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Ricostruzione post sisma: iter burocratici troppo lunghi, ma i tecnici indicano le possibili soluzioni

Ricostruzione post sisma: iter burocratici troppo lunghi, ma i tecnici indicano le possibili soluzioni

Se ne è discusso in un convegno a Camerino organizzato dalla Rete Professioni Tecniche, alla presenza del Commissario per la ricostruzione. Presentata una ricerca realizzata dal Centro Studi CNI per la Rete delle Professioni Tecniche che illustra lo stato del piano per la ricostruzione nel Centro-Italia. Nonostante i molti sforzi effettuati e le risorse finanziarie stanziate per i territori dell’Italia Centrale colpiti dal sisma del 2016, la strada per la ricostruzione di case ed edifici pubblici danneggiati appare ancora lunga. I tempi medi per la presentazione e la gestione delle pratiche risultano particolarmente lunghi: nove mesi per le pratiche di delocalizzazione, addirittura un anno per le pratiche di ricostruzione degli edifici privati! Così, a due anni dall’avvio delle attività del Commissario Straordinario per la Ricostruzione e dagli interventi di ricognizione dei danni coordinati dal Dipartimento per la protezione civile ed il numero cantieri aperti risulta piuttosto esiguo. Tuttavia, la situazione su dove e come intervenire per velocizzare i tempi della ricostruzione è sufficientemente chiara e molti ritardi possono essere recuperati.

Nell’ultima dettagliata Relazione del Commissario Straordinario per la Ricostruzione, ad ottobre 2018, la stima complessiva degli edifici danneggiati dalle scosse del 2016 è di quasi 76.000, dei quali poco più di 42.000 nelle Marche. Gli Uffici Speciali per la Ricostruzione (USR), che operano nelle 4 regioni dell’Italia Centrale, ad oggi identificano la presenza di oltre 59.652 edifici privati con danni lievi o gravi. Si tratta di un dato parziale, destinato ad aumentare quando tutte le schede AEDES per la ricognizione esatta dei danni saranno completate. Attualmente risultano 66.575 schede con esito definito, ma si è in attesa ancora di circa 12.000 schede da completare.E’ questo il dato di partenza di uno studio effettuato dalla Rete delle Professioni Tecniche, coordinato dal Centro Studi CNI per fare il punto sullo stato della ricostruzione. Il rapporto è stato presentato venerdì 1 dicembre a Camerino (MC), alla presenza del Commissario Straordinario per la Ricostruzione Farabollini, ai rappresentanti degli USR e dei professionisti impegnati nella progettazione per la ricostruzione.

Sulla base dei dati pervenuti dagli USR, risulta che le pratiche per la Richiesta di Contributo per la Ricostruzione (RCR) rappresentano l’11% degli edifici privati per i quali è noto uno stato di danneggiamento grave o lieve. Le domande per le richieste di contributo fino ad oggi pervenute agli USR si avvicinano a 6.500, delle quali tuttavia risultano esaminate e con esito finale (rigetto o decreto di concessione del contributo) poco meno del 26%.

 

 

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