"Nella serata di ieri è trapelata la bozza del decreto con le nuove disposizioni per il Covid-19. Misure molto importanti per la popolazione, che mi risultano anche non essere state pienamente condivise con le Regioni. Ora le polemiche non servono perché bisogna restare uniti, ma il Governo centrale e quelli regionali devono coordinarsi perché abbiamo già sprecato troppo tempo. Invece il Governo chiede coesione ma non rispetta le Istituzioni locali e, anzi, a volte sembra addirittura ostacolarle". Lo dichiara il deputato di Fratelli d'Italia e candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione Marche, Francesco Acquaroli.
"Dopo la fuga di notizie di ieri - prosegue Acquaroli -, ci raccontano della stazione centrale di Milano presa d’assalto da centinaia di persone per rientrare al centro-sud. Se a gennaio e febbraio si è sottovalutata la situazione, tacciando per allarmisti e razzisti coloro che chiedevano controlli più ferrei e quarantena per chi arrivasse dalle zone a rischio contagio, oppure definendo il Coronavirus una normale influenza che non avrebbe potuto mettere in crisi il nostro sistema sanitario, tanto che qualcuno è andato addirittura nei ristoranti cinesi per esprimere solidarietà e vicinanza contro le 'paure' degli italiani razzisti,oggi ci troviamo ad arginare la diffusione di un virus che rischia davvero di mettere in crisi il sistema sanitario nazionale.
"Alla superficialità e all’ipocrisia dei mesi di gennaio e febbraio, sono seguite le incertezze e la confusione di queste settimane, durante le quali abbiamo dimostrato e mostrato il livello di adeguatezza di una classe dirigente che non riesce a maturare neanche davanti ad una situazione così delicata. Unione e coesione devono fare il paio con certezza, chiarezza e condivisione delle norme, altrimenti si rivelano essere solo espressione di supponenza e presunzione. L'Italia è una grande Nazion - conclude il deputato di Fratelli d'Italia -, ce la potremo fare se saremo uniti, coesi e veloci nelle risposte ai bisogni dei cittadini, delle famiglie e delle imprese".
Questa notte il premier Giuseppe Conte ha posto la firma sul nuovo decreto in cui la provincia di Pesaro-Urbino è stata messa tra le zone arancioni presenti sul territorio nazionale.
Un testo composto da tredici pagine e cinque articoli, ecco cosa prevede:
Restrizione in zone rosse – L’articolo 1 riguarda il «contenimento del contagio nella Regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia». Ecco le misure adottate:
a) evitare ogni spostamento delle persone in entrata e uscita dai territori individuati e negli stessi territori, anche se la mobilità è consentita «per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità per motivi di salute», anche se «è consentito il rientro presso il domicilio, abitazione o residenza»;
b) in caso di infezioni respiratorie e e febbre (superiore a 37.5°) è «fortemente raccomandato» di restare a casa e limitare i contatti;
c) divieto assoluto di mobilità per le persone in quarantena;
d) sono sospesi eventi e competizioni sportive, con l’eccezione per atleti professionisti e di categoria assoluta, purché le attività si svolgano a porte chiuse e sotto controllo di personale medico delle società sportive;
e) si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di permettere ai dipendenti di fruire delle ferie e dei congedi ordinari;
f) sono chiusi gli impianti da sci;
g) sono sospese tutte le manifestazioni in luogo pubblico o privato, dalla cultura allo sport, dalle attività religiose alle fiere. Restano chiusi cinema, teatri, pub, sale scommesse, discoteche;
h) restano chiuse tutte le scuole e le università, che possono però continuare l’attività formativa a distanza. Non si fermano invece i corsi per specializzandi in medicina e le attività di tirocinio per le professione sanitarie;
i) i luoghi di culto possono essere aperti solo se permettono di mantenere la distanza di un metro fra i presenti.Sono sospese le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali;
l) sono chiusi i musei e gli istituti culturali;
m) sono sospesi i concorsi pubblici e di abilitazione, con l’eccezione di quelli legati alle professioni mediche e alla protezione civile;
n) le attività di ristorazione e bar sono consentite dalle 6 alle 18 sempre nel rispetto della regola della distanza di almeno un metro fra le persone;
o) sono consentite le attività commerciali, ma con accessi contingentati per evitare assembramenti;se non può essere rispettata la distanza interpersonale di almeno un metro, i negozi devono restare chiusi;
p) sono sospesi i congedi ordinari per il personale medico e sanitario e per quello delle unità di crisi;
q) lo svolgimento di riunioni per le strutture socio sanitarie deve avvenire dove possibile in remoto o garantendo comunque il metro di distanza interpersonale;
r) nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nonché i negozi presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati. Nei giorni feriali deve essere in ogni caso garantita la distanza interpersonale di un metro. La chiusura non è prevista per farmacie, parafarmacie e negozi di alimentari, ferma restando la prescrizione del metro di distanza;
s) resteranno chiuse palestre, centri sportivi, piscine , centri benessere e centri termali (con l’eccezione dell’erogazione dei servizi essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali e centri ricreativi;
t) sono sospesi gli esami di idoneità presso la motorizzazione civile, ma è prevista la proroga dei termini.
