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Licenziamenti al Nodo di Civitanova, Ghio scrive al sindaco: "Chi perde il lavoro perde anche la sua funzione"

Licenziamenti al Nodo di Civitanova, Ghio scrive al sindaco: "Chi perde il lavoro perde anche la sua funzione"

Lo sfogo di un avvocato o semplicemente la richiesta di un cittadino al suo sindaco per aiutare i lavoratori che troppo spesso in questo ultimo periodo vengono licenziati. Così su Facebook il legale Stefano Massimiliano Ghio si rivolge al primo cittadino della città rivierasca Fabrizio Ciarapica per dire la sua e con la speranza di fermare questa corsa ai licenziamenti che sta interessando anche un'altra realtà di Civitanova Marche: la Cooperativa il Nodo.

"Caro Sindaco, la perdita di un posto di lavoro è un evento drammatico che porta il lavoratore e la sua famiglia alla disperazione -così il legale al primo cittadino -. Non si lavora solo per produrre e contribuire alla ricchezza del Paese, ma per coniugare la persona con l’ambiente sociale dove vive, con ciò valorizzando la sua dignità misurandola con la sua utilità sociale. Ciò appare indiscutibile! È difficile fare una classifica delle disperazioni ma quando chi perde il lavoro perde anche la sua funzione, direi terapeutica, di reinserimento sociale i problemi si complicano ancor più. Ho sempre svolto la mia professione in modo riservato senza utilizzare i mezzi di informazione come cassa di risonanza per i risultati ottenuti, ma oggi, non so per quale motivo ho subito la esondazione delle emozioni percependo la sconfitta definitiva del sistema."

"Certamente la vicenda del Mercatone Uno è emblematica - prosegue l'avvocato -. La narrazione di un fallimento annunciato dalla superficialità con cui vengono affrontati i temi delle crisi aziendali che troppo spesso premiano i furbi in danno degli onesti lavoratori. Ma quello che mi ha fatto sbottare ancora di più, semmai ve ne fosse stato bisogno, è il silenzio con il quale si stanno consumando altre piccole grandi tragedie."

"La Cooperativa il Nodo di Civitanova Marche ha inviato alcune lettere di licenziamento a suoi dipendenti per ristrutturazione aziendale, in altre parole per insufficienza di lavoro. Alcuni di questi licenziamenti sono arrivati sul mio tavolo di lavoro e meritano di essere partecipati alla collettività non per i temi tecnico-giuridici che li caratterizzano e che saranno valutati riservatamente, ma per le conseguenze che portano con se, conseguenze che possiamo solo immaginare rispondendo a queste domande: cosa significa un posto di lavoro di qualche ora al giorno e per poche centinaia di euro per chi perdendolo non ha alcuna possibilità di trovarne un altro? Cosa significa per le persone più sfortunate poter essere impegnate qualche ora al giorno per sentirsi utili ed integrate con il sistema? Cosa significa per le famiglie di queste persone non avere più a disposizione la funzione terapeutica di un lavoro che colloca in uno spazio fisico la dignità personale? - si chiede Ghio -. Sto parlando degli ultimi, coloro che andrebbero aiutati a prescindere, coloro che sono italiani per caso, ma che se fossero stati stranieri sarebbe stato lo stesso!"

"Per un Sindaco tentare di risolvere i problemi occupazionali causati dal Mercatone Uno è una missione impossibile, mentre trovare una soluzione per alcuni lavoratori del Nodo è alla sua portata visto che il lavoro della Cooperativa a me sembra sia strettamente connesso con i servizi che fornisce al Comune. Chiedere con urgenza un tavolo di confronto con la Cooperativa, verificare quali sono le condizioni economiche della stessa e i suoi piani occupazionali, verificare quali sono i servizi di cui ha bisogno la nostra città, verificare la possibilità di salvare i posti di lavoro a coloro che dal lavoro hanno una utilità terapeutica oltre che economica - ha concluso il legale -. Sindaco se aveva già pensato di attivarsi in questo senso mi scuso dello sfogo, perché non c’è alcuna volontà politica rivendicativa solo la necessità di aiutare veramente chi ha bisogno. Se poi la politica non è in grado di fare ciò, se gli ultimi non potranno essere salvati, ci rimarrà solo il rammarico di aver perso tutti il senso dell’orientamento".

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