Un malore improvviso ha stroncato la vita di Antonino Bedini, chef 66enne e titolare de "La Taverna dell’Artista", ristorante storico nel cuore di Montelupone. Figura molto conosciuta e apprezzata non solo per il suo lavoro nella ristorazione, ma anche per l’impegno civico: in passato aveva ricoperto il ruolo di assessore comunale a Potenza Picena.
Il malessere lo ha colpito nel pomeriggio di ieri, mentre si trovava a fare la spesa. Le sue condizioni sono apparse subito gravi e, nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118, non è stato possibile salvargli la vita.
La notizia ha rapidamente fatto il giro della comunità, suscitando profonda commozione tra cittadini, amici e colleghi che lo ricordano per la sua passione, il carattere generoso e l’impegno costante nel valorizzare il territorio attraverso la cucina e il servizio pubblico.
È un gran giorno per l’Atletica Montecassiano, che riporta in paese un titolo individuale di Campione d’Italia che mancava in bacheca da ben 16 anni.
A Misano Adriatico infatti, nel day-1 della rassegna tricolore del 20-22 giugno appena trascorsi, dedicata alle categorie Master (over 35), l’allenatore della società Iacopo Palmieri, stavolta in pista in versione atleta per i colori dell’Avis Macerata, con la quale esiste una forte collaborazione oramai da 10 anni, riesce a conquistale il suo primo alloro tricolore nella gara dei 110 ostacoli nella categoria SM35.
“Anche a 36 anni è bello provare l’emozione della prima volta, perché dopo i numerosi piazzamenti in carriera nelle categorie giovanili è finalmente arrivato quello più atteso. Questa è la mia venticinquesima stagione agonistica ed è difficile riuscire coniugare gli impegni privati, sportivi e di lavoro, ma nel mio piccolo cerco di dare il buon esempio per i nostri ragazzi, affinché comprendano appieno che organizzandosi al meglio i sacrifici fatti possono essere ripagati, magari anche se con qualche momento di ritardo rispetto al preventivato. L’importante è lavorare sempre con amore per quello che si fa senza l’ossessione del risultato, che magari arriva quando meno ce lo aspettiamo. Il prossimo appuntamento saranno i Campionati Regionali Assoluti nel prossimo mese di luglio e poi, dopo un po’ di riposo, si inizierà a programmare la prossima stagione, dove spero di migliorare i risultati recentemente conseguiti”.
Nelle ultime due stagioni infatti, quelle relative alla categoria SM35, il palmares personale si è arricchito di due argenti ai Campionati Italiani 2024, nei 60 ostacoli indoor e nei 110 ostacoli all’aperto, e di un bronzo ai Campionati Italiani 2025, nei 60 ostacoli indoor.
Nella notte appena trascorsa, la Compagnia dei Carabinieri di Macerata ha condotto una vasta operazione di controllo del territorio, in collaborazione con il Nucleo Ispettorato del Lavoro di Macerata, il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) di Ancona e il Nucleo Cinofili di Pesaro. Il servizio straordinario è stato finalizzato a rafforzare la sicurezza pubblica e la prevenzione dei reati in vista dell’inizio della stagione estiva.
L’attività si è concentrata su esercizi pubblici, luoghi di aggregazione giovanile e obiettivi sensibili, con controlli mirati a Monte San Giusto e Pollenza. Durante un’ispezione in un bar-gelateria del centro di Monte San Giusto, i militari hanno riscontrato gravi irregolarità. Il NAS di Ancona ha sanzionato il legale rappresentante con una multa da 2.000 euro per la mancata o scorretta applicazione delle procedure di autocontrollo igienico-sanitario.
Ancora più pesante la sanzione comminata dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Macerata, che ha elevato una multa complessiva da 42.500 euro per l’impiego di tre lavoratori su cinque non regolarmente assunti e per l’omessa comunicazione preventiva dell’instaurazione dei rapporti di lavoro. Contestualmente è stato disposto anche il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale.
Nel corso della stessa operazione, a Pollenza è stato sventato un furto ai danni di un’azienda del posto. Quattro persone, sorprese dai Carabinieri grazie all’intervento immediato seguito all’attivazione dell’allarme, sono fuggite per le campagne circostanti. I malviventi hanno abbandonato un furgone risultato rubato poche ore prima da un’azienda di Porto San Giorgio.
Oltre ai controlli mirati, sono stati predisposti posti di blocco sulle principali arterie stradali e ispezioni presso altri locali pubblici.Complessivamente sono state impiegate sei pattuglie, controllate 38 persone e 17 veicoli.
L’operazione rappresenta un importante segnale della presenza delle forze dell’ordine sul territorio e del loro impegno a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini.
Incidente nel tardo pomeriggio a Recanati, nei pressi dell’istituto tecnico Enrico Mattei. Intorno alle 18, una donna è rimasta vittima di un drammatico episodio: mentre si trovava fuori dalla propria auto – forse per raccogliere un oggetto caduto – il veicolo, per motivi ancora da chiarire, si è improvvisamente messo in movimento.
La donna, trovandosi chinata davanti alla macchina, è stata travolta e bloccata sotto il mezzo. Lanciato immediatamente l’allarme, sul posto è intervenuto il personale del 118 che, valutata la gravità della situazione, ha richiesto l'intervento dell’eliambulanza.
Presenti anche i vigili del fuoco, accorsi dalle sedi di Macerata e Osimo per prestare supporto nelle operazioni di soccorso e liberare la donna incastrata sotto la vettura.
La donna è stata portata all'ospedale Torrette. Al momento dell'intervento, riferiscono i vigili del fuoco, era coscente.
Un ruolo di primissimo piano per il territorio marchigiano e per il mondo dei giochi e degli sport tradizionali: Enzo Casadidio, presidente nazionale della FIGeST (Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali), marchigiano originario di Pieve Torina, dopo essere stato riconfermato nel Consiglio federale del Coni risulta ora come l'unico componente a rappresentare la regione Marche e, soprattutto, tra gli 81 “grandi elettori” che avranno il compito cruciale di votare per il nuovo presidente, che sarà il successore di Malagò, e la nuova Giunta del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, in un appuntamento che plasmerà il futuro dello sport azzurro.
