di Stagista Uno

“Dalle Colline alla Montagna”: si conclude con successo la seconda edizione del circuito cinofilo

“Dalle Colline alla Montagna”: si conclude con successo la seconda edizione del circuito cinofilo

CALDAROLA – Si è chiusa domenica 3 agosto, nella suggestiva cornice dell’Azienda Faunistico Venatoria Le Raje di Caldarola, la seconda edizione del circuito cinofilo “Dalle Colline alla Montagna”, un appuntamento sempre più apprezzato dagli appassionati di cinofilia e caccia con il cane da ferma e da cerca. Anche quest’anno, l’evento ha saputo coniugare passione, competizione e spirito di squadra, offrendo tre tappe cariche di emozioni, prove tecniche e momenti di condivisione. Il circuito si è articolato su tre gare, basate su un sistema di punteggio cumulativo, con raddoppio dei punti nella fase finale. Si è iniziato il 12 e 13 luglio presso il Quagliodromo Sangiustese di Monte San Giusto, per poi proseguire il 19 e 20 luglio al Quagliodromo Fosso Ronne di Corridonia e concludersi nella scenografica ambientazione montana di Caldarola, tra i prati e i boschi che hanno reso la tappa finale ancora più intensa e competitiva. Oltre 100 cani hanno preso parte alla competizione, confermando il crescente interesse per una manifestazione che si distingue per la varietà degli ambienti di gara, elemento fondamentale per valutare in modo completo le qualità naturali e l’addestramento dei cani. I giudici, con grande professionalità, hanno seguito ogni prova con attenzione, garantendo imparzialità e rigore tecnico. A Caldarola, l’ultima tappa è stata seguita con entusiasmo da partecipanti e pubblico. A giudicarla sono stati Paride Galassi e Matteo Bartolucci, che hanno contribuito a dare valore a un appuntamento arricchito dalla presenza di tre Memorial dedicati alla memoria di Primo Salvi, Antonio Filoni e Gianluca Seghetti. Per ciascuno di loro, sono stati istituiti trofei dedicati, assegnati ai migliori soggetti in gara, rendendo l’occasione ancora più sentita dal punto di vista umano ed emotivo. Il clima che ha accompagnato l’intero circuito è stato, ancora una volta, improntato alla convivialità e all’amicizia. Ogni tappa si è rivelata non solo un banco di prova per cani e conduttori, ma anche un momento di incontro e confronto tra appassionati provenienti da diverse zone del territorio. Il successo dell’edizione 2025 è stato il risultato della collaborazione sinergica tra organizzatori, giudici, sponsor, gestori dei campi gara e concorrenti, con i loro ausiliari, veri protagonisti delle giornate. La cerimonia di premiazione si è svolta presso il ristorante Tesoro di Caldarola, punto di riferimento per gli eventi cinofili del territorio. In quest’occasione, Matteo Salvi, Presidente di Federcaccia Caldarola, ha espresso profonda gratitudine nei confronti di tutti coloro che hanno reso possibile il circuito. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a Ilio Mancini, per l’impegno organizzativo e la dedizione alla causa, e un pensiero commosso è andato ai cacciatori prematuramente scomparsi, in ricordo dei quali sono stati istituiti i Memorial. Anche Nazzareno Galassi, Presidente Provinciale Federcaccia Macerata, ha preso la parola per manifestare soddisfazione per l’andamento dell’attività cinofila locale, lodando l’impegno e la passione dimostrati da tutti i partecipanti. Tra i protagonisti assoluti di questa edizione, nella classifica generale del circuito, spiccano Brio, setter inglese di Federico Cerchiè tra i Cacciatori Inglesi, e Benny, kurzhaar di Coppari Alberto tra i Cacciatori Continentali. Nella categoria Garisti Continentali, a imporsi è stato Dayson, kurzhaar di Morbidoni Silvano, mentre tra i Garisti Inglesi ha primeggiato Zero di Vichi Remo. Bina, condotta da Mogliani Gianni, è stata la migliore tra i Garisti corretti al frullo, ed Egizia di Valleforte, springer spaniel di Staffolani Silena, ha dominato nella categoria Cani da Cerca. La tappa finale di Caldarola ha visto la vittoria di Regina, setter inglese di Pistolesi Stefano, tra i Cacciatori Inglesi, seguita da Brio di Cerchiè, Ziva di Tozzo e Bufalo di Patacchini. Tra i Garisti Continentali ha prevalso Quirico, breton di Donnari Paolo, mentre tra i Garisti Inglesi la palma è andata a Etho, setter di Bedetta Florindo. Ancora Bina si è distinta nella categoria Garisti corretti al frullo, mentre Egizia di Valleforte ha confermato il proprio valore anche in questa ultima tappa, davanti ad Atena di Festa e Drusilla di Staffolani. I premi speciali dei Memorial hanno visto Egizia di Valleforte ricevere il riconoscimento come miglior soggetto tra i Cani da Cerca per il Memorial Gianluca Seghetti, mentre Eros, setter inglese di Agliani Franco, è stato eletto miglior giovane cane da ferma per il Memorial dedicato a Primo Salvi e Antonio Filoni.   Con questa edizione, il circuito “Dalle Colline alla Montagna” si conferma una delle realtà più solide e partecipate del panorama cinofilo marchigiano, capace di crescere anno dopo anno e di unire sport, passione e memoria in un contesto naturalistico e umano di straordinaria ricchezza.

04/08/2025 11:20
Perché in Italia risulta diffusa la passione verso il mondo della cartomanzia?

Perché in Italia risulta diffusa la passione verso il mondo della cartomanzia?

