L'incarico a Commissario Straordinario per la Ricostruzione è, dopo la maternità, l'esperienza più forte della mia vita.
Lo ha dichiarato l'onorevole Paola De Micheli, in una intervista a IoDonna del Corriere della Sera. Tanti gli spunti offerti alla penna del giornalista Fabrizio Roncone, con la commissaria che individua tre motivi principali per giustificare una ricostruzione che non é partita o che, comunque, stenta a procedere a ritmi accettabili. "Primo, i terremotati non conoscono ancora bene i loro diritti. Molti non hanno capito che lo Stato è pronto a coprire tutte le spese e certo non aiuta tanta burocrazia, legnosa e ottusa.
Secondo, la terra, purtroppo, continua a tremare. E questo scatena in tanti un tragico quesito: ha senso restare e ricostruire una casa e una vita qui? Il terzo motivo sono gli abusi edilizi persistenti, per i quali ho pronta una sanatoria 'chirurgica' che dovrebbe aiutarci a superare certi piccoli abusi e sbloccare la cosiddetta ricostruzione leggera". (Qui l'intervista integrale)
Venti persone sono state denunciate dai Carabinieri della Compagnia di Camerino per falso ideologico e indebita percezione di erogazioni statali. Tutti avevano dichiarato, producento documentazioni false, di essere stabilmente domiciliati a Pieve Torina, percependo così il contributo di autonoma sistemazione (CAS) a seguito del sisma dell'ottobre 2016. Stando ai risultati dell'indagine, i venti denunciati (tra cui uno straniero) hanno sottratto complessivamente alle case dello Stato una somma di poco superiore ai 100mila Euro.
L'intera inchiesta é partita nei mesi scorsi, anche a seguito di alcune segnalazioni, e le 20 denunce emesse, stando a quanto é dato sapere, potrebbero essere solo le prime di una lunga serie, visto che l'intero lavoro di indagine non riguarderebbe il solo comune di Pieve Torina.
I sindaci di Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Bolognola, Valfornace, Monte Cavallo, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Fiastra, Muccia e il commissario prefettizio di Ussita "contro" il collega di Tolentino.
"Nessuno ha mai parlato di Serie A, Serie B o Serie C. Da oggi, però, possiamo parlare di “inqualificabile”. Perché inqualificabile è quanto afferma il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, quando - forse “infantilmente risentito” per non aver preso parte a un paio di riunioni – sostiene che l’intento di quei sindaci che chiedono una suddivisione del cratere in base agli effettivi livelli di danno sia creare “terremotati di Serie A” e “terremotati di Serie B”. Il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, dovrebbe fare un giro a Bolognola, Castelsantangelo sul Nera (colpito già il 24/08/2016 e epicentro della devastante scossa di magnitudo 6.5), Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle, Ussita, Valfornace, Visso o a Camerino prima di lasciarsi andare a dichiarazioni o a commenti che dimostrano una totale e colpevole distanza dalla consapevolezza di quanto accaduto. Prima di fare certe affermazioni inqualificabili e irriguardose, venga a fare un viaggio nella “vera” montagna colpita. Nessuno ha mai detto che Tolentino debba essere escluso da nulla, e nessuno ha mai parlato di esclusioni. Quella che da mesi portiamo avanti è, invece, una sacrosanta battaglia affinché si prenda atto che equiparare la situazione di 138 comuni con danni diversi, problematiche diverse e contingenze diverse, è pura cecità politica".
"In Serie B - proseguono - il collega Pezzanesi ci si mette da solo quando fa certe affermazioni. Abbiamo chiesto, e continueremo a farlo con ogni mezzo e in ogni dove, che si riconoscano i livelli oggettivi di danno e le necessità delle comunità. Se Tolentino rientrerà o meno in una ipotetica “prima fascia” non lo stabiliremo certo noi. Infine, sia chiaro che la riunione a cui Pezzanesi dice di non essere stato invitato non ha seguito i canoni istituzionali. Quel giorno, alle 5,10 del mattino, c’è stata una scossa di magnitudo 4,6 con epicentro a Muccia. Molti sindaci, che quella scossa l’hanno sentita e che da quella scossa sono stati tirati giù dal letto, hanno raggiunto Pieve Torina dove, nel frattempo, stavano arrivando i vertici regionali e della Protezione Civile, oltre alla commissaria De Micheli. Inviti formali non ne sono stati fatti. Gli inviti, quella mattina, li ha fatti il terremoto….chi l’ha sentito…c’era!".
Monte Cavallo ha di nuovo la sua chiesa. Grazie ai fondi raccolti dalla diocesi di Parma, oggi la piccola comunità fortemente colpita dal terremoto ha potuto inaugurare una nuova struttura che va a prendere il posto della chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta, danneggiata dal sisma.
Oltre al sindaco Pietro Cecoli, al taglio del nastro era presente anche monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma, che ha concelebrato la messa inaugurale con l'arcivescovo di Camerino Francesco Giovanni Brugnaro e il parroco di Monte Cavallo don Nello Tranzocchi.