L'appuntamento con l'assemblea elettiva per il rinnovo di presidente e Giunta del Coni è fissato per il prossimo 26 giugno presso il Centro di preparazione olimpica del Coni "Giulio Onesti" all’Acqua Acetosa a Roma. Per essere eletti al primo turno saranno necessarie 41 preferenze. Il termine perentorio per presentare la candidatura a successore di Giovanni Malagò (non più ricandidabile al terzo mandato) è fissato per le ore 14 del 5 giugno. Attualmente, tre sono i candidati all'orizzonte: Ettore Thermes (vela), Luciano Buonfiglio (presidente della Federcanoa), che rappresenterebbe la continuità, e Luca Pancalli (presidente del Comitato Paralimpico), orientato a portare novità.
Gli 81 grandi elettori che parteciperanno al voto includono i 48 presidenti delle Federazioni sportive nazionali (rieletti o neo eletti), i tre membri del Comitato Olimpico Internazionale (Federica Pellegrini, Ivo Ferriani e Giovanni Malagò), e i membri eletti in diverse quote: 10 in quota "Atleti", 5 in quota "Tecnici", 3 delle Discipline Sportive Associate (tra cui Casadidio), 5 degli Enti di Promozione Sportiva, 1 delle Associazioni Benemerite, 3 dei Comitati regionali (uno per ogni area Nord, Centro e Sud) e 3 dei delegati provinciali (uno per ogni area Nord, Centro e Sud). Non avranno diritto di voto le federazioni commissariate (Tiro a Segno e Automobilismo), mentre l'AeroClub voterà solo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La presenza di Enzo Casadidio in questo consesso strategico assicura che la voce dei giochi e degli sport tradizionali, così come quella delle Marche, sia autorevolmente rappresentata nel dibattito e nelle decisioni che plasmeranno il futuro dello sport italiano fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028.
Un anniversario tra amici e clienti affezionati, sabato scorso, per un locale storico della ristorazione marchigiana a Villa Musone di Recanati. L’Osteria La Donzelletta ha festeggiato i 25 anni di attività con i dj della griffe ‘Non solo 90’ e le esibizioni dei ballerini di ‘9Muse’ per una parentesi in allegria, con il conduttore Rudy Saracini capace di cogliere le emozioni dei titolari. Suggestiva la presenza di Fabio Corvatta, primo cittadino all’epoca del taglio del nastro. Ospiti istituzionali a brindare con proprietari e avventori l’attuale vicesindaco di Recanati, Roberto Bartomeoli, il consigliere Romano Frenquelli e il maresciallo Angelo Pardi. Significativa la consegna di un cadeau da parte dei dipendenti del locale alla famiglia Francucci, a testimonianza del grande legame. Sold out la cena all’aperto conclusiva.
In una fase che vede attività aprire e chiudere velocemente come porte scorrevoli, La Donzelletta e l’operato del titolare, Maurizio Francucci, sono la prova che la qualità dei prodotti, la passione per il lavoro e le idee chiare costituiscano basi solide per proposte durature e una crescita progressiva. Si parla di un locale che ha dato lavoro negli anni a oltre 50 giovani del territorio.
“Bisogna credere nei propri obiettivi e garantire continuità con un approccio serio – spiega Francucci, anima e motore della Donzelletta -. Che soddisfazione il 25° anniversario! Sono entrato in questo mondo lanciando un pub di Porto Recanati, il Gambrinus, ho assimilato esperienza e poi ho dato tutto me stesso nella Donzelletta senza mai adagiarmi! Il locale ha un’identità concettuale basata su tradizione e tipicità, nel menù e nell’arredo. Abbiamo puntato anche su grandi buffet e cerimonie perché all’interno abbiamo 150 posti disponibili, mentre all’esterno non ci poniamo limiti. La festa musicale è un ulteriore step”.
Tra un complimento e l’altro per il traguardo, Francucci svela di voler trovare un imprenditore pronto a rilevare l’attività. Uno scenario inatteso. “Sono nella ristorazione da tanti anni – ricorda il titolare –, ora voglio farmi da parte. Mio figlio si sta affermando in un altro campo e io sono alla ricerca di un successore serio che porti avanti con lo stesso amore l’attività. Magari per altri 25 anni!”.
Una bellissima tre giorni dedicata alle due ruote ha contraddistinto Camerino, con le strade invase dalle bici per una sorta di festival culminato nella 16esima edizione della Granfondo Terre dei Varano. La manifestazione amatoriale ha regalato grandi emozioni a tutti i partecipanti grazie al suo bellissimo percorso e all’atmosfera che ha permeato la città per tutto il lungo weekend.
Il percorso principale di 131 km per 2.350 metri ha confermato lo splendido stato di forma di Alessandro Frangioni (Team Go Fast) che dopo aver vinto la domenica precedente la Blockhaus Marathoon prta a casa un’altra classica del calendario del Centro Italia. In 4h08’13” Frangioni ha anticipato lo sprint staccando di 8” i rivali Francesco Manuel Bongiorno (FMB Cycling Team) e Paolo Ciavatta, suo compagno di colori che ha svolto un ammirevole lavoro per proteggere il suo attacco. A 21” è arrivato il vincitore uscente Ivan Martinelli (HG Cycling Team), a 36” Nicolò severa (DSM Cycling Team).
Vittoria per Elisa Leardini fra le donne. La portacolori dell’Mg-K Vis Olmo Promotech ha completato il tracciato in 4h53’58” con un vantaggio di 19’13” su Lisa Di cesare (Team Cingolani Specialized) e 33’21” su Maria Cristina Prati (Team del Capitano).
Nel percorso medio successo per Paolo Totò (Team Go Fast) ex ciclista professionista entrato recentemente a far parte della nazionale paralimpica come guida nel tandem. 3h13’27” il suo tempo finale con 3” su Pasqualino Loretone (Fuorisellabike) e 5” su Francesco Pirro, compagno di colori del vincitore. A Michela Gorini (Santini Squadra Corse) la prova delle donne in 3h36’20”, a seguire Veronica Coluccia a 6’17” e Daniela Cecchetti (Gm Bike) a 18’05”.
La manifestazione, patrocinata dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini come anche dalla Regione Marche, da Marche Outdoor e dal Comune di Camerino, ha avuto il supporto dell’Anas e l’impegno di tanti ragazzi lungo il percorso e nella gestione dei servizi pre e post gara per una domenica che resterà nella memoria di tanti. La maniera migliore per accogliere l’estate.
