Andrea Busiello è il nostro nuovo responsabile della comunicazione. Con l’imminente approdo in serie A2 la società sta cercando di migliorare la propria struttura a 360° e la comunicazione riveste un ruolo chiave per dare risalto alle tante belle cose che vengono fatte. Nato 32 anni fa a Macerata, Andrea Busiello è tra i giornalisti professionisti più giovani delle Marche.
Attualmente é il direttore di YouTvrs.it e punto di riferimento del Corriere dello Sport per la provincia di Macerata. A lui va il benvenuto della società e l’in bocca al lupo per il nuovo incarico. Contestualmente la società tende a ringraziare l’operato svolto da Corrado Bellagamba, prezioso collaboratore dei colori bianco verdi per tanti anni.
“Il peggior biglietto da visita di questa estate 2018? I lavori lungo la superstrada 77 Val di Chienti. Per colpa di quella che si può definire sicuramente una scelta scellerata, tutti gli sforzi degli operatori turistici e di chi quotidianamente si occupa di incoming rischiano, infatti, di essere vanificati. I cantieri dovevano essere rimandati a settembre, la bocciatura è piena per chi ha deciso di aprirli ora. E come se non bastasse sembra che non si possa far nulla perché uomini e mezzi operino di notte. Né sembra si possa far nulla per la sospensione durante i fine settimana”.
L’imprenditore settempedano Sandro Teloni, titolare del relais La Villa a Cesolo di San Severino Marche e ideatore del progetto “Homelike Villas” che ha messo insieme in rete da questa stagione una settantina di ville e dimore storiche tra Marche, Umbria e Toscana, non ci sta.
“I nostri ospiti, così come tantissimi altri turisti e vacanzieri, si lamentano con noi perché sono costretti, soprattutto nel week end, a crogiolarsi al sole per raggiungere la costa tra code, rallentamenti, incidenti e tamponamenti lungo la superstrada 77 Val di Chienti nel tratto dove è stato aperto un cantiere per il rifacimento dell’asfalto. Pochi chilometri dove però si concentrano code anche di due ore in questo periodo. L’ho sperimentato personalmente più volte, ne sono testimonianza decine e decine di automobilisti costretti adesso a percorre una sola corsia, realmente molto pericolosa, a seguito della chiusura totale di una doppia carreggiata, quella in direzione monti - mare. Un’assurdità quella di scegliere di effettuare quest’operazione in questo periodo. La Val di Chienti, infatti, con l’apertura del nuovo tratto scoppia perché utilizzata come collegamento veloce verso il mare anche dai cugini umbri e dal turismo che si sposta da una regione all’altra ma soprattutto dall’Umbria, appunto, alle Marche. Vorrei che tutte le associazioni di categoria, le amministrazioni locali, chiunque abbia a cuore le nostre zone faccia sentire la propria voce. Questa doveva essere la stagione del riscatto, dopo le difficoltà vissute lo scorso anno a causa del sisma. In tutte le fiere, in tutti i convegni, in tutti gli incontri ci sentiamo dire che il turismo è il volano della nostra economica nazionale poi, però, alla prova dei fatti, quando dalla teoria si passa alla pratica, questi sono gli schiaffi che prendiamo. Tutti ci siamo impegnati, e abbiamo scommesso anche di tasca nostra, guardando con fiducia avanti e ora, per colpa d’altri, dobbiamo fare i conti con queste situazioni che sono veramente insostenibili. Proseguire con i cantieri per altre settimane porterà a disdette e ripensamenti. Ho letto di ristoratori che si sono visti cancellare i tavoli da chi rimasto imbottigliato in superstrada, ho assistito a telefonate disperate da parte di chi doveva arrivare presso le nostre strutture a un’ora e invece ci è arrivato due ore dopo. Non è questo il modo migliore per accogliere la gente. Né dalle nostre parti, né altrove”.
Dal dott. Alessandro Maccioni, direttore Area Vasta 3, riceviamo
Il violento incendio scoppiato nel pomeriggio del 6 luglio scorso nell'azienda ORIM di Macerata, specializzata nella lavorazione di rifiuti speciali e materiali ferrosi, ha provocato l’innalzamento di una nube di fumo che ha coinvolto la zona di Piediripa e si è dispersa lungo la Valle del Chienti per diverse ore. L’incendio è stato spento in poche ore senza che siano stati rilevati danni a persone.
Sono stati effettuati numerosi campionamenti di ortaggi, frutta e foraggi che hanno impegnato il personale del Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 3 di Macerata che si è immediatamente attivato con azioni preventive di controllo sulle filiere alimentari.
Si è in attesa dell’esito degli esami di laboratorio che riguardano gli alimenti (ortaggi e frutta), foraggi, acqua, aria, suolo che l’ARPAM e l’Istituto Zooprofilattico hanno avviato sin dai primi momenti dell’incendio.
Sulla base dei risultati dei primi monitoraggi effettuati verrà valutata la necessità di intraprendere ulteriori accertamenti e le conseguenti azioni a tutela della salute pubblica.
I risultati delle analisi saranno resi noti non appena disponibili e seguiranno ulteriori comunicati di aggiornamento.
La Direzione dell’Area Vasta 3 di Macerata non intende sottovalutare la gravità dell’evento ponendo particolare attenzione alle ricadute sulla salute pubblica.