Nel resto d'Italia – L’articolo 2 fissa le misure che riguardano il resto del paese. Nel dettaglio
a) stop a congressi, riunioni, meeting e eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità; è sospesa ogni altra attività convegnistica o congressuale;
b) sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali svolti in ogni luogo, pubblico o privato;
c) sono sospese le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche o locali assimilati, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione;
d) restano chiusi musei e istituti di cultura;
e) lo svolgimento delle attività di ristorazione e bar può avvenire solo con obbligo a carico dell’esercente di far rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro;
f) è raccomandata in tutte le altre attività commerciali l’adozione di misure per contingentare gli accessi, sempre nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro;
g) sono sospesi eventi e competizioni sportivi; resta comunque consentito lo svolgimento degli stessi, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, solo in impianti utilizzati a porte chiuse, cioè senza la presenza di pubblico, ma sotto il controllo di personale medico delle società per controllare il rispetto delle norme per la riduzione del rischio di contagio; in ogni caso deve essere garantito il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro;
h) sono sospese tutti i servizi educativi e le attività didattiche e formative nelle scuole e negli istituti di ogni ordine e grado, ferma restando la possibilità di svolgere attività a distanza; sono esclusi dalla sospensione i corsi di specializzazione in medicina e di formazione specifica in medicina generale, oltre alle attività di tirocinio per le professioni sanitarie;
i) sono sospesi i viaggi di istruzione, le iniziative di scambio culturale e gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche;
l) alla riapertura delle scuole, la riammissione degli studenti assenti per malattie per più di 5 giorni potrà avvenire solo con certificato medico;
m)i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività, modalità di didattica a distanza anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;
n) la modalità a distanza può essere adottata anche nelle università e nelle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica;
0) le università e le istituzioni assicurano, se necessario, il recupero delle attività formative, nonché di quelle curriculari e di ogni altra prova; le assenze degli studenti causate dalla sospensione non sono computate ai fini dell’eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni;
p) è vietato agli accompagnatori dei pazienti permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione dei pronto soccorso, salve specifiche indicazioni del personale sanitario;
q) l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, Rsa, hospice, strutture riabilitative e residenziali per anziani autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione;
r)il lavoro agile può essere applicato dai datori di lavoro per tutta la durata dell’emergenza anche in assenza degli accordi individuali previsti per legge;
s) qualora sia possibile, si raccomanda ai datori di lavoro di favorire la fruizione di periodi di congedo ordinario o ferie;
t) è disposta la proroga dei termini in favore dei candidati che non abbiano potuto sostenere le prove d’esame per la sospensione;
u) sono previste misure di prevenzione per i nuovi ingressi negli istituti di pena, i casi sintomatici vengono posti in isolamento e si raccomanda di valutare la possibilità di misure alternative al carcere. I colloqui visivi avvengono in modalità telefonica o video e solo in casi eccezionali può essere autorizzato il colloquio personale ma a distanza di almeno due metri;
v) ’apertura dei luoghi di culto è consentita solo con l’adozioni di misure organizzative per evitare assembramenti e nel rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro; sono sospese le cerimonie civile e religiose, compresi i funerali;
z) divieto assoluto di mobilità dall’abitazione o dimora per le persone in quarantena.
Informazioni e procedure– L’articolo 3 stabilisce le «misure di informazione e prevenzione sul territorio nazionale».Il primo comma impone l’applicazione delle seguenti misure:
a) Il personale sanitario si attiene alle appropriate misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria previste dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità e applica le indicazioni per la sanificazioni e la disinfezione degli ambienti previste dal Ministero della Salute;
b) è fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie di evitare di uscire di casa fuori dai casi di stretta necessità
c) si raccomanda di limitare, ove possibili, gli spostamenti ai casi strettamente necessari;
d) ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (37.5°) è fortemente raccomandato di non uscire, limitando i contatti sociali;
e) nelle scuole e negli uffici pubblici sono affisse le tabelle con le informazioni igienico sanitarie per la prevenzione;
f)i sindaci e le associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni per la prevenzione;
g) è raccomandato ai comuni e agli altri enti territoriali e alle associazioni culturali e sportive di offrire attività ricreative individuali alternative a quelle collettive, promuovendo e favorendo le attività all’aperto senza creare assembramenti;
h) negli uffici pubblici, negli uffici aperti al pubblico e nelle aree di accesso alle strutture sanitarie sono messe a disposizione di utenti e visitatori soluzioni disinfettanti per le mani;
i) nello svolgimento di procedure concorsuali e pubbliche sono adottate misure per ridurre i contatti ravvicinati garantendo la distanza interpersonale di un metro ai partecipanti;
l) le aziende di trasporto pubblico anche a lunga percorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi;
m) chiunque nei 14 giorni antecedenti la data di pubblicazione del decreto abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zona a rischio epidemiologico, è tenuto a comunicarlo alla Asl di appartenenza. Dal secondo al 4° comma sono indicate le prescrizioni e le procedure a cui devono attenersi gli operatori di sanità pubblica che entrano in contatto con le persone che richiedano l’intervento delle Asl o delle strutture mediche o che siano sottoposte a sorveglianza. Il comma 5 stabilisce che le persone in sorveglianza in caso di comparsa dei sintomi avvertano il medico di base e l’operatore di sanità pubblica preposto al coordinamento; indossino la mascherina chirurgica; rimangano nella propria stanza con la porta chiusa garantendo un’adeguata ventilazione naturale in attesa del trasferimento in ospedale, ove necessario.
L’articolo 4 fissa le regole per il «monitoraggio delle misure», affidato al prefetto che si può avvalere della collaborazione delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e delle forze armate. L’articolo 5 contiene invece le disposizioni finali.
