Urbisaglia, arrivano Evodya e Travyu. Dalla Cina alle Marche attraverso una nuova frontiera del turismo
Travu + Evodya = Travyu. Una Y che unisce in totale sinergia due realtà innovative volte a offrire molteplici possibilità di conoscere, attraversare e sostare in uno dei territori che, soprattutto negli ultimi anni, sta attirando moltissimi turisti da più parti del mondo. Di che cosa si tratta?
A spiegarlo, questa mattina presso le tenute della cantina ‘La Muròla’, tra le colline di Urbisaglia punteggiate da filari di viti, Francesco Luchetti e Rossano Mittillo, in collaborazione col direttore di RisorgiMarche, Giambattista Tofoni; entrambi professionisti locali e coordinatori del progetto in cui hanno fortemente creduto e investito due giovani imprenditori cinesi, Peng e Lin Hu, di 30 e 27. Quest’ultimi, cresciuti in Italia, sono rimasti letteralmente conquistati dalle bellezze mozzafiato di una Regione che è l’unica in tutta la penisola a essere declinata al plurale, come la sua pluralità paesaggistica, folklorica, culturale, enogastronomica.
Evodya System, azienda leader nelle soluzioni per il turismo sostenibile, si distingue per la specializzazione nello sviluppo di mezzi di mobilità a basso impatto ambientale e moduli abitativi intelligenti e sostenibili. Il suo obiettivo è rivoluzionare il settore del turismo attraverso esperienze di viaggio innovative e responsabili, ridefinendo il concetto stesso di turismo, grazie a una perfetta integrazione con la natura e alla riduzione al minimo dell'impatto ecologico.
“Alla base- afferma Mitillo- c’è un interrogativo sul come creare valore, in termini di ricavi, da un territorio che ha un potenziale incredibile, come il nostro entroterra rappresentato non solo dalla parte naturale ma anche e soprattutto da tradizioni, dall’arte, dalla cultura, dall’enogastronomia. Da un lato c’è tutto questo,dall’altro c’è una parte che è meno visibile: la voglia di rimanere nel territorio, la voglia di resilienza. Pertanto, parallelamente, ci siamo chiesti come di creare valore nei territori in cui uno è nato, cresciuto e ha dato vita a un’attività. Da soli non potevamo fare investimenti infiniti per cui abbiamo detto cerchiamo di capire come mettere a frutto quella voglia naturale di creare valore da parte di quelle persone che già risiedono sul territorio”.
Da qui un’importante distinzione che segue due componenti che sono alla base della ragion d’essere di Evodya e di Travyu, una che riguarda l’Hardware e l’altra il Software.
“Da un lato-prosegue lo stesso coordinatore- abbiamo ragionato sulla parte Hard, ossia sugli strumenti, come le e-bike, da mettere a disposizione per la mobilità sul territorio, che danno la possibilità di stare più di mezza giornata sul territorio, per cui la possibilità di pernottare”. Questo ha portato a riflettere su un’effettiva rifunzionalizzazione degli spazi in base alle mutate esigenze del turismo internazionale e anche locale: “Abbiamo concluso che ci sono delle aree particolari come i campeggi dismessi, in disuso, che, invece, negli anni Ottanta/ Novanta erano estremamente diffusi; abbiamo ripreso quegli spazi popolandoli con un tipo di campeggio diverso. Il turista di oggi vuole vivere in maniera immersiva nella natura ma allo stesso tempo ha necessità del comfort. Per questo motivo, insieme alla Co.Ar di San Severino abbiamo sviluppato un modulo abitativo che è paragonabile a un quattro stelle ma che possa essere in qualche modo sostenibile da un punto di vista energetico e immerso nella natura”.
Da qui si arriva alla parte Software che, come sottolinea Mitillo, ha lo scopo di “mettere in relazione domanda e offerta potenziale. Per cui il fine è far sì che il maggior numero di persone possibili vengano a conoscenza delle bellezze e realtà locali: a quel punto è nata la Travyu. Per cui la logica economica è quella di generare inneschi sul territorio che siano formati da piccoli campeggi riqualificati e una costellazione di micro attività esperienziali a cui diamo supporto con mobilità elettrica e non solo”.
A entrare nel vivo del sistema Travyu è Francesco Luchetti: “ Ci sono molte piattaforme come Travyu per quanto concerne le proposte esperienziali per turisti. Tuttavia, l’obiettivo è ciò che la distingue da tutte le altre: la finalità è aggregare tutti i piccoli operatori che stanno lavorando sul territorio e che sono disaggregati. Oggi è molto difficile che un turista straniero riesca ad accedere a luoghi, a esperienze autentiche. Travyu vuole aggregare, stimolare a mettersi in gioco, fare in modo che si crei un sistema, un servizio attivo durante tutta la settimana, non solamente il sabato o la domenica”.
Infine, la collaborazione con RisorgiMarche. Entrambi i progetti hanno in comune con questo Festival un profondo senso di radicamento nel territorio e da qui il voler dar vita a un nuovo Risorgimento, creando un senso di comunità, di scoperta e riscoperta del territorio e contemporaneamente creando una rete economica fra le aziende colpite dal terremoto in una prospettiva di turismo esperienziale.
“ RisorgiMarche- dichiara Tofoni- è un format creato da Neri Marcorè, al fine di accendere i riflettori su una zona devastata dal terremoto nel 2016. In questo caso è stata la società civile che si è proposta a una serie di sponsor pubblici e privati e non le istituzioni. Siamo tutti volontari, nessuno degli organizzatori ci guadagna. Abbiamo impostato il festival non solo dal punto di vista solidaristico per i territori colpiti dal terremoto ma abbiamo impostato anche tutto un discorso di accesso ai disabili e sostenibilità ambientale”.
Da qui il direttore è passato a spiegare come il Festival abbia effettivamente aiutato l’economia locale e generato una tipologia di turismo:
“Tramite RisorgiMarche si è parlato di un indotto di 8 milioni di euro su una micro economia locale. È stata selezionata un’“Isola del Gusto’; una serie di artigiani della zona colpiti dal terremoto sono riusciti a sopravvivere grazie a questa iniziativa. Abbiamo creato un vero e proprio movimento di persone: nel 2017 c’è stato un aumento vertiginoso di giovani che hanno iniziato ad andare in montagna, acquistando, di conseguenza, la scarpa da trekking, lo zaino ecc. Poi è diventato un movimento importante anche a livello nazionale: il modello di RisorgiMarche è stato replicato in molte parti d’Italia perché questo turismo esperienziale è secondo noi l’investimento del futuro, è quello che cercano i turisti che vengono dell’estero. Abbiamo visto centinaia di persone in bicicletta, a cavallo, tre in deltaplano e se oggi esiste una piattaforma, un sistema, come Evodya e Travyu, che possa facilitare mobilità e aggregazione di attività locali e turismo, tutto questo è estremamente più potenziato”.
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