Il 92% delle acque balneari marchigiane è di elevata qualità, l'82% è classificato eccellente, il massimo che si può avere in termini di conformità. La classe eccellente corrisponde a tutta la fascia costiera utilizzata per scopi balneari. Il mare marchigiano guadagna la promozione a pieni voti in base ai dati dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpam).
Soddisfatto il presidente della Regione Ceriscioli che sottolinea, alla vigilia dell'apertura della stagione di balneazione, come questo sia "il risultato migliore degli ultimi quattro anni". Un fatto molto importante che certifica "un ambiente sano e dimostra la bontà delle azioni messe in campo: un messaggio positivo per i turisti e per tutti coloro che andranno al mare". Il monitoraggio della stagione balneare 2018 ha determinato la nuova classificazione, valutata nel quadriennio 2015-2018.
L'8% restante sono acque in prossimità delle foci dei fiumi e sono gestite "con molta attenzione soprattutto in caso di piogge".
(Fonte Ansa)
Successo sopra ogni aspettativa per la prima edizione di 'Tolentino Street Food Festival'. Battuto ogni record di affluenza in piazza della Libertà, affollata da una moltitudine di persone provenienti non solo dalla città, ma anche dall'hinterland del maceratese.
Le carte vincenti sono state tante, a partire dalla varietà e dalla qualità, quella dei prodotti portati sul campo dai truck food selezionati accuratamente dall'associazione culturale 'Gente di Strada'. Dalla bombetta di Alberobello alla tradizione della cucina calabra, dalla vera oliva ascolana alla cucina pugliese. Ma lo sguardo si è esteso al di là dei confini nazionali, abbracciando anche la cucina argentina e quella americana, il tutto accompagnato dall'eccellenza del birrificio 'Buffalo Beer' con la sua selezione di ottime birre artigianali.
Un occhio di riguardo è andato inoltre alle attività locali, che hanno potuto beneficiare della manifestazione entrandovi in prima persona, allestendo i propri stand in Piazza della Libertà, trasformata per l'occasione in un vero ristorante a cielo aperto.
Ma a decretare la vittoria decisiva è stata certamente la cornice musicale. I concerti sono stati molto apprezzati dal pubblico, che ha potuto godere di un'offerta eterogenea ed entusiasmante. Dal cantautorato italiano al graffiante tributo ai Doors, passando per la Dj Street, che ha trasformato Tolentino in una discoteca all'aperto. Se l'inizio è stato a dir poco sconvolgente, con centinaia di persone presenti già nella serata di giovedì, l'afflusso è aumentato progressivamente, toccando il clou sabato sera. Lo dimostrano, del resto, le foto e i video diventati virali sul web.
«Una scommessa vinta a mani basse – commenta lo staff dell'associazione 'Gente di Strada' – l'evento è riuscito al meglio, arrivando a toccare l'apice. Siamo molto felici e pienamente soddisfatti, soprattutto perché abbiamo toccato con mano la soddisfazione del pubblico, che è stato il vero pilastro della kermesse. Un ringraziamento speciale va all'Amministrazione comunale, che ci ha ospitato in questa splendida cornice storica delle Marche, offrendoci supporto e collaborazione. Questo è l'anno zero, per il prossimo anno speriamo di poter tornare e fare ancora di più e ancora meglio».
Soddisfatta anche l’Amministrazione comunale di Tolentino che con questo tipo di manifestazione vuole rivitalizzare il centro storico, offrendo anche occasioni di sviluppo per le attività commerciali che hanno contribuito alla buona riuscita con l’apertura dei negozi. Il pubblico delle grandi occasioni ha partecipato con entusiasmo, gradendo le proposte enogastronomiche e quelle musicali. Prossimo appuntamento con la Fiera dei Fiori a metà maggio e con il grande pic nic programmato per domenica 12 maggio.
Uno sguardo verso i Sibillini innevati dalle mura di Colmurano, un panorama inconsueto per la stagione primaverile nella quale ci troviamo quanto ammaliante.
È questo lo scenario che si presenta agli occhi dei residenti dopo la fitta nevicata che è caduta sulle vette marchigiane la scorsa notte (clicca qui per le foto della nevicata a Ussita del 28 aprile).
Di seguito tutte le immagini scattate dal nostro lettore Mario Lambertucci:
Una minore spesa complessiva pari a 387.565 euro nel triennio 2019-2021: sarà determinata dal taglio dei vitalizi previsto in una proposta di legge sottoscritta nelle ultime ore dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale delle Marche e che dovrebbe approdare in Aula, per l'approvazione definitiva, il prossimo 14 maggio. A riportare la notizia è l'ANSA Marche.
I criteri e i parametri per la rideterminazione degli stessi assegni vitalizi sono stati deliberati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni, attraverso l'intesa dello scorso 3 aprile, con l'intento di armonizzare le diverse normative entro il 30 maggio. Un contributo determinante, informa una nota, è arrivato anche dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, che ha partecipato ai confronti istituzionali con delega ai presidenti dei Consigli regionali di Marche e Veneto.La Regione Marche aveva abrogato l'assegno vitalizio per ex consiglieri a decorrere dalla X legislatura. La nuova normativa entrerà in vigore dal primo dicembre 2019.
(Photo Credit: ANSA Marche)
Proseguono i lavori di manutenzione straordinaria su alcuni tratti di strade del Comune di San Severino Marche nell’ambito di una serie di interventi di messa in sicurezza finanziati con apposito decreto del ministero dell’Interno.
Dopo via San Michele si sta procedendo all’asfaltatura di via Aristide Merloni. La prossima settimana sarà risistemata via Garibaldi, breve tratto che da via Nazario Sauro si collega a piazza Del Popolo. Per i lavori, che inizieranno tempo permettendo giovedì 2 maggio, sarà necessario chiudere la strada al traffico veicolare ma il divieto non varrà comunque per quello pedonale.
