Ora siamo di fronte a una scelta di campo. Assodato che (con tutto il doveroso rispetto) due morti per una tromba d'aria a Roma occupano più spazio nei media di 30mila persone sfollate, dobbiamo decidere se piangerci addosso e commiserarci con le vite da ricostruire o se capire una volta per tutte che viviamo in un territorio dove il terremoto è di casa e può manifestarsi in qualsiasi momento e imparare a conviverci. Che significa provare anche ad esorcizzare la paura, comprensibile ed umana, ma spesso alimentata da link, articoli, post sui social che non fanno altro che aumentare l'ansia in una popolazione colpita come non mai nella storia da un evento, comunque, naturale.Dall'inizio della sequenza sismica, dal 24 agosto, si sono susseguite qualcosa come 24mila scosse di terremoto. E dal 24 agosto sono tornati in auge "santoni" e "veggenti" che ogni giorno, in piena sequenza, pontificano: "Presto sicuramente ci sarà una scossa...". Ma va? Veramente? Roba da non credere. Così come è roba da non credere che ad ogni scossa superiore allo spostamento di un divano da parte dell'inquilino del piano superiore, parta la corsa all'articoletto acchiappaclick che solitamente finisce con "... torna la paura". No, la paura non torna. La paura c'è ed è il sentimento più naturale e umano che si possa avere in queste situazioni. Però dobbiamo evitare di tornare al medioevo e alla superstizione. Siamo piombati in una situazione dove si crea allarme se si sentono due cani abbaiare o se le temperature sono sopra la media stagionale. Ogni tuono durante un temporale diventa un allarme catastrofe. E' ora di finirla: e qui anche noi media dobbiamo giocare la nostra parte, per quanto ci è possibile. A noi spetta il compito di amplificare la nostra richiesta di aiuto alle istituzioni, di non spegnere i riflettori sul dramma che stiamo passando, di metterci a disposizione tutte le risorse che saranno necessarie per (provare a) ripartire. Non forniamo aiuto a nessuno scrivendo due righe su "nuova scossa 3.5 a Preci". Anzi, continuando a scrivere queste cose, rischiamo di allontanare ancora di più le persone che invece dobbiamo tornare ad attrarre con le nostre bellezze storico-architettoniche (le poche che si sono salvate, dopo i colpevoli ritardi seguiti alla scossa del 24 agosto), con i nostri paesaggi unici e con le specialità eno-gastronomiche che ci hanno resi famosi nel mondo. La scossetta l'abbiamo sentita tutti qui e più o meno tutti abbiamo l'app che ci dice in tempo quasi reale magnitudo ed epicentro. Non amplifichiamola.La crisi sismica che stiamo attraversando è la più importante dal 1703: è evidente che si è trattato di qualcosa di epocale. Ma proprio per questo dobbiamo renderci conto che le scosse che si stanno susseguendo rientrano nella normalità. Non sono ovviamente un tecnico, ma ho acquisito in questi giorni dialogando a lungo con studiosi decisamente ferrati in materia, elementi sufficienti per poter affermare che dopo un evento talmente forte come quello di domenica scorsa, le repliche, i cosiddetti aftershocks, si manifesteranno anche con magnitudo superiore al 4 di questa sera e potranno farlo per diverse settimane, forse mesi. Nel 1997 la crisi sisma durò quasi un anno. Si tratta di eventi che rientrano nella assoluta normalità dopo quanto si è verificato. Nessuna faglia nuova si è attivata, niente cavalieri dell'apocalisse in arrivo. Non possiamo conoscere ovviamente l'imponderabile ma dobbiamo affidarci alla scienza e a chi questi fenomeni li studia per mestiere da anni. Gli stessi che dopo L'Aquila ci avevano avvertito con precisione millimetrica che il terremoto avrebbe colpito poi a Norcia - Preci. Ci sono studi precisi (dei quali disponiamo e sui quali sta lavorando Francesca Testella) che pubblicheremo nelle prossime ore e che indicano come l'allerta era stata data con ampio preavviso. Sono studi scientifici. Non allarmismi probabilistici che chiunque di noi oggi come oggi potrebbe lanciare. Chiunque può scrivere un bel post su facebook "siamo convinti che nell'arco di 24-48 ore ci sarà un evento di magnitudo superiore a 3" e poi dire di averlo previsto. Viviamo in zona sismica e vi ripropongo la mappa completa della classificazione sismica dei Comuni marchigiani.Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo.Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 – “Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale. Zona 1 – E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti Zona 2 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti Zona 3 – In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa. I terremoti sono rari Dei Comuni in provincia di Macerata, sei sono stati inseriti in fascia 1: Castelsantangelo sul Nera, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle di Chienti e Visso. Tutti gli altri risultano inseriti nella zona 2.E' chiaro e evidente che con questa "bestia" dobbiamo imparare a convivere: viviamo in una zona altamente sismica. Che si "balli" spesso è non solo normale ma anche probabile. La paura è naturale ma per provare a tornare alla normalità dobbiamo esorcizzarla. E soprattutto dobbiamo pretendere che le nostre case siano ricostruite con severi criteri antisismici ed evitare che il sisma possa diventare una scusa per spogliare il territorio di servizi essenziali. Basta col terrorismo mediatico, non continuiamo a farci del male.P.S.: firmato uno sfollato
