Dall'ex presidente del consiglio comunale di Tolentino, Mauro Sclavi, arriva una proposta destinata a sollevare inevitabili discussioni.Sclavi, infatti, ha scritto una lettera aperta al ministro dell'Interno Angelino Alfano, al prefetto di Macerata Roberta Preziotti e al sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, nella quale invita le istituzioni a spostare lungo la costa i migranti alloggiati in abitazioni agibili delle zone colpite dal sisma, per lasciare le case alla gente del posto rimasta senza casa e consentirle di raggiungere più agevolmente i luoghi di lavoro."Dopo le prime fasi dell’emergenza" scrive Sclavi "sarà necessario prestare attenzione alle famiglie ed ai lavoratori sfollati, perché l’attuale sconvolgimento dovuto al sisma sta mettendo a dura prova la nostra proverbiale forza e laboriosità.Considerando che molti concittadini sono stati costretti a mettersi in salvo sulla costa ed in altri luoghi molto lontani dalle abitazioni e dal posto di lavoro, ". Spostando i rifugiati sulla costa, le strutture da loro occupate, che risulteranno agibili potrebbero essere destinate a coloro che garantiscono una normale attività lavorativa e che al momento compiono centinaia di chilometri. Le nostre aziende vivono del lavoro degli operai che se pur spauriti e senza casa continuano a lavorare con la caparbietà e l’abnegazione che caratterizza da sempre la gente delle Marche".
Solidarietà al sindaco Rosa Piermattei, e alla popolazione settempeda colpita dal terremoto, è stata espressa da Joseba Mirena Zorrilla Ibañez, primo cittadino di Balmaseda, cittadina spagnola gemellata con San Severino Marche fin dal 1999.“Vorremo far giungere la nostra vicinanza e il nostro affetto a voi tutti - ha scritto in una lettera il sindaco della cittadina dei Paesi Baschi - Siamo a vostra disposizione sperando di poter collaborare in qualche maniera per alleviare la terribile situazione che state vivendo”.Nell’atto che ufficializzava il gemellaggio fra San Severino e Balmaseda le due comunità si erano promesse di mantenere cordiali rapporti di amicizia, fratellanza e unione fraterna impegnandosi per il benessere di entrambe le comunità attraverso reciproci atti di coesistenza. Il terremoto ha così rinsaldato il fraterno legame.
Cartoceto Dop, il Festival in accordo con il Premio Internazionale Massimo Urbani, ha scelto di sostenere l’Università di Camerino, unendo cultura musicale e ricostruzione, per alimentare la speranza e il futuro.Domenica 13 novembre, infatti, alle ore 18.30 il Teatro del Trionfo di Cartoceto in occasione di "Cartoceto Dop, il Festival - 40^ mostra mercato dell'Olio e dell'Oliva" organizzata dal Comune di Cartoceto e dalla Pro Loco, ospiterà la giovanissima vincitrice del Premio Internazionale Massimo Urbani 2016, Emilia Zamuner. Una voce straordinaria del nuovo jazz italiano che proprio a Camerino, sede del Premio, principale concorso per giovani talenti del jazz, aveva sbalordito la giuria di esperti e si era aggiudicata il prezioso titolo.In occasione del concerto, il pubblico presente potrà aderire al progetto #ILFUTURONONCROLLA per contribuire alla costruzione di un campus universitario internazionale UNICAM per studenti meritevoli.
Si è svolto oggi presso il Multiplex di Piediripa l’incontro tra i rappresentanti de la protezione Civile regionale e nazionale ed i Sindaci dei comuni della Regione Marche per l'illustrazione della scheda "Sisma Fast".
Si tratta della scheda tecnica per il rilevamento sui fabbricati per l’agibilità sintetica post-terremoto. "Fast" sta infatti per "Fabbricati per l’Agibilità Sintetica post-Terremoto".
In merito alla richiesta dei moduli abitativi per i piccoli comuni è stata evidenziata l'esigenza di procedere al censimento dei fabbricati danneggiati nel minor tempo possibile e d'ausilio è appunto la scheda Fast.
Legata alla compilazione della scheda è la relativa procedura che è stata attivata in conseguenza della pubblicazione del documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento di protezione Civile del 4 novembre 2016 (prot. n. CENS/TERAG 16/0059235) e che si concretizza in una rapida ricognizione o su singoli edifici o indifferentemente su tutti i fabbricati che si trovano in aree perimetrate che sono preventivamente indicate dai Sindaci.
Erano presenti il Capo della Protezione civile Regionale di Cesare Spuri e l''ingegnere Dolce del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.
E' stato innanzitutto chiarito che la compilazione della scheda FAST non sostituisce la scheda Aedes. Anzi, laddove l'edificio
La scheda FAST (nella versione 01/2016) ha un’unica facciata che ricalca la prima facciata della scheda Aedes ed in cui vanno inserite le seguenti informazioni sull'edificio che si è verificato:
Identificativo dell’edificio Mappa dell’aggregato strutturale Caratteristiche geometriche Destinazione d’uso Struttura portante Giudizio/Esito FAST
In quest ultimo caso le opzioni possibili sono:
◦ AGIBILE ◦ NON UTILIZZABILE ◦ NON UTILIZZABILE SOLO PER RISCHIO ESTERNO ◦ SOPRALLUOGO NON ESEGUITO, in questo caso occorre specificare il motivo per cui non è stato possibile condurre il sopralluogo.
La scheda non serve nel caso in cui i sindaci abbiano già provveduto al censimento ed alla dichiarazione di inagibilità a mezzo ordinanze.