I lavori, già completati per quanto riguarda la zona del cimitero urbano e praticamente ultimati per via Merloni, ammontano complessivamente a 100mila euro e sono stati affidati dal Comune di San Severino Marche all’impresa EdilAsfalti.
I cantieri prevedono il rifacimento delle pavimentazioni delle carreggiate con la stesura di conglomerato bituminoso a caldo, tipo tappetino, dello spessore di 3-4 centimetri.
Cucina a vista, materie 100% regionali e italiane, produttori locali e a km 0 e una visione esperienziale della ristorazione. Sono alcuni degli elementi del (giovane) successo del Ristorante Vere Italie di via Crescimbeni a Macerata.
“Tutto nasce da un’idea, balenatami in mente nel gennaio del 2018 – ci racconta Stefano Parcaroli, il giovanissimo titolare del locale maceratese -. Volevo fare qualcosa per il turismo della nostra provincia e della nostra Regione già da tempo e quindi ho decido di intraprendere questa strada e regalare un’esperienza ai clienti, inaugurando Vere Italie nel dicembre del 2018.”
Stefano viene da un mondo molto lontano da quello della ristorazione ma la chiave della sua passione sta nel mondo del retail e dell’attenzione al cliente, che “per me è un utente dei nostri servizi al quale dare un’offerta non solo nel prodotto, ma aggiungendo qualcosa in più, un’esperienza appunto – ci spiega Stefano -. Abbiamo voluto creare e dare vita a un locale dove poter far vivere un momento esperienziale al cliente, che viene accolto in un’atmosfera familiare, accogliente e ben studiata e dove può gustare i piatti della tradizione rielaborati e preparati con materie prime del territorio.”
Un menu molto ricercato che però non dimentica mai i sapori del nostra terra. “I vini, abbiamo 130 etichette, sono tutti della provincia di Macerata o, al più, della Regione, mentre i superalcolici sono tutti esclusivamente italiani – ci spiega il titolare -. Una delle prime persone che ho assunto infatti è stata la gastronoma, una figura che va alla ricerca dei prodotti e dei produttori delle nostre terre secondo standard qualitativi che ci siamo posti e creando con loro un forte legame.”
“Il nostro menù, studiato appositamente dalla Chef Entiana Osminzeza, specializzata nell’avvio dei ristoranti e come formatrice di uno staff completo e autonomo, varia in base alla stagionalità delle materie prime e siamo già arrivati al terzo rinnovo – ci spiega Stefano -. Il nostro desiderio è quello di far mangiare i clienti come mangiavano i nostri nonni, con una chiave rivisitata: la ‘sfida’ sta anche nel mantenere forti e saldi i contatti con i produttori del territorio, siano essi grandi o piccoli.”
Alcuni dei prodotti, appositamente selezionati, vengono venduti anche direttamente nel Ristorante, che ha lanciato anche dei co-brand per alcuni alimenti, studiati insieme a esperti del settore.
Vere Italie, in pochissimo tempo, ha raggiunto traguardi molto importanti: è stato il catering per l’ultima edizione del Festival di Sanremo a febbraio, mentre a settembre curerà quello del Festival del Cinema di Venezia, facendo conoscere i prodotti locali in tutta Italia e nel mondo.
Il riscontro in Città è stato altrettanto positivo. “Abbiamo sempre cercare di proporre qualcosa di originale, diverso e innovativo – ci spiega Stefano -: è così che attiriamo i clienti. Uno dei nostri format è quello del brunch della domenica, un appuntamento nuovo in Città che ha avuto molto successo, nonostante per noi all’inizio fosse una vera e propria scommessa. Ora con l’arrivo dell’estate, la vera sperimentazione ci sarà la settimana prossima con gli aperitivi europei, apriremo anche la veranda nell’ampio cortile esterno che si presta molto bene a feste, aperitivi, pranzi e cene con la sua splendida cornice.”
Un locale molto suggestivo appunto, protetto dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali, che è stato completamente ristrutturato con uno tocco “moderno ma con uno stile intramontabile” come ama definirlo Stefano. Luci a batteria sui tavoli rifiniti in ottone, grandi specchi che conferiscono ampiezza al ristorante, la cucina a vista: freschezza e modernità legati in modo perfetto alla storicità delle mura.
Uno staff fisso, quello del Ristorante Vere Italie, che lavora di frequente con l’Istituto Alberghiero di Cingoli. “Con gli studenti si crea un rapporto davvero molto bello e ci piace questa collaborazione con le scuole che potrebbe diventare anche un investimento per il futuro, sia nostro che dei ragazzi, ed è anche un valore aggiunto che dimostra l’attenzione al territorio e ai giovani.”
Un grande amore per il territorio, per i prodotti maceratesi e per la Città al quale Stefano, tornato da poco dalla Cina, sta già aggiungendo un ulteriore valore con uno sguardo all’internazionalizzazione. “Con i nuovi voli che, a settembre, arriveranno ad Ancona dall’Oriente, sto cercando già di mettere le basi per un rapporto di collaborazione con la Cina. Avendo una cultura molto diversa dalla nostra, credo sia importante, oltre che far conoscere loro le bellezze culturali che Macerata offre, portare i turisti a vivere la quotidianità di un maceratese. Da qui nasce quindi l’esperienza, all’interno di un turismo che diventa anche enogastronomico. A questo proposito, stiamo già programmando, per il prossimo mese, dei corsi all’interno del locale per insegnare, a chi vorrà, come si fanno le olive all’ascolana piuttosto che la pasta fatta in casa e altre eccellenze del nostro territorio”
“Vogliamo rendere Vere Italie un polo turistico della Città – ha concluso Stefano -. Ovviamente ci vogliono entusiasmo, voglia di fare e una visione imprenditoriale a lungo termine che mi auguro di riuscire a trasmettere ai tanti che vorranno arricchire Macerata e farla conoscere al mondo grazie alle sue particolarità e alle sue eccellenze.”
