Al Resort Marchese del Grillo durante il Forum ESG89 dedicato alle Best Companies di Umbria e Marche sono stati presentati alla stampa e agli stakeholder presenti i risultati della ricerca di mercato condotta sulle aziende più performanti. Molto interessanti alcuni dati tendenziali emersi e commentati dai presenti. Innanzitutto i fattori di successo più determinanti nelle due regioni.Nelle Marche la formazione viene considerato il fattore di crescita più importante con un 35,2% delle risposte, mentre in Umbria sono le risorse umane a determinare le scelte strategiche con un 41%. In entrambi i casi, comunque, ampio spazio e importanza al fattore umano e alla capacità di fare squadra in un momento molto delicato di cambiamento degli scenari nazionali e internazionali.
Di seguito gli elementi che più interessano proprietà e management sono stati: know-how industriale e innovazione tecnologica, a testimonianza del fatto che il processo di industrializzazione e di sviluppo passa inevitabilmente attraverso l’introduzione di nuovi processi produttivi altamente specializzati.Passando ai valori economici previsionali ci si è soffermati sull’andamento dei volumi di fatturato per il 2018 e per il 2019 in corso. Ebbene nelle Marche il 2018 ha evidenziato un incremento dei valori per il 63% delle società, mentre per il 33,3% c’è stato un sostanziale livellamento degli stessi e solo per il 3,7% una diminuzione. Per l’Umbria i valori cambiano. Il 59% delle società ha aumentato il fatturato, il 28,2% è rimasto stabile e bel il 12,8% ha visto scendere i livelli di fatturato. Per il previsionale 2019 i valori sono decisamente più cauti. Nelle Marche solo il 46,3% vede incrementare i volumi, il 50% resta stabile e solo il 3,7% diminuisce. Per l’Umbria la forbice si allarga. Il 56,4% punta ad un incremento, il 38,5% alla stabilità e il 5,1 ad un calo dei fatturati stimati.
“Le qualificate testimonianze dell’incontro confermano – afferma Andrea Cardoni dell’Università di Perugia fra i relatori del Forum – che l’innovazione crea valore in qualsiasi contesto: aziende mature, startup, passaggi generazionali.Ma per innovare non si può improvvisare. Con l’accesso diffuso alla conoscenza si pensava che il contesto territoriale perdesse rilevanza. Al contrario, la nuova geografia del lavoro dimostra che si innova solo dove si concentrano per prossimità fisica talenti, investimenti e competenze. E’ la grande sfida dei nostri territori e delle nostre imprese”.
Quale dunque il ruolo delle istituzioni locali in un momento così focalizzato al cambiamento? Lo abbiamo chiesto all’assessore del Comune di Fabriano Barbara Pagnoncelli che ha affermato: “Il tema della sinergia Marche-Umbria è centrale per il futuro sviluppo economico dei nostri territori, che se da un lato sono accomunati da una crisi economica importante dall’altro hanno dimostrato di avere un tessuto imprenditoriale resiliente ed una grande cultura del saper fare. È necessario creare occasioni di incontro e di confronto tra gli imprenditori e operatori economici dei due territori, come quello organizzato strategicamente proprio a Fabriano da ESG89 Group, dalle quali possano scaturire contaminazioni e collaborazioni. Le amministrazioni locali devono svolgere il ruolo di facilitatori e catalizzatori del processo di incontro. Altra partita strategica di gioca sui fondi europei e la capacità delle aziende di beneficiarne facendone il volano dell’innovazione: anche qui fondamentale il ruolo delle regioni che sono chiamate a tradurre i fondi europei in bandi per le imprese. Su questo la regione Umbria è un passo avanti con i bandi cosiddetti “cluster”; anche le amministrazioni devono condividere tra loro le best practice”.
E gli imprenditori? Quali le sensazioni a margine del Forum? Lo abbiamo chiesto a Maria Camilla Fogliati patron di Rm Italiantincendi che ha sottolineato “Se dovessi dare un giudizio sul Forum di Fabriano, scaturito come sempre dalla vivace mente di Giovanni Giorgetti, direi che è la perfetta sintesi, riuscita, tra mondo teorico rappresentato dall’università, mondo pratico rappresentato dall’imprenditoria e mondo innovativo dalle startup, che attraverso lo scambio di idee crea cultura economica per tutti”.
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Sarà esteso a tutto il territorio regionale il contributo previsto dal Programma di sviluppo rurale (Psr) per le spese finalizzate a contenere i danni causati dai lupi, specie protetta, agli allevamenti marchigiani.Lo prevede la delibera della Giunta regionale che ha approvato i criteri e le modalità attuative del bando 2019 che verrà presto emanato.
Dopo le 153 domande pervenute lo scorso anno dai territori montani per il primo bando (1,6 milioni di euro richiesti su tre disponibili), la Regione allarga ora a tutte le Marche la possibilità di richiedere contributi per attenuare il conflitto allevatore-lupo. Beneficiari saranno gli agricoltori in attività, per l'acquisto o l'adeguamento di recinzioni, per dotazioni di dissuasori acustici e visivi, cani pastore per contenere le predazioni dei lupi sugli animali da allevamento.
"Verrà finanziata - spiega Anna Casini, vice presidente della Regione e assessore all'Agricoltura anche la progettazione, nel limite del 10 per cento degli investimenti sostenuti".
(Fonte Ansa)
Toppo tempo passato e fiumi di parole e promesse non mantenute mentre la popolazione del Centro Italia - duramente provata dal sisma del 2016 - guarda sfiduciata alla ricostruzione che non parte, ai fondi donati spesi in modo anomalo e non a loro favore diretto, ma una soluzione deve ora uscire dal cilindro della burocrazia e dallo Stato: Ricostruire Subito, senza indugi o incertezze. Lo chiedono con forza singoli cittadini, gruppi e comitati, amministratori e tecnici, in una sola parola: Tutti.
