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Potenza Picena, la street art dà nuova vita all'ex casello ferroviario: intervista agli ideatori

Potenza Picena, la street art dà nuova vita all'ex casello ferroviario: intervista agli ideatori

E' partito nei giorni scorsi al Belvedere Baden Powell di Porto Potenza Picena il progetto di street art "Colori in Comune", in cui gli artisti Booka, Sdolz, e Filicio disegnano su pannelli intorno l'ex casello ferroviario

Domani, 27 giugno, ci sarà l'esposizione e verrà allestito un angolo informazioni dove saranno visibili anche i disegni di altri artisti, simulando una sorta di museo a cielo aperto. 

Gli ideatori del progetto sono Alessandro Giulioni, in arte Booka, e la sua ragazza Lola, che ci dice: "Io sono di Porto Potenza Picena e Alessandro è un paio di anni che ha aperto l'attività di tatuaggi qui; integrandosi si è reso conto che mancano questo tipo di iniziative, fatte per coinvolgere i cittadini e attirare l'attenzione, soprattutto delle nuove generazioni. Ci siamo accorti che ci sono tante zone abbandonate su cui poter intervenire in questo modo, cosa che succede già in tante città, non necessariamente grandissime; anche Civitanova approccia allo street art, chiama degli artisti e gli dà la possibilità di esprimersi su pareti, muri, case popolari, avendo ottimi riscontri". 

"Allora perchè non sfruttare il nostro territorio?" si domanda Lola, che aggiunge: "Ci sono tanti ragazzi che fanno arte, perchè mandarli via? Anche riguardo il fenomeno del vandalismo: perchè tanti graffitari si ritrovano a fare delle scritte non così interessanti, deturpando spazi comuni? Perchè non hanno la possibilità di farlo legalmente su spazi concessi. 
Il nostro obiettivo è colorare i nostri spazi, abbellire il paese coinvolgendo i cittadini stessi. Per il futuro vorremmo che si trasformasse in una sorta di chiamata agli artisti. Lo studio Cry Baby (il nome dello studio di tatuaggi di Alessandro Giuliani ndr) si fa da promotore di questa iniziativa. Abbiamo già raccolto dei consensi da parte di writer che non conoscevamo e hanno colto subito il nostro obiettivo. Vogliamo creare qualcosa di grande, che ci auguriamo funzioni". 

"Abbiamo bussato alla porta del Comune, fatto un colloquio con l'assessore Ruffini e con la Sindaca e da subito si sono mostrati entusiasti per questa iniziativa perchè hanno già ricevuto lamentele di cittadini che volevano intervenire ma non avevano la soluzione, noi abbiamo proposto soluzioni pratiche e luoghi in cui intervenire - spiega ancora Lola -.  E' stato positivo non trovare dall'altra parte, nonostante sia la prima volta che il comune di Potenza Picena si affaccia a una prospettiva come questa, muri o chiusure mentali. Mi auguro che tutte le forze politiche si rendano conto che la politica non c'entra". 

"Siamo arrivati al compromesso dell'ex casello ferroviario al Belvedere Baden Powell - continua la giovane -. E' un luogo nell'occhio del ciclone tra polemiche, su cui bisognava intervenire in qualche modo, non la nostra prima scelta ma quello che il comune ci ha proposto. Andava abbattuto, sta cadendo a pezzi ed è non solo pericoloso ma anche brutto da vedere. E' stato acquistato due amministrazioni fa e negli anni hanno posticipato e rimbalzato il problema. Visto il costo della demolizione hanno deciso di circondarlo temporaneamente con pannelli che delimitano l'area. Abbiamo studiato a tavolino un bozzetto che racconta il nostro comune, che comprende Potenza, Porto Potenza e zone limitrofe; è difficile pensarli come luoghi uniti: Porto Potenza si è sempre distinta per il mare e il turismo mentre Potenza è chiusa nella sua storia medievale. Ci poniamo come punto di incontro tra realtà diverse per lanciare un messaggio: facciamo parte tutti di uno stesso luogo, una grande comunità e dobbiamo cercare di remare verso una strada comune per raggiungere gli stessi risultati". 

