Il mondo a portata di mano. Navigare sul web è cosa semplice e possibile a tutti. Con un click ci portiamo tranquillamente in ogni parte del mondo per leggere, ascoltare, acquistare e chissà cos’altro.
L’era dell’internet ha sicuramente abbattuto le barriere internazionali: le notizie si spostano in pochi secondi da continente a continente, i video su YouTube raggiungono viralmente ogni parte del globo realizzando milioni di visualizzazioni, e questa camicia che indosso ora l’ho comprata online da un negozio in Spagna.
Per quanto sembra essere tutto collegato e senza barriere, le opzioni che ci sono concesse online sono strettamente delimitate dai nostri confini nazionali. Vedere Sanremo all’estero non sarebbe così facile perché il portale streaming della Rai non permette di collegarsi al di fuori del territorio nazionale, ad esempio. Allo stesso tempo, vedere il notiziario della BBC risulterebbe impresa ardua dal nostro territorio per il medesimo motivo.
Posso superare i confini nazionali del web?
La risposta è sì. È possibile collegare il proprio dispositivo di accesso a internet (pc, telefono o tablet) a una rete che si trovi in qualsiasi parte del mondo. Lo strumento che rende questo possibile è il VPN, sigla famosa ai più ma strumento ancora sottovalutato nell’opinione generale.
In questo articolo, non approfondiremo i dettagli tecnici, ma puoi comunque cliccare qui per capire cos’è una VPN. Piuttosto, vogliamo spiegare le possibilità che apre a livello di offerta multimediale e quali provider meglio si adattano a tale scopo.
Streaming tramite VPN
Connettersi da un'altra nazione, vuol dire aver accesso a tutti i contenuti multimediali che non hanno il copyright nel nostro paese. L’esempio più lampante è la possibilità di poter vedere Netflix USA in Italia. Il catalogo Netflix americano è sicuramente più ricco di quello del nostro paese con titoli come Shameless o Deadwood che non figurano nella lista Netflix italiana. Quello di Netflix è solamente un esempio, anche i video su YouTube sono spesso soggetti a restrizioni territoriali, e più in generale tutte le piattaforme di streaming di contenuti multimediali (come SkyGo o RaiPlay).
Ma non solo, l’offerta streaming è in genere differenziata paese per paese con titoli che sono spesso divisi tra più piattaforme a pagamento come Tim Vision, Amazon Prime Video, Infinity eccetera. Pensare di poter pagare tutti gli abbonamenti delle diverse piattaforme per avere accesso alla migliore offerta streaming non è un’alternativa plausibile, e tornare a rivolgersi ai siti di streaming pirata di bassa qualità, pieni di malware e soprattutto illegali lo è ancor meno. Ecco perché la VPN è la migliore alternativa per rimanere legati al pagamento di un solo abbonamento, pur riuscendo a vedere la maggior parte dei propri show preferiti, in perfetta legalità.
La scelta della giusta VPN
La domanda che spunta per prima è sicuramente “ma esiste una VPN gratuita?”
Ovviamente sì, ma forse non è proprio quello che si sta cercando.
Le VPN, per funzionare, hanno bisogno di utilizzare dei server il cui mantenimento e funzionamento sono estremamente costosi. Per questo è difficile ipotizzare che qualcuno spenda dei soldi per offrire un servizio gratuito. Piuttosto, le VPN gratuite in circolazione sono piene di rischi. In particolare, la loro fama si basa sul fatto che vendano i dati a terzi o, peggio, facciano utilizzare la banda dei propri utenti a terzi.
Inoltre, le VPN gratuite che riescono a sbloccare Netflix in modo affidabile non esistono. Potrebbe capitare di riuscirci qualche volta, ma nella maggior parte dei casi la piattaforma lo riconoscerebbe mostrando un messaggio di errore.
Parlando poi di streaming, un punto critico sarà sicuramente la velocità della connessione. Perché spendere tutti quei soldi per una connessione a più GB in download, per poi tornare alle velocità ridicole dei famigerati siti di streaming fasulli? Il consiglio generale è quello di pagare una VPN seria e affidabile. I prezzi, poi, sono veramente bassi e si aggirano tra i 2 e i 5 € al mese.
Come scegliere
Se ci si vuole abbonare a una VPN bisogna innanzitutto chiedersi di cosa si ha bisogno. Se si volesse accedere all’offerta streaming di altri paesi, sarebbe ideale che la VPN in questione offra tale possibilità! Ogni provider di VPN ha i propri server in svariati paesi dai quali i suoi utenti potranno accedere, per lo streaming è bene che gli Stati Uniti facciano parte di questa lista.
Altro parametro importante, soprattutto nel caso di streaming, è quello della velocità dei server. Una velocità più alta garantirà che il programma desiderato non si blocchi durante la visione.
Occhio anche all’interfaccia! Le VPN sono strumenti complessi, e non tutti potrebbero essere in grado di configurarle manualmente. Per questo è bene scegliere un provider che offra un’interfaccia user-friendly o ancora meglio una con dei setup standard già configurati e pronti all’uso.
L’ultima cosa da tenere d’occhio è quanta banda è disponibile per l’utilizzo. Questo è sicuramente un problema tipico delle VPN gratuite, ma nel caso si paghi per una VPN, è giusto che la si possa utilizzare senza limiti.
Le VPN che più si adattano per la visione di Netflix sono sicuramente 5 Euro VPN (ben più economica di quanto non dica il nome), ExpressVPN e Cactus VPN, ma è possibile trovare online molte altre alternative per diverse esigenze.