Dalla riunione tenutasi i primi di maggio a Campi di Norcia è sorto il “Comitato Spontaneo Organizzatore 1 Giugno” che ha redatto la bozza del programma della manifestazione da tenersi a Roma per chiedere con decisone l’avvio della Ricostruzione. Sono previsti quattro sit-in di protesta a partire dalle 8 di mattina: Grisciano di Accumoli (RI), Norcia (porta ascolana, PG), Maddalena di Muccia (MC), Preci (PG). Alle 14:30 il Popolo dei Terremotati si riunirà all’area di servizio Roma Nord e da lì proseguirà fino al raccordo anulare con i propri striscioni.
Anche il “Coordinamento Nazionale AEC Alluvionati e Terremotati Italiani” darà il suo apporto alla manifestazione coinvolgendo tutte le forze e i referenti presenti nelle quattro regioni, mettendo a disposizione i propri professionisti e volontari per far giungere la voce dei terremotati in modo incisivo nelle sedi più idonee.
“Abbiamo atteso passasse il periodo sensibile delle elezioni amministrative ed europee per promuovere delle manifestazioni pubbliche” commenta la presidente della AEC Europa Italia, Mariapaola Meli “troppo facile <<cavalcare>> l’onda dello sdegno e della delusione popolare per ottenere un ritorno d’immagine a scopo elettorale. Anche alcuni nostri referenti delle varie regioni sono in diverse liste” prosegue la Meli
"Lo stesso presidente del Coordinamento Nazionale AEC Alluvionati e Terremotati Italiani, il dr. Antonio Maria Rinaldi è candidato alle Europee e proprio per il Centro Italia. Per questo motivo ci attiviamo solo ora e sosterremo la stesura del documento da presentare alle forze di Governoe al nostro Tavolo Tecnico Permanente AEC sulla Sicurezza del Territorio, al quale già numerosi Sindaci, Enti, Sindacati e Professionisti hanno dato la loro disponibilità a partecipare e per il quale è stato affidato il ruolo di coordinatore al dr. Pietro Mazzuca”.
Quella che, partendo da una macchina abbandonata da mesi, era diventata negli ultimi tempi una piccola discarica, nella quale erano stati gettati anche serbatoi di carburante e sedili di auto, in via Gilfredo Cattolica, nella zona industriale B di Civitanova Alta, da qualche giorno è stata finalmente ripulita e recintata.
L'appello lanciato in un gruppo social cittadino e ripreso dalla nostra testata (leggi: http://bit.ly/2VQdPqF), evidentemente ha sortito l'effetto desiderato dato che quasi immediatamente, dopo pochi giorni, erano stati rimossi gli ultimi rifiuti conferiti (serbatoi e sedili) e da qualche giorno, finalmente, è sparita anche la Innocenti Mille abbandonata da molto tempo tra la vegetazione. A completamento dell'opera, è stato apposto anche uno sbarramento per evitare il ripetersi di simili comportamenti incivili.
E’ operativa in Comune la macchina organizzativa delle prossime consultazioni elettorali del 26 maggio finalizzate all’elezione dei membri del Parlamento europeo.
Sono 35.114 (35.299 cinque anni fa) gli elettori maceratesi chiamati alle urne. Ottocentonovantuno (568 nel 2014) quelli residenti permanentemente o temporaneamente in Paesi dell’Unione Europea inseriti in elenchi speciali che potranno esercitare il diritto di voto presso le sezioni elettorali istituite nei Consolati. Centodieci (141 nel 2014) sono invece le “matricole”, coloro che hanno compiuto il diciottesimo anno di età nel 2019, prima del 26 maggio. Quarantancinque, infine, i cittadini comunitari residenti a Macerata che hanno presentato domanda per poter esercitare il diritto di voto per i candidati italiani presso le sezioni elettorali istituite nel Comune.
I seggi elettorali, in totale 44, dislocati nelle scuole cittadine o in altri locali comunali e non, compreso quello speciale presso l’ospedale di Macerata, saranno aperti dalle ore 7 alle ore 23 nella sola giornata di domenica 26 maggio.
Ognuno potrà esprimere il proprio voto esibendo al presidente del seggio la tessera elettorale permanente e un documento di riconoscimento. In caso di smarrimento della tessera, potrà essere richiesto un duplicato all’ufficio Elettorale (viale Trieste, 24 tel. 0733.256288/420) aperto nei normali orari d’ufficio dalle 8.30 alle 12.30, venerdì 24 maggio e sabato 25 maggio dalle ore 9 alle ore 18, mentre domenica 26 maggio per tutta la durata delle operazioni di voto. Per richiedere il duplicato occorre presentare la domanda, compilata su apposito modulo da richiedere all'ufficio Elettorale. All’atto del ritiro del duplicato occorre esibire un documento di riconoscimento.
L’ufficio Elettorale invita gli elettori a verificare da subito il possesso della tessera e che ci siano ancora spazi disponibili ed eventualmente a chiederne al più presto il duplicato, evitando di concentrare le richieste nei giorni di votazione.
Coloro che hanno difficoltà di deambulazione per raggiungere i seggi potranno avvalersi del servizio di trasporto gratuito effettuato a cura della Croce Verde o della Croce Rossa. Il servizio va prenotato telefonando al numero 0733.260260 (Croce Verde) o 0733/260207 (Croce Rossa).
In seguito ad un'ispezione svoltasi nell'aprile scorso, e fatta da direttivo nazionale dopo una segnalazione arrivata dalla Croce rossa regionale , è stata commissariata la Croce Rossa di Visso con il conseguente allontanamento del presidente Giovanni Casoni. Lo stesso è rimasto in carica anche in seguito all’indagine che sta coinvolgendo lui e il sindaco e senatore leghista Giuliano Pazzaglini, indagati entrambi a vario per reati contro la pubblica amministrazione in merito alle donazioni per il sisma.