La Sod Virologia dell'Ospedale di Torrette di Ancona ha comunicato questa mattina gli ultimi risultati dei test sui tamponi positivi al Coronavirus nelle Marche: sono 274 in totale i campioni positivi (74 in più rispetto alla giornata di ieri), su 1028 complessivamente testati dall'inizio dell'emergenza Covid-19.
Anche la provincia di Pesaro Urbino è stata inserita decreto legge dove sono elencate le 11 province italiane in cui saranno adottate le misure più severe per contrastare l'emergenza Coronavirus.
Il testo dovrebbe essere approvato in serata e, oltre a quella marchigiana, rientrano tra le zone rosse le province di Rimini,Modena,Parma,Piacenza,Reggio Emilia,Venezia,Padova,Treviso,Asti e Alessandria.
I centri commericali rimarranno chiusi solo nei fine settimana e la chiusura delle scuole in queste zone sarà prolungata fino al 3 Aprile.
"Abbiamo ricevuto poco più di un’ora fa la bozza di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante ulteriori misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e in alcune province italiane tra cui Pesaro e Urbino - dichiara il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli - Nello specifico si prevede l’obbligo di evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita, dal territorio e all’interno del territorio, salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza. Riteniamo corretto intensificare le misure di contenimento vista la forte diffusione del contagio. Abbiamo tuttavia avuto poco tempo a disposizione per elaborare un giudizio su un provvedimento di tale portata.
Come prima istanza chiediamo particolare attenzione soprattutto su tre punti: è necessario aggiungere una previsione che consenta l’attività delle imprese di qualunque natura e qualsiasi in forma costituite, aventi sede legale e/o operativa nel territorio della Provincia; occorre consentire alle persone almeno il rientro presso il proprio domicilio/abitazione o residenza situato nel territorio della Provincia; è necessario consentire spostamenti per motivi di salute".
++ AGGIORNAMENTO ORE 10:00 ++
TUTTE LE DISPOSIZIONI DEL NUOVO DECRETO: LEGGI QUI
++ AGGIORNAMENTO ORE 15:00 ++
"Non siamo in fascia rossa, come ieri sera inizialmente si credeva. Con il prefetto l'abbiamo definita zona arancione". Così il sindaco di Pesaro Matteo Ricci all'Ansa, dopo una riunione del Comitato per l'Ordine e la sicurezza in Prefettura e una giunta straordinaria a seguito delle misure, più restrittive, decise dal Governo per la Regione Lombardia e 14 province italiane, tra cui quella di Pesaro Urbino, per contenere il contagio da coronavirus. "Le aziende sono aperte: si potrà andare a lavorare. Ci si potrà muovere per motivi di lavoro e di salute: vale sia all'interno della provincia che fuori - ha spiegato -. Potranno arrivare e partire le merci. Il decreto salvaguarda il lavoro. Tutte le attività lavorative, ovviamente, devono rispettare le note indicazioni.
"Come mantenere un metro di distanza e lavarsi le mani di frequente". Inoltre "restano aperti anche i servizi pubblici: Comune, poste, banche, evitando situazioni di sovraffollamento".
Sono stati dimessi da Torrette i primi due pazienti affetti da COVID-19. Lo annuncia il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: “Entrambi hanno superato la fase acuta della malattia e presentano condizioni cliniche e psicologiche perfettamente compatibili la prosecuzione della convalescenza in ambito domiciliare. Sia i pazienti che i familiari sono stati adeguatamente istruiti sui comportamenti di sicurezza da adottare. Da questo momento in poi i pazienti saranno monitorati dai servizi territoriali competenti”.
“In entrambi i casi - spiega il prof. Marcello Tavio, direttore della struttura complessa di malattie infettive Ospedali riuniti di Ancona e presidente della Società scientifica italiana malattie infettive - non c’è stato bisogno di terapia di supporto degli organi vitali, ma di sola di terapia medica e di semplice monitoraggio; a conferma del fatto che i soggetti senza comorbosità presentano un andamento molto più lineare e favorevole rispetto ai soggetti anziani e/o defedati. I pazienti potranno essere dichiarati “guariti” quando la scomparsa della sintomatologia si accompagnerà alla negativizzazione della carica virale nelle secrezioni respiratorie (tampone). Resteremo in stretto contatto con i servizi territoriali per condividere il resto del percorso, per reinserire le persone nella società civile e nel mondo del lavoro nel modo più rapido e sicuro possibile”.
Anche quest’anno sarà possibile usufruire del bonus mobili ed elettrodomestici, ovvero dell’agevolazione fiscale per l’acquisto di elementi d’arredo e grandi elettrodomestici da inserire all’interno di un immobile oggetto di lavori di ristrutturazione. Cos’è il bonus elettrodomestici? Chi può usufruirne e in che modo? Scopriamolo insieme!
Bonus mobili 2020: in cosa consiste questa agevolazione?
Quest’agevolazione fiscale collegata alla ristrutturazione edilizia è molto semplice da ottenere e consiste nella possibilità di detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+. Il Bonus è stato prorogato dalla recente legge di bilancio 2020, ma può essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato non prima del 1° gennaio 2019. La detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro che comprende complessivamente le spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.
Bonus elettrodomestici 2020: quando richiederlo?
Il requisito indispensabile per ottenere il bonus elettrodomestici è la realizzazione di un intervento di ristrutturazione edilizia sul proprio immobile, sia su singole unità immobiliari sia su parti comuni di edifici residenziali. Chiunque esegua questi lavori può beneficiare della detrazione Irpef al 50%. Per ottenere questo bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione sia precedente a quella dell’acquisto dei beni. Come dimostrarlo? Attraverso eventuali abilitazioni amministrative o la comunicazione preventiva all’Asl.