Iniziano questa settimana a Tampere in Finlandia i Campionati del Mondo junior di atletica leggera e nella squadra azzurra sarà presente l’avisina Elisabetta Vandi che, forte dei titolo di campionessa italiana in carica sia indoor in Ancona che outdoor a inizio giugno ad Agropoli, andrà a giocarsi le sue chance nei 400 piani e nella staffetta 4 x 400.
Una convocazione in maglia azzurra di grandissimo significato, la terza di questo 2018 dopo quella indoor a Nantes e quella dei Campionati del Mediterraneo under 23 di un mese fa a Jesolo, per la verità quasi inaspettata, perché lei di anni ne ha diciotto.
Invece a Jesolo, la forte quattrocentista dell’Atletica AVIS Macerata, ha dimostrato di non temere il confronto e di essere matura per i grandi eventi tanto che, con una fantastica gara, ha messo al collo una brillante medaglia di bronzo. Palmares arricchito, successivamente, dall’oro della 4 x 400 dove lei ha corso la seconda frazione.
Nell’occasione l’atleta portò anche il record marchigiano junior a 53” 53, a un decimo di secondo dal record regionale assoluto che appartiene tutt’ora a Daniela Reina dal 2001.
Per Tampere (FIN) la forte velocista, allenata da Valeria Fontan a Pesaro, reduce dal raduno di preparazione a Tivoli, è data in ottime condizioni di forma e cercherà in prima battuta di superare lo scoglio delle batterie.
Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano principale sospettato di aver violentato, ucciso e smembrato Pamela Mastropietro a Macerata, detenuto nel carcere ascolano di Marino del Tronto, ha chiesto di essere interrogato dalla Procura di Macerata. L'istanza è stata formulata tramite i suoi legali, avv. Simone Matraxia e Umberto Gramenzi.
L'indagato, che finora ha respinto ogni accusa, potrebbe essere sentito in carcere il prossimo 20 luglio. nell'ambito del procedimento per la morte della 18enne romana, in cui l'accusa è sostenuta dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli e dal procuratore Giovanni Giorgio. Nell'avviso di chiusura indagini, gli inquirenti hanno contestano a Oseghale i reati omicidio volontario aggravato in quanto commesso nell'ambito uno stupro, vilipendio, distruzione, occultamento di cadavere e violenza sessuale ai danni di una persona in condizioni di inferiorità psichica o fisica. Il gup di Macerata e il Riesame non hanno invece finora riconosciuto l'accusa di stupro.
Nei giorni scorsi, presso la sede della Sezione di Macerata, si è tenuta l’Assemblea Generale dei Soci Effettivi dell'Associazione Nazionale Carabinieri per eleggere il nuovo Consiglio di Sezione composto da 9 consiglieri. I nuovi eletti, il 7 luglio, nella prima riunione. Hanno nominato:Presidente - Luogotenente Giovanni ColucciVice Presidente - Luogotenente Natalino TardellaConsiglieri i Soci Effettivi:Luogotenente Bernetti DomenicoM110 “A” s UPS Guglielmi VitoBrigadiere Mastrangelo GiuseppeAppuntato UPG Menotti GiuseppeCarabiniere Ausiliario Menotti MarcoCarabiniere Ausiliario Ferraccio MassimoCarabiniere Ausiliario Casoni AlbertoIl Nuovo consiglio rimarrà in carica per 5 anni. Il Presidente e Vice Presidente uscenti, Maresciallo Fiori Achille ed Appio UPG Gentile Michele, dopo 20 anni di mandato lasciano l’incarico pur rimanendo soci della stessa Sezione dove continueranno a fornire collaborazione al nuovo consiglio appena eletto.
(In foto Giovanni Colucci e Natalino Tardella)
Si chiude questa sera “Macerata Jazz Estate”, rassegna di Musicamdo Jazz con il patrocinio del Comune di Macerata, che a Palazzo Buonaccorsi ha scelto l’abbinamento musica, storia, arte e gusto per una tre giorni di grandi atmosfere.Si recupera stasera il concerto previsto per venerdì e poi rinviato a causa dell’incendio della Orim. Appuntamento alle 20 con un aperitivo preparato da Il Pozzo di Macerata, storico locale cittadino da sempre legato a doppio filo alla tradizione jazz da gustare rigorosamente in musica con il piano solo del talento Alberto Napolioni.
Tra vini del territorio e prelibatezze che lo raccontano, la serata musicale continuerà poi con il consueto concerto delle ore 21 con “Tonight at Noon”, il sestetto tutto marchigiano composto da Samuele Garofoli alla tromba, Stefano Conforti al sax tenore, Fabrizio Caraceni al sax baritono, Edoardo Petracci al contrabbasso, Roberto Bisello alla batteria e Alessandro Bravo al piano, omaggeranno il grande Charles Mingus.
Biglietto d’ingresso a partire dalle ore 20, 10,00 euro. Con il biglietto d’ingresso al museo di Palazzo Buonaccorsi si ha diritto ad una riduzione sul prezzo del biglietto al concerto (8,00 euro).
Digital Humanities, tecnologie digitali per la salute, turismo linguistico e culturale, marketing dei sistemi agroalimentari, tossicologia forense sono alcuni dei campi di punta dell’Ateneo maceratese.Giovanni lavora in un’importante azienda chimica e non c’è più prodotto che non sia certificato da lui. Giulia si occupa a livello internazionale del settore contrattualistico per uno dei più dei più importanti complessi cantieristici navali d'Europa. Chiara e Sabrina hanno aperto una start up a vocazione sociale che opera nel mondo del turismo. Sono alcuni degli esempi più significativi delle ricadute in termine di impiego dei Dottorati Eureka dell’Università di Macerata, un’iniziativa finanziata dalla Regione che, dal 2012, permette ai dottorandi degli atenei marchigiani di svolgere attività di ricerca anche all’interno delle aziende.
