Arriva in silenzio, e quasi non te ne accorgi: come tutti i “grandi”, Pino Scaccia è umile, alla mano. Scende dall'auto con l'immancabile borsello di pelle nera a tracolla, mentre occhiali da vista fotocromatici riparano gli occhi di chi ha visto molto: dalla prima guerra del Golfo al disastro di Cernobyl, dalla scoperta dei resti di Che Guevara in Bolivia all'area 51 in Nevada, dal crollo delle Twin Towers alla tragedia di Pomicino. Mi accoglie con quella leggera cadenza romana, che tutti noi riconosciamo attraverso il filtro delle telecamere del TG1.
Mi siedo con chi ha narrato i drammi e i conflitti internazionali, privilegiata e onorata, ma con naturalezza, così, come se fossimo ad una riunione fra vecchi amici al bar. Questo appare, immagino, a chi, sorpreso ed incuriosito, si ferma per chiedere un autografo su uno fra gli ultimi saggi di Pino, il reportage sulla mafia russa, intitolato “Mafija”. E sorprendentemente, nonostante abbia raccontato mille tragedie mondiali, Pino Scaccia ha anche una buona dose di ironia, e ben volentieri “si sottopone” alle canoniche 5 domande della mia rubrica, col sorriso sulle labbra. Da amico. E da “grande”.
Se tu fossi un supereroe, che supereroe saresti e che superpoteri avresti?
“Sicuramente Superman (o Nembo Kid, come si chiamava ai miei tempi), perché in fondo era un giornalista, Clark Kent. Vorrei un solo superpotere: la capacità di conoscere la verità su tanti misteri”.
Che valore dai al tempo?
“Moltissimo. La mia vita è stata scandita dal tempo, come tutti quelli che lavorano in televisione e non possono permettersi ritardi. Il tempo in realtà è solo una convenzione, ma credo che segni molti destini”.
Cos'è la paura?
“La paura è una maniera di salvarsi la vita. Guai a non averla. Chi dice di non averla è bugiardo. E chi non ce l’ha è sciocco”.
Il tuo drink ideale (da astemio!!)?
“Caffè shakerato, sempre. In alternativa estiva, limonata con tanta scorza di limone”.
Cosa può fare Pino Scaccia per salvare il mondo?
“Nessuno può salvare il mondo, specie con tutta la gente che cerca di ucciderlo. Ho fatto quello che potevo: raccontare la faccia difficile. E non solo quella privilegiata che ha già tanti cantori”.
In alto ... le tazzine, Amici!
Alla prossima.
Alessandra Lumachelli
Who's Who
Per chi non lo sapesse...
Pino Scaccia è giornalista e scrittore. Storico inviato del TG1, ha seguito molti importanti avvenimenti: dalla prima guerra del Golfo al conflitto serbo croato, dalla disgregazione dell'ex Unione Sovietica fino alla crisi in Afghanistan, al dopoguerra in Iraq, fino alla rivolta in Libia. Ha vinto molti premi ed è stato docente del master di giornalismo radiotelevisivo all'Università Lumsa di Roma. Ha pubblicato: “Armir, sulle tracce di un esercito perduto”, “Sequestro di persona”, “Kabul, la città che non c'è”, “La Torre di Babele”, “Lettere dal Don”, "Shabab - la rivolta in Libia vista da vicino", "Mafija" - dalla Russia con ferocia, "Nell'inferno dei narcos", "Giornalismo, ritorno al futuro".
Commenti