Ogni anno i media, nell'analizzare dettagliatamente l'andamento dell'economia italiana, evidenziano che il mercato della lettura dei tarocchi è in grado di produrre elevati profitti senza subire mai alcuna flessione. Al pari cioè del cosiddetto made in Italy, anche l'universo della cartomanzia riesce ad attirare moltissimi clienti che, in questo caso mossi da una morbosa curiosità verso il proprio futuro, sono disposti a pagare cifre esorbitanti pur di acquisire anticipazioni sugli eventi che caratterizzeranno la loro vita. Desta certamente stupore appurare che in una società avanzata esista ancora chi riponga fiducia nelle previsioni dedotte dall'interpretazione delle carte e pertanto resta interessante tentare di spiegare i motivi che alimentano questo imperituro fenomeno. Occorre anzitutto segnalare che da sempre l'essere umano, a prescindere dalla sua solida o povera preparazione culturale, cade nella tentazione di aggrapparsi a singolari strumenti conoscitivi ogniqualvolta la ragione restituisca risultati imprecisi o fallimentari. Non accontentandosi, quindi, di rimanere inerme di fronte a vicende enigmatiche, tende a provare ad esempio la via esoterica allo scopo di capire una realtà che appare impenetrabile. A questo aspetto bisogna poi aggiungere che ai cartomanti si chiede di solito di individuare soluzioni veloci volte a porre fine ad una crisi sentimentale: la separazione dal partner rappresenta un avvenimento che mina più di ogni altro la serenità di chi lo patisce e l'urgenza di superarla spinge dunque non poche persone a ricorrere alla dimensione esoterica. Ritenere che dall'esame della simbologia dei tarocchi sia possibile dedurre verità assolute appartiene alla convinzione o alla disperazione di chi intende recuperare una preziosa condivisione coniugale destinata altrimenti a svanire. Sia pure molti sentendo legittimamente l'esigenza di respingere questa visione delle cose, sono obbligati tuttavia a prendere atto che c'è molta gente che al contrario abbraccia l'idea che la volontà individuale sia senza influenzata da energie parallele intuibili soltanto attraverso il ricorso alla cartomanzia. Il notevole successo ottenuto dai cartomanti sul web Internet da anni regala un'invidiabile visibilità mediatica alle imprese che usano intelligentemente strategie di web marketing per reperire clienti. A questa efficace piattaforma pubblicitaria non potevano non partecipare anche i cartomanti e soprattutto quelle aziende che propongono al telefono per l'intera giornata una lettura dei tarocchi. Non è un caso che ad esempio in vetrine virtuali che accettano annunci di varie categorie campeggino banner e messaggi promozionali riferibili proprio ai protagonisti dell'universo esoterico. Sui social i profili gestiti dai cosiddetti professionisti dell'arte del predire, inoltre, risultano innumerevoli e sono quotidianamente animati da video seducenti che tendono ad attrarre perfino coloro che non hanno mai nutrito verso l'interpretazione delle carte alcun interesse. Non occorre peraltro dimenticare che ancora più potente è nei siti controllati dalle società che veicolano una cartomanzia telefonica il consiglio che attraverso il loro intervento una coppia destinata al collasso ha ottime probabilità di disattendere questo triste epilogo e conquistare una rinnovata tranquillità. Ci tengono tutte a sottolineare che i simboli dei tarocchi, se acutamente analizzati, sono capaci di offrire spunti di riflessione fondamentali per scoprire le strade più opportune da percorrere per raggiungere una più stabile unità di intenti. Le statistiche di Google, tese a registrare le ricerche dedicate a questo singolare settore, rivelano che decine di migliaia di utenti ogni giorno desiderano trovare sulla rete un cartomante in grado di garantire loro prospettive sentimentali più ottimistiche. I pareri di un'impresa di cartomanzia telefonica sul consenso maturato in venti anni di attività I proprietari di cartomantidellasoluzione  sostengono che la figura dei cartomanti, richiesta da sempre anche da personaggi della politica o dello spettacolo per comprendere meglio la loro vita privata e pubblica, emana un fascino senza tempo perché promette di soddisfare in tempi rapidi i bisogni primari e dunque non rinviabili di ogni individuo. La mancanza di un'occupazione lavorativa e specialmente la voglia di continuare un romantico percorso di coppia costituiscono aspetti che, se non risolti, determinano uno sconforto tanto profondo da sollecitare non poche persone a ritrovare l'unica ancora di salvezza nella consulenza di un cartomante. Il che vuol dire che la ragione che si dimostra attraverso la scienza e la tecnologia come un mezzo essenziale per ottenere risposte credibili non riuscirà a distrarre la gente dal desiderio di usufruire di altri strumenti interpretativi per assicurarsi una presunta felicità immediata.

31/07/2025 10:00
Civitanova, "Incontriamoci al Centro": ogni venerdì un pomeriggio per famiglie e bambini

Civitanova, "Incontriamoci al Centro": ogni venerdì un pomeriggio per famiglie e bambini

Il Centro per la Famiglia, servizio promosso dall'assessorato alla famiglia della città di Civitanova Marche e gestito dall'Asp Paolo Ricci all’interno del "Progetto Civitanova Città con l’Infanzia", presenta il progetto “Incontriamoci al Centro”. Tutti i venerdì, dalle ore 16:30 alle ore 18:30, il Centro per la Famiglia è aperto per accogliere famiglie e bambini/ragazzi per favorire la socializzazione e la condivisione all’interno di uno spazio ludico. Il momento di aggregazione ha luogo presso il Centro per la Famiglia, Vicolo San Silvestro 11, Civitanova Alta. Con il bel tempo sarà possibile utilizzare anche il cortile del Centro e svolgere le attività all’aperto sotto il sole. Lo spazio ricreativo permetterà a grandi e piccoli di creare connessioni, muovendosi tra giochi, attività e laboratori creativi. I professionisti del Centro saranno a disposizione per guidare le attività e creare un’atmosfera di armonia e partecipazione. "L'assessorato persegue la sua attività concreta di affiancamento delle famiglie e del favorire la costruzione della rete intra familiare tramite il centro per la famiglia - dichiara l’assessore Barbara Capponi -. Continuiamo ad offrire spazi e momenti appositi, sempre gratuiti, che divengono riferimento continuo e professionale per la crescita di cittadini grandi e piccoli".  Un'occasione perfetta per stringere nuove amicizie, rafforzare legami e vivere la magia di un pomeriggio da ricordare. L’ingresso è libero e gratuito, non è necessaria la prenotazione. Per maggiori informazioni è possibile contattare l'Asp Paolo Ricci al numero 0733/78361, oppure scrivere una mail a centro.famiglia@paoloricci.org.  

29/04/2025 15:50
Come avviene oggi la diagnostica nei restauri per evitare errori?

Come avviene oggi la diagnostica nei restauri per evitare errori?