Il questore di Macerata Antonio Pignataro continua la sua battaglia contro la cannabis light. Come già dichiarato lo scorso gennaio allo nostra testata (leggi qui l'intervista) commentando il boom dei grown shop in Italia - i negozi dove viene venduta la cannabis light - Pignataro rilascia all'agenzia di stampa Agi delle dichiarazioni sibilline riguardo il suo pensiero: "La cannabis light non esiste e i negozi che vendono queste sostante dovrebbero essere tutti chiusi".
L'EVENTO MILANESE - Le parole del questore di Macerata arrivano alla vigilia del festival della canapa che si terrà a Milano il weekend prossimo, dal 3 al 5 maggio, il cui claim principale recita "Non è droga". Il messaggio chiaro è quello di scorporare la foglia di cannabis dai suoi effetti stupefacenti, liberalizzandone l'utilizzo.
In questo senso, nei giorni scorsi, gli organizzatori della manifestazione meneghina hanno distibuito nel centro cittadino circa 7.000 mila piantine di cannabis augurandosi che "la gente continui a farle crescere in casa" come dichiarato dal promotore Marco Russo sulle colonne de "La Verità".
I DATI DEL QUESTORE - La presa di posizione di Pignataro non è soltanto morale, ma viene supportata da elementi scientifici come dichiarato all'Agi: "Lavoro con l'audace procuratore Giovanni Giorgio e sono stato a contatto con il professore Rino Froldi, gia' direttore dell'Istituto di Medicina Legale dell'universita' di Macerata, il quale ha fatto parte della Commissione finalizzata ad accertare la tossicita' della cannabis. Analizzando i suoi studi ho rilevato che la percentuale dello 0,5 % di THC e' un dato tecnico erroneamente recepito dalla giurisprudenza senza alcuna motivazione scientifica e, soprattutto, senza alcun riferimento normativo".
"Tale dato tecnico, elaborato negli anni '80 - prosegue Pignataro -, fu calcolato su uno spinello del peso complessivo di 1 grammo ed è stato utilizzato negli anni dalla giurisprudenza come "valore idoneo a produrre effetti stupefacenti" ma tale percentuale risulta "ingannevole" in quanto la stessa dovrebbe essere considerata in relazione alla quantita' di sostanza stupefacente che una persona assume, basti pensare che ove si fumino tre Spinelli contenenti 0,2 % THC si raggiungera' una percentuale di 0,6 % THC e come tale piu' che idonea a produrre effetti stupefacenti".
In attesa della sentenza delle sezioni unite della Cassazione attesa per il 30 maggio, che si pronuncerà in merito alla liceità e legalità della commercializzazione di cannabis light, Pignataro rileva: "Qualsiasi percentuale di Thc per legge e' droga a tutti gli effetti. L'utilizzo di cannabis e' dannoso alla salute e produce, come effetti immediati, sonnolenza ed allucinazioni, effetti ancor piu' pericolosi nel lungo termine come sindrome amotivazionale (apatia) e danni psichici, ragione per cui - conclude il questore - essendo tabellata come sostanza psicoattiva, la vendita e' consentita solo in farmacia dietro prescrizione medica".
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la delicata questione riguardante gli indennizzi dei risparmiatori penalizzati dal crac di Banca Marche, Veneto Banca, Pop Vicenza, Carife, Carichieti e Banca Etruria. Ecco l’analisi svolta dell’avv. Oberdan Pantana su ciò che è stato recentemente predisposto nel “Decreto Crescita”.
Il Consiglio dei Ministri che si è riunito il 23 aprile u.s. ha emanato il c.d. Decreto Crescita, al cui interno sono state inserite le norme che modificano la disciplina in materia di F.I.R. (Fondo Indennizzo Risparmiatori) contenuta nella legge di bilancio per il 2019. A tal riguardo, hanno accesso alle prestazioni del F.I.R., i risparmiatori persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale nonché le microimprese che occupano meno di dieci persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annui non superiori ad Euro 2.000.000,00, in possesso delle azioni e/o delle obbligazioni subordinate delle banche in liquidazione alla data del provvedimento di messa in liquidazione, ovvero i loro successori a causa di morte, il coniuge, il soggetto legato da unione civile, il convivente di fatto, i parenti entro il secondo grado in possesso dei suddetti strumenti finanziari a seguito di trasferimento con atto tra vivi.
Potranno accedere a indennizzi diretti e automatici, tramite la proposizione di una domanda alla costituenda Commissione Tecnica, i risparmiatori, come appena sopra individuati, che soddisfino, anche solo una delle seguenti condizioni:
a) imponibile 2018 non superiore ad Euro 35.000,00;
b) patrimonio mobiliare (depositi e titoli, nel cui computo non entra la somma persa con la svalutazione dei titoli emessi dalle banche in liquidazione e in relazione alla quale si chiede l'indennizzo), non superiore a Euro 100.000,00; riguardo tale requisito, durante la fase di attuazione della normativa, l'Esecutivo ha già predisposto l’innalzamento di tale tetto per portarlo ad Euro 200.000,00, rimanendo in attesa di conoscere il parere della Commissione Europea.
