazione della dittatura fascista, e i suoi funerali furono l’occasione per esaltare l’eroismo, le virtù e la forza del Fascismo.
Poche settimane dopo l'onorevole Giacomo Matteotti, che denunciò le violenze commesse durante la campagna elettorale e i brogli elettorali perpetrati dai fascisti, venne rapito e ucciso il 10 giugno da cinque sicari capeggiati da Amerigo Dumini.
Le uccisioni di Bonservizi e Matteotti si legarono entrambe alla storia di Amerigo Dumini. Uomo della Ceka fascista - la polizia segreta personale di Mussolini la cui istituzione serviva a colpire gli oppositori più ostinati del Fascismo -, Dumini svolse una delle sue prime operazioni proprio a Parigi perché secondo lui Nicola Bonservizi, organizzatore dei fasci italiani, non stava producendo i risultati sperati: nella sua relazione infatti descrisse il lavoro di Bonservizi come "il disastro più completo" (M. Canali, Il delitto Matteotti, Il Mulino, 2015, pp. 200-201).
Pochi giorni prima del processo all’uccisore di Bonservizi, inoltre, la "Voce Repubblicana" del 18 ottobre 1924 rivelò che Bonservizi aveva confidato ad alcuni giornalisti l’ostilità nei suoi confronti da parte di alcuni settori della stessa organizzazione fascista (G. Borgognone, Come nasce una dittatura, Laterza, 2013, cap. 3, par. 6).
Durante la fase istruttoria del processo per l’omicidio di Matteotti, invece, Dumini sostenne a sua difesa che Matteotti fosse stato l’ispiratore dell’uccisione di Nicola Bonservizi ed è per questo che Dumini, quel pomeriggio del 10 giugno "vedendolo comparire davanti a sé, si era sentito 'sconvolto' e d’impulso aveva deciso di approfittare dell’occasione per smascherarlo" (G. Borgognone, op. cit., cap. 3, par. 6).
Fin dai primissimi giorni dopo il rapimento, quindi, Mussolini e i suoi uomini fecero circolare sui quotidiani di regime l’insinuazione che Matteotti fosse stato l’ispiratore dell’uccisione di Nicola Bonservizi e Dumini dichiarò che lui stesso scrisse una lettera al suo «intimo amico» per metterlo in guardia dal complotto che si stava organizzando ai suoi danni.
Ovviamente questo piano difensivo, che doveva servire ad alleggerire la posizione del regime e quella degli imputati, fallì poiché non venne fornita alcuna prova documentale del coinvolgimento di Matteotti nel delitto e perché i familiari di Bonservizi si rifiutarono di esibire questa presunta lettera sia al processo a Bonomini sia al processo Dumini per la morte di Matteotti (G. Borgognone, op. cit., cap. 2, par. 3).
Il convegno di sabato 20 aprile ad Urbisaglia cercherà di far luce sulle vicende di cui quest’anno ricorre il centenario analizzando, in modo particolare, come il regime fascista approfittò, in modo propagandistico, della morte di alcuni personaggi come Nicola Bonservizi, i cui funerali furono celebrati in pompa magna a Milano dallo stesso Mussolini.
Oggi, invece, le ricerche del professor Mauro Canali, curatore della mostra romana sul centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti e autore del libro "Il delitto Matteotti" (Il Mulino, 2015), rivelano il coinvolgimento della stessa Ceka fascista (e quindi di Mussolini) nell’omicidio di Nicola Bonservivi.
Al convegno di Urbisaglia parteciperanno Andrea Ventura (Università Vita-Salute San Raffaele Milano) che proporrà una relazione dal titolo "1919-1922: Una guerra civile?" e Michelangelo Borri (Università di Udine e Trieste) che riferirà su "Il culto dei martiri fascisti".
Giovanni Cecchi, figlio di Dante Cecchi e Caterina Bonservizi, interverrà per fornire elementi che chiariscano le vicende riguardanti i membri della sua famiglia e di suo nonno Giovanni Bonservizi, fratello di Nicola.
Le biografie di Nicola Bonservizi e Giacomo Matteotti verranno tracciate, rispettivamente, da Giovanna Salvucci (presidente Anpi Urbisaglia) e Francesco Rocchetti (Presidente provinciale Anpi Macerata) che, in linea con quanto portato avanti dall'Anpi in questi anni, ritengono molto importante l’approfondimento storico. "Altra cosa però è la propaganda - sottolineano -: il ricordo privato non si nega ad alcun defunto, ma il ricordo pubblico e celebrativo di un fascista non può essere permesso dalle istituzioni della Repubblica Italiana nate dall’antifascismo e dalla Resistenza, come ribadito anche dal sindaco di Urbisaglia, Paolo Giubileo (leggi qui la nostra intervista)".
"Non vogliamo vedere immagini simili a quelle Acca Larentia, associate al Comune di Urbisaglia. Oltre a non aver concesso il patrocino all'evento, ho anche scritto al prefetto per capire come muoverci”. Così il sindaco Paolo Francesco Giubileo, riguardo all’iniziativa che si terrà il prossimo sabato 13 aprile a Urbisaglia, nell’ambito della presentazione del libro “Nicola Bonservizi, fondatore del fascio di Parigi e vittima dell’antifascismo”.
Gli organizzatori, le associazioni Aries e Nuova sintesi, prevedono anche una visita al cimitero cittadino (dove è sepolto Bonservizi) e successivamente una cena. L’incontro, che si tiene ai 100 anni dalla morte del giornalista e propagandista nero, fondatore del fascio di Parigi ucciso nel 1924 dall’anarchico Bonomini, non ha avuto però il sostegno del Comune.
“Non voglio che si dica che il sindaco o la Prefettura non abbiano fatto nulla per evitare l’evento - aggiunge Giubileo- quando ho giurato come primo cittadino, l'ho fatto sulla Costituzione che è antifascista. Urbisaglia non ha bisogno di queste celebrazioni, il nome di Bonservizi è stato cancellato da tutti i numeri civici del paese".
In suo onore, infatti, nel 1936 e fino alla caduta del fascismo, la sua città natale cambiò nome da Urbisaglia a Urbisaglia Bonservizi. “Fascista di purissima fede”, ebbe a definirlo Mussolini durante le esequie funebri del fondatore del fascio di Parigi (città dove si era trasferito come corrispondente de Il Popolo d’Italia).
Dal canto suo uno degli organizzatori dell’iniziativa, Simone Perticarini presidente dell’associazione Aries Officina Nazionalpopolare, prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. "Mi occupo di questi eventi da molti anni, ci piacerebbe che non venissero espressi giudizi affrettati". “In occasione del centenario dalla morte di Nicola Bonservizi - spiega Perticarini - abbiamo deciso di ricordare questa figura storica rilevante e grande giornalista con l'apposizione di una corona di fiori sulla tomba dove è sepolto. Per tale cerimonia abbiamo ricevuto l’autorizzazione dalla questura già da un mese e mezzo. A seguire ci sarà una conferenza nella quale verrà presentato il libro su Bonservizi e quindi una cena in un noto ristorante della zona".
E riguardo alla scelta di organizzare l’evento in prossimità delle celebrazioni per il 25 aprile, Perticarini risponde: "Per noi non significa nulla, in questa commemorazione non ci sono fini politici. Ricorderemo semplicemente un giornalista, figura storica rilevante, non siamo iscritti a nessun partito. Siamo un'associazione di ricerca storica, composta da gente sia di destra che di sinistra. La ricorrenza dei 100 anni dalla morte di Bonservizi sarebbe stata a fine marzo del 2024, in concomitanza con la Pasqua, quindi lo abbiamo spostato alla prima settimana utile successiva. Se a qualcuno la cultura fa paura, questo non è un nostro problema".
Per la cronaca, i due autori del libro in questione, i quali interverranno nel corso della conferenza, sono Luca Bonanno e Pietro Cappellari. Entrambi saggisti, annoverano nel loro curriculum diverse pubblicazioni relative a personaggi legati strettamente al fascismo (soprattutto quello delle origini).