La scelta del commissariamento è stata presa per "un palese conflitto di interessi in capo al presidente del comitato e una impossibile valutazione della consistenza associativa del comitato stesso", è scritto nel provvedimento del direttivo nazionale.
Provvedimento che sottolinea anche una «mancanza di evidenza di cassa che avrebbe dovuto essere presente". Una situazione che il direttivo nazionale definisce «grave» e per cui è stato ritenuto necessario il commissariamento.
Momento difficile quindi in casa Lega ed in casa Pazzaglini, considerando l'imminenza delle elezioni ed il fatto che Casoni sia un suo fedele collaboratore del Senatore del Carroccio.
A Casoni subentrerà da commissario Silvano Giori mentre Serena Amati e David Celi diventeranno vice commissari. Spetterà poi al presidente regionale indire nuove elezioni per la Croce rossa di Visso.
Minacce sui social media contro la Fondazione Michele Scarponi e in particolare contro Marco Scarponi, impegnato in questi giorni per la Rai in veste di opinionista durante le tappe del Giro d'Italia.
Sul profilo Facebook della Fondazione si alzano i toni e sono sempre più numerosi i post dal tono intimidatorio verso le attività di promozione della sicurezza stradale. Nella giornata di ieri, in particolare, alcuni commenti negativi si sono trasformati in vere a proprie minacce di morte, ricevute anche attraverso messaggi privati.
Prontamente i profili degli autori sono stati segnalati a Facebook che ha rimosso i post.
La Fondazione, dunque, ha deciso che in occasione del ripetersi di questi eventi preoccupanti e incresciosi, adirà le vie legali segnalando alla Procura gli autori delle minacce.
Marco Scarponi, fratello del Campione Michele e presidente della Fondazione commenta così questi episodi di intolleranza: "Sappiamo che il tema della sicurezza stradale è complesso e coinvolge molteplici aspetti - sociali, politici, emotivi - su più fronti. Sappiamo che non tutti si sentono coinvolti allo stesso modo rispetto a queste tematiche. È naturale, fisiologico che sia così. Questo però non giustifica l’utilizzo di un linguaggio volgare, violento e privo di rispetto. Mai. A maggior ragione verso chi, per colpa della violenza sulla strada, ha perso un figlio, un marito, un padre, un fratello. Una violenza ingiustificabile che si è addirittura trasformata in minacce nei nostri confronti. Una violenza verbale intollerabile.
La Fondazione Michele Scarponi ha fatto sempre del confronto e della 'misura' le alleate migliori verso una nuova 'cultura della strada'. Siamo contro ogni violenza, anche quella verbale, perché, in quanto esseri umani, siamo “anche” le parole che diciamo. E violenza porta violenza. Crediamo nel confronto e nello scambio civile di opinioni e punti di vista, non nello scontro.
Soprattutto, ricordiamo che molte famiglie sono devastate da un dolore immenso derivante dalla violenza stradale ed esprimersi nel modo adeguato a riguardo è una questione di civiltà e di rispetto verso chi ha perso TUTTO per comportamenti scorretti sulla strada (veri e propri omicidi nella maggior parte dei casi). Non siamo di fronte a una guerra tra ciclisti e automobilisti, ma siamo dentro a una violenza e una superficialità disarmanti che abbiamo il dovere di contrastare. Non dev'essere la non umanità a distinguerci, bensì l’umanità".
Nel nome di Michele Scarponi, la Fondazione, che ha appena compiuto un anno di attività, lavora per creare e finanziare progetti che hanno come fine l’educazione al corretto comportamento stradale, a una cultura del rispetto delle regole e dell’altro, tutelando l’utente fragile della strada e della società. La Fondazione collabora con il mondo dello sport, la scuola, le Forze dell’Ordine, con gli organi statali deputati a controllare, mettere in sicurezza ed educare alla sicurezza stradale e con tutte le organizzazioni che hanno i medesimi obiettivi.
L’ufficio Sisma del Comune di San Severino Marche ha completato la demolizione dell’edificio a tre piani lungo l’ex strada provinciale che porta a Serrapetrona, esattamente nel quartiere Uvaiolo, uno dei maggiormente colpite dalle scosse di terremoto dell’ottobre 2016.
L’immobile, con un volume di oltre 700 metri cubi, minacciava la pubblica via e la sicurezza sia degli automobilisti in transito lungo la ex provinciale che dei pedoni.
I lavori di abbattimento dello stabile, affidati all’impresa Rad Service di Gubbio, sono stati seguiti dai tecnici comunali. Nei prossimi giorni il Cosmari effettuerà la bonifica dell’area con la rimozione delle macerie a terra così come avvenuto per tutti i cantieri interessati da demolizioni nel Comune di San Severino Marche.
Questa mattina, intorno alle ore 6:45, si è registrata una scossa di terromoto di magnitudo 3.3, certificata dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, lungo la costa marchigiana/fermana ad una profondità di otto chilometri. L'epicentro si colloca in mare ad una distanza di diciotto chilometri da Civitanova Marche e di 19 chilometri da Porto Sant'Elpidio.
L’attenzione alla sicurezza del territorio rappresenta un obiettivo imprescindibile, a tutela della popolazione residente.
In quest’ottica, recependo la proposta del funzionario responsabile del V Settore dott.ssa Barbara Foglia, in risposta alla costante richiesta dei cittadini di maggiore sicurezza e controllo del territorio, il Commissario Straordinario del Comune di Treia, dott. Salvatore Angieri, con delibera di Giunta n. 74 del 5 maggio 2019 ha previsto il finanziamento di € 25.000,00 attraverso l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione, per l’attuazione di un progetto di videosorveglianza intelligente su scala urbana, finalizzato al monitoraggio, in tempo reale, delle arterie stradali principali di accesso alla Città.