I soggetti, invece, che superano entrambi tali limiti, dovranno veder riconosciuto il proprio diritto all'indennizzo all'esito di un procedimento arbitrale semplificato. Tale diverso trattamento tra classi di risparmiatori, trova il suo fondamento nella normativa europea, in base alla quale gli indennizzi diretti e automatici possono essere riconosciuti solo a coloro che si trovano in condizioni di difficoltà economica e/o sociale. L'Esecutivo, pertanto, ha concordato con la Commissione Europea che, ai fini dell'accesso al F.I.R., si intendono in condizioni di difficoltà economica e/o sociale coloro che hanno un imponibile 2018 non superiore ad Euro 35.000,00 e/o un patrimonio mobiliare non superiore ad Euro 100.000,00, elevato in attesa di accettazione ad Euro 200.000,00. La misura dell'indennizzo sarà pari al 30% del costo d'acquisto delle azioni, e al 95% del valore delle obbligazioni subordinate, inclusi gli oneri fiscali (affrancamento) e detratto quanto eventualmente già percepito a seguito di transazione con le banche, con un limite massimo di Euro 100.000,00; infine, tali percentuali, 30% del costo delle azioni e 95% del costo delle obbligazioni subordinate, potranno essere incrementate nel secondo e nel terzo anno di vita del F.I.R., sino all'esaurimento delle somme stanziate e pari, in totale, ad Euro 1.575.000.000,00.
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
"A Cessapalombo, Camporotondo e Poggio San Vicino, comuni del cratere della nostra provincia, questa mattina è avvenuto qualcosa di strano e di assai inquietante che va approfondito molto attentamente da chi di dovere. Per le elezioni comunali, cosa mai successa dalle nostre parti sono state presentate tre liste elettorali di gente (pugliese) completamente sconosciuta ed estranea totalmente al territorio. Persone che (apparentemente) non hanno nulla a che fare con la nostra terra. A Camporotondo è stata presentata addirittura, tra gli altri, una signora di Ruffano, provincia di Lecce, nata nel 1928. Visto che per la ricostruzione post terremoto si parla del cantiere più grande d'Europa, dobbiamo essere molto vigili e non abbassare la guardia. Il nostro é un territorio sano che deve rimanere tale e al riparo da qualsiasi fenomeno. Per questo motivo questa mattina, appena appresa la notizia, ho segnalato la cosa al Prefetto di Macerata Jolanda Rolli perché da parte delle Istituzioni si presti la massima attenzione. Sulla difesa della legalità e dell'integrità morale del nostro territorio non si può e non si deve scherzare. Mai."
È l'Assessore Regionale ai Lavori Pubblici Angelo Sciapichetti a segnalare l'anomalo fenomeno sulla sua pagina social. L'Assessore ha già avvertito il Prefetto di Macerata di quanto accaduto nei tre comuni del cratere per fare maggiore chiarezza.
Le liste in questione sono state presentate da "L'Altra Italia", non un partito, ma un movimento di protesta nato in Puglia con la benedizione del Presidente del Parlamento Europeo e vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani. Il simbolo del movimento è un'aquila tricolore. Le candidature sembra siano state presentate non solo nei tre comuni del maceratese facenti parte del cratere ma anche in altri comuni italiani, chiamati al voto, con meno di mille abitanti. La sola presentazione della lista inoltre, garantisce l'elezione di tre consiglieri comunali.
"Ho incontrato un uomo fragile, anche provato, ma ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un gigante". Le parole del presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini dopo l'udienza riservata che Papa Francesco ha avuto nella sala Clementina della Città del Vaticano con i presidenti delle Province italiane, guidati dal presidente dell'Upi Michele de Pascale. Con Paolini c'erano per le Marche anche Luigi Cerioni (Ancona), Sergio Fabiani (Ascoli Piceno), Moira Canigola (Fermo) e Antonio Pettinari (Macerata).
"È stato un incontro dal forte valore morale ma soprattutto è stato importante per la sostanza nel merito - ha commentato il Presidente Pettinari -. Il Santo Padre ha sottolineato più volte la necessità che le comunità locali abbiano dei riferimenti certi dal punto di vista istituzionale, elencando anche le materie sulle quali agire come l'ambiente, la scuola, la sicurezza e la viabilità. Il Santo Padre ci ha dato molto coraggio e ha ricordato la necessità che le Province siano rese operative e abbiamo le risorse fondamentali per svolgere il loro ruolo perché sono la casa di tutta la comunità."
"Il Papa - ha riferito Paolini - ha evidenziato come le Province siano un elemento di raccordo e di stimolo per una più incisiva azione a favore dei bisogni più avvertiti dalle comunità locali e ci ha augurato di proseguire con coraggio e determinazione nel nostro lavoro, affinché questi enti possano diventare presidio e centro propulsore di una mentalità che sappia porsi l'obiettivo di uno sviluppo veramente sostenibile. Una giornata importante per tutti noi".
Di seguito il discorso del Santo Padre:
"Cari sorelle e fratelli, buongiorno!
Vi do il benvenuto e ringrazio il Presidente per le cortesi parole con cui ha introdotto questo incontro. Vi ringrazio anche per la generosa offerta che avete fatto alla Elemosineria Apostolica, quale contributo per sovvenire ai tanti bisognosi. Questo mi dà lo spunto per iniziare il mio colloquio con voi da questa prospettiva.
Il nostro tempo si caratterizza per lo sviluppo sempre più rapido di sofisticate tecnologie e per il progresso della ricerca scientifica nei più diversi ambiti. Questo potrebbe lasciar supporre che la scienza, la tecnica e la libera iniziativa dei singoli siano in grado di dare efficace risposta alle diverse necessità della persona e della società e di impedire il sorgere di ogni marginalità, dando vita a una società armoniosa, priva di sacche di povertà e di esclusione.