Nella fattispecie Bonanno ("magazziniere con la passione per la storia" si legge in un una nota biografica presente in rete) ha pubblicato per Eclettica edizioni una biografia su Giuseppe Mario Gioda, giornalista e politico tra i fondatori dei fasci italiani di combattimento e del movimento fascista di Torino, mentre Cappellari (tra l'altro collaboratore della Fondazione della Repubblica sociale italiana - Istituto Storico) è autore di numerosi saggi storici tra cui Da Vittorio Veneto alla marcia su Roma – Il centenario della Rivoluzione fascista, edito da Passaggio al Bosco Edizioni. "A Urbisaglia - conclude Perticarini - saranno presenti delegazioni provenienti da tutta Italia", sebbene sottolinei: "Non saremo molti, ma qualificati".
E. L.
C'è la ruota dell'arcolaio impressa sulla nuova pavimentazione in pietra arenaria, l'antico strumento che veniva utilizzato dalle operaie per filare la lana, è il disegno scelto per il "Piazzale delle Filandaie", lo spazio intitolato sabato 23 marzo a Convento di Urbisaglia alla memoria del lavoro femminile.
Una intera comunità si è ritrovata vicina alla sua gente, a quelle donne che hanno segnato con il loro lavoro, le sorti di un paese in chiave sociale ed economica. Sono stati tre giorni densi di significato per il comune di Urbisaglia che ha organizzato l'evento "Ritorneremo un giorno...Ricamatrici, filandaie, operaie: il filo del lavoro femminile a Urbisaglia".
"È stato per noi importante intitolare un luogo fisico per celebrare il lavoro femminile di centinaia di donne che con la loro forza hanno sostenuto intere generazioni". Parole del Sindaco Paolo Giubileo pronunciate nell’evento inaugurale che ha richiamato moltissime persone: "L'occupazione delle donne e delle ragazze negli stabilimenti per la produzione della seta impiantati alla fine dell’Ottocento da Alessandro Caraceni e Girolamo Piccinini - ha aggiunto -, le operaie che hanno lavorato nel calzificio di Alessandro Minnoni, hanno segnato la nostra storia ed era giusto ricordarle".
Nel corso dell’evento condotto dalla giornalista Barbara Olmai, la musica dell'organetto di Katiuscia Merlini, ha riportato alla memoria la fatica di centinaia di donne, filandaie, ricamatrici che fin da quattordicenni andavano a lavorare, contribuendo all’economia delle proprie famiglie di origine.
"Abbiamo voluto ricucire il rapporto con il passato e dare spazio al lavoro di quelle donne che hanno trasmesso ai loro figli l’importanza della partecipazione attiva all'economia familiare e che hanno lasciato un profondo segno nella nostra comunità". Parole dell'assessora alla cultura Cristina Arrà che ha lavorato per organizzare i diversi eventi in cartellone tra incontri, proiezioni e mostre.
Ha valorizzato il lavoro di squadra sia degli uffici comunali, delle maestranze che delle delle ditte l'ingegner Nazareno Sagretti, dell’Ufficio lavori pubblici e sisma del Comune di Urbisaglia, ricordando che si è trattato di un intervento di rigenerazione urbana realizzato con fondi complementari sisma del Pnrr.
Dopo la benedizione del Piazzale da parte del parroco di Urbisaglia don Fabio Piombetti, che ha posto l'accento sull’importanza di avere una nuova piazza da vivere come luogo di aggregazione, il sindaco ha scoperto l’installazione in cui viene spiegata la motivazione dell’intitolazione. Poi Noemi Mariotti Gigi Caraceni, discendenti delle famiglie di Urbisaglia che hanno contribuito ad imprimere la connotazione del paese nel campo manifatturiero, hanno fatto vedere un sacco originale datato anni '50, con cui si conservava la seta prima di essere spedita all'estero.
Felice per l'esito delle giornate Paola Ciccioli, giornalista professionista, nata ad Urbisaglia. Promotrice culturale, fondatrice e coordinatrice del blog "Donne della realtà", la Ciccioli nel corso della sua vita ho raccolto documenti, testimonianze e studiato anche la storia del suo paese.
"Il disegno uscito dall'immaginazione dell'ufficio tecnico, coglie lo spirito del progetto - ha dichiarato -: nell’arcolaio c’è tutta la laboriosità femminile che anno dopo anno abbiamo ricostruito. Nel Convento di Urbisaglia negli anni '20 vivevano le suore e le bambine venivano ad imparare l’arte del ricamo, donne che poi sono diventate straordinarie ricamatrici. Guardando loro mi sono interessata alla materia che ha riguardato l’intera comunità per secoli, anche il trapasso dall’agricoltura all’industria è tutto poggiato sulle spalle delle donne".
A fine manifestazione le componenti dell’associazione "Il Circolo della lana", che ha sede nella Biblioteca gestita da Mirko Cardinali che ha coadiuvato la Ciccioli nel lavoro di ricerca, hanno omaggiato le donne presenti con delle mimose ricamate. Un gesto simbolico utile per mantenere vivo il filo del lavoro femminile.
Non si ferma dopo il sinistro: 46enne individuato grazie alle telecamere di videosorveglianza. I militari della Stazione di Urbisaglia sono intervenuti su un incidente, avvenuto sulla Sp 77 all’altezza della zona industriale di Tolentino, trovando solo un’auto con a bordo una donna. Nell’occasione hanno raccolto elementi che hanno consentito di ricostruire la dinamica del sinistro, in cui le due autovetture, provenienti da opposte direzioni di marcia, si erano urtate sulla fiancata sinistra.
Nell’incidente, lo specchietto dell’auto della donna aveva mandato in frantumi il finestrino, per cui la conducente lamentava fastidio agli occhi a causa dei numerosi vetri che le avevano colpito il viso, per fortuna senza danni, come verificato dai sanitari del pronto soccorso di Macerata.
Seguito analisi delle immagini del circuito di videosorveglianza cittadino, i carabinieri hanno identificato il conducente dell'altro mezzo coinvolto, un 46enne residente fuori provincia, che dovrà rispondere di omissione di soccorso e fuga dal luogo del sinistro.
II militari della Stazione di Urbisaglia, all’esito accertamenti, hanno denunciato inoltre un 20enne residente nel Fermano che, a fine febbraio a Sarnano di notte, aveva urtato delle fioriere in cemento nei pressi della piazza.
I successivi accertamenti sanitari richiesti nelll’ospedale di Macerata hanno consentito di verificare che il ragazzo si era posto alla guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l’effetto di cannabinoidi. Il giovane, risultato con un tasso alcolemico di 2,80 gr/litro, è stato denunciato del codice della strada, con la contestazione di più aggravanti (neopatentato, che ha causato sinistro in stato di ebbrezza e orario notturno).
I militari dell’Aliquota Radiomobile, nel corso mirati controlli effettuati durante la notte, hanno fermato infine un 30enne originario della Colombia, trovato alla guida di un veicolo a Tolentino, sprovvisto del titolo di guida, perché mai conseguito, con reiterazione del medesimo comportamento nel biennio. I carabinieri lo hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Macerata e hanno proceduto al sequestro dell’auto propedeutico alla confisca.
E sono dodici! Sono le vittorie consecutive ottenute della capolista Settempeda che ha raggiunto questa quota record grazie al 3-1 sull’Urbis Salvia.