Dover pagare, non fa mai piacere a nessuno. Bisogna però ammettere che il beneficio che si può avere da una VPN può andare ben oltre i 2-3 euro al mese. Piuttosto che rifugiarsi nelle scorciatoie dell’illegalità, rischiose quanto non proprio etiche, si potrebbe pensare di aumentare di quel poco il proprio abbonamento streaming per godersi una migliore offerta multimediale.
“I marchigiani e le marchigiane sono stufi delle divisioni, delle polemiche e del chiacchiericcio. Adesso è il tempo dell’unità e della responsabilità. Con la direzione regionale del Pd abbiamo aperto una fase nuova. Dopo una lunga e positiva discussione, con la partecipazione del vicesegretario nazionale Pd Andrea Orlando, è stato dato il via libera con un voto quasi unanime alla candidatura di Maurizio Mangialardi”. Sono le parole del segretario regionale Pd, Giovanni Gostoli, riguardo alla decisione della direzione del Pd, di candidare il sindaco di Senigallia per il dopo Ceriscioli.
“Una buona proposta sostenuta, inoltre, da tanti sindaci della regione, dalle aree interne alla costa. Con umiltà e convinzione la porteremo al tavolo della coalizione nella consapevolezza che sia la soluzione migliore che può interpretare un nuovo progetto per le Marche e quella più forte per vincere. Invito tutti a dare una mano per costruire l’alleanza più larga possibile aperta al civismo, anche a quello del fare, sperimentato nel buon governo dei comuni", conclude Gostoli.
Ecco la nota pubblicata dal presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli tramite la quale ha annunciato la firma della nuova ordinanza dove si prescrive la chiusura delle scuole fino all'8 marzo.
"Visto l'aggravarsi della situazione, poiché nelle Marche siamo arrivati a due decessi e oltre 60 casi di Coronavirus, diffusi principalmente nella provincia di Pesaro Urbino, oggi estesi anche nelle province di Ancona e Macerata, emettiamo una nuova ordinanza - dichiara Ceriscioli - Adottiamo le misure necessarie a contenere la diffusione del contagio, dalla mezzanotte di oggi (3 marzo) fino alle ore 00 dell'8 marzo, su tutto il territorio regionale. Quindi in questo periodo in tutte le Marche sono sospese le attività didattiche e le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura".
Di seguito la nuova ordinanza emanata dal governatore regionale:
Regione Marche ordinanza n.3
Prosegue senza sosta l’impegno di Confartigianato nel supporto alle imprese sia per le esigenze più immediate in termini di gestione aziendale, sicurezza sul luogo di lavoro, risorse umane, fiscali, tributarie, ambientali, internazionalizzazione e manifestazioni fieristiche, sia nei tavoli istituzionali nazionali.
Il nostro territorio, così come tutto il nostro Paese, non può permettersi procedure troppo invasive e non strettamente necessarie che innescherebbero inevitabilmente una psicosi generale a discapito delle imprese e porterebbe alla paralisi totale dell’intera economia. Per rilevare le possibili criticità dei singoli comparti, Confartigianato ha realizzato un’indagine conoscitiva e contattato i propri associati per recepire gli effetti immediati avuti dalle imprese e le ripercussioni sulle attività economiche anche nel breve periodo. In poco più di una settimana sono state raccolte centinaia di risposte provenienti dalle aziende associate delle province di Macerata, Ascoli e Fermo. Ciò che emerge dal confronto diretto con le imprese del territorio è un generale stato di rallentamento delle attività, in primis per quanto riguarda gli approvvigionamenti sia per i clienti in filiera sia per i consumatori finali.
Le aziende che hanno rapporti con l’estero hanno disagi già da qualche settimana, disagi che sono appunto aumentati negli ultimi giorni, in special modo per quelle imprese che hanno collaborazioni con attività della zona lombarda. Un calo fisiologico che rispecchia dunque le tempistiche di diffusione dei contagi da Coronavirus. In generale, sicuramente tra i settori che sono attualmente più in difficoltà, troviamo, oltre all’autotrasporto che rileva numerosi ritardi di consegna per le merci in transito nei comuni lombardi della “zona rossa” che si traducono ovviamente in mancati incassi, quello del pubblico esercizio, come bar, pub, pizzerie, ristoranti. Il calo di presenze e le continue cancellazioni di prenotazioni nei locali stanno sicuramente incidendo molto sulle singole attività ricettive che prospettano sensibili cali di fatturato. La paura e purtroppo la disinformazione hanno innescato dei comportamenti dettai dal panico incidendo sul consueto stile di vita e portando quindi ad abitudini diverse come fare provviste, consumare in casa quello che prima si mangiava al bar o uscire solo se necessario.
Preoccupante il calo del fatturato registrato nel collegato settore dell’Alimentazione, per via della riduzione degli ordinativi che comporteranno il ricorso per talune realtà più strutturate agli ammortizzatori sociali.
Per non parlare delle agenzie di viaggio che devono gestire continue disdette e far fronte alle mancate prenotazioni per la prossima stagione estiva ormai alle porte.
Nel settore Turismo, oltre alle agenzie di viaggio, prospettano un 2020 in forte crisi anche le strutture recettive, come agriturismi e ristoranti: se da una parte si evidenziano i toni allarmistici e il ruolo dei media, giudicato troppo sensazionalistico da indurre paura e scoraggiare viaggi e soggiorni, dall’altro si prevede un’estate difficile con ripercussioni negative in termini di occupazione.
Il settore del Terziario & Servizi segnala cali di ordinativi più contenuti, ma con dirette conseguenze sui dipendenti.
