"Ci è stato riferito che in questi giorni delle persone girano per i quartieri della città chiedendo soldi a nome della Croce Verde di Macerata. Si tratta di truffatori e comunque di persone non autorizzate". La Croce Verde di Macerata lo sottolinea in una nota, in cui evidenzia come non sia solita inviare personale né dipendente né volontario per le case a chiedere soldi per conto dell’Associazione.
"La serietà che ci contraddistingue - concludono dall'Associazione - ci impone di avvisare i cittadini a fare attenzione circa queste attività false e dalla chiara natura illegale, raccomandando di avvisare nel caso le forze dell’ordine".
Tre abitazioni, due negozi e due magazzini di nuovo agibili, a San Severino Marche, dopo le scosse di terremoto dell’ottobre 2016. Il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, ha firmato la revoca dell’Ordinanza con la quale aveva dichiarato non utilizzabile un intero edificio in viale Bartolomeo Eustachio, in pieno centro storico.
La costruzione, un palazzo condominiale, è stata interessata da opere di recupero del danno per un importo di 160mila euro interamente finanziate con un contributo pubblico dall’Ufficio speciale per la Ricostruzione della Regione Marche.
“Le maglie della rete che ha ingabbiato la ricostruzione cominciano ad allentarsi grazie al lavoro costante e puntuale fatto nell’ultimo anno dal Commissario in totale collaborazione con Governo, Parlamento e territori”. Così il Commissario alla Ricostruzione Piero Farabollini commenta lo stato dell'arte sulla ricostruzione post-sisma, snocciolando i primi dati (in attesa di completa elaborazione) che fanno riferimento alla situazione registratasi al 31 dicembre del 2019.
RICOSTRUZIONE PRIVATA - Il commissario sottolinea come il trend, per quel che riguarda la ricostruzione privata, sia positivo. Nelle Marche, regione con il tasso di danneggiamento più alto, nell’ultimo trimestre del 2019 si è registrato un incremento del 470% delle Richieste Contributo Ricostruzione presentate per danni lievi e ad un +138% di quelle per danni gravi. Dati che evidenziano come non vi sia l'intenzione di abbandonare i borghi di nascita per trasferirsi sulla costa, sottolinea Farabollini.
"Stiamo lavorando congiuntamente con la Rete Professione Tecnici e gli Uffici Speciali della Ricostruzione delle 4 Regioni per concordare procedure condivise ed organiche - prosegue Farabollini - sia per l’attuazione dell’art.12 bis ai sensi dell’ultimo decreto sisma, che peraltro ha offerto anche lo strumento dell’autocertificazione, sia per verificare percorsi utili per snellire le istruttorie.
RICOSTRUZIONE PUBBLICA - "Resta il nodo delle seconde case della ricostruzione Pubblica di competenza dei Comuni e delle Regioni che è ancora molto lontana dall’aver aperto i cantieri”.Questo il giudizio Commissario dopo la lettura dei dati forniti da Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio: sono 184 i progetti esecutivi ultimati su 1079 interventi previsti dalle ordinanze 23 e 32, 33, 37 e 56.
Non tutti hanno i lavori in esecuzione: ne risultano cantierati solo 156, pari al 14,5% della previsione di intervento totale. Per oltre il 60 % degli interventi (650) deve ancora essere avviata la procedura di gara per l’affidamento della progettazione.
“Emerge chiaramente che i Comuni non sono adeguatamente organizzati per gestire le attuali procedure e non solo per la quantità del personale a disposizione, ma soprattutto per la sua tipologia ed il know-how– conclude Farabollini – Continueremo a lavorare, di concerto con tutti gli attori della ricostruzione, perché percorsi e procedure siano il più possibile facilitati”.
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Grande affluenza per le date OPEN DAY alla scuola dell’infanzia “F. Morvillo” di Civitanova Alta, svoltesi nelle scorse settimane. Tanti bambini con le loro famiglie hanno potuto “toccare con mano” la realtà della scuola, visitando la struttura e frequentando alcune delle molteplici attività proprie dell’offerta formativa dell’Istituto.
La scuola, infatti, lontana dal traffico cittadino, è dotata di un ampio giardino attrezzato e di un grande parcheggio. All’interno, nel corridoio si affacciano 5 ampie aule con adiacenti i bagni, un ampio salone luminoso per attività di intersezione, ludiche e attività teatrali, una sala mensa, una ricca palestra per le attività motorie e un’aula dotata di LIM per attività innovative e tecnologiche.
La scuola offre ogni anno diversi progetti tra cui un progetto per l’apprendimento della lingua inglese “Let’s go”, unico per la sua completezza e rivolto a tutti i bambini iscritti per favorire, con giochi e musica, l’avvicinamento e l’apprendimento della lingua; il progetto “Filosofia per bambini” finalizzato ad educare allo “stare nel mondo”, il cui ’obiettivo ultimo è che i bambini, con le loro competenze e le loro multiple intelligenze, sappiano far da sé, interagendo in autonomia: l’esercizio della capacità di ascolto e di pensiero critico, in concreto, diviene strumento da utilizzare, ad esempio, nel dividersi una scatola di colori.
Sempre presenti progetti dedicati all’accoglienza intesa nel più ampio significato e alla continuità sia in entrata con i nidi che in uscita con le scuole primarie; progetti di psicomotricità con esperti di discipline motorie e attività con esperti esterni. Ultima, solo per data di presentazione, è stata la lezione di pattinaggio svolta con la società Roller di Civitanova che ha illustrato, in diversi pomeriggi, la sottile arte dell’equilibrio sui pattini.
Per chi si fosse perso l’occasione di conoscere una realtà innovativa e sempre in crescita ricordiamo che la scuola è aperta su appuntamento per essere visitata e le iscrizioni sono ancora aperte fino al 31 gennaio 2020.
Il Comune di Macerata sta procedendo all'abbattimento di essenze arboree protette in via Annibal Caro e in via Pesaro a seguito di una disposizione proveniente dalla Prefettura di Macerata volta alla salvaguardia dell’incolumità pubblica e privata.
Le Ferrovie dello Stato, infatti, avevano infatti sollecitato gli abbattimenti perché le piante si trovano a una distanza non a norma rispetto alla rotaia più vicina con il rischio di creare problemi alla sicurezza e alla regolarità della circolazione ferroviaria in caso di condizioni meteo avverse. Una eventualità che avrebbe generato la violazione della normativa in materia di circolazione ferroviaria.
