Continua a salire il tasso cumulativo di incidenza nelle Marche, arrivato a 816,77 casi su 100mila abitanti (ieri 798,19), a fronte di 2.063 nuovi positivi al covid nell'ultima giornata, che rappresentano il 43,2% dei 4.775 tamponi diagnostici, su 5.474 tamponi complessivi.
Ancona resta la provincia con il più alto numero di nuovi casi, 537, a seguire Ascoli Piceno con 435, Pesaro Urbino con 389, Macerata con 386 e Fermo con 213.
Sono 103 i nuovi contagiati di fuori regione. Le fasce di età più colpite sono ancora 25-44 anni con 505 casi e 45-59 anni con 497, seguite da 60-69 con 300 casi. I soggetti con sintomi sono 491, i contatti stretti di casi positivi 559, i contatti domestici 550, i positivi in setting scolastico formativo 27, i contatti in ambiente di vita socialità 8, mentre ci sono 411 casi in fase di approfondimento epidemiologico.
(ANSA)
Il Paxlovid da queste ore può essere ritirato nelle farmacie convenzionate, senza costi a carico del cittadino. Lo stabilisce una nota emanata dal Settore Assistenza farmaceutica, protesica, dispositivi medici dell’Agenzia Regionale Sanitaria.
Dal 21 aprile infatti anche i medici di Medicina Generale possono prescrivere il farmaco per il trattamento del COVID-19 lieve-moderato nei soggetti a rischio non ospedalizzati. Per avere il farmaco basterà presentare in farmacia la ricetta emessa dal proprio medico di Medicina Generale.
Il Paxlovid, prodotto tra l’altro nello stabilimento ascolano della Pfizer, è indicato per pazienti adulti che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad elevato rischio di progressione severa, come ad esempio i pazienti affetti da patologie oncologiche, malattie cardiovascolari, diabete mellito non compensato, broncopneumopatia cronica e obesità grave.
Il trattamento deve essere iniziato il più precocemente possibile, e comunque entro 5 giorni all’insorgenza dei sintomi. La prescrizione del farmaco richiede un’anamnesi farmacologica preventiva, per escludere la presenza di eventuali interazioni con farmaci assunti contemporaneamente dal paziente.
“La cura domiciliare del Covid è fondamentale – ha detto l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - e sta permettendo al nostro Sistema Sanitario di tornare alla normalità”.
“Ringraziamo l’Assessore alla sanita’ della regione Marche per avere immediatamente disposto, dopo la decisione dell’ AIFA , la distribuzione in Dpc nelle nostre farmacie dei farmaci antivirali per il trattamento del Covid-19”. Questa la prima positiva valutazione del presidente di Federfarma Marche Andrea Avitabile.
“E’ la conferma della fiducia riposta nelle farmacie ed anche il giusto riconoscimento per l’impegno profuso nel periodo pandemico" prosegue Avitabile. “Le farmacie dimostrano, ancora una volta, di operare con grande senso di responsabilità nei confronti della collettività, fornendo risposte ai nuovi bisogni di salute emersi nelle varie fasi della pandemia” sottolinea Marco Meconi.
“Anche le farmacie ubicate nelle aree interne della nostra regione, distanti dai centri ospedalieri, sono pronte a garantire gratuitamente la dispensazione del Paxlovid, nell’intento di assicurare la tempestività del trattamento con gli antivirali orali, rivelatasi, su prescrizione dei medici di medicina generale, fondamentali per il buon esito della cura”, evidenzia ancora Meconi.
Opinioni condivise dai presidenti provinciali Gianni D’Aurizio per Ascoli Piceno, Paolo Sacripanti per Fermo, Ida Kazcmarek per Macerata. Andrea Avitabile per Ancona e Stefano Golinelli per Pesaro Urbino che precisano “la distribuzione in farmacia di prodotti innovativi è connaturata alla specifica professionalità del farmacista, che svolge un importante ruolo nel monitoraggio dell’aderenza alla terapia e nell’attività di farmacovigilanza grazie all’esclusivo rapporto quotidiano di fiducia e prossimità con il cittadino”.
La prossima settimana il Parlamento voterà l’emendamento presentato dal Partito Democratico al decreto legge 24/2022 inerente le disposizioni sulla cessazione dello stato d’emergenza, che chiede la proroga dell’operatività delle Usca fino al prossimo 31 dicembre, anziché al 30 giugno come previsto dal testo uscito dalle commissioni. A dirlo è il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi.
“L’emendamento, a prima firma dell’onorevole Paolo Siani – spiega Mangialardi - non è solo opportuno, ma doveroso, considerata l’ancora alta incidenza dei contagi nel territorio nazionale e la possibile recrudescenza che si potrebbe registrare in autunno. Per questo auspico che il Parlamento sappia trovare i numeri necessari per approvare la proposta di proroga ed evitare un imprudente abbassamento della guardia di fronte al Covid che continua a circolare in tutto il Paese”.
“Del resto – prosegue - la medicina del territorio, e in particolare le Usca, hanno dimostrato tutta la loro fondamentale importanza durante la pandemia, sia sotto l’aspetto dell’efficacia e della tempestività del servizio a domicilio rivolto al cittadino, sia per la capacità di alleggerire la pressione sulle strutture ospedaliere, evitandone il collasso”.
“Personalmente sono convinto che tali strutture non solo vadano mantenute operative per tutto il 2022, stanziando ovviamente le risorse economiche necessarie al loro regolare funzionamento, ma è necessario, seguendo coerentemente i principi indicati dalla missione Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, iniziare a pensarle come il caposaldo di una profonda riforma del sistema sanitario nazionale. Una riforma assolutamente necessaria, come purtroppo il dramma del Covid ha largamente dimostrato”.