Per il primo cittadino Pietro Cecoli è stato "un grande gesto di solidarietà. Insieme a don Nello avevamo lanciato un appello su Avvenire e la risposta è arrivata subito dalla Caritas di Parma che ha raccolto i fondi per acquistare la struttura. Noi abbiamo provveduto al montaggio e al rivestimento in legno. Sono piccoli segni – continua il primo cittadino, che però servono ad una comunità piccola come la nostra che spesso rischia di essere dimenticata. Fortunatamente la solidarietà si ricorda spesso di noi".
Gli ingegneri marchigiani replicano seccamente alle dichiarazioni del commissario alla ricostruzione, Paola De Micheli. Di seguito la nota diffusa da Feding Marche.
“In una recente intervista, l’Onorevole Paola De Micheli, commissario straordinario alla ricostruzione, ha sostenuto che lo Stato pagherà tutte le spese affrontate dai cittadini per la ricostruzione, ma che non sanerà gli abusi e che non ci saranno condoni.
Come è stato a più riprese denunciato dai tecnici marchigiani, uno dei principali problemi che ostacola la presentazione dei progetti agli U.S.R. è che su moltissimi fabbricati si riscontrano difformità edilizie e strutturali, che per essere regolarizzate necessitano di procedimenti lunghi ed incerti.
Questo è un nodo delicato su cui la Federazione Ordini Ingegneri delle Marche intende fare definitivamente chiarezza a scanso di pretestuosi equivoci. La posizione della Federazione, di concerto con i presidenti degli ordini provinciali della nostra regione, è netta e non lascia spazio a fraintendimenti. La realtà è che non si tratta di abusi, e che nessuno di noi ha mai pensato di richiedere sanatorie o colpi di spugna.
Nelle Marche non ci troviamo di fronte a una situazione di illegalità diffusa e i presunti abusi, come l’Onorevole li ha definiti nell’intervista, sono in moltissimi casi lievi difformità, verosimilmente originate in assoluta buona fede.
È infatti frequente che alcune modifiche dimensionali, se di questo si tratta, siano del tutto involontarie e legate anche agli strumenti di misurazione meno evoluti e ai sistemi costruttivi usati nel passato.
È forse possibile parlare di “abuso” se una parete nella realtà è più lunga di qualche centimetro (ma in molti casi anche più corta), di quanto risulta da un disegno ingiallito, o se una finestra o una porta sono spostate di una spanna su un prospetto d’epoca disegnato a mano?
Il sospetto è che sia la parola stessa a evocare fantasmi ideologici che impediscono valutazioni realistiche, assoggettando un territorio intero a un’ansia di legalità che nessuno di fatto ha mai inteso violare.
Prova ne è che dagli ingegneri marchigiani non sono mai venute richieste di condoni, ma solo istanze per l’introduzione di procedure amministrative snelle che si concludano in tempi certi e che permettano di individuare i reali abusi, evitando deleterie e fuorvianti generalizzazioni.
Anche per quanto attiene al pagamento delle spese, la realtà sembra andare ancora una volta in una direzione opposta a quanto affermato dal Commissario.
Dopo il sisma del 2016 si sono susseguite ben 52 Ordinanze che hanno reso e rendono estremamente complesso elaborare un progetto anche solo per la riparazione dei danni lievi.
Basti pensare che servono mediamente circa 40 elaborati tecnico amministrativi, e che molto spesso gli U.S.R. richiedono chiarimenti ed integrazioni, con tutto ciò che questo comporta in termini di dispendio di energie, tempo e denaro nella presentazione delle pratiche.
Per di più, i costi che i tecnici devono anticipare per le prove tecnologiche sui terreni e sulle murature per poter predisporre i progetti, a fronte del pagamento dei compensi a distanza di uno o più anni, stanno mettendo in crisi il sistema con il rischio concreto di far chiudere molti studi professionali. Tra l’altro la normativa attuale prevede “contributi alla ricostruzione”, il che non equivale a copertura totale dei costi, che risultano spesso insufficienti.
Tra le popolazioni colpite si è addirittura diffusa l’ipotesi, essendo difficile arrendersi all’idea di una burocrazia miope e fine a se stessa, che il “mostro” che è stato messo in piedi serva solo a dilazionare l’onere economico della ricostruzione.
Quasi due anni di interlocuzioni a vari livelli istituzionali, di documenti e di proposte da parte degli ordini professionali, hanno avuto una modesta incidenza in qualche raro comma delle solite 52 ordinanze.
Con l’unico risultato di disperdere il patrimonio di esperienza e di professionalità di chi opera sul proprio territorio, conoscendone a fondo le esigenze peculiari e le criticità.
Infine, mentre si continua a discutere di dettagli senza affrontare con adeguata solerzia e incisività le scelte importanti, si fissano scadenze quantomeno improbabili e si erogano i contributi per l’autonoma sistemazione”.