La realtà invece rimane più complessa. All’aumento delle opportunità fa riscontro un parallelo aumento di bisogni da soddisfare, di campi in cui intervenire con sollecitudine, di problematiche che meritano considerazione, con l’impiego di ingenti energie e risorse per l’individuazione di possibili soluzioni.
Accanto ai benefici e ai positivi sviluppi che si registrano in diversi settori, rimangono – e anzi a volte aumentano – squilibri e marginalità, che hanno bisogno dell’impegno intelligente e solidale di tutti per essere adeguatamente affrontati. Si richiede, a tale scopo, sia l’opera di gruppi e associazioni della società civile, sia la consapevole e costante azione dei differenti livelli nei quali si costituiscono i pubblici poteri.
Le Province sono espressione di uno di questi livelli nei quali si strutturano i pubblici poteri, e sono cariche di storia. Esse infatti nascono dall’aggregazione di territori con un tessuto storico e culturale omogeneo, che ne spiega la longevità e l’idoneità a rappresentare un necessario polo amministrativo, pur nel mutare delle caratteristiche, dei poteri specifici e anche delle diverse modalità di scelta dei suoi amministratori. Esse, promuovendo la tutela delle istanze locali presso il Governo, il Parlamento e le forze economiche e sociali, costituiscono un elemento di raccordo e di stimolo per una più incisiva azione a favore dei bisogni più avvertiti dalle comunità locali.
Gli ambiti nei quali attualmente le Province in Italia dispiegano le loro competenze sono principalmente quello della cura degli interventi a difesa del suolo e del consolidamento delle aree a rischio, quello della viabilità di una capillare rete stradale che collega tra loro piccoli e piccolissimi centri con le città più grandi, e quello della gestione delle scuole secondarie superiori, assicurandone sicurezza e funzionalità.
Si tratta, a ben vedere, di compiti che, pur esplicandosi in settori distinti, si prefiggono in definitiva il medesimo fine: assicurare che le condizioni ambientali del territorio come quelle delle strade e delle scuole non si deteriorino per trascuratezza, per mancanza della necessaria manutenzione, per indolenza nell’adottare i provvedimenti indispensabili ad evitare il degrado ambientale o strutturale ed i pericoli che a questo sono connessi.
Questa complessiva azione presuppone una capacità progettuale, un costante impegno e un’adeguata disponibilità delle risorse necessarie ad espletarne regolarmente i compiti. Tuttavia, affinché questo possa realizzarsi, occorre promuovere e diffondere una più acuta e consapevole sensibilità ambientale. Occorre che sia sempre più avvertita, tanto dai singoli cittadini quanto dai loro rappresentanti nelle istituzioni, l’importanza della cura della casa comune intesa in tutti i suoi risvolti.
Ciò consentirà anche di individuare maggiori mezzi da destinare alla cura del territorio e alla manutenzione degli edifici, vedendo in questo non tanto un onere da sopportare, ma piuttosto un’occasione di sviluppo concreta e reale. Per un effettivo miglioramento della qualità della vita, per evitare possibili drammi e i loro enormi costi umani ed economici, conseguenza dell’incuria o di imprevidenza, e per assicurare durature prospettive di sviluppo sostenibile, è necessario considerare l’opera di manutenzione e di messa in sicurezza delle scuole, delle strade e dell’ambiente come una delle questioni centrali alle quali riservare tutta l’attenzione che merita e richiede.
Le Province, proprio per la loro lunga storia, per la tendenziale omogeneità dei loro rispettivi territori e per il profilo delle competenze di cui dispongono, sono particolarmente consapevoli di tutto questo.
Voi ben sapete la rilevanza che assume per il bene comune l’implementazione di progetti e di politiche che, anziché favorire l’abbandono o il saccheggio del territorio, sono finalizzate a una sua attenta cura e a metterne in luce potenzialità e specifiche caratteristiche, senza tuttavia dare il via a stravolgimenti ambientali o allo sfruttamento indiscriminato di risorse paesaggistiche e storico-ambientali. Voi ben conoscete l’importanza di scuole e strade sicure per il regolare procedere della vita civile e come indispensabile sfondo di ogni ordinato sviluppo. Voi conoscete quanto consistente possa essere il risparmio e il conseguente vantaggio economico per una comunità se essa trova la saggezza di investire denaro e risorse umane per prevenire dissesti, disfunzioni e degrado.
Non posso perciò che augurare a tutti voi di proseguire con coraggio e determinazione nel vostro lavoro, in modo da fare delle Province un presidio e un centro propulsore di una mentalità che sappia porsi l’obiettivo di uno sviluppo veramente sostenibile, inserendosi in armonia nell’immensa rete di relazioni e di realizzazioni create dalla natura, dalla storia, dal lavoro e dall’ingegno delle generazioni che ci hanno preceduto.
Grazie, grazie a tutti voi per questo incontro. Io prego per voi, e voi non dimenticatevi di pregare per me. Grazie."
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma di Italia Nostra Onlus sezione di Macerata, che denuncia la presenza, da molti anni, di una gru nel suggestivo borgo di Chigiano nel comune di San Severino Marche che deturpa l'ambiente circostante.
"Il territorio comunale di San Severino Marche è disseminato da piccoli borghi, ognuno con la sua storia unica, ognuno con le sue particolarità costruttive. Tra questi vi è Chigiano, chiamato il borgo rosa per l’utilizzo preminente, nella sua costruzione, di un pietrame rosato che ne caratterizza l’immagine. Molti sono i motivi per recarcisi, dalle sue origini medievali al ricordo del noto eccidio del ponte di Chigiano, in cui cinque giovani partigiani del gruppo Porcarella, nel marzo del 1944, furono catturati e brutalmente uccisi dalle truppe nazi-fasciste. Chigiano, insomma, è un posto dove stare, in cui passare del tempo per coglierne e goderne le ricchezze che racchiude.