Risale ancora il tasso di incidenza cumulativo nelle Marche che arriva a 798,19 su 100mila abitanti (ieri 782,73), a fonte dei 2.154 nuovi casi Covid in 24 ore. In salita anche la percentuale dei positivi, 46,3% dei 4.648 tamponi diagnostici su 5.464 tamponi complessivi.
I dati sono resi noti dall'Osservatorio Epidemiologico Regionale, che parla di una fase "stabile" dell'incidenza. La provincia di Ancona ha registrato 585 casi, a seguire Ascoli Piceno cn 407, Macerata con 404, Pesaro Urbino con 390, Fermo con 265.
Sono inoltre 104 i casi di fuori regione. Quasi metà dei nuovi contagi interessa le fasce di età 25-44 anni con 532 e 45-59 anni con 528, seguite da 60-69 anni con 256. Le persone sintomatiche sono 526, i contatti stretti di casi positivi 614, i contatti domestici 563, i positivi in setting scolastico formativo 21, i contatti in ambiente di vita socialità 11, mentre per 405 casi sono in corso approfondimenti epidemiologici.
Una ragazza di 26 anni di origine russa, è stata ritrovata sulla spiaggia di Porto d'Ascoli (FM) questa mattina, intorno alle 8.30, grazie ad una donna che passeggiava con il cane sul lungomare e che alla vista della giovane ha subito allertato il 118.
Intervenuti sul posto i sanitari del 118, la Polizia e la Capitaneria di Porto per prestare i primi soccorsi, hanno trovato la giovane in acqua, in stato di semi incoscenza e grave ipotermia. Una volta stabilizzata a bordo dell'ambulanza del 118, la donna ha ripreso conoscenza ed è stata trasportata in ospedale al Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto.
Dalle prime informazioni rilasciate dalla giovane, che lavora in un locale della costa, sarebbe entrata in acqua di propria volontà. Non ancora chiare le motivazioni alla base di quello che sembra essere un disperato gesto.
Il festival dei Borghi Marchestorie si rimette in cammino per la seconda edizione: la Regione ha emanato l’avviso di manifestazione di interesse riservato ai Comuni delle Marche fino a 5.000 abitanti e ai nuclei storici di particolare rilievo per partecipare al progetto realizzando un evento di spettacolo che interpreti una storia sulla propria identità storica o contemporanea.
Marchestorie è il festival itinerante per scoprire luoghi, tradizioni, cibi, leggende millenarie dei borghi che sono “l’anima e l’identità delle Marche” sottolinea l’assessore alla Cultura Giorgia Latini. Un evento della Regione, in collaborazione con AMAT e Fondazione Marche Cultura, che si ripropone, ancor più ampio e consolidato per il 2022, “nella strategia di riscoprire e rilanciare l’immenso patrimonio di storie, leggende e miti, tra spettacolo, linguaggi suggestivi, divenendo occasione di promozione e attrazione turistica dei nostri meravigliosi territori” aggiunge Latini.
La seconda edizione di Marchestorie si svolgerà dal 2 al 18 settembre 2022 nei piccoli centri del cratere, della dorsale appenninica e della costa, in un susseguirsi di eventi dal venerdì alla domenica, con una offerta continua tra le 18.00 e le 24.00 di almeno una rappresentazione al giorno per un totale di 3 rappresentazioni, a cui si affiancherà l'apertura di chiese e palazzi, negozi e ristoranti, teatri, musei, biblioteche e collezioni.
"La direzione artistica affiancherà i Comuni dall’uscita del bando attraverso una presentazione e una condivisione dei contenuti e della linea artistica che le iniziative dei Comuni dovranno avere anche in termini di qualità e di proposta", si legge in una nota della Regione.
"La storia o la leggenda da raccontare e rappresentare deve appartenere a quel luogo, rispecchiandone la tradizione immateriale e la specificità del borgo e del Comune. Il racconto potrà essere documentato attraverso materiali storici o raccolto dalla tradizione orale. Può essere elaborato artisticamente con la variazione dei testi ma deve esserne rispettata la struttura e, soprattutto, deve appartenere al borgo o ai suoi dintorni".
"Il Comune proponente dovrà presentare un progetto che, oltre a comprendere l’evento di spettacolo, dovrà prevedere altre iniziative collaterali (apertura musei, valorizzazione delle eccellenze locali e dell’artigianato, degustazioni, esposizioni, presentazioni di libri ecc..) che dovranno svolgersi dal venerdì alla domenica del week end nel quale si terrà lo spettacolo".
"Il Comune dovrà predisporre un preventivo dettagliato di spesa per la realizzazione dell’evento prevedendo una compartecipazione finanziaria della Regione Marche fino al 70% del costo dell’evento principale per un massimo di 10.000 euro a ciascun Comune, mentre lo stesso dovrà garantire almeno il 30% del costo. La Regione si occuperà della promozione generale del progetto Marchestorie e della relativa comunicazione attraverso tutti i canali, dai social alle tv, e della predisposizione di un piano promozionale".
"I primi dieci Comuni in graduatoria potranno beneficiare di una maggiore visibilità attraverso una strategia di comunicazione integrata del progetto presentato e del territorio comunale, attraverso ulteriori azioni mirate di promozione a livello nazionale che saranno previste nell’ambito dell’iniziativa Marchestorie".
Via libera all’ultimo emendamento introdotto del governo al decreto bollette, in attesa dell’approvazione definitiva da parte del Senato. Dal 1° maggio, e fino al 31 marzo 2023, entrerà in vigore la cosiddetta “operazione termostato”, il nuovo piano per fronteggiare il rincaro dell’energia e sopperire così alla dipendenza dell’Italia nei confronti del gas russo.
Obbiettivo della manovra – che fa da eco al famoso quesito draghiano: “Vogliamo la pace o il climatizzatore acceso?” - sarà quello di risparmiare circa 4 miliardi di metri cubi entro il 2022, abbassando il consumo di termosifoni (max 19 gradi) e climatizzatori (max 25 gradi) in tutti gli edifici pubblici, scuole comprese.