“Anche i teatri vittime del sisma” è il titolo di uno speciale che Rai News 24 ha voluto dedicare al terremoto nelle Marche. L'inviato Enzo Cappucci, accompagnato dal direttore artistico dei Teatri di Sanseverino, Francesco Rapaccioni, ha fatto visita, ovviamente, al prestigioso Feronia, luogo simbolo della cultura settempedana che, fortunatamente, è scampato alla furia distruttrice delle scosse di queste settimane.Nel servizio completo, andato in onda domenica 6 novembre ma disponibile in internet all'indirizzo http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Terremoto-Marche-anche-i-teatri-vittime-del-sisma-392ec87c-5cc3-4c57-9662-65e30e165460.html, si parte con una bella immagine del sipario storico abbassato che mostra i cartoni della pittura opera del pittore Filippo Bigioli realizzati da Raffaele Fogliardi.“Le Marche possono essere tranquillamente definite “terra di teatri” - ha spiegato dal palco del Feronia il direttore dei teatri settempedani Rapaccioni - perché hanno la più alta concentrazione al mondo di teatri storici. Attualmente se ne contano circa 74. Facciamo riferimento a una tradizione che arriva dall'epoca medioevale, quindi dalle corti ducali e signorili, che c'erano nelle Marche”. Pieno di ammirazione il racconto dell'inviato di Rai News 24, Cappucci, per il prestigioso Feronia: “Questo teatro, uno dei meravigliosi teatri che ci sono a San Severino – ricorda il giornalista in video - ha sostanzialmente retto alle scosse tranne alcuni evidenti danni nel palcoscenico e nel soffitto”. La stagione dei Teatri di Sanseverino, al momento sospesa, riprenderà molto presto con tantissimi protagonisti di un cartellone come sempre ricco e molto diversificato per venire incontro a tutti i gusti del pubblico.Il teatro Feronia, opera dell'architetto Ireneo Aleandri, presenta una struttura elegante e slanciata verso l'alto, con pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi e loggione. La decorazione pittorica è opera di Filippo Bibiena e Raffaele Fogliardi, mentre i cartoni delle pittura, che ornano la volta e il bozzetto del sipario, sono opera del pittore sanseverinate Filippo Bigioli e vengono realizzati da Raffaele Fogliardi. Terminati i lavori, il teatro viene solennemente inaugurato nel 1828. Chiuso nel 1961, perché pericolante, il teatro viene riaperto dopo un lungo e complesso lavoro di restauro, nel 1985 con un concerto del soprano Katia Ricciarelli. Ha una capienza di 442 posti. Il Teatro comunale Feronia, affacciato sulla monumentale Piazza del Popolo, è considerato un gioiello dell'architettura teatrale marchigiana. Le condizioni di degrado della prima fabbrica, risalente alla prima metà del XVIII secolo, spinse la Società dei condomini a commissionare un nuovo progetto per la ristrutturazione o, per meglio dire, per la ricostruzione vera e propria all'architetto sanseverinate Ireno Aleandri (1795 -1885), uno tra gli interpreti più significativi nello stato pontificio del fenomeno purista nell'ambito del movimento culturale del Neoclassicismo europeo.I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1823 e furono eseguiti da Domenico, Pietro e Vincenzo Mochi, capomastri di fiducia dell'Aleandri a San Severino. L'elegante ambiente si compone di 19 palchi per ciascuno dei tre ordini, caratterizzati da eleganti balconate a fascia. Il loggione è risolto formalmente come un s quarto ordine di palchi con caratteristiche dimensionali identiche ai tre inferiori; su di esso s'imposta la volta ad unghie di tipo bibienesco. L'arco scenico è impostato su un ordine gigante di due lesene composite che racchiudono i palchi di proscenio. L'intera decorazione pittorica della sala, in particolare la volta, il sipario e le balconate, fu commissionata al pittore settempedano Filippo Bigioli (1798 - 1878) formatosi, come l'Aleandri, all'Accademia di San Luca a Roma. Egli elabora i bozzetti per le decorazioni che poi furono materialmente tradotti in pittura dal decoratore ascolano Raffaele Fogliardi, tra cui il sipario storico che si richiama al mito della dea Feronia. Dopo cinque anni il teatro era pronto e fu inaugurato il 31 maggio 1828 con l'opera "Matilde di Shabran" di Gioacchino Rossini. Dal 1985, anno della riapertura a seguito di lunghi lavori di restauro, il teatro ospita una prestigiosa stagione teatrale.
Nel punto di accoglienza allestito dal Comune di San Severino Marche nel palazzetto dello sport “Albino Ciarapica” di viale Mazzini, è stato attivato un servizio di consulenza psicologica per i terremotati con psicologi specializzati nella gestione delle emergenze.Chiunque avesse bisogno di aiuto può rivolgersi direttamente alla struttura aperta dalle ore 10,30 alle 18. Al palasport, inoltre, è stato attivato anche un servizio di guardia medica aperto dalle ore 8 alle 14.Il Comune di San Severino Marche ha individuato una nuova area parcheggio per camper e roulotte, destinata ai soli residenti, nel piazzale dell'ospedale “Bartolomeo Eustachio” dove si stanno approntando i necessari servizi (acqua, scarico wc e corrente elettrica). Un pozzetto per scarichi a mano è in funzione in via Trattati di Roma, nei pressi del cimitero di via San Michele.
Continuano ad gli appelli delle famiglie colpite dal terremoto. Sulla pagina web di "Sei di San Severino se" la famiglia Moretti racconta di come la propria casa stia definitivamente crollando senza che qualcuno consenta loro di recuperare ricordi e affetti personali. Una situazione dolorosa ma anche spinosissima da dirimere, perché ci sarebbe da capire quanto sia rischioso per i componenti della famiglia e per i Vigili del Fuoco introdursi nell'abitazione."Ad oggi 5/11/2016 la nostra casa sta finendo di crollare e nessuno ci aiuta in modo concreto e ragionevole. Siamo sempre stata una famiglia rispettosa, umile e silenziosa ma come al solito queste caratteristiche non portano da nessuna parte. Inizialmente ci hanno detto che sarebbe stata messa in sicurezza finito lo sciame sismico e avremmo potuto riprendere le nostre cose, ieri invece abbiamo avuto un'altra versione della situazione e, probabilmente, la più realistica: la casa sta scivolando a terra e non c'é la possibilità né di puntellarla né di sperare che rimanga in piedi a lungo. Cosa dovremmo fare secondo voi? Vedere il frutto dei nostri sacrifici morire già è abbastanza dura accettare di perdere anche i nostri ricordi solo perché non siamo abbastanza presi in considerazione è inaccettabile. Capiamo che la situazione è drammatica per tutti ma bisogna dare delle logiche priorità. Non possiamo credere che nel 2016 non ci sia un modo per farci recuperare qualcosa. Crediamo piuttosto che non ce ne sia la l'interesse. Chiediamo aiuto a chiunque sappia indirizzarci verso una strada concreta nel più breve tempo possibile. La famiglia Moretti"
La direzione artistica dei Teatri di San Severino ha decido di sospendere, fino a data da destinarsi, tutta l’attività della stagione 2016/2017. Gli spettacoli in cartellone saranno comunque recuperati.Rinviato anche lo spettacolo “Filumena Marturano” con Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses, in programma al teatro Feronia per domani domenica 6 novembre.