Situazione contrastata negli Impianti, categoria che se da una parte vede il blocco di alcuni cantieri nel Nord Italia con riduzione degli ordinativi, dall’altro lato alcune imprese del settore - grazie al blocco della produzione cinese - ricevono ordinativi superiori alla media per la fornitura di componenti tecnologici. Tuttavia nel breve periodo potrebbero verificarsi difficoltà negli approvvigionamenti di materia prima in quanto i fornitori sono localizzati nella maggior parte nelle zone focolaio del contagio.
L’Autoriparazione non sembra avere subito ripercussioni, allo stato attuale delle segnalazioni pervenute.
Estetiste, parrucchiere e lavanderie riferiscono situazioni diverse: alcuni imprenditori non hanno notato particolari cambiamenti, altri invece stanno incontrando difficoltà nel reperire prodotti di una certa specificità e un rallentamento dell’affluenza dei clienti. Alcuni centri estetici notano invece un ritorno di clientela che vuole affidarsi ad attività in cui è garantita pulizia, disinfezione e sterilizzazione di strumenti e attrezzature. C’è quindi una ritrovata consapevolezza che si tramuta in una richiesta maggiore di prodotti di qualità e un allontanarsi da soggetti che operano abusivamente. Gli operatori del Benessere evidenziano un calo medio del fatturato nell’arco temporale dei prossimi tre mesi, pari al 50% del totale; mentre per il medio periodo, regna una diffusa incertezza improntata maggiormente a un calo progressivamente meno marcato del fatturato, seppur con riflessi direttamente negativi sui dipendenti.
Le aziende del settore moda (calzature e abbigliamento) che operano nelle regioni del nord vedono appuntamenti annullati con i propri agenti, ordinativi sfumati e difficoltà nel raggiungere nuova potenziale clientela. Sono molte le aziende che rilevano una grande preoccupazione per le vendite al dettaglio perché ad esempio, come nel caso di Milano, i negozi sono chiusi o rispettano un’apertura non ordinaria, rallentando così tutto il sistema. Se proseguono le lavorazioni dei vecchi ordini in corso, c’è grande incertezza su come impiegare, e quindi retribuire, i propri dipendenti nell’immediato futuro vista la mancanza di nuovi ordinativi. Molte imprese evidenziano grande preoccupazione per gli eventuali danni economici per mancati incassi, dovuti appunto dalla riduzione degli ordini, dalle difficoltà nelle consegne e dall’impedimento degli agenti ad organizzare appuntamenti di presentazione delle nuove collezioni.
Queste attività produttive risentono inoltre del blocco di produzione in Cina, che ha portato ad avere difficoltà nell’approvvigionamento di materiale di lavorazione come pellame, accessori, componenti elettronici, ecc. Se il blocco della produzione dovesse protrarsi, a cascata si avrebbero ripercussioni sulle produzioni locali di calzature e pelletteria e su diverse attività manifatturiere (elettronica ed elettrotecnica, accessoristica, falegnameria e serramentistica, ecc.).
La limitazione della circolazione di clienti e rappresentanti, così come tutte le attività legate ai processi di export e internazionalizzazione, nonché la limitazione alla partecipazione a fiere sono gli aspetti più sensibili nel settore. Molte aziende dichiarano che, se la situazione non dovesse migliorare, sarebbero costrette a ricorrere ad ammortizzatori sociali per far fronte alla gestione del personale dipendente.
“Il propagarsi del virus anche in Italia e purtroppo la grande confusione generata, - ha commentato il Segretario Generale, Giorgio Menichelli - ha aumentato il senso di disorientamento alimentando panico e isteria anche nella nostra Regione. Il non sapere cosa aspettarsi genera ancora più incertezza nella pianificazione e il fatto che anche piccole realtà abbiano registrato un calo di attività, sopraggiunto in pochi giorni, inquadra uno scenario economico e sociale difficile. Il fattore determinante sarà quindi il riuscire a contenere l’emergenza in tempi molto brevi. Attraverso la Confederazione nazionale in questi giorni stiamo affrontando con il Ministro dello Sviluppo economico e il Ministro del lavoro, i temi principali relativi a esigenze e ripercussioni sul sistema produttivo, mettendo sul tavolo alcune richieste per noi fondamentali: dalla definizione di un adeguato livello di priorità all’emergenza sanitaria per evitare la diffusione non controllabile e non gestibile dell’infezione e al contrasto degli effetti negativi per l’immagine del Paese e del nostro made in Italy. Confartigianato ha chiesto inoltre un’adeguata valutazione dei danni diretti e indiretti prodotti dall’emergenza, la proroga delle scadenze di ogni tipo, incluse quelle dei bandi pubblici e la garanzia di un’adeguata sorveglianza sui prezzi per evitare manovre speculative”.
Anche la struttura di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona ha isolato il coronavirus. Lo ha annunciato il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, durante le comunicazioni sull'emergenza epidemiologica nel corso della seduta del Consiglio Regionale.
Ceriscioli ha parlato di un "fatto importante che denota le capacità della struttura, ospedaliero universitaria, e segna anche la qualità di quello che si sta facendo".
(servizio in aggiornamento)
Ovunque nel mondo, chi dice “caffè espresso” dice “Italia”. Infatti è difficile separare questi due temi, ormai dal XVI secolo indissolubilmente legati tra loro. Gli italiano vanno pazzi per questa bevanda dall'aroma esplosivo e dagli effetti super eccitanti, che svegliano persino dal torpore più pesante.
Non soltanto il caffè è una delle bevande più amate in Italiani, ma in particolare quello prodotto e venduto in questo paese è (a detta di molti) decisamente il migliore del mondo. Insomma, il caffè sta all'Italia come il thè sta al Regno Unito.