Nella Giornata della Memoria, non va dimenticata la presenza di campi di concentramento anche nel territorio della provincia di Macerata. In particolare, il campo di prigionia PG53, posta militare 3300, erroneamente collocato dalla documentazione dell'epoca in località Urbisaglia, era situato al centro di Sforzacosta e gestito dal IX Corpo d'Armata del Regio Esercito.
Classificato come "Campo di prigionia per prigionieri di Guerra", venne istituito nel 1942, a seguito della trasformazione di un'azienda che si occupava di manifattura tabacchi. In un primo tempo fu destinato ad accogliere prigionieri militari anglo-americani (sottoufficiali e di truppa), per poi contenere anche quanti furono vittime dei rastrellamenti effettuati prevalentemente dalle SS. Moltissimi giovani vennero spediti dal campo 53 di Sforzacosta in Germania, una deportazione che per moltissimi fu l'ultimo viaggio. Un viaggio da cui non fecero mai ritorno.
I primi detenuti nel campo furono militari inglesi, fatti prigionieri nelle azioni di guerra. Il campo fu destinato ai soli prigionieri militari fino alla fine del 1943, per poi essere chiuso. Nel 1944 fu riaperto accogliendo come primi prigionieri dei tolentinati, i nati dal 1914 al 1925, che vennero rastrellati nella città in una notte dell'aprile del 1944 da parte del comando SS italiano alle dirette dipendenze del Ten. Malaga. Il commando, in un'azione dimostratva, si riversò sulla piazza di Tolentino e, con la scusa di catturare renitenti e disertori, catturarono moltissimi uomini in età da lavoro che vennero rinchiusi nel campo di prigionia dopo un interrogatorio piuttosto superficiale.
Dopo l'8 settembre, il campo iniziò a riorganizzarsi e gli occupanti furono divisi in tre categorie: abili al lavoro in Germania, abili al lavoro in Italia, non abili al lavoro. Nella terza categoria rientrarono in pochissimi e furono inviati alla prigionia libera nei campi di internamento presenti in provincia; gli abili al lavoro in Germania furono inviati ai campi di concentramento tristemente noti e pochissimi fecero ritorno.
Tale selezione colpì anche gli internati e le internate delle strutture maceratesi che vennero raccolte dai nazisti a Sforzacosta, 58 ebrei di Urbisaglia, 19 internate di Petriolo e 50 internate di Pollenza.
Con l'avvicinarsi del fronte, il campo iniziò la dismissione. I materiali e i molti prigionieri presenti, iniziarono ad essere smistati al campo di Suzzara, centro di concentramento per l'invio in Germania.
Il campo fu bombardato nel maggio del 1944, un'azione importante che causò numerosi morti tra i detenuti ma permise a molti di fuggire. Il comando delle SS italiane effettuò a seguito molti rastrellamenti per recuperare i fuggitivi e riuscirono a racimolarne un centinaio che furono nuovamente rinchiusi. Tuttavià il fronte in continuo avvicinamento fece sì che le forze tedesche abbandonassero il campo in direzione nord portando con sé molti prigionieri che, lungo il cammino, giudicati inutili fardelli, vennero sommariamente abbattuti.
I detenuti rimasti, controllati da fascisti subentrati alle forze nazi-italiane, iniziarono a tentare fughe con sempre maggior frequenza, fughe che molte volte erano fiancheggiate da guardie fasciste che agevolavano le evasioni. Una situazione di caos è raccontata anche dal tipografo Mario Marucci, uno degli ultimi a fuggire: "Le fughe si verificavano a ritmo sempre più intenso. Eravamo rimasti uno sparuto gruppo. Bastò un significativo sguardo del fascista di guardia, compiacente quanto timoroso di ciò che poteva accadergli dopo l’arrivo imminente degli alleati e anch’io mi ritrovai solo e libero sulla strada di casa, verso la libertà" (A.N.P.I. 2003, p.123).
Il tabacchificio di Sforzacosta, divenuto oramai campo di concentramento, rimarrà tale sino alla fine del conflitto mondiale quando, al pari del campo di concentramento di Monte Urano, fu acquistato da un privato.
Da prima trasformato in una fabbrica di calzature, terminerà la sua esistenza negli anni 2000 continuando poi - con rivisitazioni e modifiche - ad ospitare alcune attività commerciali, un ristorante ed una sala giochi.
Il campo ebbe sempre un significativo numero di internati, passando dai 5500 detenuti censiti il 30 novembre del '42 ai 7250 nel marzo del 1943 e - nonostante le condizioni di reclusione fossero state decisamente migliori di altri campi - rappresenta un pezzo di quella orribile pagina di storia chiamata guerra.
(immagini: Rete/eclettico.org)
“Solo quando mia madre è morta, ho capito la vera sofferenza della sua vita. Ho capito come lei avesse vissuto una vita morta, perché si vergognava di vivere e di essere sopravvissuta”.
A parlare e a scuotere le coscienze della platea nel Giorno della Memoria è Miriam Jaskierowicz Arman, figlia di una coppia ebrea ortodossa sopravvissuta alle atrocità del campo di Bergen-Belsen e testimone di seconda generazione. L’occasione è stato il seminario “Tenere viva la memoria nel processo di pace: in memoria di Piero Terracina” che ha aperto la rassegna artistica e culturale "Lo scrigno della memoria", organizzata dall’Università di Macerata per il coordinamento di Clara Ferranti nell’ambito della Rete Universitaria della Memoria in collaborazione con l’Associazione Controvento-Aps e la Rivista “Nuova Ciminiera” e con il patrocinio dell’Ambasciata d’Israeli, delle Comunità Ebraiche di Ancona e Parma, della Prefettura di Macerata, della Universal Peace Federation e della Women’s Federation for World Peace e il sostegno dell’Assemblea Legislativa delle Marche.
Le storie dei genitori di Miriam costituiscono la sua memoria e la sua responsabilità che ha provato a trasmettere ai ragazzi in ascolto: “Cerco di dare a voi un pezzo di quello che sono io, della mia eredità perché anch’io non ci sarò per sempre e a voi sta il compito di andare avanti e portare il messaggio della pace, dell’amore, della memoria. Non si deve odiare per nessun motivo, ma si deve cercare un incontro, una parola, un amore per l‘essere umano, capire cosa vuol dire la vita di un essere umano e il male che un essere umano è capace di fare”.