Marco Capodacqua, Roberto Pellegrini e Giovanni Dall'Armellina hanno compiuto la missione. E poco importa se la spedizione marchigiana si è dovuta fermare a poche centinaia di metri dalla vetta dell'Aconguaca sulle Ande argentine. Il messaggio di solidarietà a sostegno di Monte Cavallo e tutta la provincia di Macerata è arrivato forte e chiaro. E già le associazioni di marchigiani in Argentina si sono attivati per promuovere iniziative concrete a sostegno della ripartenza post sisma. I tre della Aconcagua Experience Team Onlus si sono dovuti fermare a 6.300 metri di altezza, qui hanno piantato i vessilli del Comune e della Provincia. Continuare ancora sarebbe stato impossibile, viste le condizioni decisamente proibitive che si sono trovati ad affrontare. “Questo è stato un gesto di solidarietà immane - ha sottolineato il sindaco di Monte Cavallo, Pietro Cecoli -Tre persone hanno messo a repentaglio la loro vita in un’impresa estremamente difficile per portare alla ribalta il nostro Comune e la Provincia di Macerata. Hanno affrontato condizioni climatiche estreme per far arrivare il più lontano possibile questo messaggio di aiuto. Al di là di quello che sarà poi concretamente, qualcosa già si muove e ne siamo molto contenti, Marco Capodacqua, Roberto Pellegrini e Giovanni Dall'Armellina, che ce l’hanno davvero messa tutta, verranno nominati cittadini onorari di Monte Cavallo. Stiamo già organizzando per la cerimonia. Nel nostro piccolo, è il minimo che possiamo fare per dimostrar loro la nostra gratitudine”. Al ritorno dalla spedizione, presentata il 19 gennaio, il team ha incontrato la stampa alla presenza del sindaco Cecoli e del presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari.
Buona affluenza alle urne nei paesi colpiti dal terremoto nelle Marche. In molti Comuni gli abitanti che sono ancora sfollati sono arrivati o con i bus navetta messi a disposizione dalla Regione Marche o con mezzi propri per votare.
Come a Castelsantangelo sul Nera dove Marco Alfani e il nipote, unici ad abitare ancora in frazione Vallinfante in roulotte, si sono presentati di buon'ora al seggio: un modulo abitativo. A Muccia il tricolore, la bandiera azzurra della Ue e quella della Regione Marche hanno trasformato un centro di aggregazione in seggio elettorale. Nei paesi più grandi si sono registrate, soprattutto prima dell'ora di pranzo, lunghe file e attese, come a Camerino dove il seggio si è concentrato in zona Le Conce nella sede dell'Ipsia 'Ercoli'. A Montecavallo si è votato in una struttura prefabbricata che verrà poi adibita a chiesa. Ad Acquasanta Terme, alcuni abitanti che risiedono nella vallata sono tornati per votare: tre i seggi allestiti.
Visita a sorpresa dello chef Antonino Cannavacciuolo nelle zone dell'entroterra maceratese devastate dal sisma.
Il notissimo chef napoletano si è fermato a pranzo insieme al suo staff a Monte Cavallo al ristorante Il nido dell'aquila di Renzo Budassi ed è stato subito riconosciuto dai presenti con i quali è stato immortalato nelle foto di rito.
Secondo indiscrezioni, Cannavacciuolo sarebbe in zona per girare una puntata del suo "Cucine da incubo" in un ristorante della zona di Visso.
Tre amici accomunati da una stessa idea: aiutare i comuni terremotati a rialzarsi. E per farlo martedì 23 gennaio partiranno alla volta dell'Argentina per scalare la vetta più alta delle Americhe: l'Aconcagua. Una spedizione sulle Ande alla conquista del monte alto 6962 metri per piantare i vessilli del comune di Monte Cavallo e della provincia di Macerata.
Hanno presentato la missione questa mattina in una conferenza stampa al Palazzo della Provincia di Macerata i tre amici facenti parte dell'Aconcagua Experience Team Onlus - Marco Capodacqua, Roberto Pellegrini e Giovanni Dall'Armellina - insieme al sindaco di Monte Cavallo Pietro Cecoli e al presidente della Provincia Antonio Pettinari.
"Un'impresa sportiva dal profondo valore simbolico - ha dichiarato Pettinari - Ne è stata entusiasta anche la vicepresidente dell'Argentina Marta Gabriela Michetti (originaria di Macerata) nella sua visita lo scorso luglio (leggi qui). Io, insieme a tutta l'amministrazione, sono soddisfatto e grato per questa bellissima iniziativa".
"L'anno scorso quando questi tre individui vennero a trovarmi proponendomi l'impresa ho pensato fossero pazzi - ha commentato ironicamente il sindaco Cecoli - Oggi li ringrazio e gli auguro un grande in bocca al lupo. Al loro rientro li aspetterà una magnifica sorpresa che non anticipo".
"Sono molto emozionato - è intervenuto Roberto Pellegrini, originario di Buenos Aires, nella vita istruttore di Karate -Sono sorpreso dell'eco che ha avuto la nostra idea. Abbiamo scelto di portare la bandiera di Monte Cavallo come simbolo delle zone terremotate in quanto è il più piccolo comune del cratere. Ringrazio gli amici sponsor che stanno credendo in noi: la FinLabo, l'Oleificio Bartolini, la EdiLegno, la Star Plast, la PubliInCentro, la Quality, la Olivares La Reconquista e l'Avis di Montefano. E grazie a tutti coloro che ci stanno sostenendo in questo momento".
