Sono stati avviati i lavori di messa in sicurezza e bonifica del fenomeno franoso presente lungo via Pancalducci, in prossimità del civico cimitero, a Macerata. Un’opera di prevenzione che interessa un’area fortemente esposta al fenomeno del dissesto idrogeologico e classificata con pericolosità elevata P3 e rischio elevato R3.
L’intervento, interamente finanziato dal Ministero per 400mila euro a valere sui fondi dedicati al dissesto idrogeologico, prevede la realizzazione di pozzi drenanti, dreni sub orizzontali di raccolta delle acque, di un nuovo collettore fognario e di sistemi di controllo e monitoraggio. L’esecuzione delle opere idrauliche non avrà interferenze con la viabilità di via Pancalducci.
Le indagini e i monitoraggi geologici e geotecnici preliminari hanno permesso di cartografare il tipo di frana e stabilire la programmazione degli interventi. Dalle analisi è emerso un importante fenomeno gravitativo - generato per le caratteristiche proprie del terreno, per l’assetto strutturale e stratificato e per la presenza di acqua - che si estende per una lunghezza di circa 550 metri e una larghezza di circa 300 metri lungo il versante che digrada verso nord-est, posto sotto via Palcalducci.
"Dopo gli interventi su via Verga (conclusi), via dei Velini e Madonna del Monte (in esecuzione), diamo avvio a un’altra opera di messa in sicurezza del nostro territorio su una principale arteria di accesso alla città – ha commentato l’assessore ai lavori pubblici Andrea Marchiori -. È sempre più attuale l’esigenza, da parte delle amministrazioni, di prevenire situazioni di rischio collegate ai fenomeni atmosferici e l'amministrazione Parcaroli, con questa ulteriore opera, dimostra la grande capacità di attrarre risorse e, grazie alla professionalità degli Uffici, tramutarle in interventi concreti".
I pozzi drenanti permetteranno di migliorare le caratteristiche meccaniche del terreno dissipando le sovrappressioni neutre indotte dalla falda; il sistema consentirà, inoltre, di raccogliere le acque contenute all’interno del sottosuolo così da allontanarle attraverso un sistema di tubazioni di collegamento profonde. Infine, saranno eseguite almeno quattro campagne di monitoraggio all’anno (per due anni) che, tramite dei sondaggi, permetteranno di prelevare dei campioni di terreno ed effettuare le relative analisi.
Mercoledì 16 ottobre, alle ore 18:00, al Teatro della Società Filarmonica, per il Macerata Humanities Festival, il Teatro Rebis presenta "Danilo Dolci e Aldo Capitini: un’intervista (im)possibile".
Un incontro divulgativo, ma teatralizzato, sul rapporto fecondo, intenso, di mutuo scambio e sostegno, tra Danilo Dolci, sociologo, educatore, intellettuale-attivista e Aldo Capitini, filosofo, politico, antifascista, teorico del pensiero nonviolento in Italia.
Una panoramica sul rapporto tra i due più importanti protagonisti della cultura della nonviolenza in Italia, ricreata teatralmente tramite un’intervista (im)possibile, durante la quale Giuseppe Barone, autore della biografia "Danilo Dolci. Una rivoluzione nonviolenta. La vita e l'opera di un uomo di pace", darà voce al pensiero di Danilo Dolci e Federica Curzi, autrice del volume "Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini" a quello di Aldo Capitini.
A intervistare le due ‘figure’, sarà Andrea Fazzini, interrogandoli sul passato, ma affacciandosi sul presente. Ad interpuntare gli interventi, ponendo un accento particolare sulla comune passione per la poesia – dato che entrambi gli educatori erano poeti – Meri Bracalente leggerà una selezione dei loro versi e, in collaborazione con il laboratorio teatrale di Ateneo e con la partecipazione della studentessa Roberta Manfreda, alcuni brani tratti da uno degli ultimi componimenti lirici di Danilo Dolci, “Delirio etneo”, ispirato al dramma “La morte di Empedocle” di Friedrich Hölderlin.
L’evento, che si inserisce all’interno delle iniziative per il Centenario della nascita di Danilo Dolci (1924 – 2024) e cade a ridosso dell’anniversario della morte di Aldo Capitini (19 ottobre 1968), è realizzato grazie al sostegno del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Macerata, con il coordinamento delle docenti Lina Caraceni e Maria Paola Scialdone.
"La montagna ha partorito il topolino. Le nuove tavole non evidenziano alcuna delle modifiche essenziali richieste dalle categorie commerciali né dai quartieri o dai semplici cittadini". È quanto affermano, in una nota congiunta, i tre gruppi consiliari di minoranza del comune di Porto Recanati (Centrodestra Unito, Civici per Porto Recanati e Porto Recanati 21-26), dopo aver esaminato le nuove tavole del Biciplan elaborate dall’architetto Tursi.
"L’amministrazione, per bocca del suo primo cittadino, ha ribadito la volontà di voler perseguire una viabilità diversa e rispettosa delle indicazioni di una diversa qualità di vita rispetto all’attuale sul nostro territorio -aggiungono i consiglieri di opposizione nella nota -. Ha affermato che non esisteranno problemi di parcheggio né di raggiungimento delle varie zone come non ce ne erano con le prime tavole (evidentemente non ha esaminato quelle tavole con la dovuta attenzione) ed ancora una volta non dice la verità".
"Cosa cambia tra le tavole finora esaminate e le nuove, frutto secondo il Sindaco, dell’ascolto delle istanze dei commercianti e dei concittadini?", si chiedono dalla minoranza. "Nelle nuove tavole è scomparsa l’isola pedonale che rendeva interdetto il traffico da via Rossini a via Galilei - si legge ancora nella nota -. Quel tratto di corso Matteotti è diventato a senso unico verso sud da Via Galilei fino all’Hotel Mondial. Sul Corso, su via De Gasperi e via Verdi, piccole variazioni sugli stalli per le moto e le auto e qualche differenza nelle misure complessive di Corso Matteotti che in alcuni tratti passa da 11 a 11.50 mt. Queste ultime o erano sbagliate prima o la strada si è allargata a seguito …della pioggia".
"Resta il problema di un Corso Matteotti a senso unico, da via Galilei alla Pescheria verso nord e da via Galilei al Mondial verso sud, così come restano tutti i problemi già evidenziati per i parcheggi, per gli spazi di manovra di pullman e mezzi pesanti, per la percorribilità e soprattutto per la raggiungibilità degli esercizi commerciali in auto che richiederà percorsi molto più lunghi ed articolati", puntualizzano Ubaldi, Piscitelli e Nalmodi.
"Nessuna variazione è prevista, nelle nuove tavole, per il quartiere Castelnuovo la cui viabilità che confluisce in piazza Brancondi e via Buozzi resta un problema molto serio e nessuna variazione in tutto il quartiere Scossicci rispetto a quanto già trovato nelle prime tavole. Resta l’interdizione al traffico del tratto compreso tra l’O di Giotto e viale Sirio. Nulla conta la soddisfazione del Sindaco per i realizzandi parcheggi a nord del quartiere, previsti da anni. Come ha affermato il Sindaco, il biciplan resta l’obiettivo più qualificante dell’Amministrazione e verrà attuato. Poco contano le rimostranze di commercianti e cittadini e le problematiche irrisolte perché questa Amministrazione si è dimostrata, ancora una volta, chiusa a recepire ogni consiglio/suggerimento proveniente da opposizioni e da terzi", concludono i tre gruppi consiliari di minoranza.