In realtà, come in effetti abbiamo già accennato, i semi della pianta non hanno origine in Europa, men che meno nella nostra penisola. Non si sa da dove spunti, ma ha cominciato a diffondersi una volta arrivato in Medioriente e in Africa, tantissimi secoli fa. Soltanto successivamente arrivò da noi, trasportato sulle navi mercantili che attraccavano nell'allora porto più importante del mondo, quello della Serenissima. Infatti, chi dice che i Veneti hanno un rapporto privilegiato con il caffè ha esattamente ragione.
Il caffè può tramutarsi in bevanda in tantissimi modi, per mezzo di tanti strumenti inventati ad hoc, appositamente per estrarre da questo chicco il sapore forte di tutta la sua essenza: parliamo di moka, caffettiera napoletana, ma anche della classica ma professionale macchina espresso dei bar all'italiana.
Nonostante questo, il caffè non è soltanto una bevanda: con la sua polvere dai molto benefici strabilianti si possono cucinare le cose più disparate, persino dolci e secondi piatti particolari.
Gli effetti che dà sono, ovviamente, quelli propri di ogni alimento contenente caffeina: eccitamento ed energie in primis. Può provocare tachicardia, se l'uso che se ne fa è eccessivo, ed è per questo che come per ogni altra cosa buona (per esempio la cioccolata o i cibi particolarmente speziati) il consiglio è non esagerare.
Il caffè in Italia viene maneggiato come un'opera d'arte dal valore ineguagliabile: non deve essere “trangugiato”, ma assaporato lentamente e con serenità.
Esistono molte aziende made in Italy, come la Pasqualini che producono e distribuiscono questi grani speciali su tutto il territorio nazionale: i grani però potrebbero anche essere presentati in forma di polvere di caffè (già macinato) o persino dentro alle capsule generiche per l'utilizzo della macchinetta elettrica da casa. Ma i veri intenditori lo sanno che bere il caffè tradotto dai grani macinati sul momento è tutt'altra esperienza, al livello sensoriale altissima.
Caffè italiano:perché la tostatura italiana è una delle migliori?
Non è un mistero che il caffè italiano è molto amato ed è uno dei gioielli del nostro paese ed è uno dei piaceri preferiti da tante persone. Questo concetto va oltre il tipo di caffè:che sia filtrato,espresso classico del bar, preparato con la moka, rimane una delle bevande più amate sia dagli italiani che dai turisti.
Non è una cosa casuale che molti esperti, amanti del caffè hanno cominciato a prendere in considerazione l’idea di consumare, cosi come si faceva molti anni fa, quello in grani e anche a casa propria. Questo tipo di caffè, e forse non tutti lo sanno, se viene macinato nell’attimo in cui si sta preparando, sarà in grado di emettere tutto il suo aroma e i benefici che ne consegue, come per esempio salvaguardare il complesso organolettico di ogni singolo chicco.
Molte persone però non sanno che il vero segreto della bontà del caffè italiano è la bravura dei torre fattori, che sono in assoluto un’eccellenza quando ci si riferisce alla lavorazione del caffè. La tostatura italiana viene definita intensa per via del sapore e dell’aroma, che risultano essere molto positivi per il benessere del corpo umano.
In particolare è molto positiva come componente la melanoinide: questa è quella che si conosce come la parte nera del caffè e che si forma quando avviene la tostatura, ma non è presente nel singolo chicco di caffè.
In conclusione: il caffè italiano continua ad essere uno dei migliori in circolazione!
"E’ deceduto questa notte a Marche Nord il secondo paziente contagiato dal Coronavirus. Si tratta di un uomo sessantenne pesarese con patologia pregressa. Esprimo ai familiari delle vittime la mia vicinanza". A comunicarlo è stato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.
Il Gores, inoltre, ha comunicato che è terminato questa notte l’esame dei 54 tamponi effettuato ieri dalla Sod Virologia di Torrette. In totale nella giornata del 2 marzo sono stati rilevati 26 tamponi positivi: 22 nell’Area Vasta 1, 3 nell’Area Vasta 2, 1 nell’Area Vasta 3.
Salgono a 61 i casi positivi complessivi nelle Marche: 55 nella provincia di Pesaro e Urbino, 5 in quella di Ancona, 1 in quella di Macerata. Quest'ultima persona proviene dalle zone a rischio.
Il sindaco di Montegranaro Ediana Mancini ha comunicato in via ufficiale come, nella giornata odierna, suo padre - ricoverato all'ospedale regionale di Torrette a seguito di un incidente domestico - sia risultato positivo al test del COVID-19 Coronavirus.
"In questi giorni è stato assistito dai familiari più stretti ed è per questo che da stamattina siamo in isolamento domiciliare a scopo precauzionale, con sorveglianza attiva da parte della Asur" ha dichiarato il sindaco. "Pur duramente provata da questa situazione che io e i miei cari stiamo vivendo - ha concluso -, ritengo di avere il dovere di tenere informati i miei cittadini".
Da studioso di comunicazione permettetemi di togliermi subito “un sassolino dalla scarpa”, come si usa dire.
In un paese dove fino a pochi anni fa la laurea in scienze della comunicazione era paragonata a una "scienza della merendine" è particolarmente interessante notare come la costruzione di una forte campagna di comunicazione per rilanciare l'immagine e l'economia dell'Italia risulti essere (quasi) l'unica soluzione (finora concreta) per superare la crisi di questi giorni causata dal Coronavirus (e dai gravi errori di comunicazione istituzionale).
Al di là degli effetti più o meno gravi, causati dal nuovo virus, e dai numeri dei contagiati continuamente in aggiornamento (“che lascerei agli esperti già fin troppo numerosi”), credo sia necessario riflettere su come l’informazione e il modo di comunicare l’emergenza in Italia siano vicini al collasso, o meglio, siano totalmente fuori controllo in un’epoca, quella digitale, dove regna la trasparenza, l’abbondanza di contenuti e la “tuttologia” e questa è una grave ferita che sarà difficile rimarginare nel tempo.