L’estate è entrata nel vivo e cresce anche la voglia di godersi il sole, l’acqua e qualche ora di relax all’aria aperta. Per chi è alla ricerca di un luogo accogliente, ben attrezzato e immerso nella natura, la Piscina Monte dell’Olmo di Corridonia rappresenta una meta ideale. Dal 7 giugno ha preso il via una nuova avventura sotto la guida del Blu Gallery Team, che promette un’estate dinamica, ricca di servizi e iniziative pensate per ogni fascia d’età. Situata in via Crocifisso, vicino al Tiro a Volo, la piscina è facilmente raggiungibile da Macerata e dintorni, ma al tempo stesso isolata dal rumore cittadino. Un contesto ideale per ricaricare le energie, rilassarsi all’ombra degli alberi o godersi un tuffo rinfrescante.
Come racconta Gianluca Pecchia, presidente del Blu Gallery Team, la struttura è stata organizzata per offrire il massimo comfort: “Abbiamo 60 ombrelloni, 120 lettini e tanto spazio verde in cui è possibile stendersi anche con i propri teli. In più ci sono gazebo spaziosi dove si possono organizzare feste, compleanni e momenti speciali”.
Non mancano proposte per chi desidera mantenersi attivo: ogni martedì e giovedì, da giugno a luglio, vengono organizzati corsi di nuoto per bambini e lezioni di acquagym per adulti, con istruttori qualificati e orari studiati per essere comodi e flessibili.
Una delle chicche della piscina è il campo da street soccer, una rarità in zona, che permette di sfidarsi in appassionanti partite tra amici. Il Blu Gallery Team ha già in programma tornei a squadre, segno di un’animazione vivace e attenta a coinvolgere giovani e sportivi.
Il cuore pulsante della struttura è anche il bar, vero punto di ritrovo: dal pranzo con primi, piatti freschi, panini e insalate agli aperitivi serali, c’è sempre qualcosa di buono da gustare. A partire dalle 18:00, infatti, è possibile accedere alla piscina con ingresso serale comprensivo di aperitivo e tuffo, perfetto per chi cerca un’alternativa originale al classico happy hour. A pochi metri, anche una comoda area giochi per bambini, per la tranquillità delle famiglie.
“La nostra offerta è pensata per tutti – aggiunge Pecchia – dalla pausa pranzo alla mezza giornata, fino al weekend. Stiamo lavorando per arricchire sempre più il calendario con eventi, dj set e serate dedicate ai giovani. Questa è la nostra visione della piscina: un luogo aperto, accogliente e pieno di vita”.
Con queste premesse, la Piscina Monte dell’Olmo si candida a diventare uno dei poli estivi più frequentati della zona, dove relax, sport e divertimento si incontrano sotto la regia di un team giovane, preparato e pieno di entusiasmo.
Grande basket e spettacolo al torneo BIG3 Camerino – FIP 3x3 Estathé Classic, che ha visto trionfare il Drink Team, formato da Alessio Re, Leonardo Fianchini, Leonardo Ferretti e Stefano Eleonori. Una vittoria meritata dopo un percorso solido e convincente.
Sul podio anche i Benny Floaters (2° posto – Alessandro Ancillai, Riccardo Tiranti, Lorenzo Salvatori, Luca Lombardelli) e i DAT Lab (3° posto – Simone Quartuccio, Lorenzo Cenerini, Tommaso Leoni, Filippo Aprile).
Protagonista assoluto del torneo è stato Alessio Re (Camerino), premiato sia come MVP che come vincitore della gara del tiro da 3 punti, confermandosi uno dei migliori talenti in campo.
Una serata all’insegna dell’amicizia, dei ricordi e della buona musica. I ragazzi del 1965 di Montefano – circa 50 persone – si sono ritrovati ieri sera nella suggestiva cornice del Parco Fibonacci, per celebrare insieme un momento speciale della loro vita: il piacere di ritrovarsi, dopo tanti anni, ancora uniti come un tempo.
Il gruppo ha condiviso una cena conviviale, tra chiacchiere, risate e tanti aneddoti, con sottofondo musicale rigorosamente anni ’80 e ’90, che ha fatto da colonna sonora ai loro ricordi più belli. Una serata che ha saputo coniugare nostalgia e allegria, con una partecipazione calorosa e sentita.
Durante l’incontro sono state consegnate t-shirt ricordo dell’evento e simpatici diplomi personalizzati per ciascun partecipante, a testimonianza di una serata che rimarrà impressa nella memoria di tutti.
“Dobbiamo ringraziare il Parco Fibonacci per la splendida cornice – hanno detto gli organizzatori – e un grazie speciale a Barbara di Tuttogelato per la strepitosissima torta che ha preparato per noi. È stata davvero la ciliegina sulla torta di una serata perfetta”.
Un evento che conferma quanto sia forte e duratura l’amicizia tra i “ragazzi” di Montefano, classe 1965: un legame che resiste al tempo e che continua a rinnovarsi, con lo stesso spirito di sempre.
“Ho iniziato a fare musica appena un anno fa, tutto questo non mi sembra vero. Ringrazio di cuore il pubblico qui presente: i loro sguardi mi hanno dato un’energia pazzesca” ha detto visibilmente commossa, Elena Mil, 24 anni, di Milano che dal maestoso palco dello Sferisterio di Macerata, accompagnata solo dal suo ukulele, ha conquistato il titolo di Vincitrice assoluta della XXXVI edizione di Musicultura, con la canzone “La ballata dell’inferno”.
“Dedico la mia vittoria ai ragazzi che ho conosciuto qui, con cui ho condiviso un’esperienza potentissima, al pubblico di Musicultura e a mia madre che mi ha sempre sostenuto nel mio desiderio di fare musica” ha aggiunto la cantautrice milanese.
Elena Mil ha “stregato” il pubblico dello Sferisterio e grazie ai voti dei 4800 presenti nelle due serate finali del Festival ha conquistato i 20 mila euro del Premio Banca Macerata che investirà nel suo primo album e il Premio per il miglior testo di 2 mila euro decretato delle giurie universitarie di Musicultura.