“La pluralità tipica delle Marche può diventare ricchezza se diventa sistema. Oggi è necessario proporre un nuovo modello di sviluppo per affrontare le sfide della contemporaneità. Questi dottorati rappresentano l’occasione per costruire una unità di saperi tra mondo accademico e imprenditoriale”, ha detto il rettore Francesco Adornato. L’occasione è stata offerta dall’incontro con le associazioni di categoria organizzato nei giorni scorsi dalla Scuola di Dottorato e dall’ufficio per le relazioni con le imprese per presentare le opportunità di ricerca applicata. Erano presenti rappresentanti di Confindustria, Cna, Confartigianato, Camera di Commercio e delle aziende coinvolte nei progetti Eureka Tecne 90, Fincantieri e B-Chem.Come hanno anticipato la direttrice della Scuola Laura Melosi e la delegata del rettore per l’imprenditorialità Francesca Spigarelli, supportate dalla funzionaria Catia Rossetti, la Regione insieme ai quattro atenei sta lavorando a un progetto, ancora più innovativo e unico in Italia, che prevede forti sinergie tra gruppi di imprese grandi e piccole e gli atenei nell’ambito di dottorati su tematiche di interesse per lo sviluppo di tutte le Marche.
Digital Humanities, tecnologie digitali per la salute, turismo linguistico e culturale, marketing dei sistemi agroalimentari, tossicologia forense sono solo alcuni dei campi di punta dell’Ateneo maceratese, che in questi settori può già mettere a disposizione una consolidata esperienza frutto di progetti di ricerca internazionali, come hanno illustrato i docenti Francesca Spigarelli, che ha ricordato anche la collaborazione con la multinazionale Philips, Stefano Pigliapoco, che ha annunciato un accordo con il Cnr, Edith Cognini, Alessio Cavicchi e Mariano Cingolani. Sull’importanza di sviluppare una cultura dell’innovazione, rendendo strategico il rapporto tra Università e imprese, hanno insistito anche la direttrice generale di Confindustria Marche Paola Bichisecchi e il segretario di Confartigianato Macerata Giorgio Menichelli.“Il dottorato di ricerca applicata è un’esigenza forte su cui il Ministero insiste dal 2016 – ha ribadito la professoressa Melosi – e che può portare innovazione all’intera Regione”.
I muri non sono fogli di carta. Ma a Macerata in tanti sembrano non averlo capito. Appena ieri, domenica, l’ennesima denuncia contro ignoti per atti vandalici è stata depositata in Questura. Questa volta a pagare le spese della declinazione più incivile della creatività sono stati i titolari del “Jukebox all’Idrogeno” in corso della Repubblica.
L’accesso al loro esercizio commerciale è stato “firmato” dai soliti ignoti ed è solo l’ennesimo episodio in una zona nel cuore del centro storico cittadino che sembra essere stata scambiata per una lavagna a cielo aperto.
“Vogliamo evidenziare – dicono Francesco e Federico Zaffiretti - la situazione del crescente degrado del centro storico, in particolare di corso della Repubblica dove sono presenti numerose scritte dovunque. Lo diciamo non solo come commercianti, ma anche come cittadini che amano e vivono la propria città.
Spesso riscontriamo, anche parlando con clienti o turisti, lo stupore dinanzi a queste brutture non proprio edificanti per la nostra bella città.
Il nostro vuole essere un appello a tutti per riscoprire quel sano orgoglio cittadino sempre più carente. Mancare di rispetto alla nostra città è mancare rispetto a noi stessi”.
Sull'incendio alla Orim interviene anche il senatore Mauro Coltori, portavoce Marche del Movimento Cinque Stelle in Parlamento.
"Il 6 luglio alla ORIM di Corridonia, un'azienda che tratta rifiuti speciali, si è verificato un incendio che è stato accompagnato da piccole esplosioni di origine non ben identificata. Dall'incendio" scrive Coltorti "si è originata una colonna di fumo nerastro con forte emissione di odori acri che rendevano difficile la respirazione.
La nube nerastra si è propagata nello spazio interessando la periferia dell'abitato ed altri centri abitati limitrofi. Alla Ditta sono stai messi i sigilli in attesa che le analisi permettano di comprendere la gravità dell'inquinamento associato alle sostanze che si sono disperse nell'area.
Non è la prima volta che si verificano incendi alla ORIM anche se i risultati delle analisi di un precedente incendio, a vari anni di distanza, debbono essere ancora resi noti. Il Movimento 5 Stelle si era pronunciato contro la edificazione di insediamenti industriali e civili nelle vicinanze della struttura proprio per l'elevato rischio di inquinamento in caso di incidente come quelli che a più riprese si sono verificati nell'area. Ancora una volta a rimetterci saranno i cittadini che vivono nell'area di caduta dei prodotti della combustione, magari anche a chilometri di distanza. Purtroppo eventuali prodotti tossici potrebbero causare malattie e persino decessi a decine di anni di distanza. Pochi mesi fa una situazione di inquinamento analogo, ma in quel caso associabile ad una fuoriuscita di greggio ed alla liberazione nell'aria di benzene ed altre sostanze tossiche si era verificata a Falconara Marittima. Ci si chiede come sia possibile che in contesti così sensibili possano accadere a più riprese incidenti di questo tipo. Il Movimento 5 Stelle esige che vengano effettuate analisi accurate per verificare la tipologia dell'inquinamento, il suo areale ed gli accorgimenti che verranno messi in essere per impedire che eventi simili si ripetano. Dato che queste ditte sono private si constata tristemente ancora una volta come i guadagni siano privati e le perdite, non solo economiche ma anche in termini di salute, siano pubbliche".