Valerio Scarponi, conduttore radiofonico di Rds con origini marchigiane, dopo i terribili avvenimenti che hanno sconvolto e devastato le Marche e l'Umbria, ha lanciato una raccolta fondi coinvolgendo i suoi colleghi dell'emittente radiofonica che, dalla pagina Fb lanciano un video-appello.I noti conduttori ricordano alla popolazione italiana il profondo e disperato bisogno che c'è in tanti comuni, troppi, comuni del maceratese e la loro decisione di patrocinare la ricostruzione di tutte le scuole danneggiate dal sisma, ricordando tra le tante l'istituto tecnico di San Severino.Tra le aziende, priorità per una ripartenza economica della nostra terra, viene nominata la distrutta cartiera di Pioraco, mentre tra le strutture che vanno assolutamente recuperate, viene menzionato l'ospedale di Tolentino, ancora totalmente inagibile. Un piccolo grande gesto per la ricostruzione.Per chi volesse fare una donazione ricordiamo che il numero solidale è 45500.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, invita i cittadini a sospendere le raccolte di generi di prima necessità da destinare ai terremotati settempedani.“In riscontro a un appello lanciato in queste ore - sottolinea il primo cittadino in una nota – abbiamo avuto una risposta che sicuramente non potevamo aspettarci. La mobilitazione della cittadinanza, cui l’appello era rivolto, ha superato i confini di San Severino ed ha interessato l’Italia intera. Come Amministrazione vogliamo ringraziare tutti, ma proprio tutti – aggiunge il sindaco Piermattei, che prosegue - Ci sono persone, enti, aziende che ci hanno fatto sentire un’unica famiglia. Un gesto bellissimo che ci ha riempito d’orgoglio. L’Italia è un Paese straordinario e anche in questa situazione lo ha dimostrato. A nome di tutti i settempedani vorrei dire ancora grazie”.
Il nuovo decreto sulla ricostruzione delle aree terremotate è stato finalmente approvato, salvo intese, questa mattina dal Consiglio dei Ministri, ma la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è prevista per lunedì prossimo.
A quanto appreso i punti principali riguarderebbero innanzitutto la delimitazione del c.d. cratere del sisma e l’indicazione dei nuovi comuni ivi ricompresi, da aggiungere ai 62 già precedentemente inseriti nell’elenco.
Per quanto riguarda la popolazione dei luoghi terremotati invece, dovrebbero essere introdotte procedure semplificate per edifici con danni lievi per permettere il rapido rientro nelle abitazioni. Per chi non potrà tornare nella propria casa, in vista dell’avvicinarsi dell’inverno, il decreto prevederebbe che il Dipartimento della protezione civile acquisisca ed installi rapidamente i container in accordo con i Comuni circa le aree dove collocarli.
Per il patrimonio storico e culturale, i Comuni potranno procedere direttamente alla messa in sicurezza previa comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Introdotta la possibilità per i Comuni di assumere a tempo determinato personale di tipo tecnico ed amministrativo per il disbrigo dei procedimenti ed anche la Protezione civile e la struttura del Commissario straordinario alla ricostruzione saranno potenziate e rafforzate.
Quanto invece al ripristino della viabilità delle infrastrutture il compito di provvedervi spetta all’Anas. Il provvedimento dovrebbe intervenire anche sulla scuola disponendo misure urgenti per la prosecuzione delle attività didattiche.
Infine, sempre a quanto appreso, sarebbero stati stanziati circa 11 milioni di euro per la ripresa delle attività zootecniche.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha lanciato un appello chiedendo di poter aiutare i senzatetto inviando generi di prima necessità: “In questo momento a causa del terremoto, che tanto ci ha impaurito e preoccupato, ci sono moltissime famiglie rimaste senza casa che hanno bisogno della nostra solidarietà. Per loro chiediamo alimenti e generi di prima necessità, che attraverso le nostre mense e il nostro ufficio Servizi alla Persona, serviranno per affrontare la quotidianità. Servono olio, pomodori e prodotti in scatola, parmigiano, pasta, frutta e verdura, mozzarelle, prosciutto, carne e altro. Vi ringrazio a nome della città di San Severino Marche, sappiamo di poter contare su di voi” – scrive il sindaco Piermattei in un messaggio. Per informazioni e per l’invio dei materiali si prega di contattare il responsabile della funzione volontariato presso il C.O.C. Centro Operativo Comunale, Dino Marinelli: 339/8565699.Intanto, in queste ore, sono arrivati i primi aiuti. Fra le associazioni che hanno prontamente risposto anche il corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta.Il Comune di San Severino Marche, inoltre, ha attivato una raccolta fondi per l’emergenza terremoto. Chi volesse dare un aiuto può farlo utilizzando il conto corrente intestato a Comune di San Severino Marche – servizio Tesoreria piazza Del Popolo, 45 – 62027 San Severino Marche presso Nuova Banca Marche Iban IT63Y0605569151000000007432 Codice Bic/Swift: BAMAIT3AXXX CIN: Y ABI: 06055 CAB: 69151 N. CONTO: 000000007432 specificando la causale “Pro Terremoto”.Il Comune di San Severino Marche ha inoltre reso noto un elenco di numeri utili a cui rivolgersi in caso di necessità. Per le emergenze, o il pericolo di crolli, si può contattare il tel. 115 dei Vigili del Fuoco che hanno aperto un presidio in piazza del Popolo, oppure chiamare lo 0733641313. Per le istanze di sopralluogo e il front office ci si può rivolgere, invece, all’ufficio Terremoto al piano terra del Municipio, in piazza del Popolo 45 presso ufficio Tributi (tel. 0733641222). Per gli alloggi e le sistemazioni alternative all’abitazione principale (contributi autonoma sistemazione, alberghi, ecc.) si può contattare l’ufficio Servizi Sociali che ha un presidio anche al palazzetto dello Sport (tel. 3204082044). Per le segnalazioni di danni alle attività commerciali, produttive e agricole (il servizio viene svolto in collaborazione tra le associazioni di categoria e l’ufficio Attività Produttive) ci si può rivolgere all’associazione di riferimento o telefonare allo 0733641225. Per informazioni tecniche e per il ritiro delle ordinanze di inagibilità non ancora notificate l’ufficio Ordinanze, sito in viale Bigioli 25 presso la sala Sisto V (sopra i Vigili Urbani), resterà aperto al pubblico dalle 10 alle 12 dal lunedì al sabato (tel. 0733641313). I tecnici e i volontari per il supporto alle attività ispettive (sopralluoghi) sono disponibili al numero di telefono 3463650839.