Di seguito il link per scaricare la scheda
http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Scheda_FAST.pdf
Iginio Straffi è il fondatore e il presidente della Rainbow, il più grande studio di animazione d'Europa notissimo grazie al cartone Winx Club. Straffi, originario di Gualdo, ha iniziato la sua carriera grazie alla Sergio Bonelli Editore che ha riconosciuto il suo talento all'Università di Milano e lo ha subito assunto come direttore artistico.Dopo aver girato il vecchio continente seguendo progetti di animazione, è tornato nelle sue Marche e ha fondato la Rainbow nel 1995 e, in pochissimo tempo, è riuscito a costruire un impero con dieci aziende tra le quali, uno studio di animazione per le produzioni TV, uno studio che si dedica interamente alle produzioni cinematografiche, un’accademia per la formazione di nuovi talenti, una casa editrice, una digital house per lo sviluppo di giochi online, parchi tematici ed eventi. "Lavorare nelle Marche è molto piacevole dal punto di vista paesaggistico, dei rapporti umani e della qualità della vita" dichiara Straffi "ma ci sono difficoltà nelle infrastrutture, per i collegamenti con l'unico aeroporto di Ancona - Falconara e la mancanza della banda larga in gran parte del territorio. Al di là di questi limiti, però, qui c'è il vantaggio di vivere in una provincia sana".Non solo Winxs Club. Dall'instancabile matita di Iginio sono nate e continuano a nascere tante idee di successo, tra le ultime Regal Accademy, in onda su Rai Yoyo che, dopo il successo in Italia e Europa, è uscito anche in America registrando ottimi ascolti.Oltre all'animazione la Rainbow sta puntando su un nuovo target con i cosiddetti live action, o più semplicemente telefilm, che guardano ad un target di adolescenti e giovani, come Maggie e Bianca Fashion Friends, coprodotto con Rai Fiction e in onda su Rai Gulp. A gennaio la serie sbarcherà in Francia, Germania, Russia e altri Paesi fiducioso sulla riuscita data l'ottima partenza in Italia."Stiamo cercando di aprirci a nuovi mercati" spiega Straffi "come ad esempio la Cina. Inoltre, nel futuro cercheremo di puntare sui live action per accaparrarci una nuova fetta di mercato, oltre a rafforzare con nuove idee e progetti il mondo dell'animazione. Stiamo anche girando il film Tiro libero, del regista Alessandro Valori mio compagno di liceo, proprio in nei comuni maceratesi. Non ci fermiamo mai, siamo in continua evoluzione".Nel suo sito scrive: "Sono cresciuto in una terra meravigliosa in prossimità dei Monti Sibillini, dove un bambino ha spazi illimitati per liberare l’immaginazione. Se ripenso alla mia infanzia, posso ancora sentire l’emozione dell’avventura, il piacere di ascoltare storie e raccontare storie, il mio desiderio di fermare il tempo attraverso la scrittura e il disegno. Ho avuto la fortuna di vedere i miei sogni dell’infanzia realizzarsi e spero che la mia storia possa ispirare tutti i bambini a non smettere mai di sognare".Ora la sua terra natia è stata devastata dal terremoto e Straffi non si è tirato indietro per aiutare amici e parenti in difficoltà e tutta la popolazione con iniziative per dare una mano ai terremotati."Sono preoccupato e dispiaciuto, è una tragedia immane che ha colpito i nostri centri che già faticano nel riuscire a portare avanti piccole imprese locali, cercando di far sì che non tutti i giovani lascino queste terre." Parla con un filo di emozione il fondatore della Rainbow "Sono la nostra storia, la nostra tradizione, oltre che i luoghi dove ho vissuto la mia infanzia (Straffi ha lasciato Gualdo in seconda elementare). Credo che il nostro territorio debba risorgere, il problema è che lo Stato deve riuscire a dare quel sostegno che serve per aiutare a far rinascere l'entroterra maceratese e la gente deve dimostrare, come fece il Friuli a suo tempo, che vuole riprendersi il suo futuro. Io sostengo lo spirito lavorativo dei marchigiani, grandi lavoratori, persone che non si piangono addosso. Ovviamente la macchina amministrativa del Governo deve fare la sua parte, altrimenti, le persone si scoraggiano e potrebbero aumentare i tempi di ripresa. Nella migliore delle ipotesi, credo che servano quattro o cinque anni per riavere un territorio florido come quello che è stato spazzato via dal sisma".
Si è svolto di recente l’appuntamento tanto atteso a Villa Emaldi, una location eccezionale e suggestiva, nel cuore della campagna faentina.Si sono alternate in passerella tra le sale della villa le collezioni della stagione Autunno/Inverno 2016/2017 proposte dalle Boutique Molinella, I Cuccioli, Bruno Liverani donna, Lunablu, la gioielleria Borgo d’oro, il sensuale intimo di Intima di Sabrina, Pellicceria Magnani con i suoi capi pregiati, Le Logge calzature di Lugo, gli occhiali di Ottica Inn e i simpaticissimi bambini di Baby Blu.La serata carica di fascino e bellezza oltre ad incantevoli modelle ha portato in passerella gli ospiti d’eccezione, i giocatori della Rekico Raggisolaris Faenza, squadra che milita nel campionato di serie B di pallacanestro.L’evento ideato da Carlotta & Tatiana event planner è stato presentato da Daniele Gattelli con il supporto musicale del dj Antonio Belcastro.Si ringraziano i parrucchieri Revolution per le acconciature e Alice Cavina make up artist per il look delle modelle.