Bonus elettrodomestici: per quali acquisti è possibile richiederlo?
È possibile richiedere il bonus per l’acquisto di mobili nuovi di qualsiasi tipologia, ma anche per elettrodomestici. In particolare il bonus elettrodomestici si può avere per l’acquisto di elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+, come indicato dall’etichetto energetica. Di cosa parliamo quando parliamo di grandi elettrodomestici? Di frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavasciuga e asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.
Mondo Elettrodomestici, azienda leader nella vendita dei grandi elettrodomestici delle migliori marche al miglior rapporto qualità/prezzo, propone un vasto assortimento di prodotti selezionati che coniugano funzionalità, design, elevate performance e risparmio energetico. Elettrodomestici classe A+, A++ e A+++ subito disponibili per la tua nuova abitazione, ideali alleati per la vita di tutti i giorni.
Anche le spese di trasporto e quelle di montaggio degli elettrodomestici acquistati possono essere incluse tra le spese da portare in detrazione.
Bonus elettrodomestici 2020: come ottenerlo?
Per ottenere il bonus elettrodomestici è necessario effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è assolutamente consentito pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento che non sono considerati tracciabili. Non solo: per ottenere il bonus fiscale occorre comunicare all’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico, gli acquisti degli elettrodomestici specifici per i quali si può usufruire del bonus. Forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici: rivolgiti a Mondo Elettrodomestici per trovare tutto ciò di cui hai bisogno per cominciare la tua nuova vita.
Ultimo step per completare la richiesta per la detrazione? Indicare le spese sostenute per l’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici nella propria dichiarazione dei redditi, nel modello 730 o modello Redditi persone fisiche.
Ecco, ora hai a tua disposizione tutte le informazioni necessarie per procedere alla richiesta del bonus elettrodomestici 2020. Ricorda i requisiti fondamentali: la ristrutturazione edilizia cominciata non prima del 1° gennaio 2019 e l’acquisto successivo di beni come mobili ed elettrodomestici. Arreda la tua casa risparmiando e usufruisci di una detrazione fiscale del 50%. Anche nel 2020 mettere su casa conviene!
"In giorni in cui siamo tutti richiamati a un atteggiamento di massima responsabilità, sono quanto mai convinto che il ruolo centrale delle donne marchigiane e il loro contributo forte e generoso siano decisivi per affrontare anche questa criticità. Ognuna all’interno della propria cerchia, che sia quella familiare o il luogo di lavoro - È la riflessione del Presidente della Camera di Commercio, Gino Sabatini, alla vigilia di un 8 marzo molto particolare - Penso a questa ricorrenza come occasione di conoscenza e riconoscenza verso le donne, che abbatta i pregiudizi e il terribile disprezzo di cui, troppo spesso sono vittime”.
Le imprese delle donne nella nostra regione sono 38.825, il tasso di "femminilizzazione" sul totale è del 23,1%, in aumento negli ultimi cinque anni anche rispetto al sistema Italia. A fine anno l'analisi della presenza femminile nel tessuto imprenditoriale marchigiano ha visto confermato il trend italiano dell'incremento di imprese a titolarità di donne nei settori che offrono servizi alle famiglie, nell'istruzione, nell'assistenza sociale, nella sanità, con una specializzazione più forte che altrove nella cura e nell'assistenza all'infanzia (incidono per 40,5% sul totale delle imprese femminili).
"Siamo alle solite: la vocazione alla cura è di matrice femminile. In altre parole, le donne si sobbarcano il peso dei piccoli e degli anziani. Più donne capocantiere, più capitane d'impresa farebbero notizia e piacere. Però: prendersi cura è anche curare e recuperare. Azioni che la contingenza socio sanitaria in cui siamo immersi rende particolarmente apprezzabili e preziose- spiega Sabatini - La complessità, si dice, è questione femminile e sicuramente un sistema complesso è quello rappresentato dall'emergenza Coronavirus: ha implicazioni sulla salute, sull'economia, sulle relazioni sociali, sulle abitudini, sul costume, sui sentimenti".
Per Marta Mattioni, componente di Giunta della Camera di Commercio delle Marche e titolare d'impresa "Come in altri ambiti l'emergenza sanitaria ha evidenziato un problema italiano che preesiste all'epidemia: la necessità di supporti alle donne lavoratrici e imprenditrici che, già in equilibrio in condizioni normali tra gestione aziendale e familiare, ora devono fare i conti con le scuole chiuse. Le imprese, a partire dalla mia, stanno organizzandosi in autonomia anche con soluzioni di asili aziendali anche improvvisati ma servono disposizioni nazionali, ufficiali, omogenee e concertate".
Le donne le prime a risentire dei disagi che la situazione di restrizione e contenimento del contagio comporta: non solo minori a casa ma anche gli anziani in isolamento di cui prendersi cura. Gli asili privati, le ludoteche, i centri per l'infanzia (che stanno pesantemente risentendo, come moltissime altre attività d'impresa, dello stallo in atto) sono nelle Marche un pronto soccorso di accudimento fondamentale per le famiglie del territorio: e sono nel 89% dei casi gestiti da donne.