In Italia abbiamo un immenso patrimonio artistico, al punto che non è raro trovare nelle nostre abitazioni quadri o statue appartenenti a delle epoche passate. Purtroppo è possibile che queste opere nel corso del tempo si siano deteriorate, o che abbiano addirittura subito dei danni. In queste situazioni può essere necessario un restauro, sia per restituire a queste opere il loro originale splendore, sia per ristabilire il loro valore artistico e economico. Il restauro non può essere svolto da chiunque, ma deve essere affidato a dei professionisti, non va dimenticato. Come si effettua un restauro? Spiegare in poche righe come si effettua un restauro in tutti i suoi passaggi non è possibile. Potremmo scrivere interi manuali sul tema. Ciò che invece possiamo illustrare è quali siano i principi che guidano le operazioni di restauro, validi per la maggior parte delle opere. Il primo aspetto da tenere in considerazione è l’obiettivo finale: la preservazione dell’opera nella sua originalità e il ripristino della sua leggibilità. Durante il restauro si cerca di effettuare solo gli interventi necessari, senza andare oltre e senza modificare in nessun modo l’originalità dell’opera. Bisogna fare molta attenzione per non falsare in nessun modo ciò che si vuole restaurare. Inoltre non va dimenticato che il restauro viene organizzato e programmato a partire da una approfondita diagnostica, che serve ad avere una comprensione completa dell’opera che si ha di fronte. Cos’è la diagnostica nel restauro? Prima di iniziare con il restauro vero e proprio è essenziale attraversare la fase della diagnostica. Di cosa si tratta esattamente? Si usano diverse tecniche con lo scopo di conoscere qual è l’effettivo stato di conservazione dell’opera, analizzando quali sono i materiali originali e valutando l’entità dei danni. In questo modo un restauratore può programmare un intervento molto scrupoloso e perfettamente tarato sulla singola opera. Le tecniche applicate possono variare a seconda della situazione, ma oggi con le nuove tecnologie ci sono soluzioni molto interessanti e da non sottovalutare. Ad esempio grazie agli infrarossi si possono riconoscere eventuali disegni preparatori che sono nascosti dalla pittura. Oppure ci sono le analisi con la luce UV, che aiutano a svelare eventuali ritocchi più recenti. Anche i raggi X si possono applicare nella fase della diagnostica: la radiografia consente di verificare qual è la struttura interna delle varie opere. La diagnostica nel restauro è fondamentale per comprendere sia la struttura che le condizioni delle opere d'arte. Se sei interessato ad approfondire le tecniche utilizzate in questo campo, puoi consultare la guida sulla diagnostica di restauro offerta dalla Angelani Restauro delle Marche, azienda tra le migliori in Italia. Perché affidarsi a dei professionisti? Le operazioni di restauro possono fare la differenza nella futura conservazione di un’opera, per questo è importante evitare ogni genere di approccio fai-da-te, e lasciare che del lavoro si occupino dei veri professionisti. Un quadro deteriorato può essere recuperato e restaurato, ma un’opera rovinata da qualcuno di non competente potrebbe essere persa in maniera irrimediabile. Il nostro consiglio è quello di consultare degli esperti nel settore, tenendo in considerazione anche la tipologia di opera che hai bisogno di restaurare. Di solito chi lavora in quest’ambito ha dei restauri precedenti da mostrare, che potrebbero esserti molto utili per capire se ti stai rivolgendo alle persone più adatte per le tue esigenze.

28/04/2025 15:00
Salute urinaria e automedicazione: rischi e limiti dell’approccio "fai da te"

Salute urinaria e automedicazione: rischi e limiti dell’approccio "fai da te"

 Negli ultimi anni, con l’aumento dell’informazione accessibile e la diffusione dei prodotti naturali, sempre più persone si affidano all’automedicazione per affrontare piccoli disturbi, compresi quelli legati alla salute urinaria. Una scelta comprensibile, in molti casi motivata dal desiderio di evitare cure farmacologiche invasive o di affrontare in modo più autonomo fastidi ricorrenti. L’idea che “naturale” equivalga a “privo di rischi” è ancora molto diffusa, ma non sempre corretta. Anche le sostanze considerate sicure e ben tollerate possono avere effetti collaterali, soprattutto se assunte per lunghi periodi o senza conoscere il proprio stato di salute. Il D-mannosio, ad esempio, è spesso scelto per la sua azione di supporto nel trattamento delle infezioni urinarie, ma come per qualsiasi integratore, anche in questo caso è bene informarsi in modo approfondito prima di iniziare un utilizzo continuativo (in questo senso segnaliamo che Dimann.com chiarisce le controindicazioni del d-mannosio), specie in presenza di condizioni particolari. Tra i rischi legati all’automedicazione c’è soprattutto quello di posticipare il confronto con il medico. Quando si affronta un fastidio – come una minzione frequente o una sensazione di peso al basso ventre – con un rimedio “fai da te”, si corre il rischio di mascherare temporaneamente il sintomo senza affrontarne la causa. In alcuni casi, ciò può comportare un aggravamento del quadro clinico, soprattutto se il disturbo iniziale era spia di un’infezione batterica, di un’infiammazione cronica o di una condizione più complessa. Un altro limite dell’approccio autonomo è quello della diagnosi “soggettiva”. In rete è facile trovare liste di sintomi, suggerimenti e schemi di integrazione, ma ogni persona ha una storia clinica diversa. Due soggetti con sintomi simili possono avere cause molto diverse: infezione, disbiosi, disfunzione pelvica, squilibrio ormonale. Procedere per tentativi, senza una valutazione approfondita, espone a scelte poco efficaci o addirittura dannose. Detto questo, è altrettanto vero che il supporto naturale può rappresentare un valido aiuto, soprattutto in chiave preventiva. L’importante è che non sostituisca il confronto con un professionista sanitario, ma lo affianchi. Gli integratori – inclusi quelli a base di D-mannosio – possono essere utili in un contesto ben definito, con obiettivi chiari e dopo aver escluso eventuali controindicazioni individuali. Anche per prodotti generalmente ben tollerati, infatti, esistono casi in cui possono provocare disturbi gastrointestinali o interferire con altri trattamenti in corso. Uno degli aspetti più delicati riguarda la gestione delle recidive. Le persone che soffrono frequentemente di cistite tendono, per comprensibili ragioni, a sviluppare strategie autonome per gestire il disturbo. Ma la frequenza stessa degli episodi dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme, un motivo per approfondire le cause e valutare un inquadramento clinico più ampio. L’autotrattamento può aiutare nel breve termine, ma rischia di impedire una visione d’insieme. C’è poi un ulteriore rischio: quello di affidarsi a fonti non verificate. I social, i forum, i blog personali possono offrire spunti, ma non sostituiscono l’evidenza scientifica. Non tutte le esperienze individuali sono replicabili, e ciò che ha funzionato per qualcuno potrebbe essere del tutto inefficace o addirittura sconsigliato per altri. Per questo motivo, prima di iniziare un percorso con qualsiasi tipo di integratore o rimedio naturale – incluso il D-mannosio – sarebbe sempre auspicabile rivolgersi al proprio medico, al farmacista di fiducia o a un professionista esperto nel trattamento dei disturbi urinari. Non solo per ricevere indicazioni più accurate, ma anche per valutare la compatibilità con il proprio stato di salute generale e con eventuali terapie in corso. In sintesi, la possibilità di agire in autonomia per sostenere il benessere urinario è un’opportunità positiva, ma richiede responsabilità. L’automedicazione, se non è guidata da informazione corretta e da un monitoraggio attento, può trasformarsi in un freno alla reale prevenzione. La conoscenza, invece, è uno strumento potente: scegliere consapevolmente, valutare con attenzione e sapere quando è il momento di chiedere aiuto è già un passo concreto verso un approccio più equilibrato alla propria salute. (Foto di Sasun Bughdaryan su Unsplash)