Un grande secondo tempo, improntato su belle azioni, sulla tecnica dei suoi elementi e sulla tenuta mentale, ha permesso alla squadra biancorossa di costruire un altro successo superando un rivale organizzato, combattivo e non facile da domare nel corso di un primo tempo equilibrato e che, poi, si è dovuto arrendere nella seconda frazione al prepotente ritorno dei locali che con forza e qualità hanno gestito la partita al meglio legittimando il risultato finale che è da considerare meritato. Biancorossi che, come in altre circostanze, hanno tirato fuori orgoglio e capacità nel momento più difficile (a metà prima frazione uomo in meno e sotto di un gol) gestendo molto bene il momento della partita. Altro merito è stato quello di aver raggiunto il pareggio prima dell’intervallo, cosa che è stata determinante per rientrare in campo con la concentrazione giusta e con ben altro spirito. Un plauso va fatto a tutto il gruppo biancorosso che ha avuto un pomeriggio eccellente che è valso un match molto positivo in cui si sono fatti notare in particolare Gianfelici, Montanari e Silla. Molto bene anche chi è subentrato come Wali autore di due assist per secondo e terzo gol. Ora il campionato si ferma per le festività pasquali e ci sarà un meritato riposo per tutti: alla ripresa del torneo(6 aprile) poi la Settempeda vivrà la volata finale di cinque partite, la prima delle quali contro la Vigor a Montecosaro, seconda ad otto lunghezze, per uno scontro diretto che potrà dire molto sulla storia di questo campionato.
LA CRONACA – Prima della sosta la prima della classe deve aggirare l’ostacolo Urbis Salvia. Settempeda che non vuole fermarsi e punta all’ennesimo bottino pieno per consolidare il primato. Di fronte c’è una squadra ostica che sta facendo bene e che deve cercare punti per restare fuori dalla zona playout. Ospiti senza Apicella, Pettinari e Lambertucci. Gioca Salvucci in attacco con Curzi alle sue spalle (4-4-1-1). Settempeda con il solito impianto di gioco e con Eclizietta che riposa lasciando così spazio a Dolciotti (torna titolare)mentre Silla è confermato a centrocampo. Il primo affondo del match è biancorosso con Silla che mette un pallone invitante sotto porta ma Dolciotti e Castellano non riescono a dare il tocco decisivo. Al 12’ Tacconi in piena area ha sul destro un buon pallone ma il suo tiro è largo. Al 18’ Silla effettua un lungo lancio che arriva in area con Castellano che non riesce nel difficile aggancio e lascia la sfera tra le mani di Conti. Al 21’ ecco il primo episodio importante della gara: palla sulla destra che scorre verso il fondo con Quadrini in vantaggio che controlla; Quadrini è pressato da Tormo e quando si volta appoggia le mani sul volto dell’avversario che va giù. Contatto non chiarissimo e che non appare così violento, ma per l’arbitro lo è e così il numero 8 biancorosso viene punito con il rosso diretto(decisione apparsa fin troppo severa e che per noi poteva valere il cartellino giallo). La gara si accende e gli animi si surriscaldano. Poco dopo diverbio fra Castellano e Tormo: ammoniti entrambi. Al 25’ fuga in campo aperto di Castellano che arriva in area e finisce a terra dopo un tocco da tergo di un difensore. Il pubblico grida al rigore ma l’arbitro non ritiene punibile il contatto e fa cenno di giocare e allora Castellano si alza e tira in diagonale con palla larga. Al minuto 30 altro episodio importante: scontro a metà campo fra Cartechini, che resta a terra, e Tormo che salta con leggero ritardo urtando il biancorosso. Fallo attribuito al giocatore argentino con l’arbitro, che dopo averci pensato un po’, si avvicina al numero 7 ospite e gli mostra il giallo. Per Tormo seconda amonizione, espulsione e parità numerica ristabilita. Nel momento in cui la situazione difficile per la Settempeda sembra passata, ecco che la squadra di Ciattaglia finisce sotto. Minuto 35. Monteverde prova il tiro, la palla è diretta sul fondo e sembra facile preda di Caracci che, invece, viene sorpreso da Curzi che gli sbuca alle spalle e gli soffia la sfera per poi mettere in mezzo all’area dove Verdicchio, fra diverse maglie biancorosse, può spingere in porta. Brutto colpo per la Settempeda che però è brava a reagire immediatamente senza farsi prendere dal nervosismo. Al 44’ il pari è cosa fatta. Lancio lungo di Montanari per l’ennesimo scatto di Castellano bravissimo a controllare in corsa il pallone, a resistere al ritorno di un difensore e ad infilare rasoterra con precisione sull’uscita di Conti. Quindicesimo centro per il bomber e bel colpo per i locali che vanno al riposo in parità. Situazione ideale per poter fare una ripresa migliore e cosavviene. Settempeda che riparte forte, con possesso palla, sicurezza e voglia di portare dalla propria parte il risultato. La prima azione vede un passaggio rasoterra di Silla verso Castellano che da pochi passi gira verso la porta trovando il tocco con il piede di Conti che devia in angolo. Al minuto 8 dribbling e cross dell’ottimo Silla che manda la palla a cadere all’altezza del secondo palo dove arriva Montanari che stacca colpendo di testa in maniera forte e precisa, ma Conti è superlativo nel deviare con un gran balzo salvandosi anche con l’aiuto della traversa. Poco dopo altra chance per Castellano, questa volta di testa, con pallone sull’esterno della rete. Al 19’ il forcing biancorosso viene premiato. Il neo entrato Wali riceve in area, difende al meglio il pallone e lo appoggia all’accorrente Silla che scarica un gran destro in diagonale a mezza altezza che fredda Conti. La Settempeda, pur in vantaggio, non molla la presa decisa a chiudere i giochi. Cosa che fa puntualmente al 29’. Azione sulla sinistra che parte dal piede di Montanari, tocco per Wali che trova il modo di far tornare la sfera al compagno che entra in area e sfodera un mancino micidiale che si insacca alla sinistra di Conti in maniera imparabile. Per Montanari terzo gol nelle ultima quattro giornate, mentre per Wali sono due gli assist del pomeriggio. Nel finale l’Urbis Salvia prova a costruire qualcosa ma, a parte un destro alto di Ciamarra da centro area, costruisce ben poco. La Settempeda gestisce in maniera impeccabile e potrebbe sfruttare alcune ripartenze per rendere più ampio il margine, ma non le concretizza come quella che vede Wali scattare e servire poi Farroni fermato dall’uscita bassa del portiere. Dopo 4’ di recupero arriva la fine con la Settempeda a salutare sotto la curva i Boys e poi a festeggiare nello spogliatoio l’ennesimo successo, questo senza dubbio molto importante, di una serie lunga e significativa.
IL TABELLINO
SETTEMPEDA-URBIS SALVIA 3-1
MARCATORI: 35’ Verdicchio, 44’ castellano, 64’ Silla, 74’ Montanari
SETTEMPEDA: Caracci, Tacconi, Montanari(78’ Farroni), Cartechini(82’ Meschini), Gianfelici(86’ Marcaccio), Mulinari, Dolciotti(66’ Eclizietta), Quadrini, Cappelletti(61’ Wali), Castellano, Silla. A disp. Scattolini, Gega, Lazzari, Sfrappini. All. Ciattaglia
URBIS SALVIA: Conti, Verdicchio(81’ Farroni), Monteverde, Minnucci(59’ Ciamarra), Forresi, Valeri(71’ Buccolini), Tormo, Vipera(75’ Della Penna), Curzi, Delfino, Salvucci(59’ Cullhaj). A disp. Conforti, Cernetti, Nardi, Salvatori. All. Ferranti
ARBITRO: Pirovano di Macerata
NOTE: Espulsi: 21’ Quadrini, 30’ Tormo. Ammoniti: Verdicchio, Castellano, Tormo, Gianfelici. Angoli: 22.
Il commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli ha firmato un decreto con cui trasferisce 277 mila euro all’Ufficio speciale ricostruzione Marche per il restauro della Rocca medioevale di Urbisaglia. Si tratta di una parte dell’intervento complessivo da 311 mila euro, che ha l’obiettivo di rafforzare uno dei luoghi più iconici della provincia di Macerata.
“L’architettura dei nostri borghi è uno dei tesori più preziosi che dobbiamo tutelare attraverso una ricostruzione attenta a preservare l’identità paesaggistica e urbanistica dell’Appennino centrale - dichiara il Commissario Castelli -. Insieme al presidente Francesco Acquaroli e all’Ufficio speciale ricostruzione delle Marche stiamo imprimendo un cambio di passo che non lascia indietro nessuna opera, così da riparare davvero le ferite che il sisma ha causato al nostro territorio”.