La guerra russo-ucraina, e le relative sanzioni promosse dall’UE, hanno messo in evidenza le difficoltà da parte dell’Italia di sganciarsi dal 40% del fabbisogno di gas importato dalla Russia, costringendo a misure emergenziali come la riattivazione di centrali a carbone e, non ultima, la stipulazione di nuovi accordi commerciali con altri paesi come Algeria e Qatar (dove la moneta di scambio però sono le armi).
Al momento, la stretta sui consumi non interesserà cliniche, ospedali e case di cura, ma non si esclude un successivo intervento per quanto riguarda le abitazioni private già dal prossimo autunno. Per il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta il maggiore ricorso ai pannelli solari – subito per edifici pubblici e scuole - subirà uno slancio positivo, soprattutto in termini di 'educazione al consumo per i cittadini'. Una tesi avvalorata anche dalla deputata 5 stelle Angela Masi, promotrice insieme agli altri rappresentanti del movimento del suddetto emendamento al decreto Energia, approvato in sede di commissione Ambiente e attività produttive.
Ma come verranno effettuati i controlli? Non esiste ancora una strategia chiara – se non quella delle ispezioni ‘immobile per immobile’ -, fatta eccezione per le multe in caso di violazione delle regole: da 500 a 3mila euro. Ad ulteriore discrezione del governo, sarà anche l’eventualità – attraverso un’altra norma – di ridimensionare il consumo elettrico dei lampioni nelle fasce notturne. Una soluzione che andrebbe a coinvolgere anche le stesse strutture condominiali, dove l’accensione della luce verrebbe ritardata.
Secondo i dati di Nomisma S.p.a., spegnere del tutto i condizionatori in estate e i riscaldamenti in inverno porterebbe ad un risparmio complessivo di circa 30mld di metri cubi di gas. Uno scenario estremo che comunque lascerebbe fuori ancora 46mld di fabbisogno nazionale da coprire in altra maniera. Fermo restando che il grosso dei consumi energetici riguarda le industrie, i servizi e i trasporti.
Nelle Marche continua a salire il tasso di incidenza cumulativo, che arriva a 782,73 su 100mila (ieri era 776,01 in netta crescita rispetto al giorno prima quando era 654,59), a fronte di 1.995 nuovi casi covid in 24 ore, pari al 41,4% di positivi dei 4.815 tamponi diagnostici, su 6.006 tamponi complessivi.
Nella provincia di Ancona sono stati rilevati 552 casi, a seguire Ascoli Piceno con 396, Macerata con 373, Pesaro Urbino con 335, Fermo cn 252, oltre a 87 casi fuori regione. Le fasce di età in cui il contagio circola maggiormente (con 999 casi complessivi) sono 25-44 anni con 524 casi e 45-59 anni con 475, seguite da 70-79 anni con 220 casi, e 60-69 anno con 195.
Dei nuovi casi, 395 sono persone con sintomi, 601 contatti stretti di casi positivi, 512 contatti domestici, 18 i positivi in ambito scolastico formativo, 15 contatti in ambiente di vita socialità, Per 429 casi sono in corso approfondimenti epidemiologici.
(Servizio in aggiornamento)
Secondo gli ultimi dati diffusi dal Mef riferiti al reddito medio nazionale 2020, le Marche si sono posizionate a metà della classifica (13° posto), confermando una stima di 20.390 euro (20.530 nel 2019) e 1.115.892 contribuenti dichiarati. Andando ad esaminare i singoli capoluoghi di provincia, Macerata (20.866) si attesta al secondo posto subito dopo Ancona (21.920), seguita da Pesaro (20.645), Ascoli Piceno (19.919) e Urbino (19.672).
In generale, il reddito italiano ammontava alla fine dell’anno della pandemia a 865,1 mld di euro, ovvero -19,4 rispetto all’anno precedente. Una contrazione prevedibile, e che al tempo costrinse l’economia ad uno stop traumatico, attutito in parte da alcuni degli interventi messi in campo dal governo, come ad esempio i famosi “ristori”.
Ciononostante, la flessione percentuale ha interessato tutti gli aspetti maggiormente rilevanti: oltre ai contribuenti (-0,8%), a calare sono sati anche imprese (-11%), autonomi (-8,6%), e Irpef (-3,5%). Senza tenere conto, naturalmente, dei 3.546 evasori fiscali contati nel 2020, e che sono costati allo Stato (e quindi agli italiani) circa 80 mld di euro.
Ma se gli effetti più devastanti della pandemia sono stati in qualche modo scongiurati, a preoccupare nell’imminente futuro sono quelli relativi alla crisi energetica, al rincaro dei materiali e alla guerra russo-ucraina. Consapevoli del fatto che il vero motore dell’economia marchigiana è rappresentato dal settore delle piccole e medie imprese e del commercio, l’ipotesi di un drastico calo del Pil regionale appare sempre più realistico. Con conseguenze inevitabili per il reddito medio annuale.
Nel 2020 il prodotto interno lordo si era già ridotto dell’8,8% nelle Marche, registrando una maggiore contrazione nel comparto degli investimenti (-10,6% a fronte del -9,1%) e delle le esportazioni (-11,2%). Contemporaneamente, l’attività produttiva aveva registrato una flessione del 13,5% rispetto al 2019, risultato peggiore di quello rilevato a livello nazionale (-11,6%).