E poi, intervenuta Maria Gabriella Mieli, vice presidente del Women’s Federation for World Peace e responsabile relazioni esterne presso Upf Italia, che ha sottolineato l’importanza di testimonianze come quelle di Miriam. “Abbiamo visto quanto sia forte avere una consapevolezza di quello che è successo e di quanto sia importante per creare una cultura della pace. A me interessa sottolineare come costruirla e in che modo ognuno di noi può contribuire cominciando proprio da se stessi, dal proprio impegno personale”.
Il rettore Francesco Adornato ha evidenziato l’importanza della memoria e il ruolo dell’Università nella sua trasmissione. “È importante celebrare la memoria e anche coltivarla. Il nostro ateneo umanistico lo fa aumentando nei nostri studenti la loro consapevolezza e mostrando quanto la memoria sia costruttrice di pace. Noi educhiamo anche alla partecipazione, alla democrazia e al rispetto della dignità mettendo la persona al centro dell’universo”.
“Grazie agli insegnanti, ma soprattutto grazie a voi studenti, al vostro impegno per aver approfondito un periodo della storia tanto doloroso che non dovrà mai più essere ripetuto”. Così il Presidente del Consiglio Comunale e promotore Claudio Morresi ha aperto le celebrazioni del Giorno della Memoria con alcune centinaia di studenti di ogni ordine e grado riuniti all’Auditorium Leonardo Da Vinci.
“Abbiamo trovato una grande partecipazione da parte vostra ed è per questo che questa mattinata è dedicata a voi e ai lavori che ci avete preparato. Nel selezionare il manifesto scelto fra le bellissime proposte dall’Istituto Grafico Bonifazi, abbiamo compreso quanto sforzo e quanta partecipazione emotiva ci fosse. Inoltre, visto che il Liceo linguistico riceverà proprio in queste ore un altissimo riconoscimento per il progetto ‘Goethe a Dachau’, nell’ambito di un concorso nazionale indetto dal MIUR da parte del Presidente Mattarella, al termine ci collegheremo con le celebrazioni del Quirinale per vedere premiati i nostri studenti. Stiamo anche organizzando due viaggi studio a Trieste e ad Auschwitz come promesso, a breve vi faremo conoscere i particolari”.
Valentina Coraggio, studentessa della V A dell’Istituto Grafico Bonifazi ha anche illustrato il ‘visual’ del manifesto scelto per l’occasione.
“Quest’anno si celebrano due ricorrenze - ha esordito il Sindaco, Fabrizio Ciarapica - il 75° anniversario della liberazione di Auschwitz e il ventennale dell’istituzione in Italia, con una legge, di questa giornata che cade il 27 gennaio di ogni anno. Tutto il mondo la celebra e noi nel nostro piccolo vogliamo esserci per non dimenticare un periodo triste della nostra storia recente. Occorre ribadire il concetto che non si abbassi mai la guardia contro l'antisemitismo come è stato fatto giovedì scorso a Gerusalemme dove oltre quaranta capi di Stato, presente anche il nostro Presidente Mattarella, hanno partecipato al forum internazionale su Shoah e antisemitismo al Museo di Yad Vashem. L’odio razziale è un errore da qualsiasi parte esso provenga. Ma attenzione anche l’odio religioso. Ricordare e non dimenticare, come stiamo facendo noi, è un dovere di noi che siamo più grandi verso di voi che siete il nostro futuro".
"Trasferire questa consapevolezza - ha concluso il Sindaco - nelle nuove generazioni e coinvolgere un numero sempre maggiore di giovani, come stiamo facendo oggi, è un segnale importante per la nostra comunità e per il futuro della libertà nel nostro Paese”.
L’Assessore al Welfare, Barbara Capponi, ha invece lanciato una provocazione ai ragazzi invitandoli a vedere un film in cui viene narrata la storia della nascita di due aziende storiche dello sport e il comportamento dei due giovani fondatori in quel periodo della storia.
“Vi porto oggi la storia dei fratelli Dassler, fondatori di marchi planetari a voi noti, che incrociarono nella loro storia di giovani sportivi il nazismo. In che modo ragazzi come voi, amanti dello sport decisero di reagire e relazionarsi al Reich che ne faceva strumento di elevazione per la razza eletta? Confido - ha concluso la Capponi - nella vostra curiosità e nella vostra sensibilità per cercare le infinite sfaccettature dell'Olocausto, che relazionarono la gente comune ad una ideologia di morte che non fu opera solo di gerarchi ma anche di una cittadinanza chiamata a scegliere da che parte stare”.
I ragazzi degli Istituti Pirandello, Ungaretti e la Mestica hanno presentato i loro lavori recitando parti di sopravvissuti, noti e meno noti, all’eccidio coadiuvati da immagini molto toccanti e dalla lettura di missive e brani tratti dal testo di Primo Levi ‘Se questo è un uomo’. Alla manifestazione dell’Auditorium hanno assistito, inoltre, consiglieri comunali e autorità militari e si è conclusa con il collegamento in diretta Rai con il Quirinale.
“E’ intollerabile, in una tv di servizio pubblico, dare visibilità a chi usa parole discriminatorie e violente”. Ad unirsi al coro di no nei confronti della partecipazione al Festival di Sanremo del rapper Junior Cally è il Corecom Marche, a cominciare dal suo presidente Cesare Carnaroli, insieme con gli altri due componenti, Domenico Campogiani ed Emanuele Maffei. Un no collegiale per ribadire che “non si possono accettare messaggi che rischiano soltanto di alimentare gratuitamente la violenza”.
“Chiediamo dunque – dice Carnaroli – una presa di posizione forte anche da parte della Rai. Scuse o giustificazioni dell’ultimo minuto non sono sufficienti. Il discorso è molto più ampio e complesso e va affrontato a un livello alto, perché riguarda la cultura, il sistema dei valori della nostra società e l’educazione delle giovani generazioni. Serve dunque una riflessione seria e costante sui contenuti e sui messaggi affinché una volta calato il sipario sul Festival tutto quello che lo ha preceduto non rimanga solo una sterile polemica”.
“Non mi è pervenuta nessuna richiesta ufficiale del trasferimento del Convitto, in qualsiasi momento la preside può utilizzare le aule rimaste vuote dopo lo spostamento della Dante Alighieri, non seve nessuna comunicazione scritta”. Lo ha affermato, questa mattina, il presidente della provincia Antonio Pettinari, nel corso di una conferenza stampa, cercando di far ordine sulla questione relativa al trasferimento scuole a Macerata.