Dopo il terremoto, a causa dei danni, è stata avviata un'operazione preliminare di consolidamento per garantire la sicurezza dell'edificio. Le lesioni si sono concentrate principalmente sulla parte superiore della torre, sulle murature perimetrali che circondano la copertura piatta e i merli sovrastanti. Il progetto mira a intervenire proprio su questa area critica, prevedendo l'installazione di cuciture verticali in acciaio inox, realizzate partendo dalla sommità, oltre a un doppio sistema di cerchiature interne, posizionate rispettivamente a livello del pavimento e della cima del muro parapetto. Il piano di lavoro include anche azioni di idrolavaggio sulle murature, per la loro pulizia, seguite da un trattamento protettivo.
Il Comune di Urbisaglia accoglie la primavera con un programma che ricuce la memoria di un paese in chiave femminile. Saranno tre giorni di eventi proposti dal Comune che, in collaborazione con la Biblioteca di Urbisaglia, organizza "Ritorneremo un giorno..." . Ricamatrici, filandaie, operaie: il filo del lavoro femminile a Urbisaglia. Il progetto è nato da una idea della giornalista professionista, promotrice culturale, fondatrice e coordinatrice del blog “Donne della realtà”, Paola Ciccioli, nata ad Urbisaglia, subito accolto dal sindaco Paolo Giubileo e dall’assessore alla cultura Cristina Arrà.
Il titolo del progetto prende spunto dal ritornello di una canzone che le filandaie cantavano alla chiusura della stagione produttiva. Si comincia venerdì 22 marzo alle ore 17, 00 al teatro comunale con "La stagione umana dei frutti verdi e rigogliosi. La vecchiaia e il Vangelo", un incontro con il biblista padre Alberto Maggi, coordinati dalla giornalista Paola Ciccioli.
Per l'occasione verrà esposta la mostra "Radici" del fotografo Francesco Cianciotta. Sabato 23 marzo alle ore 11,30, a Convento di Urbisaglia, accanto alla Chiesa del Santissimo Crocifisso, intitolazione del “Piazzale delle Filandaie”, spazio che il Comune ha riqualificato con i fondi del Pnrr.
Seguirà un aperitivo in musica con la fisarmonicista Katiuscia Merlini, che eseguirà la canzone dedicata alle filandaie che dalla fine dell’ottocento al secondo dopoguerra, hanno lavorato la seta nei due stabilimenti del paese. Domenica 24 marzo alle ore 17,00 il teatro comunale ospiterà la proiezione del documentario "Ritorneremo un giorno...", con le testimonianze delle ultime dipendenti degli stabilimenti Caraceni e Piccinini, lavoro a cura di Mirko Cardinali e Paola Ciccioli.
Nel corso dell'evento il Comune donerà ai presenti un volume con documenti che ripercorrono la storia economica e sociale del paese, in cui c’è uno spaccato dedicato anche alle calzettaie, con un contributo della docente Annalisa Cegna, direttrice dell'Istituto Storico di Macerata. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
Per la prima volta sabato 16 marzo il centro storico di Urbisaglia diventa contea, arriva la prima edizione di Urbs Shire - St. Patrick’s Day. Organizzata dal Comitato Festa della Maestà, la manifestazione segue i passi del santo pellegrino d’Irlanda per immergere le vie fra la Rocca e il corso Giannelli nel meglio della musica, della gastronomia e dell’artigianato locale.
Il via già dal primo pomeriggio, con decine di laboratori dedicati ad adulti e bambini (iscrizione in loco). Dalle 16.00 in poi, in piazza Garibaldi, ci si può cimentare e divertirsi in corsi di balfolk (danza bretone), di lavorazione della carta e del cuoio, lavorazione delle zucche o tiro con l’ascia, arcieria con gli Arcieri Firmum e scherma storica a cura di Fortebraccio Veregrense.
Alle 19.00, concerto da ballo con il trio Pianofolk, a cura di Marco Uku Fermani, Francesco Savoretti e Giulio Spinozzi. Dalle 21.30 lo “spettacolo di fuoco” con il Clan Carantos: fiamme e scintille, acrobazia e giocoleria ad alta temperatura, a sancire l'inizio la notte di St. Patrick e a trasportare il pubblico nel mondo dei Balrog e delle fattucchiere. Dalle 22.00 in poi, due gruppi: i giovani del rock celtico Bards From Yesterday e i piemontesi Folkamiseria che tra musica irlandese e dialetti italiani scalderanno fino a notte fonda il centro storico del magnifico borgo.
Loris Zampetti, presidente del comitato: “Quella di San Patrizio è una tradizione che ben si sposa con il nostro modo di intendere la comunità, la nostra è un’associazione giovane che coinvolge molto ragazzi del territorio. Sono stati loro a spingere per organizzare questa manifestazione e noi abbiamo trovato il giusto modo per allestire un evento bello e variegato. Ora manca solo un brindisi ai cieli d’Irlanda e di Urbisaglia, contee distanti ma avvicinate dall’amore per la buona musica, la danza, lo stare insieme”.
Oggi, presso i locali della Regione Marche, è stato presentato Qui Val di Fiastra, un progetto di rigenerazione culturale e sociale che coinvolge l’intero territorio della vallata, attuato dai comuni di Ripe San Ginesio - capofila dell’iniziativa - Colmurano e Loro Piceno, ma che si estende nei suoi interventi anche su Urbisaglia, Sant’Angelo in Pontano e San Ginesio.
Il progetto è vincitore, con un finanziamento di oltre 2 milioni di euro, del Pnrr Borghi, bando del Ministero della Cultura finalizzato a promuovere piani per la rigenerazione, la valorizzazione e la gestione del grande patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni presenti nei piccoli centri italiani, integrando obiettivi di tutela del patrimonio culturale con le esigenze di rivitalizzazione sociale ed economica, di rilancio occupazionale e di contrasto dello spopolamento.
Il vicepresidente della Giunta Filippo Saltamartini ha sottolineato lodevolmente l'iniziativa attuata dai sindaci, che mette in rete i comuni della Val di Fiastra nel segno dello "sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio e delle comunità". "I sindaci, come dei top manager, hanno saputo intercettare risorse pubbliche per un progetto che ha una visione strategica sul futuro delle loro comunità" ha sottolineato Saltamartini, andando al di là degli "steccati ideologici". "Oggi la classe dirigente politica - ha aggiunto - si forma proprio nei Comuni, dove devono nascere percorsi virtuosi come il progetto 'Qui Val di Fiastra'".
LA GENESI - Qui Val di Fiastra nasce con "Borgofuturo - festival della Sostenibilità" a misura di borgo nato nel 2010 a Ripe San Ginesio – e in particolare all’interno di Borgofuturo+, iniziativa realizzata nel biennio 2020-2022 attraverso un’azione coordinata tra l’omonima associazione, le amministrazioni della Val di Fiastra e i ricercatori e progettisti di Inabita, laboratorio di rigenerazione territoriale.
Attraverso Borgofuturo+ si è infatti avviato un processo di partecipazione condivisa tra le comunità del territorio, che hanno discusso e affrontato i temi della sostenibilità e della qualità della vita in maniera partecipata. All’iniziativa hanno collaborato oltre 100 realtà locali della vallata, e ne sono scaturite una serie di proposte finalizzate a favorire la rigenerazione locale, oggi alla base del progetto Qui Val di Fiastra.
Il processo culturale attivato e i risultati della partecipazione attiva di Borgofuturo+ sono stati il presupposto per concorrere al bando Pnrr Borghi, e hanno rappresentato e sono tuttora il valore aggiunto di Qui Val di Fiastra. La relazione tra i vari interlocutori e il rapporto di questi con il territorio hanno permesso di individuare un sistema di valori condivisi e quindi definire quali sono i bisogni, le difficoltà e le aspettative delle persone coinvolte in questo processo di rigenerazione culturale e sociale, siano essi residenti o turisti.