Dalla sezione di Macerata di Italia Nostra riceviamo e pubblichiamo:
Coinvolti i territori di quattro comuni. Evacuati un centro commerciale e uffici del circondario. Vietato il consumo di prodotti agricoli raccolti in zona in attesa dei risultati delle analisi dell’ARPAM. Queste, in brevissimo, le conseguenze dell’incendio che qualche giorno fa ha bruciato parte della ORIM, industria che opera nello smaltimento dei rifiuti industriali, a Piediripa di Macerata.
La ferita è ancora freschissima ed intensa è la preoccupazione per le conseguenze di quanto è successo ma, anche in tale situazione, vorremmo provare a evitare facili polemiche nel tentativo di analizzare le informazioni che abbiamo a disposizione (praticamente quelle delle prime righe) e di gettare le basi per una reazione all’emergenza che sia opportuna e lungimirante.
Innanzitutto, cosa è successo? Non è stato un evento naturale, un terremoto o un qualcosa di imprevedibile. L’incendio della ORIM è una conseguenza dell’attività umana, una attività che, seppur svolta, nella migliore delle ipotesi, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza e con tutte le attenzioni possibili, ha determinato un qualcosa che ha spinto quattro sindaci a ordinare ai propri concittadini di rimanere a casa con le finestre chiuse. Il tutto era ampliamente prevedibile e, se fosse stata fatta su quella zona una pianificazione degna, non ci troveremmo nelle condizioni di oggi, in cui possiamo solo sperare in conseguenze che non siano troppo gravi.
Seconda questione che riteniamo rilevante. Dal sito internet della ORIM leggiamo che l’azienda ha una storia più che trentennale, svoltasi per lo più nello stabilimento di Piediripa, zona che nelle ultime vicende urbanistiche maceratesi ha visto la previsione e la realizzazione di nuove volumetrie, residenziali, commerciali e produttive, sia nel comune di Macerata che nell’adiacente comune di Corridonia. Il tutto autorizzato, realizzato e utilizzato come se quello stabilimento pericoloso non esistesse.
Terzo aspetto, che poi, di fatto, contiene tutti i precedenti: il territorio è una risorsa finita, non riproducibile e tutti gli abusi che su di esso vengono di continuo perpetrati si riverberano direttamente, come in questo caso, sulla salute dei cittadini che lo abitano. Tutti ne siamo proprietari, tutti ne siamo responsabili e tutti dobbiamo goderne allo stesso modo: perché questo accada, c’è bisogno che il territorio sia governato sulla base di una serie di norme eque, chiare e trasparenti, valide per tutti. Queste norme esistono, ma la loro applicazione è quantomeno ondivaga.
La regione, con la provincia svuotata di competenze e risorse, appare il primo ente da chiamare in causa per la gestione delle tematiche prima evocate, nel tentativo di dare una qualsiasi risposta alla domanda che ci si poneva nel titolo. Detto questo, non possiamo però non osservare la sua sostanziale assenza: la politica ambientale della nostra regione appare del tutto vuota, mancante del minimo obiettivo definito e dichiarato, sempre in balia dell’emergenza di turno.
Osserviamo con rammarico una regione il cui consiglio approva all’unanimità una legge avanzata dall’opposizione sul divieto di bruciare rifiuti in impianti regionali ma che si trincera dietro ad un parere tecnico negativo per negare il rinnovo di un’autorizzazione ambientale per il proseguo dell’attività del cementificio di Castelraimondo, il potenziale nuovo inceneritore sulla testa dei cittadini marchigiani. Basterà che l’azienda risponda alle prescrizioni mosse dagli uffici regionali per far ripartire tutta la procedura. Osserviamo con preoccupazione una regione che non riesce a bloccare gli iter autorizzativi per l’apertura di nuove cave nei territori dei comuni di Treia e Cingoli, nonostante i vari assessori interessati si siano dichiarati contrari e nonostante, soprattutto, le nuove autorizzazioni per le nuove cave siano state richieste sulla base di un nuovo piano redatto dalla provincia ma su cui la regione non ha ancora espresso un parere ed in palese contrasto con le previsioni regionali. Osserviamo con dolore una regione che saluta con entusiasmo il rilancio della cava della Gola della Rossa, nel pesarese, con tanto di visita di presidente e assessore alle attività produttive, per degli interventi che la proprietà era stata condannata a realizzare dal 2009, con milioni di euro di multe ancora pendenti sulla proprietà rilasciate dalla polizia municipale di Serra San Quirico, sul cui territorio insiste la cava, per aver oltrepassato i limiti imposti dalle concessioni.
Tornando alla domanda iniziale, possiamo quindi affermare che la risposta è nelle mani della regione e della sua amministrazione e che, se si continua sulla strada sinora battuta, con le tematiche ambientali sempre subordinate ad altre istanze, quella risposta non potrà che essere negativa.