Oltre 21 mila visitatori hanno partecipato alle Giornate Fai d'Autunno nelle Marche. È stato un weekend di festa intitolato alla conoscenza del patrimonio di storia, arte e natura della regione, attraverso i grandi monumenti, ma anche in edifici e paesaggi sconosciuti, luoghi che custodiscono culture e tradizioni. Sono state 38 le aperture nella regione in 24 località.
Villa Ghislieri a Cupramontana è stato il bene più visitato nelle Marche. Più di 2mila visitatori sono rimasti incantati dalla storia e dal fascino di questa Villa – Torre di origine longobarda, ancora abitata dalla famiglia Ghislieri, posta su un'altura circondata da querce secolari, antico baluardo difensivo sulla strada della Cuzzana.
Quasi 1.700 le presenze a Villa La Quiete a Treia in provincia di Macerata: i visitatori sono andati alla scoperta di uno dei monumenti più rilevanti dell'Ottocento italiano ed una delle più belle ville delle Marche. Opera di Giuseppe Valadier, è immersa in un parco di circa tre ettari, completamente cinto da mura e con al suo interno giardini all'italiana, orti, ampie zone boscate e magnifici alberi secolari. Numerose anche le presenze alle Caserme Del Monte e Cialdini di Pesaro, a Palazzo Falconi e a Villa Vinci Boccabianca di Cupra Marittima.
Le Giornate FAI nelle Marche hanno visto una speciale partecipazione di 500 volontari e 900 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI. Grande soddisfazione da parte della presidente regionale FAI Marche, Alessandra Stipa.
"Le Giornate FAI rappresentano un grande momento di condivisione e appartenenza -afferma -. Dimostrano per l’ennesima volta di essere in grado di regalare emozioni fortissime, grazie alla bellezza dei luoghi ma anche al significato dei beni scelti. In queste giornate abbiamo visto anche tante famiglie e giovani avvicinarsi al FAI. Dietro c'è tanto lavoro e tanto impegno. Voglio ringraziare la nostra grande famiglia di volontari e gli Apprendisti Ciceroni per la forte passione dimostrata. Grazie di cuore a tutti i partecipanti e grazie alle istituzioni e ai partner che hanno sostenuto e reso possibile la più grande festa di piazza dedicata alla cultura".
Un complesso intervento di sostituzione dell'arco aortico è stato eseguito dal vivo da Marco Di Eusanio, direttore della cardiochirurgia dell'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche che ha impiantato una nuova protesi, disegnata con il dottor Emanuele Gatta, della Chirurgia Vascolare dell'Aoum, su una 77enne, ha aperto il Congresso Europeo di Cardiochirurgia a Berlino.
L'intervento è stato trasmesso in diretta per l'apertura del congresso della Società Europea di Chirurgica Cardiaca e Toracica a Lisbona, di fronte a circa 1.000 delegati provenienti da tutto il mondo.
"Gli interventi per il trattamento degli aneurismi e delle dissezioni dell'aorta toracica - spiega Di Eusanio - sono tra i più complessi che eseguiamo in Cardiochirurgia. Per poter sostituire segmenti di aorta che perfondono organi vitali come il cervello, il midollo spinale, i visceri etc. dobbiamo interrompere e manipolare profondamente la circolazione e introdurre sofisticate metodiche di protezione d'organo. I pazienti possono essere giovanissimi perchè affetti da sindromi genetiche o più anziani con pareti aortiche degenerate per l'invecchiamento e l'ipertensione".
"Nella paziente di Berlino, oltre ad un bypass aortocoronarico, abbiamo sostituto l'aorta ascendente, l'arco aortico e posizionato uno stent in aorta toracica discendente con una protesi ibrida che abbiamo disegnato con Gatta - prosegue Di Eusanio -. Si tratta di una protesi che fornisce importantissimi vantaggi. La patologia aortica ha una natura progressiva. I pazienti operati per la sostituzione di un segmento aortico possono richiedere successivi interventi chirurgici o endovascolari per lo sviluppo di nuovi aneurismi in altri tratti".
Questa nuova protesi "rende possibile, in maniera più semplice e meno rischiosa, gli interventi secondari. Per questo motivo - chiarisce Di Eusanio - l'abbiamo chiamata T-Next (Think Next - pensa al prossimo step chirurgico). Nello stesso giorno, Gatta presentava la nostra protesi ad altre tecniche sviluppate insieme a Vienna, al più importante Congresso Europeo di Chirurgia Vascolare".
Soddisfazione è stata espressa dal direttore generale Aoum Armando Marco Gozzini: "All'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche gli interventi aortici - con tecniche 'open' (tradizionali e mini-invasivi), endovascolari o ibridi - sono circa 800, su pazienti che provengono da tutta Italia. Sono tantissimi, numeri che ci pongono tra i primissimi centri aortici in Italia e non solo".
Alle congratulazioni si è associato il rettore dell'Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori per un'intervento "frutto della grande professionalità dell'equipe, basata su competenze multidisciplinari al servizio della salute di moltissimi pazienti. La ricerca scientifica in ambito internazionale e le collaborazioni istituzionali sono fondamentali per raggiungere obiettivi ambiziosi che avranno ricadute importanti per la nostra Comunità".
"I cardiochirurghi ed i chirurghi vascolari dell'Aoum - informa Di Eusanio - hanno avviato da tempo l'Aortic Team, un gruppo multidisciplinare di specialisti che si occupa di aorta e mette insieme e condivide al suo interno cultura, esperienza e skills con l'idea di offrire, dopo valutazione e discussione, sempre e solo la migliore delle opzioni terapeutiche al paziente. Ed è da questo tipo di collaborazione che nascono idee come quella di T-Next".
Oltre 130 partecipanti e 40 chili di rifiuti coinvolti: sono le cifre dell'Action for Climate, la giornata di sensibilizzazione ambientale lungo l'area del fiume Chienti organizzata nei giorni scorsi dall'Università di Macerata, in collaborazione con gli altri Atenei marchigiani, Università di Camerino, Università Politecnica delle Marche e Università di Urbino Carlo Bo.
L'iniziativa rientrava nella campagna nazionale promossa dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), che invita gli atenei di tutta Italia aderenti a organizzare azioni concrete per sensibilizzare sui cambiamenti climatici. Grazie alla partecipazione attiva delle associazioni CAI Marche, Cosmari, Legambiente Marche, Plastic Free e Civitanova Green Life, l'iniziativa marchigiana ha permesso anche di offrire approfondimenti interdisciplinari.
Il coinvolgimento di studenti e dottorandi, insieme ai referenti delle associazioni, ha, infatti, consentito ai partecipanti di ascoltare interventi su tematiche geologiche, ecologiche, biologiche e storico-culturali, mostrando così l’importanza della tutela dell'ecosistema fluviale e del patrimonio storico della bassa valle del Chienti.