L’obiettivo del progetto Qui Val di Fiastra è dunque quello di invertire la tendenza all’abbandono dei piccoli borghi attraverso la partecipazione attiva di chi abita i luoghi, le attivazioni culturali, la generazione di una consapevolezza ambientale e di opportunità occupazionali.
Paolo Teodori, sindaco del comune di Ripe San Ginesio afferma: "Questo progetto rappresenta un punto di riferimento non solo per la sua portata culturale, ma anche per l'attenzione dedicata al sostegno alle imprese attraverso opportunità finanziarie concrete. Le risorse che stiamo introducendo sono fondamentali per rivitalizzare il territorio, le imprese e le associazioni no profit. Questo progetto è anche il frutto di un lungo percorso di esperienza sul campo fatta negli ultimi anni con il festival Borgofuturo".
"L'unione dei nostri comuni è stata una mossa vincente, che ha permesso di selezionare il partner perfetto per sviluppare un progetto che abbraccia la cultura, il sociale e il turismo nella nostra area. - continua Robertino Paoloni, sindaco del Comune di Loro Piceno - Il coinvolgimento di tutti gli altri comuni della vallata è stato fondamentale perché ha garantito una rappresentanza completa e una collaborazione sinergica, massimizzando così l'impatto del nostro progetto".
Infine conclude Mirko Mari, sindaco del Comune di Colmurano: "Il nostro impegno sul territorio si concentra sulla formazione e sul coinvolgimento dei giovani, con l'obiettivo di creare una comunità partecipativa e solidale. Vogliamo riportare al centro della vallata il senso di appartenenza e la coesione che, nel corso del tempo, sono stati trascurati".
GLI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE - Le richieste del bando Borghi Pnrr sono state declinate in 15 interventi di rigenerazione e innovazione che hanno lo scopo di contrastare le principali criticità e vulnerabilità della vallata.
Un'azione congiunta sul territorio che prevede, in primo luogo, l'attivazione di quattro spazi fisici destinati alla conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio locale immateriale, delle tradizioni produttive e artigianali e dei saperi del territorio. Strutture inclusive votate a un’azione perlopiù educativa-assistenziale e di apprendimento, promotrici di un costante dialogo intergenerazionale.
A ciò si aggiungono delle infrastrutture territoriali, in particolare la creazione dell’unità mobile "Errante" che supporterà le attività socioculturali della vallata e della regione Marche, che verrà messa a disposizione di tutte le associazioni e realtà culturali che vorranno utilizzarla, e l’implementazione dell’Anello del Fiastra, un percorso di trekking culturale, di mobilità lenta e conoscenza territoriale che tocca i sei centri storici della Val di Fiastra.
Alle infrastrutture territoriali si affiancano quelle immateriali, con la messa a punto di sistemi digitali e gestionali capaci di mettere in relazione luoghi e utenti della vallata. In particolare, la sperimentazione di un ecosistema di vallata che mira all’integrazione di servizi diversi in un’unica piattaforma per abitanti e visitatori e una rete museale per coordinare la gestione dei piccoli spazi museali locali.
Infine, gli interventi di progetto verranno promossi attraverso l’attivazione di residenze artistiche ed eventi culturali nei diversi borghi, a cui si aggiungono attività formative che puntino alla riconnessione dei più giovani con il territorio attraverso l’apprendimento di valori, pratiche e conoscenze che ne garantiscano la valorizzazione e la preservazione nel tempo. Infine, un film documentario racconterà la storia di Borgofuturo, associazione e movimento che ha dato origine al progetto Qui Val di Fiastra.
IL SISTEMA DI IDENTITÀ - Il sistema di identità è stato sviluppato dall’agenzia Tonidigrigio mediante un processo di co-creazione utilizzando lo strumento chiamato Value Proposition Canvas. Questo strumento ha permesso di indagare e focalizzare l’elemento fondante del processo di comunicazione: il valore aggiunto del progetto Qui Val di Fiastra, del suo territorio e dei suoi protagonisti coinvolti nel processo di rigenerazione culturale e sociale, che induce un cittadino locale e/o turista ad essere partecipe per soddisfare un proprio bisogno.
L’attività di co-creazione ha portato alla luce tre nuclei comunicativi che si collegano ai temi trattati e che, nel contesto di Qui Val di Fiastra, assumono la forma di valori chiave su cui si concentra il progetto: relazioni, tradizioni, territorio. Le persone costituiscono un elemento cruciale nel progetto, creano relazioni. I luoghi rappresentano lo spazio in cui il progetto prende vita, in cui le persone entrano in relazione tra loro.
Nasce così il sistema di identità 'Qui Val di Fiastra', un'identità dinamica, un sistema che accoglie, racconta, favorisce relazioni e diviene strumento. Svolge un ruolo. Non è solo un elemento identificativo e simbolico. La Q si riferisce al naming e al posizionamento, ma diviene baloon in riferimento al valore primario del progetto, ovvero la relazione, infine la Q diviene anche pin, e si riferisce al qui come luogo e spazio in cui avviene la relazione.
Sabato 9 marzo all’Abbadia di Fiastra a Macerata sarà presentato il progetto alla comunità locale con una giornata di incontri, talk, workshop e laboratori per bambini che andranno ad approfondire le premesse e gli obiettivi di Qui Val di Fiastra dalla viva voce degli attori che lo hanno sviluppato, di esperti e istituzioni del territorio.
I carabinieri di Caldarola hanno denunciato all’autorità giudiziaria, per furto aggravato, un uomo del di 46 anni residente in provincia. Un cittadino aveva denunciato che, qualche giorno prima, mentre si trovava all’interno di un bar a Tolentino, aveva subito il furto del giaccone, che aveva lasciato appoggiato su un divanetto mentre era intento a consumare al bancone.
All’interno della giacca vi erano il portafoglio con contante, documenti personali, carte di pagamento e le chiavi dell’autovettura, per un danno complessivo di circa 1200 euro.
I carabinieri di Caldarola hanno visionato subito le immagini dei circuiti di videosorveglianza del comune e dell’esercizio commerciale, individuando sia il soggetto che si era allontanato dal bar con la giacca sottobraccio, sia la targa dell’autovettura con cui si era allontanato dalla città.
Il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Macerata ha pertanto emesso un decreto di perquisizione, che ha consentito ai carabinieri di trovare e porre sotto sequestro gli indumenti utilizzati la sera della commissione del reato. A fronte degli elementi raccolti a suo carico l’uomo dovrà rispondere di furto aggravato.
Al termine degli accertamenti i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile hanno denunciato, inoltre, un 24enne per guida in stato di ebbrezza. A Capodanno, intorno alle 6.00 del mattino a San Severino Marche, il ragazzo aveva avuto un sinistro stradale, a seguito del quale era stato trasportato all’ospedale di Ancona. I carabinieri intervenuti sul luogo dell’incidente hanno richiesto gli accertamenti urgenti finalizzati a riscontrare eventuali tassi di assunzione di alcolici oltre il limite, che sono risultati positivi. Al giovane è stata ritirata la patente di guida.
I carabinieri di San Severino Marche il 31 gennaio scorso, unitamente ai carabinieri di Urbisaglia, hanno dato esecuzione all’ordinanza di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un 25enne, già sottoposto a misura e domiciliato presso una comunità terapeutica della città.
La sostituzione della misura cautelare, per il reato di maltrattamenti in famiglia, è stata disposta dalla Corte di Appello di Ancona e seguito di violazione delle prescrizioni imposte durante la permanenza all’interno della struttura. I carabinieri hanno eseguito il provvedimento e tradotto l’uomo al carcere di Fermo.
Sabato 27 gennaio 2024, in occasione del Giorno della Memoria, il Comune, l’Anpi e la Casa della Memoria di Urbisaglia ospiteranno lo scrittore Sergio Roedner in un incontro pubblico che si terrà alle ore 17 al teatro comunale in Corso Giannelli 45.
Sergio Roedner, autore del libro L'orologio di Armin. L'Europa, due guerre, una famiglia (Marinotti, 2002), ricostruirà le vicende della sua famiglia nell’arco di due secoli: cinque generazioni, coinvolte nelle tristi vicissitudini dell’antisemitismo e del nazismo, fra cui quelle di suo padre, Ernst Roedner, internato nel campo di Urbisaglia dal 29/07/1940 al 02/04/1942.