17/04/2025 10:00
I migliori finanziamenti per lanciare nuove imprese, attività e start-up in Italia

I migliori finanziamenti per lanciare nuove imprese, attività e start-up in Italia

Aprire un'attività tutta propria è il sogno di molti giovani imprenditori italiani, ma questo sogno spesso si scontra con la dura realtà. Per lanciare un'attività, un'impresa o una start-up servono fondi e non tutti gli imprenditori ne dispongono. Tuttavia è possibile sfruttare gli assist offerti dal Governo sotto forma di finanziamenti per le imprese, che mettono a disposizione degli imprenditori fondi per avviare le loro attività. Ogni forma di finanziamento ha le sue peculiari caratteristiche e bisogna scegliere quello più adatto secondo le proprie necessità. Di seguito ne analizziamo alcuni, ma per avere una panoramica più ampia invitiamo a rivolgersi ad esperti del settore per conoscere tutti i contributi agevolati e a fondo perduto per imprese e per ricevere supporto. Tra le tante opportunità c'è il microcredito, uno strumento finanziario pensato soprattutto per le microimprese che hanno più difficoltà ad accedere ai finanziamenti per i vincoli troppo stringenti. Il microcredito prevede non solo un prestito di piccolo importo, ma anche una serie di servizi che comprendono il supporto gestionale e la consulenza per le imprese. Tale forma di finanziamento è destinata alle imprese che desiderano avviare oppure potenziare la loro attività, puntando sulla crescita economica e sull'innovazione. Tra i bandi più apprezzati c'è Resto al Sud, che ha l'obiettivo di supportare economicamente gli imprenditori meridionali che desiderano fare impresa nel Mezzogiorno. Il bando, oltre alle regioni meridionali, è rivolto anche alle aree del cratere sismico del Centro Italia e in alcune isole minori del Centro-Nord. L'iniziativa prevede fondi complessivi superiori a un miliardo di euro ed è destinata agli imprenditori con un'età compresa tra i 18 e i 55 anni. La caratteristica principale di questo bando è la sua semplicità, dal momento che non ci sono scadenze o graduatorie da rispettare. Le domande vengono valutate in ordine di arrivo, senza lunghe attese burocratiche. Resto al Sud può finanziare una serie di attività nei seguenti ambiti: industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; servizi alle imprese e alle persone; turismo e commercio; attività libero professionali. Tra i bandi in uscita c'è Resto al Sud 2.0 e Autoimpiego Centro-Nord Italia. Resto al Sud 2.0 ricalca per grandi linee Resto al Sud, con alcune differenze relative ai requisiti dei candidati che possono fare domanda e alla cifra erogata per il finanziamento. Tra i bandi molto gettonati tra gli imprenditori c'è anche ON - Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero, incentivo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico per finanziare le imprese composte soprattutto da giovani under 35 e da donne di tutte le età. Le agevolazioni coprono fino al 90% delle spese e il bando ha come obiettivo il lancio, il potenziamento o la trasformazione di attività operanti nel settore manifatturiero, dei servizi, del commercio e del turismo.

16/04/2025 14:50
La reputazione del vino italiano: tra riconoscibilità all'estero e nuove sfide competitive

La reputazione del vino italiano: tra riconoscibilità all'estero e nuove sfide competitive

 La reputazione, nel settore del vino, è uno degli asset più delicati e al tempo stesso più strategici. Si costruisce nel tempo, attraverso la coerenza della qualità, la capacità di presidiare i mercati e il modo in cui si comunica il valore di un prodotto. Il vino italiano gode oggi di un’ampia riconoscibilità internazionale, frutto di decenni di lavoro da parte di produttori, consorzi e operatori della promozione. Ma in un contesto in continua evoluzione, fatto di nuovi competitor, consumatori più esigenti e canali sempre più digitali, anche la reputazione va costantemente curata, protetta, aggiornata. Rimanere informati sull’andamento dei mercati e sulle preferenze emergenti – in tal senso è possibile trovare notizie sul mondo del vino nel magazine Winemeridian – è fondamentale per chi lavora o si interessa al mondo del vino italiano. La riconoscibilità è un valore che va oltre la semplice notorietà. Significa essere identificati, attesi, desiderati per una serie di elementi distintivi: la storia, i paesaggi, la cultura che ogni bottiglia porta con sé. Il vino italiano gode di questo privilegio in molti mercati esteri, dove rappresenta un simbolo della qualità made in Italy, accanto alla moda, al design e alla cucina. Ma questa forza identitaria non è più sufficiente da sola. Negli ultimi anni, la competizione internazionale si è intensificata, con l’emergere di nuovi player produttivi e l’evoluzione delle preferenze dei consumatori, soprattutto nelle generazioni più giovani. Il contesto globale premia chi sa rinnovarsi mantenendo una coerenza narrativa. In questo senso, il vino italiano deve affrontare una duplice sfida: da un lato, consolidare la propria immagine nei mercati storici, dall’altro saper parlare a pubblici nuovi, con linguaggi diversi, formati alternativi e un approccio più contemporaneo. Paesi come Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Canada restano centrali, ma crescono anche l’interesse e le opportunità in aree come l’Asia-Pacifico, l’Europa orientale e alcune regioni dell’Africa urbana emergente. Le denominazioni di origine sono da sempre un pilastro del prestigio italiano nel vino. Tuttavia, secondo molti analisti, la loro efficacia comunicativa è in parte da rivedere: spesso risultano complesse per i consumatori stranieri, e rischiano di sovrapporsi senza una strategia di sistema chiara. In alcuni casi, il nome della regione o del vitigno riesce a parlare più chiaramente al pubblico rispetto a una sigla tecnica. Il lavoro da fare è dunque duplice: semplificare senza banalizzare, e valorizzare le specificità con strumenti più moderni e fruibili. Anche la sostenibilità è diventata parte integrante della reputazione. Sempre più consumatori – e operatori della distribuzione – associano la qualità del prodotto alla responsabilità ambientale e sociale del produttore. Le certificazioni contano, ma contano ancora di più le pratiche concrete: riduzione dell’uso di fitofarmaci, gestione razionale delle risorse, attenzione alla filiera. Comunicare questi aspetti in modo trasparente, senza retorica, rappresenta oggi un elemento decisivo nella percezione complessiva del valore. Il canale digitale, in questo scenario, è ormai imprescindibile. Non solo per la vendita, ma per costruire una relazione continua con il pubblico. I social media, i contenuti video, i podcast, le newsletter mirate: tutto contribuisce a mantenere vivo il contatto, a spiegare cosa c’è dietro una bottiglia, a rendere più umano un prodotto spesso percepito come tecnico. Anche il ruolo degli ambasciatori – sommelier, chef, comunicatori specializzati – è sempre più importante per dare voce, stile e credibilità alla narrazione. Un’altra variabile riguarda la distribuzione. In molti mercati, la reputazione del vino italiano è costruita anche attraverso il posizionamento nei punti vendita: presenza sugli scaffali giusti, racconto coerente nelle enoteche, formazione del personale nei ristoranti. Dove manca questo lavoro di radicamento, il rischio è che la reputazione venga progressivamente erosa, anche a fronte di un’offerta qualitativa ineccepibile. Il futuro della reputazione del vino italiano si giocherà, quindi, su più livelli. Sarà essenziale investire sulla formazione, sulle reti, sull’alleanza tra produttori e territori. Servirà una maggiore integrazione tra promozione pubblica e sforzi privati. Ma soprattutto sarà fondamentale mettere al centro la coerenza: tra ciò che si produce, ciò che si comunica e ciò che si promette. In definitiva, la riconoscibilità del vino italiano all’estero è un patrimonio costruito con fatica, che oggi deve affrontare un tempo nuovo. Non si tratta di difenderlo con timore, ma di rilanciarlo con intelligenza. E in un mondo dove l’identità conta più che mai, l’Italia ha tutte le carte in regola per continuare a farsi riconoscere. E a farsi scegliere. (Foto di Hermes Rivera su Unsplash)