Purtroppo, oggi, la sua immagine è deturpata dalla presenza di una gru, ferma oramai da troppi anni nell’inattività del cantiere di recupero di un suo edificio. Sollecitati sulla questione da un residente di San Severino abbiamo cercato informazioni dal comune della città dal giugno del 2018. Il cantiere è relativo a dei lavori autorizzati con un permesso a costruire del 2008 e prorogati con un altro permesso del 2011: entrambi i permessi sono ampliamente scaduti. A seguito della nostra segnalazione, l’ufficio tecnico del comune ha emesso, nei confronti dei proprietari, un provvedimento di diffida che, però, in assenza di specifici illeciti (al momento non ravvisabili) non consentiva un intervento diretto e decisivo dell’amministrazione comunale all’interno di quella che è comunque una proprietà privata. Infatti, la gru è rimasta dov’era…
Appare legittimo il fatto che l’amministrazione di San Severino abbia al momento altre priorità rispetto al mettersi contro ad un imprenditore edile ma ci chiediamo: è possibile che un funzionario pubblico, anche in una situazione semplice come la presente, non sia nelle condizioni, nell’espletamento delle sue attività, di tutelare un interesse pubblico come la possibilità di poter godere di una veduta senza elementi incongrui che ne deturpino l’immagine?
Il caso di Chigiano e della gru che incombe sui suoi abitanti è sicuramente una piccola cosa ma contiene al suo interno tutti gli elementi tipici delle situazioni di abbandono e degrado del patrimonio edilizio più o meno diffuse ed è, in tal senso, emblematico per iniziare a ragionare seriamente sul tema della tutela di una risorsa non riproducibile: il nostro territorio.
I nostri ragazzi, con le loro manifestazioni di queste settimane ci stanno richiamando all’ordine: ci stanno chiedendo di lasciar loro un ambiente in cui si possa vivere. Cercare delle risposte alla gru di Chigiano non sarebbe, quindi, solamente una restituzione di una di una veduta oggi deturpata ma anche (e soprattutto) una sostanziale adesione alla ricerca di soluzioni che i ragazzi ci stanno sollecitando, per una risposta un po’ meno ipocrita di quella che noi adulti abbiamo sinora espresso. Anche da San Severino".
Una donna completamente nuda in giro per via Indipendenza a Civitanova Marche, con un'amica al seguito che cercava inutilmente di calmarla e riportarla alla ragione. È quanto avvenuto un paio di giorni fa nella trafficata via della città rivierasca.
Sconcerto tra le decine di passanti e testimoni che hanno parlato di un "evidente stato di alterazione" della donna.
Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Fabriano-Matelica presentata dal vescovo monsignor Stefano Russo, che dal 28 settembre scorso è segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana. Lo rende noto il Bollettino della Sala stampa vaticana.
Monsignor Russo, nato ad Ascoli Piceno il 26 agosto 1961, era vescovo di Fabriano-Matelica dal 18 marzo 2016. Una rinuncia "sofferta", ha detto Monsignor Russo che rimarrà ad 'interim' fino alla nomina di un successore nella diocesi: "Non è così semplice portare avanti entrambi gli incarichi. - ha spiegato - Ho verificato le possibilità ma alla fine ho deciso di rassegnare le dimissioni da vescovo della diocesi e il Papa ha accolto la rinuncia. Mi dispiace per molti versi, c'è un legame importante ma era difficile portare avanti entrambi gli incarichi. Chiedo scusa se da quando sono stato nominato Segretario generale della Cei ho dovuto allentare la presenza in diocesi e non dedicare il tempo giusto a tutti voi".
A nome di tutto l’Ateneo, il rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa del professor Franco Celi. “Era un docente e un professionista di grande spessore e autorevolezza, che ha contribuito a tenere alta la reputazione e la tradizione secolare degli studi medico legali all’Università di Macerata in ambito nazionale e internazionale. Il professor Celi è entrato a far parte dell’Istituto di Medicina Legale nel 1969 come assistente del direttore Clemente Puccini. Dal 1983 al 2001 ricoprì la cattedra di Medicina legale presso la facoltà di Giurisprudenza, alternandosi con il professor Rino Froldi alla direzione dell’Istituto fino al 2003. Oggi ci lascia un’eredità importante di studi e insegnamenti, basilare per la formazione di nuovi professionisti”.
Il medico legale Franco Celi aveva 84 anni e si è spento questa mattina nella sua casa a Macerata. Il funerale si terrà lunedì 29 aprile, alle ore 10:00, nella Chiesa di San Giorgio.
È stata prorogata al 30 giugno la scadenza del bando del Comune di Macerata finalizzato alle nuove imprese creative nell’ambito del progetto START, allo scopo di garantire una più ampia partecipazione agevolando la formulazione di proposte da parte dei giovani che vogliano aderire. Ai giovani, infatti, è rivolto il bando che individuerà cinque nuovi progetti imprenditoriali in settori economici coerenti con le eccellenze produttive del territorio o con la domanda di beni e servizi sostenibili della nostra città. Ciascuno dei vincitori riceverà un incentivo di 20 mila euro per l’avvio dell’impresa, suddiviso in 10.000 mila euro di contributo finanziario a fondo perduto e 10.000 euro nell’offerta di servizi di coworking messi a disposizione direttamente dall’Amministrazione comunale e/o di voucher per servizi di supporto di consulenza per lo sviluppo dell’idea progettuale.
I progetti dovranno riguardare esclusivamente i settori della produzione culturale (come arti visive, arti performative, letteratura, design, moda, artigianato, intrattenimento, industria del gusto), dell’artigianato digitale e artistico, dell’agro-alimentare e turismo, dell’economia circolare e mobilità sostenibile, della difesa del territorio e dell’ecosistema ambientale (fragilità sismica e idrogeologica).