Conclude Mattioni:"Come Camera Marche stiamo cercando, per questi come per altri comparti (il turismo in primis, la ristorazione ma anche la manifattura), di trovare, insieme alle istituzioni regionali, nazionali e dentro il sistema camerale, linee di intervento e misure a partire dal credito, per fare fronte alla situazione di eccezionale difficoltà".
Aggiunge Sabatini:"Quindi in prima battuta il mio ringraziamento e il mio augurio va alle lavoratrici, le dipendenti di Camera Marche, le imprenditrici marchigiane, il corpo docente, sanitario e paramedico - per lo sforzo che stanno compiendo nel quotidiano, semplificando la vita a famiglie e organizzazioni di appartenenza. Al loro lavoro inesausto e silenzioso, al coraggio (che altro è dalla temerarietà ) si deve il mantenimento di quel po' di normalità che la situazione consente. Ma servono ora misure dai livelli istituzionali e territoriali sovraordinati".
In regione sono salite a 200 le persone contagiate, (41 casi in più rispetto a ieri), a fronte di 795 tamponi effettuati. A renderlo noto è il Gores delle Marche nell'aggiornamento di stamani alle 10.
La maggior parte dei positivi in provincia di Pesaro (152), a seguire Ancona (38), Macerata (7) e Fermo (3). Sono 34 le persone infettate ricoverati nei reparti di terapia intensiva e 91 in altri reparti, 90 quelle in isolamento domiciliare. In tutta la regione sono 1.230 le persone in isolamento: 774 a Pesaro, 291 ad Ancona, 84 a Fermo, 68 a Macerata e 13 ad Ascoli. Di questi ben 235 sono operatori sanitari, tra medici e infermieri (122 ad Ancona, 85 a Pesaro, 15 a Fermo e Macerata, uno ad Ascoli).
Si registrano purtroppo due nuovi decessi per le conseguenze del Coronavirus sommate a patologie pregresse: uno a Marche Nord, un uomo 78enne con pluripatologie e uno all'ospedale regionale di Torrette, un uomo di 59 anni anch'esso con pluripatologie pregresse.
Misura volontaria e precauzionale per esser venuto a contatto con una persona risultata positiva al Covid-19.
il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche Renato Claudio Minardi ha deciso di auto-isolarsi nella sua abitazione di Fano dopo aver appreso la notizia di una persona risultata positiva al tampone del coronavirus con cui ha avuto, martedì 3 marzo, un contatto seppur minimo. "Ho segnalato il caso e ho seguito per prevenzione e correttezza verso gli altri, sin da subito, le indicazioni previste dalle misure adottate dal Ministero della Salute e dalla Regione Marche" spiega in una nota. "Sto bene e non presento alcun sintomo - sottolinea - ma è assolutamente necessario seguire regole semplici di prevenzione per contenere la diffusione del contagio, al fine di tutelare la salute di ognuno". "Coloro che sono stati in contatto con me negli ultimi giorni non dovranno sottoporsi ad alcuna misura precauzionale - conclude -. Lo dovrebbero fare volontariamente anche le altre persone che si trovano nella mia stessa situazione".
(Fonte Ansa)
L’aggiornamento del Gores di questa mattina indica un totale di 200 tamponi positivi al test Coronavirus sul totale dei 795 testati fino a oggi dalla Sod Virologia dell’ospedale di Torrette.
L'aggiornamento del Gores delle ore 13 sui casi di Coronavirus.
"Combattere il Coronavirus proteggere le persone e riaccendere l’economia. Queste sono le sfide che dovrebbero unire l’Italia e le Marche. Invece la Lega fa sciacallaggio politico sulla pelle dei marchigiani. Questo non è un tema da propaganda. Questo è il tempo della responsabilità".
È la risposta del segratario regionale del Pd Giovanni Gostoli alla Lega Marche, che aveva accusato i dem di aver gestito male l'emergenza Coronavirus per via di guerre interne al partito. (Leggi qui)
Oltre 6.000 volontari Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) sono impegnati nell’emergenza coronavirus, ai quali vanno aggiunti circa 30.000 soci di fondamentale supporto alle operazioni in tutte le provincie della Regione.
Questo è l’impiego delle forze dell’Anpas Marche nei tempi del coronavirus, con mezzi e squadre di volontari di supporto alle equipe delle auto mediche del 118 previste dal Gores gruppo operativo per l’emergenza sanitaria delle Marche.
“ Vorrei fare un ringraziamento particolare a tutti i volontari che si stanno adoperando 24 ore su 24 in questa importante emergenza, - ha dichiarato il Presidente Anpas Marche Andrea Sbaffo – un particolare pensiero va ai 20 volontari e alle loro famiglie che in questo periodo si trovano a casa per i quattordici giorni di isolamento previsti dalle norme di sicurezza del Ministero della Sanità, in quanto non tutti i casi di contagio possono essere previsti a monte e filtrati dall’avvallo del 118. Alcuni equipaggi impegnati nel normale servizio di assistenza sanitaria hanno soccorso persone che solo in seguito sono risultate positive al covid -19.
Ci tengo in particolar modo a far presente che le nostre normali procedure standard di sanificazione, rendono totalmente sicuri i mezzi e gli ambienti dove sono state trasportate le persone assistite.”
I volontari Anpas in caso di possibile presenza di coronavirus, indossano i dispositivi di protezione individuale (Dpi), attrezzature di autoprotezione utilizzate allo scopo di tutelare la salute e la sicurezza durante il servizio, composti da una maschera con filtri in carbonio, occhiali di protezione, una tuta che va indossata sopra la divisa di servizio e due paia di guanti, (uno per l'attività e l'altro per completare la rimozione finale del Dpi monouso.)