Il percorso, dalla Basilica di Santa Maria a piè di Chienti alla Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti, in parte rivisto per le difficoltà create dalle piogge dei giorni precedenti, ha permesso di vivere un’esperienza formativa e al contempo attiva nel ripristino ambientale, attraverso la conoscenza dei luoghi, l'ascolto delle testimonianze e la raccolta diretta dei rifiuti.
Action for Climate 2024 si conferma una tappa significativa all'interno della più ampia campagna nazionale RUS, ponendo l'accento sull'importanza della collaborazione tra istituzioni e comunità per la salvaguardia dell’ambiente e la promozione della sostenibilità.
L’amministrazione comunale di Civitanova Marche vuole mettere mano per tempo al programma della prossima stagione e prende la decisione di riportare Popsophia "là dove tutto era iniziato". Il grande evento estivo, infatti, il prossimo anno tornerà nella sua sede ideale, il borgo di Civitanova Alta, occupando i contenitori culturali del centro storico. Una decisione che arriva dopo una serie di valutazioni, tra cui la volontà di riportare il festival a Civitanova Alta, luogo in cui è nato, per valorizzare il borgo e donare quell’intimità che solo la Città Alta sa offrire.
"Quando ci siamo insediati avevamo detto di voler riportare Popsophia in città e l’abbiamo fatto - commenta il sindaco Fabrizio Ciarapica -. Abbiamo voluto soddisfare le richieste dei tanti cittadini che volevano il ritorno del festival a Civitanova Alta, luogo naturale e ideale, cittadella della cultura che grazie ad una serie di interventi e lavori pubblici è più che mai il nostro gioiello e che vogliamo ulteriormente valorizzare con iniziative di pregio. Popsophia è sicuramente una di queste ed è nostra intenzione dare respiro alle tante attività presenti nel borgo, consapevoli che la cultura è una delle leve per favorire turismo e crescita economica".
"Grazie all’intervento dell’amministrazione comunale - ha aggiunto l’assessore ai lavori pubblici con delega alla città alta, Ermanno Carassai - Civitanova Alta in questi ultimi due anni ha visto l’apertura di numerosi cantieri che hanno migliorato la viabilità e il decoro della città: dai lavori per la sede della delegazione comunale al rifacimento di piazza Garibaldi e ci sono progetti in fase avanzata per Sant’Agostino, torre dell’Acquedotto e palazzo Ciccolini. Inoltre, si è finalmente arrivati al termine della lunga questione irrisolta del Palazzo Ducale che sarà restaurato dai privati riportando finalmente la piazza al suo antico splendore".
Ed è su queste basi che è maturata la volontà di dare un segnale forte di rinnovamento e cambiamento riportando a Civitanova Alta la manifestazione culturale per eccellenza della città. Per Popsophia, che in questi anni, dalla sua nascita nel 2011 ad oggi, si è rinnovata cambiando format, pelle e cercando di alzare di anno in anno l’asticella delle aspettative, il trasferimento rappresenta l’ennesima sfida.
Popsophia e, l’ultima nata, Rocksophia rappresentano infatti l’evoluzione di un evento creativo nato dall’incontro della filosofia con i prodotti culturali di massa. Ha abbandonato da tempo il format ormai dilagante del tradizionale festival; non più la prosecuzione sotto mentite spoglie del talk show televisivo o l’edizione in scala locale del salone del libro. Popsophia presenterà nel 2025 solo eventi creativi originali e produzioni culturali inedite, capaci di unire musica, spettacolo e riflessione critica, con argomenti e ospiti chiamati a realizzare ogni volta una ‘emozione’ diversa e non scontata della tematica ‘filosofica’. Un unicum ad oggi sul territorio nazionale.
Ad arricchire la narrazione attorno ai fenomeni della contemporaneità nella prossima edizione non potranno mancare le rassegne sperimentali su nuovi media digitali e le istallazioni sulle recenti frontiere dell’intelligenza artificiale.
Attesissima dalla critica nazionale sarà la totalmente rinnovata edizione di MeGa, la meta gallery di Popsophia, lo spazio virtuale che dialoga con quello reale, che ospiterà la mostra evento del 2025 dove le opere proposte saranno ‘vissute’ e ogni visitatore, imprigionato in un viaggio immersivo, sarà costretto ad attraversare sentimentalmente gli archetipi del proprio inconscio.
Anthropos in trionfo alle finali nazionali dell'atletica paralimpica. L’associazione sportiva di Civitanova si conferma regina dell’atletica paralimpica per il terzo anno consecutivo. A rafforzare il primato anche i successi nella classifica promozionale maschile per società, nella Coppa Lanci maschile assoluta e promozionale, il secondo posto nella classifica giovanile maschile e nella Coppa Lanci femminile assoluta e promozione, ed il terzo posto nella classifica a squadre assoluta e promozionale femminile.
Questo è il bilancio delle gare nella capitale. Nel fine settimana del 12 e 13 ottobre, infatti, si sono svolte a Roma, al Centro di Preparazione Paralimpica delle Tre Fontane a Roma, le Finali dei campionati per società maschile e femminile e della Coppa Lanci maschile e femminile 2024 organizzate dalla FISPES – Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali.
L’Anthropos era presente con 29 atleti (Assunta Legnante, Elisa Fuselli, Bianca Marini, Annamaria Mencoboni, Adolf Agyemang, Greg Bello, Davide Benigni, Salvatore G. Bianca, Gabriele Brengola, Cristian Campus, Matteo Cappelletti, Luigi Casadei, Carlo Corallini, Salvatore Cutaia, Raffaele Di Maggio, Emanuele Di Marino, Ndiaga Dieng, Amine El Idrissi, Giacomo Falcionelli, Gabriele Fella, Rigivan Ganeshamoorthy, Pietro Lo Sicco, Federico Mei, Diego Pia, Niccolò Pirosu, Jonatha Riderelli, Gaetano Schimmenti, Ilia Scuderi Panebianco, Angelo Trasmundi) causa assenze importanti di tesserati (vedi Giuseppe Campoccio, Fausto Morlacco e Francesco Carciofi) che pur qualificati non potevano essere presenti causa infortunio.
I tecnici che hanno preparato gli atleti sono Roberto Minnetti, Andrea Croia, Rosanna Cavoli, Fabiola Dolcini, Andrea Donninelli, Massimo Bianca, Mauro Ficerai, Giorgio Gioacchini, Maurizio Iesari, Giuseppe Raffermati, Gianluca Tamberi, Orazio Scarpa, Michele Iarocci, Enrico Ruffini e Riccardo Tricarico.
Nelle classifiche maschili l’Anthropos doveva difendere i 4 titoli della passata stagione e si presentava a queste Finali in vetta nelle classifiche di Coppa Lanci maschile assoluta e promozionale e nei CDS promozione maschile, ma all’inseguimento della Omero Bergamo nella classifica assoluta maschile dei CDS e giovanile maschile. Nelle classifiche femminili, cui l’Anthropos puntava per la prima volta, si presentava a queste Finali seconda in quattro delle cinque classifiche.