Pettinari ricostruisce la vicenda Convitto e delle altre scuole in seguito all’emergenza creata dal terremoto “Tutto è iniziato Il 30 agosto 2016 quando il sindaco Carancini è venuto da me ho dato la mia massima disponibilità e abbiamo collaborato per dare una risposta su un tema che deve avere massima attenzione, quello delle scuole e dei nostri ragazzi. Allora non sono serviti atti eppure abbiamo sistemato tutti con grande rapidità. Certo, nessuno poteva immaginare che l’emergenza sarebbe durata per anni”.
Il presidente Pettinari sulla questione delle competenze chiarisce. “Dal punto di vista giuridico– ha spiegato– il dibattito è in corso. Il Convitto costituisce un’eccezione nel panorama nazionale visto che è tra i pochi, a non avere scuole superiori al suo interno. Comunque fino al 2016 il Comune non aveva mai fatto richiesta di attribuzione di competenza alla Provincia”.
Sulle competenze si fa riferimento alla legge 142 del 1990 che attribuiva alla Provincia la competenza degli istituti superiori, poi la Legge Masini nel 1996 ha dettato più precisamente le regole: scuole superiori, tranne Accademi e Convitti. “A proposito di proprietà – ha sottolineato Pettinari - sono della Provincia i licei scientifici, gli Istituti tecnici, il liceo classico e l’agraria di Macerata. Le altre scuole sono dei Comuni, ma la Provincia gode del diritto d’uso permanente finché sarà finalizzato all’uso scolastico, il resto sono chiacchiere inutili, questi sono i fatti”.
Il presidente della Provincia, nel contempo, ha incontrato, venerdì scordo, la preside Anna Maria Marcantonelli, insieme al preside del Pannaggi Francesco Giacchetta e al capo dell’Ufficio scolastico Carla Sagretti ha comunicato la sua disponibilità a continuare ad ospitare le classi del Convitto al Pannaggi.
Poi un affondo verso il sindaco di Macerata, Romano Carancini, che, tramite un post su Facebook, ieri sera gli chiesto di scrivere quattro righe a sua firma in cui rende disponibile al Convitto il piano terra del Pannaggi”. “Non credo servisse Facebook per dirlo – ha affermato perplesso Pettinari – le pubbliche amministrazioni agiscono con gli atti e non via social, da parte mia c’è la massima disponibilità a dialogare con tutti, non ho mai guardato allo schieramento politico”.
In tutto questo tornano questioni del passato che hanno visto la contrapposizione tra i due enti. Tra queste il trasferimento del Tribunale al Pannaggi. “Ribadisco la mia contrarietà, è un volere del Comune di Macerata, non mio”.
In occasione della Giornata della Memoria, nella prima mattinata di oggi 27 gennaio il Rettore Unicam Claudio Pettinari, unitamente ai Prorettori Andrea Spaterna e Luciano Barboni, ha consegnato ad una rappresentanza degli studenti delle Scuole di Ateneo, della Scuola di Dottorato e della Scuola di Studi Superiori "Carlo Urbani", copie del libro di Liliana Segre ed Enrico Mentana "La memoria rende liberi”.
“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”, afferma la senatrice Segre nel suo libro: sono state proprio le parole memoria, libertà ed indifferenza che il Rettore ha voluto sottolineare nel suo messaggio alle studentesse ed agli studenti dell’Ateneo.
“Dobbiamo lottare – ha affermato il Rettore Pettinari – ogni giorno affinché quanto accaduto non si ripeta mai più. E’ importante che voi giovani sappiate cosa è stato fatto a milioni di donne, uomini e bambini innocenti e che ne manteniate viva la memoria, perché l’umanità possa essere sempre libera. Il ruolo dell’Università deve essere non solo quello di formare professionisti competenti e preparati, ma di formare cittadine e cittadini responsabili e consapevoli dell’importanza di valori quali rispetto e libertà”.
Nel pomeriggio, inoltre, presso la Scuola di Giurisprudenza con inizio alle ore 15.30 è in programma il seminario “La Shoah. Storia e memoria” promosso dal CUG-Comitato Unico di Garanzia, al quale interverranno come relatori i docenti Unicam Paolo Giovannini e Matteo Petracci, con il coordinamento della Presidente del CUG Giovanna Ricci.
Sul selciato dove c’erano i cancelli che delimitavano il ghetto ebraico, oggi c’è un sampietrino di alluminio che ricalca le pietre d’inciampo poste in tante città per ricordare le persone deportate nei campi di sterminio nazisti. La placca di Civitanova Alta, posata per la prima volta questa mattina 27 gennaio 2020 su iniziativa dell’Anpi e dell’Amministrazione comunale, non porta inciso il nome e il cognome di una persona specifica che non ha fatto più ritorno nella sua casa, ma riporta la data della Giornata della Memoria, perché vuole essere monito perenne e simbolo universale di condanna dell’antisemitismo e di ogni forma di razzismo; fatti che non dovranno mai più accadere nella storia.
Nella stretta stradina di vicolo della Luna dove nel 1559 vennero relegati gli Ebrei che lì vivevano e svolgevano le loro attività si sono riuniti questa mattina i ragazzi e le insegnanti della scuola media Ungaretti (classi 3 G, H, I) per assistere alla cerimonia per la Shoah, che si è aperta sulle note del “Silenzio” e con la deposizione della corona d’alloro da parte del sindaco Fabrizio Ciarapica, del presidente del Consiglio comunale Claudio Morresi e del presidente Anpi Civitanova Annita Pantanetti. “Un paio di scarpette rosse numero ventiquattro” - come è scritto nei versi di Joyce Lussu letti da un’alunna - “per l’eternità, perché i piedini dei bambini morti non crescono”. I presenti hanno ascoltato anche il racconto di Leonardo Gaetani, un ragazzo di 22 anni il cui bisnonno Luigi Offidani fu prigioniero politico ad Auschwitz: tornato dal campo di concentramento, malato e denutrito, morì nel 1955 nella zona Fontanella della sua Civitanova.
“In questo luogo simbolico – ha detto il presidente Morresi – aggiungiamo un altro simbolo di riflessione su quanto accaduto, per rinnovare lo spirito di quella legge che venti anni fa istituiva la Giornata della Memoria”.
La presidente Anpi Pantanetti ha ricordato le vicende storiche, spiegando ai ragazzi che la ricorrenza si riferisce all’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, dove fu compiuto il più grande genocidio nei confronti degli Ebrei e non solo, zingari, dissidenti, omosessuali, perseguitati politici.