In questo momento difficile, oggi più che mai, il nostro plauso va ai volontari dell’Anpas che con lo spirito altruistico che li contraddistingue, soccorrono, ogni giorno, con coraggio le persone più deboli e in difficoltà”.
Il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, ha visitato la nuova struttura del pre-triage del Pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Ancona. Allestita dalla Protezione civile, servirà a "filtrare" i pazienti che manifestano sintomi da coronavirus. Accompagnato dal direttore generale Michele Caporossi ha anche incontrato il Gruppo di crisi dell'Azienda ospedaliera. Caporossi ha annunciato l'assunzione di un centinaio di nuovi infermieri; entro il 16 marzo arriveranno i primi 57, seguiti da un nuovo contingente di operatori: "Provengono dal concorso lampo che abbiamo concluso: in 72 ore è stato definito il concorso e le graduatorie. Garantiremo una bella immissione di risorse, giovani e motivate, nel sistema ospedaliero". Ceriscioli ha ribadito che le Marche stanno registrando "un impegno fortissimo da parte degli operatori sanitari. Quanto oggi sta avvenendo a Marche Nord, a livello organizzativo, sta crescendo anche nelle altre province. Marche Nord ha fatto da apripista".
(Fonte Ansa)
Il Commissario alla Ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016, Giovanni Legnini, ha visitato oggi la città di Norcia per verificare lo stato della ricostruzione. Accompagnato dal sindaco, Nicola Alemanno, e dal direttore dell’Ufficio Ricostruzione dell’Umbria, Stefano Nodessi Proietti, il Commissario Legnini ha visitato il centro storico della città, che conta oltre 2.300 abitazioni lesionate, molte in modo grave, e danni ingentissimi al patrimonio culturale e alle infrastrutture, con 70 milioni di opere pubbliche finanziate, anche per il recupero degli edifici di culto, ma non ancora spesi .
Subito dopo Legnini ha incontrato i sindaci dei comuni umbri colpiti dal terremoto, il primo vero incontro con gli amministratori locali del cratere, al quale ne seguiranno altri già la prossima settimana.
“L’ascolto dei sindaci non è solo un dovere, ma rappresenta il modo migliore per conoscere rapidamente la realtà, difficile, delle aree colpite dal sisma. Con voi voglio avere un rapporto diretto, costante e apertissimo.È essenziale per recuperare il tempo perduto ed accelerare la ricostruzione” ha detto Legnini, aggiungendo di voler visitare tutti i comuni del cratere.
Ai sindaci il Commissario ha illustrato i suoi obiettivi immediati: accelerare la ricostruzione privata e semplificare quella pubblica. Sulle prime decisioni prese, con il ritiro di cinque Ordinanze non ancora entrate in vigore, reso necessario a seguito dei rilievi dalla Corte dei Conti, ha dichiarato : “Stiamo rivedendo in profondità quei provvedimenti, molto attesi, che riguardano la semplificazione delle procedure e il rapporto con i professionisti, utilizzando tutti gli spazi normativi a disposizione del Commissario per ampliare l’utilizzo dell’autocertificazione dei progetti, prevista dall’ultima legge sul terremoto, uno strumento la cui potenzialità rischiava di essere vanificata dalla precedente impostazione dell’Ordinanza. Il lavoro di riesame avviato, intende verificare la possibilità di allineare le procedure semplificate per la concessione del contributi per la ricostruzione privata , con quelle previste dalla legislazione urbanistica vigente sulla Scia”, la segnalazione certificata di inizio dell’attività, che consente di avviare i cantieri subito dopo il deposito del progetto ”.
“La Giunta Ceriscioli ha gestito l'emergenza Coronavirus con ritardo, lasciando i nostri medici, i nostri infermieri e gli operatori socio sanitari senza disposizioni e a rischio contagio. Le guerre interne al PD hanno ritardato la predisposizione di un piano di prevenzione efficace, con Ceriscioli che ha subito i diktat di Conte, Boccia e Ricci, posticipando quelle misure straordinarie che la Lega aveva richiesto. La Giunta regionale, inoltre, è priva di idee per sostenere le imprese e le famiglie marchigiane in difficoltà”. Il commissario regionale della Lega Sen. Paolo Arrigoni, insieme ai consiglieri regionali Sandro Zaffiri, Luigi Zura Puntaroni, Marzia Malaigia e Mirco Carloni, attaccano duramente la gestione dell'emergenza Coronavirus operata dalla Giunta Ceriscioli e dal Partito Democratico. “La Lega già il 21 febbraio, ben prima dell’inizio della fase di emergenza, aveva invitato Ceriscioli ad informare medici, infermieri e operatori socio-sanitari sulle procedure di prevenzione da attuare, nonché a predisporre un piano di emergenza che tenesse conto di misure anche drastiche, come già avevano fatto altri governatori”, sottolineano gli esponenti leghisti. “Ceriscioli invece ha preferito ignorare il nostro appello e ha rimandato per giorni i primi provvedimenti. Il risultato di questo ritardo è sotto gli occhi di tutti: sono evidenti le falle nella sicurezza del sistema sanitario territoriale, a cominciare dalla mancanza di un piano operativo di emergenza, dall’assenza di risorse aggiuntive per le assunzioni di supporto, dall’assenza di kit di sicurezza che sono risultati insufficienti rispetto alle necessità, come hanno giustamente denunciato i sindacati in questi giorni”.