E' allo studio del locale Comando di Polizia locale la progettazione di un sistema di videosorveglianza che consenta l'effettuazione, in tempo reale, della lettura delle targhe dei veicoli in transito, con capacità di trasformare le targhe rilevate in files digitali, trasferibili ad un server centralizzato e da qui indirizzati ad un database del sistema targhe e transiti per la segnalazione di eventuali passaggi di veicoli con targa attenzionata o sprovvisti di copertura assicurativa o di revisione, requisiti imprescindibili sia per la tutela dell’ordine pubblico sia per la sicurezza della circolazione stradale.
L’installazione dei sistemi di videoripresa costituisce una misura di controllo in attuazione di politiche integrate di sicurezza urbana, realizzandosi, in concreto, uno scambio informativo tra la polizia locale e le altre forze di polizia operanti sul territorio.
Un lettore ha segnalato alla nostra redazione l'ennesimo abbandono di rifiuti avvenuto in Località Granali, a San Severino Marche, lungo la Strada Comunale che collega la Frazione dei Granali con la Nuova Zona Industriale di San Severino Marche denominata Maestri del Lavoro.
"Si tratta di uno dei tanti episodi che ormai si susseguono da più di un anno sempre sugli stessi luoghi" ci scrive il lettore. L'abbandono ritratto in foto si riferisce alle giornate del 19 e 20 maggio.
In questo tratto di strada, da tempo, è usuale scaricare rifiuti di ogni genere. L'autore della segnalazione consiglia "l'installazione di videocamere di sorveglianza così che possano essere utili a scovare i colpevoli".
Un silenzio che fa rumore quello del nuovo commissario straordinario per il terremoto Piero Farabollini. All'indomani della manifestazione romana organizzata dalle delegazioni delle quattro regioni colpite dal sisma del 2016 (Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio), ci si chiede quali siano stati i risultati ottenuti dal geologo maceratese nel corso degli otto mesi di incarico. I numeri sin qui parlano di sole otto ordinanze firmate, due delle quali in attesa di registrazione alla Corte dei Conti.
I NUMERI - Quattro delle ordinanze registrate sono state di proroga rispetto a quanto già deciso dai suoi predecessori e nessuna delle stesse è stata rivolta a quello che dovrebbe essere il soggetto ispiratore di ogni sua azione: i terremotati. La quinta e sesta ordinanza riguardano rispettivamente una convenzione con la Guardia di Finanza per effettuare controlli su 3 mila progetti campione per la ricostruzione e la concessione di 40 ore di straordinario al mese ai dipendenti della struttura commissariale e degli uffici territoriali collegati.
Anche il confronto con i precedenti commissari non regge: nei primi 8 mesi di incarico come commissario straordinario Vasco Errani ha firmato 32 ordinanze, Paola De Micheli negli ultimi otto mesi di lavoro ne ha presentate venti (il link nel quale poter vedere nel dettaglio le ordinanze).
GOVERNI LATITANTI - Quella che i terremotati lamentano è la totale assenza del Governo nel periodo post-sisma. Nemmeno con l'avvento del direttivo giallo-verde le cose sono cambiate: "Hanno incrementato il cratere, da 41 comuni sono diventati 150 con una dispersione di denaro soltanto per avere dei voti. - ha spiegato Luigi De Santis, rappresentante dei terremotati di Amatrice, durante la menifestazione del 18 maggio - Ma che ci facciamo dei cinema, dei centri di aggregazione se non si ricostruisce. Serviva un decreto ad hoc, invece ci hanno inserito in quello di Genova e di Ischia".
Quello che si chiede a gran voce sono delle misure mirate, che siano in grado di risollevare il tessuto socio-economico delle zone colpite del sisma.
LA RABBIA DI ARQUATA DEL TRONTO - In questo senso questa mattina, a seguito della manifestazione andata in scena a Roma lo scorso sabato 18 maggio, le telecamere della trasmissione di appofondimento giornalistico "Agorà" di Rai Tre si sono recate ad Arquata del Tronto, nella frazione di Pretare.
"Dopo tre anni la ricostruzione è ancora un miraggio lontano" denuncia il comitato dei residenti. Arquata del Tronto è un luogo simbolo delle zone terremotate: "Non vogliamo essere dimenticati e far partire una ricostruzione assente. Siamo ancora nella fase di rimozione delle macerie: 260 mila tonnellate sono state rimosse, ma ne restano ancora 100 mila".
Sulla nomina di Farabollini come commissario: "È stato il Movimento 5 stelle a sceglierlo: il tempo è scaduto, sono passati tre anni. Le iniziative prese non sono sufficienti. È urgente partire con la ricostruzione, con norme certe e celeri. Non si può impiegare un anno e mezzo per l'approvazione di un progetto. Dall'approvazione alla ricostruzione sono trascorsi altri sei mesi".
"Non abbiamo bisogno di ritardi ma di celerità. Serve un segno" affermano i residenti e i commercianti di Arquata. "Molte attività commerciali sono andate via e non torneranno più. Servono delle leggi straordinarie: un evento straordinario come il terremoto va trattato con una legilslazione straordinaria che ci dica come ricostruire. Sono passati tre anni e ci dicono che ce ne vorranno altri due. Ci sentiamo più che abbandonati: non c’è stato un euro per la ricostruzione di Pescara del Tronto. Verranno ricostruite queste realtà o no?" concludono i residenti nell'intervista.