Definizione delle priorità. Pianificazione delle modalità per raggiungerle. Attuazione delle modalità pianificate nella gestione del territorio. Come si vede non stiamo proponendo soluzioni più o meno definite ma la definizione di un metodo, ad oggi completamente assente, per la costruzione di quelle soluzioni, un metodo all’interno del quale tutti possono dare un proprio contributo, in cui tutti possono partecipare, con trasparenza e condivisione, portando avanti gli interessi che legittimamente partecipano alla vita democratica della nostra comunità.
La domanda che ci si poneva nel titolo è a suo modo banale per la sua risposta apparentemente scontata. Noi non ci aspettiamo un sì o un no, bensì l’adozione, da parte della politica regionale, di quel percorso che stiamo proponendo: solo quando il territorio sarà considerato come quel bene comune da tutelare e governare nell’interesse di tutti i suoi abitanti potremo finalmente osservare delle risposte reali a quella domanda.
Preoccupati, comprensibilmente. Vogliono sapere cosa hanno respirato durante le operazioni di spegnimento dell'incendio alla Orim. I vigili del fuoco, unitariamente, lanciano un appello per conoscere a quali rischi possano andare incontro, avendo verificato direttamente l'effetto che i liquami e i materiali interessati dal rogo hanno avuto su divise e scarponi.
"Usciamo con questo comunicato stampa in quanto fino a sabato mattina, i firmatari nonché segretari di Cgil – Cisl - Uil, Zitti Giuseppe della Cgil, Belloni Andrea e Berrè William della Fns Cisl, e Tirabasso Rocco della Uil, sono stati impegnati direttamente nelle operazioni di spegnimento ed in quelle di supporto allo spegnimento dell'incendio della ditta Orim.
Vogliamo chiedere a chi di competenza di conoscere quali rischi potrebbero derivare dalle operazioni di spegnimento che noi vigili del fuoco abbiamo eseguito nell'incendio. Ci spieghiamo meglio.
Abbiamo verificato con preoccupazione l'effetto dei liquami e dei materiali interessati dall'incendio che hanno avuto sui nostri indumenti sui nostri dispositivi di protezione individuale.
Ci chiediamo quindi se i nostri dispositivi di sicurezza siano stati sufficienti per tenere al sicuro i Vigili del Fuoco dagli effetti potenzialmente tossici di tali liquami e di tali materiali (presumibilmente anche amianto...) interessati dall’incendio.
Ce lo chiediamo con forza e pretendiamo di conoscere l'esito delle analisi dei materiali interessati dall'incendio al fine di acquisire la dovuta consapevolezza di eventuali effetti collaterali sulla salute dei nostri colleghi.
CGIL - CISL e UIL chiedono risposte chiare in merito ai rischi subiti e potenziali in seguito all'incendio dell'azienda Orim di Piediripa. Prima la sicurezza!
Dopodiché" dicono ancora vogliamo ringraziare tutta la popolazione per il sostegno che ci ha dimostrato così come vogliamo ringraziare le autorità pubbliche ed i vari sindaci dei territori che ci hanno fatto sentire il loro Grazie.
Vogliamo ringraziare anche il comandante dei Vigili del Fuoco di Macerata Patrizietti per aver coordinato insieme ai vari funzionari del comando e capi turno le operazioni di spegnimento in maniera egregia.
Ma un immenso grazie ovviamente va ai colleghi di Macerata ed a quelli di tutta la regione che con dedizione ed impegno hanno scongiurato il peggio. Ottima la collaborazione tra tutti i colleghi delle province di Pesaro, Ancona ed Ascoli Piceno, che hanno fatto “squadra unica” con i colleghi di Macerata. Questa la vera forza dei Vigili del Fuoco.
Ma una precisazione: i vigili del fuoco non sono andati a spegnere l'incendio della Orim con l'intento poi di chiedere dei soldi! È giusto chiedere, così come abbiamo fatto e così come faremo in ogni ambito, la pari dignità retributiva e pensionistica dei Vigili del Fuoco alle altre forze dell'ordine, ma tale richiesta non va espressa, a parere nostro, qui sul territorio provinciale sfruttando la tragedia dell'incendio avvenuto alla Orim .
Questo soprattutto per rispetto dei Vigili del Fuoco che hanno scelto di fare questo mestiere non certo per lo stipendio ma sicuramente per la passione ed il rispetto che hanno nei confronti di questo lavoro.
Tutti i 50 e passa Vigili del Fuoco che sono intervenuti nell'incendio della Orim hanno lavorato con dedizione ed abnegazione a prescindere dallo stipendio e senza l'idea di guadagnarci qualcosa, questo perché i Vigili del Fuoco ci sono e ci saranno sempre a prescindere dal risultato delle azioni sindacali messe in campo per ottenere, ovviamente, il giusto riconoscimento economico e pensionistico per i Vigili del Fuoco".
Ventiquattro ore dopo il tremendo incendio alla Orim, l'area è rimasta completamente incustodita. La denuncia arriva da un residente della zona che, comprensibilmente, manifesta la sua preoccupazione.
Il cittadino, mentre rientrava a casa intorno alle 22.30, ha notato come il sito risultava completamente abbandonato. Dopo la richiesta di interventi sabato sera per un nuovo focolaio e altre esplosioni, l'area interessata dall'incendio domenica era incustodita. "Se va a fuoco un capannone di paglia in mezzo ad un campo, viene sorvegliato per quattro o cinque giorni. Francamente, se oltre al danno c'è anche la beffa, noi non ci stiamo...".