A introdurre l’incontro Giovanna Salvucci, presidente della Casa della Memoria di Urbisaglia, e Emanuela Balelli, presidente del Centro Studi Balelli e responsabile del progetto Obiettivo sul Fronte.
Al termine dell’incontro la sezione maschile del Coro Equi-Voci di Urbisaglia, diretti dal Maestro Cristina Picozzi, eseguirà il brano “Komm mein Schatz auf den Bocceplatz” (Vieni, amore mio, al campo di bocce) composto da Egon Mosbach e Paul Schwenk durante l’internamento a Urbisaglia.
Il manoscritto della canzone che, con molto ironia, racconta della felicità degli internati nel ricevere la visita delle proprie compagne alle quali non vedono l’ora di mostrare il campo di bocce, è stato inviato alla Casa della Memoria da Elio e Dario Cabib, figli di Renzo Cabib (1915-2004), internato a Urbisaglia dal 05/07/1940 al 16/06/1942.
Gli autori della canzone, Paul Schwenk (violoncellista) e Egon Mosbach (poeta), entrarono entrambi nel campo di Urbisaglia il 25 luglio 1940. Schwenk riuscì a scappare dopo l’8 settembre 1943 e in seguito lavorò con Emilio Winter insieme a Ernst Roedner, entrambi suoi compagni di internamento a Urbisaglia. Morì alla fine degli anni ‘70. Egon Mosbach venne trasferito a Grosseto nel gennaio 1942 e successivamente deportato a Auschwitz. Non sopravvisse alla Shoah.
Vista l’amicizia fra Ernst Roedner e Paul Schwenk gli organizzatori hanno deciso di eseguire il brano in questa occasione, affidando la trascrizione dello spartito a Paola Chinellato, Cristina Picozzi, Mauro Navarri e Giovanna Salvucci.
Nel cuore pulsante di Firenze, dove l’arte incontra la storia, si erge la maestosa Fortezza da Basso, un baluardo rinascimentale che, in questi giorni di gennaio, con il prestigioso Pitti Uomo, diventa il palcoscenico mondiale della moda.
Qui, dal percorso esterno si arriva fino al padiglione centrale per ritrovarsi in un dedalo di spazi espositivi dove a essere protagonisti sono l’eccellenza sartoriale e il design contemporaneo; appassionati, esperti del settore, stilisti giungono da ogni parte del mondo per ammirare le nuove tendenze e le varie creazioni fra tradizione, avanguardia e sperimentazione.
Ad attirare lo sguardo e il passo di numerosissimi visitatori è stato il brand marchigiano Tombolini che, con i suoi sessant’anni di stile e raffinatezza, ha svelato la nuova collezione.
Sartorialità, ecosostenibilità e tecnologia costituiscono il fil rouge dei nuovi capi che esprimono l’idea di un classico al maschile a confronto con la contemporaneità per dare voce a uno stile d’intramontabile eleganza. È questo il dna di Tombolini racchiuso nella sua collezione FW 24 dove la tradizione sartoriale si apre all’esplorazione del ben vestire, graffiata da incursioni nel futuro.
“La nostra più recente collezione- racconta Silvio Calvigioni Tombolini, direttore marketing e della comunicazione per l’azienda di famiglia- si distingue per una palette di colori tenui e armoniosi, che spazia dai delicati toni del rosa antico fino alle sfumature del verde salvia. Questa gamma cromatica è stata concepita per essere versatile e facilmente intercambiabile. Il Pitti rappresenta per noi un’occasione preziosa di confronto, dove poter mostrare il prodotto finito di tutto un lavoro costante che è a monte, a partire dal tessuto operaio sul territorio”.
Un’impresa di famiglia che da sempre tiene salde le radici nella propria terra d’origine e che, soprattutto negli ultimi anni, con le sue esclusive creazioni tra il classico e lo sportivo, si è ulteriormente affermata sulla scena di un mercato internazionale: “In questo contesto- prosegue Silvio Calvigioni Tombolini- abbiamo consolidato la nostra presenza nei mercati di rilievo e inaugurato una serie di esclusivi punti vendita monomarca in nazioni quali il Kazakistan, l’Uzbekistan e il Qatar. Il nostro legame con il dinamico universo dello sport si manifesta attraverso il marchio TMB, che si caratterizza per l’impiego di tessuti tecnologicamente avanzati, resistenti e lavabili in lavatrice, ideali per l’attività sportiva. Tale linea si rivela parallela ma al contempo complementare alla tradizionale eleganza del marchio Tombolini; è frutto di un’attenta progettazione mirata a soddisfare le esigenze di vestiario del nostro consumatore, che ricerca qualità e praticità".
Punto di forza dello stile TMB è la sua attitudine rilassata e sportiva per ogni momento della giornata, unita a sartorialità e sperimentazione, che da sempre contraddistinguono il brand. Un connubio che è stato presentato a Pitti Uomo dai giovani talenti di diverse discipline sportive che rappresentano un’eccellenza per la città di Firenze, accompagnati dall’assessore allo sport del comune di Firenze, Cosimo Guccione.
Sono stati i campioni di Atletica Firenze Marathon Abdul Majeed Omar, vincitore del titolo italiano Indoor Under 23 nel salto in lungo e più volte medagliato ai Campionati Italiani giovanili, e Alessandro Manetti, tra i migliori 10 atleti in Italia sui 100 e 200 metri, a indossare i capi di punta della nuova collezione TMB, a partire dall'abito running, proposto anche in inediti toni di grigio, verde e viola pastello. Insieme a loro, i nuotatori della Rari Nantes Florentia Andrea Aiazzi, terzo ai campionati di categoria 2022 nei 400mx e vincitore di diversi titoli regionali e Giovanni Generini giocatore di pallanuoto di serie A, con abiti stretch dal comfort di una tuta, felpe con dettagli tecnici e gilet in nylon, che sono attualità e storia del brand Tombolini.
E poi Jacopo Andrei e Alberto Magagna, i giovani judoka della PGF Libertas, con hoodies da running e t-shirt in cotone da portare con le giacche in tessuti tecnici frutto di un riciclo sapiente e sostenibile, che rispecchia i valori dell’azienda e dei suoi 60 anni di storia artigianale.
Sono stati ospiti allo stand Tombolini l’ex canoista Antonio Rossi, i calcianti Riccardo Lo Bue e Marco Casamassima, l’attore Paolo Ruffini e l’ex calciatore Fabio Galante.
Una tradizione che guarda al futuro più bello, quello incarnato dagli sportivi, sia i campioni di domani sia quelli di ieri, protagonisti del video di presentazione della collezione 2024; qui, i valori e le passioni dello sport si riflettono in una lunga storia di successi tutta italiana.
La meticolosa cura per il dettaglio che contraddistingue la famiglia Tombolini si manifesta in ogni aspetto della loro attività. In seguito all’evento di presentazione, gli ospiti sono stati deliziati con un raffinato aperitivo a base di pesce, preparato dal celebre ristorante La Rotonda di Porto Recanati.
Dopo un focus sulla linea TMB, proseguendo il giro dello spazio espositivo, finemente allestito, la restante rosa di proposte per il nuovo anno è impreziosita dalla collezione Zero Gravity; un viaggio attraverso l’eleganza e la leggerezza, offrendo un total look che comprende ogni elemento del guardaroba, dagli accessori ai capi principali. La collezione si distingue per la sua attenzione ai dettagli e per l’uso di materiali nobili come lana, seta e cachemire, che si combinano in un mix di texture che dialogano con tagli e silhouette morbide e avvolgenti.
Immancabile la linea Classico di Tombolini che mette in risalto la sartorialità, con abiti e giacche dalle nuove forme e volumi, mantenendo sempre un legame con la tradizione italiana.