Fermateli! Subito. Con pene esemplari.In questo momento di emergenza totale, dove migliaia di persone non hanno più casa e cercano una sistemazione che, purtroppo, molto probabilmente si protrarrà per mesi e mesi, ci troviamo di fronte a uno scenario condito da un continuo pericolo di sciacallaggio e proprietari di immobili che vorrebbero affittare o vendere ad un prezzo molto superiore al canone di mercato, approfittando dell’esigenza abitativa di migliaia di persone.L’allarme sciacallaggio arriva anche dal sindaco di Belforte, Roberto Paoloni, che scrive "Considero sciacalli anche chi chiede cifre indecenti per affittare casa a chi ha perso la propria ed è in mezzo la strada".Si vocifera di rincari consistenti, percentuali importanti. In un momento come questo, invece, sarebbe opportuno mantenere un livello normale di prezzo per non mettere in difficoltà chi soffre per un disagio grave come il terremoto. Ci sarebbe addirittura chi, per liberarsi degli inquilini e rimettere sul mercato gli immobili a prezzi più alti, ha “stracciato” contratti di locazione regolari. Fortunatamente, accanto al rialzo dei prezzi, ci sono anche proprietari che si sono messi una mano sul cuore e hanno addirittura abbassato il canone richiesto. Segnalazioni arrivano anche per rialzi improvvisi del prezzo di noleggio di camper e roulottes.Insomma, dopo gli enormi danni all’economia locale causati dal sisma, il mattone è diventato inevitabilmente il bene più pregiato. Per chi ha pensato di speculare sui drammi anche dei suoi stessi concittadini il sindaco di Belforte non trova altra definizione che “sciacalli”.
Ore di grande apprensione per un 34enne di Fermo, Fulvio Cicconi, del quale non si hanno più notizie dal 29 ottobre. Fulvio Cicconi è scomparso da casa nel pomeriggio a bordo della sua Fiat Panda che ha abbandonato sul lungomare Sud di Porto San Giorgio.Le ricerche al momento non hanno portato alcun risultato utile.La polizia ha diffuso alcuni dati: corporatura media, alto circa 1,77 Peso Kg. 80, occhi castani, taglia 50, con barba folta di colore castano, dello stesso colore dei capelli folti e mediamente lunghi. Potrebbe indossare un paio di occhiali da sole Ray-Ban che usa abitualmente. Al momento dell’allontanamento indossava pantaloni di una tuta sportiva di colore blu e giubbino leggero dello stesso colore, scarpe sportive Nike di colore celeste acceso. Chiunque avesse notizie può contattare subito le forze dell'ordine.
Taglio del nastro per il nuovo punto vendita della Rema Tarlazzi - Gruppo Comet nella città di Avezzano. Con questa operazione il Gruppo Comet, per mezzo della sua controllata RemaTarlazzi SpA, consolida la sua presenza nella Regione Abruzzo dove opera già a Pescara, Mosciano Sant’Angelo, L’Aquila e Vasto.La nuova struttura composta da cinque persone e condotta da Fabio Antifora e Maurizio Quaranta, è ora in grado di fornire servizi alla clientela ancora più completi sia in termini di disponibilità di materiale che nell’assistenza pre-post vendita, grazie anche allo staff Tecnico/Commerciale/Logistico presente negli altri 4 Punti Vendita operativi in Abruzzo.La RemaTarlazzi concluderà l’anno 2016 con altre due imminenti inaugurazioni programmate per il 12 e 26 novembre prossimi, rispettivamente ad Orvieto, dove è stato trasferito il punto vendita esistente in un altro nuovo immobile, e Foligno, dove è stato realizzato un nuovo e moderno show room di illuminazione.Grazie a questi ultimi investimenti ed alla indiscussa capacità di “fare squadra”, la RemaTarlazzi SpA consolida ancora di più la sua posizione di leader nel suo settore di appartenenza nella regioni dove opera, sostenuta anche dal trend di crescita del volume d’affari che si attesta al +10% rispetto il 2015.
In un momento di estrema ed inedita difficoltà come quello che stiamo tutti attraversando, la politica regionale, nonostante i disagi e le diffuse imperfezioni, sta dando il meglio di sé. Lo debbo ammettere in tutta onestà, in quanto l’ho sperimentato da molto vicino. Dobbiamo, inoltre, riconoscere al nostro Angelo Sciapichetti, assessore regionale alla Protezione Civile, un impegno che va al di là delle sue forze. Impegno umano prima che istituzionale, il suo, che lo porta a tenere sempre in primo piano l’agenda quotidiana delle priorità. Malgrado il susseguirsi delle scosse e, con esse, della tenuta psicologica dei moltissimi senzatetto.Con la scossa del 26 ottobre, a Pioraco, presso lo stabilimento cartario del Gruppo Fedrigoni, è venuto giù il tetto di un intero capannone, seppellendo e rovinando irrimediabilmente i due impianti produttivi. Non ci sono scappati morti solo per miracolo, ma il colpo alla produzione sarà di quelli che lasceranno il segno. Non scherziamo, qui stiamo parlando non di una piccola impresa locale (con il doveroso rispetto che tutte esse meritano) ma di un marchio che appartiene alla galassia delle ormai sempre più rare eccellenze nazionali. Un’azienda leader nel settore con fatturato a nove zeri e fabbriche in tutti i continenti e che a Pioraco dà lavoro ad oltre centocinquanta dipendenti. Sciapichetti ha compreso subito la gravità della situazione e già nel pomeriggio del 27 ottobre, assieme al presidente della Provincia, Antonio Pettinari, si è immediatamente recato a Pioraco per mettersi a disposizione dell’Azienda. Qui, gli alti dirigenti gli hanno rappresentato la pressante esigenza della massima celerità nel poter accedere al più presto nei locali, così da poter portar via le tonnellate di macerie. La mattina