Con le sanzioni messe in campo nelle ultime settimane dall’UE nei confronti della Russia, il quadro generale è destinato a peggiorare: a testimoniarlo sono i dati del primo trimestre diffusi da Confartigianato “Macerata-Ascoli Piceno- Fermo”. L’ultimo questionario, in particolare, ha interessato un campione di imprese, provenienti per il 65,4% dal Maceratese, per il 20,5% dal Fermano, per il 14,1% dall’Ascolano. Il settore più rappresentato è quello della moda (22,2%), seguito da edilizia, impiantisti, ristorazione, trasporti, autoriparazione.
Per il 93,8% degli intervistati la crisi generata dalla guerra Russia-Ucraina e le conseguenti sanzioni UE stanno avendo un impatto diretto o indiretto sulla propria azienda, comportando per l’85,2% degli imprenditori l’aumento dei costi di energia e gas, per il 44,4% mancati incassi e per un 35,8% un calo del fatturato in termini d’export. A questo va ad aggiungersi l’aumento del costo delle materie prime e bloccando la produttività.
Proiettando questi dati sull’intera regione, le conseguenze future saranno: calo dell’occupazione, licenziamenti, investimenti congelati, calo della produttività, crisi ulteriore del binomio domanda-offerta (sia per le assunzioni, sia per il commercio), difficoltà sostanziali per le aziende (sempre più incerte sul futuro, compresi gli investimenti del Pnrr) e, dunque, per le famiglie che saranno sempre più portate a risparmiare sui consumi energetici e sui beni di prima necessità.
Passi avanti nella definizione del pacchetto di misure per contrastare il caro prezzi dei materiali edili che, come sta accadendo in tutta Italia, sta determinando seri problemi anche ai cantieri della ricostruzione post terremoto 2016. Venerdì mattina è in programma una nuova riunione della Cabina di coordinamento, guidata dal commissario straordinario, Giovanni Legnini.
Sul tavolo l'ordinanza proposta dal commissario, che prevede l'adozione di un nuovo prezzario unico per il "cratere", per tenere conto del rincaro dei materiali, e l'incremento del costo parametrico, ovvero degli strumenti che servono per determinare il contributo di ricostruzione, destinato ad aumentare nuovamente dopo un aumento temporaneo già deciso nello scorso mese di agosto.
"Sostanzialmente definito il nuovo prezzario dopo un confronto tra le Regioni, le imprese e le agenzie specializzate, si è condivisa la modalità per analizzare e verificare i metodi di calcolo per determinare l'aumento percentuale del costo parametrico", fa sapere la struttura commissariale. Sui nuovi schemi sono ora in corso le verifiche da parte dei tecnici degli Uffici regionali e della stessa struttura commissariale.
L'ordinanza - viene spiegato - "punta a rispondere ai problemi innescati nella ricostruzione pubblica e privata dall'aumento del prezzo di molti materiali edili con un aumento del contributo per le nuove domande, e consentendo un recupero dei maggiori costi a chi ha redatto i progetti sulla base dei vecchi prezzi, e ha già avviato i lavori"
Le conseguenze della guerra Russia-Ucraina sono sempre più pesanti anche sul nostro paese. Le azioni intraprese a livello internazionale si stanno rivelando un boomerang molto pericoloso per la nostra economia e le sanzioni contro la Russia iniziano ad impattare pericolosamente sull’intero sistema nazionale e locale.
Ne sono convinti gli imprenditori del territorio, che hanno risposto ad un questionario anonimo che è stato nei giorni scorsi proposto agli associati di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo. Un modo per cercare di far chiarezza su di una domanda: le misure adottate sono davvero efficaci?
Il questionario ha interessato un campione di imprese, provenienti per il 65,4% dal Maceratese, per il 20,5% dal Fermano, per il 14,1% dall’Ascolano. Il settore più rappresentato è quello della moda (22,2%), seguito da edilizia, impiantisti, ristorazione, trasporti, autoriparazione.
Per il 93,8% degli intervistati la crisi generata dalla guerra Russia-Ucraina e le conseguenti sanzioni UE stanno avendo un impatto diretto o indiretto sulla propria azienda, comportando per l’85,2% degli imprenditori l’aumento dei costi di energia e gas, per il 44,4% mancati incassi e per un 35,8% un calo del fatturato in termini d’export (gli intervistati potevano dare più risposte multiple alla domanda, nda). Tra le altre considerazioni, si evidenzia come le sanzioni stiano aggravando l’aumento del costo delle materie prime e bloccando la produttività.
Le sanzioni sono di qualche aiuto alla questione russa-ucraina? No per il 55,6% degli intervistati, sì per il 16%, mentre un 28,4 % non sa rispondere alla domanda. Quanto all’occupazione, un 38,3% degli imprenditori che hanno partecipato al questionario avevano previsto imminenti assunzioni di personale, ma hanno dovuto rinunciarci per l’effetto boomerang delle sanzioni. Un 27,1%, inoltre, prevede una riduzione del personale per gli stessi motivi (il 34,6% al momento non lo sa, mentre il 38,3% impiegherà gli stessi lavoratori).
Infine, il 66,7% degli intervistati rinuncerà a qualche investimento programmato nella sua azienda (es. macchinari, attrezzature, ecc.) per gli effetti della guerra e il 29,6% ricorrerà ad ulteriori forme di finanziamento o sostegno alla liquidità a causa delle sanzioni.
“Come avevamo già evidenziato nei giorni scorsi, le sanzioni stanno avendo conseguenze disastrose a livello economico – il commento del presidente Enzo Mengoni. – I nostri imprenditori ci hanno espresso tutto il loro malcontento e le preoccupazioni, perché la strada intrapresa sta aggravando quella crisi già partita con lo scoppio della pandemia”.
“Ovviamente anche loro, come tutti, sono profondamente scossi da questa guerra insensata e scellerata, ma le azioni da introdurre per fermare il conflitto devono essere ben ponderate. Nel recente convegno dedicato alla moda, gli operatori hanno rimarcato quanto le sanzioni stiano impoverendo il sistema produttivo, visto che le Marche sono tra i principali territori che esportano in Russia.