Possono partecipare al bando i giovani che non abbiano compiuto i 35 anni di età al momento della domanda e che si impegnino a garantire, qualora selezionati, l’iscrizione presso il Registro delle Imprese entro il termine massimo di 6 mesi dall’accettazione degli esiti istruttori.
Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro le ore 14 del 30 giugno 2019. Il testo del bando, i moduli di domanda e la relativa documentazione sono scaricabili dal sito del Comune www.comune.macerata.it/start e dal sito del progetto Start www.startimprese.it.
Per chiarimenti e ulteriori informazioni contattare l’InformaGiovani del Comune di Macerata in piazza Vittorio Veneto 2, telefono e fax 0733/256438 - E-mail informagiovani@comune.macerata.it
A fine maggio è prevista la pubblicazione di un altro bando del progetto START destinato a start up già costituite. Start è un progetto del Comune di Macerata e di una serie d’istituzioni fra cui l’Istao, Università degli Studi di Macerata, Camerino, Urbino e la Politecnica delle Marche di Ancona, l’Accademia di Belle Arti di Macerata, la Banca Macerata, le associazioni artigiani CNA e CGIA di Macerata, la Confindustria di Macerata, la Federazione Provinciale Coldiretti Macerata, il Macerata Opera Festival e l’Apm che hanno sottoscritto un protocollo di intesa che si propone di favorire le condizioni per la costituzione e lo sviluppo di imprese innovative nel territorio maceratese.
Emergenza finita per altre due famiglie settempedane costrette, dall’ottobre 2016, ad abbandonare la propria abitazione perché danneggiata dalle scosse di terremoto. Dopo i lavori di ricostruzione che hanno interessato una palazzina sita in località Palazzata le due famiglie hanno finalmente fatto ritorno a casa.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha firmato infatti la revoca dell’Ordinanza con la quale aveva a suo tempo dichiarato inagibile l’edificio poi interessato da lavori di ripristino per una spesa complessiva di circa 110mila euro.
Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, sabato 4 maggio inaugurerà la nuova sede del gruppo comunale di Protezione Civile di San Severino Marche. Il taglio del nastro sarà preceduto da una vera e propria festa di piazza che coinvolgerà i tantissimi volontari che hanno prestato aiuto ed assistenza alla popolazione settempedana in occasione del terremoto dell’ottobre 2016. Borrelli, accompagnato dal sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, accoglierà in piazza Del Popolo, a partire dalle ore 15, referenti e delegati delle associazioni e dei gruppi comunali di Protezione Civile. Alle 16, nella chiesa di San Domenico, sarà celebrata una santa messa presieduta dal cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona e Osimo.
A seguire benedizione dei mezzi di Protezione Civile. Poi, alle ore 17,30 ci si trasferirà in via Brodolini per l’inaugurazione della nuova sede del gruppo comunale.
La sede, una struttura temporanea di circa 110 metri quadrati, è stata destinata ad accogliere tre uffici, una sala riunioni, un archivio oltre ai locali per i servizi. Il prefabbricato, installato nel piazzale antistante i magazzini comunali dell’ufficio Manutenzioni, presso l’ex mattatoio, consentirà di dare continuità alle funzioni municipali di Protezione Civile.
La lettura dei primi dodici articoli della Costituzione, quelli che riguardano i principi fondamentali e che sono il fulcro del nostro Stato, da parte delle scolaresche ma anche di alcuni adulti di fronte al monumento alla Resistenza e poi la Marcia sui Sentieri della Memoria, fino al cippo posto a ricordo del sacrificio umano del capitano Salvatore Valerio e di chi, a Valdiola, fu impegnato in una delle battaglie più importanti della Resistenza marchigiana, hanno scandito le celebrazioni in ricordo del 25 Aprile a San Severino Marche.
La mattina il corteo con la bandiera dell’Anpi e il gonfalone del Comune, accompagnati dai labari delle associazioni combattentistiche e d’arma, hanno sfilato da piazza Del Popolo fino al monumento di viale Mazzini dove gli alunni delle scuole hanno assistito alla prima delle due manifestazioni svoltasi alla presenza di autorità civili e militari, amministratori pubblici, rappresentanti del Consiglio comunale dei ragazzi, esponenti di associazioni locali.
Poi, nel pomeriggio, da Chigiano fino a Valdiola a piedi per l’iniziativa che, anche in occasione del 74esimo anniversario della Liberazione, ha coinvolto pure i Comuni di Matelica, Gagliole e Apiro. Al pellegrinaggio a piedi sugli sterrati che nell’inverno a cavallo tra il 1943 e il 1944 furono battuti dalla banda Mario, qui ospitata nella clandestinità e protetta dalla popolazione rurale, hanno preso parte i sindaci Rosa Piermattei, Alessandro Delpriori e Sandro Botticelli.
“Oggi torniamo ad onorare chi ci ha insegnato a lottare e a combattere con passione per la libertà. Quella stessa libertà noi ci impegniamo a custodirla, difenderla, proteggerla e a trasmetterla alle generazioni future - ha esordito, nel suo discorso, il primo cittadino settempedano ricordano il sacrificio di chi fu insignito della Medaglia d’Oro al valor militare alla memoria - In questi luoghi ricordiamo anche chi lottò per un futuro migliore rispetto al presente che stavano vivendo, un futuro fatto soprattutto di democrazia. Dalla solidarietà e dalla speranza che hanno animato i partigiani – ha anche sottolineato sempre in un passaggio del suo discorso il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei – abbiamo imparato con quale passione la libertà vada difesa e protetta da chi, ancora oggi, vuole limitarla o addirittura impedirla”.