La soddisfazione del presidente Nelio Piermattei: "Fatica, ansia, delusioni, gioie, rimpianti, esultanza e tanta soddisfazione. Il fine settimana è stato ricco di emozioni. Siamo arrivati a Roma determinati a ottenere il successo anche nella Coppa Lanci femminile e di confermare il titolo italiano assoluto. Stavamo rincorrendo avversari fortissimi. Alla fine abbiamo centrato l’obiettivo principale, la conferma del titolo italiano per società".
"Bergamo è rivale davvero ostica (tra le sue fila l’oro di Parigi Oney Tapia e tanti altri), ma ci siamo riusciti nonostante una stagione complicata per i tanti infortuni che hanno colpito i nostri tesserati - prosegue Piermattei -. Alla fine sono arrivati il 5° successo consecutivo nella Coppa Lanci maschile e il 3° titolo di fila di Campioni d’Italia. Il primo titolo nelle classifiche al femminile è solo rinviato di un anno. Ringrazio i ragazzi, i tecnici e le famiglie per aver confermato ancora una volta in questa due giorni, come in tutto l'arco della stagione, di essere un gruppo vero fatto di persone che tiene e crede in quello che fa. Tutto questo anche se siamo numerosissimi, veniamo da località lontane e ci si vede poco".
È stato un viaggio all’interno del regno nascosto della Sibilla il concerto che gli Ogam hanno tenuto al Mugellini Festival domenica 13 ottobre. Non tanto un tributo alla leggenda, quanto più un percorso che ha trasportato il pubblico all’interno di una saga, accompagnando l’eroe nel suo cammino verso la caduta e la rinascita.
Ispirandosi alla versione raccontata da Antoine de La Sale, gli Ogam hanno dato vita ad un concerto molto suggestivo partendo da sonorità che non si esauriscono in una definizione precisa ma che abbracciano numerose tradizioni culturali e musicali diverse, sublimandosi in un genere dai contorni sfumati. La Sibilla raccontata dagli Ogam non è stata, in sostanza, solo una leggenda degli appennini ma si è trasformata in una narrazione universale con tutta la potenza del mito.
Il concerto di questa storica formazione marchigiana, uno dei punti di riferimento della world music, è stato anche l’occasione per rendere omaggio all’artista Riccardo Messi, noto e apprezzato musicista e disegnatore, scomparso lo scorso giugno, grande amico degli Ogam e del loro fondatore Maurizio Serafini.
A Riccardo Messi, nel corso della serata, è stato infatti assegnato il Premio Mugellini alla Carriera, ritirato dai genitori che attraverso Mauro Mazziero, direttore artistico del festival insieme a Lorenzo Di Bella, hanno annunciato la creazione di una fondazione per la ricognizione delle opere di Riccardo e l’istituzione di borse di studio dedicate ai più giovani per attività artistiche.
Riccardo Messi è stato infatti un artista poliedrico e originale che ha lasciato una profonda impronta nel mondo dell’arte, istituendo una notevole rete di contatti e lasciando numerose opere, alcune delle quali solo ora stanno venendo alla luce, che meritano di essere valorizzate e riconosciute perché – nelle parole di Mauro Mazziero – «l’arte di un artista non finisce mai».
Il Mugellini Festival offre uno spettacolo unico e originale di musica e arte. Il prossimo appuntamento è per domenica 20 ottobre con Francesco Cafiso, sassofonista di fama mondiale, che sarà accompagnato dal Quintetto Gigli e dall’arpista Lucia Galli in un concerto tributo a Giacomo Puccini. Esposizione di foto Carlo Pieroni, uno dei più famosi fotografi di jazz.
I biglietti del festival sono acquistabili sul circuito Ciaotickets al prezzo di 10€ (biglietto ridotto di 8€ per studenti). Per ulteriori informazioni: 392.4450125.
La tre giorni Marche Trail “Unsupported Bikepacking Adventure” si è appena conclusa e gli organizzatori guardano già con entusiasmo al prossimo anno. Sono aperte, infatti, le candidature per selezionare la località dove allestire il “Marche Trail Village” nel mese di ottobre 2025 (punto di partenza/arrivo). Un borgo caratteristico o una struttura ricettiva turistica lungo la costa o nelle immediate vicinanze, verso il centro/nord delle Marche; gli interessati possono contattare l’asd scrivendo a marche.bikepacking@gmail.com.
Intanto, nel fine settimana tra venerdì 4 e domenica 6 ottobre, è andata in scena tra le colline marchigiane la settima edizione, tutta da incorniciare. La manifestazione, organizzata come sempre dall’associazione Marche Bikepacking, non solo ha confermato il successo del 2023, ma è cresciuta.
Oltre cinquecento gli iscritti - un numero che aumenta di anno in anno - da ben tredici Paesi. Austria, Germania, Ungheria, Islanda, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Polonia, San Marino, Slovenia, Svizzera, Usa, solo per citarne alcuni. Oltre cinquecento atleti-visitatori, sparsi nelle strutture ricettive lungo i percorsi, coprendo gran parte delle Marche, in quanto la manifestazione ha toccato ben quattro province, Fermo, Ascoli Piceno, Macerata e Ancona, tra città d’arte e cultura, storia, natura e spiritualità.
Dal venerdì, con un meteo incerto, i protagonisti, in sella e alla scoperta delle bellezze del territorio con il minimo indispensabile (in modalità bikepacking, ovvero con i bagagli agganciati direttamente alla bicicletta tramite speciali borse) hanno attraversato strade bianche e boschi, borghi medievali e castelli e hanno gustato le varie tipicità. Fino alla domenica di sole pieno, godendo di panorami e colori autunnali spettacolari.
"Abbiamo raggiunto l’obiettivo con un successo oltre le aspettative – dichiara l’asd Marche Bikepacking -. Hanno partecipato molte persone nuove che, innamorate delle Marche, si sono ripromesse di tornare per conoscerle più a fondo".
Il primo ad arrivare, seguendo il percorso "classic" tra i borghi, ha fatto circa 320 chilometri in 19 ore. Ha "macinato" invece 400 chilometri in 25 ore attraversando le montagne, il primo del percorso “wild”; idem per la prima donna, concluso in sole 27 ore.
Non una gara, ma una sfida con se stessi. “Più di una gara: alcuni partecipanti hanno pedalato anche di notte. Tutti sono stati costantemente tracciati con dei gps satellitari”, aggiungono gli organizzatori, i quali con l’occasione ringraziano: tutti gli atleti, Cingolani Bike Shop. Miss Grape, Pasol, Holiday Camping Village per l’ospitalità , Msp Ciclismo, i Comuni di Porto Sant’Elpidio (capofila dell’evento), Comunanza e San Severino, nel cui campo base è stata organizzata anche una festa grazie al Rione di Contro, Fm Bike assistenza tecnica a San Severino, la Croce Rossa dei Sibillini di Comunanza, Pasta di Camerino, Forno Fior di grano, Azienda agricola Carassai a Belforte del Chienti, Cantina Ciù Ciù,, Krono per supporto grafico e gadget, le tantissime strutture ricettive e tutti coloro che hanno partecipato e collaborato alla riuscita dell’evento.
Un’anticipazione: il tracciato dell’ottava edizione attraverserà la parte centro/nord della regione. E il team di Marche Trail è già a lavoro per studiare il percorso. “Benvenuti nelle Marche!”, la mission del presidente Ivano D’Orazio con la vicepresidente Loretta Piergentili e il segretario Marco Ippoliti, continua.