Sotto il profilo dell’export, è fondamentale riprogrammare sinergie tra pubblico e privato per intercettare nuovi mercati e proprio nel corso del convegno è stato fatto un importante passo avanti: qui, erano presenti diversi parlamentari marchigiani, che hanno ribadito la volontà di creare una task force per rilanciare l’economia.
Quanto al caro bollette, per calmierare i prezzi bisogna sia intensificare quelle relazioni internazionali che vadano a ridurre la dipendenza dal gas russo, sia incentivare energie alternative, dando finalmente respiro alla tanto invocata riconversione green”.
Si amplia la Rete Regionale Elisuperfici (R.E.M.). Questo grazie al rinnovo del Protocollo d’intesa, il cui testo è stato approvato dalla Giunta regionale, per l’implementazione, l’adeguamento, la conduzione e la gestione dei siti di atterraggio, che consentirà di estendere la Rem, con l’inserimento di siti non convenzionali, detti HLS non STD, quali ad esempio i campi sportivi o altri siti ritenuti idonei, nell’ottica di implementare la capacità di soccorso anche nei territori non dotati di elisuperfici.
“Il sistema di elisoccorso è un servizio straordinariamente importante per la nostra regione – dichiara l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini – L’aspetto fondamentale del Protocollo è che esso contiene azioni rivolte a tutti i soggetti pubblici, quali i Comuni, che vogliano dotarsi di una base di atterraggio. Senza grandi sforzi economici si può così raggiungere un grande risultato per il bene delle comunità, perché i visori notturni dei nostri mezzi consentono di avere piazzole per il volo notturno anche senza investimenti sull’illuminazione”.
“Attualmente – continua Saltamartini – disponiamo di due elicotteri che devono garantire la tempestività del soccorso in situazioni estreme per persone che devono essere trasportate rapidamente all’Ospedale Torrette di Ancona. Intendiamo proseguire l’attività di sviluppo della rete e conto, entro la fine di questa consiliatura, di raddoppiare le piazzole di atterraggio. In un futuro immediato, inoltre, ci sarà un grande sviluppo dei siti sfruttando le risorse del Pnrr”.
Nel corso degli anni, la Regione Marche ha sempre più potenziato il servizio di elisoccorso, ritenendo, il potenziamento del servizio stesso, strategico ai fini dello svolgimento delle attività di soccorso alla popolazione su tutto il territorio regionale.
Ad oggi risultano presenti nel territorio regionale, oltre alla base HUB di Ancona Torrette ed alla base HEMS di Fabriano San Cassiano, 35 elisuperfici, alcune già operative ed omologate al volo notturno mentre altre risultano ancora in fase di realizzazione o adeguamento.
Quattro sono le elisuperfici di nuova realizzazione: Carpegna, Apecchio, Urbino e Monte San Giusto. Di queste, ad oggi in fase di avvio dei lavori di progettazione e realizzazione, le prime tre risultano finanziate nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Marche 2014 -2020, mentre quella di Monte San Giusto risulta in fase di progettazione/realizzazione con fondi propri da parte del Comune stesso.
Il Protocollo d'Intesa definirà l’insieme delle attività e degli impegni tra la Regione Marche e gli enti proprietari delle elisuperfici necessari al mantenimento e all’estensione del servizio di elisoccorso H24 con volo notturno, su tutto il territorio regionale. L’intesa, già in precedenza sottoscritta e scaduta, si ripropone aggiornata e durerà fino al 31 luglio 2027.
Il Protocollo è già stato approvato da tutte le diverse Amministrazioni interessate. Resta infatti in capo al soggetto proprietario proporre al competente Settore Sistema Integrato delle Emergenze l’inserimento del sito proposto nella rete dei punti di atterraggio; in tal caso la valutazione tecnico-aeronautica ai fini della idoneità dello stesso verrà espressa successivamente alle verifiche effettuate dagli esperti aeronautici dell’Impresa appaltatrice del servizio di elisoccorso.
I soggetti proprietari dei siti, ai fini della sicurezza del volo, si impegneranno a conservare i siti stessi, in modo che siano mantenute inalterate le condizioni esistenti al momento dell’avvio del servizio.
Dopo giorni di incidenza in calo e un numero minore di nuovi casi covid, il tasso cumulativo su 100mila abitanti torna sopra 770, a 776,01, nelle Marche (ieri 654,59), a fronte di 2.894 nuovi positivi nell'ultima giornata. Secondo l'Osservatorio Epidemiologico Regionale, che rende noti i dati, l'andamento dimostra una "presenza forte del virus sia nel nostro territorio sia a livello nazionale".
I positivi rappresentano il 39,6% dei 7.304 tamponi diagnostici analizzati su 8.728 tamponi complessivi. Come sempre la provincia di Ancona totalizza il maggiore numero di casi, 804, a seguire Ascoli Piceno con 596, Pesaro Urbino con 547, Macerata con 492, Fermo con 334, oltre a 121 casi di fuori regione.
Le fasce di età più colpite sono 25-44 con 780 casi, e 45-59 con 730, seguite da 60-69 anni con 301. Le persone con sintomi sono 492, i contatti domestici 817, i contatti stretti di casi positivi 801, i positivi in setting scolastico formativo 11, i contatti in ambiente di vita socialità 12. Per 734 casi sono in corso approfondimenti epidemiologico.
Continua, comunque, a scendere nelle Marche il numero dei ricoveri ospedalieri legati al Covid, arrivati nell'ultima giornata a 184, dieci in meno rispetto a ieri. I dati della regione Marche indicano che ci sono stati anche 39 dimessi.
La diminuzione riguarda tutti i tipi di reparti: i pazienti in terapia intensiva sono scesi a 5 (-2), quelli in semi intensiva a 50 (-3), quelli in reparti non intensivi a 129 (-5). L'occupazione dei posti letto nelle intensive è al 2%, in area medica al 17,7%.