La cantautrice milanese ha prevalso sugli altri sette artisti vincitori finalisti del Festival: Alessandra Nazzaro di Napoli con la canzone “Ouverture”, Frammenti di Treviso con “La pace”, Ibisco di Bologna con “Languore”, ME JULY di Benevento con “Mundi”, Moonari di Roma con “Funamboli”, Abat-jour, Rieti con “Oblio” e Silvia Lovicario di Nuoro con “Notte”.
Elena Caglioti, in arte Elena Mil, nella sua canzone immagina la strana discesa agli inferi di una ragazza che si ritrova alle prese con un ambiguo “niente” che sembra essere all’origine di un dolore incomprensibile. “La ballata dell’inferno” è il suo primo brano, nato da un flusso di coscienza, in un pomeriggio di otto anni fa, e mai ritoccato.
Doppietta di premi per i giovanissimi Abat-jour di Rieti, Marcello, Adriano, Liam, Gabriele e Ismail, tutti nati dopo il 2004, con la canzone “Oblio” si sono aggiudicati La Targa della Critica Piero Cesanelli di 3 mila euro e Il Premio Nuovo Imaie, un riconoscimento di 10 mila euro per la realizzazione di una tournée.
Ad Alessandra Nazzaro di Napoli è andato il Premio La casa in riva al mare di 2.000 euro decretato da una giuria di detenuti della Casa di reclusione di Barcaglione di Ancona, impegnati in un percorso laboratoriale musicale del Festival. Grazie ad un permesso speciale, Valerio e Petrit, in rappresentanza della giuria della Casa di reclusione, hanno consegnato il premio ad Alessandra Nazzaro sul palcoscenico dello Sferisterio. Un’importante iniziativa di integrazione culturale per la rieducazione e il reinserimento del detenuto, promossa dal Garante dei diritti della persona della Regione Marche Giancarlo Giulianelli, segnalato nel 2024 come best practice dal Ministero della Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria.
La finalissima di Musicultura, condotta brillantemente dall’inedita coppia Carolina Di Domenico e Fabrizio Biggio, ha visto l’esibizione di Antonella Ruggiero.
“E’ sempre una meraviglia tornare su questo palco – ha detto l’artista - mi piacciono molto i testi e le musiche di questi giovani talenti, sono una grande speranza per il futuro, auguro loro il meglio”.
Sulle note di “Amore lontanissimo” (1998) e “Una miniera” dei New Trolls (1969) Antonella Ruggiero, ha incantato il pubblico con la sua voce cristallina, avvolgente e i suoi intensi virtuosismi, inarrivabile anche nelle esecuzioni delle celebri “Vacanze Romane” (1983) e “Ti sento” (1985).
Nelle 36 edizioni del Festival si è visto utilizzare ogni tipo di strumento musicale, ma l’attore comico Valerio Lundini ha sorpreso tutti nella finalissima suonando “Oh! Susanna” con i tasti di un vecchio telefono fisso, numeri che hanno aperto una spassosa e surreale telefonata con un napoletano emigrato in Australia.
A Musicultura il ritorno dell’’extraterrestre della musica italiana, Eugenio Finardi: "le Marche sono la mia regione preferita e dove Musicultura mi ha portato fortuna". Il cantautore milanese si è esibito con “La battaglia” dedicato alla paternità e al suo aspetto conflittuale tra il voler riprodurre le proprie idee in un figlio o lasciarlo libero di volare e “I venti della luna”, due brani del suo recentissimo album “Tutto” che celebra i 50 anni della sua carriera musicale. Applauditissimo, ha chiuso la performance con la sua “Extraterrestre” (1978). “Cercate la vostra verità – ha consigliato Finardi ai giovani artisti vincitori- niente scorciatoie o furbate .. esprimete sempre la vostra verità e non ve ne pentirete mai”.
La serata finale di Musicultura, in diretta su Rai Radio 1, ha visto anche gli interventi dalla Stazione Bus del canale di Marcella Sullo, Duccio Pasqua e John Vignola.
“Una finalissima col botto, con la soddisfazione di accorgersi come sia il pubblico che i grandi ospiti comprendano e apprezzino l'unicità della formula di Musicultura – ha commentato Ezio Nannipieri direttore artistico di Musicultura - Un'edizione segnata da artisti che hanno scritto la storia della canzone, da una conduzione brillante, grazie all’alchimia tra Carolina Di Domenico e Fabrizio Biggio e dalla meraviglia di trovarsi di fronte alle canzoni, tra loro diversissime, dei vincitori, tutte sincere e con un loro perché. Questi giovani artisti meritano un grazie. In quanto alla prescelta dal pubblico, Elena Mil è bello rilevare il carico di emozioni che ha saputo trasmettere con la sua voce, un ukulele e una storia da raccontare”.
Main Media Partner del Festival della Canzone Popolare e d’Autore è la Rai, con Rai Radio1, Rai 2, TgR, Rainews24, Rainews.it, Rai Italia e RaiPlay.
Si potranno rivivere le intense emozioni delle serate finali di Musicultura 2025 il 15 luglio su Rai 2, in seconda serata, nel programma diretto da Duccio Forzano.
Rai Italia diffonderà uno speciale Musicultura, firmato da Roberta Ammendola, nei cinque continenti: America Asia Europa Africa e Oceania.
Approfondimenti, rubriche e servizi sulla XXXVI edizione di Musicultura su Rainews24, Rainews.it e TgR.
Si sente ripetere di continuo che, in fondo, Israele ha ragione ad attaccare l'Iran, poiché quest'ultimo è un "regime" e, in quanto tale, merita di essere abbattuto. Questo teorema è sulla bocca di tutti i benpensanti liberal, ossia di tutti coloro i quali sposano, per convenienza o perché indottrinati, la visione del mondo di completamento dell'ordine dominante della globalizzazione sotto l'egida di USraele.
Occorre però domandarsi chi distribuisca davvero i titoli e le patenti di "regime" ai governi realmente esistenti. Propongo, allora, a mo' di ipotesi di lavoro la seguente definizione: viene detto "regime" ogni governo che, per una via o per l'altra, non si pieghi all'imperialismo dell'Occidente, anzi dell'uccidente. Dunque sono per definizione regimi la Cina e la Russia, il Venezuela e l'Iran, insomma tutti gli oppositori della civiltà a stelle e strisce.