Clicca qui per il link dell'intervista fatta dalla giornalista di Rai Tre Sara Mariani: guarda il video
Dal 22 maggio l’intera costa sarà progressivamente dotata di connettività WIFI gratuita. La giunta regionale con l’approvazione del “Progetto “WIFI MARCHE-Spiaggia Connessa”, ha reso possibile l’ampliamento della rete che serviva solo alcune zone del litorale marchigiano. Si tratta di un progetto finanziato con le risorse del POR FESR 2014/2020 per 1 milione e 850 mila euro, di cui 50 mila a carico del bilancio regionale. Un iter amministrativo semplificato ha permesso a 21 Comuni beneficiari (Altidona,Ancona, Campofilone ,Civitanova Marche, Cupramarittima,Falconara Marittima, Fano, Fermo, Gabicce Mare, Grottammare, Montemarciano,Numana;Pedaso;Pesaro;Porto Recanati;Porto San Giorgio;Porto Sant'Elpidio;Potenza Picena,San Benedetto del Tronto;Senigallia,Sirolo), di aderire al progetto, garantendo l’impegno a realizzarlo secondo le linee guida stabilite dalla Regione. In ogni tratto della costa, dunque, viaggiando da Nord a Sud della regione, un turista potrà usufruire della rete wi-fi gratuita con un’unica procedura di autenticazione messa a punto dal Servizio Informatica della Regione e fruendo delle informazioni turistiche che caratterizzano il luogo in cui si trova.
“La connessione è essenziale – afferma il presidente Luca Ceriscioli - per i servizi e l’economia: come la banda ultra larga lavora per cablare il territorio, con il wi fi diamo a tutti accesso alla connessione internet. Iniziamo con le spiagge ma questa è una modalità che vogliamo estendere a tutta la regione, siamo sempre più "Marche connesse", in modo che con una sola autenticazione sia possibile agganciarsi in tutti i luoghi pubblici: piazze, musei, biblioteche. L’obiettivo è dare vita a un buon modello che dia sempre maggiori servizi ai cittadini e ai turisti che viaggiano sul web. Questo è un progetto che rappresenta una best practice nell’utilizzo dei fondi europei ed è vincente anche dal punto di vista della grazie alla collaborazione tra la Regione Marche , che definisce strategie, copertura economica e uniformità dei servizi, ed i comuni che conoscono le specificità dei loro territori.”
“È una risposta al sistema dell’accoglienza turistica- ha spiegato l’assessore regionale Turismo-Cultura, Moreno Pieroni – resa concreta con uno stretto rapporto con il sistema della ricettività privata che ha dimostrato un grande senso di collaborazione. Siamo tra le prime Regioni in Italia a garantire questo servizio in grande sinergia con le città coinvolte e da tempo impegnati nella promozione integrata di un programma di sviluppo territoriale a traino culturale consapevoli che la Cultura innesca legami virtuosi tra sistemi territoriali e la valorizzazione dei patrimoni, rappresentando un elemento determinante per la produzione di reddito e nuovi posti di lavoro. In questo senso anche il progetto WIFI Marche-Spiaggia connessa, a carattere interdisciplinare tra Servizio Turismo e Servizio Informatica della Regione, si innesta nell’obiettivo strategico di creare attrattività in chiave turistica verso il patrimonio culturale e la sua fruibilità e diffusione. Gli importanti eventi di cui saranno protagoniste le Marche anche nel 2020, tra celebrazioni e mostre, vanno diffusi con i più seguiti canali digitali. Siamo convinti che diffondere e collegare i diversi valori dei nostri territori, rappresenti il valore aggiunto per riposizionare la nostra offerta in un mercato turistico altamente competitivo. Vogliamo quindi rendere omogenei sul territorio servizi infrastrutturali che non possono più prescindere dall’utilizzo di strumenti tecnologici di nuova generazione.“
Infatti il progetto, allargando l’offerta del servizio gratuito di connettività WI-FI, ma soprattutto dei servizi collegati di web marketing implementabili dai Comuni aderenti attraverso applicativi, veicolerà attività di promozione di beni, siti ed eventi culturali e turistici, sia di rilievo nazionale, sia regionale e locale, consentirà di intercettare l’interesse di cittadini e turisti/visitatori presenti nelle spiagge e nei tratti di lungomare del litorale marchigiano, proprio dove maggiormente si concentrano i flussi nella stagione estiva. Un beneficio, quindi, anche per le aree interne e un concreto collegamento, in questo caso un’infrastruttura informatica, tra costa e entroterra.
Dal punto di vista tecnologico, gli interventi hanno riguardato: la predisposizione della strumentazione per la veicolazione dei contenuti turistici/culturali e pertanto di un’infrastruttura ICT lungo il territorio costiero di ciascun Comune marchigiano in grado di fornire a cittadini e visitatori/turisti servizi Internet con accesso WIFI libero e gratuito. Riguardo alla destinazione delle risorse ai diversi comuni per gli interventi di loro competenza ci si è basati su un algoritmo correlato alla specificità di ciascun territorio comunale, tenendo conto di alcuni parametri di bilanciamento: i km di costa (fonte: Piano gestione aree costiere); km di costa in concessione (fonte: Piano regionale gestione aree costiere);popolazione residente; flussi turistici degli ultimi anni degli arrivi (dati ufficiali ISTAT);numeri di access point. L’infrastruttura di rete sarà in grado di consentire alla Regione una serie di azioni di significativo interesse e offrire all’utente un insieme di servizi gratuiti: autenticazione e tracciatura utenti; sistema di accesso (Captive Portal) centralizzato e gestito dalla Regione Marche, personalizzabile e integrato con il sistema WiFi Italia; navigazione in Internet; invio e ricezione di posta elettronica; utilizzo servizi di messaggistica; accesso a social network; fruizione di contenuti audio e video tramite rete, anche in real time. (ad’e)
Dal 22 maggio lo stato di avanzamento del progetto sarà consultabile al link: http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Turismo-Sport-Tempo-Libero/Wifi-spiagge
Sono 10 i membri dello SVAU (Soccorritori Volontari Aiuti Umanitari) di Civitanova Marche, tra volontari, dottori ed infermieri, che sono partiti ieri pomeriggio per questa nuova missione umanitaria, in Albania, dal 19 al 28 maggio. Si tratta di una nuova collaborazione con la Croce Rossa Albanese che ha spinto i volontari a rimboccarsi le maniche e rimettersi in moto, dopo l'esperienza in Kosovo dell'ottobre scorso.