Nella notte tra il 23 e il 24 marzo 1944 nella zona di Valdiola quattro battaglioni misti di fascisti e tedeschi, oltre duemila unità in tutto, armati di mortai, mitragliatrici e fucili mitragliatori attaccarono i partigiani su un fronte molto vasto. I reparti avanzarono da Matelica su Braccano, da Castelraimondo su Gagliole e da San Severino su Chigiano. La prima postazione a cadere fu quella di Braccano e a seguire fu la volta di Roti, dove perse la vita il capitano Salvatore Valerio. Il combattimento fu lungo e violentissimo, vi persero la vita tanti partigiani e molti tedeschi. La battaglia di Valdiola è ricordata, da sempre, come uno degli scontri più atroci di tutta la Resistenza marchigiana.
L’”A.I.S.M.S.” (Associazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso), che associa 132 Società e Associazioni mutualistiche dislocate su tutto il territorio nazionale, ha rinnovato i propri organismi direttivi nell’assemblea annuale ordinaria che si è svolta in Camerano sabato 13 aprile u.s..
In apertura della manifestazione, in esecuzione di quanto stabilito con delibere del C.d’A. nelle sedute del 02 Marzo e del 12 aprile uu.ss., sono stati consegnati a quattro delle Società di Mutuo Soccorso che hanno subito danni dal terremoto i contributi raccolti attraverso una sottoscrizione.
Come i dirigenti dell’Associazione hanno voluto sottolineare, la donazione (€ 13.000) non può certo considerarsi risolutiva dei tanti problemi che le stesse Società si trovano a dover fronteggiare, ma vuole essere semplicemente un segno della loro vicinanza e della loro solidarietà alle tante persone che, a causa dei movimenti tellurici che hanno interessato l’Italia centrale, hanno tanto sofferto.
Da parte loro, le Società Operaie di Colmurano, Penna San Giovanni, Amandola e Monte San Martino, rappresentate dai loro presidenti e da una folta delegazione di consiglieri, hanno ringraziato per il gesto di amicizia, augurandosi che le relazioni di fratellanza si rafforzino e che la vita comunitaria e quella associativa possano riprendere in pieno e al più presto.
I presenti all’assemblea hanno poi ascoltato la relazione del presidente uscente, Sergio Capitoli, che ha riassunto il percorso attivato dall’Associazione a tutela delle Società di Mutuo Soccorso e ha aggiornato sulla riforma del Terzo Settore.
Lo stesso presidente ha ricordato anche l’evento della partecipazione all’Udienza con Papa Francesco, i convegni organizzati a Jesi, a Milano, a Martina Franca e a Modena, per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo politico sul ruolo che le Società di Mutuo Soccorso sono chiamate a svolgere nell’attuale realtà sociale, e le iniziative intraprese per sollecitare il legislatore a rivedere la normativa di riferimento, che non è ritenuta rispondente alle esigenze del movimento mutualistico italiano.
Il consulente dell’A.I.S.M.S., dr. Alessandro Nagni, ha proposto una relazione incentrata sulla nuova legge sulla trasparenza e sulle modalità di modifiche statutarie che alcune Società dovranno fare, e ha rinnovato la propria disponibilità a collaborare con l’Associazione per fornire informazioni utili alle proprie associate.
Dopo l’approvazione del conto consuntivo dell’esercizio economico-finanziario 2018 e del bilancio di previsione per il 2019, l’assemblea ha provveduto al rinnovo del consiglio direttivo per il triennio 2019-2022, che è risultato così composto:
Ernesto Scionti (Calabria), Andrea Genovese (Basilicata), Michele Calandriello (Campania); Donato Fanigliulo, Stefano Massimino, Pasquale D’Addato, Stefano Zaccaria, Cosimo Franciosa e Maria Carmela Lacarbonara (Puglia), Enrico Saviozzi (Lazio), Raffaele Lolli (Abruzzo), Sergio Capitoli, Beatrice Testadiferro e Laura Rossi (Marche); Nicola Sabino (Veneto), Ferruccio Temporiti e Giuseppe Lascala (Lombardia), Daniele Massazza (Piemonte) e Amedeo Angelelli (Emilia Romagna).
La stessa assemblea ha chiamato a far parte del Collegio dei Sindaci:
Lamberto Dondio (Lombardia), confermato nella carica di presidente, Adrio Paoletti (Marche) e Antonio Wancolle (Campania), quali sindaci effettivi; Giuseppe Longo (Puglia) e Giorgio Pantano (Lazio), quali sindaci supplenti.
I nuovi consiglieri hanno confermato la fiducia al presidente Sergio Capitoli per il suo terzo mandato e hanno espresso il desiderio d’impegnarsi per il bene dell’Associazione e delle singole Società, offrendo anche proposte con uno sguardo sull’Europa e sulla possibilità di avviare collaborazioni e stringere gemellaggi.
Il prato dell'Abbadia di Fiastra trasformato in una discarica. Questo il triste scenario che si è presentato agli occhi degli avventori che questa mattina si sono recati in Abbadia e hanno constatato i numerosi scarti lasciati dai turisti dopo il pienone di visite registratosi il 25 aprile.
Nella giornata festiva di ieri migliaia di persone hanno affollato lo splendido scenario naturale che si sviluppa attorno all'Abbazia consumando pic-nic festosi assieme ai propri parenti e amici e approfittando della giornata soleggiata. Di tutto ciò oggi, però, rimangono soltanto le bottiglie di vetro e plastica abbandonate a terra assieme alle cartacce delle vivande.
Un segno evidente dell'inciviltà dilagante che sembra attanagliare la società odierna.