"Chiedo l'intervento urgente del capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Gioacchino Giomi, affinché verifichi cosa è successo e attivi gli uffici sanitari del dipartimento centrale per disporre i dovuti urgenti controlli a tutela della salute dei vigili del fuoco coinvolti nelle operazioni di spegnimento dell'incendio alla Orim di Macerata".
Così Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato autonomo Conapo, interviene in merito alla vicenda dei potenziali rischi per la salute dei pompieri intervenuti alla Orim che "si sono visti ritirare le uniformi e i dispositivi di protezione coinvolti nell'incendio".
"Questi rischi – spiega il sindacalista nazionale - sono purtroppo all'ordine del giorno per noi vigili del fuoco. E' imperativo cercare quanto più possibile di prevenirli e, qualora non possibile, di limitarne le conseguenze dal punto di vista sanitario".
"Ma mi sia anche consentito dire che noi vigili del fuoco siamo stanchi del trattamento che lo Stato ci riserva: con un rischio pari o superiore a quelli che corrono gli altri corpi dello Stato veniamo remunerati con 300 euro di meno al mese, è semplicemente vergognoso e calpesta la nostra dignità", aggiunge.
Torna, puntuale, anche oggi la consueta rubrica "Chiedilo all'avvocato", curata dall'avvocato Oberdan Pantana.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato maggiormente il tema della sicurezza sulle strade e nello specifico il caso in cui l’automobilista sia distratto nella guida dall’uso vietato del telefonino o di altro strumento tecnologico, tanto da comportare un incidente mortale o delle lesioni gravissime. Di seguito le spiegazioni dell'avvocato Pantana.
Innanzitutto, bisogna ricordare che il solo fatto di utilizzare apparecchi radiotelefonici durante la guida, comporta la violazione dell’art. 173, 2° comma, del Codice della Strada, secondo il quale: “È vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di cui all'articolo 138, comma 11, e di polizia. È consentito l'uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie (che non richiedono per il loro funzionamento l'uso delle mani). Inoltre, il comma 3–bis del medesimo articolo, prevede quale sanzione amministrativa il pagamento di una somma da euro 161 a euro 647; infine, viene applicata anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre mesi, qualora lo stesso soggetto compia un’ulteriore violazione nel corso di un biennio.
Mentre, se da tale violazione al Codice della Strada, ne deriva un sinistro stradale dall’esito mortale, il responsabile sarà incolpato del reato di omicidio stradale, previsto e punito dall’art. 589 bis del codice penale, con la pena della reclusione da due a sette anni; infine, se dall’utilizzo di apparecchi radiotelefonici alla guida ne consegue, invece, un sinistro con lesioni gravi o gravissime, ai sensi dell’art. 590 bis del codice penale, il trasgressore andrà incontro al reato di lesioni stradali, punito con la pena della reclusione da tre mesi ad un anno per le lesioni gravi e da uno a tre anni per le lesioni gravissime.
Non sempre, però, risulta agevole poter provare tale tipologia di violazione pur in concomitanza di tali tragici eventi, in quanto l’istantaneità nell’utilizzo di tali strumenti tecnologici, pur fatale per la realizzazione di tali reati, a volte non consente alla Polizia Giudiziaria poter risalire alle effettive cause di tali delitti.
Per tali ragioni, la Procura di Pordenone con la Procura Generale di Trieste, tramite la Direttiva n. 4414 del 26 giugno 2018 indirizzata agli operatori di Polizia Giudiziaria del Friuli Venezia Giulia, hanno posto in essere delle precise indicazioni, condivise sin da subito anche da altre Procure italiane, sul come porre in essere i dovuti accertamenti al fine di far emergere tali responsabilità.
Le distrazioni tecnologiche più frequenti, specifica la direttiva, sono rappresentate dall'uso dei telefonini per chattare, inviare sms, utilizzare la rubrica telefonica, telefonare o riceverne, impostare il navigatore ecc. . In questi casi il conducente perde il controllo visivo del veicolo e può provocare incidenti anche molto gravi. Per questo motivo è estremamente importante che gli organi di vigilanza pongano la massima attenzione su questi dispositivi e su tutte le ulteriori dotazioni di bordo del veicolo come telecamere e scatole nere. In caso di sinistro mortale o con lesioni gravissime, andranno quindi attivati immediatamente accertamenti urgenti sui luoghi, sulle cose e sulle persone, specifica la direttiva, ai sensi dell'art. 354 del codice di procedura penale; in particolare la Polizia Giudiziaria dovrà verificare l'orario esatto dell'incidente ed elencare tutti i dispositivi elettronici presenti sul veicolo, il loro stato unitamente al recupero dei codici di sblocco. Il dispositivo in uso all'eventuale persona deceduta dovrà sempre essere sequestrato prestando attenzione a non spegnerlo; per le persone ferite andrà richiesto il consenso degli interessati mentre i dispositivi di bordo andranno sequestrati assieme al veicolo.
Particolare attenzione andrà riposta, prosegue la direttiva, nel controllo dei dispositivi mobili in dotazione al conducente: se l'autista presterà il consenso l'apparato andrà consultato in loco con informazione sulla facoltà di fare presenziare un avvocato o persona di fiducia purché prontamente reperibile; nel verbale si darà atto di tutto quanto, ovvero se sono presenti messaggi o chat aperte e coincidenti con il momento del sinistro. Se dall'esame del dispositivo non emerge alcun elemento che sostenga l'utilizzo del supporto al momento del sinistro, l'apparecchio verrà consegnato al proprietario, diversamente si procederà al sequestro del cellulare per quanto di competenza.