Sono passati pochissimi giorni da quando due violente scosse di terremoto hanno cambiato per sempre la provincia di Macerata. Eppure, c'è la sensazione condivisa che i riflettori su quella che è senza ombra di dubbio una tragedia immane, si stiano già spegnendo. Forse si sono già spenti. Eppure, qui niente sarà più come prima.Il giorno dopo il terremoto di agosto, abbiamo mangiato amatriciane solidali anche per colazione, in ogni posto d'Italia. Dopo L'Aquila tutti i grandi artisti italiani hanno inciso anche una canzone. Oggi i fari sono accesi solo su Norcia e Cascia. Abbiamo visto decine e decine di volte le immagini delle suore che vengono accompagnate fuori. Non abbiamo visto un fotogramma su una Muccia devastata, su una Pieve Torina fantasma, su una San Severino a pezzi. Qualcuno vi ha detto che a Cessapalombo ci sono state intere frazioni isolate per giorni? Niente di tutto questo. E non cominciamo col solito buonismo e con le frasi di circostanza per cui "adesso non è il momento di fare polemiche" e "ora bisogna stare tutti uniti". Sì, tutti uniti ci stiamo. Noi cittadini e solo noi. Perchè altre attenzioni non ne vediamo. Certamente, non vogliamo pensare che Acquacanina o Muccia siano un bacino elettorale troppo esiguo, non sia mai. Francamente, delle visite "private" (che poi che senso abbia definire privata una visita di un capo di Stato) ce ne facciamo poco. Molto poco.E non dimentichiamoci che solo poche settimane fa, questi stessi territori avevano subito un altro durissimo colpo con l'apertura della superstrada fino a Foligno per via della quale paesi interi venivano tagliati fuori dal traffico veicolare, con le comprensibili conseguenze ricadute negative su un tessuto economico già fragile. Però, vuoi mettere... arrivare a Foligno e metterci un quarto d'ora di meno... Oggi la stragrande maggioranza di questi paesi non esiste più.Tutti i media aprono con "una forte scossa di terremoto è stata avvertita a Roma"... quasi che vien voglia di scusarsi coi romani se il terremoto ci ha devastato e si è avvertito anche nella capitale... Sentiamo dire troppo spesso "Meno male, non ci sono stati morti", quasi fosse una sorta di appagamento, una excusatio non petita, di fronte a un dramma che invece coinvolge migliaia di persone. E più calano le luci dei media, più cresce il numero della gente che per colpa di questo sisma ha perso la casa, la cosa più cara e a cui tutti siamo più legati nella vita. No, non ci sono stati morti. Ma c'è una provincia in ginocchio, devastata nel suo cuore più bello, distrutta non solo nelle macerie dei crolli ma anche nell'anima. Chi scrive è sufficientemente vecchio per ricordarne diversi di terremoti forti, ma, anche questa sensazione comune, come quello di mercoledì sera alle 21.18 non si era mai sentito prima. Siamo provati tutti, dagli anziani ai bambini che hanno visto cadersi addosso qualsiasi cosa nelle loro case: sono cicatrici indelebili nell'anima che non si potranno mai cancellare.E poi, inutile girarci intorno, c'è un entroterra che rischia molto concretamente l'estinzione. Il tempo che sarà necessario per ricostruire quanto è stato devastato, potrebbe essere letale per paesi dove l'età media è alta e di lavoro ce n'è sempre meno. Non solo Castelsantangelo, Ussita e Visso, ma Camerino, Muccia, San Ginesio, Ripe San Ginesio, Pieve Torina, Pievebovigliana, Treia, Serravalle, Matelica, Castelraimondo, Gagliole, Colmurano, Caldarola, Serrapetrona, Loro Piceno, Pollenza, Cessapalombo, Camporotondo, Belforte, Cingoli, Sarnano, Gualdo, Fiastra, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Pioraco, Sefro, Fiuminata, Monte Cavallo, Acquacanina, Bolognola, le stesse Tolentino e San Severino dove centinaia e centinaia di persone non hanno più una casa. E poi quella splendida Camerino, profondamente provata e ferita dal terremoto del 1997, capace di rialzarsi e ripartire, di creare un polo universitario di eccellenza in tutta Italia e nel mondo. E' quasi commovente lo sforzo immane del rettore Flavio Corradini nel cercare di diffondere tranquillità agli studenti e alle loro famiglie. Corradini, un rettore dinamico e "mediatico" è stato sempre attentissimo a fornire l'immagine più bella di Camerino e della sua Università, riuscendo sotto il suo rettorato a raggiungere probabilmente i migliori picchi di sempre per l'ateneo camerte, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo. Il rettore è persona profondamente intelligente e colta e sa che questo colpo sarà durissimo da assorbire per quella che è una fabbrica di cultura, ma anche un volano fondamentale e determinante per l'economia di tutto l'entroterra.L'Università di Camerino deve diventare il simbolo della forza della nostra gente, della capacità di rimboccarsi le maniche e di saper offrire qualcosa che non si trova da nessun'altra parte nel nostro Paese. Anche la cultura e la preparazione che offre Unicam non si trovano in nessun'altra Università: lo dicono dati nazionali, non certo noi giornalisti di provincia. E che nessuno pensi di strappare l'Università a Camerino: lì nasce tanti secoli fa e lì deve rimanere, sotto la guida illuminata di Flavio Corradini. Questa è una battaglia che porteremo avanti senza soluzione di continuità, perchè la provincia di Macerata deve continuare ad avere i suoi due poli di eccellenza universitaria, ognuno con le sue specializzazioni, ognuno con le sue peculiarità. La storia non si cancella: neanche un sisma devastante può cancellarla. E da quella storia oggi si deve ripartire, facendo dell'Università di Camerino il traino di una rinascita difficile, ma non impossibile per gente come noi.Stringe il cuore vedere tanti sindaci che lontani dalle luci della ribalta ma con le mani sporche e i capelli impolverati, si affannano per dare una mano ai loro concittadini, per infondere speranza, per provare a dare un pizzico di tranquillità. Sono veri "eroi", costretti ad affrontare un'emergenza imprevista e imprevedibile, senza più un ufficio, senza più nessuna certezza sul futuro della loro terra. Vicino non hanno avuto e non hanno nessuno. Devono combattere contro una burocrazia soffocante, contro un dramma sociale ed economico senza pari. Se dovessimo essere più realisti del re, non possiamo nasconderci dietro le frasi di circostanza e i meme sui social dove "ce la faremo" "ci riprenderemo" "non molliamo". Stavolta rialzarsi sarà dura: da Tolentino in poi c'è il rischio concreto dello spopolamento definitivo, dell'estinzione di perle rare e dal valore inestimabile. Un patrimonio immenso è stato perso per sempre, è sotto gli occhi di tutti. Già dopo le scosse di agosto, superando la burocrazia si sarebbe potuto salvare tanto. Non è stato fatto nulla e oggi non si può più tornare indietro. Per non parlare di edifici pubblici inaugurati non più di tre-quattro anni fa e oggi inagibili: quando saranno aperte le inchieste dalle procure per trovare i responsabili di certi scempi?Oggi dobbiamo urlarlo tutti insieme: nel cratere sismico siano inserite tutte, tutte le città e i paesi colpiti. Si faccia in fretta, si faccia subito. La nostra gente non chiede soldi. Chiede una parvenza di normalità. Siamo marchigiani, maceratesi, tignosi, ignoranti, ma fiaccati nell'anima e nel corpo. Non ci abbandonate.