14/04/2025 08:30
Softball, Macerata pronta all'esordio casalingo contro Castellana. Coach Garcia: "Qui sto molto bene"

Softball, Macerata pronta all'esordio casalingo contro Castellana. Coach Garcia: "Qui sto molto bene"

Ares Safety Macerata Softball debutta sul campo casalingo di via Cioci sabato 12 aprile alle ore 17, dopo il rinvio del primo turno a causa del maltempo, nella terza giornata della Serie A1 contro Thunders Castellana. Macerata è uscita male dal confronto a Pianoro con Mia Office, subendo 0-3 e 0-7, con l’attenuante di diverse assenze, soprattutto delle due straniere. La squadra di Castelfranco Veneto non se l’è passata meglio a Bollate, MKF ha vinto 2-0 e 10-3, dopo aver già perso nella prima giornata in casa contro Mia Office Pianoro (7-16 e 0-7). Il match in programma, quindi, è importante per le due contendenti alla ricerca del primo risultato positivo. Ares Safety Macerata potrà contare su due nuovi innesti fondamentali nella formazione: l’italiana Flavia Carletti (terza base, vicecampione d’Italia 2024 con Saronno e titolo europeo con la Nazionale Under 23) e l’americana Elizabeth Avery (lanciatrice e utility, ottima in battuta) che fino a pochi giorni fa ha giocato nel campionato australiano e prima nella Boston University. Una buona notizia per l’head coach Rafael Garcia, secondo allenatore della Nazionale cubana, che potrà contare su un roster più competitivo, in attesa della professionista giapponese Wakako Chikamoto che arriverà la prossima settimana. Rafeal Garcia, strettamente in spagnolo, ha rilasciato la prima dichiarazione su come si sta trovando a Macerata e sul perché ha scelto di venire in Italia: "Mi trovo molto bene, è la prima volta che sono qui in Italia. L’accoglienza è stata buona, mi sto ambientando e lavoro bene con questa squadra. Ho molti amici che lavorano in Italia, ho voluto fare un’esperienza, una stagione qui con il permesso della Selezione cubana. Mi ero ripromesso come obiettivo di provare a venire in Italia". Conosce il campionato italiano e i titoli nazionali ed europei vinti in passato da Macerata Softball? “Non direttamente, ma ne ho sentito parlare molto e so come si gioca in Italia, perché ho colleghi amici che lavorano qui. Ne ho parlato spesso anche con molte atlete della nostra Selezione Nazionale che già più di una volta hanno fatto un campionato italiano. Quando sono stato contattato e poi quando sono arrivato, il presidente Carlo Migliorelli mi ha raccontato e mi ha detto quali sono gli obiettivi, le speranze di questa squadra. Sapendo che ci sono ragazze che ancora dovevano arrivare, perché erano straniere o indisponibili al momento, mi sono comunque imposto di lavorare molto duramente con la squadra per raggiungere di nuovo quegli obiettivi”. Il match sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube Macerata Softball (inizio ore 17, seconda partita 40 minuti dopo il termine della prima).

11/04/2025 15:55
Dal deserto del Gobi alle steppe del nord: come cambia il paesaggio della Mongolia stagione per stagione

Dal deserto del Gobi alle steppe del nord: come cambia il paesaggio della Mongolia stagione per stagione