"Il fosso a mare è un altro luogo dalle straordinarie potenzialità, tra le nostre priorità, ma ci dobbiamo confrontare con un discorso di metratura molto ampio, perchè in quella situazione si parlerebbe di una JAM, cioè una manifestazione hip hop con graffitari e ballerini; proveremo ad arrivarci ma considerando il Covid per ora è difficile" conclude Lola.    

Tutti e tre gli artisti hanno già lavorato nel mondo della street art, hanno partecipato ad eventi in centri sociali e lavorato per privati e bar. Alessandro Giulioni, in arte Booka, dice: "Vengo da Staffolo, un paese vicino Jesi, abito a Porto Potenza Picena da 5-6 anni e da un paio di anni ho aperto il mio studio di tatuaggi dopo più di 10 anni di gavetta. Ho una passione per i graffiti, la street art, il disegno e mi piacerebbe inglobare oltre i tatuaggi il disegno, la pittura e far vedere una realtà a 360° gradi". 

"Questo progetto è nato da un'idea mia e della mia compagna, l'abbiamo sempre avuta in testa, da quando ho aperto l'attività. Nel paese ci sono molte zone degradate e lasciate in abbandono e ci è venuta l'idea di questo progetto per dare un aspetto più allegro alla zona. Speriamo che vada tutto bene, per ora ci stiamo divertendo, speriamo di coinvolgere in seguito anche altri ragazzi del posto."

"Sono un illustratore, disegnatore, tatuatore, faccio murales: qualsiasi cosa riguardi l'ambito del disegno applicato a diverse forme - racconta Simone Sdolzini, in arte 'Sdolz' -. Sono di Porto San Giorgio, ho vissuto un po' Porto Potenza e mi fa piacere portare qualcosa nelle Marche, visto che è più facile lavorare fuori che qui. Gente che fa cose ce n'è, ma non così tanta, dunque bisogna muoversi".  

"Attualmente sono un illustratore free lance, vivo a Macerata ma cerco sempre di fare degli spostamenti in realtà più congeniali, cercare nuovi contatti e collaborazioni - ci dice Marco Marinangeli, in arte Filicio -. Ho studiato illustrazione all'Accademia delle Belle Arti, ho fatto anche un master in illustrazione in cui ho avuto a che fare con la casa editrice "Orecchio Acerbo" di Roma e ho fatto il primo album illustrato da me, un racconto di Dostoevskij. Ho fatto altri progetti di street art su commissione e non, in cui si gioca con gli stili e i colori, si creano progetti iniziali, bozzetti che vengono riproposti in situazioni esterne di muri e pannelli, come qui. Per ora a parte piccole problematiche iniziali di montaggio e organizzazione di lavoro, sembra procedere. Finora mi sembra una bella collaborazione. Sperimentare con persone nuove e lavorare all'aperto è bello. Spero che sia apprezzata anche dal punto di vista comunale".  

Sdolz e Filicio fanno anche parte del collettivo artistico "Uomini nudi che corrono" che si occupa di editoria indipendente. 

Il collettivo è nato per gioco durante gli anni accademici, andando a casa dell'uno dell'altro con cene e sbornie, in cui si collaborava schizzando disegni e provando i vari giochi - evidenzia Filicio -. Abbiamo iniziato in questa maniera poi ci siamo sviluppati in performance artistiche, mostre, collaborazioni, fino ad illustrazioni di fumetto indipendente."

"Quello dell'editoria indipendente è un mondo che in Italia esiste da sempre ma negli ultimi anni si è consolidato parecchio tramite i festival che si svolgono in luoghi pubblici o in spazi autogestiti - riprende Sdolz -. Si occupa di distribuire l'informazione che non è veicolata a nessuno perchè non è così ammiccante al mondo dell'editoria vera e propria, che punta a fare cose carine che vendono bene, smussando i contenuti all'osso, per piegarli al soldo mentre nell'editoria indipendente si dà spazio al contributo. Ci vuole un impegno maggiore". 

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