Questa nuova iniziativa benefica sarà concentrata con un aiuto concreto ai più poveri, orfani ed anziani, ai quali, oltre alla donazione di beni di prima necessità, come vestiti e scarpe, sarà offerta anche un'assistenza medica. Saranno donate infatti anche apparecchiature medico-sanitarie all'ospedale Manez "Madre Teresa", uno dei principali centri ospedalieri-universitari di Tirana, i cui dottori ed infermieri italiani metteranno a disposizione la propria esperienza per i più bisognosi.
La SVAU, composto da un gruppo di persone con pregresse esperienze nel volontariato e negli aiuti medico-umanitari, continua a crescere anche grazie al contributo di aziende locali che di fatto, hanno permesso la sistemazione dell'autoarticolato, la cui motrice è da poco entrata a far parte del parco mezzi della onlus e sarà utilizzata proprio questo viaggio.
L'amore per il prossimo e la decisione di non voler chiudere gli occhi davanti a chi ha bisogno ed è meno fortunato, sono i sentimenti che animano i componenti dell'organizzazione, la cui attività consiste nel reperire beni di prima necessità, quali viveri, medicinali e vestiario, nonché materiale didattico ed infrastrutturale, principalmente tramite donazioni di enti e persone caritatevoli, e nella organizzazione della loro distribuzione tramite trasferte fatte dagli stessi soci in prima persona, nei siti e nelle comunità bisognose, gravati da stati di indigenza e/o dannosi eventi naturali (quali i terremoti, nella recente esperienza).
Oggi una squadra di protezione civile, coordinata dal Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico della regione Marche, ha effettuato un'esercitazione in Località Pioraco, nella provincia maceratese.
Hanno partecipato all'evento oltre 70 uomini e la simulazione ha visto l'intervento di più squadre di ricerca delle Protezioni Civili di Sefro, Pioraco, San Severino Marche, Matelica, Camerino e Castelraimondo che hanno ritrovato i due target preventivamente nascosti. Nella ricerca impegnate anche le unità cinofile della protezione civile di Jesi.
Anas ha completato lo studio di fattibilità tecnico-economica per la progettazione del collegamento tra il porto di Ancona, la strada statale 16 “Adriatica” e l’autostrada A14.
Il tracciato si sviluppa complessivamente per circa 3 km ed è costituito da due tratti. Il primo si estende per 2 km dallo svincolo di Torrette sulla SS16 fino all’area costiera, attraversando un versante collinare che rende necessaria anche la realizzazione di due tratti in galleria. Il secondo, lungo circa 1 km, si sviluppa lungo la costa e prevede l’adeguamento della Via Flaminia e il relativo collegamento con l’accesso al Porto.
Il costo stimato per la realizzazione delle opere è di 98 milioni di euro.
Lo studio era stato avviato sulla base del protocollo d’intesa sottoscritto da: Ministero alle Infrastrutture e Trasporti, Regione Marche, Comune di Ancona, Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico centrale, Anas e Rete Ferroviaria Italiana.
Una storia lunga 60 anni che ha attraversato (e attraversa tutt’oggi) cinque continenti, partendo da Recanati. Una storia fatta di passione, sacrificio e di un grandissimo amore, quello per la musica e per ogni suo genere. Abbiamo incontrato Stelvio Lorenzetti, Amministratore Delegato della Eko Music Group, che ci ha raccontato la storia dell’azienda e del suo fondatore, Oliviero Pigini: un viaggio sulle note del rock and roll e dei live dei mitici anni ’70, ’80, ’90 fino ad arrivare ai giorni nostri.
“La Eko nasce nel 1959 grazie all’intuito del fondatore Oliviero Pigini, originario di Castelfidardo – ci ha raccontato Stelvio Lorenzetti -. Oliviero non conosceva la chitarra. Vendeva principalmente fisarmoniche insieme allo zio, Marino Pigini, che lo mandò in America proprio per vendere lo strumento musicale che produceva da oltre 40 anni. Oliviero, di ritorno dal lunghissimo viaggio e affascinato dal mondo d’oltreoceano, spiegò allo zio che ormai la fisarmonica era ‘morta' e stava partendo una nuova tendenza, quella del rock and roll e della chitarra. Marino era scettico e decise di continuare a produrre fisarmoniche. Oliviero decise quindi di lasciare l’azienda dello zio e si mise in proprio, iniziando a vendere chitarre, importandole dalla Jugoslavia. Chiamò questi nuovi strumenti GMI (giocattoli musicali italiani), ma ben presto si accorse che erano brutti e rozzi e non poteva continuare vendendo dei pezzi di bassa qualità. È qui che scatta la scintilla: insieme ai fratelli Paladino, Oliviero, nel 1959, fonda la Eko e inizia produrre chitarre. Ma la sua intuizione geniale non si fermò qui: iniziò a investire anche nell’insegnamento della chitarra, uno strumento allora sconosciuto ai più, creando delle scuole di musica e "convertendo" i fisarmonicisti, con l’aiuto di un grande chitarrista classico di Frosinone, Mario Gangi. A quel punto, richiesta e offerta si incontrarono e la chitarra iniziò a essere venduta in tutto il mondo”.
“Tutto inizia a Recanati, la madre Eko nasce lì, dove oggi c’è anche un busto di Oliviero – ha continuato Lorenzetti -. Nel 2008 ci siamo poi spostati nella sede attuale qui a Montelupone. La produzione delle chitarre Eko inizia con la classica, la western e l’elettrica: quella che attecchiva di più era la western, il cosiddetto modello ‘Ranger’, che invase tutto il mondo, dall’America, passando per il Giappone e raggiungendo l’intera Europa. Per le elettriche c’era sempre la Fender americana che dominava il mercato, mentre la chitarra classica era riconosciuta come un prodotto della cultura spagnola. La velleità degli strumenti Eko era una: conquistare il mercato mondiale di tutti i tipi di chitarra. E così è stato e, a oggi, vendiamo in tutti e 5 i continenti.”