I primi studi americani sugli effetti sociali dei media provarono a dimostrare come il tipo di contenuti ai quali siamo esposti non vadano ad influenzare totalmente, e nelle stesse modalità, il comportamento dello spettatore, ma sottolineavano come quest’ultimo fosse in grado di immagazzinare, in modo diverso, solo alcuni frammenti del contenuto audio-visivo adattandoli alle loro esperienza e sensibilità (considerando ovviamente il peso di variabili come sesso, età e backgroung culturale).
Non è un caso, dunque, se persone con lavori ed età differenti, residenti in regioni diverse, abbiamo letto il fenomeno coronavirus in modi opposti, così come opposte (e a volte esagerate) sono state le loro reazioni. Cosi come non è strano che esperti della stessa materia abbiano tesi differenti. Pura scienza medica? Non solo, effetti mediali.
Il gioco dei numeri dei contagiati, l’allarme improvviso, la folla nei supermercati, la chiusura e la riapertura e di nuovo la chiusura di alcuni luoghi pubblici hanno chiaramente dimostrato come l'informazione si configuri oggi come puro “intrattenimento”da un lato, e dall’altro come strumento in grado di persuadere politica e cittadinanza, capace di governare tempo e spazio e di dare il via o lo stop alle nostre vite.
"La questione non è che la televisione (..) costituisce un'influenza dominante nel complessivo processo dell'interazione umana all'interno delle varie reti delle istituzioni. (..) Chi lavora nei media ha compreso che bisogna "giocare sui numeri" (..) ormai abbiamo accettato una cultura mediale (..) e che in larga misura la cultura dei media è intrattenimento". Queste le parole, più che mai attuali, dei sociologi Altheide e Snow (1979).
Dunque sono tre le questioni principali che sembrano emergere attualmente:
- "Iperattivita" del cittadino
Le misure di contenimento sembrano al momento essere la soluzione più efficace. Il richiamo alla ripartenza, alla cultura, al commercio dopo soli 4 giorni sono segnali di una forza apparente del cittadino (giustamente sconvolto), una reazione di fuga/difesa nei confronti della paura. Nessuno vuole una nuova crisi economica, ma di certo non possiamo vedere risultati positivi in seguito all'ordinanza di chiusura delle scuole o dei locali pubblici dopo soli 4 giorni. Serve pazienza e buona informazione. O altrimenti scegliamo: o la " Borsa" o la " Vita".
I numeri dell'economia mondiale scendono, ma salgono quelli dei ricoverati negli ospedali del nord ormai al collasso. Uno studio del 2012 "Decison support for containing pandemic propagation", basato su alcuni modelli matematici, a proposito di "strategie del contenimento" suggerisce la chiusura di tutte le strutture pubbliche per 8 mesi nel caso di diffusione di un agente patogeno.
- Sovraccarico informativo
L'informazione di certo non aiuta. Da una totale emergenza passiamo ad una situazione di pieno controllo della malattia, nemica solamente di qualche povero anziano già a letto da mesi.
La comunicazione si conferma il primo potere nella società dell'informazione. Crea, distrugge, ricrea, modifica la realtà sociale. È vera, falsa, parzialmente vera, confusa, incomprensibile. Gioca con i numeri, diventa intrattenimento. Coronavirus è divenuta una serie tv, 1 stagione, puntate di illimitate. Impossibile non seguirla o commentarla.
- Il tramonto dell'autorevolezza della politica italiana
C'è il sindaco che pensa alla propria comunità locale, l'opposizione che desidera un governo d'emergenza, il Presidente che chiede il massimo del potere politico. Chi chiude le frontiere al nord e al sud. Chi ruba l'amuchina, chi indossa in diretta tv la mascherina. Chi confonde il razzismo con i protocolli tecnici d'emergenza. L'era del Coranavirus è iniziata, "peggio dell'11 settembre", dicono.
Serve più responsabilità politica, un rallentamento della mobilità, più fiducia e chiarezza dagli operatori dell'informazione. Ma soprattutto coordinamento e cooperazione. La fretta non ha mai aiutato nessuno, nemmeno se si tratta dell'apertura immediata del Duomo di Milano.
L’idea che più informazione (o l'accumulo di informazione) produca verità è paradossalmente una menzogna. Quando non c'è direzione, ma improvvisazione e disordine, viene meno il senso.
C'è chi chiede trasparenza, chi verità, ma queste due cose non sono identiche.
Le persone hanno paura del nuovo virus non perché questo non viene visto, ma perché sanno che esiste. Istituzioni e giornalisti dovrebbero ripartire da qui. Parlare e agire considerando che questa nuova malattia esiste, non considerando il fatto che non può essere vista. Più si cerca di nascondere i numeri o cambiare la narrazione e il significato delle cose più cresce il senso di shock e la paura.
La comunicazione (politica ed istituzionale) e i vari media tradizionali e digitali sono “ linguaggi di responsabilità” nei confronti della società e per questo devono essere studiati e usati, anche strategicamente, ma in modo etico senza improvvisazione.
“Sulla vicenda del Coronavirus la sinistra e il PD che governano le Marche hanno dimostrato di non essere assolutamente in grado di gestire né la fase preventiva né l'emergenza, ma al contrario di farsi trascinare dagli eventi e dalle ingerenze di Conte e Zingaretti. Preoccupa ora l'assenza di iniziative concrete per sostenere l'economia regionale, quando occorre da subito mettere in campo risposte concrete e fondi dedicati per consentire ai lavoratori e alle imprese di far fronte all'emergenza economica provocata dal Coronavirus”. Così il responsabile della Lega Marche Sen. Paolo Arrigoni insieme ai consiglieri regionali Sandro Zaffiri, Luigi Zura Puntaroni, Marzia Malaigia e Mirco Carloni.