La cerimonia ha poi dato spazio al Consiglio comunale aperto presso l’Auditorium dei Licei alla presenza di tantissimi studenti. Proprio oggi presso il Quirinale, il Capo dello Stato ha assegnato al nostro Liceo Linguistico un altissimo riconoscimento per il progetto ‘Goethe a Dachau’, nell’ambito di un concorso nazionale istituito dal Miur”.
Si è svolta questa mattina, presso la chiesa di San Giorgio a Macerata, la celebrazione del patrono della Polizia Locale San Sebastiano.
La cerimonia religiosa è stata officiata dal vescovo Nazzareno Marconi ed è stata un'occasione per celebrare il prezioso operato degli agenti, alla presenza di varie autorità civili e militari. Monsignor Marconi ha benedetto il gonfalone, simbolo della Polizia Locale.
“Il 2019 – ha detto il comandante Doria a margine della cerimonia – è stato un anno particolare che ha visto la rigenerazione del Comando con nuove assunzioni, pensionamenti, mobilità, cambio al vertice e tutto ciò ha comportato cambiamenti ma, grazie al nucleo del Corpo, c’è stata continuità. Tra le varie difficoltà ha predominato sempre la volontà costante di fare del bene alla città e alla sua comunità grazie alla folta schiera di professionisti che compone l’ufficio di Polizia locale. Un ufficio – ha proseguito il comandante – che ha condiviso fina da subito le mie idee e quelle dell’Amministrazione comunale, condivise e mai imposte. Polizia locale che ha il suo ruolo all’interno di un sistema integrato di sicurezza. Un’evoluzione da vigile urbano a operatore di Polizia locale cercando di trasmettere sicurezza alla cittadinanza, pronto a formarsi e professionalizzarsi sempre di più collaborando con l’Amministrazione, con le altre istituzioni e soprattutto con le altre forze di polizia per le attività quotidiane di rispetto della legalità”.
Tessuto sociale e commercio - Per quanto riguarda gli accertamenti anagrafici effettuati su 41.192 residenti sono stati 2.605, mentre nei settori commercio – pubblici esercizi – ispezioni e notifiche i giorni di servizio specifici per le fiere sono stati 22, 310 per i mercati del mercoledì e del sabato, 130 i controlli a esercizi commerciali e pubblici servizi e 110 anche a circoli privati, parrucchieri, e palestre, 222 gli atti notificati e 474 tra accertamenti e informazioni effettuate per conto di vari enti pubblici. In totale le pratiche gestite dall’Unità operativa servizi speciali sono state 3.424.
Polizia giudiziaria - Le informative inviate alla Procura della Repubblica sono state 25 per vari reati (querele, danneggiamenti e così via), 8 le indagini delegate per reati ambientali, 9 relativi a sinistri stradali e 17 a sinistri penali. Ventisette tra trattamenti e accertamenti sanitari obbligatori.
Ambiente - Gli accertamenti nelle aree pubbliche sono stati 737, tra questi 202 i controlli effettuati riguardanti i microchip su cani (grazie anche a un progetto sul randagismo della Prefettura) che hanno portato a 42 sanzioni mentre 348 sono state quelle per abbandono, mancato rispetto del regolamento e smaltimento con sacchetto non idoneo dei rifiuti.
Altri controlli hanno portato al rinvenimento di 1 auto in stato di abbandono e alla stesura di 5 verbali per pubblicità irregolare.
Codice della strada – Gli incidenti stradali rilevati sono stati 288 (236 nel 2018, 290 nel 2017) 95 i feriti e 1 decesso mentre più di 500 le richieste di accesso agli atti relativi a incidenti stradali.
Per quanto riguarda il sistema di videosorveglianza sono stati effettuati 129 controlli (401 le violazioni) mentre quelli tramite tele laser (velocità) sono stati 57 (77 violazioni).
Il Comando della Polizia locale ha garantito l’apertura al pubblico per 3 giorni la settimana tutti i mesi mentre più di 1500 sono state le persone che si sono rivolte agli uffici per varie richieste, monitorato attività della Customare Satisfaction, ha elaborato 2 regolamenti, quello della Polizia urbana e della Polizia Locale attualmente in fase di approvazione.
Per quanto riguarda il vigile di quartiere, il servizio è stato costante a Villa Potenza, Piediripa, Sforzacosta e quartiere Pace , dal 1° agosto anche in centro storico (minimo vengono espletati 1 controllo a settimana a quartiere) per un totale aggregato di più di 120 controlli specifici sui quartieri.
In totale i verbali per violazione dei regolamenti comunali sono stati 467, i servizi serali 115 di cui 6 controlli contro movida universitaria specifici con orario 22/04 o 0/6. Infine effettuati servizi per altri corpi Loreto (Papa) / Camerino (Papa) / Fermo (Jovanotti) / Monte San Giusto (Clown e Clown) e Mogliano (Halloween).
La celebrazione di san Sebastiano è stata anche occasione per donare alla Croce Rossa, alla Caritas e alla Curia vescovile i materiali frutto dei sequestri che gli agenti della Polizia locale hanno effettuato nel corso delle diverse attività portate a termine nel 2019. In particolare sono state consegnate 1.568 paia di scarpe confiscate durante la fiera di san Giuliano e 25 litri di olio scaturiti dal sequestro di 124 chili di olive spremute gratuitamente dall’oleificio Taccari. “È importante sottolineare – ha concluso Doria - come le attività di repressione in realtà siano servite anche per fini solidali, come nel caso di queste donazioni".
Non è decollato il flash mob "Citanò si SLega" organizzato dalla Sardine nella piazzetta di Lido Cluana, a Civitanova Marche. Sono state circa 250/300 le presenze fisse all'evento, dall'età variegata, a cui si aggiunge il viavai dei passanti che si sono trattenuti per qualche minuto, incuriositi nel comprendere quanto stava avvenendo. Numeri sotto le aspettative per la prima manifestazione organizzata in provincia di Macerata dal movimento, nato a Bologna lo scorso novembre. Cifre nettamente inferiori rispetto a quelle registratesi soltanto un mese fa ad Ancona (circa 2000 presenze).
Non folta nemmeno la presenza di cartonati e adesivi a tema "sardina", mentre a sventolare in piazza c'erano anche un paio di bandiere della pace. Musica e parole hanno fatto da cornice all'evento, iniziato attorno alle ore 16:30, e protrattosi per circa un'ora e un quarto. Nessun palco è stato allestito, decisione nella quale può aver inciso la scarsa adesione alla raccolta fondi aperta per contribuire alla realizzazione del flash-mob (leggi qui): si è scelto di sfruttare la scalinata d'ingresso dei locali del Lido.
