Polidori: "La questione delle province è una vicenda surreale"
Da Lorena Polidori, coordinatrice provinciale di Forza Italia Macerata, riceviamo
“Se dovesse rispondere al vero la notizia che, all’indomani della sonora bocciatura del referendum costituzionale, la Regione Marche abbia indirizzato delle lettere circolari alle provincie già qualificandole “ex” abbiamo la misura di come tutti i drammi, in Italia, si trasformino in commedie da operetta.
Con i provvedimenti disorganici ed incompleti del governo Renzi ci troviamo senza leggi elettorali omogenee per l’elezione dei due rami del Parlamento. Ma ci troviamo soprattutto con un organo costitutivo della Repubblica – la Provincia - mutilato dalla sciagurata riforma Del Rio, che lo ha privato, di fatto, di ogni competenza Ma specialmente ha sottratto al voto popolare l’elezione dei propri organismi.
In un Paese normale – continua la nota - gli autori di questo vero e proprio vulnus normativo, non dico che sarebbero tradotti agli arresti, ma quantomeno dovrebbero sparire per sempre dalla scena politica. E invece stanno ancora lì, saldamente attaccati alle loro poltrone. Mortificando e dileggiando talvolta - come ha fatto proprio ieri il ministro Poletti - i tanti giovani costretti a cercar fortuna fuori Italia.
Gli italiani difendendo la Costituzione hanno preservato in essa pure gli organi costitutivi della Repubblica e tra essi le Provincie, così come stabilito dall’art. 114.
Le Province oggi di fatto esistono e resistono alla demagogia populista post Renziana. Mi chiedo, tuttavia, cosa pensino in proposito i presidenti delle Province ad oggi in carica? Per quanto tempo possono ancora tollerare questo inedito stato di cose? E infine, quali iniziative intendano porre in atto per dirimere e riportare sui giusti binari istituzionali, questa surreale vicenda?
Siamo di fronte, infatti, ad un comportamento di irresponsabilità giuridico costituzionale che in Italia non si era mai visto. Una plastica dimostrazione della poca lungimiranza e della capacità politica di una classe dirigente improvvisata ed istituzionalmente ignorante che non aveva nemmeno previsto – conclude la nota - correttivi nel caso in cui gli italiani avessero bocciato la loro riforma, come poi, è puntualmente avvenuto.”
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