“La nostra produzione oggi si sviluppa però in Cina dove abbiamo stabilito delle collaborazioni con cinque fabbriche e, da lì, esportiamo in tutto il mondo anche se stiamo, piano piano, cercando di riportare una parte della produzione in Italia – ha spiegato l’Amministratore Delegato -. Il 70% del valore della chitarra infatti è dato dalla manodopera e il 30% dalla materia prima; quest’ultima ha sempre lo stesso costo in ogni parte del mondo perché il legno, le corde e le meccaniche sono sempre gli stessi. C’è un approccio diverso però nell’acquisto dello strumento: oggi la gente cerca chitarre che non costino una fortuna perché solo in pochi si possono permettere strumenti da 3mila euro. La Eko parte da una qualità media e arriva a una qualità alta che viene venduta al pubblico con una cifra contenuta: lì noi ci fermiamo perché il nostro target è quello.”
La produzione della Eko si aggira sulle 100mila chitarre l’anno e vanta oltre 100 modelli. Solidità, ottimo suono, giusto prezzo e il classico gusto italiano con l’attenzione ai dettagli e alla colorazione: sono queste le caratteristiche che rendono il marchio recanatese grande in tutto il mondo. “Una serie di qualità che il mercato ama, accetta e recepisce” ha commentato Lorenzetti.
“Tutti i più grandi artisti italiani sono nostri amici e vengono spesso a trovarci e noi siamo felici di offrire loro strumenti di prima qualità: Jovanotti, Renato Zero, Claudio Baglioni, Ron, Negramaro, Edoardo Bennato, Biagio Antonacci, Negrita, Saturnino, Luca Colombo, Massimo Varini e tantissimi altri artisti famosi – ha continuato Lorenzetti -. Avere la possibilità di “usare” la loro immagine per promuovere il nostro marchio ci fa piacere: in questo modo Eko sale sopra a tutti i palchi italiani e non solo. Collaboriamo anche con moltissimi artisti americani, inglesi, australiani, spagnoli e sudamericani.”
“Quando Oliviero iniziò, si rese conto che stava partendo anche il rock and roll pesante – ha proseguito Lorenzetti -: quello dei concerti dal vivo e quindi della chitarra elettrica che, da sola, non suona. Decise quindi di iniziare a commercializzare anche gli amplificatori per chitarra e nacque “l’amplificazione Eko”. All’inizio acquistava gli amplificatori da terzisti, la FBT nacque grazie alla Eko. Poi, col tempo, la produzione degli amplificatori fu fatta internamente. In questo modo la Eko diede il via a tutto il reparto elettronico locale: i produttori si resero conto che con l’elettronica era possibile fare molte cose. Nacque poi la moda degli organi elettronici e se ne vendevano moltissimi ai tempi: Oliviero, insieme alla Thomas americana e alla Vox inglese diede vita alla EME, Elettronica Musicale Europea, a Sambucheto, per la costruzione appunto di organi elettronici."
“Nel 1967 Oliviero morì e alla Eko venne a mancare il condottiero – ha proseguito Lorenzetti -. I due soci che rimasero, Pierdominici e Vignoni, i quali si occupavano più di produzione e non avevano le stesse qualità imprenditoriali del fondatore e, nel 1985, arrivò anche la grande crisi, la Eko venne spazzata via e i sindacati la fecero fallire. Nel 1987, Don Lamberto Pigini, fratello di Oliviero, decise di ricomprare il marchio e, l’anno dopo, mi chiamò. Ci mettemmo in società e rifondammo l’azienda, decidendo di rimanere sempre qui perché Recanati è la patria della Eko e la Eko deve rimanere qui, continuando a essere un’eccellenza del nostro territorio. Oggi stiamo cercando di riportare la produzione in Italia, con il lancio di due nuove chitarre: “Infinito”, in onore dei 200 anni dalla prima stesura della poesia e la “Ranger Futura”, in onore del nostro modello storico. Due chitarre che verranno prodotte interamente in Italia.”
Sull’elettronica, che al giorno d’oggi sta prendendo sempre più piede, Lorenzetti ha espresso il suo punto di vista. “Prima c’erano le sale di registrazione e di incisione invece oggi i vari componenti delle band registrano il loro pezzo singolarmente, magari trovandosi anche in diverse parti del mondo, e poi l’elettronica e la tecnologia pensano al resto: la cosiddetta home recording. Fortunatamente però per la chitarra è diverso: i chitarristi hanno una determinata forma mentis e hanno determinate richieste. Il mercato della chitarra è sempre molto forte e fortunatamente ci sono sempre i live: lì l’elettronica non può dare gli stessi risultati.”
“Quanto tempo ci vuole per fare una chitarra? Il tempo che ci vuole per fare una chitarra – ci spiega sorridendo il liutaio Roberto Fontanot, uno dei più importanti e famosi in Italia -. Creare una chitarra è un lavoro di grande pazienza per dare vita a uno strumento raffinato e delicato: un lavoro fatto principalmente dalla scelta delle materie prime. Per produrre chitarre Eko siamo noi stessi a creare il design tramite il pc, poi la macchina del controllo numerico, con la quale riusciamo a produrre con precisione ciò che vogliamo, pensa al resto. Dopo l’assemblaggio si passa poi alla verniciatura a led (studiata appositamente insieme alla ICA di Civitanova Marche) che non appesantisce il legno. Ci vogliono circa 200 step di produzione per fare una chitarra senza considerare la parte iniziale, quella di selezione degli alberi, che vengono scelti e abbattuti insieme ai Carabinieri Forestali.”
Un lavoro lungo e meticoloso, come ci ha mostrato Roberto, fatto di amore e passione e che conferisce allo strumento quelle qualità uniche e necessarie per chi, della musica, non può farne a meno.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'Avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica relativa alla liceità dell’installazione di telecamere di sorveglianza al di fuori della propria abitazione.