In occasione del Mese della Prevenzione del Tumore al Seno, si terrà un incontro pubblico dal tema "Intelligenza Artificiale e Medicina: Prospettive e Cautele nel Rapporto col Paziente". L’evento, promosso dal Lions Club di Macerata e dal Rotary Club di Macerata, in collaborazione con il Comune di Macerata, l'Università degli Studi di Macerata, l'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Macerata e Emme TV, si svolgerà venerdì 18 ottobre alle ore 17:30 presso la Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti, Sala Castiglioni.
L’incontro sarà un’importante occasione per approfondire il ruolo sempre più rilevante che l'intelligenza artificiale sta assumendo nel campo della medicina, con particolare attenzione alle sue prospettive, benefici e le cautele da adottare nel rapporto medico-paziente. L'intelligenza artificiale, sebbene stia rivoluzionando molte aree della sanità, solleva infatti interrogativi etici e pratici legati all'umanizzazione della cura, alla riservatezza dei dati e alla qualità delle interazioni tra i pazienti e i professionisti sanitari.
Relatori dell’evento saranno: il dott. Nicola Battelli, Direttore U.O.C. di Oncologia presso l’Ospedale di Macerata; il dott. Massimo Giannini, Direttore U.O.C. di Radioterapia Oncologica presso l’Ospedale di Macerata; la prof.ssa Benedetta Giovanola, Titolare della Cattedra Jean Monnet "Ethics for Inclusive Digital Europe" presso l’Università di Macerata
A moderare l’incontro sarà il Dott. Andrea Corsalini, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani. L'iniziativa mira a sensibilizzare il pubblico sull'importanza di un approccio equilibrato all’innovazione tecnologica in medicina, in grado di combinare le opportunità offerte dall'intelligenza artificiale con la centralità del rapporto umano nel percorso di cura. L'evento è aperto a tutta la cittadinanza.
Silvio Pagliari, noto agente sportivo e fondatore della BSP Football Agency, si è aperto in una recente intervista rilasciata a Smart Club , il format in onda su YouTube sul canale IGsport47, condotto da Alessandro Vallese e Marta Bitti. In questa occasione, ha condiviso non solo aneddoti personali legati alla sua lunga carriera, ma anche riflessioni profonde sul mondo del calcio, esplorando temi come la scoperta del talento, la gestione dei calciatori e le difficoltà legate agli infortuni.
La puntata ha preso il via con una domanda d'apertura che, come ha rivelato Pagliari, lo colpisce ancora nel profondo: "Per cosa riesci ancora a stupirti nel calcio?" La sua risposta è stata chiara: "Mi stupisco quando vedo giovani di talento, ma soprattutto quando entro in uno stadio, a qualsiasi livello. Penso sempre: questa è casa mia." Da questa semplice frase emerge tutta la passione che continua a spingere il procuratore a dedicarsi al suo lavoro.
Pagliari ha poi condiviso la sua visione sulla scoperta del talento, facendo riferimento alla sua esperienza da responsabile del settore giovanile della Sampdoria, dove ha lavorato con figure di spicco come Giuseppe Marotta e il presidente Riccardo Garrone. "Oggi si parla troppo di altezza e centimetri", ha osservato Pagliari. "Io guardo sempre alla tecnica e alla velocità. Se un giovane non dimostra intelligenza calcistica a 14 o 15 anni, è difficile che possa migliorare significativamente in seguito". L'esperienza di Mino Favini, leggendario scopritore di talenti, ha profondamente influenzato il suo approccio, focalizzando l'attenzione sul "giocatore nella testa e nella tecnica" più che sul fisico.
Non poteva mancare un consiglio per i giovani che aspirano a diventare procuratori. Secondo Pagliari, la pazienza è fondamentale: "I giovani di oggi sono spesso troppo impazienti. Questo è un mestiere in cui non bisogna avere fretta. Bisogna vedere tante partite, studiare e girare per i campi di periferia." Ha poi sottolineato l'importanza della figura del procuratore come guida, specie nella gestione del calciatore: "Se gestisci bene un giocatore, lui sarà più sereno. La gestione è tutto, soprattutto per quelli in ruoli delicati come gli attaccanti, che vivono di gol ".
Da questo punto di vista, il ruolo del procuratore diventa fondamentale soprattutto nella gestione degli infortuni. Riportando la discussione ai calciatori marchigiani, cita l’esempio di Guido Marilungo, con cui Pagliari intrattiene un rapporto professionale da ormai 20 anni. “Guido ha avuto due infortuni. Nel caso del secondo, contro il Cesena ai tempi dell’Atalanta, riportò la rottura del legamento crociato. In quei momenti devi essere forte caratterialmente, per te, per lui e per la sua famiglia. In quel caso il supporto dell’Atalanta e di un signore come Luca Percassi è stato molto importante. Il rapporto umano in questi casi è fondamentale e ti aiuta a instaurare quella fiducia che poi ti permettere di far proseguire il rapporto. Il percorso si fa insieme. Con Marilungo c’ero in quel caso ma c’ero anche quando segnò una doppietta all’esordio in Serie A. Con suo padre scoppiammo a piangere in tribuna. Fu un’emozione davvero forte”.
Oltre al lavoro sul campo, Pagliari ha anticipato l'importanza della parte mediatica per un calciatore, introducendo un ufficio stampa per i suoi assistiti già dieci anni fa, intuendo l'ascesa dei social media. "Il calcio non si gioca solo in campo", ha spiegato. "La comunicazione è diventata essenziale per tutelare e rappresentare al meglio i giocatori".
Uno dei calciatori in ascesa rappresentato da Pagliari è il settempedano Giacomo Vrioni, che partendo dal Matelica è sbarcato due anni fa negli Stati Uniti per giocare nel New Engalnd Revolution, in MLS. Silvio Pagliari ha raccontato la sua storia. “Mi chiama mio fratello Giovanni un giorno e mi fa: ‘Hai visto mai quell’attaccante che sta a Matelica? Dagli un’occhiata’. Lo vidi per la prima volta a Civitanova e, il tempo di conoscere lui e la sua famiglia, siamo andati immediatamente a Genova per parlare con la Sampdoria. Giacomo è un ragazzo eccezionale. Dalla Sampdoria poi Paratici lo ha portato con sé alla Juventus. Chi gli ha cambiato la vita lì è stato quel fenomeno di Cristiano Ronaldo: condividere lo spogliatoio con lui, vedere come si allenava, come cura i dettagli, gli ha permesso di compiere quello step mentale per diventare un professionista a tutti gli effetti. Anche Giacomo è uno che si allena molto e lavora duro. Ne ho visti pochi di calciatori così e posso dire che tutto quello che ha raggiunto se lo è meritato”.