L’osservanza di un minuto di silenzio e la deposizione di una corona di alloro al monumento ai Caduti di tutte le guerre celebrerà domani, 4 novembre, la Festa dell’Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate a San Severino Marche.Il Comune, vista l’emergenza terremoto che ha portato anche alla chiusura temporanea delle scuole, ha preferito non organizzare cortei e ritrovi al fine di non intralciare il lavoro della macchina dei soccorsi e delle forze dell’ordine da altri compiti urgenti. Il sindaco, Rosa Piermattei, in mattinata si recherà comunque presso il documento di via Roma per una breve cerimonia. Istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate è festeggiata ogni 4 novembre, data dell'entrata in vigore dell'armistizio di Villa Giusti
Nell’ambito dei servizi predisposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Macerata, finalizzati a contrastare il fenomeno dello “sciacallaggio” nelle aree interessate dai recenti eventi sismici, i militari delle Stazioni di Penna San Giovanni e di San Severino Marche, dipendenti dalla Compagnia di Tolentino, hanno sorpreso nel territorio dei rispettivi comuni e a Monte San Martino 4 giovani (di cui 3 di origine marocchina e un romeno), tra i 23 e i 27 anni, domiciliati nelle province di Perugia e Grosseto, gravati da precedenti specifici per reati contro il patrimonio, mentre si aggiravano con fare sospetto tra alcune abitazioni.I 4 soggetti sono stati pertanto proposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nei citati comuni.Continua l’incessante attività di monitoraggio, di prevenzione e repressione dei reati predatori in tutta la provincia di Macerata da parte dei militari dell’Arma.
L’AEEGSI, a seguito degli eventi sismici del 26 e 30 di ottobre del 2016 che hanno colpito tutto il maceratese, ha disposto la sospensione del pagamento delle bollette per la fornitura di energia elettrica, gas e quelle relative al servizio idrico integrato.“Mi preme ringraziare tecnici e operai – dice il Presidente dell’AAto 3 Francesco Fiordomo – che in questi giorni drammatici stanno lavorando incessantemente per garantire il servizio idrico. Le aziende di gestione operanti nel territorio montano (ASSEM di San Severino Marche e ASSM di Tolentino), in stretto coordinamento con le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e la Protezione Civile si sono prontamente attivate per garantire un adeguato livello dei servizi idrici, non solo nei comuni direttamente gestiti ma in tutte le realtà duramente colpite dal terremoto”.Dal 31 ottobre è stato messo fuori servizio l’Acquedotto del Nera per un eccessivo intorbidimento delle acque, in attesa che l’acqua torni limpida. Tra oggi e domani l’Acquedotto verrà ripristinato. Questa è la situazione nei vari comuni I Comuni di Tolentino, Caldarola, Camporotondo, Cessapalombo e Serrapetrona non rilevano problemi di approvvigionamento idrico né sono state emesse ordinanze di non potabilità dell’acqua.Non si riscontrano criticità di approvvigionamento idrico né di non potabilità nei Comuni di Montecavallo e Fiordimonte e Serravalle del Chienti.Nei Comuni di Castelsantangelo sul Nera ed Ussita è stato chiuso l’acquedotto pubblico ma i Comuni risultano totalmente evacuati.Nel Centro storico del Comune di Camerino (comunque totalmente evacuato), per ordine del COC (centro operativo comunale) è stata sospesa la distribuzione idrica al fine di evitare rotture ed allagamenti. Non si rilevano ulteriori criticità negli altri quartieri del Comune.Per i Comuni di Belforte del Chienti e Pievetorina si riscontrano criticità nell’approvvigionamento a causa di perdite che ancora non sono state identificate e quindi non è stato possibile ripararle. I serbatoi sono vuoti (per Pievetorina n. 3 serbatoi risultano anche lesionati) e nelle prossime ore potranno presentarsi casi di assenza di acqua nelle abitazioni. Attualmente la risorsa idrica è assicurata alla popolazione tramite la fornitura di acqua imbustata e bottiglie di acqua minerale.Nel Comune di Visso è stata emessa un’ordinanza di non potabilità. L’acqua è garantita nel campo di accoglienza da n. 2 autobotti e da una fornitura di acqua imbustata e bottiglie di acqua minerale.Nei Comuni di Fiastra, Pievebovigliana e Sefro non si riscontrano criticità di approvvigionamento ma si riscontrano problemi di qualità dell’acqua. La distribuzione è assicurata dalla fornitura di acqua imbustata e bottigliette di acqua minerale.Nei comuni di San Severino Marche, Castelraimondo, Fiuminata, Gagliole e Pioraco non si riscontrano problemi di approvvigionamento. Si evidenzia un intorbidimento dell’acqua proveniente dalla sorgente San Chiodo che tuttavia, a seguito delle analisi del 31.10, non ha compromesso la potabilità dell’acqua.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha emesso una nuova ordinanza con la quale è stata disposta la proroga della chiusura delle scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio comunale fino a sabato 5 novembre compreso.