"Siamo solo tre amici che vogliono fare qualcosa di buono per questa terra - ha dichiarato Giovanni Dall'Armellina - L'idea sembra da matti, lo sappiamo, ma noi ci crediamo davvero. Nessuno di noi è uno scalatore professionista, facciamo altro nella vita. E' una sfida che vogliamo vincere per portare in alto il territorio maceratese, soprattutto dopo la tragedia del sisma del 2016. Non so quanto ci impiegheremo, ma è certo che ce la faremo. Documenteremo tutto in un libro e poi in un film. Sarà un reportage di questa impresa a favore delle popolazioni terremotate".
"Faremo tutto da soli - ha concluso Marco Capodacqua, presidente della Onlus - perchè quel che risparmiamo andrà al comune di Monte Cavallo. L'impresa è ardua: ci sarà carenza di ossigeno, di acqua, ma siamo determinati a portare a termine la missione. Ci vedremo al nostro rientro".
La missione dell'Aconcagua Experience Team può essere seguita sul sito internet www.aconcaguaonlus.com o sulla pagina Facebook Aconcagua Experience Team
Il 28 Dicembre alle ore 12 presso il comune di Camporotondo di Fiastrone è convocato il Consiglio Comunale aperto e la conferenza stampa per l’Istituzione del marchio collettivo “FIASTRONE NATURA”. Il territorio comunale di Camporotondo di Fiastrone è parte del “Distretto Rurale Biologico” della Regione Marche, insieme ad altri 11 Comuni della Provincia di Macerata: Fiastra (territorio Acquacanina), Bolognola, Caldarola, Camerino, Cessapalombo, Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Valfornace e Visso, tutti ricadenti all’interno del territorio GAL SIBILLA.
Questo distretto, essendo caratterizzato da bassa antropizzazione (l'insieme degli interventi di trasformazione e alterazione che l'uomo compie sul territorio allo scopo di adattarlo ai propri interessi e alle proprie esigenze), si presta per sua natura a realizzare prodotti agricoli di elevata qualità, in quanto non potendo competere con areali più consoni a produzioni massive, non ha la necessità di forzare le produzioni. A questi si aggiunge il calore dell'accoglienza che è tipica della tradizione contadina e la qualità di ristoranti, osterie e B&B.
Allo scopo di tutelare e promuovere le pratiche virtuose finora descritte, l’Amministrazione comunale in collaborazione con l’Unione Montana dei Monti Azzurri e l’Università di Camerino ha deciso di istituire un marchio distintivo di tali caratteristiche denominato “FIASTRONE NATURA”. A garanzia dei prodotti agro-zootecnici, turistici e di ristorazione del territorio, il marchio sarà ceduto ad una rete di imprese locali che si riconoscono nelle buone pratiche indicate dal disciplinare e dal regolamento d'uso del marchio stesso.
Si è concluso domenica 22 ottobre il social tour solidale #ripartidaisibillini2, che aveva preso il via mercoledì scorso. Cinque giorni pieni di iniziative ed incontri nelle zone colpite dal sisma, con la partecipazione gratuita e volontaria di oltre 20 tra blogger e instagramer provenienti da Marche, Lazio, Abruzzo, Umbria ed Emilia Romagna.
La seconda edizione del progetto, ideato da Luca Tombesi ed avviato lo scorso anno prima delle scosse di fine ottobre, ha toccato le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata e ha visto la collaborazione di Confcommercio Marche Centrali, IgersItalia, IgersMarche, Associazione Italiana Travel Blogger ed Associazione Sibillini Segreti e Sapori, tutte realtà che già nel 2016 si erano impegnate per la riuscita di un evento nato per aiutare le strutture ricettive e le attività turistiche maggiormente danneggiate.
Importante, in questa edizione, il contributo di Andrea Salvatori del circuito Rifugi dei Sibillini, di Giancarlo Ricottini del Rifugio di Tribbio e dell'Università di Camerino.
I quattro itinerari tematici hanno coinvolto le località di Roccafluvione, Montemonaco, Montefortino, Comunanza, Amandola, Cessapalombo, Caldarola, Belforte, Serrapetrona, Valfornace, Muccia, Camerino, Montecavallo, Visso, Pievetorina e Fiastra, con tappe anche a Foligno, Sellano e Cerreto di Spoleto.
In occasione del pranzo solidale, tenutosi ieri a Fiastra, i partecipanti a #ripartidaisibillini2 hanno raccolto fondi da destinare al progetto "Adotta una Stalla", che da quasi un anno sta sostenendo gli allevatori dell'area. In rappresentanza del gruppo di volontari di Sant'Elpidio a Mare era presente Rossano Orsili, che ha ringraziato per il sostegno e per la continua vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma. Anche Paolo Romagnoli, tra gli organizzatori del festival IlluminAmatrice, ha voluto partecipare al pranzo, ricordando l'importanza del fare rete tra le 4 regioni del centro Italia ed invitando blogger e instagramer a continuare lungo questo percorso di condivisione.