“Durante la fase preventiva la Giunta Ceriscioli ha sottovalutato l'emergenza, mettendo a rischio la salute degli operatori sanitari lasciati senza adeguate protezioni. Nella fase emergenziale è invece evidente la scarsa organizzazione messa in campo dalla Regione, che ha evidenziato la carenza di personale e di posti letto di degenza in isolamento, ad oggi insufficienti per gestire un eventuale aumento del numero dei contagiati”, spiegano gli esponenti della Lega. “L'irresponsabilità di Ceriscioli e della sua giunta ha lasciato i marchigiani nella più totale incertezza e confusione per giorni, e soprattutto ha abbandonato i sindaci, costringendo alcuni di loro, come il sindaco di Urbino, a prendersi la responsabilità di chiudere a titolo precauzionale scuole e luoghi pubblici”.
“Anche l'ultima decisione del Governo Conte, che dispone solo per la provincia di Pesaro e Urbino la chiusura delle scuole, quando gli studenti della medesima provincia possono comunque andare a scuola nell’anconetano o all’università di Macerata e Camerino, desta sconcerto. Il contagio non si verifica solo nelle aule scolastiche ma anche con il trasporto pubblico! Siamo inoltre sorpresi – continuano il Sen. Arrigoni e i consiglieri regionali della Lega - dalla totale assenza di misure concrete proposte dalla Giunta a seguito della convocazione del tavolo economico di questa mattina. Gli imprenditori del turismo e del trasporto, che già stanno subendo un contraccolpo a seguito delle cancellazioni delle prenotazioni e delle gite scolastiche, si aspettano dei fatti e non riunioni formali in cui non sono state nemmeno individuate le risorse regionali da mettere a disposizione e senza un testo con misure economiche su cui discutere e confrontarsi”.
“È essenziale dare un sostegno immediato al settore del commercio e della ristorazione che rischia di subire un crollo senza precedenti, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Occorre inoltre pensare ad un piano speciale per l'export delle aziende regionali che hanno gli ordini fermi o in fase di cancellazione”, conclude la Lega. “La Giunta Regionale in questo momento ha il dovere di essere rapida e coraggiosa e non può certo assumere lo stesso atteggiamento passivo che ha mostrato in questi 5 anni e che ha indebolito il sistema economico marchigiano”.
Con un nuovo videomessaggio il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha fatto il punto della situazione sui contagi da Coronavirus dichiarando inoltre lo stanziamento di un milione di euro destinato alle strutture sanitarie per far fronte a questa emergenza.
"In questo momento abbiamo ricevuto i risultati di 24 campioni analizzati in mattinata e tre di questi, provenienti dalla provincia di Pesaro Urbino, sono positivi. In lavorazione abbiamo altri 30 campioni, i cui risultati arriveranno in tarda serata - dichiara Ceriscioli- Alle 15,30 di oggi erano 6 i ricoveri in terapia intensiva, 17 nei reparti di malattie infettive, 11 in isolamento domiciliare. Una persona è purtroppo deceduta questa mattina. Oggi abbiamo anche stanziato un milione di euro per far fronte a questa emergenza .In serata arriveranno nuovi dispositivi per la protezione personale di chi si occupa della gestione sanitaria. Abbiamo già predisposto a Marche Nord e a Torrette spazi da dedicare a gruppi di posti letto in terapia intensiva per avere già a disposizione una organizzazione funzionale al massimo. Nelle osservazioni presentate al governo avevamo chiesto le misure più forti in tutta la regione, ma il governo ha preferito limitarle con legge alla provincia di Pesaro Urbino e ha tolto in maniera espressa il potere di ordinanza su questa materia alle Regioni. Se ci fosse una evoluzione anche in altri territori telefonerò al ministro per estendere le misure".
AGGIORNAMENTO ORE 20:00
Sono 38 i casi positivi complessivi nelle Marche attualmente registrati, su 161 test effettuati: 36 risultano nella provincia di Pesaro e Urbino, 2 in quella di Ancona. Dei positivi alle 15.30, 6 sono i ricoveri in terapia intensiva (uno a Pesaro Marche Nord, uno a Torrette di Ancona, uno a Fermo, uno a San Benedetto del Tronto, uno a Civitanova Marche e uno a Urbino), 17 nei reparti di malattie infettive (11 a Marche Nord, 5 a Torrette e 1 a Fermo), 11 in isolamento domiciliare.
L’età media delle persone risultate positive è di 65 anni (8 donne e 27 uomini). Sono in totale, invece, 233 i casi in isolamento domiciliare, di cui 226 asintomatici e 7 sintomatici. Tra queste persone vi sono 65 operatori sanitari. Attualmente è in corso l’analisi di 30 tamponi.
Lo scorso 26 febbraio si è svolto presso il Pala Prometeo il "concorsone", ovvero la selezione finalizzata all'assunzione a tempo determinato di infermieri per il superamento delle criticità connesse alla carenza di personale presso reparti e servizi degli "Ospedali Riuniti" di Ancona.
A distanza di soli due giorni lavorativi, con determina 179 del 2 marzo 2020, è stata già formata e deliberata la graduatoria.
Su 911 presenti alla selezione sono risultati idonei 499 candidati: di questi 57 saranno assunti immediatamente, mentre altri lo saranno in vista delle cessazioni che matureranno a breve e altri ancora per garantire la normale fruizione delle ferie estive: il personale infermieristico in graduatoria sarà utile anche ad affrontare l'emergenza del "Coronavirus".