“L'assenza di indirizzi e disposizioni precise da parte della direzione sanitaria regionale e dell’ASUR ha avuto come risultato ben 116 medici e operatori sanitari che oggi sono in isolamento, impossibilitati a svolgere il loro lavoro. Questo oltre ai medici contagiati, tra cui anche un primario ricoverato in rianimazione a Pesaro che sta rischiando la vita per aver aiutato la nostra comunità”.
“Complessivamente – continua la Lega - sono saliti a 159 i tamponi positivi al Coronavirus nelle Marche su 585 complessivamente analizzati finora. L'auspicio è che la Dr.ssa Di Furia, oltre alla passerella odierna nel territorio di Pesaro-Fano martoriato dall'emergenza, abbia fornito per tempo e fornisca tutti gli strumenti idonei per tutto il personale addetto all'emergenza. Appare però totalmente assente un coordinamento della dirigente Di Furia, su tutte le strutture sanitarie (ASUR - Ao Marche Nord - AO Torrette) che stanno letteralmente scoppiando, con medici e infermieri stremati e in assenza di posti letto! Qui c'è in ballo la salute dei marchigiani”.
“D'altra parte, nei giorni in cui occorreva predisporre un’efficace azione di prevenzione - attaccano il Sen. Arrigoni ed i consiglieri regionali della Lega - Ceriscioli e il PD erano impegnati in uno scontro interno tra correnti che ha danneggiato i cittadini. Il PD ha preferito occupare il proprio tempo per riunire la direzione regionale e discutere di candidature e non per prevenire e affrontare l’emergenza. Le trappole politiche di Matteo Ricci contro Ceriscioli non sono certamente utili, né sono utili le sue continue apparizioni nei talk-show tese a minimizzare un'epidemia in corso. Il Governatore è stato isolato dal suo stesso partito che non solo non è mai intervenuto per difendere le sue scelte, ma ha giocato con la salute dei marchigiani, sospendendo le decisioni della giunta in diretta tv, impugnando attraverso Conte l’ordinanza regionale al TAR e denigrando la nostra Regione con il ministro Boccia in tutte le trasmissioni televisive”.
“Ceriscioli, impallinato dai suoi amici, ha cercato di difendere la salute dei marchigiani ma ha dimostrato la sua incapacità di farsi valere nei confronti del Governo, esattamente come in questa legislatura era già capitato con la gestione del terremoto, con la vicenda di Banca Marche e con l’assenza di investimenti nazionali nelle infrastrutture regionali”, insiste la Lega. “Va sottolineato, inoltre, il ritardo della Giunta Ceriscioli nel mettere in campo azioni incisive capaci di sostenere l'economia regionale in profonda sofferenza. Ancora oggi non c'è alcun provvedimento a sostegno delle imprese che lavorano con l’export, del sistema di trasporti regionale, degli operatori del turismo e di tutto il settore del commercio che sta vivendo giorni di vera preoccupazione per il proprio futuro. Non c'è, ad oggi, alcuna garanzia neppure per i comuni che si trovano da soli a dover fronteggiare una crisi senza precedenti”.
“Su questo aspetto – concludono gli esponenti della Lega - Ceriscioli conferma l’atteggiamento di inerzia avuto in questi anni che ha fatto declassare l’economia della nostra regione. Sono necessari provvedimenti shock e non basta solamente attendere che il Governo vari misure economiche di cui beneficiare. Alle Marche servono idee concrete, ma evidentemente chi ci governa non ha alcuna strategia”.
In serata è arrivata la replica di Giovanni Gostoli, segretario regionale del Partito Democratico (Leggi qui)
RCS Sport comunica, a seguito del diniego delle autorizzazioni da parte di alcuni organi competenti, di dover annullare la Tirreno-Adriatico nelle date 11-17 marzo. La notizia era nell'aria da giorni ed è stata confermata ufficialmente nella mattinata di oggi.
Attraverso la Federazione Ciclistica Italiana, verrà fatta richiesta all’UCI di ricollocare la corsa in altra data del calendario ciclistico internazionale.
"Si ritiene particolarmente grave e irresponsabile la scelta del Direttore dell’INPS regionale di sospendere nelle Marche tutte le attività di sportello e consulenza (leggi qui), nonché le visite dei Centri Medico Legali". Questo il contenuto di una dura nota stampa delle Segreterie regionali di CGIL CISL UIL Marche.
"Se da un lato è indispensabile adottare tutte le misure e cautele a garanzia della salute e sicurezza, sia degli operatori degli enti che degli stessi utenti - sottolineano le sigle sindacali -, ciò non può e non deve avvenire senza garantire prestazioni e servizi pubblici e quindi i diritti dei cittadini. Chiediamo pertanto che l’INPS regionale riapra subito gli sportelli e garantisca l’attività, al pari di tutti gli altri uffici pubblici e nel rispetto delle disposizioni emanate dal Ministero della Funzione Pubblica e delle direttive dell’INPS nazionale".
In occasione della Giornata internazionale della Donna 2020, l’ANMIL (Associazione fra Lavoratori Mutilati ed Invalidi del lavoro) non vuole far mancare la propria voce per richiamare l’attenzione sul mondo del lavoro femminile e sulla tutela prevista per le donne che si infortunano a causa dell’attività lavorativa o rimangono permanentemente invalide per aver contratto una malattia professionale nonché per quelle che restano vedove a causa di un infortunio mortale del coniuge, pubblicando lo studio “Lavoro e infortuni al femminile: le differenze di genere”.