“Anche quest'anno - commenta Tombesi - siamo riusciti ad aggregare un gruppo che ha sposato in pieno la filosofia del progetto e che è riuscito, attraverso immagini suggestive, a veicolare le eccellenze di questa parte importante delle Marche. Voglio ringraziare le strutture che ci hanno ospitato e tutte quelle persone che ci hanno guidato alla scoperta dei Sibillini, permettendoci di conoscere peculiarità enogastronomiche, paesaggistiche e culturali che meritano ancora più visibilità. Un grazie speciale ai volontari del Gruppo Protezione Civile Beni Culturali Legambiente Marche ed al Comune di Amandola per averci fatto conoscere i rispettivi lavori di recupero e messa in sicurezza dei beni culturali nella fase post terremoto”.
Un ringraziamento per l'impegno ed il lavoro svolto da tutti, anche da parte del Direttore Confcommercio Marche e Marche Centrali, Prof. Massimiliano Polacco: "Da tempo oramai supportiamo progetti digitali volti alla promozione e valorizzazione del nostro territorio. Affiancare il lavoro offline, con strumenti social, diventa sempre più importante per raggiungere gli obiettivi di crescita in termini turistici di arrivi e presenze”.
Già avviata l'operazione che prevede la chiusura di 4300 uffici postali in tutta Italia, 159 quelli nelle Marche che dovrebbero quantomeno subire radicali riduzioni di orari di apertura se non la soppressione vera e propria entro il 2019, 52 quelli solo nella provincia di Macerata. Una scelta quella di Poste Italiane basata sulla razionalizzazione dicono, ma che già da tempo trova diversi oppositori.
Infatti già molte sono le segnalazioni dei cittadini che si trovano e si troverebbero ancor più in difficoltà, famiglie che per un invio postale devono e dovranno fare diversi chilometri. Per non parlare della mole di lettere in giacenza, bollette consegnate dopo la scadenza, o addirittura raccomandate urgenti portate al destinatario "con calma". Questi i dati che risultano dalle prime verifiche effettuate. E non sono decisamente confortanti.
A lanciare l'allarme è Patrizia Terzoni, portavoce del Movimento Cinque Stelle alla Camera dei Deputati. “Uno scenario che desta non poca preoccupazione - commenta Terzoni - Se da una parte è vero che oggi tante operazioni si possono fare online o altrove, penso soltanto alla possibilità di pagare una bolletta dal tabaccaio, dall’altra ci sono piccoli centri dove il servizio postale ha ancora un ruolo basilare, soprattutto laddove è alta la concentrazione di cittadini in là con gli anni. In base al documento di 124 pagine che ci è stato consegnato, gli uffici a cui diremo addio sono 52 nella provincia di Pesaro-Urbino, 11 in quella di Ancona, 52 in quella di Macerata, 22 in quella di Fermo e altri 22 in quella di Ascoli-Piceno, molti dei quali in piccole realtà o in comuni interni dove a breve per un invio postale bisognerà fare svariati chilometri. Comprendiamo l’esigenza di riorganizzazione di Poste Italiane, ma un taglio così netto ci pare una scelta scriteriata”.
Il Ministero risponde cercando di rassicurare, dicendo che in alcuni casi degli uffici rimarranno aperti due volte a settimana e che si tratta solo di un piano di razionalizzazione, ma al contrario delle intenzioni la risposta non rassicura per nulla.
"In base alle prime verifiche - prosegue la Terzoni - abbiamo appurato che non sono pochi nelle Marche gli uffici chiusi in via definitiva. Inoltre la scure su questo servizio ha prodotto una mole notevole di missive in giacenza, con bollette consegnate anche dopo la scadenza e compromettendo persino invii prioritari, come raccomandate dell'Inps, avvisi di Equitalia e telegrammi. Naturalmente come M5s non staremo a guardare, e chiederemo al ministro Graziano Delrio di prendere in mano la situazione, perché i cittadini in difficoltà per queste chiusure rischiano di diventare parecchi e molte famiglie ci stanno già inviando segnalazioni”.
Un problema da risolvere con la massima urgenza, considerati i tempi stretti con cui si sta procedendo nell'effettuazione di questa manovra. Gli Uffici Postali del maceratese sub judice sono quelli di Acquacanina, Apiro, Appignano , Belforte del Chienti, Bolognola, Caldarola, Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Cingoli, Colmurano, Corridonia, Esanatoglia, Fiastra, Fiordimonte, Fiuminata, Gagliole, Gualdo, Loro Piceno, Matelica, Mogliano, Monte Cavallo, Monte San Martino, Montecassiano, Montefano, Montelupone, Morrovalle, Muccia, Penna San Giovanni, Petriolo, Pieve Torina, Pievebovigliana, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, Potenza Picena, Recanati, Ripe San Ginesio, San Ginesio, San Severino Marche, Sant'Angelo in Pontano, Sarnano, Sefro, Serrapetrona, Serravalle di Chienti, Tolentino, Treia, Urbisaglia, Ussita, Visso.
