di Francesca Testella
Un “uni-corno” vive nella valle del Fiastrone: si tratta di un capriolo un po’ speciale
La magia dei Monti Sibillini fa da scenario alla comparsa di una creatura speciale: un giovane capriolo con un corno solo. La scoperta è stata fatta qualche giorno fa attraverso una “fototrappola”, ossia una fotocamera nascosta nella vegetazione della valle del Fiastrone. Non si tratta di qualcosa di paranormale però: secondo gli studiosi la presenza di un unico corno in animali normalmente dotati di due corna è molto probabilmente conseguenza di una malformazione genetica. Il dott. Andrea Marata, veterinario specializzato nella cura degli animali selvatici e sentito da noi al riguardo, ci spiega che dovrebbe trattarsi tecnicamente di una “deformità cornuale del palco”, ovvero delle corna. Possono esserci vari tipi di deformazioni come corna arrotondate, corna ricoperte dal velluto che normalmente cervi, caprioli e daini perdono con lo strofinamento nei cespugli. “Non frequentissimo, ma è comunque un fenomeno assolutamente naturale”. Nel 2014 in Slovenia è stato fatto il ritrovamento di un teschio di un cervo con un unico corno e, in quel caso, gli esperti hanno ritenuto che l’animale, anziano, avesse subito un urto che l’ha portato a perdere un corno e che successivamente le due corna siano cresciute in un’unica “diramazione”. “E’ il testosterone che determina la crescita dei palchi e che, soprattutto nei periodi di maggiore esposizione al sole, porta per effetto di tale stimolazione allo spuntare delle c.d. "corna". Ed il tessuto dei palchi è appunto ricoperto, da aprile fino all’autunno, da un soffice rivestimento chiamato velluto”. Continua Marata. “In autunno i palchi si solidificano, in inverno si indeboliscono e quando il velluto si stacca cadono in modo indolore. Tutto ricomincia da capo l’anno dopo. E la relativa crescita di tessuto osseo è caratterizzata da una velocità unica nel mondo animale. In questo processo possono però verificarsi appunto delle anomalie”. Nei caprioli non è raro che ci siano esemplari con un solo corno, senza che ciò induca fenomeni di emarginazione da parte del branco. Il quattro zampe ripreso nelle Marche infatti giocava serenamente con i suoi simili. Anche l’animale sloveno deceduto, pur anziano, era di notevole stazza: segno che la presenza di un unico corno non l’ aveva reso meno “virile” rispetto agli altri maschi. Altrettanto probabilmente l’avvistamento di simili animali nel passato può essere all’origine dei racconti sulla figura mitologica dell’unicorno, foriero di buona sorte ed amatissimo da fate e personaggi magici. E a noi piace credere che sia così: un segno speciale di rinascita in un territorio messo a dura prova dalla Natura stessa.
Riaperta la piazza di Muccia alla presenza di Sciapichetti e Spuri
Ieri pomeriggio si è svolta la cerimonia di riapertura della piazza del comune di Muccia. Presenti l'assessore regionale Angelo Sciapichetti e l'ing. Cesare Spuri, direttore dell'ufficio per la ricostruzione della Regione Marche. C'è stato un incontro con i cittadini che finalmente possono riappropriarsi del centro del loro paese quale luogo di incontro e di aggregazione. Ricordiamo che subito dopo il terremoto di ottobre ci siamo recati presso il comune di Muccia - qui l'articolo - che era ridotto ad una comunità abbandonata a se stessa mentre la terra continuava a tremare senza dar tregua. Nel paese erano rimasti circa 200 cittadini a fronte dei circa 800 abitanti: tutta la restante popolazione aveva trovato alloggio presso un'autonoma sistemazione o sulle coste. Ci auguriamo che questa riapertura, oltre ad una vetrina per far vedere che le cose funzionano - quando invece sappiamo bene che non è così - rappresenti l'inizio di una rinascita del centro marchiagiano con il ritorno della popolazione ed il riavvio delle attività commerciali in tempi umanamente accettabili.