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Macerata, i fiori non appassiscono in zona rossa: "aiuto psicologico per superare la quarantena" (FOTO)

Macerata, i fiori non appassiscono in zona rossa: "aiuto psicologico per superare la quarantena" (FOTO)

Sono da oggi diventate quattro le province marchigiane a passare nella temuta ‘zona rossa’, si tratta di un dejà-vu che fa tornare indietro di un anno le attività commerciali: molte serrande sono tornate ad abbassarsi e le vie dei centri città a svuotarsi.

Sono stati pochi gli esercenti a salvarsi dalle rinnovate strette anti-assembramento, che oltre a creare disagi spesso di natura economica, hanno anche la triste funzione di andare a limitare sensi come ‘gusto’ (bar e ristoranti chiusi) e ‘tatto’ (distanziamento oramai obbligato). Tuttavia ce ne sono altri che non perdono la loro attitudine, anzi, forse questo forzato lockdown ha aiutato a riscoprire ed apprezzare delle sensazione ‘dimenticate’ che solo un contatto diretto di natura floreale riesce ad esprimere.

In uno scenario dove di ‘fari accessi’ per le strade cittadine ne sono rimasti pochi, a tener duro sono però i florovivaisti, categoria risparmiata da ordinanze e Dpcm, che al momento si ergono a supporto della ‘vista’ e dell’ ‘olfatto’ della gente.

Due preziosi strumenti capaci di far viaggiare la mente fuori dal quotidiano isolamento tra quattro mura. Ecco perché fiori e piante, anche ‘piantati’ in un semplice appartamento, rappresentano dei formidabili veicoli di evasione in una fase in cui gli eventi lieti come matrimoni e cerimonie sono sempre meno accessibili.

“Questi giorni non si vedono molte persone per le vie del centro ed io sono tra le poche’ anime sole’ che tengono aperto il negozio – racconta Clara del Gobbo titolare de ‘il Tramite Fiorito’ in piazza Cesare Battisi - devo dire che mi ero un po’ preoccupata per la festa della donna in quanto c’era il rischio di riminare chiusi invece in quell’occasione gli affari sono andati discretamente e per questo posso definirmi felice”.

“La gente avendo meno soldi cerca di spendere un pochino meno ma rimane il forte bisogno di natura – sottolinea – specialmente nelle giornate di sole molti clienti arrivano e vogliono proprio comprare dei fiori appunto perchè riescono a stimolare dei sensi che sono rimasti penalizzati da queste restrizioni. E’ vero la situazione è stressante per tutti e gli unici discorsi che si sentono sono inerenti al difficile momento che stiamo vivendo"".

“Spesso dico di non fermarsi al problema e di cercare di guardare oltre soprattutto quando si viene qui a comprare un fiore, che ha il potere di distoglierci da una pesante realtà – dice dal suo negozio situato nel cuore di Macerata– mi sento fortunata ad avere la possibilità di continuare a svolgere il mio lavoro ma capisco bene chi oggi vive un disagio di salute o professionale".

“Credo che non sia il caso di abbandonarsi; così facendo si sta male due volte –asserisce – è necessario tirare fuori quella forza che ognuno di noi ha dentro e i fiori aiutano molto in tal senso grazie ai loro colori, forme e profumi diverso – termina Clara del Gobbo - Vivere in una casa sterile è ben diverso rispetto a godere di un ambiente abbellito da fiori e piante perché ti aiutano un po’ ad evadere e viaggiare almeno con il pensiero”.

Dello stesso avviso Alessandro Tomassetti, proprietario del ‘Piante e Fiori’ in via Vincenzo Pancalducci: “Al netto di tutto il periodo pandemico abbiamo registrato una diminuzione del lavoro significativa soprattutto durante il primo lockdown – illustra -  gli ammanchi maggiori sono derivati dai mancati matrimoni e soprattutto da tutto l’indotto derivante. La vendita al dettaglio è rallentata anche per quanto riguarda il cimitero in compenso non hanno subito più di tanto dei cali quei mazzi di fiori che si comprano per compleanni o eventi similari”

“Penso che in un periodo dove il distanziamento è d’obbligo, i rapporti interpersonali assumono oggi un importanza ancora maggiore e i fiori rappresentano uno di quegli articoli che ,grazie alle nostre consegne, riescono a raggiungere ogni destinazione”.

“Siamo abituati a prendere ordini sia online che telefonicamente quindi da questo punto di vista ci sismo salvati – dichiara Tomasstti - per la festa dell’8 marzo abbiamo avuto una buona risposta da parte della gente ma al di là di questi singoli momenti il mercato è in sofferenza. Ancora di più ora che siamo in zona rossa dove passano meno persone e questo ha portato un calo di un buon 70% in meno- continua - nel nostro piccolo cerchiamo di garantire un servizio e il fiore, per fortuna, riesce ugualmente a viaggiare – chiosa il fioraio - il fatto di non stare fermi è molto importante e positivo per noi a livello psicologico - al di là di qualsiasi altro discorso di natura economica”.

Una disanima chiara condivisa anche da Renzo Santinelli, co-titolare dell’omonima floricoltura in via Ascoli Piceno: “Il lavoro senza dubbio ridotto e anche noi stiamo soffrendo della chiusura di bar e ristoranti in quanto erano dei validi clienti – afferma -Stiamo viaggiamo a ritmi blandi considerando anche che la stagionalità del nostro segmento è un fattore molto importante visto stiamo subendo ancora gli effetti dell’inverno – ed aggiunge - abbiamo perso l’indotto derivante dalle cerimonie compresi anche i funerali visto che ci sono delle limitazioni anche per il settore florovivaistico”.

“Nei giorni ‘rossi’ lavoriamo almeno il 50% in meno rispetto ad una normale giornata  e questo accade anche perché la gente si muove poco se non in caso di necessità – dichiara Santinelli - l’esperienza vissuta durante quest’ultimo anno ci ha insegnato che molte persone si sono avvicinate al nostro settore in quanto, non potendo fare altro, si sono dedicate di più alla cura del giardino. E’ quindi aumentata la vendita della piantina o dell’articolo che si mette in terrazzo ma parallelamente è calato il discorso di tutte le altre attività che ruotano intorno a noi".

“Fortunatamente abbiamo lavorato nei periodi festivi dove le persone hanno pensato più ad abbellire le loro case ma abbiamo comunque registrato una riduzione generale del lavoro - conclude uno dei titolari del garden vicino al Tribunale– speriamo ora nella primavera anche se è ancora presto per fare previsioni, considerando poi che non ci sono nemmeno regole certe per quanto concerne il futuro delle nostre attività”.

 

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