Ecco la risposta dell’avv. Oberdan Pantana, alla domanda posta da un lettore di Macerata che chiede: “Posso andare incontro a responsabilità se collocosulla mia proprietà,delle telecamere puntate verso la strada antistante?”
Il caso di specie ci offre la possibilità di far chiarezza su una questione molto delicata, su cui ha avuto modo recentemente di pronunciarsi la Corte di Cassazione, con sentenza n. 20527/2019,in relazione alla condotta di due cittadini, che avendo installato un sistema di videosorveglianza sul muro perimetrale della loro abitazione, erano stati accusati dagli abitanti della zona,di violenza privata ai sensi dell’art. 610 c.p., il quale punisce espressamente: “Chiunque con violenza o minaccia costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa, è punito con la reclusione fino a 4 anni”.
Nel caso in esameinfatti, i vicini dei due imputati, avevano lamentato la lesione del diritto alla libera autodeterminazione, perché costretti a tollerare di essere costantemente osservati e controllati nell’espletamento delle loro attività quotidiane, nonché obbligati a cambiare alcune delle loro abitudini, come l’individuazione di percorsi alternativi per rientrare a casao di altre aree di sosta dei veicoli, pur di sottrarsi alle riprese delle telecamere.
Tuttavia, la Corte di Cassazione adita, nell’effettuare il necessario bilanciamento tra i due distinti diritti fondamentali vantati dalle parti opposte: da un lato la libertà individuale dei vicini, dall’altra, la sicurezza personale cui era finalizzata l’istallazione delle telecamere da parte dei due imputati, rilevava che questi ultimi, perfettamente in linea con i principi sanciti nel Codice in Materia dei Dati Personali, che stabilisce che: “Chiunque istalli un sistema di videosorveglianza deve provvedere a segnalarne la presenza, facendo in modo che qualunque soggetto che si avvicini all’area interessata dalle riprese sia avvisato della presenza di telecamere già prima di entrare nel loro raggio di azione”, avevano in effetti posto in essere le opportune segnalazioni tramite appositi cartelli, collocati a ridosso dell’area interessata, ed in modo tale da risultare ben visibili, effettuando dunque, tutte gli avvertimenti e le precauzioni idonee a consentire a chiunque di autodeterminarsi, selezionando scientemente i comportamenti da tenere.
Tali risultanze, unitamente peraltro, alla constatazione della totale assenza di alcuna coartazione nei confronti degli abitanti della zona, atta ad integrare la fattispecie criminosa in esame, aveva determinato la Suprema Corte nell’escludere la sussistenza delle accuse mosse ai danni dei due soggetti, i quali venivano perciò assolti.
Pertanto, in risposta alla domanda del nostro lettore e in linea con la più recente giurisprudenza di legittimità, si può affermare che: “L’istallazione di sistemi di videosorveglianza con riprese del pubblico transito, non costituisce in sé un’attività illecita, e neppure è ravvisabile, nel prospettato cambiamento di abitudini registrato da parte degli abitanti, una grave offesa al bene giuridico della libertà di autodeterminazione”, dal momento che“non può ragionevolmente escludersi che il sistema di videosorveglianza sia finalizzato proprio alla protezione di beni primari quali la sicurezza, la vita e la proprietà privata, essendo stata peraltro rispettata la prescrizione della preventiva informazione al pubblico” (Cass. Pen.; Sez. V; Sent. n. 20527/19; Dep. il 13.05.2019).
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima.
La prima alle 20:30, la seconda circa un ora dopo, quando erano le 21.35. Due scosse di terremoto hanno interessato la provincia maceratese nella serata odierna.
La prima è stata registrata lungo la costa, in mare, a una distanza di 19 chilometri dalla costa di Civitanova Marche e a una profondità di 8 chilometri. La seconda ha avuto come epicentro Muccia ed è stata registrata a otto chilometri di profondità; quest'ultima è stata avvertita nell'entroterra maceratese.
Il Ministro dell'Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, ha comunicato la promozione a primo dirigente dell'Ing. Antonio Giangiobbe, già vice comandante di lungo corso presso il Comando Provinciale di Campobasso.
Sposato con tre figli, l'Ing. Giangiobbe è stato impegnato in diverse attività istituzionali, sia in ambito locale che presso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Dal 27 maggio sarà il Comandante dei Vigili del Fuoco di Macerata, succedendo all'Ing. Pierpaolo Patrizietti che andrà a dirigere il Comando di Taranto.
L'Ing. Giangiobbe, già conoscitore della realtà marchigiana, avendo partecipato alle attività emergenziali a seguito degli eventi sismici che hanno interessato, nel recente passato, le zone dell'Umbria e delle Marche, porterà con sé tutta l'esperienza maturata nel territorio molisano.
L'Ing. Patrizietti ha preso servizio presso il Comando di Macerata il 15 settembre del 2017. "Sono stato promosso Dirigente Superiore con decorrenza primo maggio 2019 e, per questo, verrò trasferito al Comando di Taranto, dove prenderò servizio dal 27 maggio - ha spiegato Patrizietti che, prima di Macerata, ha passato tre anni presso il Comando di Ravenna -. A Macerata ho trascorso questi due anni avendo a che fare con la gestione del terremoto e abbiamo impostato il discorso per quanto riguarda l'agibilità delle nostre sedi che hanno subito danni a causa del sisma. Per la sede centrale, di proprietà della Provincia, abbiamo ottenuto il C.I.R., mentre per la sede di Camerino stiamo lavorando con l'Agenzia del Demanio per ottenere il certificato dall'Ufficio Ricostruzione."
"Abbiamo lavorato parecchio in questi anni e abbiamo ottenuto ottimi risultati - ha concluso Patrizietti -. Lascio un comando che è un gioiello dal punto di vista operativo e della gestione amministrativa e lo dico avendo conosciuto, in questi anni di servizio, moltissime realtà. Infine ringrazio tutti i miei colleghi per questi due anni di lavoro."