La lettura degli articoli della Costituzione, "il cui rispetto viene messo a rischio da alcuni esponenti politici" secondo il punto di vista delle Sardine, e performance artistiche hanno contornato i cinque temi principali nel flash mob: antifascismo, post-sisma, disabilità, violenza di genere e consumo di suolo. I giovani che hanno testimoniato, si sono soffermati sull'interno di volersi porre a "garanti" della politica e invitato i coetanei a vivere in maniera attiva il proprio essere cittadini.
Presenti l'ex sindaco Tommaso Corvatta, il consigliere comunale Giulio Silenzi, una rappresentanza dell'Anpi di Civitanova Marche tra cui la presidente Anita Pantanetti e l'ex amministratore di Atac Sergio Cognigni. Sono intervenute anche due politiche civitanovesi di lungo corso come Fernanda Recchi (ex forzista) e Cristiana Cecchetti (a lungo nell'orbita dell'ex sindaco Corvatta).
Immancabilmente è stato proposto il canto di "Bella Ciao". La zona è stata circoscritta per ragioni di sicurezza, con la presenza di circa 50-60 agenti delle forze dell'ordine tra Polizia, Carabinieri e Polizia Locale.
Volati sul ponte dell’arcobaleno. Non ce l’hanno fatta i tre cuccioli gettati nel cassonetto dell’umido due settimane fa a Piediripa di Macerata. Ieri mattina se ne sono andati due di loro ed oggi anche il terzo ha abbandonato questo mondo. Un mondo che li ha voluti morti da quando sono venuti alla luce, da quando quella mano crudele che li ha strappati dalla loro mamma appena nati li ha buttati senza un briciolo di compassione nell’immondizia.
Con enorme impegno e sacrificio gli operatori di Meridiana Cooperativa Sociale e i volontari dell’associazione Argo hanno lottato per dare una speranza di vita ai tre cuccioli, accudendoli con amore e competenza.
“È una notizia veramente triste – commenta la presidente di Meridiana, Barbara Vittori – Eravamo consapevoli della fragilità del loro sistema immunitario date le circostanze in cui sono stati strappati alla madre, ma abbiamo sperato e la staffetta per accudirli è stata ammirevole. Vorrei ricordare – aggiunge – tutto l’impegno e l’amore che volontari ed operatori hanno messo a disposizione per far fronte a quel brutto gesto compiuto da chi, in modo vile, resta nascosto nell’anonimato di un reato”.
Ed infatti, l’uccisione di un animale da affezione è un reato sancito dal Codice penale nell’articolo 544 bis che sottolinea come “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”. Anche questa è la missione di Meridiana Cooperativa Sociale ed Argo: combattere l’abbandono degli animali e la crudeltà nei loro confronti.
“Abbiamo perso una battaglia – afferma la presidente dell’associazione Argo, Alexandra Florescu – e le vittime innocenti sono Romeo, Chanel ed Oscar. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma è difficile accettare la loro scomparsa perché ci ricorda quanto sia reale la crudeltà che hanno subito. Questo brutto, ennesimo episodio, di abbandono e violenza ci ricorda che la lotta per un mondo più civile e compassionevole è ancora lunga, ma noi non ci fermeremo e continueremo a combattere questa battaglia”.
Un pensiero speciale lo hanno voluto inviare tutti i volontari Meridiana ed Argo alle moltissime di persone che hanno contribuito al tentativo di salvare i tre cuccioli. “Siamo davvero commossi – aggiunge ancora Alexandra Florescu – dell’immenso affetto che i cagnolini hanno ricevuto, delle decine di telefonate di incoraggiamento, del latte e delle traversine donate. Tutto questo ci dà forza per sollevarci da questa sconfitta ed andare avanti”.
Ovviamente, tutto il materiale donato verrà utilizzato per future cucciolate e per i cagnolini anziani ed i cuccioli ancora presenti al canile di Macerata. “Ricordiamo che nello stesso giorno di 2 settimane fa sono stati abbandonati altre 8 cuccioli davanti al cancello del canile – ricorda Barbara Vittori – e loro fortunatamente stanno bene, 2 sono stati già felicemente adottati ed abbiamo prenotazioni anche per gli altri”.
Il lavoro di Argo e Meridiana non finisce qui, anzi, prosegue con costanza e dedizione, per promuovere una cultura del rispetto verso gli animali e l’ambiente, affinché mai più si ripetano gesti incivili compiuti in danno di animali indifesi e della collettività tutta.
Nessuna traccia del nuovo Coronavirus nelle Marche. La Regione ha comunicato ufficialmente l'esito negativo dei test di laboratorio eseguiti dall'Istituto Superiore di Sanità in relazione a uno dei due casi, a Macerata, di persone recentemente rientrate dalla Cina (un ragazzo e una ragazza) che negli scorsi giorni hanno manifestato sintomi respiratori per cui si sono resi necessari ulteriori accertamenti: "Sebbene in entrambi i casi le valutazioni effettuate avessero già permesso di escludere che si potesse parlare di casi sospetti di nuovo Coronavirus - si legge nella nota -. Una delle due situazioni (quella della ragazza) è stata comunque valutata meritevole di approfondimenti diagnostici".
La direzione medica di Presidio dell'Ospedale di Macerata e gli specialisti che hanno seguito il caso hanno provveduto all'invio di un campione clinico a Roma in meno di 24 ore, presso il Laboratorio nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Gli esami effettuati hanno dato esito negativo. Dunque è confermato che, al momento, non vi siano né casi sospetti, né tantomeno casi confermati di nuovo Coronavirus nelle Marche.
La lettera del Collegio Docenti ed Educatori del Convitto Nazionale “G.Leopardi” al sindaco di Macerata Romano Carancini in merito al possibile trasferimento della sede all'Istituto Salesiani:
"Gent.mo Sindaco,
lunedì 20 gennaio abbiamo appreso con sorpresa, direttamente dai quotidiani e, per come appare dall’articolo, per Sua dichiarazione, che si ravvisava per il Convitto la possibilità, neanche troppo remota, di un trasferimento nel prossimo futuro presso l’Istituto Salesiano.
Tale eventualità si prospettava per la sopraggiunta necessità di collocare uffici del Tribunale interessati da lavori di bonifica dell’amianto, presso parte dell’ex Pannaggi.
Da qui sono seguite da parte Sua conferme, smentite e parziali riconferme…
A questo punto, Le chiediamo di chiarire, con la Dirigenza dell’Istituto e, con impegno scritto, la Sua posizione e quella della Giunta perché questo Collegio, così come il personale del Convitto e i genitori degli alunni hanno diritto di sapere se da parte Sua e dell’Amministrazione c’è la volontà di tenere fede agli impegni presi.