di sabato 29, il gruppo cartario aveva già l’autorizzazione sul tavolo. Poi domenica mattina c’è stata l’Apocalisse. Sciapichetti, però non ha mai declassato la priorità cartiera. Anzi martedì mattina ha preso per mano Vasco Errani, il presidente Ceriscioli con tutto il suo staff ed assieme a loro si è portato di nuovo a Pioraco, in fabbrica, per fare il punto della situazione, assieme ai sindaci dei comuni limitrofi. Il messaggio simbolico della riunione operativa era forte e chiaro: l’economia di molti piccoli comuni dell’alta valle del Potenza si regge sulla cartiera di Pioraco e l’Istituzione Regione Marche, in quel preciso momento, doveva essere fisicamente dentro quella fabbrica. Qui Errani, assieme al suo braccio destro Roberto Oreficini (un piacevole ritorno che per competenza ed esperienza ha, decisamente, una marcia in più degli altri) hanno immediatamente preso atto della situazione e, in tempo reale, dato disposizioni agli uffici regionali sul da farsi, così da perdere meno tempo possibile.La sensazione è che Angelo Sciapichetti sia riuscito, in questi giorni, a prendere in mano la situazione molto meglio di Ceriscioli. Lo dico senza nessuna venatura polemica, ci mancherebbe altro. D’altra parte, conosce il territorio ed i suoi amministratori molto meglio del suo presidente. Molte circostanze le ha pure vissute nel sisma precedente come esponente politico e, forte di questa esperienza, sa dove andare immediatamente a mettere le mani. Eppure tutto questo non basta. Si rivela ben poca cosa a fronte delle imminenti e future difficoltà da affrontare.Nel suo appassionante, ma al tempo stesso anche lucido e spietato editoriale di ieri, (leggi qui) il direttore Scorcella ha perfettamente centrato il punto della questione: il timore di un oblio per i terremotati e per tutto il territorio. Un crescente disinteresse che si riverbera nel silenzio e nell’assenza dell’Unione Europea e dei suoi rappresentanti. Non c’è traccia di umana compassione in Juncker e nei suoi burocrati. Non c’è spirito di solidarietà tra le nazioni. Soprattutto di quelle dell’est Europa che fino al 1989, grasso che cola, se mangiavano patate e barbabietole.La novità, casomai, è che questa indifferenza vale anche in caso di calamità naturali e non solo di default bancari. Tuttavia, a questo punto, non serve recriminare, né piangerci addosso. Dobbiamo prenderne atto e arrangiarci da soli. Serve, in una parola, andare oltre la buona volontà e l’impagabile, ed al tempo stesso prezioso, spirito di servizio di cui è stato fin qui esempio per tutti quanti l’assessore Sciapichetti.Serve uno slancio della politica, propriamente intesa. Servono progettualità e coscienza di insieme. Servono le migliori professionalità, necessitano le élite. Senza nessuna pregiudiziale politica.Occorre, al contempo, esorcizzare sin da subito quello spirito di irragionevole autosufficienza che già serpeggia e sta diventando palpabile giorno, dopo giorno.Questo è il momento in cui bisogna chiamare in campo i migliori, riservisti compresi. Quelli, per esempio, che affrontarono prima l’emergenza e poi la ricostruzione del ’97. C’è un intero territorio da ricostruire e un tessuto sociale da ricucire e riparare con cura e pazienza.Ad Angelo Sciapichetti, in quanto rappresentante locale del governo regionale e ad Irene Manzi, in qualità di parlamentare locale, spetta il compito di chiamare a raccolta questa sorta di task force aperta. Possibilmente il prima possibile. Come organo di informazione locale, chiediamo loro di farsi promotori di questa iniziativa epocale (temo che stavolta l'aggettivo sia appropriato), così che dall'emergenza si possa andare anche oltre il terremoto.Questo giornale, ovviamente, è pronto sin d’ora a collaborare in questa direzione.
Sono passati pochissimi giorni da quando due violente scosse di terremoto hanno cambiato per sempre la provincia di Macerata. Eppure, c'è la sensazione condivisa che i riflettori su quella che è senza ombra di dubbio una tragedia immane, si stiano già spegnendo. Forse si sono già spenti. Eppure, qui niente sarà più come prima.Il giorno dopo il terremoto di agosto, abbiamo mangiato amatriciane solidali anche per colazione, in ogni posto d'Italia. Dopo L'Aquila tutti i grandi artisti italiani hanno inciso anche una canzone. Oggi i fari sono accesi solo su Norcia e Cascia. Abbiamo visto decine e decine di volte le immagini delle suore che vengono accompagnate fuori. Non abbiamo visto un fotogramma su una Muccia devastata, su una Pieve Torina fantasma, su una San Severino a pezzi. Qualcuno vi ha detto che a Cessapalombo ci sono state intere frazioni isolate per giorni? Niente di tutto questo. E non cominciamo col solito buonismo e con le frasi di circostanza per cui "adesso non è il momento di fare polemiche" e "ora bisogna stare tutti uniti". Sì, tutti uniti ci stiamo. Noi cittadini e solo noi. Perchè altre attenzioni non ne vediamo. Certamente, non vogliamo pensare che Acquacanina o Muccia siano un bacino elettorale troppo esiguo, non sia mai. Francamente, delle visite "private" (che poi che senso abbia definire privata una visita di un capo di Stato) ce ne facciamo poco. Molto poco.E non dimentichiamoci che solo poche settimane fa, questi stessi territori avevano subito un altro durissimo colpo con l'apertura della superstrada fino a Foligno per via della quale paesi interi venivano tagliati fuori dal traffico veicolare, con le comprensibili conseguenze ricadute negative su un tessuto economico già fragile. Però, vuoi