Lettera aperta delle Brigate di Solidarietà Attiva ai terremotati: "Basta rabbia fratricida. C'è in gioco la rinascita delle vostre città"
A seguito della querelle di questi giorni fra comitati di terremotati, le Brigate di Solidarietà Attiva hanno scritto una lettera aperta ai terremotati. La riportiamo integralmente
Cari amici e amiche, siamo le BSA, Brigate di Solidarietà Attiva.
Abbiamo seguito e letto le discussioni degli ultimi giorni in questo gruppo e su alcuni giornali, l'abbiamo fatto senza alcuna "spocchia" ma anzi,con estrema serietà e non poca preoccupazione.
Ci ferisce leggere di polemiche in seno ai comitati di terremotati: è appena trascorso un anno dalle scosse che hanno devastato l'alto maceratese e meglio di noi voi sapete qual è lo stato delle cose. In molti si apprestano ad affrontare un nuovo inverno fuori casa e migliaia di SAE sono ancora da consegnare. Qualche giorno fa, nel frattempo, la prima neve ha ricordato a tutti che l'inverno sarà inclemente. Inutile elencare tutti i problemi: alcuni di noi sono originari del centro Italia, altri si alternano da oltre un anno per sostenervi; sapete meglio di noi quale sia e quanto sia dura la situazione. Ci siamo legati ed affezionati, dato che è impossibile dopo tutto questo tempo non avere costruito legami di solidarietà, ma anche personali e umani e un rifiuto forte e netto della situazione, assieme a una grande volontà di essere al vostro fianco per risolvere al meglio ogni problema. Questo è lo spirito che ci ha portati a decidere di restare ancora, nonostante sia passato ben più di un anno.
Proprio per tutto questo siamo preoccupati dalle polemiche, da questa rabbia che serpeggia ma in direzione "fratricida", anzichè verso chi è responsabile dei ritardi, delle macerie abbandonate, della perdita di posti di lavoro e della burocrazia praticamente paralizzante. Abbiamo un pò di esperienza ormai e vi assicuriamo, con tutta l'umiltà del caso, che dalle polemiche traggono giovamento solo politicanti in cerca di visibilità (o candidature) e chi agisce con doppio fine. Non di certo i terremotati, che al contrario hanno bisogno di restare uniti, perchè di fronte alla sordità totale con la quale vengono ricevute dal Governo le richieste, ci sarà bisogno della forza e dell'aiuto di tutti coloro che sono in buona fede.
Crediamo sia assolutamente prioritario definire con assoluta chiarezza chi sono i "nemici" e chi invece gli alleati. Nessun terremotato può appartenere alla prima categoria: in questo portiamo il nostro piccolo contributo, per chi lo riterrà utile, visto che sotto accusa è finito uno dei portavoce del coordinamento, Francesco Pastorella. Il nostro contributo proviene da mesi di collaborazione con Francesco: ne abbiamo apprezzato correttezza e impegno, assieme alla ferrea volontà di occuparsi solo ed esclusivamente di cosa può migliorare la condizione di chi vive nel cratere e di chi invece non può, almeno per ora, più viverci. Pensiamo che tutti siano criticabili, ma nessuno può essere insultato. Con Francesco ci siamo riconosciuti nell'unica regola imprescindibile che ci diamo da quando esistiamo "PRIMA FARE, POI PARLARE", altrimenti non lo avremmo supportato. Proprio per questo modo di pensare e per tutti i problemi che ci sono, pensiamo che la realtà dei fatti ci dica che non c'è tempo per le polemiche, che rischiano solo di distruggere quanto costruito invece di proporre soluzioni.
Ribadiamo che noi vogliamo essere al fianco di tutti e pensiamo che i terremotati non abbiano leader, che non esistano "capi", al massimo portavoce di istanze collettive. Le polemiche dei giorni scorsi hanno coinvolto un intero coordinamento di 97 comitati e noi riteniamo assolutamente scorretto questo modo di fare:a meno che qualcuno non si senta superiore a centinaia di altri terremotati, la correttezza avrebbe voluto che chi ha critiche si mettesse in gioco, partecipando ai confronti, rafforzando le reti di contatti e solidarietà e proponendo una soluzione al problema tutti assieme. Questi sarebbero i veri strumenti per scongiurare polemiche,personalismi e gli altri rischi connessi. Come fecero i terremotati del Friuli, che seppero trasformarsi in movimento di popolo e in questo seppero riscrivere la storia del loro territorio. Ci pare che invece quello che sta accadendo in questi giorni sia volto solo a distruggere quanto è stato costruito con lo sforzo di tutti. Noi pensiamo convintamente che il lavoro svolto dal coordinamento dei comitati sia stato positivo perché, al di là delle convinzioni politiche di ciascuno, ha prodotto proposte utili soprattutto ai cittadini più deboli del cratere.
Questo lungo discorso porta ad un solo punto: concentrarsi sui problemi e sui bisogni, sulla lotta che si è costretti a fare verso un governo cieco e sordo è ciò che accomuna tutti quanti, noi compresi. La posta in gioco è la rinascita delle vostre città e dei vostri borghi ed è quanto di più importante ci sia in questo momento.
Al vostro fianco. Un abbraccio a tutti voi, in questo triste anniversario, dalle BSA
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