Chi immagina la Mongolia come un immenso deserto punteggiato da cammelli e ger potrebbe restare sorpreso dalla varietà e dalla mutevolezza dei suoi paesaggi. Questa nazione, tra le più estese e meno densamente popolate al mondo, è un mosaico di ambienti che cambiano radicalmente con il passare delle stagioni. Negli ultimi anni, la Mongolia ha iniziato a farsi largo anche tra le destinazioni scelte dai viaggiatori più curiosi e attenti all’esperienza. Nonostante la sua apparente lontananza, è diventata una meta sempre più ricercata per chi desidera uscire dai circuiti turistici convenzionali e vivere un contatto autentico con la natura e le tradizioni locali. In questo scenario, non mancano itinerari pensati proprio per accompagnare i viaggiatori che desiderano partire in Mongolia con un viaggio organizzato alla scoperta delle sue mille sfumature, adattando le tappe alle caratteristiche e alle potenzialità di ciascuna stagione. A sud, il deserto del Gobi domina con la sua vastità arida e ipnotica. Ma non è un deserto uniforme: dune di sabbia si alternano a altopiani rocciosi, canyon nascosti, vallate verdi che fioriscono per poche settimane dopo le rare piogge estive. In inverno, il Gobi diventa uno scenario lunare, segnato da temperature estreme e silenzi assoluti. Le nevi che coprono le rocce conferiscono al paesaggio un’aura surreale, visibile solo a chi affronta il viaggio nei mesi più freddi. La primavera è forse la stagione che segna il passaggio più netto: dai toni grigi e spenti dell’inverno si passa a un risveglio graduale della natura. Le steppe iniziano a colorarsi di verde, i fiumi ghiacciati tornano a scorrere e il bestiame dei nomadi riprende a pascolare. È il momento in cui la Mongolia si apre, lentamente, dopo mesi di isolamento e gelo. Chi viaggia in questa fase può assistere a momenti unici della vita nomade, come la nascita dei cuccioli, la ripresa delle attività pastorali e i primi spostamenti stagionali delle famiglie. Con l’estate arriva il periodo di massima vitalità. Le temperature si fanno più miti – calde al sud, fresche al nord – e le condizioni di viaggio diventano favorevoli. Il verde domina le steppe centrali, i cieli si fanno vasti e trasparenti, i laghi alpini si aprono come specchi turchesi. È la stagione degli incontri, dei festival tradizionali, delle celebrazioni comunitarie come il Naadam, che animano anche i villaggi più remoti. Il deserto del Gobi, pur rimanendo asciutto, mostra la sua anima più vivace: animali selvatici, fiori di campo e tramonti infuocati offrono scenari che restano impressi. Chi si spinge a nord in estate scopre un’altra Mongolia: quella dei monti Hovsgol, delle foreste di conifere, delle distese popolate da renne e aquile. È una regione che ricorda per certi versi la Siberia, con i suoi corsi d’acqua impetuosi, le notti fresche anche a luglio e la presenza di minoranze etniche dalle tradizioni molto diverse da quelle delle steppe meridionali. Viaggiare in questa zona richiede un certo spirito di adattamento, ma regala incontri e paesaggi che svelano la complessità culturale del Paese. Con l’arrivo dell’autunno, la Mongolia cambia ancora volto. I colori si fanno intensi, caldi, dorati. I cieli restano limpidi, ma l’aria inizia a farsi tagliente. È la stagione ideale per chi ama la fotografia, il trekking e la contemplazione. I nomadi iniziano i preparativi per l’inverno, i campi vengono smontati, il bestiame avviato verso i pascoli invernali. La natura, in questo periodo, sembra rallentare, preparandosi a un nuovo ciclo di silenzio e resistenza. E poi c’è l’inverno, lungo e austero, che rappresenta la Mongolia nella sua forma più estrema. Le temperature possono scendere fino a -30°C, le giornate si accorciano, le ger si trasformano in rifugi caldi grazie alle stufe a legna. Viaggiare in questa stagione non è per tutti, ma chi lo fa vive un’esperienza rara, lontana dalle rotte turistiche. Il bianco domina, le strade spariscono, i paesaggi sembrano disegnati. È il momento in cui il contatto con i nomadi si fa più intenso: ci si raccoglie, si condivide il calore, il cibo, le storie. Ogni stagione in Mongolia racconta una storia diversa. La scelta del periodo in cui partire influisce profondamente sul tipo di viaggio che si vivrà: più dinamico e sociale d’estate, più contemplativo e intimo in primavera o autunno, più intenso e radicale in inverno. Per questo motivo, è utile informarsi bene in anticipo, valutare itinerari pensati per ciascun momento dell’anno, e partire con aspettative calibrate sulla realtà di un Paese vasto, ma non sempre facile da attraversare.   A rendere tutto più coinvolgente è il fatto che la natura, in Mongolia, non è mai solo sfondo: è parte attiva del viaggio. Condiziona i ritmi, impone le pause, suggerisce deviazioni. E più che in altri luoghi, spinge chi la percorre a mettersi in ascolto. Non solo per coglierne la bellezza, ma per imparare a rispettarne i tempi, la forza e la fragilità. (Image by Vined from Pixabay)

11/04/2025 09:30
Macerata Opera Festival, sarà il "Rigoletto" ad accogliere l'evento "Rotary all'Opera"

Macerata Opera Festival, sarà il "Rigoletto" ad accogliere l'evento "Rotary all'Opera"

Lunedì 7 aprile, nella suggestiva cornice di Villa Quiete a Montecassiano, si è tenuta la presentazione del Macerata Opera Festival 2025, uno degli appuntamenti culturali più attesi  dell’estate marchigiana. L’evento organizzato dal Rotary Club di Macerata ha rappresentato un momento di incontro e condivisione che ha saputo unire cultura, tradizione e solidarietà, come ha sottolineato la Presidente del Club Irene Tedone. Numerose le presenze istituzionali, tra cui rappresentanti dei Club Service cittadini, autorità Rotariane e Civili che hanno testimoniato l’importanza del Festival nel tessuto sociale del territorio. Il Direttore Artistico Marco Vinco e la Sovraintendente Lucia Chiatti, hanno presentato la 6I Stagione Lirica che si svolgerà  dal 18 Luglio al 10 Agosto 2025, nello splendido scenario per la sua unicità, dell’Arena Sferisterio. In programma tre grandi titoli: "La Vedova Allegra" di Francesco Lehàr in una nuova produzione che inaugurerà la stagione il 18 luglio, insieme ai due grandi capolavori di Giuseppe Verdi: "Rigoletto" e "Macbeth" firmati rispettivamente dai registi Federico Grazzini e Emma Dante. La serata ha visto un momento particolarmente importante per il Rotary Club di Macerata, infatti è stata presentata la XXVI edizione del "Rotary all'Opera", evento che ogni anno rinnova l’impegno del Club cittadino nella promozione della Cultura e nella valorizzazione del connubio tra Amicizia Rotariana e Solidarietà. Il 19 luglio con "Rigoletto", sarà la data che ospiterà l’evento  'Rotary all'Opera', dove Rotariani italiani ed internazionali si riuniranno per assistere al capolavoro di Verdi, preceduto come da tradizione, da uno speciale momento conviviale rappresentato dalla Cena di Gala presso il Cortile di Palazzo Buonaccorsi a Macerata. La serata è stata di grande interesse e molto partecipata e ha anche visto la presenza di Francesca d’Alessandro (vicesindaco e assessore alle politiche sociali, inclusione e pari opportunità) e Katiuscia Cassetta (assessore alla cultura del Comune di Macerata".        

10/04/2025 12:00
Difficoltà nello studio, quali sono i modi per superarle?

Difficoltà nello studio, quali sono i modi per superarle?

