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Macerata, nuovi focolai Covid e malagestione sanitaria. Il Nursind: "Siamo ancora in emergenza"

Macerata, nuovi focolai Covid e malagestione sanitaria. Il Nursind: "Siamo ancora in emergenza"

Dopo la chiusura del reparto di medicina covid a San Severino risalgono i contagi in vari reparti, negli ospedali della provincia. «A due anni dalla pandemia l'azienda sanitaria unica regionale non è ancora in grado di gestire l'emergenza». La denuncia viene da Elisabetta Guglielmi segretario provinciale del Nursind Macerata, il sindacato degli infermieri che spiega: «La direzione medica fornisce indicazioni che ogni unità operativa deve tenere ricoverati i pazienti, risultati positivi, nelle stanze grigie dove si posizionano i sospetti. Il risultato è che si stanno mettendo a rischio tutti gli ospedali e i contagi sono in fortissima risalita, con grande preoccupazione tra il personale, già provato da due anni intensi di pandemia.

Ad oggi in medicina a Camerino ci sono 8 pazienti positivi e 10 negativi, il personale ogni giorno si infetta perché manca l'isolamento. Ci sono focolai per la mancanza di percorsi non adeguati. Il reparto Medicina dell'ospedale di Macerata ha sei posti letto pieni, i pronto soccorso sono di nuovo stati trasformati di fatto in reparti covid, dove i pazienti sostano anche più di 10 giorni, come avviene per coloro che hanno un decorso post operatorio di ortopedia e chirurgia».

La sindacalista denuncia una situazione critica anche a Macerata e Civitanova: «Il pronto soccorso di Civitanova ha medicina d’urgenza piena e 8 pazienti covid, a Macerata il pronto soccorso ha i due container pieni, l’osservazione breve intensiva piena e la medicina d'urgenza piena. Ci sono altissimi contagi tra i dipendenti sanitari, i colleghi esonerati e sospesi perché non vaccinati, non sono mai stati sostituiti. Cosa fa l'azienda? Ordina delle porte in plexiglass, per dividere i reparti tra sporchi e puliti. Abbiamo chiesto di verificare la correttezza dei percorsi puliti-sporchi, la Regione Marche tramite una determina impone che in caso di necessità l’Area Vasta 3 dia assistenza alle case di riposo, o alle strutture che ne fanno richiesta. Si toglie personale al territorio o alla residenza sanitaria assistenziale, personale già sotto organico e si vanno a coprire i turni scoperti».

Ad un quadro così critico, si aggiunge la carenza di personale, aggiunge Guglielmi: «Ad aprile sarà assunto un operatore socio sanitario, nessuno infermiere. Non abbiamo certezza dei rinnovi contrattuali per infermieri, operatori socio sanitari e se rinnovati, il contratto lo hanno solo per sei mesi. Manca la certezza di un piano ferie estive, dopo due anni senza ferie il personale è allo stremo, si sfruttano i rinnovi di contratto che non permettono di prendere nemmeno una casa in affitto. Come Nursind abbiamo chiesto un sondaggio tra i dipendenti per valutare il loro stato di benessere aziendale, la maggior parte di loro ora ha bisogno di sedute dallo psicologo.

Ad oggi - conclude Guglielmi - non c'è nessuna certezza sul pagamento delle indennità per i reparti covid del 2021, degli incentivi sempre promessi nel 2021 e nemmeno sulla graduatoria della progressione di carriera. Ai dipendenti si chiede di saltare i riposi, di rinunciare alle ferie, di gestire i pazienti perché mancano i medici ma poi quando c’è da riconoscere il lavoro svolto l’azienda prende tempo».

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