Macerata, bar e ristoranti alle prese con il rebus riapertura: i dubbi dei gestori
Con la chiusura per l’emergenza Coronavirus, bar e ristoranti fanno fronte ad una situazione gravosa. Con affitti e tasse da pagare, i gestori stanno riorganizzando le loro attività, gettando un occhio alla riapertura che si profila. La speranza è quella di poter avere spese dilazionate, consone alle misure di sicurezza con cui sarà possibile riaprire i locali.
“Dal decreto del 9 marzo abbiamo lavorato consegnando pranzi e cene a domicilio, in tutti i comuni della provincia – dice Marco Guzzini, titolare di Digusto, in piazza Battisti -. Questo ci permetterà di fronteggiare molto meglio le spese che verranno. Quando arriverà effettivamente il momento di ripartire, speriamo di poter contare sui posti della piazza antistante al locale. Inoltre riapriremo il Giardinetto, in vicolo Monachesi, proprio per garantire la distanza minima fra i tavoli che sarà prevista. Guardiamo con fiducia alle disposizioni che saranno date, sarà fondamentale avere tempistiche rapide a livello burocratico su modulistica e linee di credito. Auspichiamo – conclude – che le spese vengano modulate sulle possibilità di lavoro concesse. Ci confronteremo con chi di dovere, siamo fiduciosi”.
“Ci sarà bisogno di una pressione fiscale più bassa da parte di governo e istituzioni locali – dice Aldo Zeppilli, titolare del bar Centrale e del Centrale.eat, in piazza della Libertà –. A prescindere da quando si riaprirà avremo spese per mettere i locali in sicurezza e, senza contare i mesi di chiusura, dovremo affrontare un periodo duro ancora lungo. Un elemento chiave sarà il vaccino. Saremo ben felici di lavorare con tutte le misure necessarie per prevenire ricadute, ma dovrà esserci anche un adeguato abbassamento di tasse ed imposte, sia da parte del governo che delle amministrazioni locali. Se, una volta riaperto, ci chiedessero di lavorare ad un terzo del potenziale, le spese andrebbero calibrate in base alle possibilità concesse. Inoltre, ad oggi, linee guida precise su come effettivamente riaprire e lavorare, a proposito di distanze e quant’altro, non sono state date. Sarebbe fondamentale – conclude – che fosse concesso restituire i soldi che verranno prestati tramite le banche in maniera più diluita”.
“A Macerata buona parte della clientela è costituita da universitari – dice Marco Michelini, proprietario del bar Spulla -, anche riaprendo, con tutte le precauzioni necessarie, senza quelle presenze e senza la possibilità di organizzare eventi sarà dura. Per ora aspettiamo direttive, pagando l’affitto”.
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