Sono otto i decessi legati al Covid nelle ultime 24 ore, che fanno salire il totale a 3.814 dall'inizio della pandemia. Sono morti 5 uomini e 3 donne, di età compresa tra 79 e 100 anni, tutti alle prese con patologie pregresse.
Ci sono 18 persone in osservazione nei pronto soccorso, 119 ospiti nelle strutture territoriali. I positivi alla data di oggi sono 8.109 (tra ricoverati e isolamenti), le persone in quarantena per contatto o isolamento domiciliare perché positive sono 19.543, di cui 577 con sintomi. I dimessi/guariti dall'inizio della pandemia salgono a 414.775.
“Ci aspettiamo dal governo, che insieme alle sanzioni, le quali sono utili da una parte, dall'altra delle azioni di supporto alle nostre imprese e alla nostra economia, che non possono sopportare da sole questa ennesima fase di difficoltà". Lo ha detto, ieri, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, parlando a "L'Economia d'Italia", evento organizzato dal Corriere della Sera nella sede di Confindustria Marche ad Ancona.
Parlando della crisi legata al conflitto in Ucraina, il governatore ha invocato un intervento del governo e dell'Europa a sostegno delle imprese gravate dalla pandemia, dai rincari energetici e di materie prime ed ora anche dalle sanzioni e dal blocco dell'export verso la Russia e l'Ucraina.
"La programmazione europea e il Pnrr sono strumenti importanti - ha osservato - ma in questo momento non sono gli strumenti che desideriamo vedere come risolutivi, perché sono strumenti di programmazione e di emergenza per il Covid" accanto a questi "l'Europa deve aprire un provvedimento a supporto di chi maggiormente subisce le sanzioni".
"Dobbiamo essere vicini non solo agli imprenditori, che lo meritano - ha insistito - ma a intere filiere che rappresentano la ricchezza e che sono la forza della nostra occupazione, che rappresentano il futuro del nostro territorio, perché se venisse penalizzato ulteriormente noi perderemmo competitività e, tra il sisma e lo spopolamento che viviamo, diventa un problema veramente molto rilevante".
Nelle Marche prosegue la discesa del tasso di incidenza che arriva sotto 700, per l'esattezza 654,59 su 100mila abitanti (ieri era 773,08) a fronte di 877 nuovi positivi nelle ultime 24 ore, pari al 41,5% dei 2.112 tamponi diagnostici analizzati su 2.2437 tamponi totali.
La provincia di Ancona ha registrato 231 casi, seguita da quella di Ascoli Piceno con 188, Pesaro Urbino con 155, Macerata con 151, Fermo con 107, oltre a 45 casi fuori regione. Le fasce di età in cui il contagio circola maggiormente sono 25-44 anni con 277 casi, e 45-59 anni con 253, seguite da 60-69 anni con 100.
Le persone sintomatiche sono 239, i contatti stretti di casi positivi 221, i contatti domestici 208, i positivi in ambito scolastico formativo, 9 contatti in ambiente di vita socialità, mentre per 182 casi sono in corso approfondimenti epidemiologici.
Nell'ultima giornata sono stati registrati sette decessi, cinque donne e due uomini: nell'Anconetano, una 75enne e una 92enne di Jesi, una 86enne di Serra San Quirico, una 82enne di Filottrano, un 85enne di Ostra Vetere, una 81enne di Falconara Marittima; nel Maceratese, un 62enne di Tolentino. Il totale di vittime nelle Marche sale a 3.806.
Nell'ultima giornata, nelle Marche, 617 positivi rilevati, con incidenza che scende da 779,54 a 773, 08, +4 ricoverati e tre deceduti in correlazione al Covid-19. Questo quanto emerge dai dati diffusi dalla Regione Marche nel giorno di Pasquetta.
Per quanto riguarda i ricoveri, attualmente sono 197 di cui 7 in Terapia intensiva (invariati), 54 in semintensiva (+2) e 136 in reparti non intensivi (+2) mentre sono 29 le persone dimesse in un giorno. La percentuale di occupazione di pazienti Covid dei posti letto resta al 2,7% per le Terapie intensive (totale 256 posti) e sale al 18,6% in Area Medica (190 degenti su 1.013).
Il totale di positivi scende a 8.849 (-428), gli isolamenti domiciliari salgono a 20.346 (+14); i guariti/dimessi si attestano a 410.279 (+1.042). Gli ospiti di strutture territoriali sono attualmente 130 e 18 le persone che si trovano in osservazione nei pronto soccorso.
Nell'ultima giornata son stati registrati tre decessi: nel Fermano, un 85enne di Porto Sant'Elpidio, una 89enne di Ponzano di Fermo; in provincia di Ascoli Piceno una 88enne di San Benedetto del Tronto. Il totale di vittime nelle Marche sale a 3.799.
Secondo gli ultimi dati Istat, ad oggi sono circa 3800 i deceduti nelle Marche a causa del Covid. L’attuale fase di circolazione del virus, nella nuova sottovariante Xe (+10% contagiosa), deve essere letta anche in rapporto alla ridotta pressione sugli ospedali. La diminuzione dei casi del 6,4% cui stiamo assistendo in Italia è dovuta anche ai sempre meno tamponi eseguiti (-6,5%), dato che rende più complesso il monitoraggio su base nazionale.
Da qui il recente annuncio di Aifa nel voler estendere la quarta dose – più il richiamo annuale – oltre che ai soggetti cosiddetti fragili, anche agli over 50. A questo si aggiunge il via libera ufficiale anche per i medici di base alla somministrazione dei nuovi antivirali. “L’obbiettivo rimane quello di raggiungere al più presto l’immunità di gregge”, afferma il direttore di Malattie Infettive dell’Ospedale di Macerata, Alessandro Chiodera, invitando alla cautela rispetto all’allentamento delle restrizioni.