mettere... arrivare a Foligno e metterci un quarto d'ora di meno... Oggi la stragrande maggioranza di questi paesi non esiste più.Tutti i media aprono con "una forte scossa di terremoto è stata avvertita a Roma"... quasi che vien voglia di scusarsi coi romani se il terremoto ci ha devastato e si è avvertito anche nella capitale... Sentiamo dire troppo spesso "Meno male, non ci sono stati morti", quasi fosse una sorta di appagamento, una excusatio non petita, di fronte a un dramma che invece coinvolge migliaia di persone. E più calano le luci dei media, più cresce il numero della gente che per colpa di questo sisma ha perso la casa, la cosa più cara e a cui tutti siamo più legati nella vita. No, non ci sono stati morti. Ma c'è una provincia in ginocchio, devastata nel suo cuore più bello, distrutta non solo nelle macerie dei crolli ma anche nell'anima. Chi scrive è sufficientemente vecchio per ricordarne diversi di terremoti forti, ma, anche questa sensazione comune, come quello di mercoledì sera alle 21.18 non si era mai sentito prima. Siamo provati tutti, dagli anziani ai bambini che hanno visto cadersi addosso qualsiasi cosa nelle loro case: sono cicatrici indelebili nell'anima che non si potranno mai cancellare.E poi, inutile girarci intorno, c'è un entroterra che rischia molto concretamente l'estinzione. Il tempo che sarà necessario per ricostruire quanto è stato devastato, potrebbe essere letale per paesi dove l'età media è alta e di lavoro ce n'è sempre meno. Non solo Castelsantangelo, Ussita e Visso, ma Camerino, Muccia, San Ginesio, Ripe San Ginesio, Pieve Torina, Pievebovigliana, Treia, Serravalle, Matelica, Castelraimondo, Gagliole, Colmurano, Caldarola, Serrapetrona, Loro Piceno, Pollenza, Cessapalombo, Camporotondo, Belforte, Cingoli, Sarnano, Gualdo, Fiastra, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Pioraco, Sefro, Fiuminata, Monte Cavallo, Acquacanina, Bolognola, le stesse Tolentino e San Severino dove centinaia e centinaia di persone non hanno più una casa. E poi quella splendida Camerino, profondamente provata e ferita dal terremoto del 1997, capace di rialzarsi e ripartire, di creare un polo universitario di eccellenza in tutta Italia e nel mondo. E' quasi commovente lo sforzo immane del rettore Flavio Corradini nel cercare di diffondere tranquillità agli studenti e alle loro famiglie. Corradini, un rettore dinamico e "mediatico" è stato sempre attentissimo a fornire l'immagine più bella di Camerino e della sua Università, riuscendo sotto il suo rettorato a raggiungere probabilmente i migliori picchi di sempre per l'ateneo camerte, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo. Il rettore è persona profondamente intelligente e colta e sa che questo colpo sarà durissimo da assorbire per quella che è una fabbrica di cultura, ma anche un volano fondamentale e determinante per l'economia di tutto l'entroterra.L'Università di Camerino deve diventare il simbolo della forza della nostra gente, della capacità di rimboccarsi le maniche e di saper offrire qualcosa che non si trova da nessun'altra parte nel nostro Paese. Anche la cultura e la preparazione che offre Unicam non si trovano in nessun'altra Università: lo dicono dati nazionali, non certo noi giornalisti di provincia. E che nessuno pensi di strappare l'Università a Camerino: lì nasce tanti secoli fa e lì deve rimanere, sotto la guida illuminata di Flavio Corradini. Questa è una battaglia che porteremo avanti senza soluzione di continuità, perchè la provincia di Macerata deve continuare ad avere i suoi due poli di eccellenza universitaria, ognuno con le sue specializzazioni, ognuno con le sue peculiarità. La storia non si cancella: neanche un sisma devastante può cancellarla. E da quella storia oggi si deve ripartire, facendo dell'Università di Camerino il traino di una rinascita difficile, ma non impossibile per gente come noi.Stringe il cuore vedere tanti sindaci che lontani dalle luci della ribalta ma con le mani sporche e i capelli impolverati, si affannano per dare una mano ai loro concittadini, per infondere speranza, per provare a dare un pizzico di tranquillità. Sono veri "eroi", costretti ad affrontare un'emergenza imprevista e imprevedibile, senza più un ufficio, senza più nessuna certezza sul futuro della loro terra. Vicino non hanno avuto e non hanno nessuno. Devono combattere contro una burocrazia soffocante, contro un dramma sociale ed economico senza pari. Se dovessimo essere più realisti del re, non possiamo nasconderci dietro le frasi di circostanza e i meme sui social dove "ce la faremo" "ci riprenderemo" "non molliamo". Stavolta rialzarsi sarà dura: da Tolentino in poi c'è il rischio concreto dello spopolamento definitivo, dell'estinzione di perle rare e dal valore inestimabile. Un patrimonio immenso è stato perso per sempre, è sotto gli occhi di tutti. Già dopo le scosse di agosto, superando la burocrazia si sarebbe potuto salvare tanto. Non è stato fatto nulla e oggi non si può più tornare indietro. Per non parlare di edifici pubblici inaugurati non più di tre-quattro anni fa e oggi inagibili: quando saranno aperte le inchieste dalle procure per trovare i responsabili di certi scempi?Oggi dobbiamo urlarlo tutti insieme: nel cratere sismico siano inserite tutte, tutte le città e i paesi colpiti. Si faccia in fretta, si faccia subito. La nostra gente non chiede soldi. Chiede una parvenza di normalità. Siamo marchigiani, maceratesi, tignosi, ignoranti, ma fiaccati nell'anima e nel corpo. Non ci abbandonate.