Imprescindibile nell’alfabeto del vestiario maschile, lo sportswear, con pezzi chiave come il bomber e il nuovo giubbotto imbottito trimaterico, che uniscono praticità e stile. La maglieria è un elemento essenziale della collezione, con proposte che giocano con la matericità e la combinazione di diversi filati, creando capi unici e distintivi.
Tombolini, infine, non è semplicemente un’azienda; è un emblema di identità culturale, un tessuto connettivo che lega insieme generazioni di artigiani, operai e stilisti, tutti uniti dall’amore per la bellezza e per il proprio territorio. Il suo impegno nel fornire lavoro e nel sostenere l’economia locale è un esempio luminoso di come l’industria possa arricchire la vita quotidiana delle persone e il tessuto sociale di un’intera comunità.
Non rispondeva ai propri familiari, né al telefono e né al citofono: trovato morto nella sua abitazione, ad Urbisaglia, il 70enne Giovanni Fedeli.
La tragica scoperta l'ha fatta un parente che, nella serata di ieri, dopo aver provato a cercare l'uomo senza aver ottenuto risposta, è andato nella sua abitazione. Una volta all’interno, ha trovato il 70enne ormai senza vita, in camera da letto, avvolto nella termocoperta.
L’uomo secondo i primi elementi acquisiti era deceduto due o tre giorni prima per cause naturali tanto che è arrivato anche il nulla osta per il funerale che si svolgerà domani alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale di Urbisaglia.
Concerto all'Abbazia di Fiastra nel giorno dell'Epifania. Sabato 6 gennaio, alle ore 18:30, è in programma uno dei capolavori di Antonio Vivaldi, il celeberrimo "Gloria Rv 589 in Re maggiore" per soli coro e orchestra, seguirà il programma con G.E.Handel e la sinfonia tratta dal terzo atto del Solomon "Arrival of the Queen of Sheba" per due oboi e orchestra. Infine, si torna a Vivaldi con la sinfonia da "Il coro delle Muse" e il Largo dal Concerto "L'Inverno" per violino e orchestra.
Fulcro del concerto sarà il "Gloria RV 589", uno del capolavori della letteratura sacra settecentesca composto da Vivaldi tra il 1713 e il 1714 a Venezia. Particolarità dell'opera é l''ultimo brano, il dodicesimo, 'Cum Santo Spiritu' che non fa parte del testo latino del Gloria ma fu introdotto nell'opera da uno spunto del compositore Ruggeri di cui Vivaldi ne corregge di suo pugno la scrittura musicale e lo adotta nel suo Gloria.
A quanto pare Vivaldi compose diversi Gloria di cui l'opera RV588 per contralto coro e orchesta. Protagonisti del concerto: il Coro Don Fernando Morresi di Mogliano in collaborazione con il Coro polifonico D.Alaleona di Montegiorgio. Maestro del coro Alessandro Pucci.
Si esibiranno i soprani Chiara Marangoni ed Edy Bigotto e come contralto Tamara Uteul. Presente all'Abbazia la Concert Abbey Chamber Orchestra: al violino Stefano Corradetti, all'oboe Patricia Tombesi e Lorenzo Burini, alla tromba Federico Perugini e come direttore d'orchestra il maestro Licio Cernetti. Il concerto sarà trasmesso anche in diretta streaming grazie a For.Art di Macerata.
Con il concerto numero 242 (senza contare messe, matrimoni e altre ricorrenze), il coro Equi Voci ha festeggiato il trentesimo anno di attività con un concerto tenuto presso la Collegiata di San Lorenzo di Urbisaglia sabato 25 novembre.
"Per chi non fa parte di un coro" ha spiegato la corista Miria Salvucci, "può non essere chiaro che cosa spinga un gruppo di persone a passare insieme del tempo. Più di 3000 ore di prove, fredde serate strappate al tepore del divano...ma questo tempo è stato ben speso, è stato, come diceva un poeta, cantare con il sole in gola, è stato un creare armonia insieme".
In tutti questi anni, oltre cento persone hanno cantato insieme per condividere e trasmettere la passione per la musica: una realtà che è arrivata ad unire tre generazioni con la creazione del MagiCoro, il bellissimo coro di voci bianche che già si è esibito diverse volte a Urbisaglia e che, il prossimo 23 dicembre, si esibirà insieme ai Pueri Cantores di Macerata sempre nella Collegiata di San Lorenzo a Urbisaglia.
Ma se il Coro Equi-Voci è arrivato a festeggiare questi trent'anni è perché ai coristi si sono affiancate tante altre persone: l'amministrazione comunale che ha promosso la creazione del gruppo e che continua a sostenerlo, i maestri che si sono avvicendati nella direzione, i coristi che hanno svolto mansioni organizzative e tutti gli amici che in qualche modo hanno sostenuto l’attività del coro.
Celebrare un trentennale significa inevitabilmente guardare al passato, alla propria storia, alle molte esperienze vissute, agli incontri fatti e a tutto ciò che si è imparato. Allo stesso tempo significa volgere lo sguardo al futuro, alle nuove possibilità, alle prospettive di crescita ulteriore: è questa la visione che ha ispirato la scelta delle opere eseguite nel concerto del trentennale.
Ad un primo sguardo la selezione dei brani poteva sembrare un po’ azzardata e più facile da associare alla parola mess (che in inglese significa "confusione") che alla parola Mass (in inglese "Messa"): di qui il gioco di parole presente nel titolo del concerto "What a Mass!".
Eppure tutti i brani del concerto hanno condiviso una struttura compositiva basata su elementi del passato, immersi però nella contemporaneità dei loro autori: la Missa Brevis di Antonio Lotti, infatti, fa riferimento a un sistema musicale (i tuoni) non più in uso al suo tempo; le sonorità della Little Jazz Mass di Bob Chilcott sono accostate alla lingua latina; il Credo di Corrado Margutti, del 2004, contiene una citazione della messa di Monteverdi del 1610, che a sua volta riprendeva un brano ancora più antico.
Il concerto è stato diretto dal maestro Cristina Picozzi, giovanissima direttrice del Coro Equi-Voci. Al pianoforte il maestro Michele Ciopettini. Al concerto erano presenti, insieme a tanti cittadini di Urbisaglia e a tanti amici del coro, il sindaco Paolo Francesco Giubileo e l'assessore alla cultura Cristina Arrà, che hanno ringraziato calorosamente l'Associazione Amici della Musica e il presidente Massimiliano Fiorani per tutte le attività organizzate in questi anni ad Urbisaglia.
‘’Rispetta le donne, diciamo no alla violenza’’. L’iniziativa è organizzata in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che cade il 25 novembre. L’evento ha così lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica a quella violenza che ad oggi viene considerata una vera e propria emergenza.
L’iniziativa, che si svolgerà il 19 novembre 2023 ad Abbadia di Fiastra di Tolentino con inizio alle 9.30, prevede una passeggiata a cavallo a cura di ‘’Lacasadeicavalli’’ con l’atleta internazionale Giulia Mattioli di Pesaro, agente della polizia di Stato, Fiamme oro. Sarà presente anche il Reparto a cavallo della polizia di Stato per la giornata contro la violenza ‘’Questo non è amore’’.
Alle 12 ci sarà l’inaugurazione dello stand allestito dalla Questura di Macerata per dare informazioni, notizie riguardo la possibilità di chiamare il 1522 in caso di violenza di genere, per far conoscere la rete delle associazioni che si occupano di tale emergenza, per spiegare cosa bisogna fare nei casi estremi cioè chiamare antiviolenza e denunciare. Ci saranno le psicologhe del Centro antiviolenza di Macerata che daranno informazioni facendo riferimento ai primi segnali di violenza che poi sfociano in quella più aggressiva.
L’evento è a cura di Deborah Pantana, consigliera di parità della Provincia di Macerata, con il patrocinio della Provincia di Macerata, i comuni di Tolentino e Urbisaglia, consigliere al lavoro Woman at work e con la partecipazione della Pro loco tct e Artemisialab di Treia.