Un altro esempio di successo citato da Pagliari è quello di Cristian Bucchi, scoperto mentre giocava in Eccellenza con la Settempeda e arrivato a segnare diversi gol in Serie A. “Bucchi è nipote di Giulio Spadoni, che nel 1997 mi disse di tenerlo d’occhio perché faceva sempre gol. Presi mezza giornata per andarlo a vedere a Castelraimondo. Giocava con la Settempeda una partita in campo neutro. Fece doppietta. Riconobbi in tribuna un signore che gli assomigliava, capii che era il padre e ci andai a parlare. Da lì nasce quella che possiamo definire una favola. In due anni di Eccellenza segnò 60 gol e richiamò l’attenzione del Perugia in Serie A, che lo voleva a tutti i costi. Andai a parlare con il compianto Ermanno Pieroni, all’epoca direttore sportivo dei grifoni, che mi chiese se, secondo me, Bucchi potesse far bene anche a livelli più alti. Io gli feci una battuta: “Per me vede la porta e se le porte sono uguali lui indipendentemente dalla categoria fa gol”. Bucchi allora va in ritiro col Perugia e a fine allenamento mi chiamava dicendomi che aveva segnato in partitella. Segnò anche nella prima amichevole col Marsala e allora decisi di andarlo a trovare a Norcia. C’era anche Pieroni e per lui ormai non ero più Silvio, ma ‘Silvietto’. Mi salutò calorosamente abbracciandomi e allora lì capii che era veramente forte. Sotto la guida tecnica di Ilario Castagner, debutta in Serie A alla terza giornata contro la Lazio e dopo 6 minuti, cross di Colonnello, salta fra due difensori del calibro di Sinisa Mihajlovic e Fernando Couto e di testa fa gol a Marchegiani. Ho la pelle d’oca a 25 anni di distanza. Storie come questa non si vedono più nel calcio di oggi. Lì è cambiata la sua e anche la mia storia. La gente iniziava ad avere una percezione diversa di me, perché quello che avevo detto si era avverato. Se c’è un episodio che ha cambiato la mia carriera è stato quello lì. Bucchi finì quella stagione con 5 gol in Serie A e da lì partì la sua carriera. Ne segnerà 110 fra Serie A e Serie B”.
L’intervista prosegue con la richiesta di menzionare 3 partite: una che non dimenticherai mai, una che vorrebbe dimenticare e una a cui desidera un giorno assistere.
“Una che non dimenticherò mai è Perugia-Milan del 24 aprile 1983 quando mio fratello Giovanni fece doppietta e quella del 29 aprile 1979 in cui mio fratello Dino segnò in Juventus-Fiorentina. Devo dire che i miei fratelli erano veramente forti. Una che dimenticherei è quella dell’infortunio di Marilungo che dicevo prima. Aveva segnato diversi gol in Serie A ed era in orbita Nazionale. Fu un duro colpo. Se mi concedete un terzo slot metterei anche la finale EFL Cup Manchester United-Southampton a Wembley. Il Southampton perse 3-2 ma Gabbiadini fece doppietta. Quel giorno lì il buon Silvio qualche lacrimuccia la versò. Lì ti passa tutta la carriera davanti, tutti i sacrifici, partito da Tolentino a Wembley. Quindi rispondo dicendo che mi piacerebbe riportare un giocatore in Premier League. Da italiani ci siamo riusciti solo in 4 o 5 e quindi l’obiettivo è quello. Il mio sogno era quello di diventare un procuratore e per farlo ho seguito una scaletta. Prima le Marche, poi l’Italia centrale, poi l’Italia e poi a un certo punto, lo step successivo diventa la mediazione internazionale. È quello che ti fa fare il salto di qualità ma è lì che devi rimanere sempre più umile”.
L'intervista si conclude così, lasciando trasparire non solo il lato professionale di Silvio Pagliari, ma anche la sua visione umana e profonda del mondo del calcio. Una visione che, dopo tanti anni, lo mantiene ancora entusiasta e pronto ad affrontare nuove sfide, sempre con lo sguardo rivolto verso il futuro, ma senza mai dimenticare le radici che lo hanno portato fin qui.
Brutta caduta da una scala per un 50enne: soccorso in eliambulanza. È quanto successo nel pomeriggio, nel quartiere Vergini, a Macerata.
Secondo una prima ricostruzione, l'uomo era salito su una scala mentre si trovava al lavoro all'interno del giardino di un'abitazione privata, per l'installazione di una telecamera quando ha perso l'equilibrio per ragioni da chiarire cadendo da un'altezza di circa due metri.
Nell'atterraggio il 50enne ha battuto la schiena contro un faretto. Una volta lanciato l'allarme, immediato è stato l'arrivo dei sanitari del 118 che, per via della dinamica, hanno anche richiesto il supporto dell'elisoccorso.
A seguito delle prime cure ricevute in loco, il paziente è stato caricato in eliambulanza e trasportato all’ospedale dorico di Torrette. Non si troverebbe in gravi condizioni.
Ordinazione diaconale per Mattia Sagripanti, Carlos Arturo Berrio Lara e Gianmarco Paoletti in programma martedì 15 ottobre, alle ore 18, presso la Cattedrale dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista di Macerata. La celebrazione eucaristica sarà presieduta dal vescovo Nazzareno Marconi; concelebreranno l'arcivescovo di Fermo, Rocco Pennacchio, e il vescovo di Teramo, Lorenzo Leuzzi.
Mattia, Carlos Arturo e Gianmarco stanno compiendo i propri studi per diventare presbiteri presso il seminario diocesano missionario "Redemptoris Mater". Nato e cresciuto tra Mogliano e Corridonia, 28 anni, Mattia Sagripanti si è formato in una famiglia del cammino Neocatecumenale ed è il primo di quattro figli. È entrato nel seminario di Macerata nel 2015 così come gli altri due candidati al diaconato. Ha vissuto un periodo di missione in Oriente, tra Macao, Taiwan e Hong Kong. Dopo l'ordinazione verrà incardinato nella Diocesi di Fermo.
Carlos Arturo Berrio Lara, classe 1996, colombiano, è il primo figlio di una famiglia appartenente anch’essa al cammino Neocatecumenale: entrato in seminario nel 2015, dopo la formazione compiuta a Macerata è stato inviato in missione dapprima in Sicilia e poi in Andalusia. Sarà incardinato nella Diocesi di Macerata.
Infine, Gianmarco Paoletti compirà 29 anni il prossimo 26 ottobre: nato a Giulianova, è il secondo di sei figli; i suoi genitori hanno vissuto un cammino di fede nelle comunità Neocatecumenali nella parrocchia della Santissima Annunziata della sua città. Dopo la formazione, è stato inviato in missione in Irlanda, per poi rientrare a Macerata e concludere gli studi teologici. Verrà incardinato nella Diocesi di Teramo.
I carabinieri del Comando provinciale di Macerata hanno diffuso nel pomeriggio la foto di Laurentiu Cosarianu, il 42enne pastore, di origini romene, che ha fatto perdere le sue tracce da oltre una settimana. Dalla mattinata di ieri sono al lavoro per la sua ricerca, nel territorio comunale di Sant'Angelo in Pontano, diverse squadre dei vigili del fuoco coadiuvate da unità cinofile e droni, squadre del soccorso alpino, volontari della protezione civile e carabinieri per le ricerche del 42enne.