Lo studio approfondisce il tema del “Gender gap” (“Divario di genere”) per sottolineare la disuguaglianza tra la condizione della donna e quella dell’uomo in ambito economico, lavorativo, politico e per la loro tutela, aspetti che diventano ancor più critici in presenza di lutti o di familiari con disabilità.
La realizzazione di tale ricerca è frutto di una proposta del Gruppo Donne ANMIL per le Politiche Femminili – composto da Graziella Nori (Ancona) portavoce del gruppo, Maria Agnello (Ragusa), Alessandra Caponi (Pistoia), Michelina Ferrazzo, (Campobasso), e Patrizia Sannino (Napoli) - e realizzato grazie al supporto del Responsabile dei servizi statistico-informativi, dott. Franco D’Amico.
Se si esaminano gli ultimi dati al femminile disponibili (Open Data INAIL) si evince che in Italia, nel 2019, si sono registrati 229.865 infortuni sul lavoro, aumentando dello 0,5% rispetto all’intero anno 2018.
“A livello regionale la situazione, come si vede dalle tabelle allegate, non conforta - dichiara il Presidente territoriale ANMIL Dott. Sergio Fattorillo - e oltre a quanto mostrano le statistiche sul fenomeno degli infortuni al femminile, non possiamo non citare l’aumento dell’occupazione femminile e l’ingresso delle donne in settori lavorativi ad alto rischio di infortuni che, fino a ieri, prevedevano esclusivamente lavorazioni destinate agli uomini”.
“A tutto ciò si affiancano i problemi legati alle gravi conseguenze socio psicologiche - spiega il Presidente territoriale - derivanti da un eventuale infortunio occorso alla donna e il difficile recupero dell’autostima che ne condiziona l’incapacità di ricostruire una serena vita affettiva familiare, sociale e lavorativa”.
“Pertanto - conclude il Presidente - riteniamo che sia un dovere di tutti cercare di passare dalle parole ai fatti in tempi brevi, nel tentativo di migliorare concretamente la situazione”.
Il Gores ha comunicato, nella mattinata odierna, che i tamponi positivi nella Regione Marche - a seguito delle analisi terminate nella notte - sono saliti a 159 su un totale di 585 analizzati (aumento del 12% rispetto alla giornata di ieri). Stando all'aggiornamento delle ore 10:00, i casi positivi sono così ripartiti nelle province di marchigiane: 126 nella provincia di Pesaro/Urbino, 23 nella provincia di Ancona, 7 nella provincia di Macerata, 3 nella provincia di Fermo.
Tra i pazienti risultati positivi al Covid-19, 73 sono ricoverati in ospedale (non in terapia intensiva), 20 sono ricoverati in terapia intensiva e 62 si trovano in isolamento domiciliare.
I soggetti in quarantena sono complessivamente 981, di cui 902 asintomatici e 79 sintomatici (64 in provincia di Pesaro, 6 in provincia di Ancona, 5 in provincia di Macerata, 4 in provincia di Fermo). Tra di loro, il 18% sono operatori sanitari (183).
Di seguito la tabella con i dati completi:
Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli ha inviato oggi una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte per evidenziare le problematiche legate alla ricostruzione post sisma e la necessità di misure straordinarie. Ecco il testo della lettera:
“Caro Presidente del Consiglio Conte,
l’emergenza nazionale per il Coronavirus nelle Marche è una ulteriore tragedia che si aggiunge a quella che viviamo da oltre tre anni, il sisma che ha colpito un terzo della nostra regione nel 2016.
Ho ascoltato con molta attenzione il Suo messaggio di ieri, nel quale ha spiegato le misure straordinarie prese dal governo per il Coronavirus. Correttamente evidenzia che il nostro Paese si trova in “una situazione straordinaria che necessita di misure straordinarie”.
Le Sue parole sono le stesse con cui da oltre tre anni racconto nelle sedi istituzionali e sulla stampa il dramma del terremoto. Cita il modello del Ponte Morandi come modello per l’Italia, e cioè un piano straordinario di opere pubbliche e private, di infrastrutture e di investimenti.
Non Le sfugge che sono le stesse istanze che poniamo alla attenzione dei governi che si sono succeduti per poter snellire le norme e accelerare la ricostruzione.
La svolta ancora non c’è stata, siamo rimasti ripetutamente inascoltati, accusati ingiustamente di immobilismo.
E allora mentre affrontiamo insieme l’emergenza sanitaria del Coronavirus io le chiedo di non dimenticare il sisma con oltre 50 vittime, più di 30 mila sfollati, i danni a persone, cose, beni, imprese e servizi. Una catastrofe di grandi proporzioni.
Per cambiare passo e ridare speranza a questi territori occorrono quegli strumenti straordinari per una situazione straordinaria, nel caso del sisma sarebbe sufficiente accogliere gli emendamenti, presentati più volte dalla Regione Marche. Sono stati scritti da quegli stessi tecnici che negli Uffici speciali per la ricostruzione hanno visionato migliaia di pratiche e che hanno piena consapevolezza di ciò che serve.
Solo un suo intervento può cambiare il corso della ricostruzione che rimane per noi e per il Paese una grande ferita sociale, che genera ancora sofferenza nella popolazione, penalizza lo sviluppo e il rilancio delle nostre meravigliose aree interne, le stesse che oggi affrontano contemporaneamente l'emergenza Covid-19. Le chiedo di non dimenticare le Marche e la sua comunità, di offrirci norme efficaci, di dimostrare che il Governo da Lei presieduto risolverà anche l'emergenza ricostruzione.”