<<È una giornata importante per tutta la provincia di Macerata – spiega Deborah Pantana – perchè nelle prime ore della mattinata ci sarà un momento dedicato allo sport, all’equitazione con un apposito percorso all’Abbadia di Fiastra e seguirà poi un incontro con le autorità e l’apertura dello stand. L’evento segna l’apertura della settimana dedicata alla diffusione di quello che è lo slogan ‘’Diciano no alla violenza’’>>.
Urbisaglia torna ad avere il suo spazio per i giovani. Domenica scorsa è ufficialmente entrato in funzione il nuovo “Epic'entro”, un locale completamente rinnovato e fatto su misura per ragazzi e ragazze del paese e dei comuni limitrofi, arredato con biliardini, play station, tavolo da ping pong, freccette, chitarre, tantissimi giochi da tavolo e divani dove potersi rilassare e dare sfogo alla propria creatività, un luogo di aggregazione dove svagarsi e socializzare.
Un centro fortemente voluto dall'amministrazione comunale, che ha appoggiato l'idea nata da una coppia di giovani cittadini, desiderosi di rendere fruibile alla collettività uno spazio simile a quello che era il vecchio “Epicentro”, punto di riferimento per ragazzi e ragazze ma divenuto inagibile a causa del terremoto del 2016.
Fondamentale e prezioso il contributo dei proprietari del locale, che ne hanno concesso l'utilizzo gratuito, e dell'associazione “Socialmente”, gestore della biblioteca comunale e ora anche del centro giovanile. Questo nuovo spazio sorge nel cuore di Urbisaglia, all'ingresso del centro storico, in prossimità di Porta Vittoria, in piazza Salvia, proprio di fronte all'ex “Epicentro”.
In pochi mesi i lavori hanno ridato vita ad un locale ormai in disuso da diversi anni, grazie a fondi comunali e ad un prezioso contributo della Fondazione Carima, oltre al tempo dedicato da privati e alle donazioni di cittadini. Come detto, domenica scorsa il taglio del nastro alla presenza di autorità ed istituzioni, mentre il venerdì precedente l'apertura in anteprima per i giovani e le giovani, accorsi davvero numerosi ed entusiasti, che hanno visto e apprezzato il nuovo “Epic'entro”, le cui aperture ed attività sono costantemente pubblicate sul canale social “epicentro_urbisaglia”.
“Non c’è futuro senza Memoria: dal digitale, le storie” è il tema del convegno in programma lunedì 30 ottobre 2023, alle ore 17 presso l’Aula Verde della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra.
Organizzato dalla Casa della Memoria di Urbisaglia, il convegno vuole essere un momento di confronto tra varie esperienze di digitalizzazione dei documenti storici, in particolare per ciò che riguarda l’internamento civile negli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Interverranno Carlo Spartaco Capogreco, professore di storia contemporanea UNICAL, autore, fra l’altro, del volume I Campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943), edito da Einaudi nel 2004; Riccardo Ciliberti, collaboratore archivista - Archivio di Stato di Macerata; Andrea Giuseppini, curatore del sito campifascisti.it; Anna Krecik, conservatore del Civico Museo della Risiera di San Sabba - Trieste; Marzia Luppi, direttrice della Fondazione Fossoli; Giovanna Salvucci, presidente della Casa della Memoria di Urbisaglia e Giordano Viozzi, presidente della Casa della Memoria di Servigliano.
L’incontro sarà aperto dai saluti di Giuseppe Sposetti, presidente Fondazione Giustiniani Bandini, Giovanna Salvucci,Paolo Francesco Giubileo, sindaco di Urbisaglia, Mauro Sclavi, sindaco di Tolentino, Claudio Pettinari, rettore Università di Camerino, Angelo Ventrone, Università di Macerata, Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi, presidente della Fondazione Carima.
Nel corso dell’evento verranno presentati i primi risultati del progetto “Digitalizzazione e Memoria”, avviato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata.
Il progetto, coordinato dai prof. Andrea Polini e Michele Loreti dell’Università di Camerino, ha permesso fino ad ora la scansione e la metadatazione di circa 6.700 documenti del Fondo Questura di Macerata, Ufficio di Gabinetto, 1940-1985. La digitalizzazione, curata dagli studenti di UNICAM, è stata effettuata utilizzando il sistema BooKeeper sviluppato dalla startup e spin-off Unicam Knoway Systems srl.
“Siamo molto soddisfatti – ha sottolineato il prof. Andrea Polini – di aver avuto l’opportunità di contribuire a questo importante progetto che ho coordinato, al quale ha lavorato un team composto da dottorandi e studenti della sezione di Informatica della Scuola di Scienze e Tecnologie, che ringrazio per l’eccellente lavoro svolto e che credo sarà molto apprezzato. In questa prima fase abbiamo digitalizzato i documenti contenuti in 6 buste, 6725 documenti e circa 15000 foto a fronte del totale dei circa 42560 documenti e delle circa 94240 foto contenute nelle 38 buste presenti nell’archivio. Il lavoro che ci aspetta è ancora lungo, ma lo affronteremo con grande entusiasmo”.
Considerata l’importanza di far dialogare fra loro archivi analoghi già presenti online, il convegno sarà preceduto da una riunione fra i rappresentanti degli altri campi di internamento per la costruzione di una rete dei luoghi della memoria dell'internamento e della prigionia con lo scopo di allargare la partecipazione ad altre realtà analoghe e di individuare forme di collaborazione per le attività di documentazione, conservazione e valorizzazione dei luoghi della Memoria.
È il dna sartoriale a fare la differenza in uno stile che, mettendo in dialogo un heritage iconico e identitario con la femminilità tipica del womenswear si apre a una sperimentazione colta e sempre riconoscibile. Il risultato è nell’essenza stessa della collezione SS 24 di Tombolini che rilegge i codici estetici del suo patrimonio stilistico traslandoli al femminile e facendone le basi della sua visione. Il punto di partenza è sempre il savoir faire della maison, quell’eleganza assoluta nei tagli e nelle silhouette che ha nella giacca la sua chiave di lettura prediletta.
Gli stilemi storici di Tombolini, quel suo gusto clean esplorato dalla proposta maschile vengono ripresi anche al femminile dalle linee più decise e definite dalle texture monocromatiche in modelli costruiti in maniera estremamente strutturata accanto ad altri che, invece, prediligono la leggerezza di forme svuotate e più libere.
Tra i capi iconici e più legati all’atmosfera della collezione la giacca sahariana, manifesto di una precisa attitudine contemporanea. Lunghezza ai fianchi, tessuti leggeri come cotone e fresco lana, tonalità naturali insieme a pattern inconsueti, quattro tasche applicate e l’immancabile cintura in vita.
La donna Tombolini sceglie poi la giacca Zero Gravity, un capolavoro di leggerezza impalpabile traslato al femminile, proposto anche in seta stretch stampata, la complice più versatile del quotidiano. Esattamente come l’intramontabile tailleur pantalone, un concentrato di italian style sempre perfetto che prende ispirazione dalle radici sartoriali di Tombolini mixate a dettagli classici. E ancora spazio alla declinazione relaxed che ha il suo cuore nella proposta sportiva Tmb Running, un ensemble di tre pezzi composto da giacca, pantalone e hoodie realizzato in uno speciale tessuto tecnico stretch che utilizza il jersey in versione high tech.
Ubaldo Tombolini si è spento la scorsa notte all'età di 74 anni dopo una vita dedicata all’azienda di famiglia, la Tombolini, fondata dal fratello Eugenio insieme ai suoi fratelli Mario, Alfio, Giuliana e dalla cognata Franca, poi diventata una delle realtà più importanti del settore tessile italiano.
Ubaldo Tombolini uomo di grandi valori, grande sportivo, lascia la moglie Noemi, le figlie Michela e Chiara e il nipote Federico ai quali la famiglia Tombolini, l’azienda tutta e i dipendenti si stringono in un ricordo affettuoso. Il rito funebre si svolgerà mercoledì 13 settembre, alle 15:30, ad Urbisaglia, nella chiesa parrocchiale. Nelle giornate di oggi e domani l'azienda Tombolini rimarrà chiusa per lutto.