Il terremoto rischia di cancellare le circa 220mila presenze turistiche che si registrano ogni anno nella zona dei Monti Sibillini, tra le province di Macerata, Ascoli Piceno, Fermo e Perugia, devastate dal sisma.A lanciare l'allarme è la Coldiretti, sulla base di un rapporto Unioncamere-Minambiente, con le scosse che hanno determinato una vera e propria fuga di turisti, disdette delle prenotazioni, presenze praticamente azzerate e previsioni ovviamente disastrose in vista delle festività natalizie. Secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, nel versante marchigiano delle aree colpite dal sisma sono attivi circa 180 agriturismi. La maggior parte, 120, si trova in provincia di Macerata, mentre una trentina di strutture sono in ciascuna delle province di Ascoli Piceno e Fermo. Proprio gli agriturismi rappresentano il fulcro dell'attività ricettiva in queste zone, assieme a B&B e alberghi, prevalentemente a 3 stelle.
Si svolgeranno sabato 5 novembre i funerali di Lucia Ciccioli, la ragazza di Loro Piceno di 32 anni scomparsa tragicamente il 24 ottobre a Londra, investita da un tir mentre stava andando a lavorare (leggi qui e qui).I genitori della giovane hanno raggiunto la capitale britannica nella giornata di ieri, mentre il riconoscimento ufficiale della salma di Lucia è stata fissato per domani, mercoledì 2 novembre. Il corpo di Lucia sarà riportato in Italia venerdì con un volo British Air che atterrerà alle 13.10 a Roma. L'arrivo del feretro a Loro Piceno è previsto per le 18.30 nella chiesa di Santa Maria dove sarà allestita la camera ardente. Poi, sabato pomeriggio alle 14.30, si svolgeranno le esequie. Lucia aveva compiuto 32 anni lo scorso 31 luglio. Da circa quattro anni lavorava a Londra nel campo della ristorazione. Aveva iniziato, come tanti ragazzi, facendo la cameriera e inseguendo il sogno di una vita migliore, arrivando da qualche tempo ad essere direttrice di sala in un ristorante di una catena vietnamita.
Una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.7 è stata avvertita poco prima delle 9 nelle Marche e in Umbria. Il sisma si è sentito distintamente anche ad Ancona. Sono in corso verifiche della Protezione civile.L'epicentro è stato localizzato vicino a Acquanina - Fiastra a una profondità di dieci chilometri.
In queste ore si susseguono notizie ed ipotesi su quanto sta accadendo nel Centro Italia. Dopo il sisma si ipotizza di tutto. Confusione, notizie falsate, bombardamento mediatico sensazionalistico. Questo è quello che non vogliamo. Alimenta il panico ed il senso di incertezza in una popolazione già stremata.
Doveroso ci appare un contributo scientifico serio sulla attuale situazione. E non possiamo non chiederlo al prof. Emanuele Tondi, che a pochi giorni dal terremoto di Amatrice del 24 Agosto aveva indicato la zona tra Norcia e Preci come la possibile area epicentrale di futuri terremoti distruttivi (http://www.picchionews.it/il-geologo-tondi-intervista-choc-sapevamo-dal-2009-che-il-terremoto-avrebbe-colpito-in-quel-punto/ PUNTO 5: “Da una personale valutazione, se si verificasse questa seconda evenienza, la zona che ha la probabilità maggiore di generare un terremoto è quella a nord di Norcia, nell’area di Preci”).
“Innanzitutto l’unica certezza che c’è sempre stata e che resta ferma nel marasma di informazioni è che non può essere previsto quando un terremoto colpirà. Il nostro territorio, come ormai tristemente di conoscenza comune, è ampiamente e fortemente sismico e ciò che sta accadendo si è verificato già nel passato. Purtroppo abbiamo avuto secoli per prepararci ma non l'abbiamo fatto. Stiamo accusando il colpo di anni di ritardo nella messa in sicurezza delle strutture e del territorio.
In secondo luogo, la geologia, giovane scienza in evoluzione, ci ha fornito una base di dati da utilizzare, dati che però devono essere progressivamente aggiornati studiando i fenomeni naturali quali appunto i movimenti delle faglie. I terremoti di Amatrice e Preci non sono stati previsti in termini temporali; sulla base dei concetti scientifici che riguardano la meccanica delle faglie, erano state individuate le faglie candidate a riattivarsi prima di altre, ovviamente sempre in termini probabilistici, perché le variabili, come sappiamo, sono molte. Questo tipo di analisi, permetterebbe di ottimizzare ed indirizzare con criteri tecnico-scientifici (e magari non politico-clientelari) le opere di prevenzione (miglioramento ed adeguamento sismico degli edifici), che ovviamente non possono essere svolte in tutta Italia contemporaneamente.
Il concetto a cui mi riferisco è più o meno quello sviluppato dal laboratorio sismologico dell’Università di Berkeley in California: http://seismo.berkeley.edu/blog/2008/10/10/earthquake-probabilities-in-the-bay-area.html. Chiaramente stiamo sempre parlando di probabilità, che non è una certezza, come dimostrato dall’evento del 30 mattino di magnitudo 6,5, considerato improbabile ma che si è invece verificato. Per concludere, quando si afferma che c’è il rischio dell’attivazione di altre faglie (e questo lo dicono tutti), visto che si sa dove sono, si può dire anche quali sono. Bisognerebbe avere un po’ più di coraggio ad utilizzare i risultati delle ricerche scientifiche in questo campo. Valutare la pericolosità sismica con gli stessi criteri per un area in cui il terremoto è avvenuto l'altro ieri o 400 anni fa, ai giorni nostri, è un concetto superato. “
Doveroso appare da parte nostra ringraziare il prof. Tondi per la pazienza con cui ci fa partecipi di concetti scientifici ignoti ai più, facendo crescere in tutti noi la consapevolezza del rischio sismico e quindi la richiesta prioritaria di prevenzione. Questa è l’informazione che dobbiamo richiedere agli studiosi, non miracoli o risposte salvifiche, ma la verità ricavabile dal dato oggettivo. Abbiamo conosciuto il presupposto da cui la geologia muove: non ci sono certezze quanto ai terremoti in termini di previsioni temporali. Le faglie si sanno dove sono, quanta energia massima possono rilasciare, ma non si può stabilire con certezza né quando né con quale frequenza si attiveranno.