La Direzione Generale intende evidenziare il notevole lavoro fatto dalla Commissione d'esame, presieduta dalla dottoressa Rosalia Mercanti - dirigente delle professioni infermieristiche - nonché dagli uffici preposti (Gestione del Personale) ed anche dal personale addetto alla sorveglianza in occasione delle prove.
Ripercussioni socioeconomiche del Coronavirus nelle Marche: il presidente Ceriscioli ci comunichi quali misure la Regione abbia programmato di mettere in campo per far fronte alle eventuali ricadute dannose nel mondo produttivo, turistico ed economico marchigiano a causa del CoVid-19 – così il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, Elena Leonardi –. Ho ritenuto doveroso presentare un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta a fronte del veloce progredire della situazione legata al Coronavirus e all’allarme lanciato dagli addetti ai lavori, dalle imprese, dalle associazioni di categoria.
L'economia italiana ed anche quella marchigiana sono fortemente dipendenti da turismo e da export, che sono i principali settori a rischio a causa dei provvedimenti restrittivi per arginare il Coronavirus presi da tanti Stati nel mondo e la forte preoccupazione che si è diffusa tra le popolazioni rischia di minare la credibilità internazionale dell’Italia. La Regione deve fare la sua parte – ha aggiunto il consigliere Leonardi – per scongiurare ogni possibile ricaduta a fronte di cancellazioni massive delle prenotazioni turistiche e della difficoltà a portare avanti le attività economiche e produttive e gli scambi commerciali con possibili gravi ripercussioni occupazionali.
Sono sconcertanti infatti i dati che provengono dagli operatori turistici in manifestazione questa mattina sotto al Ministero dello Sviluppo Economico, con l’intero comparto turistico che conta il 13% del Pil della nostra Nazione a rischio collasso, innescando un effetto domino su tutta l’economia nazionale, e chiede attenzione al Governo. Fratelli d’Italia ha presentato già la scorsa settimana numerose proposte di concerto con il mondo produttivo per permettere alle aziende di ripartire e scongiurare che i danni siano ancora più pesanti, chiedendo al Governo di mettere in campo un piano strategico per le imprese”, conclude Elena Leonardi.
“Abbiamo appreso dalla stampa le prime dichiarazioni ufficiali del candidato alla Regione Marche della sinistra, Maurizio Mangialardi. La connotazione con cui si è voluto identificare è la seguente "sono antifascista". Come se essere antifascista significasse essere un buon amministratore. Noi, questo, non lo riteniamo sufficiente”. Si espresso così, in una nota, il senatore Francesco Battistoni - commissario regionale Forza Italia Marche – riguardo alla candidatura da parte del Pd, di Mangialardi
“La scelta del sindaco di Senigallia, essendo un uomo di apparato, rappresenta esattamente la continuità con i cinque anni di Luca Ceriscioli. Mangialardi, dunque, rappresenterà alle prossime elezioni regionali il declassamento delle Marche nella ripartizione dei fondi europei, l'incapacità di spesa dei finanziamenti della Ue, la gestione amatoriale del terremoto, l'inattività sul fronte infrastrutturale.
Ora il Partito Democratico vorrà fare passare il messaggio del cambiamento. In realtà sarà solo una messa in scena: tutto cambi, affinché nulla cambi”.
La prima vittima del Coronavirus delle Marche è un anziano di 88 anni con patologie pregresse, deceduto questa mattina all'ospedale Santa Croce di Fano. Era stato ricoverato il 24 febbraio con febbre alta e difficoltà respiratorie ed era risultato positivo al tampone. A comunicarlo, in un post su facebook, il governatore Luca Ceriscioli.
"Esprimo vicinanza alla famiglia e a tutti i suoi cari. Continuiamo a lavorare per fronteggiare l'emergenza con il massimo impegno", ha scritto in un post facebook, il presidente della Regione.
Il Gores ha comunicato oggi che la Sod Virologia ha rilevato 11 tamponi positivi al Coronavirus, 10 provenienti dall'Area Vasta 1, provincia di Pesaro Urbino, e 1 dall'Area vasta 2, provincia di Ancona. Questi 11 campioni saranno inviati domani all'Istituto superiore di sanità per la conferma. Sale dunque a 35 il numero di campioni positivi nella Regione Marche, 33 a Pesaro Urbino più 2 nella provincia di Ancona. Sono invece 228 i casi in isolamento domiciliare, 7 i ricoveri in terapia intensiva e 9 i ricoveri fuori dalla terapia intensiva.
"Ringrazio tutti gli operatori sanitari e tutti coloro che anche in questo fine settimana hanno garantito presenza, assistenza e intervento h24 - dichiara il presidente della Regione Luca Ceriscioli- Stiamo lavorando tutti insieme per fronteggiare l'emergenza e questo è un grande valore per la nostra regione".
"Nonostante il PD abbia trovato una diversa sintesi ed abbia abbandonato linea e nomi rispetto agli incontri bilaterali della settimana scorsa, noi di Italia Viva restiamo fermi sul valore dell’unità di tutta la coalizione che perseguiremo con ogni mezzo - con queste parole Italia Viva Marche avverte il Partito Democratico in previsione dell'incontro tra gli alleati - Abbiamo avuto questo atteggiamento sin dall’inizio e lo avremo fino alla fine, senza nessun veto ma chiedendo forte discontinuità. Atteggiamento che ha unito tutti i possibili alleati al di fuori del Pd".