Al momento della scomparsa l'uomo - alto 1,65 metri, occhi marroni, capelli castani corti, barba incolta e di corporatura magra - indossava pantaloni e felpa di colore scuro. L'ultimo contatto risale alla serata di sabato 5 ottobre quando, intorno alle 20:00, ha telefonato al fratello, che si trovava in quel momento in Romania, confermandogli di trovarsi in Italia presso un’azienda agricola di Sant’Angelo in Pontano. Nei giorni successivi, più volte contattato dal fratello non ha più risposto al telefono, che ad oggi risulta ancora spento.
Di seguito l'immagine ingrandibile di Cosarianu:
Un ottimo risultato per le Marche all'ottava edizione del Trofeo delle Regioni master su pista, sbarcato nel fine settimana allo stadio di Catania. La rappresentativa regionale ha conquistato il terzo posto in classifica con la squadra maschile (51,5 i punti), il quarto posto sia con la formazione femminile (69) che con la combinata (uomini donne - 120 punti).
Undici le squadre scese in pista provenienti da Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, i campioni in carica della Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana e Veneto, oltre ai siciliani padroni di casa.
Nove invece gli atleti della Sef Macerata che hanno contribuito all'affermazione della squadra regionale. Tra loro il neo campione del mondo Livio Bugiardini insieme a Francesca Giri, Roberto Mandolesi, Graziella Mercuri, Barbara Ottaviani, Andrea Paoli, Raffaela Rambozzi, Emanuela Stacchietti, Alessandro Tifi. L'iniziativa, ideata dalla Fidal per dare agli over 35 una possibilità di confronto attraverso le rappresentative regionali si è tradotta in una bella giornata di sport e amicizia.
Venerdì prossimo, 18 ottobre, a partire dalle ore 21:15, il teatro Italia ospiterà l’incontro dal titolo "Capaci di coraggio" dedicato alla memoria del magistrato Giovanni Falcone e a tutte le vittime della mafia.
La serata vedrà come protagonista Luciano Tirindelli, poliziotto ex membro della scorta del magistrato Falcone, che offrirà una toccante testimonianza sulla sua esperienza e sugli eventi tragici che hanno segnato la lotta contro la mafia.
L’iniziativa, organizzata con il patrocinio della Provincia di Macerata, della Consigliera di Parità, del Comune di San Severino Marche e con la collaborazione di varie associazioni locali tra cui la Pro Loco di San Severino Marche e la Pro Loco Tct di Tolentino, rappresenta un’occasione preziosa per riflettere sulla giustizia, il coraggio e l'importanza del contrasto alla criminalità organizzata. Sarà un momento di grande valore civile e culturale, rivolto a cittadini, giovani e istituzioni, per mantenere viva la memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita per un’Italia libera dalla mafia.
Luciano Tirindelli condividerà non solo ricordi legati ai drammatici eventi del 23 maggio 1992, data dell'attentato di Capaci, ma anche riflessioni sul significato del coraggio e dell'impegno nel contrastare la mafia, un messaggio quanto mai attuale nel contesto sociale contemporaneo.
Nell’attentato a Falcone persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Luciano Tirindelli, superstite della scorta, rappresenta oggi una voce che racconta la complessità di quegli anni e l'importanza del non abbassare mai la guardia di fronte alla criminalità organizzata.
Un viaggio intenso, emotivo e coinvolgente per affrontare un tema, quello della violenza di genere, oggi sempre più attuale. Domenica 20 ottobre alle ore 18:00 Mariella Nava e Daniela Poggi portano al Politeama di Tolentino lo spettacolo "Figlio, non sei più Giglio". Una commovente pièce a due voci scritto e diretto da Stefania Porrino, dove prosa e musica creano un flusso unico di emozioni volto a coinvolgere la mente e il cuore degli spettatori anche quelli più giovani.
Prendendo spunto dalla famosa lauda "Il pianto della Madonna" di Jacopone da Todi, l’autrice Stefania Porrino delinea in questo spettacolo la figura di una donna moderna, Maria, interpretata da Daniela Poggi, che vive anch’essa il dolore di una spada che le ha trafitto il cuore ma in una situazione rovesciata in cui l’amato figlio non è vittima innocente dell’altrui malvagità ma autore egli stesso di violenza su una donna, su una madre che, come sua madre, è portatrice di vita.
I pensieri, le domande e i sentimenti di Maria, costretta a misurarsi con la sua impotenza di fronte alla violenza perpetrata dal figlio su un’altra donna, prendono forma in una lettera che la madre scrive al figlio per tentare di ricostruire le possibili e molteplici cause dell’atto da lui compiuto e trovare uno spiraglio di speranza in una sua rigenerazione interiore che renda possibile a lei – madre – perdonare un figlio che non è più giglio. A rendere ancora più forte l’impatto emotivo dell’esperienza di Maria, al testo in prosa si intrecciano le musiche di Mariella Nava.
In questo spettacolo a parlare è la madre dell’uomo violento, che si interroga su un passato da comprendere e un presente doloroso. Dietro un femminicida ci sono una storia, una cultura, un contesto sociale che vanno interpretati e cambiati, se si vuole davvero prevenire la violenza.
Mariella Nava è una cantautrice e compositrice che vanta importanti collaborazioni, dalla sua penna sono nate canzoni per grandi nomi del panorama musicale come Eduardo De Crescenzo, Renato Zero, Eros Ramazzotti, Lucio Dalla e molti altri. Daniela Poggi, volto noto di cinema, teatro e tv, debutta con Walter Chiari e con Gino Bramieri, Jonny Dorelli, Arnoldo Foà e tanti altri. Ha preso parte a tantissime fiction come Incantesimo, Il maresciallo Rocca, Nebbie e delitti, Capri 2, Le tre rose di Eva e L’allieva.
La Conferenza regionale ha dato il via libera al progetto di fattibilità tecnico-economica per il rifugio "Tribbio 2" di Fiastra, struttura fondamentale per l'escursionismo regionale e non solo, ubicata lungo il percorso del "Grande anello dei Sibillini", di cui è punto tappa.
"Nelle vesti di soggetto attuatore c’è l’Ufficio Speciale Ricostruzione, per un progetto di miglioramento sismico che prevede un importo totale di 1,5 milioni di euro - spiega il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli -. Questa importante approvazione fa il paio con quelle recenti dei progetti relativi al rifugio Colle Le Cese di Arquata del Tronto e a quello di Cupi, nel comune di Visso, a testimonianza dell'attenzione massima che stiamo riservando alla montagna così martoriata dal sisma. Ringrazio come sempre la sinergia proficua con comuni, Parco dei Sibillini, Usr e con la Regione guidata dal presidente Acquaroli".
"Il ripristino dei rifugi escursionistici di Tribbio, Colle le Cese e Cupi - afferma il Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini Andrea Spaterna - consentirà di ripristinare la piena funzionalità del Grande anello dei Sibillini, di cui costituiscono punti tappa fondamentali. Ringrazio il Commissario alla ricostruzione e l’Ufficio Speciale Ricostruzione per l’impegno assunto per il ripristino dei rifugi, nella condivisa consapevolezza dell’importanza del Grande anello dei Sibillini per lo Sviluppo turistico del territorio del Parco e della montagna".