Inoltre, nell'ipotesi in cui l'autista non risulti collaborativo, la Polizia Giudiziaria potrà procedere alla perquisizione in flagranza con successivo sequestro del dispositivo per i successivi accertamenti tecnici di cui all’art. 360 del codice di procedura penale; se le condizioni lo suggeriscono la Polizia Giudiziaria potrà limitarsi a richiedere all'autista il numero dell'utenza per poi richiedere alla Procura l’acquisizione del tabulato telefonico.
Infine, la direttiva specifica che, tutti i dispositivi che non possono essere esaminati immediatamente con il consenso dell'interessato, dovranno essere sequestrati ed esaminati successivamente con la complessa procedura prevista per gli accertamenti tecnici irripetibili.
Pertanto, l’applicazione da parte della Polizia Giudiziaria di tale direttiva consentirà la migliore ricostruzione dei fatti al fine di far emergere le dovute responsabilità.
Come sempre rimango in attesa delle vostre richieste via mail dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Avv. Oberdan Pantana
"Questa città italiana un tempo accoglieva i migranti. Ora, è un simbolo per la politica dell'ala destra". Titola così il "The New York Times" un articolo (qui) che ha come protagonista proprio Macerata e nel quale il giornalista Jason Horowitz traccia una disamina sugli ultimi mesi vissuti da questa città e dai suoi abitanti. E del circolo di odio e violenza che sembra non fermarsi. Ultimi mesi che, si legge, hanno di certo aiutato l'insediamenteo del nuovo governo italiano, quello che si regge su Matteo Salvini "Ora la forza più turbolenta e potente d'Italia. Più di tutti, ha capito e sfruttato la rabbia scatenata a Macerata".
"Ora, mentre le democrazie liberali - si legge ancora sul prestigioso quotidiano americano - in tutta Europa sono sotto pressione, i nuovi fili del populismo stanno trasformando la politica italiana e velocemente. Il partito nazionalista di Salvini, la Lega, ha aumentato il suo sostegno a Macerata dallo 0,6% nel 2013 al 21% a marzo".
Una situazione che si è acutizzata nel tempo perché "Macerata non è sempre stata così. Aveva una reputazione di tolleranza e, nel 2013, ha vinto il riconoscimento nazionale per i suoi sforzi di integrazione. Un tempo l'ex vescovo si vantava dello spirito accogliente codificato nel DNA della città".
Una città di provincia dove si respirava un'atmosfera tranquilla che ha attratto turisti e studenti, che ha attratto anche Pamela, barbaramente uccisa dopo essersi trasferita in città. Una città di provincia che per molti migranti intervistati doveva rappresentare un nuovo inizio. "C'era l'idea che Macerata fosse una città accogliente", ha detto il signor Diallo, senegalese intervistato dal giornalista. "Ma alcune parti della popolazione non sono pronte."
Dopo la bellissima serata di ieri che ha inaugurato Macerata Jazz Estate, rassegna di Musicamdo Jazz con il patrocinio del Comune di Macerata, nella splendida cornice del cortile di Palazzo Buonaccorsi, sede dei Musei Civici, stasera torna l’appuntamento con la grande musica, l’arte e il gusto.
Infatti, a partire dalle ore 20 si accenderanno i riflettori sul piano solo del musicista umbro Manuel Magrini da gustare con un aperitivo preparato da Il Pozzo di Macerata.Tra vini del territorio e prelibatezze che lo raccontano, la serata musicale continuerà poi con il consueto concerto delle ore 21.
Nel cortile di Palazzo Buonaccorsi spirerà un vento dal Portogallo con il sassofonista Ricardo Toscano e il suo quartetto composto dal pianista Joao Pedro Coelho, dal batterista Joao Pereira e dal contrabbassista Romeu Tristao.
La data di venerdì scorso rinviata per l’incendio della Orim, verrà poi recuperata domani (lunedì 9) con “Tonight at Noon”, il sestetto tutto marchigiano composto da Samuele Garofoli alla tromba, Stefano Conforti al sax tenore, Fabrizio Caraceni al sax baritono, Edoardo Petracci al contrabbasso, Roberto Bisello alla batteria e Alessandro Bravo al piano, omaggeranno il grande Charles Mingus.
Nella notte, intorno all'una, i vigili del fuoco hanno spento un altro focolaio d'incendio alla Orim.
L'azienda di Piediripa è stata infatti colpita da un vasto incendio nel pomeriggio di venerdì (leggi qua l'articolo). Nella notte le squadre dei vigili del fuoco si sono attivate per l'intervento su un nuovo focolaio nato dai cumuli di materiale incendiato ancora sul posto perché sotto sequestro.
Continua e assidua l'attività dei vigili del fuoco che, da venerdì, controllano il luogo dell'incendio ogni due tre ore proprio per scongiurare la possibilità di far divampare nuovamente le fiamme.
Pronti a ricominciare, a ripartire appena possibile e nella stessa sede di Piediripa. Sono i dipendenti della Orim a scrivere per manifestare le loro intenzioni.
"Come collaboratori della Orim S.p.A. riteniamo necessario confermare il nostro intendimento di proseguire l’attività nel sito attuale.