Dalla lista evidente anche la chiusura di tantissimi uffici nel cratere dei comuni terremotati. Un ulteriore disagio quindi per le popolazioni colpite dal sisma. Viene da chiedersi se il Ministero abbia valutato anche questo di aspetto.
IN QUESTO LINK L’ELENCO DI TUTTI I 4300 UFFICI POSTALI INTERESSATI DAL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE: https://www.poste.it/Elenco_def_Fase-3_Step-1.pdf
Sono 1.042 le casette consegnate ad oggi agli sfollati delle quattro regioni del centro Italia colpite dai terremoti dello scorso anno. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione Civile sottolineando che sono 436 le soluzioni abitative d'emergenza (Sae) consegnate ad Amatrice, 188 ad Accumuli, 210 tra Cascia e Norcia, in Umbria, 207 in 5 comuni delle Marche (Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Monte Cavallo e Pieve Torina) ed una a Torricella Sicura, in provincia di Teramo, in Abruzzo.
Complessivamente, secondo i dati forniti dalle Regioni, sono 3.699 le casette ordinate da 51 comuni: l'Abruzzo ne ha ordinate 246 per 13 comuni; il Lazio 827, per 6 comuni, le Marche 1.843 per 29 comuni e l'Umbria 783 per 3 comuni. Sul sito del Dipartimento è possibile consultare la mappa interattiva sullo stato di avanzamento dei lavori.
(Fonte Ansa)
Sono poco meno di mille le casette consegnate agli sfollati delle quattro regioni dell'Italia centrale colpite dai terremoti dello scorso anno.
Ad oggi, sottolinea il Dipartimento della Protezione Civile, sono stati completati i lavori in 49 aree e sono state consegnate ai sindaci 966 casette: 435 ad Amatrice, 145 ad Accumoli, 210 tra Cascia e Norcia, in Umbria, una a Torricella Sicura, in provincia di Teramo, e 175 ai comuni di Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Monte Cavallo e Pieve Torina, nelle Marche.
Complessivamente sono 3.699 le Soluzioni abitative d'emergenza (Sae) ordinate da 51 comuni nelle quattro regioni colpite. La regione Abruzzo ha ordinato 246 Sae da installare tra i 13 Comuni interessati, nel Lazio sono 827 gli ordinativi per 6 Comuni, le Marche hanno ordinato 1.843 casette per 29 Comuni e l'Umbria ha chiesto 783 Sae per Norcia, Preci e Cascia.
Sul sito del Dipartimento è possibile consultare la mappa interattiva sullo stato di avanzamento dei lavori
(fonte Ansa)
Un convegno per non dimenticare, per poter tracciare un sentiero tra due eventi che hanno sconvolto le Marche. A distanza di un anno dagli eventi sismici del 2016, un convegno per ricordare anche il terremoto del 26 settembre 1997 dal titolo "1997-2017. I Terremoti e le Marche, Rinascita e Ricostruzioni". L'incontro, organizzato dalla Regione Marche, si è svolto quest'oggi all'Abbadia di Fiastra. Una sala gremita di protagonisti e di persone interessate che hanno voluto ripercorrere il dramma di una Regione, che seppur colpita duramente, si sta rialzando.
Doveva essere presente anche il nuovo Commissario Straordinario Paola De Micheli, che per vari motivi è stata invece assente. Pertanto ad introdurre l'evento è stato il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli; insieme a lui, Vito D'Ambrosio, Presidente della Regione Marche nonché Commissario straordinario Sisma 1997, Cristina Morbiducci, mediatrice dell'evento e responsabile ANSA Marche, il Direttore Regionale e Nazionale Protezione Civile Roberto Oreficini, il Direttore Ufficio Regionale Ricostruzione Cesare Spuri e molti altri.
Due ferite che hanno lasciato segni indelebilI, non solo a livello morfologico, ma anche nel tessuto economico e sociale. Proprio per questo è stato necessario ripercorrere quei momenti con le testimonianze fondamentali di chi ha vissuto nitidamente quel terribile incubo due volte. Sono stati chiamati tre Primi Cittadini di altrettanti comuni colpiti con ferocia dagli eventi sismici: Mauro Falcucci di Castelsantangelo sul Nera, Renzo Marinelli di Castelraimondo e Pietro Cecoli di Monte Cavallo. Tutte e tre le personalità ricoprivano la stessa carica sia nel 1997 sia nel 2016.
Parole toccanti, caratterizzate dalla voglia di ricominciare, di riportare le famiglie nelle loro case, di ricostruire le scuole, di far ripartire l'economia e di risaltare il turismo dell'entroterra marchigiano. Qualcosa si sta muovendo, anche se sono necessari interventi immediati per tutti i 138 comuni. Si è parlato di paesi disabitati e della paura della desertificazione, un processo, purtroppo, già in corso. Allora bisogna puntare sulla valorizzazione del territorio e sui prodotti di spicco della terra, per consentire una ripresa più incisiva. Non sono mancati i ringraziamenti, inoltre, alla solidarietà di tutti coloro che sono vicini alle popolazioni terremotate. Ma dietro alle parole e ai ricordi, c'erano anche degli appelli per fare in modo che un cambiamento ci sia davvero e che nessuno venga dimenticato.