Ugualmente contestabile mi pare, invero, la narrazione manicomiale secondo cui basta essere classificati come regime per poter essere poi aggrediti legittimamente, come ora sta appunto avvenendo in relazione all'Iran. Oltretutto questa narrazione demenziale presuppone, come sempre, che l'uccidente sia la parte buona e democratica, titolata a rieducare il mondo con le buone o - sempre più spesso - con le cattive. Insomma, le bombe e i missili diventano democratici e pacifici se lanciati sulla popolazione dei governi a cui l'uccidente abbia assegnato la patente di regimi prima di aggredirli?
Credo che tutti noi possiamo convenire senza difficoltà almeno su questo: il fatto che negli Stati Uniti d'America ci sia la pena di morte o che in Europa le banche possano portar via le case ai cittadini è di per sé orrendo, ma non può certo giustificare l'aggressione armata degli Stati Uniti o dell'Europa da parte di potenze straniere. Lo stesso si può e si deve dire in relazione all'Iran: il fatto che l'Iran abbia delle interne contraddizioni, che non vogliamo assolutamente negare, non può giustificare in alcun modo l'aggressione dell'Iran da parte di Israele; Israele che, oltretutto, quanto a contraddizioni interne non ha lezioni da dare a nessuno, considerato anche solo il trattamento disumano e genocidario a cui sta sottoponendo la popolazione inerme di Gaza.
Dovrebbe essere chiaro anche a un bambino che dietro agli attacchi democratici ai cosiddetti regimi si nasconde sempre lo sciagurato imperialismo dell'occidente, che a questo punto potrebbe essere esso stesso definito un regime neo-liberale a base imperialistica. I più sono talmente sottoposti alla manipolazione da ritenere che l'Iran, aggredito vigliaccamente da Israele, sia comunque l'invasore e dunque Israele abbia preventivamente risposto alla futura aggressione da parte dell'Iran.
Una narrazione manicomiale, evidentemente, che deve sempre e comunque giustificare Israele e Stati Uniti (USraele): una narrazione manicomiale a cui tuttavia i più continuano a credere indecentemente. E adesso Israele, dopo l'Iran, ha attaccato pure lo Yemen. Come sempre, con il pieno e incondizionato sostegno dell'Europa e dell'Occidente, anzi dell'uccidente liberal-atlantista, che ancora una volta fanno uso del bipensiero orwelliano: il teorema secondo cui l'aggressore ha sempre torto ed aggredito sempre ragione, utilizzato ad nauseam contro la Russia di Putin, viene ora ribaltato in riferimento a Israele, l'aggressore che sempre deve per definizione avere ragione.
Vengono mobilitate, more solito, le giustificazioni più demenziali e più surreali: si dice che Israele ha aggredito lo Yemen per combattere contro il terrorismo. Come non ci stanchiamo di sottolineare, la lotta di Israele contro il terrorismo appare essa stessa indistinguibile dal terrorismo. L'altra argomentazione mobilitata dagli autoproclamati professionisti dell'informazione è quella secondo cui Israele ha condotto una guerra preventiva: il concetto di guerra preventiva risulta una delle categorie più bieche del pensiero politico contemporaneo, dato che viene impiegata per giustificare guerre di aggressione imperialistica contrabbanandole per guerre difensive contro stati la cui aggressione è stata premeditata.
Il livello della narrazione appare ogni giorno più squallido e, tuttavia, troppe persone continuano a bersele tutte, ponendosi nella condizione dei cavernicoli di cui scriveva Platone nel settimo libro della "Repubblica".
La salute dei nostri occhi e la buona conservazione della vista sono argomenti molto importanti per una buona gestione ed una buona qualità della nostra vita. Anche nella comunicazione ed informazione per una cultura generale della salute sono abbastanza le difficoltà di trattazione dell’argomento con la consapevolezza che le fonti di buona informazione devono essere ben verificate.
Noi abbiamo l’opportunità di consultare uno specialista oculista di grande esperienza, il dottor Cristian Pollio, direttore di un centro oculistico di riferimento nazionale a Chieti e consulente del centro medico del nostro territorio Associati Fisiomed.
Dott Pollio ci parli della sua specialità: l’oculistica
"Ovviamente il medico oculista si occupa dell’occhio e del senso della vista. Spesso si ritiene non necessario un controllo perché si ha la percezione di una buona vista, invece bisogna comunicare che alcune patologie di cui vorrei parlare come il glaucoma e la maculopatia possono essere individuate ancora prima che ci siano dei sintomi negativi evidenti. Quindi una visita oculistica dopo i 50 anni è consigliabile a tutti, ancor più se ci sono episodi di familiarità riscontrabili".
Dr. Pollio l’invecchiamento della popolazione, siamo alla media di attesa di vita di circa 86 anni per le donne e 82 per gli uomini, comporta un aumento dell’incidenza di queste patologie dell’occhio?
"Sicuramente sì. Nei nostri paesi industrializzati il glaucoma e la maculopatia rappresentano circa il 70% delle patologie oculari riscontrate. La cataratta, che invece è la prima patologia riscontrata nei paesi non industrializzati, ha avuto da noi una particolare attenzione per cui possiamo dire che con un semplice intervento chirurgico è risolvibile. In quei paesi invece è ancora un gravissimo problema per mancanza di strutture sanitarie adeguate per interventi generalizzati. Per noi il problema è la prevenzione del glaucoma e della maculopatia. Lo ripeto ma penso sia utile: è indispensabile una visita oculistica almeno annuale a partire dai 50 anni".
Quali sono le ultime indicazioni terapeutiche per il trattamento della maculopatia e del glaucoma?
"La maculopatia nella forma secca rappresenta circa il 70% della causa di abbassamento della vista, determina un deterioramento dello spessore della retina che diventa sempre più sottile. Una volta si faceva uso essenzialmente di una simil vitamina, la luteina; oggi abbiamo a disposizione tecniche molto più efficaci come la fotobiomodulazione e la iontoretina, armi che riescono a rallentare o addirittura a fermare il deterioramento dello spessore retinico. I pazienti trattati devono essere già però consapevoli insieme allo specialista che li segue della malattia.