La nostra Azienda ha sede in via Concordia n. 65 a Piediripa dal Settembre del 1984 e leggendo le critiche sui media riteniamo doveroso sottolineare che sono le aziende e le strutture a noi vicine che non sarebbero dovute sorgere accanto ad un’azienda che si occupa di smaltimento e recupero di rifiuti speciali come la nostra - spiegano - Confermiamo che non appena verrà tolto il sequestro potremmo immediatamente riprendere parte delle attività poiché solo un capannone (il C) è inagibile, il capannone B dovrà essere sottoposto a controlli ma complessivamente la nostra Azienda è presente in un’area composta da n. 6 capannoni.
Riteniamo le critiche alla nostra attività assolutamente ingiuste poiché il nostro lavoro permette, ad una parte della popolazione, di vivere tranquillamente in quanto tutte le attività che vengono svolte dalla gente producono rifiuti, direttamente e/o indirettamente, e la Orim trattando questi rifiuti, pericolosi e non, si prende tutto il rischio che altrimenti sarebbe ricaduto su quelli che per ignoranza ci criticano.
Ci scusiamo per il disagio arrecato - concludono - Ringraziamo sinceramente e sentitamente quanti ci hanno aiutato e sostenuto. Noi dipendenti non ci scoraggiamo e siamo pronti a ricominciare, più determinati che mai".
Potrebbe essere stata la caduta di un fusto, omologato precisa l'amministratore unico Alfredo Mancini, durante il trasporto ad aver originato l'incendio che ha interessato tre dei quattro capannoni della Orim, azienda di trattamento rifiuti di Piediripa. Un incendio che ha impegnato lungamente i vigili del fuoco e che ha destato preoccupazione nella popolazione, soprattutto per la nube nera che si levava dal rogo.
La Procura ha aperto un fascicolo per incendio colposo e inquinamento ambientale, per ora senza indagati. Lo stabilimento è sotto sequestro in attesa di concludere gli accertamenti tecnici.
Nessun rischio per la salute o allarme particolare al momento, rassicura il sindaco di Macerata, Romano Carancini. Ma la polemica sul fronte inquinamento è ancora forte. Per Legambiente, con la presidente regionale Francesca Pulcini, che chiede di "accendere tutti i riflettori del caso per evitare ogni possibile ricaduta sanitaria ed ambientale sul territorio Maceratese. Innanzitutto è necessario capire quali sono state le cause dell’incendio, capire cosa è bruciato e parallelamente prendere tutte le misure necessarie affinché si tenga sotto controllo la nube che si è sprigionata. Monitoreremo costantemente gli sviluppi di questi controlli per capire cosa si è sprigionato da quell’incendio e per informare correttamente i cittadini sui loro effettivi rischi per la salute".
“Successivamente - conclude Pulcini - La riflessione necessaria da farsi è sui sistemi di sicurezza. Chiediamo che siano fatti tutti gli accertamenti per valutare se sono scattate tutte le misure preventive di sicurezza per evitare un incendio di simili dimensioni. La sicurezza di tale area è prioritaria, siamo in una zona “mista”, oltre all’area industriale ospita una vasta area commerciale ed aree residenziali a meno di 500 metri di distanza”.
Il consigliere Sandro Bisonni porta il caso in Regione con un'interrogazione con la quale chiede di "conoscere le cause dell'incendio e la qualità e l'efficacia delle misure di protezione civile adottate. Recentemente la Regione Marche ha approvato una legge, di cui sono stato l'estensore, contro la combustione dei rifiuti. Questa scelta importante, oggi guardata anche da altre Regioni d'Italia, implica la volontà da parte delle Marche di porre investimenti e risorse sugli impianti per il recupero e il riciclo dei materiali provenienti dai rifiuti; per tali motivi queste strutture, pubbliche o private, rappresentano elementi di fondamentale importanza al raggiungimento di questo obiettivo”.
“Non possiamo permetterci - sottolinea Bisonni, di vedere incendiati impianti del genere ma purtroppo non è la prima volta che accadono eventi simili, infatti negli ultimi anni si sono susseguiti altri incidenti, ora dobbiamo vigilare”.
"Purtroppo sembra che il nostro territorio, la nostra città non riesca a trovare più pace anche se Macerata è definita “città della pace”. Molto grave quanto accaduto, vista la tipologia di azienda in questione e l'entità del fatto, che ha colpito non solo l'area circostante e la frazione di Piediripa ma anche i comuni limitrofi, parte della vallata del Chienti, la città stessa di Macerata, comuni dell'entroterra e della costa - commenta Mattia Orioli - Ritengo urgente e lecito chiedere alle istituzioni tutte, che diano immediati chiarimenti su quanto accaduto; se vi è stato o vi è pericolo per la salute e per l'ambiente, attraverso indagini ed analisi.
Certamente mi auspico che vi sia un esito negativo e che non ci sia stato ed è alcun pericolo; ritengo che la chiarezza, la verità e soprattutto la trasparenza siano termini insindacabili ed irrinunciabili ai quali sono convinto che si dovrà e si darà sicuramente una risposta, attesa da tutti i cittadini. Ricordo che la questione della ditta suddetta non è nuova all'amministrazione comunale di Macerata, la quale non è stata capace nel tempo di trovare soluzioni alternative, per poter ovviare all'esigenza della ditta di svolgere la sua attività, ed al contempo di non esporre la popolazione a fatti gravi come quelli di ieri.