“Sulla carta ad oggi abbiamo 1140 alunni senza una scuola dove andare. Al capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, al commissario straordinario del Governo per la ricostruzione, Vasco Errani, al presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, abbiamo chiesto che si disponessero immediate verifiche di tutti gli edifici di proprietà comunale e non solo. Servono certificatori Aedes che ci dicano se gli immobili sono o non sono agibili. Di certo tutto l’intero complesso dell’Itts, l’Istituto Tecnico Tecnologico “Eustachio Divini”, che è di proprietà della Provincia di Macerata, non potrà essere riaperto in tempi brevi. Lì ci sono 600 studenti senza più una sede. Poi dobbiamo verificare la struttura della scuola elementare “Alessandro Luzio”. Avevamo già liberato il terzo piano, chiuso a scopo precauzionale la mensa e la palestra ma le scosse di questi giorni impongono, come abbiamo chiesto e richiesto, verifiche in tempi brevi. E, infine, ci sono gli edifici comunali di via Talpa che sono la scuola materna statale e l’asilo nido. Quando abbiamo detto che va pensata fin da ora una soluzione ci è stato detto che verrà attivato il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Qui serve qualcuno che venga da Roma per fargli vedere e per valutare insieme possibili soluzioni – commenta il sindaco Piermattei – Dobbiamo fargli vedere se possiamo usare capannoni, quale area scegliere e tanto altro ancora. Ma prima di tutto servono i sopralluoghi dei tecnici”.Intanto il Comune di San Severino Marche ha attivato una raccolta fondi per l’emergenza terremoto. Chi volesse dare un aiuto può farlo utilizzando il conto corrente intestato a Comune di San Severino Marche – servizio Tesoreria piazza Del Popolo, 45 – 62027 San Severino Marche presso Nuova Banca Marche Iban IT63Y0605569151000000007432 Codice Bic/Swift: BAMAIT3AXXX CIN: Y ABI: 06055 CAB: 69151 N. CONTO: 000000007432 specificando la causale “Pro Terremoto”.
“La città sta cadendo e nessuno interviene, le istituzioni ci chiamano in continuazione per sapere qual è la situazione. Continuiamo a fornire numeri su numeri, schede su schede. Ma che se ne fanno di tutta questa carta? Ma che stanno aspettando? E, soprattutto, quanto ancora dobbiamo aspettare? Vogliono vedere la nostra città rasa al suolo e con le macerie ovunque?”.Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, il giorno dopo la visita del commissario straordinario del Governo per la ricostruzione, Vasco Errani, e del capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, è ancora un fiume in piena. “Ho già detto queste cose a Errani e Curcio, alla presenza anche del governatore Ceriscioli, ma stamattina c’è stata un’altra forte scossa che ha peggiorato tutto il quadro. Ogni ora contiamo e ricontiamo i danni. E a ogni verifica aumenta il numero delle case che siamo costretti a dichiarare inagibili. Ci sono cinque zone rosse in città, sono centinaia gli immobili distrutti dalle scosse. Abbiamo bisogno di tutto. Servono uomini della Protezione Civile, dei vigili del fuoco e, soprattutto, serve un coordinatore che abbia l’esperienza per affrontare l’emergenza e, successivamente, la ricostruzione. Questo è un lavoro che non può fare un sindaco anche se, da primo cittadino, sono il responsabile della Protezione Civile. Solo questa mattina, in un paio d’ore, ho firmato più di cento ordinanze di sgombero. Alcune le ho scritte anche a mano, direttamente in strada. Stiamo facendo tutto da soli, prendendo decisioni in autonomia. E’ come vivere isolati da tutto e da tutti. Nel bilancio del Comune sono disponibili solo i soldi del mio stipendio, a cui ho rinunciato praticamente all’indomani della mia elezione. I Comuni, come il nostro, hanno bisogno di fondi per questa emergenza ma di fondi subito perché non possono permettersi di anticipare nulla. Abbiamo cinquantaquattro fra frazioni e locali, un territorio di oltre 195 chilometri quadrati di territorio e anche quando non siamo in emergenza facciamo fatica ad arrivare ovunque. Il terremoto – conclude il suo sfogo il sindaco Piermattei – peggiora le cose, non le migliora”.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha emesso un avviso pubblico con il quale, a seguito delle continue scosse di terremoto che hanno determinato una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone, invita i cittadini proprietari di immobili destinatari di ordinanze di inagibilità totale dei propri edifici ad utilizzare, quale accoglienza provvisoria, gli alberghi e le strutture ricettive messe a disposizione dall’Amministrazione comunale.“Ci stiamo adoperando – spiega il sindaco Piermattei - perché tali sistemazioni siano il più vicino possibile alle strutture danneggiate comprendendo gli inevitabili disagi che la cittadinanza, comunque, dovrà sopportare in questo periodo di emergenza.Abbiamo già fatto appello a tutte le istituzioni perché, nel più breve possibile, sia trovata una sistemazione alternativa che non sia provvisoria”.Per ulteriori informazioni, e per la compilazione delle schede di richiesta, ci si può rivolgere direttamente all’Ufficio Servizi alla Persona presso il C.O.C. Centro Operativo Comunale allestito al palasport “Albino Ciarapica” in viale Mazzini (tel. 3204082044).