Stiamo effettivamente andando incontro alla fase endemica del coronavirus? Dobbiamo capire che questo virus non se ne andrà mai via: bisogna prenderne atto e imparare a conviverci il prima possibile. Soprattutto perché ancora non sappiamo se avrà le medesime caratteristiche di un’influenza stagionale.
Come dovremo comportarci rispetto alla nuova sottovariante? Questo virus sta semplicemente continuando a fare quello che gli riesce più naturale, ovvero replicarsi. Se finora la nuova Xe non ha avuto un impatto maligno è perché abbiamo una buona percentuale di popolazione vaccinata. Ma bisogna stare attenti: le persone continuano a morire di Covid. I soggetti fragili sono i più esposti, ma è bene che anche i soggetti più forti a livello immunitario non abbassino la guardia.
Per raggiungere l’immunità di gregge basterà il vaccino? Continueremo anche con la somministrazione di antivirali e monoclonali. Di queste ultime siamo arrivati a quota 200, e la loro copertura arriva fino all’80%. Ma non abbiamo ancora dati certi sull’efficacia a lungo termine: sappiamo solo che in pochi vanno incontro alla fase più grave della malattia. Ciononostante, ho assistito personalmente alla morte di una paziente lo stesso giorno che aveva iniziato al terapia, forse troppo tardi. Il 100% di successo non può essere mai garantito.
Per quanto riguarda la quarta dose, sarà necessario estenderla a tutta la popolazione? Per ora sembra di no, ma se vogliamo raggiungere al più presto l’immunità di gregge è probabile che si debba fare in autunno. Mi rendo conto però che in giro ci sia molta stanchezza riguardo la vaccinazione: per ora pensiamo a concentrarci unicamente sui più fragili.
È saggio secondo lei procedere con l’allentamento delle restrizioni? Bisogna comunicare un messaggio chiaro a tutti i cittadini, che è quello di “non liberalizzarsi troppo”. Credo che mantenere ancora le mascherine al chiuso sia un’ottima scelta.
In questi due anni e mezzo di pandemia i marchigiani come hanno risposto alle misure anti Covid? Le statistiche hanno comunque reso testimonianza di un comportamento non proprio brillante da parte della Regione e i suoi abitanti, rispetto alla vaccinazione. Diciamo che si è agito meglio più per quanto riguarda le mascherine, il distanziamento ecc.
Cosa non ha funzionato secondo lei nella comunicazione scientifica? Si è creata troppa confusione. Se è vero che le conoscenze del virus sono venute fuori un poco alla volta con conseguente variabilità di opinioni, è stato allo stesso tempo un errore confondere le varie figure professionali: epidemiologi con infettivologi, semplici medici con luminari ecc. Le informazioni sono state chieste alle persone sbagliate con conseguente esasperazione da parte delle persone.
Durante la pandemia avete ricevuto adeguata assistenza anche da parte della Regione? Per i farmaci siamo stati in linea col resto del mondo: monoclonali e antivirali sono arrivati da noi quasi subito. Il supporto al personale all’inizio c’è stato con la somministrazione di incentivi, come le borse di studio. Poi però questi incentivi si sono fermati.
La Sanità poteva essere più preparata? Se avessimo mantenuto aperti almeno i reparti di malattie infettive nati negli anni ’80 – per via dell’AIDS – avremmo potuto isolare molti più casi e contenere contagi e ricoveri. Ma si tratta di un discorso generale tutto italiano: invece di mantenerla, si è scelto di rinunciare a un’ottima rete infettivologica non appena è cessato l’allarme HIV.
Le Marche chiudono la settimana di Pasqua una flessione del 14,34% di casi covid (-1.969 casi). Nelle 24 ore l'incidenza è in calo a 779,54 casi ogni 100mila abitanti (ieri 787,93) e i nuovi positivi sono 1.663, pari al 32,7% dei 5.085 tamponi diagnostici analizzati.
La provincia di Ancona totalizza 473 casi, seguita da Ascoli Piceno con 337, Pesaro Urbino con 305, Macerata con 284, Fermo con 192. I casi fuori regione sono 72.
Come sempre le fasce di età più colpite sono 45-59 anni con 408 casi e 25-44 anni con 408, seguite da 60-69 anni con 244. I soggetti con sintomi sono 410, i contatti stretti di casi positivi 474, i contatti domestici 439, i positivi in setting scolastico formativo 8, per 317 casi sono ancora in corso approfondimenti epidemiologici.
Per quanto riguarda la situazione ospedaliera, i ricoverati negli ospedali marchigiani per Covid sono 193 (-9), di cui 7 in terapia intensiva (+1). Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è del 18.3%, mentre quello in terapia intensiva del 2,7%
Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 4 decessi per Covid-19. Le vittime sono: un 85enne di Urbania, un 95enne di Recanati, un 77enne di Montegiorgio, un 52enne di San Benedetto del Tronto. I morti per Covid nelle Marche dall'inizio della pandemia sono 3.796.
Anche nel periodo delle festività pasquali, le Marche offrono numerosi spunti capaci di unire gusto e tradizione enogastronomica. Affondando le proprie radici nella storia e nella profonda cultura religiosa, il folclore culinario della regione vede in questo particolare momento dell’anno l’importanza di celebrare la Resurrezione rompendo la Quaresima di preghiera e digiuno con ricette che spaziano dal dolce al salato.