In molti si chiedono ora cosa ci si può aspettare. Due sono le risposte che si possono dare. La prima viene dalla scienza e su questo risponde Tondi: “Si sono avuti eventi multipli “mainshocks” sempre lungo la stessa zona di faglia, quella che si estende da Pescara del Tronto fino a nord di Castel Sant’Angelo, nota come il Sistema di Faglie del Monte Vettore-Monte Bove. Con l’evento del 24 Agosto si è attivata la porzione meridionale, poi il 26 Ottobre si è attivata la parte centro-settentrionale e il 30, purtroppo, si è riattivata in tutta la sua lunghezza, con il terremoto di magnitudo 6,5, il più forte degli ultimi 300 anni in questa zona dell’Appennino centrale. Ora occorre studiare al più presto e nella forma più approfondita possibile le caratteristiche della faglia così come si è realmente mostrata ed estendere i risultati di questi studi, laddove possibile, ad altre faglie dormienti che potrebbero riattivarsi. Rendere il dato che la scienza naturale ci offre il più certo e sicuro possibile ai fini della sua utilizzazione in chiave di prevenzione e non, come erroneamente si vuol credere o ci si vuole illudere, in termini di previsione”.
La seconda risposta ve la forniamo noi e deve venire dalle istituzioni e da noi collettività: cominciare a costruire una differenza per il futuro, PRIORITA' NAZIONALE sicurezza in termini di risposta ai sismi ma anche al dissesto idrogeologico. Oggi è un terremoto. Domani sarà un alluvione. E noi stessi rendiamoci protagonisti: investiamo in prevenzione, formiamoci e pretendiamo che l'informazione in funzione di prevenzione continui e diventi un "modello stabile". Tutti: amministrazioni, aziende e cittadini. La prevenzione pretendiamola e facciamola.
Sequenza sismica iniziata il 24 Agosto 2016 ed epicentro dell’ultimo evento di magnitudo 6,5 del 30 Ottobre 2016 (da www.ingv.it)
Nastro scuro alla base della faglia a Nord del Monte Vettore che indica la sua riattivazione di oltre mezzo metro in superficie (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater).
Dettaglio del movimento lungo la faglia (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
"Spostamento sulla faglia di oltre un metro" (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
Un'altra scossa, un'altra ferita, sempre più profonda. La nostra comunità, il nostro territorio, il nostro sistema stanno affrontando grandi difficoltà, così duramente messi alla prova dai ripetuti terremoti. Sono giorni di paura, di spaesamento, di destabilizzazione e guardare al futuro non è sempre semplice né scontato. Ma il messaggio che il Partito Democratico delle Marche vuole lanciare a tutti coloro che stanno vivendo in maniera diretta i drammi e i disagi provocati dal terremoto, così come al resto della popolazione della nostra regione, è un messaggio di fiducia, di vicinanza, di solidarietà, di resistenza.Restiamo uniti, soprattutto ora che dobbiamo fare i conti col dolore e lo sconforto. I segni di queste scosse non rimarranno solo nei muri crepati o crollati, nei mucchi di macerie, nelle strade sfondate, ce li porteremo addosso, per lungo tempo. Ma per quanto profonde possano essere, le ferite asciugheranno. E lo faranno tanto prima quanto più resteremo insieme nell'affrontare gli ostacoli, giorno dopo giorno e nel ricostruire i nostri paesaggi, i nostri borghi, le nostre case, pezzo dopo pezzo. C'è bisogno del supporto di tutti, ad ogni livello e di certo saremo in grado di dimostrare che siamo una grande comunità, sapremo valorizzare ogni connettore sociale, insieme sapremo rendere forte ciò che da solo potrebbe essere troppo debole.Ricordiamo che, per donazioni in favore delle popolazioni marchigiane colpite dagli eventi sismici, è sempre operativo il conto corrente postale della Regione Marche, già attivato dal sisma dello scorso 24 agosto. Di seguito le coordinate bancarie:INTESTAZIONE CONTO CORRENTE POSTALE: REG. MARCHE DONAZ. FAVORE TERRITORI MARCHE COLPITI DAL SISMANUMERO CONTO: 1034116044IBAN: IT-17-Y-07601-02600-001034116044COD. BIC/SWIFT per i BONIFICI DALL’ESTERO: BPPIITRRXXXÈ possibile effettuare anche donazioni on-line, per mezzo della piattaforma regionale Mpay Donazioni On-line sisma MarcheIl numero della Protezione Civile per fare donazioni attraverso sms solidali è il 45500, mentre il numero verde per le emergenze è 840.001.111.
Dopo l’evento di ieri mattina, 30 ottobre, alle 07:40 ora italiana di magnitudo M 6.5, sono stati localizzati complessivamente circa 560 eventi sismici in tutta l’area interessata dalla sequenza di questi mesi. Alle ore 11:00 sono 207 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4 e 18 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) dopo il forte terremoto di ieri mattina. L’area interessata dalle scosse successive al terremoto di ieri alle ore 07:40 di magnitudo 6.5 (l’epicentro è la stella rossa). Le scosse più forti (magnitudo uguale o maggiore di 4.0) dalle 07.40 di ieri mattina sono riportate in tabella: In mappa la situazione complessiva di tutta la sequenza iniziata il 24 agosto 2016.
