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San Severino, nasce il museo diffuso della Resistenza: trekking urbano nei luoghi della Memoria

San Severino, nasce il museo diffuso della Resistenza: trekking urbano nei luoghi della Memoria

Sono passati esattamente 80 anni da quando la città di San Severino Marche è stata liberata dal regime nazifascista. Un anniversario importante che la sezione Anpi “Capitano Salvatore Valerio” e l’Amministrazione comunale settempedana hanno voluto ricordare con una festa organizzata proprio nel giorno di questo anniversario: il 1 luglio.

“Verso le 17 i partigiani del Battaglione Mario, suddivisi in due colonne provenienti dal ponte Sant’Antonio e da Fontenuova, occupavano la piazza, allora Vittorio Emanuele. Le ultime retroguardie tedesche, dopo aver fatto saltare il ponte delle scuole, quello dell’ospedale e quello gotico trecentesco di Fontenuova, erano partite – ricorda Donella Bellabarba, presidente della sezione Anpi “°Cap. Salvatore Valerio” di San Severino Marche, che prosegue - . Sul balcone del Municipio si alternarono tutti gli esponenti della Resistenza locale. Oltre a Mario Depangher ed ai suoi partigiani c’erano gli esponenti dei Gruppi di Azione Patriottica che avevano operato in città in collegamento con il Battaglione e quelli del C.N.L con il loro presidente Andrea Farroni". Sul Palazzo Comunale sventolavano le bandiere delle nazioni alleate e quelle dei Paesi a cui appartenevano i partigiani del Battaglione Mario, cucite nell’abitazione di Nena “Nazzarena” Schiavetti vedova Ramaccini aiutata da un gruppo di donne: Vittoria Lancioni, Angela ed Elvira Gentili, Ida Antoniucci e Derna Cambio. È  importante per San Severino Marche - sottolinea la presidente Bellabarba - sottolineare il grande valore, non solo simbolico, dell’essere stata liberata dai Partigiani, anziché dalla truppe polacche ed inglesi, perché è la prova storica incontrovertibile del contributo decisivo e fondamentale dato dalla Resistenza nella guerra di liberazione dal fascismo e dal nazismo”.

Anpi e Comune per l’80esimo della Liberazione hanno deciso di porre la prima pietra di quello che sarà un Museo diffuso della Resistenza. Oggi che la città di San Severino Marche è insignita della Medaglia d’oro al Merito civile per la partecipazione alla lotta partigiana, su quegli stessi luoghi viene proposto un trekking urbano per aiutare soprattutto le nuove generazioni, e quelle a venire, a non dimenticare.

“Abbiamo realizzato una mappa che mette insieme in una cartina i luoghi della Resistenza e ricorda le vie con presenza di internati ma anche le date che hanno segnato la nostra storia” – ricorda il vice sindaco e assessore alla Cultura, Vanna Bianconi.

La storia è quella di un passato recente che nessuno vuole cancellare e che dal settembre 1943 al luglio 1944 segnò la quotidianità e l’esistenza di molti che divennero vittime e martiri anche di terribili fatti.

Il trekking urbano del Museo diffuso della Resistenza ricorda queste tappe e tanti luoghi: dall’assalto al deposito di munizioni a Ponte Sant’Antonio all’attacco al deposito di armi nel complesso di San Domenico a quello al monastero di San Lorenzo in Doliolo dove, al secondo piano, c’era la Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale ai fatti che ebbero luogo nel palazzo della Gendarmeria pontificia in piazza Del Popolo, nel Palazzo Comunale, in vicolo delle Cicette e in via Abbondanza, a borgo Conce e a porta San Francesco dove avvenne il primo scontro armato tra la Banda Mario e i tedeschi.

 E ancora i fatti avvenuti all’interno del convento di San Pacifico e quelli nella chiesa di San Giuseppe, presso l’albergo Massi e al Ponte dei Morticelli, nel piazzale della Stazione con il bombardamento delle truppe ango – americane e poi i rastrellamenti nella zona dell’Uvaiolo e di nuovo nel piazzale della Stazione dove perirono diversi partigiani e in via Indivini fino a quel 1 luglio quando il Battaglione Mario fece il suo ingresso in piazza Del Popolo per liberarla.

Senza dimenticare poi la presenza degli internati in una regione, le Marche, che per orografia, per le poche e scomode vie di comunicazione, per la poco o nulla politicizzazione popolazione, vennero scelte allo scopo con tre campi di prigionia e sette di concentramento. A San Severino Marche, così come in altri diciassette Comuni della provincia di Macerata, ci si fermò solo all’internamento.

Tutti questi fatti di storia recente sono stati ricordati nella giornata dell’80esimo anniversario della Liberazione in città in un magistrale reading di letture a cura di Gabriela Eleonori e Giovanni Moschella dal titolo: “Il miracolo della Libertà”. La serata, allietata dal duo “Leggera” con musiche dal vivo eseguite da Simone Gatto alla chitarra e Dayana Sciapichetti alla fisarmonica, per la prima volta ha trasformato in festa una mai dimenticata pagina di storia. Intanto domenica prossima (7 luglio) un altro anniversario sarà ricordato. A Chigiano tornerà a rinnovarsi la memoria delle vittime degli Eccidi.

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