Spesso si hanno delle difficoltà nello studio che sono oggettive: non sempre si può parlare di “pigrizia”, perché bisogna prendere in considerazione le naturali attitudini di ciascuno studente. Se i nostri ragazzi hanno bisogno di aiuto, è quanto mai necessario dare loro l'opportunità di riceverlo: ecco perché possiamo valutare un servizio di ripetizioni, anche per aiutarli ad affrontare questo momento e rielaborare le nozioni per superare lo scoglio. Spesso il problema è la concentrazione Purtroppo, viviamo in un'epoca in cui le distrazioni sono molto più frequenti rispetto al passato: ciò significa che la maggior parte delle volte ci distraiamo in modo costante. Basta una notifica sul cellulare per dover passare altri 10 minuti a tentare di comprendere quello che si sta leggendo sul libro. Non dobbiamo però dare sempre la colpa ai dispositivi tecnologici: c'è un motivo, del resto, se ci distraiamo così facilmente. Secondo la psicologia, si tratta infatti di un meccanismo di difesa: a un certo punto il nostro cervello necessita di una pausa. Quella pausa può essere diversa per ciascuno di noi poiché lo stimolo che ci rilassa non sempre è uguale: così c'è chi si perde a osservare i passanti dalla finestra, chi scrolla la home dei social media o chi semplicemente scarabocchia con la penna su un foglio. Avere un metodo aiuta nello studio A tal proposito è essenziale ricordare che avere un metodo è indubbiamente di supporto per lo studio, che di per sé è un'azione che richiede un alto livello di concentrazione. Dobbiamo infatti mettere gli studenti nella condizione di studiare in un ambiente rilassante, privo appunto di distrazioni e insegnare loro la pianificazione, così come le priorità. Al tempo stesso sottolineiamo che la pausa è sacra: studiare per molte ore di seguito mette in una condizione di stress che non consente al cervello di assorbire davvero le nozioni e di rielaborarle. Il rischio infatti è di imparare a “ripetere a pappagallo”, senza sviluppare un senso critico. Le ripetizioni sono di supporto Studiare è un'attività che tendenzialmente viene svolta al meglio in compagnia perché dobbiamo considerare che l'uomo, come diceva Aristotele, è un animale sociale. Avere dunque una persona che possa fungere da sostegno al di fuori del sistema scolastico, può rappresentare un enorme aiuto per i giovani. Tra l'altro le ripetizioni oggi non avvengono più solo ed esclusivamente in presenza ma anche via computer. Questo consente non solo di trovare l'insegnante più indicato per la materia in cui lo studente ha bisogno, ma di semplificare e ottimizzare le ore di studio. Lo stress, il nemico silenzioso Come abbiamo detto non sempre si parla di pigrizia: dobbiamo infatti considerare lo stress da studio un fenomeno che interessa sempre di più gli studenti e che purtroppo si manifesta mediante una sintomatologia ben precisa che coinvolge per ansia, tensione e preoccupazione. Spesso l'alunno sviluppa una vera e propria paura del giudizio, tanto da limitare il confronto con i genitori, gli altri compagni di classe e gli insegnanti stessi. Questo comportamento è da monitorare con grande attenzione perché il giovane può sviluppare con il tempo un profondo senso di insicurezza.  

10/04/2025 08:00
Ats XVIII, Gentilucci: "Il servizio per la mediazione familiare scelto per un progetto nazionale"

Ats XVIII, Gentilucci: "Il servizio per la mediazione familiare scelto per un progetto nazionale"

"In questi giorni si parla di autonomia differenziata, anche in ambito sociale. La specificità del nostro territorio, esteso e con una popolazione anziana, richiede investimenti pubblici adeguati che tengano conto dei fabbisogni delle aree interne". È il presidente dell’Ambito Territoriale Sociale XVIII, Alessandro Gentilucci, a richiamare l’attenzione sulla necessità di impiegare risorse in modo adeguato per assicurare a tutti i cittadini diritti essenziali. "Di certo, come ATS XVIII riusciamo a centrare risultati importanti: la Regione ha scelto il nostro centro per la famiglia per rappresentarla, a livello nazionale, in un progetto sulle conflittualità familiari. È indice che questo servizio, tra i primi ad essere attivato nelle Marche, ha saputo acquisire una effettiva capacità di intervento nelle dinamiche di famiglia più delicate, mi riferisco a separazioni, gestione dei minori, situazioni di difficoltà parentali". Grazie ad una sperimentazione del Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’ATS XVIII avvierà una collaborazione con un analogo centro per la famiglia del Piemonte per implementare il servizio di mediazione familiare. "Perseguiamo una cultura della mediazione del conflitto" prosegue Gentilucci "avvalendoci di psicologi, avvocati, assistenti sociali appositamente formati per evitare i costi sociali che spesso derivano da situazioni di malessere e disagio. Tutto questo in modo completamente gratuito, protetto e, soprattutto, non sanitario. Un’esperienza che stiamo condividendo anche con altri Ats, a significare validità del servizio e risorse economiche ben utilizzate".

17/03/2023 14:00
Tre persone paralizzate tornano a camminare grazie agli elettrodi. Menghi: "Notizia entusiasmante"

Tre persone paralizzate tornano a camminare grazie agli elettrodi. Menghi: "Notizia entusiasmante"

Tre persone paralizzate sono tornate a camminare, nuotare e pedalare grazie a elettrodi impiantati nel midollo spinale. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, si deve al gruppo coordinato dal Politecnico di Losanna (Epfl), al quale l'Italia partecipa, con Silvestro Micera, che lavora fra Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ed Epfl. E' italiana anche una delle tre persone paralizzate coinvolte nella sperimentazione. Il dispositivo consiste in alcuni elettrodi innestati nel midollo spinale, che inviano ai muscoli di gambe e tronco gli stimoli elettrici generati esternamente da un computer controllato dal paziente. In appena un giorno di addestramento i tre volontari hanno ripreso a camminare e sono stati in grado di controllare movimenti complessi, come nuotare e pedalare, anche al di fuori del laboratorio. "I primi passi sono stati qualcosa di incredibile, un sogno che si avverava", ha detto all'Ansa l'italiano Michel Roccati, uno dei tre pazienti sui quali è stata condotta la sperimentazione. Quattro anni fa un incidente in moto aveva provocato una lesione della colonna vertebrale, lasciandolo paralizzato. "Ora sono in grado di salire e scendere le scale e punto, entro primavera, di riuscire a camminare per un chilometro", ha aggiunto Roccati. Il risultato arriva dopo numerosi anni di ricerche effettuate dal gruppo in questo ambito da cui è nata anche la startup Onward Medical, il cui obiettivo principale sarà testare questa nuova tecnologia su migliaia di pazienti, per arrivare a commercializzarla entro pochi anni. "Una notizia entusiasmante" l'ha definita Anna Menghi, attuale consigliere regionale che in passato ha ricoperto la carica di presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili "sebbene si tratti di sperimentazioni e ci sia ancora strada da fare per renderle utilizzabili - ha aggiunto -. Si tratta, comunque, di un segnale di speranza". "La scienza e la tecnologia stanno andando avanti e posso assicurare che, per una persona che sta in carrozzina, poter fare anche solo due passi è qualcosa di straordinario. Nel frattempo l'impegno per migliorare la vita delle persone disabili deve rimanere, e sta diventando, mi pare, un obiettivo primario" conclude Anna Menghi. 