Per il glaucoma si utilizza il laser sotto soglia, una sorta di laser freddo che non comporta ustioni e ritarda l’uso di colliri abbassando la pressione oculare preservando il campo visivo. Infine possiamo dire che il protocollo, l’iter per il trattamento di maculopatia inizia con un accertamento tramite OCT, sorta di tac dell’occhio ed angio-OCT. Questi hanno sostituito la fluoroangiografia che utilizzava coloranti in vena. Se l’accertamento rivela una maculopatia secca abbiamo già descritto il protocollo terapeutico, se umida bisogna ricorrere alla sala operatoria con iniezioni intravitreali che hanno anch’esse approfittato di una ricerca che le rendono meno frequenti".
Dr. Pollio lei a Chieti è Direttore di un importante centro dove tutto quello che ci ha descritto è possibile. Qui nel nostro territorio lei è consulente di Associati Fisiomed. Siamo nelle stesse condizioni?
"A livello diagnostico sicuramente sì, a livello terapeutico stiamo completando la disponibilità delle tecniche citate in attesa che si abbia a disposizione anche il blocco operatorio. Permetterebbe a quel punto di completare tutta l’offerta, siamo davvero a buon punto. La sanità privata deve fare investimenti importanti perché quello che era vero 3 anni fa, spesso in tecnologia sanitaria non è vero oggi.
Fortunatamente la ricerca è in continua evoluzione, propone sempre nuove e più efficaci soluzioni. Sono soddisfatto della collaborazione con Associati Fisiomed perché ho la percezione che gli investimenti e l’innovazione vadano di pari passo. Sono anche molto propenso ad aiutare Associati Fisiomed nel loro grande impegno nell’informazione e comunicazione medico-scientifica. Nel nostro colloquio abbiamo sottolineato di quanto sia importante la prevenzione che può essere stimolata da una cultura della salute rivolta a tutti e che deve essere alla base di tutto il servizio sanitario. Ad Associati Fisiomed anche in questo ambito c’è grande impegno".
Questa notta un’importante operazione interforze è stata condotta nel territorio di Civitanova Marche dalla Polizia di Stato della Questura di Macerata, in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Polizia Locale.
L’intervento straordinario è stato disposto dal Questore di Macerata, in attuazione delle direttive emerse nel Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto.
L’azione coordinata si è concentrata sulla prevenzione e sul contrasto alla cosiddetta "mala movida", nonché ai reati predatori, intensificandosi nei luoghi maggiormente frequentati della città, come il lungomare, dove si trovano numerosi chalet e locali notturni.
Nel corso dei controlli, sono state identificate 160 persone, con particolare attenzione a soggetti con precedenti di polizia. Le forze dell’ordine hanno inoltre effettuato accertamenti su 6 esercizi commerciali, rilevando diverse irregolarità ora al vaglio della Divisione di Polizia Amministrativa della Questura, che provvederà all’eventuale irrogazione delle sanzioni previste.
Sul fronte della viabilità, sono stati fermati 70 veicoli e elevate 2 sanzioni amministrative per infrazioni al Codice della Strada. Durante i controlli, un individuo è stato trovato in possesso di 1,8 grammi di hashish e sanzionato amministrativamente ai sensi della normativa sugli stupefacenti.
L’operazione si inserisce nel quadro del rafforzamento dei servizi di controllo del territorio voluto dalle autorità provinciali nel corso dell’ultimo fine settimana, con l’obiettivo di garantire sicurezza pubblica, soprattutto nelle aree più esposte ad assembramenti e fenomeni di degrado urbano.
Le forze di polizia annunciano che i controlli proseguiranno anche nelle prossime settimane, per contrastare comportamenti illeciti e garantire alla cittadinanza una fruizione serena degli spazi pubblici.
Come facciamo a riconoscere un amore vero da un'idealizzazione? Il confine è labile e di difficile identificazione. Il bisogno di una persona che ci protegga dalle nostre paure e che ci sostenga nel viaggio della vita, ci spinge, a volte, a costruire nell’immaginario individuale l’uomo o la donna ideale.
Ci infatuiamo di chi nella realtà non esiste e proiettiamo su di lui/lei i nostri desideri più intimi. Fabbrichiamo un sogno di cui diventiamo noi stessi prigionieri. Ci soffermiamo solo su ciò che ci piace, mentre soprassediamo su segnali importanti che ci dovrebbero far riflettere sull’esistenza di una reale sintonia.
Coloriamo di rosa, semplici gesti, attribuendo loro significati che non hanno, giustifichiamo così assenze e parole non dette. Portiamo avanti questa menzogna con noi stessi, fingiamo che vada tutto bene e accettiamo le mancanze dell’altro perché è più forte il bisogno di credere nella storia.
Costruiamo un mondo in cui solo noi crediamo, investiamo energia per mantener viva la relazione, accontentandoci delle briciole. Così confondiamo un misero pasto con un banchetto luculliano.
Sentiamo di dover guadagnare l’amore dell’altro, dimenticando i nostri veri desideri. Poi accade che un giorno la realtà si rivela con tutta la sua crudeltà: l’altro supera il nostro limite della distanza emotiva, così ciò che abbiamo sempre saputo senza volerlo accettare, diventa consapevolezza.
Cominciamo a notare la discrepanza tra ciò che abbiamo sperato e ciò che accade realmente: piccole sfumature nei gesti o nelle parole diventano spilli al cuore. Dopo una prima fase di rifiuto, ci sono vari tentennamenti, in cui ci si allontana per poi riavvicinarsi, con vane speranze di un eventuale cambiamento.
Fino a comprendere finalmente che ci si era innamorati di un ideale e non della persona in sé. Perdendo il sogno, perdiamo quella parte di noi che ci aveva creduto e cominciamo a rinunciare alla proiezione che avevamo fatto della nostra persona in quella storia.
La finta intensità che credevamo di vivere, lascia il posto al vuoto. La disillusione pesa come un macigno e ci costringe ad ascoltare quella voce che rivendica un atto d’amore verso noi stessi. Con coraggio, cerchiamo la verità e capiamo come la necessità di sentirsi visti e scelti abbia distorto la realtà.
Comprendiamo che l’amore non può essere frutto del bisogno, ma il risultato di un desiderio puro, dove c’è reciprocità e non si rincorre, un luogo sicuro in cui incontrarsi con lo stesso entusiasmo. La fase di risveglio è dolorosa , ma ci regala quella crescita che ci permette di vedere le proprie dinamiche interiori e di riconoscere il nostro valore.