"Sulle novità in casa Pd aspettiamo notizie dal segretario del partito democratico Giovanni Gostoli, è lui il nostro interlocutore e con lui abbiamo preso impegni che ci aspettiamo siano rispettati. Il Pd ha tutto il diritto di riunire e deliberare con i suoi organismi, ma sia chiaro, per allearsi occorre rispetto reciproco e pari dignità.Non vogliamo regalare la nostra regione ai populisti, quindi ognuno si prenda le proprie responsabilità visto che nessuno può definirsi autosufficiente".
"Ha veramente dell’incredibile il comportamento della regione Marche circa la mancata attivazione di misure di carattere funzionale, per garantire il diritto all’informazione anche ai sordi e sordo ciechi, in tema di emergenza Coronavirus! E pensare che appena l’11 febbraio scorso è stata approvata in consiglio regionale la legge, di cui sono il primo firmatario, che reca “Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni e la piena accessibilità delle persone alla vita collettiva” - dichiara in una nota il Vice Presidente del Consiglio Regionale Piero Celani - Assurdo! E lo è tanto più perché la legge, all’ art. 4, stabilisce chiaramente cosa deve fare l’Ente in questi casi, per garantire il sacrosanto diritto all’informazione dei cittadini che rientrano nelle categorie sopra menzionate, anche assicurando negli eventi di particolare rilevanza, il servizio di interpretariato simultaneo in LIS e in LIST, in presenza e/o a distanza.
Ed allora, perché accanto al numero verde, come più volte ho richiesto, non è stato indicato un numero telefonico “dedicato” per sms e whatsapp, in modo che anche queste categorie svantaggiate potessero comunicare con le istituzioni regionali? E perché il numero verde è attivo solo dalle 8 alle 20? Forse il coronavirus di notte riposa? Ed ancora: perché in ogni conferenza stampa non è stato attivato il servizio di interpretariato? Proprio per questi motivi, ho presentato un’interrogazione urgente al presidente Ceriscioli affinché provvedesse a riparare questo grave Vulnus, anche se, vista la grande confusione che ad oggi ha ingenerato sull‘argomento, credo che ormai ci sia poco da riparare, ma solo da non procurare ulteriori danni"
Con il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, immediatamente operativo senza ordinanza delle Regioni, oggi il Governo ha indicato in quali territori si applicano le misure più forti, di sospensione delle attività didattiche e delle attività di pubblico spettacolo: oltre alle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che sono in zona rossa, il parere dell’Istituto superiore di sanità ha ritenuto sufficienti i casi registrati nella provincia di Pesaro Urbino per l'inclusione, insieme con la provincia di Savona, tra i territori in cui applicare le seguenti misure di contenimento, elencate nell’articolo 2 del Decreto, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19.
"Riteniamo importante – ha affermato il presidente Luca Ceriscioli - l’affermazione del principio di applicazione delle misure di contenimento su base territoriale, che rende omogenei i criteri per tutta Italia. E’ ciò che avevamo chiesto sin dall’inizio. Il governo ha stabilito zone e restrizioni relative con lo strumento di legge non sono più previste ordinanze della regione, ovvero le misure sono immediatamente operative”.
Ecco tutti i punti de nuovo decreto emanato oggi pomeriggio:
- sospensione, sino all’8 marzo 2020, dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, ad esclusione dei corsi per i medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza;
- sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, sino all’8 marzo 2020, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 del presente decreto. È fatto divieto di trasferta dei tifosi residenti nelle regioni e nelle province di cui all’allegato 2 per la partecipazione ad eventi e competizioni sportive che si svolgono nelle restanti regioni e province;
- sospensione, sino all’8 marzo 2020, di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose;
- l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;
- apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura a condizione che detti istituti e luoghi assicurino modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;
- sospensione delle procedure concorsuali pubbliche e private ad esclusione dei casi in cui venga effettuata la valutazione dei candidati esclusivamente su basi curriculari e/o in maniera telematica nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e di quelli per il personale della protezione civile, ferma restando l’osservanza delle disposizioni di cui alla direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione n. 1 del 25 febbraio 2020;
- svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro;
- apertura delle attività commerciali diverse dalla ristorazione condizionata all’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori;
- limitazione dell’accesso dei visitatori alle aree di degenza, da parte delle direzioni sanitarie ospedaliere;
- rigorosa limitazione dell’accesso dei visitatori agli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali per non autosufficienti;
- sospensione dei congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale;
- privilegiare, nello svolgimento di incontri o riunioni, le modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19.
Nelle restanti province di Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno la Regione Marche seguirà il modello delle altre 12 Regioni, che applicano misure diverse, fra cui: la sospensione fino al 15 marzo 2020 dei viaggi d’istruzione, delle iniziative di scambio o gemellaggio, delle visite guidate e delle uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado; le misure di sicurezza da garantire per le procedure concorsuali; l’obbligo per le aziende di trasporto pubblico locale anche a lunga percorrenza di adottare interventi straordinari di pulizia dei mezzi; l’obbligo, per chiunque abbia fatto ingresso in Italia negli ultimi quattordici giorni dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero nei Comuni italiani ove è stata dimostrata la trasmissione locale del virus, di comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale o pediatra di libera scelta.
Sono stati resi noti, nel tardo pomeriggio di oggi, i dettagli del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che riguardano le misure in vigore dalla prossima settimana per contrastare l'emergenza Covid-19.
Nello stesso, si regolamenta su tutto il territorio nazionale la gestione dell’emergenza e, contestualmente, si dispone che nelle Marche, ad eccezione della provincia di Pesaro-Urbino in quanto confinante con l’Emilia Romagna, da lunedì gli studenti debbano tornare sui banchi di scuola.