08/02/2022 13:00
Alessandra Piccinini presenta a Macerata "Il Portone Rosso"

Alessandra Piccinini presenta a Macerata "Il Portone Rosso"

Venerdì 31 gennaio alle ore 17, presso la Sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi-Borgetti, Alessandra Piccinini, scrittrice maceratese di successo con due romanzi pubblicati dalle casa editrice Le Mezzelane, approda nella sua città a raccontare le vicende de “Il Portone Rosso”. Il libro, tra i romanzi marchigiani più venduti del 2019, racconta le vicende di Ludovica, avvocato stimato, che tra le vie di Macerata e i fasti di Roma, vive delle profonde inquietudini. L’autrice riesce a mettere nelle pagine del suo libro, le emozioni, i pensieri nascosti, che la avvicinano a mondi borderline. Salvata dalle sirene della droga, perderà il suo Amore per poi cadere in una relazione distruttiva che la porta in un baratro sempre più profondo. Proprio lì matura la sua rinascita, trovando dentro di sé la forza di rialzarsi e tornare a vivere. Nel libro l’evento personale si incrocia con il trauma del sisma che nel 2016 ha sconvolto le Marche, diventando anch’esso simbolo della rinascita che la nostra regione sta faticosamente ma tenacemente ricercando. Ludovica rappresenta quindi l’animo indomabile di una regione, una donna che trova nelle difficoltà la sua forza più grande, che, come una fenice, brucia per risorgere a nuova vita . Il libro è stato presentato nelle principali città italiane (Roma, Milano, Firenze, etc) e marchigiane. L’autrice ha partecipato a numerose interviste televisive e radiofoniche, con sempre maggiori apprezzamenti di pubblico e di critica. L’incontro del 31 prevede, oltre all’autrice, la presenza di Rita Angelelli, Direttore Le Mezzelane Casa Editrice, di Marco Bragaglia, regista, e di Mauro Garbuglia, Presidente Èdi.Marca-Associazione Editori Marchigiani.  

28/01/2020 11:50
Nuova prospettive per la BCC di Recanati e Colmurano: risultato, cambiamento e innovazione

Nuova prospettive per la BCC di Recanati e Colmurano: risultato, cambiamento e innovazione

In ragione della fine dell’anno, delle imminenti festività e dell’avvicinarsi della scadenza del mandato dell’attuale Consiglio di Amministrazione, mi limiterei ad alcune considerazioni sostanziali approfittando inoltre di questo spazio per dire grazie a qualcuno e porgere i Migliori Auguri di Buone Feste a tutti. Prima considerazione: IL RISULTATO Abbiamo registrato, con una punta di orgoglio, che la BCC di Recanati e Colmurano ha incassato il prestigioso riconoscimento dell’Istituto Tedesco “Qualità e Finanza “ che ha posizionato il nostro Istituto al primo posto della classifica delle banche regionali nelle Marche. Credo, senza mezzi termini, che tale risultato sia la conseguenza di un pervicace e fruttuoso lavoro di squadra.  Costituirebbe peraltro errore, giudicare la cosa quale punto di arrivo. C’è ancora da lavorare per rendere la banca sempre più rispondente alle esigenze della clientela , esigenze in continua evoluzione , specie se rivolgiamo la nostra attenzione al mondo dei giovani. Nuovi prodotti, potenziamento ed ampliamento dei servizi, una politica di gestione del credito che tenga conto delle istanze dei soci, del territorio, delle famiglie, delle imprese, senza mai deragliare dai binari delle pur stringenti normative che disciplinano l’esercizio di tale potere. Una finanza attenta e mirata. Seconda considerazione: IL CAMBIAMENTO Al suddetto risultato la nostra BCC è pervenuta anche in virtù dell’adesione al Gruppo Bancario ICCREA. Entrare a far parte di un Gruppo Bancario, da un lato costituisce una vera e propria ga-ranzia di stabilità, dall’altro implica il coinvol-gimento della struttura in una serie di attività ulteriori rispetto a quelle di natura “ ordinaria “ cui tutti noi eravamo abituati. Una problematica su tutte: la migrazione dei dati in applicazione del nuovo sistema informatico. Si è trattato di un vero e proprio sconvolgimento che ha richiesto e richiede tuttora enorme im-pegno e sacrificio, soprattutto a carico del per-sonale dipendente, costantemente in prima linea in questo oneroso ma inevitabile processo di revisione. A tal proposito giova fare appello anche alla pazienza ed alla disponibilità della nostra clientela che, pur subendo il disagio che tale trasformazione sta comportando, ha fornito ampia dimostrazione di aver compreso la portata innovativa dell’iniziativa. Terza ed ultima considerazione  di carattere generale: Emergono nuovi rischi – Innovazione Stiamo assistendo , con preoccupante frequenza, agli effetti devastanti che stanno producendo i cambiamenti climatici. Sembra tuttavia stia crescendo , fortunatamente, la consapevolezza della portata dell’impatto che tali cambiamenti possono determinare  sul sistema finanziario. Oggi più che mai occorrono politiche  mirate e misure concrete che rafforzino la resistenza del nostro sistema finanziario: occorre pertanto convogliare i risparmi verso investimenti sostenibili. Non a caso le Autorità Europee hanno inserito per la prima volta i rischi climatici nella mappa dei principali fattori di rischio per il sistema bancario. In buona sostanza , il rischio climatico impatterà seriamente su tutti i processi bancari nel breve e medio termine. Dovremo perciò fare i conti con questi rischi ed iniziare ad intraprendere le opportune iniziative per la loro gestione. Risultato, cambiamento, innovazione , sono fattori ed obiettivi che non possono essere perseguiti né raggiunti se non attraverso la passione, il sereno lavoro, il gioco di squadra. Grazie allora ai dipendenti tutti della BCC di Recanati e Colmurano i quali hannodimostrato il giusto grado di perseveranza aiutando la barca a raggiungere l’approdo.  

29/12/2019 15:35
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