Nuova visita nel Comune più grande del Maceratese colpito dal terremoto, quello di San Severino Marche, da parte del commissario straordinario del Governo per la ricostruzione, Vasco Errani, del capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, e del presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli. A mezzogiorno in punto l’elicottero dell’Esercito Italiano è atterrato allo stadio “Soverchia”.Il primo cittadino ha incontrato la delegazione, composta anche dall’assessore regionale alla Protezione Civile, Angelo Sciapichetti, presso il C.O.C., il Centro Operativo Comunale, allestito all’interno del palasport “Albino Ciarapica”. Qui il sindaco Piermattei ha presentato l’ultima conta dei danni con 500 edifici crollati, più di 1000 fabbricati dichiarati totalmente inagibili o agibili con provvedimenti di pronto intervento. Alla fine è stato effettuato anche un sopralluogo per rendersi conto della reale situazione per non fermarsi a quello che sta divenendo un bollettino di guerra.“Quasi la metà delle abitazioni presenti nel territorio di San Severino Marche risulta danneggiata. E’ un grandissimo numero visto che, in città e nelle frazioni, abbiamo circa 6500 immobili. Ma la nostra vera preoccupazione, prima che per le case, è per le persone. Abbiamo 1500 persone che sono state evacuate dalle proprie abitazioni, 3mila persone che hanno trascorso la scorsa notte in auto in città e altre 2mila persone che hanno passato la notte in auto nelle frazioni. Altre 400 persone hanno dormito, invece, nei 100 camper che abbiamo ospitato nelle aree di sosta attrezzate. Abbiamo garantito un posto letto a 500 persone nei cinque Centri d’accoglienza che abbiamo allestito e che sono stati tutti utilizzati. Quattro famiglie sono state alloggiate in albergo, ma a Martinsicuro. Altri nuclei hanno rifiutato per non andare in Abruzzo. Poi, grazie a un intervento del Governatore Ceriscioli, sono state trovate altre sistemazioni lungo la costa marchigiana e più vicine a noi. Ma sono ancora troppo poche. L’albergo per la Protezione Civile sembrava essere la soluzione migliore per affrontare questa prima emergenza ma molti preferiscono restarsene in auto perché non vogliono lasciare le vie e i quartieri dove fino a ieri sono stati. La paura è stata tanta anche perché le scosse continuano e continuano. I danni sono incalcolabili, ogni ora la lista aumenta con numeri a due e tre cifre. Le scosse delle ultime ore, l’ultimo sciame sismico, ci hanno intanto costretto a dichiarare “rosse” quattro zone della città: il rione Uvaiolo, da via Mazzini lungo la strada provinciale 502 che porta a Serrapetrona, il rione Mazzini, da via Raffaelo a via Da Vinci, via Alighieri e via Leopardi. Poi il rione Settempeda, da via Padre Giuseppe Zampa a via della Libertà a via Crivelli e la zona che va da via Settempeda a via Pergolesi, via Rossini fino a villa Collio. Infine la zona del centro storico da via Massarelli, via Lazzarelli e diverse altre vie e vicoli di collegamento laterale. Poi abbiamo tantissime aziende danneggiate: da quelle storiche, impegnate nella lavorazione del marmo, a quelle agroalimentari e vitivinicole. Poi ci sono crolli di capannoni agricoli e di strutture che ospitano allevamenti. Infine abbiamo le attività artigianali e quelle commerciali. Nelle prossime ore – ha concluso il sindaco - dovrò chiudere due bar perché inagibili”.“Comprendiamo la paura di tutti ma non possiamo trasformare la città di San Severino Marche in un campeggio visto che si sta anche avvicinando l’inverno – hanno spiegato il commissario Errani e il governatore Ceriscioli, sottolineando – Oggi la Protezione Civile nazionale installerà una grande tenda che darà ospitalità a 350 persone. Ci raccomandiamo solo di non autorizzare la sistemazione di moduli abitativi o di abitazioni in legno nei pressi delle abitazioni. In questo caso ci vedremo costretti ad intervenire perché si tratta di un abuso edilizio. La paura non può andare nei moduli e non ha senso dormire nelle auto o nelle tende. Dobbiamo capire la reale situazione visto che i danni sono evidenti, cercheremo di fare i sopralluoghi il prima possibile ma dobbiamo anche guardare alla sicurezza dei certificatori e delle persone impegnate nel portare soccorso alle popolazioni”.Capitolo a parte, sull’argomento si è incentrata quasi tutta la seconda parte del summit, è stato da ultimo destinato alle scuole: sono più di 800 gli studenti dell’Itts, l’Istituto tecnico tecnologico statale “Eustachio Divini”, che hanno una sede inagibile. La struttura, di proprietà della Provincia di Macerata, è stata transennata dopo il sopralluogo dei tecnici. Inagibili le strutture comunali dell’asilo “Virgilio” e della materna di via Talpa. Altri 540 alunni del plesso “Alessandro Luzio” stanno attendendo i sopralluoghi dei tecnici della Protezione Civile regionale, sollecitati più volte in queste ore dal Comune, per avere una risposta. “Abbiamo strappato da Errani e dal governatore Ceriscioli, con loro anche l’assessore Sciapichetti, la promessa di una verifica ulteriore in tempi rapidissimi. Dalla Protezione Civile abbiamo avuto anche una promessa: una cucina da campo, capace di garantire un pasto a 500 persone, e un’altra struttura, se sarà necessario, per dare un tetto alle persone per trascorrere le prossime notti”.
In queste ore si susseguono notizie ed ipotesi su quanto sta accadendo nel Centro Italia. Dopo il sisma si ipotizza di tutto. Confusione, notizie falsate, bombardamento mediatico sensazionalistico. Questo è quello che non vogliamo. Alimenta il panico ed il senso di incertezza in una popolazione già stremata.
Doveroso ci appare un contributo scientifico serio sulla attuale situazione. E non possiamo non chiederlo al prof. Emanuele Tondi, che a pochi giorni dal terremoto di Amatrice del 24 Agosto aveva indicato la zona tra Norcia e Preci come la possibile area epicentrale di futuri terremoti distruttivi (http://www.picchionews.it/il-geologo-tondi-intervista-choc-sapevamo-dal-2009-che-il-terremoto-avrebbe-colpito-in-quel-punto/ PUNTO 5: “Da una personale valutazione, se si verificasse questa seconda evenienza, la zona che ha la probabilità maggiore di generare un terremoto è quella a nord di Norcia, nell’area di Preci”).
“Innanzitutto l’unica certezza che c’è sempre stata e che resta ferma nel marasma di informazioni è che non può essere previsto quando un terremoto colpirà. Il nostro territorio, come ormai tristemente di conoscenza comune, è ampiamente e fortemente sismico e ciò che sta accadendo si è verificato già nel passato. Purtroppo abbiamo avuto secoli per prepararci ma non l'abbiamo fatto. Stiamo accusando il colpo di anni di ritardo nella messa in sicurezza delle strutture e del territorio.