Nel 2016, in seguito al terremoto, consapevoli e ben coscienti che al di là e al di sopra delle sue competenze, si è adoperato con tempestività: grazie alla Provincia che ha immediatamente ricollocato il Pannaggi in un’altra sede, rendendo disponibile quella di via Capuzi, le Scuole del Convitto hanno trovato una sistemazione dignitosa e sicura che ha consentito agli studenti di rientrare in aula quanto prima. Ricordiamo anche l’impegno messo e il tempo speso per aiutarci a trovare una sede adeguata per il Convitto… sappiamo che lo ha fatto da Primo Cittadino, per spirito di collaborazione tra Amministrazioni e non per dovere Istituzionale.
Il Suo è stato un forte atto di coscienza e responsabilità che non possiamo non riconoscerle; neanche negli anni successivi è mancato l’appoggio dell’Amministrazione per sostenere le spese della struttura … tante volte e in più sedi noi e, in primis la Dirigente Marcantonelli, lo abbiamo ricordato e riconosciuto in incontri ufficiali con le Istituzioni e, non di meno, con i genitori.
Grande è stato l’apprezzamento nostro e delle famiglie in tutte le occasioni pubbliche in cui è intervenuto ribadendo l’impegno dell’Amministrazione a ristrutturare la sede storica, forte anche del decreto per lo stanziamento dei fondi necessari e, nel contempo, dando la garanzia della permanenza delle scuole annesse al Convitto presso la sede dell’ex Pannaggi fino al rientro in Piazza Marconi.
In sintonia ci siamo “stretti” per condividere questi spazi con l’Istituto Dante Alighieri colpito anch’esso duramente dal Sisma; grazie alla collaborazione e all’accordo tra le Dirigenti, nell’interesse degli alunni, sono stati gestiti spazi condivisi. Era ampiamente noto l’uso da parte del Convitto dell’Aula Magna e nell’ultimo anno, in attesa della consegna delle nuove scuole, quello quotidiano di spazi al piano terra per attività curricolari pomeridiane.
Di concerto con l’Amministrazione e con il Suo Ufficio Tecnico, temporaneamente e in via transitoria (la consegna delle scuole prevista per settembre era slittata ma sempre imminente) alcuni alunni erano stati sistemati in aule e spazi poco adeguati, la musica d’insieme spostata in aula magna, con la necessità di smontare la strumentazione dell’orchestra dopo ogni utilizzo… questo per garantire la sicurezza degli alunni della Dante Alighieri che al contempo utilizzavano la stanza il mattino.
Sono stati mesi di disagio e sacrificio che, in silenzio e con il sorriso, la Dirigenza, docenti, educatori, personale ATA, genitori e soprattutto studenti hanno affrontato, certi, perché mai lo abbiamo messo in dubbio, che una volta conclusi i lavori alle “ex Casermette”, avremmo avuto spazi adeguati ad accogliere ragazzi che trascorrono in questa sede anche dieci ore al giorno.
Lei forse non lo immagina ma è stato grande lo stupore quando, al rientro dalle Vacanze Natalizie, genitori, studenti e docenti hanno appreso che non era stato possibile effettuare lo spostamento nelle aule ormai libere… Altrettanto grande è l’incredulità con cui abbiamo sentito vociferare di un imminente trasloco del Tribunale in quegli spazi…
Anche in quel caso la Marcantonelli ha rassicurato personale e famiglie che con determinazione chiedevano chiarimenti e valide giustificazioni; ci ha informati che presto ci sarebbe stato un incontro con il Sindaco, da lei già richiesto durante la sospensione natalizia e che, probabilmente, l’impossibilità di procedere era dovuta puramente a problemi organizzativi e alla necessità di liberare dagli arredi dell’Istituto Alighieri.
Il 9 gennaio sappiamo che ha ricevuto la Rettrice e la Vice, alle quali ha confermato la necessità di spazi per il tribunale, ma nel contempo le ha rassicurate che, avendo a cuore la questione, avrebbe fatto il possibile per valutare ogni soluzione, tanto che ha chiesto alla Dirigente Marcantonelli di farle avere quanto prima un prospetto di classi e numeri di alunni ospitati, nonché un elenco degli spazi necessari e indispensabili al funzionamento della Scuola. Solo dopo aver sentito le reali necessità del Tribunale, in termine di tempi e di superficie, avrebbe condiviso prima l’esigenza con la sua Amministrazione e subito dopo comunicato alla Dirigente quali potessero essere le proposte per una soluzione rispettosa e congrua ai bisogni degli alunni.
Sempre in quella sede aveva garantito che avrebbe ragionato in termini di immediatezza ma anche di progettualità triennale.
Questo la Dirigente ha riferito e, certa di questo, anche in sede di orientamento, ha rassicurato le famiglie raccontando del suo personale impegno e dicendo che nulla era deciso: l’unica certezza risiedeva nella necessità del Tribunale di procedere ad indispensabili interventi di bonifica dall’amianto (cosa tra l’altro nota a tutti…)
Tranquilli e sicuri che anche questa volta avrebbe mantenuto gli impegni presi, abbiamo continuato a lavorare, abbiamo chiesto ai genitori di pazientare e di attendere… abbiamo pregato di avere fiducia… e questo le famiglie, seppur in apprensione, hanno fatto.
Ora le chiediamo che cosa hanno rappresentato e che valore dare alle notizie uscite sui giornali … numerose sono state le interviste, molte Sue… partite da Lei o meglio, da quell’articolo di lunedì 20 gennaio dal quale abbiamo appreso la possibilità di uno smembramento ulteriore dell’Istituto… non sappiamo come siano andate le cose, se sia stata una sua dichiarazione o una fake news… sarebbe importante ma non è fondamentale…
A stasera c’è un’unica certezza: non abbiamo in uso il piano terra… l’ultima pec del suo Ufficio Tecnico lo vieta… avete ribadito a mezzo stampa che il Convitto dall’ex Pannaggi non si sposta ma nessuna comunicazione formale è arrivata a questa Sede.
Le scriviamo perché, nonostante tutto, nonostante l’amarezza per quanto scritto e detto, anche nei confronti della Dirigente, vogliamo avere fiducia in Lei e nella Sua Amministrazione perché al contrario di quanto si possa pensare ricordiamo, siamo consapevoli e grati per quanto ha fatto.