Si terrà sabato 30 settembre ore 10 a Monte Cavallo, presso la tensostruttura di piazza Caduti di Nassiriya, un convegno intitolato "Verso quale ricostruzione". I lavori saranno introdotti dal Sindaco di Monte Cavallo Pietro Cecoli ed i relatori del convegno saranno l'ing Marco Cairoli, l'arch. Emilio Patalocchi ed il signor Tarcisio Senzacqua.
Nel convegno si parlerà di progettazione per la ricostruzione, della relazione tra committente ed impresa, del svolgimento della gara di appalto e contratti, adempimenti ed obblighi del beneficiario in termini di contributo e ricostruzione dei settori produttivi alimentari. Alla termine del convegno si aprirà un dibattito con la cittadinanza ed il tutto terminerà con un pranzo conviviale.
L'evento è organizzato da RE-START, Rete Imprese con il patrocinio del Comune di Monte Cavallo e la collaborazione di REKU sctp
Proseguono i lavori per la realizzazione delle Sae (Soluzioni Abitative di Emergenza) nei territori colpiti dal terremoto: secondo i dati forniti dalle quattro Regioni colpite, sono complessivamente 3.649 le casette ordinate per i 51 comuni che ne hanno fatto richiesta.
In particolare, rende noto la Protezione Civile, la Regione Abruzzo ha ordinato 225 Sae da installare tra i 13 Comuni interessati; nel Lazio sono 798 gli ordinativi per i sei Comuni più colpiti dalle scosse; la regione Marche ha ordinato 1.843 soluzioni abitative per i 29 Comuni che ne hanno segnalato l'esigenza e, infine, la Regione Umbria ha richiesto 783 casette per tre Comuni: Norcia, Preci e Cascia.
Ad oggi, sono stati completati i lavori in oltre quaranta aree e sono state consegnate ai sindaci 743 casette, di cui 138 a Norcia, 373 ad Amatrice, 146 ad Accumoli, 42 ad Arquata, 22 a Pieve Torina, 11 a Montecavallo, 10 a Fiastra ed una a Torricella Sicura (TE). (ANSA)
Il ristorante "Il nido dell'aquila" di Renzo Budassi a Monte Cavallo, esercizio a conduzione familiare, a qualche mese dall'inaugurazione dell'8 aprile scorso, a seguito della chiusura forzata del ristorante causata dagli eventi sismici che lo scorso anno hanno interessato la zona, ha finalmente ingranato la marcia.
Dopo i primi mesi di difficoltà a seguito del sisma, pare sia tornato più "forte" di prima. Ha ripreso a proporre piatti tipici marchigiani (fettuccine al castrato, ravioli al tartufo, pappardelle al cinghiale, salumi locali..) continuando così a vantare un'ottima cucina tradizionale e abbondante. Non a caso infatti vi è una grande affluenza.
I titolari, sempre sorridenti e cordiali, fanno in modo che la clientela si senta a proprio agio in un clima decisamente familiare. Sin dai primi mesi successivi al sisma si sono attrezzati con una cucina mobile potendo così continuare a cucinare per i terremotati e per le forze dell'ordine.
"Non è stato facile abituarsi al cambiamento e, a volte ancora ci manca il vecchio locale in cui tutto ebbe inizio - afferma la moglie di Budassi - ma nonostante ciò siamo soddisfatti. Anzi, la mole di lavoro è anche aumentata: avendo un locale un po' più grande è stato possibile aggiungere qualche coperto. Ci siamo rimboccati le maniche sin dall'inizio riuscendo così a trarre qualcosa di positivo anche da questa tragica esperienza".
La famiglia Budassi è sicuramente un esempio di grande forza di volontà per le tante famiglie che stanno cercando di ripartire: dimostrazione lampante che la montagna è viva e vuole continuare a vivere.
Oggi, ad un anno dall'evento sismico che ha messo in ginocchio molte zone dell'Italia centrale, nei comuni di Monte Cavallo e Pievetorina sono state inaugurate e consegnate le prime casette alle famiglie terremotate.
Le casette hanno diverse grandezze (40, 60 e 80 metri quadri) sulla base della consistenza del nucleo familiare assegnatario e sono interamente arredate e allestite con tecnologie moderne e dotate di elettrodomestici.
Grande è stata l'emozione questa mattina tra gli abitanti dei due comuni che possono tornare a sentirsi a casa dopo dodici mesi difficili passati in alberghi e villaggi sulla costa; persone che hanno vissuto l'ultimo anno nella speranza di poter ritornare nel paese di origine, centro di ogni interesse lavorativo e familiare. Questa giornata ha reso concreta la speranza di questa gente che finalmente può muovere i primi passi verso un nuovo inizio.