Sabato 21 giugno si è svolta la cerimonia di inaugurazione della nuova Figuretta delle Fratte, nota anche come "a Madonnetta", situata in contrada Fratte a Montefano. È stato un momento particolarmente sentito dalla comunità, che ha visto una grandissima partecipazione di cittadini insieme alle autorità civili e religiose.
All’evento erano presenti il sindaco di Montefano, Angela Barbieri, insieme al vice sindaco Mirco Monina, all’assessore Franca Tronto e i consiglieri comunali Gilberto Accattoli e Lorenzo Lampa della Giunta comunale. P
Presente anche il parroco Don Iagnesh Shantappa Konganawor, il geometra Angelo Sorcionovo, che ha curato la progettazione e la direzione dei lavori, e Fabio Baldoni, responsabile del coordinamento alla ricostruzione.
Un contributo fondamentale è stato offerto dalla famiglia Petroselli, che ha recuperato e custodito l’antica immagine della Madonna dell’Ulivo, successivamente restaurata con grande maestria da Carlo Capomagi.
Ha partecipato anche la professoressa Marcella Cenci, autrice dei testi storici e descrittivi pubblicati nella brochure commemorativa. Hanno sostenuto l'iniziativa oltre al comune di Montefano, e alle donazioni di liberi cittadini, anche la Banca di Credito Cooperativo di Filottrano – Filiale di Montefano e la Polisportiva Podistica Montefano, dimostrando una forte vicinanza alla vita della contrada.
Durante il suo intervento, il Sindaco Angela Barbieri ha sottolineato: "La ricostruzione della Figuretta delle Fratte è un gesto di amore verso il nostro passato e un segno concreto di attenzione al territorio e alla memoria collettiva. Questa edicola non è solo un simbolo religioso, ma anche un punto di riferimento identitario per la nostra comunità. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo intervento, restituendo dignità e bellezza a un luogo che è parte della nostra storia e dei nostri affetti"
La Figuretta delle Fratte, edificata nel 1950 per volontà del Conte Filippo Hercolani Fava Simonetti, allora proprietario dei poderi della contrada, in collaborazione con l’allora parroco Don Cesare Paolucci, fu costruita dalla ditta Marincioni con il lavoro dei muratori Carnevali M. di Montefano e Giacinto Olmetti di San Biagio.
Prezioso fu anche il supporto di abitanti della zona, come i signori Cenci Giuseppe e Luigi, che contribuirono portando acqua per la preparazione del cemento. La figuretta fu inaugurata durante il mese di maggio, alla presenza dei parroci di San Biagio e Montefano, in un contesto di forte rinascita demografica della contrada.
Voluta anche in occasione dell’Anno Santo del 1950, l’edicola rappresentava un gesto di devozione, ma anche un richiamo a una precedente chiesetta seicentesca denominata "Oratorio della Beatissima Vergine o altrimenti delle Fratte". La sua posizione, all'incrocio di tre importanti strade agricole, ne ha fatto un punto di riferimento tanto spirituale quanto geografico per generazioni di residenti.
L’edicola si presentava come un piccolo tempietto con pianta quadrata, tetto a spiovente, timpano con la scritta "Regina della pace prega per noi" e un crocifisso in ferro battuto. All’interno, un altarino curato con fiori freschi e una nicchia con l’immagine sacra, inizialmente una rivisitazione della "Vergine dei gigli", poi sostituita con la Madonna del Ferruzzi e infine con la Madonna dell’Ulivo.
Nel corso degli anni la figuretta ha subito diversi danni, soprattutto a causa di incidenti automobilistici e, più recentemente, anche per atti vandalici. Fortunatamente, non si sono mai verificati gravi conseguenze per le persone, ma il manufatto è stato più volte restaurato. L’ultimo grave danneggiamento, avvenuto nella primavera del 2024, è stato causato probabilmente da un mezzo pesante che, durante una manovra azzardata, ha fatto crollare il tetto dell’edicola.
Oggi, grazie all’impegno congiunto di professionisti, istituzioni e cittadini, la Figuretta delle Fratte è tornata a vivere. Essa non rappresenta soltanto un elemento architettonico e devozionale, ma anche una parte viva della memoria collettiva: luogo di preghiera, punto d’incontro, pensilina naturale per i passanti, ma soprattutto simbolo di un tempo in cui la comunità si stringeva attorno ai suoi luoghi sacri, anche con semplici gesti quotidiani come portare un fiore o recitare il Rosario durante il mese di maggio.
L’intervento di recupero restituisce oggi alla comunità non solo un bene materiale, ma un patrimonio di identità e tradizione che continua a raccontare la storia di una contrada e della sua gente.
Sport, memoria e spirito di comunità si sono incontrati nella serata di venerdì a Mogliano in occasione della 30ª edizione della Marcialonga dei Colli Moglianesi – Memorial Luciano Vita, una delle poche gare podistiche in notturna delle Marche.
L’evento, organizzato dal Runner’s Club Mogliano con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la collaborazione di Fidal Marche, US Acli, Avis Mogliano e Sacen Corridonia, era valido anche per il 46° Criterium Regionale Marche (CRM).
L’edizione del trentennale ha registrato numeri importanti, con 440 iscritti complessivi. Alla gara dei bambini, organizzata in onore di Federico Garulli, hanno partecipato in 50. La gara competitiva Fidal di 8,5 km ha visto al via 150 atleti, mentre alla passeggiata ludico-motoria hanno preso parte ben 240 persone, a dimostrazione della capacità dell’evento di coinvolgere ogni fascia d’età, dai più piccoli agli appassionati del podismo amatoriale.
Sul fronte agonistico, la gara maschile ha visto trionfare Gianluca Squadroni del Grottini Team Recanati, davanti a Giovanni Cacciamani dell’Atletica Cingoli e Giordano Carassai del Bike Team Monti Azzurri. In campo femminile, il primo posto è andato a Elisa Frudoni Agostini dell’Atletica Ama Civitanova, seguita da Maddalena Barcaioni dell’Atletica Cingoli e Francesca Marilungo dell’Avis Lattanzi Montegiorgio.
Molto partecipata anche la competizione nelle varie categorie. Tra le donne si sono distinte, tra le altre, Elena Ginobili della Sacen Corridonia, Erika Maurelli dell’Atletica Cingoli, Raffaela Martinelli e Jenny Tacconi dell’Atletica Civitanova, Annamaria Perrotta dell’Ama Civitanova, Giuliana Verdicchio della Sacen Corridonia, Rosa Mattiello de La Michetta, Rosa Squadroni dell’Atl. Amatori Osimo e Gabriella Bancora dell’Atl. Osimo.