“Insieme per amicizia”, si chiama così la manifestazione svoltasi ieri alla parrocchia San Rocco di Pedemonte di Verona. Un pranzo sociale per raccogliere fondi per le nostre zone colpite dal sisma, un gesto di solidarietà di persone semplici ma con il cuore grande. Hanno raccolto più di 100 euro che si devono aggiungere alle altre offerte durante le liturgie di questi giorni.Un post su Facebook sottolinea qualcosa di molto importante “non è solo una questione di soldi” e continua con “il nostro pensiero rivolto a Tolentino ci fa sentire più vicine queste persone che non conosciamo direttamente, ma che hanno preso posto nel nostro cuore. Basta sentire "Tolentino" ai telegiornali e subito si desta un'attenzione più viva ... A presto, amici di Tolentino!”
Si è tenuto ieri il convegno “ Digital Way – Fashion edition”, convegno della Federmoda-CNA Marche Sud, a Porto Sant’Elpidio, un incontro per gli imprenditori del settore che da sempre contraddistingue il nostro Paese nel mondo. Tra gli argomenti trattati: le regole halal nel settore moda con l’intervento del professor Stefano Testa Bappenheim , professore della Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino.Abbiamo voluto approfondire l’argomento con il professor Testa Bappenhaim, per fare chiarezza tra stereotipi e la realtà del diritto mussulmano.Nell'immaginario collettivo la moda e la religione islamica sono mondi lontanissimi e che non hanno nulla in comune. Quanto quest'affermazione è vera?Beh, no, la realtà è un po’ più complessa, come spiega il mio corso di Diritto musulmano e dei Paesi islamici presso la Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino. Il Sole24ore del 14 marzo scorso titolava: dalla Francia agli Emirati il boom della cosmetica halal, il Sole24ore del 3 maggio diceva: Emirati Arabi, la nuova frontiera del Made in Italy. L’anno scorso Donna Karan ha disegnato alcuni abiti specificamente pensati per la clientela islamica, quest’anno sono arrivati Dolce e Gabbana con la loro linea Abaya, poi H&M, ed altri: la sola moda islamica, detta modest fashion, è stimata intorno ai 500 miliardi di dollari l’anno: è un mercato promettente ed immenso, e, più in generale, secondo l’ultimo rapporto del Centro studî di Confindustria, l’export di tutto il Made in Italy del “bello e ben fatto” (ovvero alimentare, arredo, moda ed accessori di fascia alta, destinati alla borghesia globale top-spender) nei 30 principali nuovi mercati aumenterà del 43% nei prossimi 6 anni. Fra questi nuovi mercati troviamo molti Paesi islamici o con alte percentuali di popolazione musulmana, come gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita, l’Iran, l’Indonesia, la Turchia, etc., senza contare i milioni di Musulmani che vivono in Europa e nelle Americhe, e che possono essere egualmente raggiunti da prodotti halal.Cosa è realmente prescritto dalla sharia per l'abbigliamento femminile? Cosa è lecito e cosa no?La moda islamica è chiamata modest fashion, e suo fenotipo è un abbigliamento sì sobrio, ma anche alla moda e colorato. Se n’è parlato a Torino l’anno scorso, prendendo in esame un mercato, quello della moda islamica, che è quantitativamente enorme e qualitativamente interessante, e che dev’essere maggiormente preso in considerazione dalle griffes occidentali, anche perché sono pochissimi i brand espressamente dedicati a questo target di consumatori, che mostra trend di domanda in continua ascesa.Nel mondo della globalizzazione quanto la cultura occidentale ha influito su quella occidentale e viceversa riguardo alle donne?Sa, c’è una notevole trasversalità: quest’estate s’è parlato tanto di burqini come d’un paradigma dell’abbigliamento islamico, ma, senza entrare nel merito della questione, il burqini è stato ideato in Australia e viene prodotto in Australia, sicché direi che la globalizzazione ha fatto cadere, anche in questo contesto, molte barriere.Come è vista la moda occidentale nel modo islamico? Ci sono naturalmente molte sfumature, ma direi sostanzialmente bene, come provano alcuni fatti precisi: a febbraio, come ha riportato anche l’ANSA, sono state aperte a Teheran le boutiques monomarca di due nomi nell’empireo della moda italiana: Cavalli e Versace, ed altri grandi nomi stanno per seguirli. Una delle principali riviste statunitensi, il New Yorker, ha dedicato uno degli ultimi numeri alla moda islamica, e all’ultima settimana della moda di New York, poche settimane fa, per la prima volta c’è stata una sfilata di modelle con lo hijab.
Dopo le forti scosse del 26 ottobre (di magnitudo ML 5.4 alle ore 19.10 e di magnitudo 5.9 alle ore 21.18) che hanno attivato zona al confine tra Marche e Umbria a nord dell’area attivata il 24 agosto, la Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha localizzato oltre 900 eventi: sono più di 80 quelli di magnitudo compresa tra 3 e 4, 5 i terremoti localizzati di magnitudo compresa tra 4 e 5. Mappa della parte settentrionale della sequenza sismica dal 24 agosto al 28 ottobre 2016 (ore 10.00). La stella bianca è l’evento di magnitudo 5.4 del 24 agosto. Le due stelle rosse sono i terremoti avvenuti il 26 ottobre di magnitudo ML 5.4 alle ore 19.10 (stella più a sud) e di magnitudo 5.9 alle ore 21.18 (la stella più a nord). Questi i dettagli dei terremoti più forti: Per quel che riguarda la sequenza complessiva, dal 24 agosto 2016, sono stati localizzati oltre 19000 eventi, in un’area che si estende per più di 60 chilometri in direzione NNO-SSE lungo la catena appenninica: sono circa 330 quelli di magnitudo compresa tra 3 e 4, 20 i terremoti localizzati di magnitudo compresa tra 4 e 5 e 4 quelli di magnitudo maggiore di 5.