"Ho vissuto per mesi in un villaggio a Porto Recanati - afferma la signora Lorenza Testiccioli, assegnataria con suo marito di una casetta a Monte Cavallo - oggi, dopo questo anno così duro, torno a respirare aria di casa: non vedevamo l'ora!". E con questa tante altre le testimonianze.
Per l'occasione vi è stata un'ampia partecipazione da parte delle autorità. Sono infatti intervenuti i sindaci di Monte Cavallo e Pievetorina, Pietro Cecoli e Alessandro Gentilucci, il sindaco di Muccia Mario Baroni, il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il Prefetto di Macerata Roberta Preziotti, il Segretario Regionale del PD Francesco Comi, il Presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari, l'assessore regionale alla Protezione Civile Angelo Sciapichetti e il Presidente di Confindustria di Macerata Gianluca Pesarini.
I sindaci di Monte Cavallo e Pievetorina si ritengono soddisfatti di questo primo passo verso la ripresa. Entrambi hanno seguito i lavori per la realizzazione delle abitazioni giorno dopo giorno. "Non credevamo che tutto questo sarebbe stato possibile a distanza di un anno - afferma Cecoli. Abbiamo premuto perchè i lavori avvenissero in tempi celeri e ringraziamo la Regione e tutti coloro che hanno lavorato sodo quotidianamente per il grande sostegno datoci".
Indubbiamente c'è ancora tanto da fare ma c'è grande ottimismo per il futuro di queste popolazioni che dopo tanto vedono uno spiraglio di luce.
Il giorno prima. Solo dieci e neppure ultimate. Le casette Sae, quelle in legno previste dai provvedimenti governativi, in provincia di Macerata arrivano come uno schiaffo alla dignità dei marchigiani. Si comincia a Polverina di Fiastra, Parco dei Monti Sibillini, alle dieci del mattino, alla vigilia dell’anniversario in cui domani saranno commemorate le 250 vittime del sisma in Italia Centrale. L’emozione e le lacrime di riconoscenza degli sfollati, che sono potuti così tornare da alberghi e case sulla costa, si trasformano subito in stupore amaro quando qualcuno tenta di accendere la luce. L’elettricità non c’è ancora. “Apriamo le finestre”, risolve per non guastare il clima di festa Pino Barchetta, primo assegnatario di un’abitazione assieme alla moglie Tiziana Giuseppucci. Ma un anno dopo le cose incompiute pesano come macigni.
“Non casette, ma case vere, vivibili”, prova a sdrammatizzare Claudio Castelletti, sindaco di Fiastra, il comune sparso fra le tante frazioni in collina dove –sostiene- tutti potranno rientrare entro tre o quattro anni. E il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, ringrazia “tutti quelli che hanno lavorato, senza ferie, compresi sabati e domeniche” per l’istallazione delle casette che hanno un taglio di 40, 60 o 80 metri quadri. “A chi oggi non ha ancora la casetta e vede la ricostruzione lontana –assicura Ceriscioli- dico che questo è il momento della speranza, i nostri 78 cantieri stanno avanzando”. Consegna entro fine anno, promette.
Ma il disagio riemerge forte quando a mezzogiorno tocca all’area di Montecavallo, 57 chilometri da Macerata, anche qui solo undici casette. E più tardi, ventidue in una prima area di Pieve Torina. Nella regione più danneggiata dal sisma l’impressione è di un andamento “mediatico” degli interventi del governo, per salvare l’immagine più che la sostanza, con provvedimenti complessi e farraginosi. “Delle 3.620 abitazioni previste nei 51 comuni del cratere -informa un dossier sul terremoto pubblicato dal gruppo Forza Italia della Camera- solo 326 risultano consegnate e, di queste, solo 218 abitate, tutte nei comuni di Amatrice e Accumuli, nel Lazio, e Norcia, in Umbria”, ovvero in quella che è stata la cassa di risonanza dell’emergenza terremoto. Mentre dei comuni devastati nelle Marche ci si ricorda solo a poche ore dall’anniversario, quando il silenzio si sarebbe trasformato in un boomerang nelle commemorazioni di stampa, radio e tv di questi giorni.
Della situazione reale nelle zone più colpite parleranno domani un gruppo di sindaci, invitati al forum promosso dal “Cortile di Picchio news”, domani 24 agosto alle 18, in Corso Repubblica 10 a Macerata. Mauro Falcucci, di Castelsantangelo sul Nera, Alessandro Gentilucci di Pieve Torina, Marco Rinaldi, ex primo cittadino di Ussita, Emanuele Tondi di Camporotondo e Gianluca Pasqui, di Camerino.
Segnale positivo dal ministro dell’Interno, Marco Minniti che domani alle 17 parteciperà alla messa nella nuova chiesetta di legno a Pescara del Tronto, nell’area Sae della frazione di Arquata del Tronto cancellata dal terremoto di un anno fa con la sua storica rocca. Il rito sarà officiato dal vescovo di Ascoli, monsignor Giovanni d’Ercole, assieme ai parroci dei comuni più colpiti.