Sono arrivati stamattina nella sede della onlus a Fano i Ros del Carabinieri.
Una perquisizione a fondo della sede dell'associazione, dove i Carabinieri avrebbero copiato il contenuto di alcuni hard disk e di alcuni telefoni
All'origine di tutto l'indagine aperta dalla Procura di Roma nata dopo aver ascoltato la testimonianza della ragazza partita volontaria in africa e sequestrata pochi giorni dopo l'arrivo.
Sotto la lente sembrerebbero i protocolli di sicurezza messi in atto per la tutela del personale in missione, già valutati in precedenza dagli inquirenti dopo il rapimento della volontaria.
Lilian Sora, presdente dell'associazione ha dichiarato che la ragazza "non fu lasciata mai sola" e che per la sua permanenza erano stati assoldati due "masai armati di machete", uno dei quali, al momento del sequestro, si era allontanato per andare "al fiume".
La ragazza, per essere scelta, fece un colloquio ed un breve corso on line per poi essere inviata in africa il 5 novembre. Il 20 novembre fu rapita.
Il governo aveva gia spiegato che la onlus "non rientra tra le organizzazioni destinatarie di alcun sostegno delle istituzioni italiane" e che "ha operato in totale autonomia senza informare la Farnesina".
Anche sulla rete erano apparsi attacchi diretti all'associazione Africa Milele, rea secondo gli internauti di non aver garantito le basi di sicurezza nella permanenza di volontari in paesi dove l'instabilità della realtà locali rende quantomeno probabili situazioni che possano mettere a rischio l'incolumità dei cooperanti.
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