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Post-terremoto, il commissario Farabollini sotto esame: soltanto 8 ordinanze firmate in 8 mesi di lavoro

Post-terremoto, il commissario Farabollini sotto esame: soltanto 8 ordinanze firmate in 8 mesi di lavoro

Un silenzio che fa rumore quello del nuovo commissario straordinario per il terremoto Piero Farabollini. All'indomani della manifestazione romana organizzata dalle delegazioni delle quattro regioni colpite dal sisma del 2016 (Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio), ci si chiede quali siano stati i risultati ottenuti dal geologo maceratese nel corso degli otto mesi di incarico. I numeri sin qui parlano di sole otto ordinanze firmate, due delle quali in attesa di registrazione alla Corte dei Conti. 

I NUMERI - Quattro delle ordinanze registrate sono state di proroga rispetto a quanto già deciso dai suoi predecessori e nessuna delle stesse è stata rivolta a quello che dovrebbe essere il soggetto ispiratore di ogni sua azione: i terremotati. La quinta e sesta ordinanza riguardano rispettivamente una convenzione con la Guardia di Finanza per effettuare controlli su 3 mila progetti campione per la ricostruzione e la concessione di 40 ore di straordinario al mese ai dipendenti della struttura commissariale e degli uffici territoriali collegati.

Anche il confronto con i precedenti commissari non regge: nei primi 8 mesi di incarico come commissario straordinario Vasco Errani ha firmato 32 ordinanze, Paola De Micheli negli ultimi otto mesi di lavoro ne ha presentate venti (il link nel quale poter vedere nel dettaglio le ordinanze). 

GOVERNI LATITANTI - Quella che i terremotati lamentano è la totale assenza del Governo nel periodo post-sisma. Nemmeno con l'avvento del direttivo giallo-verde le cose sono cambiate: "Hanno incrementato il cratere, da 41 comuni sono diventati 150 con una dispersione di denaro soltanto per avere dei voti. - ha spiegato Luigi De Santis, rappresentante dei terremotati di Amatrice, durante la menifestazione del 18 maggio - Ma che ci facciamo dei cinema, dei centri di aggregazione se non si ricostruisce. Serviva un decreto ad hoc, invece ci hanno inserito in quello di Genova e di Ischia".

Quello che si chiede a gran voce sono delle misure mirate, che siano in grado di risollevare il tessuto socio-economico delle zone colpite del sisma. 

LA RABBIA DI ARQUATA DEL TRONTO - In questo senso questa mattina, a seguito della manifestazione andata in scena a Roma lo scorso sabato 18 maggio, le telecamere della trasmissione di appofondimento giornalistico "Agorà" di Rai Tre si sono recate ad Arquata del Tronto, nella frazione di Pretare.

"Dopo tre anni la ricostruzione è ancora un miraggio lontano" denuncia il comitato dei residenti. Arquata del Tronto è un luogo simbolo delle zone terremotate: "Non vogliamo essere dimenticati e far partire una ricostruzione assente. Siamo ancora nella fase di rimozione delle macerie: 260 mila tonnellate sono state rimosse, ma ne restano ancora 100 mila". 

Sulla nomina di Farabollini come commissario: "È stato il Movimento 5 stelle a sceglierlo: il tempo è scaduto, sono passati tre anni. Le iniziative prese non sono sufficienti. È urgente partire con la ricostruzione, con norme certe e celeri. Non si può impiegare un anno e mezzo per l'approvazione di un progetto. Dall'approvazione alla ricostruzione sono trascorsi altri sei mesi".

"Non abbiamo bisogno di ritardi ma di celerità. Serve un segno" affermano i residenti e i commercianti di Arquata. "Molte attività commerciali sono andate via e non torneranno più. Servono delle leggi straordinarie: un evento straordinario come il terremoto va trattato con una legilslazione straordinaria che ci dica come ricostruire. Sono passati tre anni e ci dicono che ce ne vorranno altri due. Ci sentiamo più che abbandonati: non c’è stato un euro per la ricostruzione di Pescara del Tronto. Verranno ricostruite queste realtà o no?" concludono i residenti nell'intervista. 

Clicca qui per il link dell'intervista fatta dalla giornalista di Rai Tre Sara Mariani: guarda il video 

 

 

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