In secondo luogo, la geologia, giovane scienza in evoluzione, ci ha fornito una base di dati da utilizzare, dati che però devono essere progressivamente aggiornati studiando i fenomeni naturali quali appunto i movimenti delle faglie. I terremoti di Amatrice e Preci non sono stati previsti in termini temporali; sulla base dei concetti scientifici che riguardano la meccanica delle faglie, erano state individuate le faglie candidate a riattivarsi prima di altre, ovviamente sempre in termini probabilistici, perché le variabili, come sappiamo, sono molte. Questo tipo di analisi, permetterebbe di ottimizzare ed indirizzare con criteri tecnico-scientifici (e magari non politico-clientelari) le opere di prevenzione (miglioramento ed adeguamento sismico degli edifici), che ovviamente non possono essere svolte in tutta Italia contemporaneamente.
Il concetto a cui mi riferisco è più o meno quello sviluppato dal laboratorio sismologico dell’Università di Berkeley in California: http://seismo.berkeley.edu/blog/2008/10/10/earthquake-probabilities-in-the-bay-area.html. Chiaramente stiamo sempre parlando di probabilità, che non è una certezza, come dimostrato dall’evento del 30 mattino di magnitudo 6,5, considerato improbabile ma che si è invece verificato. Per concludere, quando si afferma che c’è il rischio dell’attivazione di altre faglie (e questo lo dicono tutti), visto che si sa dove sono, si può dire anche quali sono. Bisognerebbe avere un po’ più di coraggio ad utilizzare i risultati delle ricerche scientifiche in questo campo. Valutare la pericolosità sismica con gli stessi criteri per un area in cui il terremoto è avvenuto l'altro ieri o 400 anni fa, ai giorni nostri, è un concetto superato. “
Doveroso appare da parte nostra ringraziare il prof. Tondi per la pazienza con cui ci fa partecipi di concetti scientifici ignoti ai più, facendo crescere in tutti noi la consapevolezza del rischio sismico e quindi la richiesta prioritaria di prevenzione. Questa è l’informazione che dobbiamo richiedere agli studiosi, non miracoli o risposte salvifiche, ma la verità ricavabile dal dato oggettivo. Abbiamo conosciuto il presupposto da cui la geologia muove: non ci sono certezze quanto ai terremoti in termini di previsioni temporali. Le faglie si sanno dove sono, quanta energia massima possono rilasciare, ma non si può stabilire con certezza né quando né con quale frequenza si attiveranno.
In molti si chiedono ora cosa ci si può aspettare. Due sono le risposte che si possono dare. La prima viene dalla scienza e su questo risponde Tondi: “Si sono avuti eventi multipli “mainshocks” sempre lungo la stessa zona di faglia, quella che si estende da Pescara del Tronto fino a nord di Castel Sant’Angelo, nota come il Sistema di Faglie del Monte Vettore-Monte Bove. Con l’evento del 24 Agosto si è attivata la porzione meridionale, poi il 26 Ottobre si è attivata la parte centro-settentrionale e il 30, purtroppo, si è riattivata in tutta la sua lunghezza, con il terremoto di magnitudo 6,5, il più forte degli ultimi 300 anni in questa zona dell’Appennino centrale. Ora occorre studiare al più presto e nella forma più approfondita possibile le caratteristiche della faglia così come si è realmente mostrata ed estendere i risultati di questi studi, laddove possibile, ad altre faglie dormienti che potrebbero riattivarsi. Rendere il dato che la scienza naturale ci offre il più certo e sicuro possibile ai fini della sua utilizzazione in chiave di prevenzione e non, come erroneamente si vuol credere o ci si vuole illudere, in termini di previsione”.
La seconda risposta ve la forniamo noi e deve venire dalle istituzioni e da noi collettività: cominciare a costruire una differenza per il futuro, PRIORITA' NAZIONALE sicurezza in termini di risposta ai sismi ma anche al dissesto idrogeologico. Oggi è un terremoto. Domani sarà un alluvione. E noi stessi rendiamoci protagonisti: investiamo in prevenzione, formiamoci e pretendiamo che l'informazione in funzione di prevenzione continui e diventi un "modello stabile". Tutti: amministrazioni, aziende e cittadini. La prevenzione pretendiamola e facciamola.
Sequenza sismica iniziata il 24 Agosto 2016 ed epicentro dell’ultimo evento di magnitudo 6,5 del 30 Ottobre 2016 (da www.ingv.it)
Nastro scuro alla base della faglia a Nord del Monte Vettore che indica la sua riattivazione di oltre mezzo metro in superficie (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater).
Dettaglio del movimento lungo la faglia (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
"Spostamento sulla faglia di oltre un metro" (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
Dopo l’evento di ieri mattina, 30 ottobre, alle 07:40 ora italiana di magnitudo M 6.5, sono stati localizzati complessivamente circa 560 eventi sismici in tutta l’area interessata dalla sequenza di questi mesi. Alle ore 11:00 sono 207 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4 e 18 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) dopo il forte terremoto di ieri mattina. L’area interessata dalle scosse successive al terremoto di ieri alle ore 07:40 di magnitudo 6.5 (l’epicentro è la stella rossa). Le scosse più forti (magnitudo uguale o maggiore di 4.0) dalle 07.40 di ieri mattina sono riportate in tabella: In mappa la situazione complessiva di tutta la sequenza iniziata il 24 agosto 2016.
Ci sono una trentina di feriti, con escoriazioni leggeri provocate dalle fughe di casa, abbiamo chiuso quattro rioni colpiti duramente, dove ci sono stati crolli parziali di case, moltissime sono inagibili per le lesioni che hanno subito, oltre alla caduta di cornicioni e materiali anche da chiese e campanili. Abbiamo aiutato diversi anziani che erano rimasti in casa dopo la scossa, per farli allontanare dalle abitazioni. Il centro storico è parzialmente chiuso. In piazza del Popolo abbiamo allestito una tenda per raccogliere le segnalazioni dei cittadini". il primo bilancio del sindaco di San Severino Marche (Macerata), Rosa Piermattei