Tuttavia non possiamo continuare oltre nel tenere studenti in spazi poco idonei, sarebbe irrispettoso nei loro confronti e nei confronti delle famiglie che hanno pazientato con comprensione e spirito di collaborazione.
Chiediamo, nell’attesa dei lavori che verranno fatti nella sede storica, di rimanere qui, insieme e in spazi adeguati… con gli studenti che percepiscono questa come la loro Scuola e la loro Seconda Casa perché noi tutti sentiamo di essere parte di un Istituto che amiamo e per il quale lavoriamo con orgoglio e impegno, indipendentemente dalle mura che lo racchiudono.
Vogliamo per i nostri studenti una sede sicura e spazi adatti e funzionali alla loro crescita.
Chiediamo l’autorizzazione formale all’utilizzo del piano terra già dalla settimana in corso e l’impegno scritto, da lasciare a testamento alla futura Amministrazione, a far rimanere in questa sede le scuole del Convitto … fino al rientro in p.zza Marconi, nell’edificio storico di cui il Convitto ha vincolo di destinazione ad uso gratuito e perpetuo.
Per noi il Convitto non rappresenta solo un bene architettonico, è parte della nostra storia e della storia della nostra città e lì vogliamo tornare.
Gent. mo Presidente Pettinari,
ci rivolgiamo anche a Lei, che già nel 2016, in seguito al sisma, ha mostrato tanta disponibilità mettendoci a disposizione la struttura del Pannaggi; abbiamo letto delle esigenze di spazi degli Istituti Superiori e non possiamo non condividerle, tuttavia, La preghiamo di mostrare ancora una volta la sua sensibilità consentendoci di utilizzare il piano terra di questa sede fino al termine dei lavori.
Fiduciosi di una risposta certa e immediata, per il bene e nell’interesse dei Vostri cittadini,
Vi porgiamo distinti saluti".
l presidente della Comunità del Parco, Michele Franchi, risponde a Mauro Falcucci che aveva avanzato l'intenzione di non far più parte del Parco, in assenza di rappresentanza di un esponente del suo Comune, di Ussita e di Visso nell'organo direttivo:
"La richiesta del sindaco di Castelsantangelo sul Nera di entrare nel consiglio direttivo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, minacciando altrimenti l'uscita, è irricevibile e figlia di una logica autoreferenziale. Il fatto è - ha spiegato Franchi - che i membri del nuovo consiglio direttivo eletti dalla Comunità del Parco lo scorso ottobre sono stati democraticamente scelti: i più votati sono risultati i sindaci Alessandro Gentilucci (Pieve Torina), Domenico Ciaffaroni (Montefortino), Nicola Alemanno (Norcia) e Giammario Ottavi, vicesindaco di Cessapalombo.
Tra l'altro - ha aggiunto - con quest'ultimo vi è un accordo in base al quale dopo due anni gli subentrerà il sindaco di Visso".
Entro la serata di oggi riaprirà il tratto della A14 compreso tra San Benedetto del Tronto e Val Vibrata in direzione di Pescara.
La competente Direzione di Tronco di Autostrade per l'Italia sta ultimando la realizzazione di un bypass che consentirà l'utilizzo del fornice nord della galleria Colle di Marzio in doppio senso di marcia, restando al momento ancora chiuso al traffico il fornice sud, sul quale proseguiranno nella notte i controlli strumentali decisi dalla società di ingegneria Proger nell'ambito del piano straordinario di verifiche varato recentemente da Aspi e riguardante la totalità delle gallerie della propria rete.
Al momento in direzione Pescara si registrano 3 km di coda. Agli utenti diretti da Ancona verso Pescara dopo l'uscita obbligatoria di Grottammare si consiglia si procedere lungo la SS16 per rientrare in A14 a Val Vibrata. Per i lunghi percorsi a chi da Bologna è diretto verso Pescara-Bari si consiglia di utilizzare la A1 Milano-Napoli e tramite la A24/A25 raggiungere la A14.
Rosa Piermattei, sindaco di San Severino Marche, in data 10/01/2020, ha scritto una lettera di referenze al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte per richiedere la concessione del beneficio della legge Bacchelli al Maestro Rossano Aquilanti Pelagalli, nativo di San Severino Marche.
Tale legge, (così chiamata dal nome del primo beneficiario, lo scrittore Riccardo Bacchelli) prevede che lo Stato assegni a persone meritevoli un sussidio vitalizio.
Nel tempo, tra i nomi più noti, ne hanno fruito lo scrittore Gavino Ledda, la poetessa Alda Merini, il cantante Joe Sentieri, l’attrice Alida Valli, il pugile Duilio Loi, l’eroe di guerra Giorgio Perlasca, il soprano Anita Cerquetti, il campione di sci Zeno Colò, il cantautore Umberto Bindi, il calciatore Gino Colaussi, il giornalista Riccardo Orioles, il pilota automobilistico Gigi Villoresi.
Tali altri riconosciuti beneficiari ne rifiutarono tra cui il ciclista Gino Bartali, che, pur non essendo in buone condizioni economiche, consigliando di assegnarlo a persone più bisognose; come pure l’attrice Laura Antonelli e il cantautore Franco Califano.
Oggi, si trova in stato di disagio una persona che ha dedicato tutta la sua vita alla liuteria: è il Maestro Rossano Aquilanti Pelagalli.
Nella lettera di Piermattei al premier Conte:
“…il maestro liutologo … ha dedicato la sua vita, le sue energie, le sue competenze, all’arte della liuteria, indirizzando molti musicisti italiani nella scelta dello strumento a loro più adatto e acquisendo chiara fama presso studiosi di liuteria, collezionisti di strumenti musicali, professori d’orchestra … Grande esperto di strumenti ad arco (violini, viole e violoncelli) ha collaborato nel tempo con prestigiose realtà musicali italiane come l’Accademia Chigiana di Siena, l’Orchestra Rai del Foro Italico, del Teatro dell’Opera, dell’Accademia e del Conservatorio di Santa Cecilia…”.
Nel 2016 l’ANLAI (Associazione Nazionale Liuteria Artistica Italiana) dedicò al maestro Rossano Aquilanti Pelagalli il premio “Una vita dedicata alla liuteria” con la seguente motivazione: “Rilevato l’impegno del Maestro per salvare il patrimonio liutario italiano che troppo spesso ha visto che personaggi senza scrupolo hanno depauperato questo settore alienando all’estero importanti cimeli di ogni epoca passata”; riconoscendone anche competenza e capacità.