Tra gli uomini si segnalano le vittorie di Daniele Rocchi, Francesco Zallocco e Marco Cinquantini dell’Atletica Civitanova, Marco Sardellini e Giancarlo Foresi dell’Atl. Trodica, Michele Martufi dell’Atl. Elpidiense, Gianni Giansanti dell’Avis Lattanzi Montegiorgio, Rachid Hallabou della Pol. Acli Macerata, Fabiano Micucci dell’Atl. Potenza Picena ed Elpidio Cappelletti, anch’egli della Pol. Acli Macerata.
Per quanto riguarda la classifica di società, il gruppo più numeroso è risultato essere l’Atletica Civitanova Marche, seguita dal Gruppo Podistico Monti Azzurri e dall’Avis Lattanzi Montegiorgio.
La manifestazione si è svolta in un clima di grande entusiasmo e partecipazione, confermandosi come un appuntamento sportivo e sociale ormai consolidato, che unisce competizione, memoria e condivisione. Un’edizione speciale che ha saputo celebrare degnamente la figura di Luciano Vita e ricordare con affetto Federico Garulli, rafforzando il legame tra sport e territorio.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'avvocato". Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica riguardante i rapporti tra i coniugi oltre all’istituto della donazione. Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da una lettrice di Montegranaro che chiede: "E’ possibile revocare una donazione della moglie al marito che la tradisce?".
A tal proposito risulta utile portare la recente vicenda risolta poi in Cassazione la quale è stata chiamata a pronunciarsi sulla revoca di più donazioni indirette mobiliari ed immobiliari effettuate dalla moglie nei confronti del marito che nel frattempo la tradiva con la propria cognata (la moglie del fratello di lei) mettendo in crisi non solo la coppia ma le intere famiglie coinvolte ed infine anche l’azienda di famiglia della donna tradita nella quale però lavorava tutti i protagonisti della vicenda adulterina.
Nei primi due gradi di giudizio veniva confermata la revoca di tali donazioni fatte in quanto dall’istruttoria erano emersi comportamenti posti in essere dal donatario direttamente nei confronti della donante, che confermavano l’evidenza di un sentimento di disistima ed irrispettosità del marito nei confronti della moglie.
Tenuto conto del principio oramai consolidato giurisprudenziale secondo il quale, «l'ingiuria grave richiesta dall'art. 801 c.c. quale presupposto necessario per la revocabilità di una donazione per ingratitudine, pur mutuando dal diritto penale la sua natura di offesa all'onore ed al decoro della persona, si caratterizza per la manifestazione esteriorizzata, ossia resa palese ai terzi, mediante il comportamento del donatario, di un durevole sentimento di disistima delle qualità morali e di irrispettosità della dignità del donante, contrastanti con il senso di riconoscenza che, secondo la coscienza comune, dovrebbero invece improntarne l'atteggiamento, a prescindere, peraltro, dalla legittimità del comportamento del donatario» (Cass. civ., n. 20722/2018).
Di fatti tali comportamenti erano qualificabili, ai fini previsti dall'art. 801 c.c., come una grave ingiuria, trattandosi, in effetti, di "una pluralità di comportamenti strettamente connessi e rivolti verso la persona della domante e tale non poter essere tollerati secondo un sentire ed una valutazione di normalità".
In effetti, l'ingiuria grave richiesta dall'art. 801 del codice civile quale presupposto necessario per la revocabilità di una donazione per ingratitudine, si caratterizza per la manifestazione esteriorizzata, ossia resa palese ai terzi, mediante il comportamento del donatario, a prescindere, peraltro, dalla legittimità del comportamento del donatore (Cass. n. 22013 del 2016).
Pertanto, in risposta alla domanda della nostra lettrice si può affermare che: "La donazione va incontro alla revocabilità in presenza di una ingiuria grave del marito donatario consistente in un durevole sentimento di disistima delle qualità morali e nell’irrispettosità della dignità della moglie donante se il marito tradisce la consorte addirittura con la cognata con relativa messa in crisi non solo della coppia ma anche delle famiglie coinvolte oltre all'azienda di famiglia" (Cass. Civ., Sez. III, Ordinanza del 20.06.2022, n. 19816).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
"Auguri mamma per i tuoi splendidi 90 anni! Sei ancora la colonna della nostra famiglia, nonostante la tua fragilita' sei sempre forte. Ti vogliamo bene". Sono le parole di Antonio e Maria Teresa Nori a Maria Capuzi di Ussita che oggi compie 90, appena due mesi dopo suo marito , Sante Nori anche lui ussitano che ne ha compiuti 91.
Una unione forte che dura dal 1960 e che i figli Antonio e Maria Teresa hanno voluto omaggiare a Roma insieme alla nipote Benedetta e ad Alessandra, la nuora che tutti vorrebbero. Ma l'abbraccio e' arrivato anche da Visso da Franca Capuzi, la sorella delle telefonate mattutine e dai nipoti Giulio, Romina e dalla piccola Giulia. Ussita e Roma mai ancora così vicini come Maria e Sante, da 65 anni un amore infinito. Auguri a Maria da tutta la comunità di Ussita.
Nonostante fosse sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla madre 65enne, un uomo di 41 anni di Morrovalle è stato nuovamente denunciato dai carabinieri per aver infranto le disposizioni imposte dall'autorità giudiziaria. Il provvedimento era stato adottato nei suoi confronti nei mesi scorsi a seguito di episodi di maltrattamenti in famiglia.
L’uomo, già soggetto alla sorveglianza tramite braccialetto elettronico, ha danneggiato volontariamente il dispositivo rendendosi poi irreperibile, nel chiaro tentativo di sottrarsi al controllo delle forze dell’ordine. Un comportamento che non è passato inosservato ai militari della stazione di Morrovalle, che lo hanno prontamente deferito all’autorità giudiziaria.
Si tratta del secondo episodio di violazione della stessa misura: già lo scorso 7 giugno, infatti, l’uomo era stato sorpreso presso l’abitazione della madre, nonostante il divieto, e in quell’occasione era già scattata una prima denuncia.