Il Ciauscolo “spalmabile” (I.G.P.) - Si parte, naturalmente, con la colazione, dove il ciauscolo “rex imperat” fra i salumi che si accompagnano al tipico menù diviso fra uova, pizza al formaggio e coratella. Storicamente, si tratta di un prodotto tipico del territorio di Macerata, soprattutto nella zona dei Monti Sibillini. Nasce in epoca romana come derivato del ‘cibusculum’ (“piccolo cibo”), che veniva preparato dai contadini al termine della lavorazione del maiale (detta in gergo “pista” o “salata”) con i rimasugli delle carni. Per festeggiare il duro lavoro della giornata.
Il gusto di quel salume e la sua caratteristica consistenza divennero poi le basi per la creazione del più noto “ciauscolo”, la cui ricetta originale prevede la macinatura di tre parti nobili del maiale, cui vanno ad aggiungersi sale, un po’ di vino e infine dell’aglio, che rilascia il suo aroma con la sola immersione nel vino senza essere incorporato direttamente nell’impasto.
La “Crescia di Pasqua” - La Crescia è una variante della più nota 'pizza al formaggio': ricca soprattutto di pecorino, la ricetta originale integrava ben 40 uova – simbolo di rinascita della Pasqua - con una spruzzata di pepe, e va mangiata insieme ai salumi.Questo piatto sembra risalire al periodo medioevale, realizzato presso il monastero di Santa Maria Maddalena di Serra de’ Conti (provincia di Ancona). Il nome “crescia” viene accostato alla notevole crescita dell’impasto ad opera della lievitazione e della cottura in forno. Nel 1848 finisce ufficialmente nel ricettario “Memorie delle cresce di Pasqua fatte nel 1848” scritto dalle monache e in un altro anonimo Lauretano del 1864 intitolato “Il cuoco delle Marche”.
Frittata con le erbe - Rimanendo ancora nel momento della colazione , incontriamo un piatto profondamente legato alla cucina povera e le cui origini si perdono nel tempo. Il che giustifica anche la presenza oggi di sue varianti – tutte gustose - per ogni provincia delle Marche.
Nelle zone vicino ad Osimo, per esempio, si può scegliere tra la versione rognosa e quella con la vitalba, oppure con i carciofi o le cipolle novelle. Molto rinomata è anche quella con asparagi selvatici ad Avacelli e a Urbino. Nella zona di Jesi si usano mazzetti di erbe aromatiche varie (salvia, rosmarino, basilico e menta), mentre nel maceratese gli ingredienti più comuni sono la borragine e la mentuccia. Caratteristica principale del piatto, comunque, è quello di risultare una frittata piuttosto alta rispetto a quella più classica.
Curiosità: a Serra San Quirico (AN) usavano un tempo aggiungere anche qualche goccia di acqua benedetta.
I Vincisgrassi - Spostandoci in zona pranzo, non poteva mancare il piatto simbolo delle Marche, che nel 2022 ha torvato posto nel registro europeo Stg. Una delle ipotesi più accreditate sull’origine dei Vincisgrassi rimanda alla tradizione culinaria maceratese del 1779, con un nome leggermente diverso: “princisgras”, un termine settecentesco che indicava la parola “principe” e “grasso”. Il piatto, infatti, era così ricco che avrebbe fatto onore anche alla tavola dei nobili.
In un’altra versione avvalorata, i Vincisgrassi sarebbero una rivisitazione dei “princisgras” del famoso cuoco dell’epoca Antonio Nebbia, che ne pubblicò la sua ricetta nel libro “Cuoco maceratese” nel 1781.
Curiosità: il piatto ebbe in poco tempo una diffusione capillare nelle trattorie e nei ristoranti della regione, diventando appunto una delle bandiere gastronomiche delle Marche per i visitatori e i turisti stranieri. Tra i più famosi degustatori, troviamo il famoso attore e regista Orson Welles, che nel 1952 ebbe modo di apprezzare i Vincisgrassi in un ristorante tipico di Ancona.
Ciambelle “strozzose” - Per chiudere in bellezza il pranzo pasquale, ci spostiamo nella zona del Fermano. Si tratta di uno dei piatti “poveri” più difficili da realizzare, visto che la tradizione – contadina ovviamente - vuole che la sua preparazione inizi la notte del Venerdì Santo per poi terminare con la cottura nel forno a legna la mattina stessa della Domenica di Pasqua. Questo prima, ovviamente, che ci si affidasse alla rapidità dei forni elettrici.
La preparazione delle “strozzose” – cosiddette perché il loro impasto consistente rischia di mettere a dura prova la deglutizione - anticipava quella di tutte le altre pietanze utilizzandole come una sorta di tester per calibrare la temperatura del forno. Originariamente accompagnate da salame e pecorino, alcune vergare ne realizzavano una versione dolce decorando le ciambelle dopo la cottura con la fiocca, una glassa preparata con albume d’uovo montato a neve, succo di limone e zucchero al velo. Immancabile il mistrà, liquore tipico marchigiano che esalta la lievitazione e il gusto.
Curiosità: leggenda narra che le vergare realizzassero queste ciambelle in gran segreto, la notte o con le persiane chiuse durante il giorno, per sfuggire all’invidia e al furto della ricetta stessa.
Dolci alternativi: l’agnello dolce (la versione pasquale de “Lu serpe de Natale” di Cingoli e Falerone) e i calcioni (ravioli ripieni di ricotta e zucchero) tipici di Serra San Quirico e Treia.
Auto posteggiata va in fiamme: attimi di apprensione quelli vissuti questo pomeriggio, alle 16:30 circa, nel comune di Porto Sant'Elpidio. Il fatto si è verificato, nel piazzale antistante il Cimitero della cittadina rivierasca.
Sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco di Fermo che ha spento le fiamme mediante l'utilizzo della schiuma antincendio evitando il propagarsi del rogo ad altre vetture. I pompieri, successivamente, hanno anche posto in sicurezza l'area dell'intervento. L'auto, in seguito all'incendio, ha riportato numerosi danni alla carrozzeria. Nessuna persona è stata coinvolta.