"Accogliamo con grande piacere la notizia che attendevamo da tempo. L’Ufficio Speciale Ricostruzione è il soggetto attuatore e il commissario alla ricostruzione Guido Castelli ha dimostrato ancora una volta di essere persona capace, concreta e sensibile alle esigenze della montagna - dichiara il sindaco Giancarlo Ricottini -. Il Rifugio di Tribbio è un pilastro fondamentale del grande anello dei Sibillini e non solo".
"È l'unico Rifugio che per la sua posizione strategica, fa da incrocio anche per altri 2 cammini. Tutti sappiamo che l'escursionismo, in tutte le sue sfaccettature (a piedi, in bicicletta o a cavallo), sta crescendo anche oltre le aspettative e il commissario sta cercando con queste operazioni di "cogliere l'attimo" - prosegue Ricottini -. Come tutti i bravi dirigenti ha capito che per risollevare le nostre aree, duramente colpite dal sisma 2016, è necessario saper correre con i tempi e soprattutto saper anticipare ciò che il mercato del turismo andrà a chiederci nei prossimi anni. La cosa fondamentale per salvare i nostri territori, è bloccare quel virus che si chiama spopolamento, e per bloccare un virus è necessario trovare i giusti anticorpi. Noi amministratori, con il suo supporto e quello di altri enti, dovremo essere capaci di farlo, altrimenti tutto sarà vano".
I tre piani dell’edificio, storica struttura di riferimento per chi vive la montagna marchigiana, sono rimasti gravemente danneggiati dalle scosse del 2016/2017; solo grazie alla tempestiva messa in sicurezza ne è stato impedito il crollo.
Dopo una serie di valutazioni effettuate sull’immobile, la scelta progettuale si è direzionata verso la demolizione e la successiva ricostruzione dell’intera struttura, che sarà effettuata nel rispetto della sagoma, dei materiali, della tessitura muraria e dei caratteri architettonici esistenti.
Alla base vi sarà anche la rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, con annesso abbattimento delle barriere architettoniche. L’accoglienza sarà situata nell’edificio antistante, quindi il rifugio avrà mera funzione di dormitorio, con un totale di 9 camere. All’esterno saranno predisposte delle aree di sosta per le autovetture e non solo, data la realizzazione di colonnine di ricarica per biciclette elettriche.
Si chiude così, con uno dei grandi protagonisti della storia Overtime, un’edizione da incorniciare per il Festival nazionale del giornalismo, del racconto e dell’etica sportiva, che nel pomeriggio di ieri ha ufficialmente fatto calare il sipario su cinque intense giornate dedicata allo sport, alla cultura sportiva e ai suoi intramontabili valori.
Di fronte a una platea di studenti dell’Università di Camerino - da quest’anno partner di Overtime insieme all’Università di Macerata e all’Università Politecnica delle Marche - e di appassionati di ogni età, Pierluigi Pardo ha animato un incontro estremamente partecipato, affrontando temi di grande attualità legati al calcio e non solo. Immancabile, ovviamente, una buona dose di sano rumore, tema dell’edizione 2024 che ha accompagnato gli oltre 60 appuntamenti in programma da mercoledì a domenica, ognuno dei quali con una storia da condividere e raccontare rigorosamente ad alta voce.
Il tutto esaurito del Teatro della Filarmonica per una delle voci più amate del calcio italiano, di ritorno a Macerata in compagnia del giornalista Rai Riccardo Milletti, è l’ultimo atto di una delle edizioni più apprezzate e partecipate degli ultimi anni, in grado di fare davvero rumore grazie al coinvolgimento diretto del pubblico maceratese e di tutti gli amanti dello sport che anche quest’anno hanno scelto Overtime per discutere della propria passione in compagnia degli addetti ai lavori.
Dalla cerimonia inaugurale con le campionesse della ritmica Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri al brindisi finale con Pardo, passando per la classe senza tempo di Gianni Rivera, il successo strepitoso di “Viva el Futbol” con il trio Adani-Cassano-Ventola e il fascino tutto sudamericano della “milonga” argentina cantata e ballata da Federico Buffa e Fabrizio Gabrielli, quest’anno Overtime ha fatto davvero il pieno di presenze. Per tutta la settimana, le location del Festival, ma soprattutto le vie, le piazze e le vetrine cittadine, con il loro inconfondibile tocco verde, hanno contribuito a far vivere e respirare l’atmosfera autentica dello sport, come testimoniato dalla straordinaria risposta del popolo di Overtime, protagonista indiscusso di ogni appuntamento con centinaia di domande, curiosità e foto da conservare nel cassetto della memoria, in attesa del prossimo anno.
«Anche quest’anno abbiamo condiviso storie e testimonianze sullo sport e i suoi valori, da sempre la stella polare del nostro Festival - dichiara Michele Spagnuolo, direttore artistico di Overtime - Ci auguriamo che il successo dell’incontro con Pierluigi Pardo possa rappresentare l’inizio di un percorso condiviso con l’Università di Camerino, così come per gli altri atenei marchigiani che hanno scelto di sostenerci. Rivolgo un grandissimo ringraziamento a tutti i partner che credono in questo progetto, a cominciare dal Comune di Macerata e dalla Regione Marche, senza dimenticare mia moglie Pamela, mio fratello Angelo, tutto lo staff di Overtime e il nostro pubblico».
«Siamo giunti al termine di un’edizione strepitosa, che con entusiasmo e capacità di approfondire lo sport a 360 gradi ha animato la città facendo registrare il tutto esaurito in ogni location - commenta l’assessore comunale allo Sport Riccardo Sacchi - Come Amministrazione siamo davvero felici per lo straordinario ritorno di immagine per la città e il gran numero di visitatori che in questi giorni hanno frequentato i locali e le attività commerciali di Macerata».
«Siamo davvero molto soddisfatti - afferma il professor Graziano Leoni, Rettore Unicam - di aver potuto portare il contributo dell'Università di Camerino a Overtime Festival su tematiche che ci stanno molto a cuore, quali il benessere della persona, lo sport, una sana ed adeguata nutrizione ed alimentazione e dei corretti stili di vita, approfonditi con la serietà ed il rigore scientifico che si richiedono ad un Ateneo. Ringrazio pertanto studenti, studentesse, dottorande e dottorandi della Scuola di Scienze del Farmaco e dei prodotti della Salute, della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria e della Scuola di Scienze e Tecnologie, che hanno dialogato con Pierluigi Pardo su argomenti quali l'utilizzo degli integratori, la problematica del doping, la corretta alimentazione per lo sportivo, l'utilizzo della tecnologia anche per migliorare performance».
Archiviata questa quattordicesima edizione, per Overtime è già tempo di guardare al futuro. Come annunciato dal direttore artistico Michele Spagnuolo, in occasione dei 15 anni di Overtime il Festival 2025 sarà dedicato al tema delle scelte, aprendo le porte a nuove storie e condividendo con il pubblico alcune tra le decisioni più importanti prese sul piano sportivo, ma soprattutto umano ed etico. Il prossimo anno, giorno dopo giorno, Overtime approfondirà le motivazioni alla base di gesti particolarmente significativi o cambiamenti radicali in grado di segnare una carriera e, in alcuni casi, la storia dello sport, all’insegna di un format che negli anni continua a vincere e convincere.